di
cultura
enogastronomica
e
turismo
Anno
4
-
Numero
24
-
Aprile
2013
Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale -70% DCB Milano
Periodico
Questa copia è offerta da
Copia di cortesia
Gruppo RENZINI S.p.A.
Speciale “Vinitaly 2013”
Sommario aprile 2013
SPECIALE “VINITALY 2013” 6
Vinitaly 2013/1 Vinitaly 2013: export, qualità, sostenibilità, diversità e aggregazione
10
Vinitaly, una storia di successi
18
I numeri della 47a edizione
24
Tutti a tavola con i sapori scaligeri
24
10
Gustare l’Italia
4
46
Enoturismo Il rilancio delle cantine passa per l’enoturismo
46
28 28
Eccellenze italiane Dante Renzini, cent’anni di buongusto
42
I Musei del vino Non solo vino al Museo della Cantina Albea di Alberobello
48
Novità in cantna Cantina Albea: fucina di grandi vini
60
Vendemmia Vendemmia 2012
64
Libri da mangiare
GUSTARE L’ITALIA - Periodico di cultura enogastronomica e turismo
© Riproduzione (anche parziale) vietata - Contatti: Soltrade Communication S.r.l. - Via Mirabello, 10 - 00195 Roma
5
Gustare l’Italia
di
cultura
enogastronomica
e
turismo
Anno
4
-
Numero
24
-
Aprile
2013
Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale -70% DCB Milano
Direttore Responsabile: Massimo Balletti - Impaginazione: Soltrade Communication Divisione Grafica - Concessionaria pubblicità: Soltrade Communication S.r.l.- Responsabile Trattamento Dati Personali: Soltrade Communication S.r.l. - L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. Lgs 196/2003.
Periodico
Questa copia è offerta da
Gruppo RENZINI S.p.A.
Copia di cortesia
Anno 4 - Numero 24 - Aprile 2013 - Reg. Trib. di Milano n° 201 del 14/04/2010 - Editore Incaricato: Soltrade Communication S.r.l. - Via Mirabello, 10 - 00195 Roma - Iscrizione ROC (Registro Operatori della Comunicazione) 21940 - ISSN code 2279-7998
Speciale “Vinitaly 2013”
www.gustarelitalia.it
in collaborazione con Servizio Stampa Veronafiere
Vinitaly 2013/1
Vinitaly 2013, export, qualità, sostenibilità, diversità e aggregazione
Il comparto vitivinicolo italiano, forte dei risultati del 2012, riparte dai suoi cinque asset fondamentali per garantirsi un futuro solido e in continua crescita Export, qualità, sostenibilità, diversità e aggregazione: sono queste le cinque key words, gli asset che hanno garantito al mondo del vino italiano di rappresentare una delle eccezioni positive di fronte alla crisi globale che ancora non vuole smettere di mordere.
Elementi che continueranno a sostenere il Bel Paese in bottiglia anche nel 2013 e, anzi, potranno fornire ulteriori margini di crescita e sviluppo. Cinque espressioni della vivacità di un comparto che sarà protagonista a Vinitaly, la rassegna internazionale di riferimento del settore, di scena a Verona. Stabilire una precisa scala gerarchica di questi cinque fondamentali elementi forse non è
Gustare l’Italia
6
possibile, ma è inevitabile iniziare dall’export. Se si guarda agli andamenti delle esportazioni arrivano confortanti conferme per i vini tricolore e un quadro di riferimento che indica inequivocabilmente che questa strada è ormai senza ritorno e, soprattutto, di grande prospettiva futura. Una vera e propria soluzione non solo alla “fatica” del mercato interno, ma anche alla ricerca di uno sviluppo del business che, a livello del mercato globale, non sembra conoscere crisi. Il vino italiano, infatti, anche nel 2012 si conferma come uno dei comparti più affidabili e in salute, almeno da questo punto di vista. Il valore delle esportazioni delle etichette nazionali raggiunge i 4,7 miliardi di euro (segnando un nuovo record), in crescita del 7% sul 2011 (dati Istat), a fronte, però, di un calo dei volumi del 9% (intorno ai 21,4 milioni di ettolitri). Uno scenario decisamente positivo considerando la posizione delle nostre etichette nel 2007, cioè prima della crisi, quando l’export valeva 3,4 miliardi di euro per 18,7 milioni di ettolitri a volume. Insomma, per vari motivi, l’Italia del vino ha saputo consolidare e soprattutto rafforzare la sua presenza sui mercati internazionali, valorizzando in modo deciso sia i mercati maturi e fidelizzati che quelli, soprattutto orientali, dalle grandi prospettive, ma ancora un po’ volatili, marcando in questo senso una differenziazione
7
fondamentale con le politiche di esportazione francesi, che, a fronte di risultati importanti, restano un po’ più a rischio. Se l’export tira come non mai, il merito va, soprattutto, anche se non sempre questa voce è adeguatamente ricordata, alla qualità. Ormai il mondo del vino è abituato a considerare il livello qualitativo delle etichette italiane ben attestato su livelli più che soddisfacenti e quasi dimentica che questa acquisita sicurezza organolettica è prima di tutto una delle caratteristiche più importanti dei vini del Bel Paese. Si tratta di un risultato che arriva dopo un percorso difficile e al contempo impetuoso, re-
Gustare l’Italia
lativamente lungo (a partire, grosso modo, dalla metà degli anni Ottanta) e irreversibile, che ha visto l’intero comparto compiere passi che, probabilmente, a livello mondiale, nessun Paese produttore ha compiuto in così poco tempo e con risultati altrettanto straordinari. La qualità delle bottiglie italiane, infatti, da quelle cheap ai fine wine, ha raggiunto un livello capace di essere anche un modello per la produzione del resto del mondo. I fattori che determinano questa qualità sono molteplici, coinvolgono l’intero processo produttivo e sono strettamente interconnessi. Un caleidoscopio complesso, certo, magari comunicabile con più difficoltà, ma un punto di forza che contribuirà sempre a mantenere la produzione enologica italiana competitiva e piena di appeal, garantendo margini di ulteriori miglioramento. La voce che forse va più di moda, anche se a ben guardare non si tratta di una tendenza
momentanea ma di un preciso cambio di paradigma produttivo e culturale, è la sostenibilità. Un aspetto di grande importanza, specie per la sensibilità di chi il vino lo consuma, e che i produttori italiani stanno sempre più accrescendo nelle proprie aziende: una “voglia” di attenzione ambientale, di cura nei processi produttivi che sta sempre più interessando il comparto vitivinicolo. C’è poi la sostenibilità sociale, cioè rapporti corretti con le proprie maestranze (no al lavoro nero, niente discriminazioni di sesso o religione, ecc.), ma anche quella economica, realizzabile solo attraverso una progettualità seria e un affrancamento totale o parziale delle realtà produttive rispetto alla finanziarizzazione delle imprese. La sostenibilità economica, peraltro, è necessaria per mantenere un altro caposaldo del comparto vitivinicolo tricolore: la diversità. L’Italia del vino non è soltanto un numero importante di D.O.C e D.O.C.G. (rispettivamente 330 e
Gustare l’Italia
8
73 più 118 I.G.T), ma anche un vero e proprio insieme di territori di straordinaria bellezza e dalle caratteristiche così varie e variabili, tanto da costituire un vero e proprio giacimento a cielo aperto di grande fascino per chi viene a visitarlo (il fenomeno dell’enoturismo continua a dare buoni risultati, +12% nel 2012 sul 2011, secondo i dati dell’Osservatorio Città del Vino/Censis) e, soprattutto, in grado di diversificare la proposta enoica italiana. Un valore aggiunto unico al mondo che continuerà a suscitare curiosità e interesse, amplificando l’appeal delle bottiglie italiane. La diversità dei territori, però, non è l’unico patrimonio esclusivo dell’Italia. C’è anche quello rappresentato dalla straordinaria abbondanza e varietà dei vitigni coltivati su e giù per la penisola. Un ricchissimo campionario di vitigni di antica coltivazione che raccontano una storia millenaria, sintetizzata in una cultura materiale del fare che non ha eguali al mondo.
9
Alla fine di questa suggestiva “filiera” che non è solo produttiva, vini di estrema originalità e ancora, in parte, da scoprire e valorizzare. Da ultimo, ma non per importanza, c’è la sempre più crescente tendenza all’aggregazione; non solo grazie all’attività sempre più puntuale dei Consorzi di tutela, forniti di nuovi strumenti dalla legge 61/2010, ma anche quella che riguarda direttamente le aziende produttrici. Si va dalla semplice unione di varie aziende attorno ad un unico manager incaricato di raggiungere i mercati più lontani, per snellire logistica e costi, ma anche per portare in giro per il mondo un’offerta il più possibile capace di restituire la varietà delle etichette italiane, alle vere e proprie fusioni aziendali, anche di realtà importanti, per ottenere una massa critica maggiore e consolidare all’estero le posizioni conquistate, favorendo le aziende più piccole, a loro volta trainate dalla capacità commerciale delle realtà più grandi.
Gustare l’Italia
in collaborazione con Servizio Stampa Veronafiere
Vinitaly, una storia di successi Vinitaly è la manifestazione che più d’ogni altra ha scandito l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale ed internazionale, contribuendo a fare del vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario. Ripercorriamone insieme le tappe principali.
1967
Il 22 e il 23 settembre si svolgono nel palazzo della Gran Guardia le Giornate del Vino Italiano. È l’atto di nascita ufficiale di Vinitaly.
1987
All’interno di Vinitaly nasce il primo Salone dell’Oliva.
1988
Il Salone dell’Oliva diventa SOL. Nasce anche Distilla, il Salone della Grappa, del Brandy e dei Distillati.
1969
Nella terza edizione delle Giornate del Vino Italiano, accanto all’attività convegnistica, 130 case vinicole espongono i loro prodotti.
Vinitaly 2013/2
1971
La manifestazione diventa Vinitaly - Salone delle Attività Vitivinicole, una vera e propria rassegna mercantile. Organizzata da Agriturist e guidata da Mario Soldati, si svolge l’asta dei vini pregiati. Al Vinitaly si affianca anche una sezione merceologica dedicata a macchine, attrezzature e prodotti per l’enologia e la prima edizione della Mostra Catalogo di Vini D.O.C.
1978
Vinitaly ottiene la qualifica di «internazionale» ed apre le porte alla partecipazione di aziende estere.
1980
La manifestazione cambia data e d’ora in poi si svolgerà nel mese di aprile.
Gustare l’Italia 10
1992
Nasce il Concorso Enologico Internazionale che, giunto alla 18ª edizione, è divenuto il più selettivo e partecipato al mondo con una media di 90 medaglie assegnate su oltre 3.600 vini da circa 30 Paesi.
1995
Vinitaly assorbe Distilla ed assume la denominazione Vinitaly - Salone Internazionale del Vino e dei Distillati.
1996
Nasce l’International Packaging Competition, per premiare il miglior abbigliaggio del vino.
1998
L’internazionalità di Vinitaly è confermata e rilanciata dalla scelta di Veronafiere, nel centenario di attività, di andare in Cina, a Shanghai, con China Wine, un’esperienza positiva che si ripeterà gli anni seguenti. Il settore delle attrezzature dedicate al vino e all’olio diviene una rassegna ad hoc, Enoli-
tech, il Salone delle Tecniche per la Viticoltura, l’Enologia le Tecnologie Olivicole ed Olearie.
2002
Veronafiere porta Vino&Olio a Singapore.
2003
La rassegna “conquista” anche l’America con Vinitaly US Tour a Chicago e San Francisco, e partecipa ad IFOWS, l’Italian Food and Wine Show di Mumbay, in India. Nasce Vinitaly for You, il dopo-Vinitaly dedicato ai wine lover, che trovano nel Palazzo della Gran Guardia, nel cuore storico di Verona, un ambiente giovane ed accogliente perdegustare i migliori vini.
2004
Il marchio Vinitaly viene speso direttamente, per la prima volta, dopo sei anni di presenza, in Cina e, novità assoluta, in Russia. Prosegue il Vinitaly US Tour con Miami e San Francisco.
