SONSERI - PAGANI
DON PUGLISI
“Perché non c’è amore più grande che dare la propria vita per gli altri. Sotto forma di tempo, energia, idee, scommesse, rischi. È così che viene vinta la paura.”
e 19,90
www.renoircomics.it
DON PUGLISI Marco Sonseri
Riccardo Pagani
DON PUGLISI Sceneggiatura: Marco Sonseri Disegni: Riccardo Pagani Lettering: Simone Campisano Editing: Giulia Beffa e Alberto Brambilla Art director: Giovanni Ferrario Copertina Disegno: Riccardo Pagani Colore: Anwar Abbas
Renoir Sas Corso Monforte 45 20122 Milano Tel 02 76011641 Fax 02 76009718 info@renoircomics.it www. renoircomics.it ISBN 978-88-6567-241-9 © 2020 - RENOIR Sas Stampato in UE È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro, così come l’inserimento in circuiti informatici, la trasmissione sotto qualsiasi forma e con qualunque mezzo elettronico, meccanico, attraverso fotocopie, registrazione o altri metodi, senza il permesso scritto dei titolari del copyright.
Questa dedica è molto più che una promessa, Alfredo. Sono certo che questa storia ti sarebbe piaciuta. Al mio piccolo Luca. Mio sorriso, mia tenerezza, mia gioia smisurata. Alla mia Maria Teresa. Marco
Alla mia famiglia, la mia più grande ricchezza. A Michele e Sarah, un grazie sincero. A tutti quelli che mi sono stati vicino, e che so continueranno ad esserlo. Riccardo
PREFAZIONE
S
e state leggendo questa mia breve prefazione, siete tra i fortunati che conosceranno la storia del primo martire di mafia, proclamato dalla Chiesa il 25 maggio 2013, attraverso un fumetto che, per veridicità, versatilità, semplicità e immediatezza, può essere letto da bambini e adulti. Credo tali caratteristiche siano uno dei pregi di questo lavoro letterario. Proprio così, “letterario”, dato che da anni il fumetto è inserito a pieno titolo in questa categoria, per la capacità di narrare storie vere, luoghi e costumi attraverso un’arte altra. L’autore ha voluto far conoscere al lettore non solo la storia del parroco di Brancaccio, ma anche il dialetto palermitano, le tradizioni, i pupi siciliani, la ravazzata con carne, tipico spuntino o – secondo i punti di vista – pranzo palermitano, accompagnando il lettore attraverso i luoghi più significativi di Palermo, di cui sembra quasi di sentire sensazioni e odori. Inoltre, la narrazione di alcune lezioni tenute in classe dal Beato Giuseppe Puglisi è certamente un buon approccio per conoscere la catechesi del piccolo parroco di Brancaccio. Diventano narrazioni storiche le intense pagine del giornalista A. Pirrotta, che riesce a creare una cornice letteraria in cui inserire la storia incredibile di riscatto del Beato. La scelta del fumetto per raccontare una storia così bella e piena di speranza permetterà al lettore di imprimere con facilità volti e storie dei personaggi nella propria memoria. Insomma, è un validissimo strumento di insegnamento, che, sull’esempio del Beato Giuseppe Puglisi, ci suggerisce da quale parte stare e ci fa comprendere la scelta di un uomo che ha saputo essere coerente con le sue idee e con i suoi convincimenti, ma soprattutto “strumento” credibile per i suoi insegnamenti di Sacerdote del Signore. La domanda che nascerà nell’animo del lettore non sarà più “ma chi te l’ha fatto fare?”, “ma chi gliel’ha fatto fare?”. Sorgerà, piuttosto, spontaneo un altro interrogativo: “perché non lo facciamo anche noi?”. In altre parole, “se ognuno fa qualcosa, tanto si potrà fare” (3P). Un dato è certo: questo lavoro contribuirà a non far cadere nel vuoto il sacrificio di don Pino Puglisi. Maurizio Artale Presidente del Centro di Accoglienza Padre Nostro fondato dal Beato Giuseppe Puglisi
PROLOGO LA RIUNIONE
sì...
Lo sapete come si dice?
…l’avrete sentita centinaia di volte…
…già, centinaia di volte…
…ma mi piace ogni tanto rammentarla agli altri. È… educativo!
Li picciriddi hannu a parrari quannu piscia a addina! *
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* i bambini devono parlare quando piscia la gallina.
Casa dei fratelli Graviano, boss indiscussi del quartiere Brancaccio. Palermo, settembre 1993.
ah! ah! ah!
