Traduzione di Graziano Romani Realizzazione grafica e lettering a cura di Studio Renoir L'editore ringrazia Achim Dressler di Bocola Verlag per la preziosa collaborazione.
All comics material © 2013 King Features Syndicate, Inc. Tm of Hearst Holdings, Inc. All Rights Reserved Introduction © 2013 Mark Schultz Digital processing and remastering © 2013 Bocola Verlag © 2013 ReNoir / Nona Arte per l’edizione italiana. www.nona-arte.com | info@nona-arte.com ISBN 978-88-97062-71-4 Stampato da Reggiani SpA
Valiant si precipita a Camelot con la notizia di una invasione dei Sassoni. Immediatamente Re Artù convoca il consiglio di guerra. La furia di Val ha stremato il suo cavallo e il principe si trova nella necessità di rubare il destriero di una dama per terminare il suo viaggio. viene inseguito però dall'infuriato marito della signora, che, a causa della rabbia, si dimentica completamente della moglie...
Mentre la sua collera sbolle, sir Knight si rammenta di sua moglie abbandonata nella foresta… ma ormai è troppo tardi.
Dopo essere stata abbandonata nella foresta, un'ora più tardi l'infuriata signora entra in Camelot, cavalcando alla maniera maschile. La sua dignità è ferita...
E, vedendolo in compagnia di un ladro di cavalli, si ricorda di tante altre faccende che dovrebbero essergli rammentate...
Quindi, il concilio stende i suoi piani per la decima guerra contro i Sassoni.
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Dopo aver tanto sofferto e sopportato quell'ingrato marito, ora la dama si sente in dovere di fargli una bella ramanzina. Per il suo bene, ovviamente...
...tanto che neppure un Re contrariato può fermare quella marea di critiche costruttive!
"Sono approdati nelle paludi", dice Merlino. "Chi conosce quelle lande desolate?" Si alza Sir Gawain: "Nessuno in tutta l'Inghilterra le conosce meglio del Principe Valiant."
Lentamente, Re Artù scosta le tende: "Affrettiamoci con i nostri piani, così potremo ottenere una pace anche sul campo di battaglia!" Del resto, anche il Re è un uomo sposato…
Così Valiant viene convocato da Re Artù al concilio di guerra.
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Valiant scopre una grande armata di vascelli sassoni e si precipita a Camelot per dare l'allarme… Il Re riunisce il concilio di guerra, ma nessuno conosce le selvagge paludi dove si trova la flotta nemica.
Così Val viene convocato e per la prima volta un umile scudiero prende parte al grande concilio.
"Principe Valiant, tu hai vissuto nelle paludi, spiegaci dunque tutto quel che sai sulla posizione degli invasori e come possiamo fronteggiarli."
Val afferra dal camino un ramo semicarbonizzato, balza sul tavolo e inizia a disegnare sul muro una mappa delle paludi.
“La loro flotta è composta da 300 navi e circa 20.000 uomini. Si trovano in una baia circondata da alti canneti e possono sbarcare su entrambe le rive.”
I grandi nobili del concilio di guerra del Re ascoltano le parole del giovane guerriero. Prima di tutti, il saggio Merlino, poi il gentile Lancillotto, il potente Tristano, i fedeli Ulfius e Brastias, Bedivere che servì il Re a costo della vita, Kay il siniscalco, Gawain dal cuor leggero, Sir Modred e, infine, sir Ector, il guardiano del Re.
“Sire, i sassoni sono in 20.000 e noi per opporre resistenza allo sbarco possiamo schierare solo 10.000 uomini… Per difendere entrambe le coste dovremmo dividere la nostra armata, indebolendola, e le nostre navi sono troppo poche… Ma io ho un’idea.”
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Con il permesso del Re, il coraggioso ragazzo spiega un piano talmente audace da provocare le urla di approvazione dei nobili signori del concilio.
Quindi, dai sette portali di Camelot i corrieri del Re si affrettano per convocare tutti alla guerra!
Per ritardare lo sbarco dell’armata degli invasori sassoni, Val induce gli abitanti delle paludi a ostacolare gli esploratori nemici. Il piano che ha proposto al Re è stato accettato e i cavalieri d’Inghilterra si radunano per difendere il regno.
All’alba, Horsa, il comandante dei sassoni, indica a nord verso la costa pianeggiante. “I britanni si stanno radunando laggiù, perché riesco a vedere l’elmo col dragone di re Artù e gli scudi con l’effige del leone di Lancillotto e Tristano!”
Ma il viso di Dagonet, il giullare di corte, osserva da dietro l’elmo dorato del re, mentre un cuciniere e uno stalliere portano gli scudi di Tristano e Lancillotto.
Sotto un cielo senza stelle, la scintillante armata si muove per prendere posizione a sud della baia.
“Vogliono indurci a credere che l’armata ci attenda a sud… ma non ci caschiamo! Sono solo dei fantocci.”
la casa di Val
La misera flotta del re, in attesa fuori dalla baia, viene salutata con scherno.