11 Gustare l’Italia
2005
è potenziata la fase di internazionalizzazione del marchio a servizio del sistema vinicolo nazionale. Nuove «manovre» in India con Ifows per preparare il terreno alla prima edizione vera e propria di Vinitaly India. In maggio ha luogo la seconda edizione di Vinitaly Russia e in ottobre si svolge il tour negli
Usa (Boston, Chicago, Los Angeles); Novembre, come da consolidata tradizione, vede a Shanghai la 7ª edizione di Vinitaly China. Nel corso della fiera madre a Verona, in aprile, vengono lanciate nuove iniziative che coniugano vino e ristorazione internazionale con «I Viaggi di Gulliver» e «Wine & Food Pairing», danno spazio agli emergenti con «Trendy Oggi e Big domani» e promuovono gli incontri con i buyer e il canale HO.RE.CA.
2006
Vinitaly raggiunge la piena maturità, i quarant’anni. Presenta due nuovi padiglioni espositivi (10 e 11) e amplia la presenza sui mercati esteri grazie a Vinitaly Japan, in novembre a Tokyo, alla prima edizione con il marchio Vinitaly in India, a Mumbay e New Delhi, alla terza in Russia con la novità di San Pietroburgo insieme alla consolidata Mosca, a Vinitaly US Tour (a Chicago, Los Angeles e Las Vegas) e a Vinitaly China a Shanghai (Cina). Il Concorso Internazionale di Packaging apre ai liquori e distillati ottenuti da frutta diversa dall’uva; nel 2005 aveva accolto i distillati provenienti dai prodotti vitivinicoli.
2007
Dopo il matching on-line sul sito www.vinitaly.com sperimentato con successo negli anni
Gustare l’Italia 12
precedenti, Vinitaly lancia «Taste Italy», una nuova iniziativa di incontro tra domanda e offerta. Qui le migliori aziende italiane presentano agli operatori esteri, attraverso un innovativo sistema di dispenser, il «top product» e il «new product» dell’anno. Novità anche per il Concorso Enologico Internazionale, grazie a un accordo tra Veronafiere e l’esclusiva catena distributiva giapponese di fine food Isetan, che nell’ottobre 2007 permette la realizzazione di un corner di vendita dei vini vincitori negli store Isetan di Tokyo. Un accordo con Spazio Italia, inoltre, dà all’azienda vincitrice della sezione Italia del Concorso 15 giorni di promozione all’interno dell’area gestita da Air Dolomiti/Lufthansa nella zona partenze per l’Italia dell’Aeroporto internazionale di Monaco. Vinitaly 2007 vede la nascita di Genius Vini, un sistema integrato a servizio delle aziende, frutto del consorzio tra Veronafiere, Federvini e Uiv. Tra gli obiettivi, individuare nuovi mercati di sbocco e la promozione del prodotto italiano.
Il 2007 si conclude con il riconoscimento da parte dell’Ue della qualità, dell’innovazione e dell’organizzazione raggiunte da Veronafiere con le sue iniziative internazionali in ambito enologico: Bruxelles approva un progetto comunitario (2008-2010) cofinanziato da Italia e Unione Italiana Vini di circa 4 mil. di euro per la promozione dei vini europei di qualità in Cina, India e Russia, con Veronafiere ente attuatore del progetto.
2008
Viene lanciato «Passionate Business», che rappresenta la sintesi della filosofia operativa di Veronafiere: passione per il vino e concretezza degli affari. Vinitaly World Tour festeggia i 10 anni ripartendo dall’India a gennaio. A febbraio è la volta di Vinitaly US Tour, che viene sdoppiata per una prima trasferta a Miami e a Palm Beach. In giugno nuova tappa in Russia, mentre a ottobre Vinitaly è di nuovo negli Usa a Chicago, a New York e per la prima volta nella capi-
13 Gustare l’Italia
tale Washington: il calendario all’estero si completa in novembre con il Giappone (dove viene confermato fino al 2010 l’accordo di promozione tra Veronafiere e Isetan) e la Cina, con le tre tappe di Pechino, Shanghai e per la prima volta Macao.
2009
In occasione di Vinitaly 2009 viene inaugurato il nuovo Padiglione 1, che porta la superficie lorda coperta del quartiere fieristico a 150 mila metri quadrati. Perseguendo una politica di sviluppo rispettosa dell’ambiente, Veronafiere ha dotato il nuovo padiglione di 2.000 metri quadrati di pannelli solari, in grado di produrre la corrente elettrica annuale necessaria all’approvvigionamento di 33 appartamenti. Dopo la positiva esperienza del 2008 di Agrifood Club, la Rassegna dell’agroalimentare di qualità, viene deciso il definitivo ampliamento dell’offerta merceologica a favore degli operatori esteri interessati, oltre che al vino con Vinitaly e all’olio extravergine di oliva con Sol, a tutto il made in Italy agroalimentare.
Agli espositori di Enolitech viene fornito gratuitamente un servizio anticontraffazione per la tutela della proprietà industriale ed intellettuale dei prodotti esposti per fronteggiare la presenza di operatori del settore che espongono “prodotti contraffatti” o esercitano “concorrenza sleale”. A novembre, prima volta di Vinitaly World Tour a Seul in Corea.
2010
Servizi evoluti alle imprese, marketing diretto via web per aumentare il numero di operatori specializzati provenienti dall’estero e per fidelizzare quelli che già sono stati a Vinitaly sono il filo conduttore della 44a
Gustare l’Italia 14
edizione di Vinitaly, che riceve per la prima volta nella sua storia la visita ufficiale del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Novità sono state introdotte anche per rendere più assistita la permanenza dei visitatori alla manifestazione, con servizi via palmare o blackberry e nel nuovo spazio My Vinitaly sul sito di manifestazione. Inaugurata una piattaforma online dedicata ai giornalisti, dove trovare in modo organizzato comunicati, immagini, video, interviste, approfondimenti, ricerche di mercato, così da avere a portata di click tutto il Vinitaly. Il Concorso Enologico Internazionale introduce, oltre ai Premi Speciali “Vinitaly Nazione 2010” e “Gran Vinitaly 2010”, il Premio Speciale “Vinitaly Regione 2010”. I vini vincitori di medaglia potranno segnalare sulle bottiglie la dicitura “Concorso Enologico Internazionale 2010”: il riconoscimento della qualità raggiunta diventa così strumento di marketing spendibile in tutto il mondo. Singapore si aggiunge alle tappe di Vinitaly World Tour, che cambia format per diventare Vinitaly in the World, dopo l’accordo tra il Mi-
nistero delle Politiche Agricole e Veronafiere, che prevede la possibilità per consorzi, associazioni e singole aziende vitivinicole di inserire nei progetti nazionali e regionali di promozione all’estero, in parte finanziati dalla nuova Ocm vino, anche la partecipazione a tappe del Vinitaly nei Paesi terzi. Viene lanciato il sito dedicato www.vinitalytour.com
2011
Vinitaly protagonista delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia con “La Bottiglia dell’Unità d’Italia”. Il progetto, lanciato da Veronafiere nel corso dell’edizione 2010 durante la storica visita del Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, è l’unica ad avere ottenuto nel settore di riferimento il logo ufficiale delle celebrazioni. Da un blend di 20 vini in purezza rossi e da 20 in purezza bianchi, rappresentativi di una varietà di ognuna delle 20 regioni italiane, sono stati creati due vini che, dopo essere stati offerti al Presidente della Repubblica Napolitano, ver-
15 Gustare l’Italia
ranno donati alle massime autorità internazionali. Al 45° Vinitaly di scena “Sparkling Italy”, degustazione dei vini frizzanti prodotti con metodo classico e charmat dedicata a buyer esteri, giornalisti e operatori preregistrati e presentati dai consorzi di tutela. Innovativo il sistema di presentazione e degustazione, che si avvale di sommelier e di supporti informatici.
2012
Vinitaly si rinnova e riduce i giorni di apertura da 5 a 4; cambia anche la cadenza settimanale, che passa dal tradizionale giovedì-lunedì a domenica-mercoledì. Una decisione che mirava ad ottimizzare la presenza di trader specializzati in arrivo da tutto il mondo e a dare più spazio agli operatori del cana-
Al 46° Vinitaly, prima volta dei vini da agricoltu-
ra biologica e biodinamica, con il nuovo salone Vi-
ViT - Vigne, Vignaioli, Terroir.
Nuovo calendario anche per il Concorso Eno-
le HO.RE.CA.
logico Internazionale e per il Concorso Internazionale Packaging, che vengono spostati da
visitatori dei quali il 35% esteri provenienti da 116
marzo a novembre per potenziare e valorizzare gli
netta occupata nel 2012 (dati certificati FKM) e
delle aziende vincitrici, che avranno più tempo per
Il risultato è stato ottenuto, con oltre 140mila
Paesi e quasi 95mila metri quadri di superficie
una migliore profilazione su livelli di maggiore professionalità e internazionalità degli operatori presenti.
strumenti di promozione e marketing al servizio usufruirne in vista della successiva edizione di Vi-
nitaly.
2013
Vinitaly in the World, il progetto avviato da Veronafiere per promuovere l’eccellenza dei vini italiani nel mondo, riparte a fine gennaio dagli Stati Uniti con un nuovo nome: Vinitaly International. Un rebranding per confermare ulteriormente il ruolo della manifestazione come ambasciatore e partner per lo sviluppo del business nazionale in tutto il mondo, attraverso l’attivazione di una rete di solide relazioni istituzionali e commerciali. Nasce Vinitaly Wine Club: la più innovativa piattaforma di promozione e vendita online delle migliori etichette italiane e di selezionate collezioni di vino apprezzate da collezionisti e estimatori ma ancora inesplorate dal grande pubblico.
Gustare l’Italia 16
2
3
47° EDIZIONE Vinitaly 7 A MeRCoLedÌ 10 APRiLe 2013 dA doMeniCA
Vinitaly 2013/3
Vinitaly si riconferma il più importante salone dedicato al vino e ai distillati che segue e accompagna la crescita del sistema vitivinicolo ed enologico promuovendo la cultura del vino nel mondo. Perché questo è: “The world we love”.
doVe
inGReSSo
Verona - Veronafiere viale del Lavoro, 8
Vinitaly è aperto esclusivamente ad operatori specializzati, maggiorenni: non è permesso l’ingresso ai minori di 18 anni, anche se accompagnati. Registrazione obbligatoria.
QUAndo
domenica 7, lunedì 8, martedì 9, mercoledì 10 aprile 2013
TiCKeT onLine oRARio
dalle 9.30 alle 18.30
Su vinitaly.com biglietto d’ingresso a tariffa promozionale
Gustare l’Italia 18
I NUMERI DI Vinitaly
94.862 4.255 140.655 2.496
PRo
Unio
Aust
Belg
MQ di SUPeRFiCie neTTA UTiLizzATA.
eSPoSiToRi,
128 48.544 275
GioRnALiSTi,
Cipro
eSTeRi.
ViSiTAToRi,
Bulg
Dani
eSTeRi.
eSTeRi.
Eston
Finla
Franc
Germ
Grec
Irland
PRoVenienzA ViSiTAToRi
Letto
Internazionali Africa
0,58 %
Asia dell’est
9,05 %
Australia e Oceania
1,36 %
Europa
Lusse
Malt
Paes
50,01 %
Medio Oriente e Asia centrale Nord America
Litua
Polo
0,70 %
Porto
20,42 %
Resto dell’Europa
15,13 %
Sud e Centro America
2,76 %
Regn
Repu
Rom
Slova
Slove
ConTATTi PeR eSPoRRe
Margherita Maimeri Tel. +39 045 8298109 maimeri@veronafiere.it
Spag Pilar Balestreri Tel. +39 045 8298336 balestreri@veronafiere.it
19 Gustare l’Italia
Help desk Tel. +39 045 8298250 helpdesk.vinitaly@veronafiere.it
Svez
Ungh
ere.it
4
PRoVenienzA ViSiTAToRi Unione Europea Austria
6,31 %
Belgio
6,13 %
Bulgaria
1,28 %
Cipro
0,28 %
Danimarca
5,34 %
Estonia
0,67 %
Finlandia
1,74 %
Francia
5,76 %
Germania
31,22 %
Grecia
0,77 %
Irlanda
1,22 %
Lettonia
0,53 %
Lituania
0,51 %
Lussemburgo
0,70 %
Malta
0,69 %
Paesi Bassi
6,23 %
Polonia
1,77 %
Portogallo
0,39 %
Regno Unito
10,85 %
Repubblica Ceca
3,12 %
Romania
0,75 %
Slovacchia
0,76 %
Slovenia
1,04 %
Spagna
1,48 %
Svezia
5,43 %
Ungheria
5,03 %
Gustare l’Italia 20
5
MOLTIPLICATORE DI Business
05 TA
Evento una va privileg
06 GR 01
02
03
04
05
06
07
08
Il banc Il Grap ogni a
01 BUYeRS CLUB onLine
07 di
Vinitaly ha creato un’area web riservata per mettere in contatto le aziende con i maggiori buyer italiani ed esteri. Il matching online permette ad espositori ed operatori di incrociare domanda ed offerta già prima della manifestazione, predisponendo così le agende degli incontri b2b che si svolgeranno nei 4 giorni della rassegna.
