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n° mercoledì 13.02.2019
BT si affaccia su un panorama privilegiato della sicurezza Gli approcci, i servizi, la condivisione, il Cyber Index in una chiacchierata con Hila Meller, vice president Security per l’Europa di BT. a pag.05
L’evoluzione di Arrow verso l’infrastruttura La nuova divisione Networking e Infrastructure del distributore fa leva sulla crescita dei dati e la necessità di gestirli preservandone la sicurezza. «La nostra storia come Computerlinks vede la security come elemento centrale nella nostra offerta e per questo siamo riconosciuti sul mercato» spiega Stefano Rossini, Direttore della divisione Networking e Infrastructure di Arrow in Italia. Questo, peraltro è più un
vantaggio che un ostacolo, considerando che la sicurezza, oltre a essere sempre più pervasiva, è particolarmente critica proprio sul fronte infrastrutturale. La mole di dati, infatti, aumenta e questi devono essere protetti, evidenzia Rossini, precisando, quindi, che l'alta crescita prevista in Arrow per l'infrastruttura va di pari passo con la sicurezza. a pag. 03
Il Technology Alliance Program di Rubrik Rubrik lancia il nuovo Technology Alliance Program con l’obiettivo di sviluppare un ampio ecosistema di partner e offrire ai clienti più valore. a pag.07
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SOMMARIO V-Valley sigla un accordo con NetApp pag.07 Dove investire nel 2019 per un Workplace realmente smart pag.08 Lavoro, nel futuro nulla sarà com’è oggi pag.09 Allnet.Italia si espande nel mercato spagnolo pag.10 Trend Micro nomina Alessandro Fontana Head of Sale pag.11 David Gubiani cambia ruolo in Check Point pag.11 SoftPi presenta la versione 10 di Omnis Studio pag.11 Partners Flip anno VIII - numero 235 - quindicinale Direttore responsabile: Gaetano Di Blasio In redazione: Giuseppe Saccardi, Paola Saccardi, Edmondo Espa. Redazione: via Marco Aurelio, 8 - 20127 Milano Tel 0236580448 fax 0236580444 www.partnersflip.it Proprietà: Reportec srl, via Gian Galeazzo 2, 20136 Milano Iscrizione al tribunale di Milano n°514 del 13/10/ 2011 Tutti i diritti sono riservati; Tutti i marchi sono registrati e di proprietà delle relative società.
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strateGIE
L’evoluzione di Arrow verso l’infrastruttura
La nuova divisione Networking e Infrastructure del distributore fa leva sulla crescita dei dati e la necessità di gestirli preservandone la sicurezza. Prospettive interessanti anche nell’ambito IoT di Gaetano Di Blasio
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tefano Rossini, Direttore della divisione Networking e Infrastructure di Arrow in Italia risponde alla nostra provocazione: «Effettivamente posso confermare che siamo entrati da pochi anni nella distribuzione di sistemi e soluzioni per l'infrastruttura, ma affermare che la specializzazione nella sicurezza ci abbia penalizzato può portare qualche fraintendimento». Aggiunge però subito Rossini: «Certamente la nostra storia come Computerlinks (precedentemente acquistata da Arrow n.d.r.) vede la security come elemento centrale nella nostra offerta e per questo siamo riconosciuti sul mercato». Questo, peraltro è più un vantaggio che un ostacolo, considerando che la sicurezza, oltre a essere sempre più pervasiva, è particolarmente critica proprio sul fronte infrastrutturale. La mole di dati, infatti, aumenta e
questi dati devono essere protetti, evidenzia Rossini, precisando, quindi, che l'alta crescita prevista in Arrow per l'infrastruttura va di pari passo con la sicurezza. Quest'ultima serve anche chi sposta i dati in cloud, dove comunque è necessario garantirne la protezione. In pratica, oltre un'elevata crescita sul fronte infrastruttura, dove oggi Arrow copre una fetta ridotta sul mercato, il distributore con sede a Bolzano, può aspettarsi delle ricadute positive "trasversali", sempre che questi segmenti si possano continuare a considerare chiaramente separati. Tanto è vero che molti vendor provano ad uscire da catalogazioni storiche: «Fare una suddivisione molto netta tra chi offre infrastruttura e chi offre tutt'altro è difficile, perché molti prodotti o soluzioni sono a cavallo dei due mondi».