Ve lo immaginate come sarebbe bello il mondo se ognuno stesse al proprio posto?
Ma ve lo immaginate, picciotti*?
Tu non scantoni, non invadi il mio territorio, non mi dai fastidio, magari mi saluti anche…
…e… paf… paf... sì… sarebbe il paradiso. Un fantastico paradiso in terra.
Odio la gente che non si comporta così. Odio la loro voce, le loro motivazioni, i loro discorsi.
Tu non mi vieni incontro, anzi, mi sdirrubbi**? Sei sordo ai miei avvertimenti? * ragazzi. ** mi fai cadere.
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Va bene, peggio per te. Si possono percorrere anche altre strade!
Sapete cos’è questo?
Spatuzza, devi essere più preciso. Salvatore Grigoli…
Una pagina del “Giornale di Sicilia”.
Tu che dici, Gaspare Spatuzza?
Sì… potrebbe essere…
in realtà è molto di più. È una dichiarazione, ma io oso e dico che è una specie di testamento! Ve lo leggo. Risale al 26 luglio di quest’anno.
Un articolo del “Giornale di Sicilia”.
LE PAROLE DI DON PUGLISI
Brancaccio è la borgata più dimenticata della città. Non ha una scuola media, niente asilo e nemmeno un consultorio o un centro sociale comunale. E noi della parrocchia lavoriamo da tre anni senza risultati. Nelle anticamere di tutti i sindaci, di tutti gli assessori, del prefetto, anche in
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questura, anche alla Usl, nella sala d’aspetto del provveditore: a chiedere almeno una scuola media, un distretto socio-sanitario di base e un po’ di verde dove giocare e correre. Tutte richieste sostenute
anche dal consiglio di quartiere. Risultato? Finora nessuno. Ma c'è speranza per il distretto... perché i locali ci sono. avete capito?
Stu parrinu
fitusu!
Sta parrannu ri scantinati ra via Hazon come si fussero
cosa sua! *
Don Pino Puglisi fa orecchie da mercante? Che continui pure, per noi è indifferente.
Gli scantinati di via Hazon sono porto franco di Cosa Nostra. E lo sa pure il prete. Significa che a Brancaccio non si possono nominare… e se qualcuno li nomina è perché siamo noi a volerlo, e buona pace per tutti.
Ma questa volta non si torna indietro.
Grigoli, Spatuzza, adesso vi diciamo noi come dovrete agire!
Ascoltate…
* questo sacerdote schifoso! Sta parlando degli scantinati di via Hazon come se fossero di sua proprietà!
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“Palermo è una città senza speranza ed è quello che cerca la gente come noi.”
“Posti in cui proliferare e moltiplicarsi in un ambiente ideale, dove le regole si scontrano ogni giorno con diverse forme di sopravvivenza sociale.”
“Brancaccio è il cuore di questo mostro.”
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Ravazzata con carne
“Un quartiere degradato, dove non c’è niente…”
Ingredienti: pasta brioches, 200 gr trita di manzo e 200 gr di maiale, 1 cipolla, 100 gr concentrato di pomodoro, 50 gr di parmigiano grattugiato, 2 foglie di alloro, 2 chiodi di garofano, olio, sale q.b.
Grazie.
“…dove ti abituano a subire il fascino degli uomini di rispetto fin da ragazzino.”
“Perché, se rubano una macchina, Cosa Nostra te la fa ritrovare il giorno dopo.”
“E perché il diavolo tende sempre una mano quando non hai più a chi rivolgerti. La tua vita e la tua anima, in fondo, sono una buona merce di scambio. L’unica.”
“Perché non si muove niente senza che lei lo sappia.”
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“Lavoravo in un cantiere edile fino a spaccarmi la schiena. Percepivo uno stipendio, avevo una famiglia e, credo, anche qualche sogno.”
“Mi chiamo Salvatore Grigoli e sono uno dei killer più spietati sulla piazza. Sono nato nel feudo dei Graviano e anche per me è stata la stessa cosa.”
“Quando la ditta ha chiuso per fallimento, mi sono ritrovato senza alcuna certezza. Non ho perso tempo. Sapevo a chi rivolgermi.”
Questo Puglisi interferisce con i nostri scopi, affascina picciriddi e picciotti* e adesso molte persone sanno a chi rivolgersi.
“Ripenso a quello che ha detto stamattina Filippo Graviano e quasi sorrido.”
dove una volta c’eravamo soltanto noi, ora c’è anche lui. E in due siamo già troppi.