Vinital esposi promo nel mo
02 BUYeRS CLUB Gdo
08 de
Temporary offices allestiti da Vinitaly dove i buyers delle principali catene della GDO presenti in Italia incontrano le aziende produttrici che hanno suscitato il loro interesse: una grande opportunità per i produttori, un’occasione in più per il consumatore finale di trovare prodotti nuovi e di qualità sullo scaffale, al miglior rapporto qualità/prezzo.
l’osse
03 WoRKShoP
Oltre a degust le norm durant
I delegati di Veronafiere nel mondo selezionano ogni anno buyer provenienti dai Paesi di maggior interesse per il settore vino. Nell’edizione 2012, hanno incontrato gli espositori sia in aree a loro appositamente dedicate che presso gli stand con agende predefinite, buyer provenienti da Svizzera, Gran Bretagna, Austria, Germania, Portogallo, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Olanda, Danimarca, Svezia, Finlandia, Singapore, Tailandia, Vietnam, Malesia, Indonesia, Korea, Taiwan, Hong Kong, Israele, India, Stati Uniti, Canada, Russia, Lituania e dall’area Balcani.
04 ViViT ViGne, ViGnAioLi, TeRRoiR Con Vivit si apre uno spazio d’incontro tra operatori del settore e viticoltori biologici e biodinamici. Nell’edizione 2012 hanno partecipato 127 produttori provenienti da Italia, Francia, Svizzera, Austria e Slovenia. Vivit è un’area espositiva ma soprattutto un modo di produrre e di intendere il rapporto con la natura ed il mercato.
21 Gustare l’Italia
ConT
per i w
Monic Tel. +3 magna
i
6
7
05 TASTe iTALY Evento-degustazione all’interno di Vinitaly che promuove la produzione enologica nazionale: una varietà e un’identità territoriale uniche al mondo. Taste Italy è un punto di contatto privilegiato tra il prodotto made in Italy e i buyer provenienti da più di cento Paesi.
06 GRAPPA & C. TASTinG Il banco d’assaggio dedicato agli spirits in ogni loro accezione: grappe, amari e liquori. Il Grappa & C. Tasting, che nell’ultima edizione di Vinitaly ha registrato 5.500 assaggi, ogni anno fornisce le tendenze sensoriali nel settore degli spirits.
07 diReCT MARKeTinG Vinitaly è costantemente impegnato nella ricerca di opportunità di business per le aziende espositrici. Numerose azioni di direct marketing con gli operatori italiani ed esteri, accordi di promozione con le principali testate internazionali e con le associazioni di categoria coinvolte nel mondo del vino rendono la partecipazione a Vinitaly sempre più un vantaggio competitivo.
08 deGUSTAzioni GUidATe, STUdi & RiCeRChe: l’osservatorio di Vinitaly Oltre al business, durante i quattro giorni di rassegna si fa anche cultura del vino attraverso degustazioni guidate, convegni e seminari che presentano ricerche ed analisi sul prodotto, le norme ed il consumo di vino nel mercato interno ed estero. Le ricerche presentate durante la manifestazione sono consultabili sul sito di Vinitaly alla sezione “Studi & Ricerche”.
di sia er ania,
ConTATTi
ConTATTi
ConTATTi
per i workshop
per i convegni
per le degustazioni
Monica Magnaguagno Tel. +39 045 8298127 magnaguagno@veronafiere.it
Martina Valea Tel. +39 045 8298233 valea@veronafiere.it
Antonio Terrell Tel. +39 045 8298118 terrell@veronafiere.it
Gustare l’Italia 22
Mappa del quartiere Vinitaly 2013 F1
- Centrocongressi / Congress Centre Arena - Sale / Rooms: Bellini, Puccini, Rossini
F
G
EN OL ITE CH
INGRESSO / ENTRANCE “GIULIETTA E ROMEO”
E
F
- Sale degustazioni Pad. 8-9 Tasting Rooms Hall 8-9: A, B, C, D
PIEMONTE
7B
I
9
INGRESSO / ENTRANCE “RE TEODORICO”
Centroservizi “Bra”
MARCHE
VENETO
ABRUZZO VALLE D’AOSTA LIGURIA 11 Centroservizi dei Signori
-
- Area Stampa Tecnica / Wine Press Hall - Sala Stampa / Press Center
H
BASILICATA CALABRIA MOLISE SARDEGNA UMBRIA VENETO
7 Centroservizi Arena
TOSCANA
TRENTINO 3
5 Centroservizi “delle Erbe”
Centroservizi “Castelvecchio”
VENETO
SICILIA
L
10
NEW POSITION vigne, vignaioli, terroir vineyards, wine-makers, terroir
FRIULI VENEZIA GIULIA
PUGLIA
- Area Stampa Tecnica / Wine Press Hall
ALTO ADIGE 8
- Taste Italy by Doctor Wine - Self Service d’ Autore
D
LAZIO
CAMPANIA D
B
A
A2 LOMBARDIA A1
SOL&AGRIFOOD
EMILIA ROMAGNA 1
M N
PALAZZO UFFICI
PALAEXPO
C
2
4
6
TOSCANA
- Desk Convegni
B
- Trendy Oggi Big Domani
INGRESSO / ENTRANCE “CANGRANDE”
C INGRESSO / ENTRANCE “SAN ZENO”
- Coffee Experience - Grappa Tasting/Narratori del Gusto - Ristorante Goloso - Sala / Room Mantegna - Workshop FIPE - International Meeting Point
ENTRANCE A1
ENTRANCE A2
- Ristorante d’ Autore - Sale Degustazioni Palaexpo / Tasting Rooms Palaexpo: Iris, Tulipano, Orchidea - Centrocongressi / Congress Centre Europa - Sale / Rooms: Salieri, Vivaldi, Mozart, Auditorium Verdi
- Sala degustazione / Tasting Room Argento - Vip Lounge NEW POSITION - Area Blogger NEW
Servizi Vinitaly
Servizi Veronafiere
Degustazioni Tastings
Cittadella della Gastronomia Citadel of Gastronomy
Edicola Newsagent
Ristorante Restaurant
Vip Lounge
Centro Congressi Congress Centre
Check-in online
Telefoni Telephones
Self Service
Sala Stampa Press Centre
Fermata navetta Shuttle stop
Pronto Soccorso First Aid
Toilette
Deposito bagagli Left luggage
Bar
Bancomat
Self Service
Polizia di Stato Police
Ristorante Restaurant
- Infopoint - Sate: Servizio Assistenza Tecnica Espositori - Vendita Catalogo e Guida Sale Catalogue and Guide
in collaborazione con Comune di Verona Turismo
Sapori & territorio
Tutti a tavola con i sapori scaligeri La tradizione veronese della buona cucina è ricca e gloriosa; sin dai tempi dell’antica Roma le nobili famiglie di Verona avevano raggiunto gloriosa fama per lo splendore dell’ ospitalità conviviale per i pranzi che offriva durante i suoi lussuosi ricevimenti. E la tradizione è continuata nei secoli. Il territorio di Verona, con la sua tradizione agricola, è ricchissimo di prodotti tipici, freschi o lavorati, che negli ultimi anni hanno ricevuto sempre maggiori apprezzamenti con certificazioni di tipicità e tutela. Le tavole della cucina di Verona e della sua provincia sono ricche di piatti a base di Riso Vialone Nano I.G.P, da gustare in ottimi e gustosi risotti a base, per esempio, del tradizionale Radicchio Rosso D.O.P. Non dimentichiamo infatti, che Verona e il suo territorio sono zone tra le maggiori produttrici di vino di elevata qualità. I prodotti tipici di Verona sono tutelati e valorizzati nella qualità della produzione agricola e alimentare, grazie alla certificazione dei Marchi D.O.P., D.O.C., D.O.C.G. e I.G.T e alla presenza di diversi consorzi di tutela. La Lessinia regala, invece, ottimi salumi, come la sopressa (un “salame” realizzato con impastando carni suine aromatizzate con aglio, vino, sale e pepe), senza scordarsi poi degli ottimi latticini e formaggi. Piatti tipici della cucina veronese sono il bollito con la pearà, carne di manzo accompagnata da una salsa a base di pane grattugiato, formaggio, midollo, brodo e pepe nero.
Gustare l’Italia 24
Gli gnocchi, uno squisito impasto fatto con patate, farina bianca ed uova, da gustare con sugo di pomodoro o con zucchero e cannella. La pasta e fasoi, piatto robusto e massiccio, quasi muscoloso, ruvidamente plebeo escogitato dalla fantasia dei poveri, sempre insuperabile nell’arte di mangiar bene. Vi è poi la polenta, il nutrimento tipico dei contadini poveri della Pianura Padana, che viene preparato con farina di granoturco cotta in acqua salata. Per gustarla “alla veronese” bisogna mangiarla condita con fagioli ben cotti (polenta infasolà) o in accompagnamento alla cacciagione (polenta e osei). Non bisogna poi dimenticare il pesce del vicino Lago di Garda, l’ olio extravergine d’oliva, gli ortaggi, (primi tra tutti, il già citato radicchio, gli asparagi bianchi, il cavolo di Verona e le patate da gnocchi). Per i più golosi la cucina veronese offre un’ ampia scelta di delicate e prelibate specialità:
primo tra tutti il “pandoro”, realizzato nel 1894 da Domenico Melegatti nel suo laboratorio di corso Porta Borsari (sull’edificio, situato al numero 21 della via, sono ancor oggi visibili la sto-
rica insegna e le riproduzioni di pandori che ornano la facciata). Vi è poi il tradizionale “nadalin”, un dolce natalizio della tradizione veronese a forma di stella a cinque punte, che a differenza del pandoro rimane un prodotto esclusivamente veronese che si trova solo in alcune pasticcerie della provincia e della città. E, dulcis in fundo, i vini: vari e tutti di ottima qualità. Verona è la prima provincia d’Italia per produzione di vini Doc.: dei 22 vini D.O.C. prodotti nel Veneto, ben 10 provengono dalle colline veronesi, mentre entrambi i vini D.O.C.G a denominazione di origine controllata e garantita (Bardolino Classico D.O.C.G e Recioto di Soave D.O.C.G.) sono prodotti a Verona. Tutti i vini di Verona, Valpolicella, Soave, Custoza, Bardolino, Lugana, per citare i più famosi, possono vantare un’antica e illustre tradizione di qualità e genuinità.
25 Gustare l’Italia
P e r i o d i c o
d i
c u l t u r a
e n o g a s t r o n o m i c a
e
t u r i s m o
L’unità d’Italia è stata costruita anche a tavola ed è molto ben rappresentata dai nostri prodotti tipici: auspichiamo una filiera agroalimentare tutta italiana.
della Redazione
Dante Renzini, cent’anni di buongusto Il capostipite fu il nonno Dante, poi venne il figlio Attilio ed oggi è Dante, nipote del primo, che oggi con la moglie Tina e i figli Franco e Federico, discendenti di questa dinastia di norcini umbri, gestisce la Renzini S.p.A., azienda leader nella salumeria tipica umbra apprezzata non solo in Italia, ma sui mercati di tutto il mondo.