Per questo Rossini, invece di un elenco complessivo dei brand a portafoglio sul mercato dell'infrastruttu�ra preferisce citare quelli che nell'area di sua competenza stanno dando le soddisfazioni maggiori. Tra questi cita Citrix, Splunk, Commvault, Huawei. Più precisamente, per quanto riguarda Citrix, è soprattutto il notevole lavoro svolto nella modernizzazione del workplace a generare grandi aspettative presso Arrow. «Per quanto riguarda Commvault, Splunk e Huawei, per la parte IT, mi aspetto una grande crescita supportata dalla digital transformation, grazie all'importanza che ha il dato in questo percorso». Afferma Rossini, precisando: «Le imprese italiane, soprattutto quelle del mid market, per pensare di rimanere competitive devono avere un approccio diverso alla gestione del dato».
Stefano Rossini, Arrow Italia
Per questo, per esempio Commvault, specializzata nell'indicizzazione del dato, non si limita a fornire un backup, ma consente subito di capire che dati hai e come sfruttarli. Poi Splunk, che ha gli analytics tra i suoi cavalli di battaglia e Huawei, con le soluzioni per l'immaginamento dei dati rappresentano ambiti in cui il manager italiano si aspetta grande crescita. In particolare Huawei, che ha già fatto molto sul networking, può replicare i successi ottenuti anche 3
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sul fronte server e storage. Le "ombre politiche" che recentemente si sono addensate sul colosso cinese, non dovrebbero avere ripercussioni sul mercato di riferimento delle medie imprese, che ritiene Rossini, sono orientate nelle scelte più sul prodotto che su questioni di politica. L'Internet delle cose In termini di infrastrutture si potrebbe conteggiare anche Microsoft, ma non fa capo specificatamente alla divisione di Rossini, bensì alla divisione Cloud di Arrow. Microsoft, che nel corso degli anni ha mostrato un approccio non sempre "distributore centrico", è impegnata con Arrow anche in un altro ambito, sul quale punta molto il distributore a livello corporate: l'Internet of Things (IoT). L'IoT coinvolge e coinvolgerà molto le componenti P A R T N E R S flip
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infrastrutturale e di sicurezza nei prossimi anni, anche considerando l'altra anima di Arrow, cioè Arrow Components, che si occupa appunto della componentistica. «Il vantaggio competitivo sull'IoT è che a livello di gruppo abbiamo la possibilità di aiutare il partner sin dalle primissime fasi, grazie alla nostra esperienza sui dispositivi e sul monitoraggio. Più in generale possiamo aiutarli a capire come sviluppare il progetto, metterlo in esercizio e quali benefici si possono ottenere. È finanche possibile chiedere alla divisione Components di creare un dispositivo ad hoc. Come Arrow ECS subentriamo nel proporre le tecnologie più idonee per memorizzare ed elaborare i dati che poi serviranno per aumentare il business e la produttività grazie al progetto stesso».
Con onestà, Rossini per primo avverte che l'IoT è ancora un mercato di cui si parla molto, ma c'è ancora poca concretezza: «Il nostro lavoro, in questa fase è aiutare il canale nel concretizzare l'interesse verso IoT e intelligenza artificiale. Anche qui la divisione components fa la differenza trattando elementi che sono fuori dall'IT. L'ambito IoT, per la natura innovativa dei progetti, è esemplificativo dell'approccio orientato alla partnership tra cliente e fornitore che, con la rivista Partners proponiamo da circa un anno a questa parte. Rossini condivide appieno questa visione: «Sempre più spesso, soprattutto in casi come questi, un progetto è una "scommessa sia per il partner sia per il cliente. Il partner se propone qualcosa che dovrà
portare vantaggi al cliente, deve metterci la faccia e, di fatto, partecipare all'investimento, perché un progetto IoT è di una complessità tale che obbliga il system integrator a sviluppare competenze e conoscenze che richiedono tempo, sforzi e denaro. È un rischio imprenditoriale che ti assumi se sei convinto che funzionerà, ma la complessità non fornisce garanzie. Dall'altro lato, il cliente deve capire che la scelta non è chi mi fa il prezzo più basso. Noi come Arrow possiamo giocare un ruolo importante a fianco del system integrator, mettendo sul piatto il nostro bagaglio di conoscenze». A questo, ovviamente si aggiungono tutti gli strumenti, anche finanziari che ci si aspetta da un distributore a valore aggiunto.