OCean0
Questa riva è difesa solo dal giullare del Re e da due bifolchi.
i 500 coraggiosi di Valiant nascosti nei canali
Ma, dietro i fantocci, la sfavillante armata attende il segnale di Val.
La piccola flotta del Re
Fantocci difensori 20.000 sassoni che possono sbarcare su entrambe le coste
I 10.000 cavalieri di Re Artù nascosti dietro le colline acquitrini impenetrabili (le Paludi)
per Camelot
Pianta del campo di battaglia per il decimo scontro tra Re Artù e i sassoni guidati da Horsa.
Ora, lungo i tortuosi canali della grande palude, si muove una stana flotta armata di palle di fuoco, diretta verso una ardita missione.
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L’Inghilterra è invasa dalla più grande armata di Sassoni mai vista prima. Disperato, Re Artù adotta il pazzesco ma ingegnoso piano che Val ha spiegato al grande concilio di guerra. Val ha promesso che, con soli 500 uomini, getterà nel panico l’armata di 20.000 sassoni e la spingerà dritta verso l’esercito di Re Artù, pronto in attesa della battaglia.
Val urla un ordine, una tromba squilla e in pochi attimi la palude diventa una massa fiammeggiante.
Scialuppe e canoe in fiamme vanno alla deriva… Dappertutto c’è fuoco e confusione.
Gli attoniti sassoni vedono la baia che velocemente si ammanta su tre lati di un muro di fiamme, trovandosi avviluppati in una densa nube di fumo soffocante.
“Alla riva!”, urla Horsa, “la costa a sud è difesa solo da fantocci, approdiamo là e riorganizziamoci.” 102 1-22-39
E proprio dal fumo arriva una pioggia di palle di fuoco, lanciate da un nemico invisibile!
Val ode quell’ordine e immediatamente cambia la sua strategia d’attacco.
Gli invasori escono con difficoltà dalla soffocante nube di fumo e dalla pioggia di dardi, quando vedono, in assetto di guerra, l’armata di Re Artù!
Mentre i sassoni sbarcano per riorganizzare i loro ranghi, una mortale pioggia di frecce esce dal fumo e li spinge verso l’interno.
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Con soli 10.000 uomini, Re Artù affronta un’armata di 20.000 guerrieri sassoni. Val gli promette di gettarli nel panico e di riuscire a spingerli verso l’armata del Re… e grazie a fuoco, fumo e frecce mantiene la sua promessa.
Grande è la forza di Lancillotto, straordinaria l’abilità di Tristano con la spada e lo scudo, ma nessuno è più terribile di Artù quando si getta in battaglia incitando alla carica!
Alla fine, l’armata è definitivamente devastata e quel tragico giorno si avvicina alla conclusione. In mezzo ai sanguinosi resti della guerra, Re Artù attende, mentre una annerita truppa lentamente si avvicina salendo dalla baia.
Nella baia in mezzo al fumo e alle fiamme, il principe Val e la sua banda completano la distruzione della flotta.
Quelle navi, che a fatica riescono a uscire dal fumo, trovano la flotta reale ad attenderli.
Val è al cospetto del Re. “Un altro atto deve essere ancora compiuto in questa giornata… Inginocchiati”, dice Artù, facendo uscire l’affilata Excalibur dal suo fodero ingioiellato e toccando il ragazzo sulla spalla. “Ora alzati, Sir Valiant, principe e cavaliere della tavola rotonda!”
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Un sole rosso sangue cala dietro il fumo della flotta incendiata e il vittorioso Artù raccoglie intorno a lui la sua schiera… E lì, nel mezzo della devastazione del campo di battaglia, nomina il Principe Valiant cavaliere della Tavola Rotonda!
E volgendosi verso l’orgoglioso padre di Valiant, il Re Artù gli dice: “E tu, o legittimo re di Thule, chiedimi quello che vuoi.”
“Solo una delle navi che abbiamo catturato, in modo che io possa fare rotta nuovamente verso Thule.”
“Padre, avevo previsto la tua richiesta, e mi sono permesso di risparmiare dalle fiamme quel buon vascello laggiù.”
Mentre leniscono le ferite e le bruciature, e lavano via il sudiciume della battaglia, i vecchi guerrieri sono felici al pensiero che presto navigheranno verso casa.
Il mattino seguente raccolgono dal campo di battaglia tutte le armi e gli equipaggiamenti necessari per la loro impresa, caricano la nave e attendono la marea in arrivo.
Gli ultimi preparativi sono completati… E poi via! Verso il mare aperto! 104 2-5-39
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Conducono l'imbarcazione lungo i serpeggianti canali fino all’isola che è stata la loro casa durante i dodici anni di esilio.