Eccellenze italiane
Da “norcini” a domicilio, all’apertura della bottega
del fatto che bisognava comunque adeguarsi ai tempi, Dante Renzini, dal quale il fondatorea della Renzini Spa, ha ereditato il nome e sicuramente anche lo spirito, aprì dunque la piccola bottega di paese con annesso laboratorio di macelleria, tra le quattro case del borgo umbro di Montecastelli. Pochi abitanti e di scarsi mezzi, visto che gran parte della clientela era costituita da contadini
L’Italia era giunta alle soglie della Grande Guerra ed anche nei luoghi più lontani dai centri di potere si avvertiva un certo fermento politico, quando a Montecastelli di Umbertide, nell’Alta Valle del Tevere, un piccolo proprietario terriero ed allevatore di suini, Dante Renzini, decise di metter su bottega, nonostante l’aria che si respirava non fosse una delle più propizie per intraprendere nuove attività. In questa decisione presa in un momento così poco propizio - alcuni giorni prima gli operai socialisti, durante il mercato e contro il caro prezzi se l’erano presa con le povere contadine che portavano a vendere i loro prodotti ad Umbertide - si ebbe un sentore di quello che sarebbe stato lo spirito che avrebbe animato la dinastia imprenditoriale dei Renzini. Per nulla preoccupato dai rischi che poteva correre e consapevole
Gustare l’Italia 28
che, in una condizione di reale autarchia e sfruttando le misere risorse della loro attività, si recavano in paese solo per acquistare il sale o il caglio per preparare il formaggio e, in caso di malaria, il chinino che veniva distribuito in bottega assieme ai generi di monopolio. Il paese era reso importante solo dal fatto che lì accanto scorreva il Tevere, una ferrovia a scartamento ridotto ed una strada sterrata che, molto più tardi e secondo avveniristici progetti di unire Berlino e Roma, doveva essere chiamata la “Strada dell’Asse”. Il progetto non giunse a compimento, ma la strada servì comunque a congiungere l’Umbria, con il Lazio, la Toscana e le Marche e le altre regioni vicine, La tranquilla attività di bottegaio lasciava quindi il tempo a Dante di dedicarsi ai lavori che aveva sempre fatto e cioè continuare a coltivare il piccolo appezzamento di terreno di proprietà della famiglia e ad allevare i suini che avrebbe poi trasformato in salumi e porchette per venderli ai clienti di passaggio. Non solo, ma da persona instancabile quale era, e anche questo fa parte del DNA familiare dei Renzini, lasciava spesso la gestione del negozio alla moglie Gislena Medici per praticare la sua attività di norcino presso i contadini ed i proprietari della zona. Era infatti consuetudine che nei mesi più freddi si procedesse alle operazioni della “acumidatura del maiale” per mettere da parte quel provvido patrimonio alimentare costituito dalle preli-
batezze ricavate dal più generoso degli animali da carne. La fama delle capacità di Dante si estese tanto ed in così in breve tempo da convincerlo ad allargare l’attività di norcineria della bottega, pur mantenendo ovviamente quella di rivendita di generi alimentari e di Sali e Tabacchi e ad incrementare quella della osteria annessa, visto che i viaggiatori di passaggio non disdegnavano di bere un buon bicchiere di vino dopo un panino con il prosciutto o con la porchetta. Con il passare degli anni e nonostante le vicissitudini politiche le cui notizie erano argomento di discussione tra la gente del paese, ancora lontana dal pensare ad un’altra guerra, si sviluppò l’attività della bottega la cui responsabilità era ora suddivisa con il figlio Attilio, che aveva appreso tutti i segreti della difficile arte del norcino e che si apprestava a trasmetterli, a sua volta, al figlio Dante che sarebbe nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
29 Gustare l’Italia
La buona volontà era tanta e questo non gli impediva comunque di frequentare le scuole con profitto, anche se pochi anni dopo, quando era appena adolescente, la morte prematura del padre lo costrinse a dedicarsi solo al lavoro di bottega, venendo in aiuto della mamma Olga rimasta sola e con altri due figli ancora piccoli. Una storia simile a molte altre, ma che nel caso di Dante servì a rafforzarlo nello spirito e spingerlo a concretizzare i suoi sogni, creando un vero e proprio salumificio, simile a quelli di cui aveva sentito parlare o aveva conosciuto attraverso la pubblicità.
… e poi su quelle degli italiani
Cominciò a frequentare le prime Fiere e Manifestazioni del settore, con la curiosità di un giovane che si inseriva in un mondo completamente nuovo, ma con la consapevolezza di un adulto che aveva già deciso cosa avrebbe fatto
I primi salumi dei Renzini destinati alle tavole degli umbri...
Durante questo periodo e fino agli anni Cinquanta i Renzini, oltre a vendere i propri prodotti nella bottega di Montecastelli, cominciarono a proporli con successo anche ai commercianti delle località vicine, facilitati in questo dall’ammodernamento del negozio di macelleria che nel frattempo si era dotato,cosa piuttosto rara a quei tempi, di frigorifero e di strumenti di lavoro più adatti ed in grado di assicurare una maggiore igiene, oltre che di un mezzo di trasporto indispensabile per fare consegne tempestive. Fu in questa particolare atmosfera che il piccolo Dante prese conoscenza con i primi rudimenti del mestiere, aiutato in questo da un rozzo sgabello che lo metteva all’altezza del piano di lavoro, dandogli la possibilità di aiutare i suoi come poteva.
Gustare l’Italia 30
nella sua vita. E a dir la verità, anche in famiglia e tra gli amici, erano pochi quelli che condividevano le sue idee ma, vista la sua caparbietà tutto questo, piuttosto che farlo desistere, lo convinse sempre più di essere sulla strada giusta e riuscì finalmente a fondare la Renzini Salumi dell’Umbria. Un piccolo capannone con annesso un ufficio ed il magazzino e, proprio accanto, la macelleria dove venivano portati i suini allevati in azienda o acquistati dai contadini dell’Alta Valle del Tevere. Un esordio modesto, ma per Dante, che poteva contare solo sui propri mezzi, rappresentava un passo da gigante visto che si scontrò per la prima volta con la dura esigenza di conciliare
le scadenze di pagamento, con gli introiti quasi mai puntuali e non sempre sicuri. Pur in questa limitatezza di mezzi - ma per quei tempi era già un grande progresso - Dante cominciò ad affacciarsi ad un mercato più vasto di quello racchiuso tra gli stretti confini di una delle più piccole regioni italiane e fu allora che definì quelle che per il futuro sarebbero state le linee guida della neonata azienda.
Ottimi salumi, ma anche ricercatezze dal gusto esclusivo
Consapevole di non avere ancora le credenziali per accedere al grande mercato dei salumi, pensò invece che sarebbe stato più semplice e qualificante dedicarsi ai prodotti di nicchia e cioè a quelle specialità che le grandi aziende non potevano permettersi di produrre in quanto richiedevano tempi ed attenzioni che erano estranei al loro modo di operare. Nacquero così i salumi di cinghiale e quelli aromatizzati al tartufo nero di Norcia oltre, naturalmente, ai tradizionali salumi umbri che da soli costituivano un ottima
31 Gustare l’Italia
Dall’Umbria alla Puglia il gusto per i prodotti sani e naturali
Molta acqua è passata da allora sotto il ponte del Tevere, che è a un tiro di schioppo dalla antica bottega dei Renzini, un tempo facilmente riconoscibile per le superbe e profumatissime “porchette” vendute sulla soglia del negozio e per la gratificante immagine della sfilza di salsicce, salami, capicollo e prosciutti che costituivano l’inedita decorazione dell’interno e che trasformavano gli angusti locali nel Paese di Bengodi. Il piccolo laboratorio diventò ben presto un grande capannone situato poco oltre, nel verde intenso della campagna umbra; a questo se ne aggiunse un altro ed altri ancora, fino a raggiungere le dimensioni attuali, che sono anche queste temporanee in quanto, a breve, si aggiungeranno altre strutture a quelle esistenti. Dopo alcuni anni la Renzini pensò di ampliare la gamma delle sue offerte dedicandosi alla
chance per farsi notare e per soddisfare un cospicuo numero di appassionati della gastronomia regionale. Una scelta che diede subito i suoi frutti e tracciò la strada per il futuro della Renzini Spa, visto che ancora, dopo oltre quarant’anni, l’Azienda continua a distinguersi per la particolarità della sua produzione, ora allargata ad altri prodotti di nicchia che trovano il gradimento di quanti sono alla continua ricerca di prelibatezze gastronomiche.
Gustare l’Italia 32
produzione di “cotti”, che erano e sono ancora tra i salumi più richiesti dal mercato e lo fece senza perdere la sua identità in quanto, sin dall’inizio, i suoi prosciutti risultarono “diversi” grazie ai particolari procedimenti di cottura ed agli aromi naturali (tra questi addirittura l’immancabile e prezioso tartufo) che caratterizzavano il loro gusto. Una svolta decisiva e coraggiosa alla quale si aggiunsero altre scelte più meditate come quella di produrre specialità alimentari, come i sughi e le salse, ed azzardare l’ingresso verso il mondo del vino e dell’olio - complementi indispensabili della gastronomia nazionale - con l’acquisizione di un oleificio nei pressi di Spoleto e di una cantina in Puglia. Se i primi passi furono particolarmente difficili ed altri ostacoli si sono spesso frapposti al raggiungimento degli obiettivi previsti, l’Azienda ha continuato il suo percorso di crescita, tanto che la consistenza attuale della Renzini Spa
può riassumersi in queste brevi note: • Montecastelli, nell’Alta Valle del Tevere umbra - Salumificio e sede centrale dell’Azienda. Qui si producono salumi, prosciutti cotti, porchette, mortadelle, sughi, salse e le altre specialità che arricchiscono il vasto repertorio gastronomico della Renzini. • Norcia, nel Parco dei Monti Sibillini - Situato alle porte di Norcia ed alle pendici dei monti Sibillini, il Prosciuttificio “LUI” della Renzini in un ambiente ideale caratterizzato dalla presenza di aria balsamica e da una ventilazione fresca e continua anche nei mesi più caldi. • Abeto di Preci, in Valnerina - Prosciuttificio ricavato da un antico edificio posto a mille metri di quota. Qui si preparano e stagionano in un ambiente unico ed irripetibile i “Prosciutti di Norcia LUI” I.G.P. Riserva, che godono di una posizione privilegiata e veramente esclusiva. • Campello sul Clitunno, nei pressi di Spoleto - L’Oleificio Taraddei, rilevato alcuni anni fa dal-
33 Gustare l’Italia
la Renzini, è posto in una posizione ideale, tra Spoleto e Trevi ed in un ambiente naturale vocato alla produzione dell’ottimo olio extra vergine di oliva umbro • Alberobello in Puglia - La Cantina Albea è una delle più antiche della Puglia e raccoglie da sempre la migliore selezione di uve del territorio. Significativa la svolta che ha seguito l’azienda con l’acquisto da parte della Renzini, diventando in pochi anni un caposaldo della cultura enologica pugliese. • Città di Castello nell’Alta Valle del Tevere umbra - Il Ristorante - Pizzeria situato a pochi chilometri dalla casa madre della Renzini, è nato con il preciso scopo di confrontarsi direttamente con la clientela che, oltre ad apprezzare la cucina tradizionale offerta dagli chef del locale, può scegliere tra l’ampia offerta di salumi ed altre specialità, olio extravergine d’oliva umbro e gli eccezionali vini pugliesi nell’annesso Spaccio di prodotti aziendali.
Prodotti riconoscibili nel gusto e nel modo di presentarsi
Una delle caratteristiche della vasta produzione della Renzini è quella di distinguersi da quella di qualsiasi altra azienda: a creare questa differenza è soprattutto la qualità delle materie prime, alla quale segue la grande esperienza dei mastri norcini che riescono a trasformare le carni attentamente selezionate in stupendi salumi ricchi di gusto e praticamente irriproducibili in altre condizioni. Lo confermano i vari tentativi di imitazione (il “prosciutto cotto alla brace” è un esempio tra tanti) che non sono mai riusciti ad intaccare la fama dell’originale uscito dai laboratori della Renzini moltissimi anni fa. Per l’azienda umbra ogni salume ha una sua storia che è fatta di prove, confronti, esami critici del prodotto, test qualitativi su campioni effettuati dagli esperti più accreditati, ma anche da rivenditori e clienti.
Gustare l’Italia 34
Nulla viene lasciato al caso e anche la veste esteriore dei prodotti è particolarmente curata in quanto la filosofia aziendale vuole che un ottimo prodotto debba anche essere abbigliato con eleganza, così come la bellezza di una donna può essere messa in risalto solo grazie ad un abito adeguato. Il tutto senza esagerare, ma aggiungendo quel tanto che basta a sottolineare le caratteristiche del prodotto: aromi naturali che ne coprono la superficie e conferiscono al prodotto gusti particolari ed un packaging raffinato e affatto ridondante, integrato da una serie di informazioni che permettono al cliente di risalire alle origini delle materie prime e di conoscere le procedure di preparazione e stagionatura. Vasta ma tutt’altro che casuale la gamma di questi prodotti della Renzini a partire dagli “stagionati”: punta di diamante dell’azienda e cioè il Prosciutto di Norcia “LUI” e “LUI Riserva 18 mesi pepe rosa”, cui seguono altri tipi di prosciutto tradizionali o disossati, l’ormai nota “Sella di Mastro Dante”, le “Corna del Diavolo”, la “Rosa di Norcia” ed il “Gran Carrè all’arancia”. Seguono i “salumi di suino” che si rifanno in gran parte all’antica tradizione norcina: tra questi il Capocollo umbro, il Guanciale, la Finocchiona, il Salame tipo “Napoli”, quello “Perugino”, il “Cuore matto”, i “Cojoni di mulo”, i salamini ai “Quattro sapori”, il Salame al tartufo, quello ricoperto al pepe e i classici salami “alla Cacciatora” ed il “Renzinetto”.