INTERVISTE
BT si affaccia su un panorama privilegiato della sicurezza
Gli approcci, i servizi, la condivisione, il Cyber Index in una chiacchierata con Hila Meller di Gaetano Di Blasio
B
T fornisce servizi di telecomunicazioni in 180 paesi, gestendo una rete globale sulla quale passano un Terabyte di dati al secondo. All'interno di questi si registrano circa 600 mila eventi di sicurezza, sempre ogni secondo. Si può senz'altro affermare che ciò conferisce all'operatore internazionale un punto di vista privilegiato sulla sicurezza. A tal riguardo, evidenzia Hila Meller, vice president Security per l’Europa di BT: «La capacità di analizzare queste informazioni e offrire una cyber intelligence "operativa" è un nostro punto di forza, valorizzato dagli "insight" che possiamo produrre. Una parte di queste informazioni sono direttamente disponibili sul sito di BT, dove viene pubblicato il "Cyber Index", che fornisce l'andamento delle minacce su base mensile, con uno scopo educativo per diffondere la cultura sulla sicurezza.
Un nuovo approccio alla difesa Anche tra gli addetti ai lavori si riscontrano comportamenti superficiali. Per esempio, spiega Meller: «Ci si protegge dagli attacchi DDoS, ma non sempre si controlla accuratamente che la propria infrastruttura non sia utilizzata per generare attacchi di questo tipo. Una maggiore conoscenza permette di ridurre il rischio dell' outbound DDoS» L'esperta di BT sottolinea anche che cloud e IoT concorrono ad accrescere il perimetro da proteggere. Prima era interno all'azienda, mentre oggi è più ampio e, soprattutto più "fluido".Devono cambiare i sistemi di difesa continua Meller , infatti, sono oggi considerati più importanti controlli relativi alla gestione degli accessi, con le credenziali d'identità che acquisiscono un valore sempre maggiore. Il Cyber Index fornisce informazioni che aiutano a comprendere le dinami-
che, per esempio, al momento dell'intervista mostrava un evidente crescita di alcuni tipi di attacco, in particolare quelli sofisticati, che «sono probabilmente sponsorizzati da gruppi i quali hanno soldi, capacità e risorse da impegnare in questa attività certamente piuttosto onerosa», sostiene Meller. Prepariamoci al primo cyber omicidio La manager afferma inoltre, che nessuna organizzazione può sentirsi al sicuro: «C'e un disequilibrio, perché mentre ogni azienda deve essere pronta a difendersi da qualsiasi attacco per sentirsi protetta, i cyber criminali hanno bisogno che sia" colpito" un solo bersaglio per avere successo». Nonostante il caso di Target risalente al 2014, che pure ha fatto scuola, gli esperti di BT hanno rilevato una crescita degli attacchi rivolti verso la supply chain, cioè attacchi che, invece di puntare diretta-
Hila Meller, BT
mente sulla rete o asset aziendali di un'impresa, trovano un punto debole nell'ecosistema. Il caso di Unicredit, risale a un paio d'anni fa. Crescono poi il phishing, lo Scam e i DDoS. Questi ultimi vedono aumentare notevolmente i volumi, grazie anche alla possibilità di acquistare DDoS as a service affittando così un "esercito" di bot. Quello che preoccupa di più Meller è che, mentre in passato gli attacchi erano rivolti ai sistemi cyber, oggi si vedono più attacchi che hanno un impatto sul mondo fisico: «Il primo caso è stato il "vecchio" 5
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Stuxnet, ma gli esempi si differenziano: il blackout dell'aeroporto ucraino, gli hakeraggi dei sistemi per la guida delle automobili, le violazioni ai sistemi per la smart home. A essere a rischio sono anche le persone e, speriamo di no, ma potrebbe avvenire il primo caso di "cyber omicidio"».
mentre altre, poche, richiedono indagini approfondite. «È interessante - prosegue Meller – che l'impatto sul nostro business di tutte queste prove di attacchi è minimo. Questo sia per le nostre capacità protettive, ma anche perché in BT abbiamo sviluppato un'ampia capacità di risk analysis».