Dietro di loro lasciano la pace e la sicurezza dell’Inghilterra; davanti a loro troveranno invece l’infelice terra di Thule, posta sotto il giogo di Sligon, il pericolo e forse la morte. Ma venti spade taglienti e venti coraggiosi cuori si ripromettono di riconquistare il regno e le loro case.
Per le sue splendide imprese in battaglia, il principe Valiant è nominato cavaliere della tavola rotonda e gli viene concessa una nave per navigare verso Thule, ripromettendosi di detronizzare Sligon il tiranno e di restituire a suo padre il legittimo trono.
Finalmente Val e gli altri intravedono le coste della loro terra brillare al sole.
Arrivano giorni impegnativi e pericolosi; i messaggeri cavalcano di notte portando notizie del ritorno del re.
Approdano e immagazzinano un grande carico di armamenti in un villaggio amico.
Quindi il re incendia la nave con una torcia. “siamo stati cacciati da queste coste una volta, ma siamo tornati per non lasciarle mai più. Porteremo la pace alla gente che amiamo, o troveremo la pace sotto la terra che onoriamo.”
I venti uomini coraggiosi corrono in lungo e in largo, promettendo ai contadini sottomessi libertà e giustizia sotto l’egida del re. Molti dei nobili fanno segretamente visita al re e a lui promettono lealtà.
Pochi uomini all’inizio, ma poi in numero sempre più crescente, si riuniscono nel posto segreto del re per essere armati.
Galvanizzati dalla speranza di libertà, i contadini attaccano i brutali esattori delle tasse di Sligon. 105 2-12-39
Val, insieme ai guerrieri e ai cavalieri, si batte in diverse scaramucce.
La bandiera con lo stallone rosso arriva come un raggio di speranza in questa terra tribolata e, mentre i giorni passano veloci, la causa del re prospera.
Le spie di Sligon indagano, ma non riescono a fermare il montare della rivolta.
Sorvegliato a vista nella sua fortezza, Sligon rimugina, dolente nel corpo e nella mente, mentre il suo malvagio potere si dissolve davanti alla promessa di “libertà e giustizia” fatta del re esiliato.
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Per dodici lunghi anni, il popolo di Thule ha sofferto la tirannia di Sligon; così, quando il suo re esiliato ritorna in gran segreto e issa nuovamente su quelle terre la bandiera dello stallone rosso, gli uomini si riuniscono per sostenerlo, perché la sua forza arrivi a eguagliare quella di Sligon.
I soldati di Sligon vengono richiamati per proteggere la sua roccaforte.
E finalmente l’ora è giunta! Il re si prepara a marciare…
…ma un messaggero arriva al galoppo. “Sligon vuole discutere un trattato con il principe Valiant e, se egli verrà, garantisce per la sua incolumità.”
Il concilio, abituato alla slealtà di Sligon, gli consiglia di desistere, ma Val sceglie di andare, pensando alla possibilità di evitare agli uomini di Thule una disastrosa guerra.
Da solo, Val entra nella fortezza nemica; un castello che un tempo lui chiamava casa.
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“Io ho preso il trono di Thule con la forza e con la forza ho regnato; ma ora mi sono stancato della forza, della crudeltà, del sospetto e dell’inganno. Intorno a me ho degli adulanti cortigiani, che hanno per me parole lusinghiere sulle labbra ma odio nei loro occhi, e io ho paura di questi suadenti sciacalli… Vai da tuo padre e digli che Sligon altro non è che uno stanco venditore ambulante, il quale baratterà il regno di Thule con la sua pacifica isola nelle paludi inglesi.”
Mentre il legittimo re rientra nella grande fortezza dove lui e suo padre prima di lui regnarono con ferma giustizia, Sligon esce inosservato da un altro portale, diretto verso una pace e una serenità a lui prima sconosciute.
Sligon un tempo era un potente tiranno, ma ora, stanco e malato, offre al re il suo vacillante regno in cambio di una piccola e pacifica isola nelle quiete delle paludi inglesi.
Con queste buone notizie, Val galoppa fino all’accampamento di suo padre e l’accordo viene stipulato con grandi festeggiamenti. Al Principe Valiant tocca il compito di mettere in riga tutti quei nobili che non hanno ancora giurato fedeltà al re.
Nel palazzo il re si immerge nel lavoro di riorganizzazione del governo precedente, appianando diverse ingiustizie.
Giorni felici per un guerriero dal cuore coraggioso! Nel mezzo del tuonare degli zoccoli e del clangore delle armi, Val infonde a tanti il desiderio di pace e tranquillità… a qualsiasi prezzo.
In quei giorni difficili, l’unico modo per appianare una disputa è il giudizio delle armi.
E quando Sligon affermò di volere solo pace e serenità, era sincero… talmente sincero da lasciare indietro sua moglie e sua figlia.
L’indaffarato re procura alle due donne degli appartamenti in un’ala remota del castello, dimenticandosi poi di loro… ma Claris non è il tipo di ragazza di cui ci si può dimenticare a lungo.
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