Sempre pronta a recepire le esigenze della clientela ed i suggerimenti dei nutrizionisti, la Renzini deve ormai molta della sua notorietà ai suoi gustosissimi “cotti e arrosti”: dapprima furono il “Norciacotto” ed il “Cotto alla brace”; a questi sono seguiti nel tempo il cotto “LUI”, il “Francescano”, il cotto con il “25 % in meno di sale”, il “Cuordicotto”, il “Fattoria”, il “Gran Tartufo”, il biologico “BioRenzini”, il “Norciarrosto”, la sontuosa Porchetta “Vera Umbria”, intera o a tranci.
“Cotti” tutti diversi nel gusto e nel procedimento di cottura e creati con l’intento di andare incontro alle diverse richieste di una clientela stanca di prodotti anonimi e spesso insapori. “Mortadelle e coppe” completano la gamma dei “cotti” con la “Mortadella Lei” e quella gustosissima al Peperoncino, la tradizionale
35 Gustare l’Italia
“Coppa di testa” di suino ed i classici “Zamponi e cotechini” che ogni anno allietano le mense natalizie. Riscoperto da alcuni anni il “Lardo” ha incontrato il gusto dei moderni gourmet ed anche la Renzini, ricordando come in passato fosse tra i prodotti più ambiti, ha voluto riproporlo caratterizzandolo con l’uso di ingredienti aromatici naturali. Il “suino di cinta” è una riscoperta recente di quella razza che per secoli aveva offerto la materia prima ai mastri norcini del centro Italia. Particolarmente rustico e quindi facilmente adattabile alla vita all’aria aperta, il suino di cinta ha carni particolarmente gustose ed adatte alla trasformazione in salumi. La Renzini si è assicurata la collaborazione di allevatori selezionati ed è stata in grado di mettere tempestivamente sul mercato il classico “Prosciutto di cinta”, il pregiatissimo “Lombo” e oltre a questi i tradizionali “Capicollo, Guanciale e Lardo, Salame e salsicce”. Se i salumi di cinta sono frutto di un recupero recente, dovuto un po’ alla moda della risco-
perta ed un po’ alla consapevolezza di offrire un prodotto di qualità eccellente, gli “stagionati, i salumi ed i cotti di cinghiale” hanno scandito la crescita della Renzini sin dalle origini. Tra gli “stagionati”, il Prosciutto, lo Speck, il Lombetto, la Bresaola, la Pancetta ed il Capocollo. Tra i “salumi” il salame Cuorematto, l’Elite, il Salame al pepe, il Cinghialetto e la tradizionale Salsiccia di cinghiale. Tra i “cotti” la Mortadella Oltre, la Mortadella al Tartufo, il Cotto alla brace, la Coppa di testa, il Cotechino e lo Zampone. La ricerca di carni alternative è un’altra prerogativa della Renzini, che, pur di accondiscendere ai gusti più segreti dei buongustai, è andata alla ricerca di quelle specialità che nel suo catalogo raccoglie sotto la voce “carni speciali” e cioè Prosciutto e Salame di Cervo, Prosciutto e Salame di Struzzo, Tacchino al forno, o in forma di Bresaola e di Salame, Bresaola di Cavallo, Prosciutto e Salame d’Oca. A completare questa stuzzicante lista di prodotti di alta norcineria, le altre specialità della
Gustare l’Italia 36
Renzini e cioè, oltre l’Olio extravergine di Oliva prodotto dall’Oleificio Taraddei a Campello sul Clitunno, tra Spoleto e Assisi e gli eccellenti e blasonati vini della Cantina Albea di Alberobello Petranera, Il Selva, Raro, Casedde, Vuo’le, Pagghie ed il “LUI” il Vino prodotto in occasione del Centenario della Cantina, nata agli inizi del secolo scorso, poco prima dell’apertura della bottega dei Renzini di Montecastelli.
Percorsi diversi per un obiettivo comune: la buona tavola
Una coincidenza straordinaria ma senz’altro significativa, il fatto che, a distanza di centinaia di chilometri e con premesse completamente diverse, si gettassero le basi per due attività produttive che, dopo circa cento anni, avrebbero finito col fondersi per presentare sulle tavole degli italiani i prodotti più rappresentativi della gastronomia nazionale. Chiaroveggenza o caparbia volontà di far crescere e sviluppare la propria azienda, anche nelle condizioni peggiori e nei momenti meno propizi?
Oppure, più semplicemente, la grande voglia di lavorare e di credere fermamente nei propri sogni? Una domanda che avremmo voluto porre al capostipite della famiglia, o al figlio Attilio, ma che possiamo semplicemente rivolgere al nipote Dante che portando con orgoglio il nome del nonno ha creato quella stupenda realtà che è la Renzini di oggi, facendola conoscere ed apprezzare in ogni parte del mondo. Un’eredità pesante ed una grande responsabilità che il fondatore della Renzini Spa si è assunto assieme ai figli Franco e Federico ancora giovani, ma consapevoli successori di questa dinastia che seguendo le orme paterne hanno respirato l’accattivante fragranza dei salumi sin da piccoli. Questione di DNA, si direbbe oggi, ma anche e soprattutto condivisione degli stessi ideali e delle stesse volontà che avevano animato, più di un secolo fa, il bisnonno e che continuano ad alimentare la dirompente capacità operativa del padre oramai meglio conosciuto come “Mastro Dante”.
37 Gustare l’Italia
L’annullo postale per il centenario della Renzini S.p.A.
Agli inizi del secolo scorso, quando ancora le figure più in evidenza nei piccoli paesi erano il prete ed il dottore, si aggiunsero quelle altrettanto essenziali del postino e del proprietario della bottega dove si vendevano generi di prima necessità e di monopolio e, nel nostro caso, salumi. Non è quindi un caso se, ad un secolo di distanza, queste due importanti funzioni e cioè quella affidata alla posta di mantenere il contatto col resto del mondo e quella del mastro norcino di soddisfare la gola della gente con porchette e salumi, siano diventate protagoniste di un evento particolare e cioè l’emissione dello Speciale Annullo Postale per il Centenario della Renzini S.p.A.
Luogo prescelto per l’apposizione dell’Annullo, la sede dell’Azienda a Montecastelli Umbro, a breve distanza dal posto dove Dante Renzini, nonno dell’attuale ed omonimo titolare dell’azienda, cento anni fa e cioè l’11 febbraio 1912, aprì la bottega di famiglia affacciata verso l’unica strada che, attraversando il paese, si dirigeva da una parte, verso Perugia e Roma e dall’altra verso il nord, valicando gli Appennini e attraversando Toscana, Marche e Romagna. Impresa azzardata, quella del capostipite della famiglia (ricordato anche dalla targa stradale della via a lui dedicata), perché l’Italia si avviava verso i tragici eventi della Prima Guerra Mondiale ed il momento economico, considerata anche la povertà del tempo, non era dei più propizi ed era difficile pensare che una piccola
Gustare l’Italia 38
bottega dove si vendevano vino e pochi alimentari di prima necessità e generi di monopolio (sale, tabacchi e chinino di Stato, come recitava l’insegna di latta all’esterno), sarebbe sopravvissuta a lungo. Dante Renzini ebbe però l’idea di integrare l’attività della bottega con quello che era stato, da tempi lontanissimi, il lavoro degli uomini di casa che ogni anno, all’arrivo dei primi forti freddi invernali, cominciavano a girare per le case di paesi e campagne occupandosi, per conto delle famiglie, della macellazione dei suini e della trasformazione delle loro carni in quei sapidi salumi ed in quella provvista di grassi per il condimento delle pietanze, che rappresentavano per loro la principale risorsa alimentare. Circa cinquanta anni dopo, superata l’altra grave bufera della seconda Guerra Mondiale, fu suo figlio Attilio che pensò di allargare l’attività, dedicandosi prevalentemente alla preparazione di salumi ed avvalendosi di
alcuni esperti aiutanti. Poco tempo dopo però, la sua morte improvvisa, costrinse il primogenito Dante, appena adolescente, a prendere le redini dell’azienda che da quel momento, anche se faticosamente, subì una svolta decisiva. Il cav. Dante, attuale titolare della Renzini, conosciuto anche come il popolare Mastro Dante che in tv e per radio discetta di salumi e gastronomia tipica, cominciò a frequentare fiere e rassegne di prodotti alimentari, allargando i suoi interessi anche verso i paesi esteri e cominciò a trasformare il piccolo laboratorio ereditato dal padre in un vero e proprio salumificio: di modeste dimensioni, all’inizio, e poi, adeguandosi alle esigenze della produzione, in un’azienda in continua evoluzione tecnologica che segue, e spesso anticipa, le richieste del mercato. Se all’inizio la chiave per entrare a far parte del difficile ed apparentemente saturo mercato dei salumi, fu la tipicità, riproponendo i classici salumi della tradizione umbra, la vera carta vincente dell’azienda fu sicuramente la specializzazione in salumi di cinghiale ed in quelli im-
39 Gustare l’Italia
preziositi dal raro tartufo nero di Norcia. Non semplici invenzioni dettate dalle esigenze del marketing, ma il recupero di antiche tecniche di produzione locali, risalenti a tempi antichissimi e tese a sfruttare ciò che la generosa natura dell’Umbria verde, ha sempre dispensato ai suoi fortunati abitanti. Carni di cinghiale e di selvaggina che fanno sempre parte del ricco repertorio gastronomico della Renzini, anche se le preparazioni originarie si sono fuse, nel tempo, con altre più innovative come i “cotti” che rappresentano, da decenni, un plus della produzione dell’azienda alto tiberina. Un’azienda che il cav. Renzini ha costruito e plasmato seguendo il suo intuito di attento e sensibile uomo del nostro tempo: solida, perché si basa su esperienze antiche e concrete; flessibile perché avvalendosi di maestranze capaci e prevalentemente giovani, riesce ad adattarsi alle esigenze della clientela moderna senza rinnegare le conoscenze del passato. A testimonianza dell’evoluzione che ha contrassegnato gli ultimi decenni dell’attività aziendale, l’acquisizione di due prosciuttifici dove si preparano e si stagionano i Prosciutti di Norcia I.G.P. (entrambi nel Parco dei Monti Sibillini,
uno è alle porte di Norcia e l’altro a mille metri di quota, nel piccolo borgo di Abeto). A questi importanti centri produttivi, ormai in funzione da anni, si è aggiunta da tempo la prestigiosa Cantina Albea di Alberobello (con vini che ottengono ogni anno importanti riconoscimenti) ed un Oleificio situato in Umbria tra Spoleto e Trevi. Il cav. Dante Renzini, ricordando l’iniziativa del nonno di cui porta il nome, ha voluto onorarlo, in occasione del Centenario e dell’Annullo Postale commemorativo dedicandogli una cartolina che con poche immagini sintetizza l’ evoluzione dell’azienda ed è su questa che i solerti e simpatici funzionari dell’ufficio postale provvisorio, aperto per l’occasione all’interno dei locali dell’azienda, hanno apposto lo speciale Annullo Postale dedicato alla Renzini. La cartolina con l’Annullo che diventerà sicuramente una rarità per gli appassionati di filatelia, ricorda un altro traguardo importante e cioè il raggiungimento della quarta generazione di Mastri Norcini della famiglia Renzini, nelle figure di Franco e Federico che affiancano, ormai da anni, il padre e la mamma Tina nella conduzione di questa splendida realtà nel mondo della salumeria italiana.