Cyber Intelligence e approccio olistico Abbiamo chiesto alla vp security di BT se l'intelligenza artificiale può essere una soluzione per la sicurezza e, in effetti, scopriamo che BT sta usando da qualche anno l'artificial intelligence per individuare le minacce e gli attacchi, «ma l'AI da sola non è sufficiente, non ancora, almeno, anche per questo forniamo vari strumenti di analytics, in particolare graph analytics che aiutano gli esperti nell'interpretazione e nella correlazione fra diversi eventi», spiega Meller, aggiungendo: «Occorre un approccio olistico che combina più metodi d'analisi: così si riesce a essere all'avanguardia». Se torniamo ai 600mila eventi tracciati al secondo, di cui circa 120mila preludono a un attacco o sono prove di attacco, si osserva, continua l'esperta, che alcune minacce si riescono a bloccare velocemente e in modo anche automatico,
Il "segreto" l'analisi del rischio Non è semplice identificare e quantificare il rischio, come dimostrano i tanti che ci provano senza successo. Afferma Meller: «Noi lo facciamo anticipando il rischio e, così l'impatto è zero sulla nostra Ebitda, (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization), cioè il margine operativo lordo). Questo è reso possibile dal nostro approccio olistico sulla sicurezza, che inizia con una buona integrazione della cyber security in diversi processi e termina con la presenza del responsabile di BT Security seduto al tavolo del consiglio di amministrazione». Un approccio di questo tipo è molto importante per la cyber resilience, che significa "saper assorbire i colpi" e si basa anche, evidenzia l'esperta, sulle molte attività di awareness, con corsi obbligatori, che tutti i dipendenti dell'azienda devono seguire, per esempio
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sul phishing. Quello della sicurezza è un processo continuo e va gestito in quanto tale, perché il mondo delle minacce è molto dinamico, quindi occorre un'azione costantemente in evoluzione, rimarca Meller: «Ecco che, come accennato, monitoriamo sempre i rischi attraverso tutti gli strumenti necessari, comprese l'intelligenza artificiale e gli analytics. Inoltre, effettuiamo a rotazione in tutta l'azienda test di attacco contro noi stessi, con un team dedicato». A tal proposito, aggiunge inoltre Carlo Ridolfi, Head of Communication Marketing e PR manager di BT Italia, che c'è anche una scelta di trasparenza, Questa serve per mantenere alta la reputazione dell'azienda e non solo, sia internamente sia all'esterno, verso, in primo luogo, clienti e partner e, ovviamente, le agenzie internazionali che regolamentano i mercati. «La condivisione interna delle attività e dei risultati è fondamentale per avere la giusta "postura" ed essere resilienti bloccando gli attacchi o annullando gli impatti negativi. Tutto un insieme che comprende anche la collaborazione con enti preposti al controllo della sicurezza, come l'Interpol e altri sia a livello internazionale,
sia locale, più precisamente con la Polizia Postale e delle telecomunicazioni», sottolinea il manager. Sempre Ridolfi rimarca: «Purtroppo c'è ancora troppa paura di denunciare una violazione informatica, mentre l'approccio corretto è quello che ci vede "tutti sulla stessa barca" e la condivisione, la fiducia, aiuta tutti, restando chiaro che una sicurezza al 100% è una chimera, ma un sistema resiliente ci consente di andare avanti a lavorare». Anche il Cyber Index rientra nella logica della condivisione. Del resto, il gruppo della sicurezza interna, Protect BT, è parte dello stesso gruppo che fornisce i servizi commerciali di sicurezza sul mercato.Non a caso molti dei servizi che propongono sono nati per essere utilizzati dentro BT. «È un punto di vista che porta naturalmente a una condivisione dell'esperienza e del knowhow, a beneficio di tutti. Un approccio che per BT è un vantaggio enorme. Una maggiore esperienza serve anche per comprendere meglio i rischi, che, come su detto, è fondamentale. Soprattutto adesso che si parla sempre più di polizze assicurative per le violazioni informatiche, ma come si può scegliere un'assicurazione se non si conoscono i rischi che si corrono.