“Ha ragione. Questo prete, da quel che dicono, non celebra soltanto la messa, ma la canta con tutto il fiato che ha in corpo.”
“Quanti Grigoli o Spatuzza ci sarebbero stati se Puglisi avesse soltanto benedetto matrimoni e pianto salme?”
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* bambini e ragazzi.
“…sapevo che sarebbe stato soltanto l’inizio. Sono di Brancaccio. So come vanno certe cose.”
“Non che mi lamenti. Ero proprio nei casini e in questo mondo nessuno ti dà niente per niente. Quando mi hanno detto di rapinare banche…”
Via, via,
via!
“Ma se devo scegliere tra me e gli altri, non ho dubbi su dove puntare il dito. O la pistola.”
“Dopo il primo omicidio, non mi sono più fermato. Sono una macchina assassina precisa e obbediente. Ho ucciso gente anche a venticinque metri da casa mia.”
“Ma non ho mai patito la fame e ormai è da molto tempo che non mi spezzo la schiena tutti i santi giorni. Ho anche un negozio di articoli sportivi.”
“in perdita costante. Ma Cosa Nostra non vuole che lo venda. È una madre austera che aiuta i suoi figli quando le cose non vanno per il verso giusto.”
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“Decidono così che due milioni al mese per le spese sono più che sufficienti per non farmi chiudere l’attività…”
“…mentre una paga mensile di cinque milioni sigilla, ormai da parecchio tempo, il rapporto con la mia nuova famiglia.”
“in questi giorni di settembre lo scirocco avvolge tutta l’isola e non risparmia nulla. Sembra di essere tagliati fuori dal mondo…”
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“Qualcuno avrebbe avuto l’ispirazione per scrivere un poema.”
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“in questo momento la lotta tra mafia e Stato si sta facendo sempre più dura.”
“il colpo più grosso è stato il nostro, il più devastante.”
“L’uccisione di Falcone e Borsellino ci ha messo in una situazione di netto vantaggio. Sono morti in un mare di fuoco e detriti, annegati nel loro inutile senso di giustizia.”
“Quello è stato il punto di svolta. Per noi, sì, ma anche per i nostri nemici.”
“Ora più di prima, forse, combattono questa guerra con ogni mezzo… con ogni copertura.”
“Hanno messo piede persino qui, in questo quartiere dimenticato da Dio e temuto dall’uomo perbene, mascherati per non farsi scoprire. Alla luce del sole fingono per raggiungere il loro scopo, quello di schiacciarci…”
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Palermo è nostra, Brancaccio è nostra, delle cosche, dei clan, degli uomini d’onore. Don Puglisi, non riconoscendo questo dato di fatto… uscendo dal coro, si è schierato contro di noi.
Non sono bastati gli avvertimenti, le mezze parole, le occhiate, i silenzi a farlo desistere. Un uomo così insignificante che sentenzia dal suo pulpito. Ditemi… tu, Salvatore… avevi mai sentito parlare di ‘stu parrinu?
Chi si oppone al potere è destinato a soffrire. lui dovrebbe saperlo più di altri. Avere ragione o torto è fiato sprecato. È un’amara lezione che lo stesso Gesù Cristo ha imparato a sue spese.
Don Puglisi è parroco di San Gaetano, un vero porto di mare. Ma è soprattutto l’ideatore del Centro Sociale Padre Nostro, un centro benefico, sì, ma di sbirri, di poliziotti infiltrati. Corrono queste voci. Allora, è o non è… irritante questa cosa?
Non so nulla.
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“Chissà di cosa avrà parlato...”
“Ecco qui, casa sua. A quanto vedo, stasera ha ospiti.”
“Guardali…”
“Con quello che stiamo per fare…”
“…sorridono.”
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“…ci sentiranno da nord a sud! ”
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“26 luglio 1993.”
È lui?
È il rocchetto...
Sì, frequenta l’oratorio. Conosce bene don Puglisi.
Amun ì.*
Un messaggio per il prete…
hmMm?
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* andiamo.
Digli che ci deve lasciare lavorare in pace!
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“Quello fu l’ultimo avvertimento che la famiglia graviano diede al parrino. L’idea era chiara…”
“…fargli abbandonare il quartiere.”
“il ragazzo era stato risparmiato. Un pestaggio a metà, una sorta di promemoria.”
“Chiunque l’avrebbe capito.”
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“Perché non c’è amore più grande che dare la propria vita per gli altri. Sotto forma di tempo, energia, idee, scommesse, rischi. È così che viene vinta la paura.”
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