Gustare l’Italia 40
di Claudio Sisto (Direttore Tecnico Cantine Museo Albea)
I Musei del vino
Non solo vino al Museo della Cantina Albea di Alberobello Per chi, dopo aver visitato le luminose viuzze che ad Alberobello serpeggiano tra le architetture dei trulli, non sia ancora sazio di immagini e di sensazioni particolari, non resta che includere nel suo itinerario una visita al Museo del Vino allestito all’interno della Cantina Albea. Fortemente voluto dal cav. Renzini, il Mastro Dante televisivo, che ha rilevato la storica Cantina Albea, il Museo è un tributo alla cultura enologica ed agricola di questo territorio e di tutta la Puglia; è collocato negli ampi spazi del piano superiore della cantina, interessante esempio di architettura industriale del XX secolo e ne e’ parte integrante. Il visitatore ha modo di apprezzare, mettendo a confronto i vecchi attrezzi agricoli e le moderne tecnologie della cantina, l’evoluzione che ha segnato la crescita ed il miglioramento della produzione dei vini pugliesi. Visita istruttiva e gradevole perché si può ammirare una ricca raccolta di antichi strumenti agricoli, alcuni dei quali dello stesso tipo in uso prima della nascita di Cristo e ancora utilizzati fino a qualche decennio fa. Insieme a vanghe, zappe, forche, gioghi, che recano i segni del faticoso lavoro dei contadini pugliesi ed a tini, torchi e botti, dove aleggia ancora il profumo del mosto e del vino, c’è anche una ricca documentazione fotografica, che conduce il visitatore attraverso un iti-
Gustare l’Italia 42
nerario visivo mettendolo a conoscenza delle varie tecniche di vinificazione adottate in passato fino ad arrivare a quelle raffinate e sofisticate del giorno d’oggi. Il Museo del Vino della Cantina Albea, può considerarsi a tutti gli effetti il simbolo del rinascimento enologico pugliese che ha portato ai massimi vertici i suoi vini eccellenti, oltre a rivalutare le tante peculiarita’ di un territorio nato per produrre vino e gente ricca di una cultura millenaria di esperti coltivatori. Il Museo è aperto a tutti, ma in particolare vuol sollecitare l’interesse dei più giovani e ridestare negli anziani vecchie memorie appena sbiadite che non devono perdersi nel tempo; costoro riconosceranno lungo il percorso, le fasi della loro vita e i segni della fatica che ha
segnato la loro crescita, quando il lavoro della potatura delle viti, la raccolta dell’uva, la cantina e la cura dei terreni, richiedevano un’enorme sforzo fisico, non sempre compensato da risultati soddisfacenti. E’ una struttura in continua crescita, grazie al contributo di quanti mettono a disposizione, attraverso donazioni, importanti reperti storici del passato e materiale documentario che rendono sempre piu’ interessante questa iniziativa culturale che sta diventando una meta per i tanti turisti e studiosi che visitano Alberobello e la splendida Valle d’Itria. Per info: Museo del Vino e dell’Arte contadina - Via Due Macelli, 2 - Alberobello (BA) - Tel. 080.4323548 - www.albeavini.com
43 Gustare l’Italia
Gustare l’Italia 44
Potrebbe sembrare un postulato scontato quello sul turismo del vino, ma sono fermamente convinto che molte aziende del Sud Italia e soprattutto di Puglia, regione in cui lavoro e vivo, non hanno ancora percepito che la salvezza del loro fatturato e soprattutto della loro immagine sta nella considerazione che il marketing del turismo del vino non è semplicemente un modo per arrotondare il fatturato, bensì la via d’uscita per salvarlo, consolidarlo e differenziarlo; aumentando la liquidità la cui mancanza oggi mette in crisi molte aziende viti-vinicole. Credo sia assolutamente da dimenticare in questo momento storico l’idea di fare delle nostre cantine una “griffe dell’enologia”, di chiuderci al loro interno come nei palazzi inaccessibili degli zar e di dedicare solo qualche giornata, magari durante cantine aperte, ai comuni eno-
appassionati per visitare le nostre aziende agghindate a festa per l’occasione. Al contrario è necessario abbracciare l’idea che mettere al centro della nostra attività il turista, il consumatore finale sia l’unica strada per accrescere la promozione del brand, oltre che la definizione mirata delle nostre etichette e soprattutto la crescita di un business soprattutto quando correlato a una serie di attività connesse. Prima tra tutte la ristorazione del circondario, che deve percepire l’attività continua per tutto l’anno delle cantine come una azione strategica per i loro affari e non un’attività concorrenziale nei loro confronti. Investire nelle nostre cantine al fine di valorizzare gli spazi, organizzare visite ai nostri vigneti, far partecipare il consumatore finale alle attività in vigna o in cantina per tutto l’anno è
Enoturismo
di Claudio Sisto (Direttore Tecnico Cantine Museo Albea)
Il rilancio delle cantine passa per l’enoturismo
Gustare l’Italia 46
una soluzione per moltiplicare un fatturato immediato e certo. Le sinergie commerciali con tutte quelle attività che accrescono l’accesso alle cantine, devono essere cercate e gestite con massima attenzione, dal tradizionale corso di cucina e gastronomia tipica con abbinamenti ai vini, a serate di musica e teatro, spettacoli, cerimonie e congressi, Iniziative varie che leghino le nostre aziende non semplicemente a un sito produttivo quanto a un centro emozionale che sul filo dell’enogastronomia accolga il consumatore, turista quanto cittadino del posto e lo indirizzi in percorsi di gusto, cultura e intrattenimento che Claudio Sisto, Direttore Tecnico Cantine Museo Albea inevitabilmente comunicato con diverse lingue tutto ciò che circonda un calice di nostre aziende. Il settore del turismo enologico vino, che verrà poi acquistato, apprezzato e vanta infatti un giro d’affari di 2,5 miliardi con una presenza di 3,5 milioni di visitatori. promosso ad amici e parenti. Questi numeri ci devono far riflettere sulle Le nostre cantine diventano luogo di incontro, di cultura gastronomica, di storia della ci- potenzialità di questo settore e di pari passo viltà contadina e momento di ricordo e di me- spostare i nostri investimenti in tale direzione. Regaliamo ai nostri clienti tre giorni tra i trulmoria, quindi momento di riflessione li della Valle d’Itria, in città patrimonio Unesco antropologica e sociale. L’aumento delle vendite dirette, legato all’in- quali Alberobello, o tra i vigneti ad Alberello nel troito derivante da iniziative collaterali di spet- Salento o ai piedi del Castel del Monte, dove i tacolo, didattica e per chi può farlo di vero e vini pugliesi saranno protagonisti e veicolo per proprio turismo rurale e gastronomico non è conoscere la nostra ristorazione, la nostra un disperdere le energie, al contrario è il modo ospitalità e la nostra cultura. L’enogastronomia turistica è dunque la paroper aumentare liquidità immediata e indirettamente di sottolineare il legame della vinicola al la d’ordine per affrontare questo momento di proprio territorio di appartenenza e alimentare grossi cambiamenti, direi senza dubbio di rivoun interesse socio-culturale che aumenterà di luzione nel nostro settore che ci chiede risposte conseguenza il valore del brand, oltre che a diverse da quelle sin qui conosciute, risposte consolidare i rapporti con le aziende collatera- manageriali che chiudano la pagina degli arricchimenti e delle iper produzioni di massa per li alla nostra attività. Non dobbiamo dimenticare l’aiuto che in Italia aprire a una produzione di qualità consapevole il Movimento Turismo del Vino può dare alle e dagli standard elevati, ma accessibili.
47 Gustare l’Italia
della Redazione
Cantina Albea: fucìna di grandi vini Un impulso rilevante all’attività della Cantina Albea è stata l’acquisizione della stessa da parte del Gruppo Renzini S.p.A., del Cav. Dante Renzini che ha chiesto la collaborazione di uno dei più noti e giustamente stimati enologi italiani di fama mondiale, il winemaker Riccardo Cotarella. Dalla collaborazione del Consulente Cotarella con il Direttore Tecnico Claudio Sisto sono nati grandi vini, che hanno guadagnato in pochi anni i più importanti riconoscimenti.
Novità in cantina
La Cantina Albea è una delle più antiche ed accreditate cantine del territorio: essa rappresenta un importante esempio di come si possano conciliare realtà produttive di concezione moderna, a strutture classiche. La cantina nacque intorno ai primi del ’900 e la sua struttura è interamente in pietra, con le cisterne destinate a contenere il vino interrate nella roccia, così come un tempo lo erano i serbatoi per l’acqua.
Gustare l’Italia 48
Nelle pagine seguenti, i nostri lettori, potranno trovare l’intera gamma di produzione della Can-
tina Albea, corredata dalle schede tecniche relative ad ogni vino cosĂŹ da conoscerli meglio.
49 Gustare l’Italia
LUI IGP - Puglia rosso Uvaggio: Uva di Troia 100%. Grado alcolico: 13.5%. Zona di produzione: vigneti del foggiano. Sistema di allevamento: spalliera. Produzione per ettaro: 70 q.li. Epoca della vendemmia: fine settembre inizi ottobre. Vinificazione: macerazione sulle bucce 16/18 giorni con numerose follature e delestage. Subisce salasso del 15%. Affinamento: in barrique NEVER, ALLIER, TRONCAIS per 10 mesi, poi in bottiglia per 3 mesi. Grapes: Uva di Troia 100% ABV: 13,5% Growing area: Foggia area Training system: espalier Yield per hectare: 7,000 Kg Harvest period: late September, early October Vinification: maceration on the skins for 16/18 days with regular “punching the cap”, delestage and bleeding by 15%. Ageing: 10 months in NEVER, ALLIER, TRONCAIS barriques and then 3 months in the bottle.
PETRANERA IGP - Puglia rosso Uvaggio: Primitivo 100%. Grado alcolico: 13,5% Vol. Zona di produzione: vigneti del brindisino e barese. Sistema di allevamento: alberello - spalliera. Produzione a ettaro: 80 q.li. Vinificazione: macerazione sulle bucce 16 gg con numerose follature e il salasso del 10%. Affinamento: in barrique Never per 6 mesi, poi in bottiglia 5 mesi. Conservarlo in orizzontale fino a 5 anni dalla vendemmia e poi degustarlo a 16/18°C in ampi ballon. Grapes: Primitivo 100% ABV: 13,5% Growing area: Brindisi and Bari areas Training system: alberello (traditional, head pruned) and espalier Yield per hectare: 8000 Kg Vinification: maceration on the skins for 16 days with regular “punching the cap” and bleeding by10%. Ageing: 6 months in Never barriques and then 5 months in the bottle.
GUIDA GAMBERO ROSSO
GUIDA GAMBERO ROSSO
MIGLIORI VINI DʼIT ALI A di LUC A MARON I
MIGLIORI VINI DʼIT ALIA di LUC A MARON I
BIBENDA
BIBEND A
GUIDA ORO VERONELL I
LE GUIDE DEL LʼESPRESSO
98/100
SUPER
LE GUIDE DEL LʼESPRESS O
Gustare l’Italia 50
87/100
RARO IGP - Salento rosso
PETRAROSA IGP - Puglia rosato
Uvaggio: Negroamaro 60%, Primitivo 40%. Grado alcolico: 13,5% Vol. Zona di produzione: vigneti del brindisino. Sistema di allevamento: alberello e spalliera. Produzione a ettaro: 80 q.li. Vinificazione: macerazione sulle bucce 16 gg. Affinamento e conservazione : in barrique Never per 8 mesi, poi in bottiglia.
Uvaggio: Primitivo di Gioia 100%. Grado alcolico: 13% vol. Zone di produzione: Acquaviva delle fonti, Gioia del Colle. Sistema di allevamento: spalliera. Produzione per ettaro: 85 q.li. Epoca della vendemmia: prima decade di settembre. Vinificazione: salasso al 20% a basse temperature. Affinamento: in bottiglia 2 mesi.
Grapes: Negroamaro 60%, Primitivo 40% ABV: 13,5% Growing area: Brindisi area Training system: alberello (traditional, head pruned) and espalier Yield per hectare: 8000 Kg Vinification: maceration on the skins for 16 days. Ageing: 8 months in Never barriques and then in the bottle.