STRATEGIE
Il Technology Alliance Program di Rubrik
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ubrik, società che si occupa di Cloud Data Management, ha reso disponibile il programma globale per technology integration partner, il Rubrik Technology Alliance Program (TAP). L’iniziativa riunisce un vasto ecosistema di aziende con l’obiettivo di estendere le funzionalità di Rubrik Cloud Data Management, della piattaforma Rubrik Polaris SaaS e di Rubrik Datos IO, per offrire valore ai clienti comuni. Il programma, che risulta articolato in diversi tie, offre ai partner infrastruttura e accesso ad API così come le risorse tecniche
per realizzare integrazioni ottimali. Le tre tipologie di partecipazione previste dal programma sono: Foundation, Solution e Strategic. Questi tre livelli di membership si differenziano per requisiti e vantaggi crescenti per ogni tier. I partner vengono selezionati in base a innovazione tecnologica, leadership di mercato e allineamento con i valori di Rubrik. I vantaggi offerti ai partner TAP comprendono risorse tecniche: ossia i partner hanno accesso alle risorse di ingegneria di Rubrik, oltre che alle API, per mettere a punto integrazioni
V-Valley sigla un accordo con NetApp Le tecnologie di archiviazione dei dati di NetApp sono ora a disposizione dei rivenditori di V-Valley che ha siglato un nuovo accordo di distribuzione con il vendor. NetApp fornisce software, sistemi e servizi per supportare i clienti nella gestione e nell’archiviazione dei propri dati on-premise e nel cloud. Con questa partnership, V-Valley, distributore a valore aggiunto del Gruppo Esprinet, mette a disposizione dei propri clienti rivenditori l’offerta completa di NetApp, con l’obiettivo di sviluppare insieme il mercato delle Hyped Converged Cloud Infrastructure. A sua volta V-Valley, distributore di riferimento per lo storage, mette a disposizione di NetApp competenze di mercato, un team di professionisti specializzati di marketing, sales e pre-sales, risorse per la formazione del canale e per
tecniche ideali per soluzioni realmente condivise. In più sono offerti avanzati strumenti di marketing e per il go-to-market: i partner accedono a svariate offerte di marketing congiunto e programmi di sales engagement per creare visibilità e nuove opportunità per la soluzione integrata. Per quanto riguarda la formazione, il programma offre accesso a training e supporto: i partner hanno la possibilità di ottenere informazioni di prodotto, training e il supporto del team interno Rubrik, così da poter realizzare e validare rapidamente soluzioni
con funzionalità avanzate. «Vediamo che i nostri clienti investono in soluzioni che automatizzano e semplificano l’integrazione del cloud nella propria infrastruttura - ha commentato Anajit Nevatia, Vice President of Business Development and Alliances di Rubrik -. Il nuovo Technology Alliance Program rappresenta il prossimo passo nello sviluppo di un valido ecosistema di partner. TAP permette di offrire ai clienti più percorsi per raggiungere il cloud, più soluzioni per risparmiare tempo e nuove modalità per semplificare infrastrutture IT».