Grapes: Primitivo di Gioia 100% ABV: 13% Growing area: Acquaviva delle Fonti, Gioia del Colle Training system: espalier Yield per hectare: 8500 Kg Harvest period: first ten days of September Vinification: bleeding by 20% at low temperatures Ageing: 2 months in bottle
GUIDA GAMBERO ROSSO
GUIDA GAMBERO ROSSO
MIGLIORI VINI DʼIT ALI A MARON I
MIGLIORI VINI DʼIT ALIA di LUC A MARON I
BIBEND A
BIBENDA
87/10 0
81/10 0
GUIDA ORO VERONELL I LE GUIDE DEL LʼESPRESSO
1° CLASSIFICATO
51 Gustare l’Italia
R’OSE’ IGP - Puglia rosè Uvaggio: uva di Troia 100%. Grado alcolico: 12,5%. Zone di produzione: vigneti del foggiano e nord barese. Sistema di allevamento: spalliera. Produzione per ettaro: 75 q.li. Epoca della vendemmia: fine settembre inizi ottobre. Vinificazione: in bianco dell’uva di Troia con battonage su fecce fini per sei mesi. Affinamento: in bottiglia per 3 mesi. Grapes: Uva di Troia 100% ABV: 12,5% Growing area: vineyards around Foggia and Bari Training system: espalier Yield per hectare: 7500 kg Harvest period: end of September, beginning of October Vinification: Vinification with limited contact with the skins and 6 months of “battonage”. Ageing: 3 months in bottle.
RISERVATO IGP - Salento rosso Uvaggio: Negroamaro 60%, Primitivo 40%. Grado alcolico: 13,5% Vol. Zona di produzione: vigneti del brindisino. Sistema di allevamento: alberello e spalliera. Produzione a ettaro: 60 q.li. Vinificazione: macerazione sulle bucce 25/28 gg. Affinamento e conservazione: in barrique Never per 8 mesi, poi in bottiglia per 6 mesi. Grapes: Negroamaro 60%, Primitivo 40%. ABV: 13,5% Growing area: vineyards around Brindisi Training system: alberello (traditional, head pruned) and espalier Yield per hectare: 6000 kg Vinification: maceration on the skins for 25/28 days. Ageing: 8 months in Never barriques, followed by 6 months in the bottle
GUIDA GAMBERO ROSSO MIGLIORI VINI DʼIT ALI A MARON I
87/10 0
BIBEND A GUIDA ORO VERONELL I LE GUIDE DEL LʼESPRESSO
Gustare l’Italia 52
IL SELVA DOC - Locorotondo bianco
RUFFIANO IGP - Valle d’Itria bianco
Uvaggio: verdeca 50%, Bianco d’Alessano 35%, Fiano Minutolo 15%. Grado alcolico: 12.5%. Zona di produzione: Locorotondo, Cisternino e Fasano Sistema di allevamento: spalliera. Produzione per ettaro: 75 q.li. Vinificazione: in acciaio inox a bassa temperatura (14/15°C) dopo una crio macerazione a 4/6°C per 8 ore Affinamento: in acciaio 3 mesi, poi in bottiglia per 2 mesi.
Uvaggio: Fiano 100%. Grado alcolico:12 %. Zona di produzione: Locorotondo e Martina F.ca. Sistema di allevamento: spalliera a guyot. Produzione per ettaro: 50 – 55 q.li. Epoca della vendemmia: Settembre. Affinamento: in bottiglia 4 mesi Di colore giallo paglierino brillante al naso esprime grande frutto con note di pesca seguite da aromi di acacia, ginestra, e un particolare e piacevole profumo di paglia bagnata. In bocca ha buona corrispondenza con il naso, un attacco fresco e ben equilibrato dall’alcol, buon corpo e un leggero perlage che lo rende Ruffiano.
Grapes: Verdeca 50%, Bianco d’Alessano 35%, Fiano Minutolo 15% ABV: 12,5% Growing area: Locorotondo, Cisternino and Fasano areas Training system: o low espalier Yield per hectare: 7500 Kg Vinification: in stainless steel tanks at 14/15°C after skin contact for 8 hours to 4/6°C Ageing: 2 months in the bottle.
Grapes: Fiano 100%. ABV: 12% Growing area: Locorotondo and Martina Franca. Training system: guyot espalier Yield per hectare: 5000 – 5500 kg Harvest period: September Ageing: 4 months in the bottle. The wine’s color is shiny straw-yellow. It smells like peach, broom and damp straw. The taste in mouth is fresh and with the perlage it gives the wine the special “Ruffiano” quality.
GUIDA GAMBERO ROSSO MIGLIORI VINI DʼIT ALIA di LUC A MARON I
81/10 0
BIBENDA
53 Gustare l’Italia
LINFAROSSA IGP - Puglia rosso Uvaggio: Primitivo 100%. Grado alcolico: 14%. Zona di produzione: Gioia del Colle Sistema di allevamento: spalliera bassa. Produzione per ettaro: 30 q.li. Resa di uva in vino: 50% Vinificazione: in acciaio inox a bassa temperatura (16/18°C) dopo una crio macerazione a 4/6°C per 2 giorni che prosegue per 10 gg a 20°C. Affinamento: in bottiglia per 2 mesi. Grapes: Primitivo 100%, ABV: 13% vol. Growing area: Gioia del Colle Training system: alberello (traditional, head pruned Yield per hectare: 30000 kg Harvest period: mid October Vinification: Maceration at low temperatures on the skins for 2 days, after maceration on the skins for 10 days at 20°C Ageing: in the bottle for 2 months
Gustare l’Italia 54
DONNA GISLENA - Spumante brut Uvaggio: Fiano Minutolo, Bianco d’Alessano, Maruggio,Verdeca. Grado alcolico: 12,5 %. Zona di produzione: Locorotondo e Martina F.ca. Sistema di allevamento: spalliera a guyot. Produzione per ettaro: 55 – 60 q.li. Epoca della vendemmia: inizio Settembre. Maturazione: la rifermentazione in bottiglia inizia l’estate successiva e l’affinamento sui lieviti dura 24 mesi. Grado zuccherino: Brut. Affinamento: in bottiglia 5 mesi. Grapes: Fiano Minutolo, Bianco d’Alessano, Maruggio,Verdeca. ABV: 12,5% Growing area: Locorotondo e Martina Franca. Training system: guyot espalier Yield per hectare: 5500 – 6000 kg Harvest period: end of September, Vinification: refermentation in the bottle starts the summer after harvest and resting on the lees lasts 24 months. Sugar content: Brut Ageing: 5 months in bottle.
TRULLOBIANCO IGP - Puglia bianco
TERRA LUCENTE IGP - Puglia rosso Uvaggio: Uva di Troia 100%. Grado alcolico: 13 % vol. Zona di produzione : nord barese e foggiano. Sistema di allevamento: spalliera. Produzione per ettaro: 80/90 q.li. Epoca di vendemmia: fine ottobre. Affinamento e conservazione: affinamento in bottiglia per 3 mesi, conservare a 18°C in luoghi poco illuminati.
Grado alcolico: 12 % vol. Zona di produzione: vigneti in Valle d’Itria. Sistema di allevamento: spalliera bassa. Produzione per ettaro: 80/90 q.li. Epoca di vendemmia: fine settembre inizi ottobre. Affinamento e conservazione: affinamento in bottiglia per 2 mesi, conservare a 14/16°C in luoghi poco illuminati, degustarlo entro due anni dalla vendemmia per apprezzarne la qualita’.
Grapes: Uva di Troia 100%. ABV: 13% Growing area: North of Bari and in the Foggia area. Training system: espalier Yield per hectare: 8000-9000 kg Harvest period: end of October Ageing: 3 months in the bottle
Grapes: Verdeca 85% Minutolo 15%. ABV: 12% Growing area: vineyards in the Valle d’Itria Training system: espalier Yield per hectare: 8000/9000 kg Harvest period: end of September, beginning of October Ageing: 2 months in the bottle.
55 Gustare l’Italia
NOBILE LATINO IGP - Salento Primitivo Uvaggio: Primitivo 100%. Grado alcolico: 12,5 % vol. Zona di produzione: Vigneti del barese. Sistema di allevamento: Guyot. Produzione per ettaro: 90 q.li. Epoca della vendemmia: prima decade di settembre. Affinamento: in bottiglia per 4 mesi da degustare in ballon tulipano a 16/18 °C. Grapes: Primitivo 100%. ABV: 12,5% Growing area: vineyards in the Bari area Training system: Guyot. Yield per hectare: 9000 kg Harvest period: end of September, Ageing: 4 months in the bottle.
Gustare l’Italia 56
SOLE DEL SUD IGP - Puglia Negroamaro Uvaggio: Negroamaro 100%. Grado alcolico: 12,5% vol. Zona di produzione: vigneti del brindisino. Sistema di allevamento: Guyot. Produzione a ettaro: 90/100 q.li. Epoca di vendemmia: settembre. Affinamento e conservazione: in bottiglia minimo 3 mesi e poi conservato in cantina a 18 °C per essere degustato in calici a tulipano ampi a T°C di cantina 16/18 °C. Grapes: Negroamaro 100%. ABV: 12,5% vol. Growing area: around Brindisi Training system: Guyot. Yield per hectare: 9000/10000 kg. Harvest period: September Ageing: a minimum of 3 months in the bottle.
VU’OLE Denominazione: IGT Puglia. Uvaggio: Negroamaro 70% , Cabernet Sauvignon 30%. Grado alcolico: 13,5% Vol. Zona di produzione: brindisino. Sistema di allevamento: spalliera. Produzione a ettaro: 80/85 q.li. Vinificazione: fermentazione silos di acciaio a 22/25 °C. Affinamento e conservazione: in barrique francesi 8 mesi e in bottiglia 5 mesi. Si puo’ tenere in cantina in posizione verticale a 18°C per tre/quattro anni. Va degustato a 18/19 °C in ballon o borgogne. Denomination: IGT Puglia Grapes: Negroamaro 30% Cabernet Sauvignon 70%, ABV: 13,5% vol. Growing area: around Brindisi Training system: espalier. Yield per hectare: 8000/8500 kg Vinification: fermentation in steel tanks at 22/25 °C Ageing: 8 months in French barriques, 5 months in the bottle.
57 Gustare l’Italia
PAGGHÌE
CASÈDDE
Denominazione: IGT Puglia. Uvaggio: Verdeca 50%, Chardonnay 50%. Grado alcolico: 12,5% Vol. Zona di produzione: tarantino per lo Chardonnay e Valle d’Itria per la Verdeca. Sistema di allevamento: spalliera. Produzione a ettaro: 70/75 q.li. Vinificazione: fermentazione silos di acciaio a 14/15 °C. Affinamento e conservazione: in silos di acciaioe bottiglia per 3 mesi. Denomination: IGT Puglia Grapes: Verdeca 50%, Chardonnay 50% ABV: 12,5% vol. Growing area: Chardonnay in the Taranto area, Verdeca in the Valle d’Itria area Training system: espalier. Yield per hectare: 7000/7500 kg Vinification: fermentation in steel tanks at 15/18 °C Ageing 3 months in steel tanks.
Gustare l’Italia 58
Denominazione: IGT Puglia rosso. Uvaggio: Uva di Troia 70%, Cabernet S. 30%. Grado alcolico: 13,5% Vol. Zona di produzione: barese e brindisino. Sistema di allevamento: spalliera. Produzione a ettaro: 100 q.li. Vinificazione: fermentazione silos di acciaio a 18/20 °C. Affinamento e conservazione: in barrique Never e Allier per 10 mesi puo’ essere mantenuto in cantina a 18/19 °C possibilmente in posizione verticale. Da degustare a T°C di cantina in ampi ballon. Denomination: IGT Puglia Rosso Grapes: Uva di Troia 70%, Cabernet Sauvignon 30% ABV: 13,5% vol. Growing area: Bari and Brindisi areas Training system: espalier. Yield per hectare: 100000 kg Vinification: fermentation in steel tanks at 18/20 °C Ageing: 10 months in Never and Allier Barriques
CANTATE DOMINO IGP Uvaggio: Moscato Reale 100%. Grado alcolico: 15,5 % vol. Zona di produzione: Trani. Sistema di allevamento: spalliera. Produzione per ettaro: 30 q.li. Epoca della vendemmia: Ottobre. La Vinificazione: Le uve Moscato Reale di Trani vengono lasciate appassire per circa un mese sulla pianta fino alla meta’ di ottobre, per poi essere raccolte e procedere alla vinificazione. Le uve vengono diraspate e dopo 24 ore di macerazione a freddo inizia la fermentazione alcolica del mosto in purezza con temperatura controllata a circa 16° C. Esauritasi la fermentazione alcolica e quella malolattica, il vino viene filtrato e preparato per la bottiglia dove sostera’ alcuni mesi prima di essere spedito. Affinamento: in bottiglia 4 mesi Grapes: Moscato Reale 100%, ABV: 15,5% vol. Growing area: Trani Training system: espalier. Yield per hectare: 30000 kg Vinification: The grapes are left to shrivel on the vine for about a month, until mid/October, before being harvested. They are then left to macerate for 24hrs following which the pure must undergoes initial fermentation at a controlled temperature of 16° C. After both alcoholic and malolactic fermentation the wine is filtered and then bottled Ageing: 4 months in the bottle
59 Gustare l’Italia
della Redazione
Vendemmia
Vendemmia 2012 Con quasi un mese di anticipo è iniziata la vendemmia 2012. La prima regione interessata è stata la Lombardia, in particolare la zona della Franciacorta, luogo di produzione delle bollicine italiane, lo spumante, che tradizionalmente dà l’avvio alla raccolta dell’uva in tutta la penisola. Un anno quasi asciutto, in cui la pioggia che è stata soppiantata dalla neve quando ormai non la si aspettava più e il caldo torrido che ha imperversato negli ultimi mesi, hanno costretto i coltivatori ad anticipare la raccolta quasi di un mese, con previsioni sulla resa tutt’altro che rosee. Fedagri, che raggruppa le aziende del settore primario, stima infatti un calo nella produzione di circa il 20%, il doppio rispetto alle stime di inizio estate, e una resa di circa 40-43 milioni di ettolitri, il 60% dei quali destinato a vini di qualità, con circa 517 vini a Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.), Controllata e Garantita (D.O.C.G.) e a Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.). Rimane l’ottimismo nelle piogge di fine mese, che i metereologi danno per certe. Se l’acqua bagnasse la penisola, i territori in cui la vendemmia deve ancora iniziare potrebbero trarne un giovamento e aumentare la resa delle vigne. Nel frattempo, chi riesce sostituisce la pioggia con l’irrigazione meccanica, che ha permesso di salvare alcune varietà di vino, ma che risulta molto dispendiosa e di non sempre facile attuazione. Al momento si vendemmia la mattina presto, o addirittura di notte, come in Sicilia, dove alcune cantine lo fanno ormai da anni. I viticoltori, nel frattempo, si consolano con le previsioni di qualità. Una qualità che sarà alta, assicura Fedagri, proprio perché la siccità ha fatto crescere uve più sane, senza muffe, e
che quindi hanno necessitato di minori trattamenti. L’aumento delle temperature ha provocato, inoltre, un aumento della gradazione alcolica di circa un grado, costringendo i disciplinari di vini a denominazione ad adeguarsi al cambiamento modificandone i limiti minimi. Ma il caldo cambia anche la distribuzione sul territorio dei vigneti, che tendono a espandersi verso l’alto con la presenza della vite anche a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia d’Aosta. La vendemmia coinvolgerà 650mila ettari di vigne con oltre 250mila aziende impegnate. Ogni grappolo d’uva raccolto, dice la Coldiretti, attiva ben diciotto settori di lavoro dell’industria, dalla trasformazione al commercio. In Italia il settore vitivinicolo rappresenta un
Gustare l’Italia 60
business che vale 8,5 miliardi di euro e che dà occupazione a 1,2 milioni di persone. I numeri sono imponenti, anche se non reggono il confronto con quelli del passato. Secondo la stessa Fedagri, infatti, tra il 2000 e il 2010 sono andate perse, in Italia, il 15,6% delle superfici vitate, che sono passate da 772.513 ettari a 651.863 ettari, con una contrazione della produzione che ha raggiunto il picco di ribasso nell’annata 2011, attestandosi su una cifra inferiore ai 41 milioni di ettolitri. Una tendenza, quella della riduzione delle quantità prodotte, che, secondo Fedagri, è dovuta anche alla normativa europea, che ha dato forte impulso al contenimento delle produzioni, attraverso il ricorso alle estirpazioni con premio e alla vendemmia verde. Il quadro della viticoltura italiana degli ultimi anni passa anche attraverso la riduzione del numero delle aziende, che, secondo i dati sul Censimento dell’Agricoltura forniti dall’Istat, ha avuto un calo nel periodo 2000-2010 del 52%, passando da 791mila nel 2000 a 383mila nel 2010. A scomparire sono state soprattutto le aziende di piccole o piccolissime dimensioni, fenomeno che Fedagri ha accolto con benevolenza dal momento che contribuirà in misu-
ra significativa alla ristrutturazione e al rafforzamento del comparto vitivinicolo nazionale, per il quale il Presidente Maurizio Gardini, già da tempo, auspica una diffusione dei fenomeni aggregativi per evitare la marginalità di alcune imprese del settore. La riduzione dell’estensione dei vitigni, delle quantità di vini prodotti e del numero di aziende non corrisponde però a un calo degli utili complessivi sullo storico degli ultimi dieci anni, mentre si prevede un aumento della redditività per l’anno 2012. La vitivinicoltura italiana ha infatti continuato ad aumentare il fatturato complessivo, a fronte di una diminuzione complessiva degli investimenti. La tendenza del settore sembrerebbe quella di preservare una struttura produttiva che punta sull’estensione delle Denominazioni di Origine e indicazione Geografica (I.G.T., D.O.C. e D.O.C.G.). Una produzione che, a oggi, rappresenta complessivamente circa i 2/3 del vino italiano e che tende a crescere di anno in anno. Si punta dunque a investire sulla qualità, piuttosto che sulla quantità. L’evoluzione delle strutture produttive si rispecchia in maniera chiara anche nell’aumen-
61 Gustare l’Italia
to generalizzato dei prezzi, aggravato l’anno scorso da un’annata difficile, che ha visto i prezzi salire di un 30-50%. Un dato fuori dalla norma, dovuto principalmente al fatto che le aziende non sono riuscite a produrre quantitativi sufficienti a far quadrare i bilanci (si sono stimate perdite intorno al 15% del fatturato). La vendemmia dell’anno scorso infatti, si registra come la peggiore degli ultimi 50 anni dal punto di vista dei rendimenti produttivi. Ma quello del 2011 si spera essere un caso isolato, all’interno di un andamento generalmente votato alla positività e alla fiducia. Per quest’anno non si sono registrati ancora significativi aumenti sui prezzi, anche se da questo punto di vista sarà da tenere sott’occhio la vendemmia in corso, che sembra registrare in molte zone d’Italia forti cali di produttività. Il dato più positivo sembra essere quello dell’export, che nel 2011 con 24 milioni di ettolitri ha superato i consumi interni. Tra i vini che hanno registrato dati di crescita a due cifre nei mercati esteri, spicca il Prosecco, che
ha aumentato del 17% la sua penetrazione negli Stati Uniti. Un trend positivo che sembra crescere di anno in anno, sia grazie alla maggiore aggressività del comparto nei confronti del mercato estero, sia grazie ai grandi cambiamenti culturali in corso in Europa e nel Mondo, dal punto di vista dell’apprezzamento dei prodotti enogastronomici di qualità. Secondo Fedagri, i mercati più favorevoli in cui si registrano aumenti notevoli risultano essere Norvegia (+26,4%), Cina (+24,4%), Canada (+20,1%), Svezia (+13,8%), Regno Unito (+19%) e Giappone (+10,1%). A completare il quadro sulla vitivinicoltura italiana, una novità che proietta l’Italia verso scenari futuri interessanti: secondo quanto emerso dall’ultimo rapporto della Federazione Internazionale delle Associazioni Biologiche, l’Italia sarebbe il principale coltivatore europeo di uve biologiche, con 34.000 ettari coltivati. Un dato particolarmente apprezzabile a fronte del fatto che da quest’anno l’Unione Europea ha lanciato il nuovo marchio del vino biologico, con il relativo disciplinare.
Gustare l’Italia 62
CANTINA ALBEA - Via Due Macelli, 8 - 70011 Alberobello (Ba) - ITALY Tel. 080 43232548 - Fax 080 4327147 - www.albeavini.com - info@albeavini.com
della Redazione
diVini sapori - Beatrice Bocchi Balocchi Quanto e quale vino fa bene alla salute? Quali bicchieri sono i più consigliabili per rossi, bianchi, spumanti? Come si giudicano la limpidezza e la qualità di un vino? Come conservare nel migliore dei modi le nostre bottiglie? L’invecchiamento giova a tutti i tipi di vino? A che temperatura servire rossi, bianchi, rosé? Quali sono gli abbinamenti più consigliabili per ogni tipo di piatto? Quanto tempo prima del pasto conviene stappare la bottiglia, e come? Con questa guida, che può essere letta con gusto e facilità anche dai non addetti ai lavori, l’autrice propone una piccola enciclopedia dei vini italiani e un manuale del perfetto bevitore che è anche un itinerario nella gastronomia, nella geografia e nella storia. Edizione: Sassoscritto - Pagine: 160 - Prezzo: € 13,00
La vite e il vino - AA.VV. La terza uscita della collana “Coltura & Cultura”, approfondisce tutti gli aspetti di questa importante coltura. Partendo dall’origine ed evoluzione della vite, toccando aspetti morfologici e fisiologici, 38 specialisti del settore guidano il lettore alla scoperta delle uve e del vino, attraverso un interessante viaggio tra la viticoltura
Libri da mangiare
di territorio, i vitigni coltivati, il vivaismo viticolo, le tecniche di vinificazione, i distillati, la diffusione del mercato in Italia e nel mondo di questa importante coltivazione e dei suoi diretti prodotti. Il capitolo sul paesaggio con splendide immagini della nostra terra pone l’accento sulle caratteristiche della diffusione della vite nelle varie regioni italiane, mentre la parte dedicata all’alimentazione ospita un interessante capitolo sugli aspetti nutrizionali dell’uva e sull’abbinamento del vino ai cibi. Il lettore potrà così apprezzare le varie ricette insieme al vino giusto per gustarle al meglio. Completa il volume un’ampia parte dedicata alla presenza della vite e del vino nella storia, nella religione e nell’arte, dalla pittura alla musica, dall’architettura alla scultura, alla letteratura, con alcune curiosità come i musei dedicati alla vite e al vino. Edizione: Art Servizi Editoriali - Pagine: 624 - Prezzo: € 69,00
Gustare l’Italia 64
Il vino nel piatto - Massimo Argentieri Un ricettario insolito e originale sul vino in tavola: non più solo accompagnamento, ma ingrediente base di ricette raffinate. L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua cultura gastronomica e per i suoi vini: perché non unire queste due eccellenze nella vostra cucina? Il posto del buon vino in tavola non è solo dentro a un calice, ma anche nelle portate, protagonista di piatti – dall’antipasto al dolce – ricchi e speciali. Unendo i migliori vini con i prodotti tipici del territorio otterrete cibi dal profumo e dal sapore indimenticabili. Edizione: Aliberti Editore - Pagine: 134 - Prezzo: € 14,00
Il profumo del vino - Federico Oldenburg Essere astemi è una iattura e chi beve solo acqua ha di certo un segreto da nascondere, non siamo i primi a dirlo, ma la vita è troppo breve per contentarsi di vini mediocri. Troppi “esperti” infestano le cene e riunioni conviviali ma un uomo che non sappia ordinare una bottiglia come si deve, rischia il ridicolo e una donna che disdegni un buon bicchiere desta (fondati) sospetti. Ecco allora il manuale per correre ai ripari e colmare (in tre ore, come un film) una lacuna culturale ormai socialmente inaccettabile, facendo piazza pulita dei luoghi comuni e dei falsi miti. Perché tutto è discutibile in materia di vino, anche il gusto. Dimmi cosa bevi e ti dirò chi sei. Edizione: Mondadori - Pagine: 260 - Prezzo: € 16,00
Il profumo del vino - Federico Oldenburg Un volume unico nel suo genere, che raccoglie 100 preziosissime bottiglie che tutti gli appassionati di enologia vorrebbero avere. Una selezione di vini da sogno: una bottiglia di Romanée-Conti del 1945, anno in cui nel più famoso vigneto di Borgogna ne furono prodotte appena 608; uno Château d’Yquem del 1811, migliore annata in assoluto per questo splendido nettare liquoroso; uno Champagne Bollinger del 1928, le cui bollicine sono leggendarie; un Barbaresco di Gaja del 1961, che dona al naso aromi di ciliegia nera, lampone, liquirizia e tartufo; due splendidi esemplari di Petrus, il più costoso e rinomato tra i vini di Bordeaux. Edizione: Gribaudo - Pagine: 256 - Prezzo: € 49,00
65 Gustare l’Italia
Siamo presenti al “Vinitaly 2013� presso il Padiglione 10 Stand D5