la generazione della domanda, nonché un portafoglio di tecnologie complementari. I rivenditori potranno provare i prodotti NetApp installati sul V-Truck, il demo center viaggiante di V-Valley. questo servizio personalizzato e di prossimità del distributore consente di dimostrare concretamente le potenzialità e i vantaggi di implementazione e gestione delle soluzioni. «Siamo felici di iniziare questa collaborazione con V-Valley - ha affermato Andrea Fumagalli, Channel and Alliance Manager, NetApp -. L’accordo con questo distributore consentirà a NetApp di accelerare la crescita in Italia, grazie a una presenza geografica capillare e alle vaste competenze dei suoi team nel mercato a valore». «Questo accordo di distribuzione conferma la strategia di crescita di Esprinet nel mercato delle soluzioni a valore aggiunto, in particolare della Iper-convergenza e del Cloud» ha commentato Luca Casini, Direttore Commerciale di V-Valley. 7
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TENDENZE
Dove investire nel 2019 per un Workplace realmente smart
Automazione, valorizzazione della diversity, uffici di nuova concezione e innovazione sono, secondo Ricoh, tra le tendenze che riplasmeranno gli ambienti di lavoro di Giuseppe Saccardi
L
e aziende che stanno vivendo la trasformazione digitale sono chiamate a considerare nell’anno appena cominciato alcuni trend che, secondo Ricoh, stanno rapidamente cambiando non solo il modo di lavorare ma anche quello di progettare uffici e sale riunioni. Le tendenze mettono in evidenza un contesto in forte evoluzione e aprono scenari importanti per le organizzazioni che cercano di migliorare l’efficienza e raggiungere importanti risultati di business. Vediamone alcune con l’aiuto di Laura Venturini, product marketing manager di Ricoh Italia. Automazione a tutto campo In questo ambito le tecnologie hanno fatto passi da giganti negli ultimi anni. Una volta appannaggio dei film di fantascienza, l’Intelligenza Artificiale (AI) e l’automazione avranno nel corso di quest’anno un P A R T N E R S flip
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impatto ancora maggiore in tutti i settori di mercato. Le applicazioni e i vantaggi sono ormai noti: da una migliore relazione con i clienti ad un aumento della produttività grazie all’ottimizzazione dei processi, alla possibilità di prendere decisioni sempre più efficaci. Da una ricerca di Ricoh è inoltre emerso come i dipendenti europei siano ottimisti a riguardo e pensano che l’AI avrà un impatto positivo sul loro modo di lavorare. Il ruolo della diversità Negli ultimi anni le aziende hanno compreso come la diversity all’interno dell’organizzazione sia un aspetto fondamentale e nel 2019 aumenteranno sempre più le iniziative e i progetti volti a valorizzarla. Secondo Ricoh, le idee più innovative nascono dall’incontro di esperienze e di punti di vista differenti; le aziende di successo saranno quelle in grado di
coinvolgere persone con caratteristiche differenti migliorando la collaborazione e il confronto in modo trasversale. Progettare gli spazi di lavoro in modo nuovo Oltre alle modalità lavorative, cambiano anche gli spazi di lavoro che diventano sempre più flessibili, dinamici e condivisi. Si affermano dunque nuove tendenze nel design degli uffici che guardano sempre più alla collaboration e alle logiche di “smart job” per favorire la produttività e il pensiero creativo. Ripensare gli spazi di lavoro e adottare tecnologie digitali sono due facce della stessa medaglia per promuovere uno dei paradigmi in grado nei prossimi anni di facilitare davvero l’innovazione: il Digital Workplace.
Laura Venturini - Ricoh Italia
capire in che modo le Pmi di tutta Europa si relazionino nei confronti dell’innovazione. Secondo il 59% del campione essa rappresenta una priorità assoluta e il 34% degli intervistati è addirittura convinto che la propria azienda potrà fallire entro il 2020 se non riuscirà trasformarsi per rispondere ai cambiamenti attualmente in atto nel mercato. La tecnologia svolge un ruolo fondamentale nel cambiamento, con il 45% Innovazione priorità delle Pmi che pensa di utiassoluta lizzare soluzioni per l’anaDi recente Ricoh ha com- lisi di dati e informazioni missionato una ricerca per per ridefinire i prodotti e
rispondere alle nuove esigenze dei consumatori. La maggior parte delle aziende coinvolte nella ricerca ha in programma per quest’anno di condurre progetti pilota e promuovere spazi di sperimentazione per testare idee innovative e capire se
avranno successo. Secondo Ricoh gli aspetti sopra citati avranno un ruolo di primo piano durante quest’anno e per gli anni a venire. Il contesto economico, le nuove normative e le scarse competenze digitali avranno ovviamente un impatto sugli sviluppi,
ma possiamo essere ottimisti ed in particolar modo possono esserlo le aziende che stanno puntando con decisione all’innovazione e alla trasformazione digitale.
TENDENZe
Lavoro, nel futuro nulla sarà com’è oggi
Millennials e artificial intelligence cambiano i processi e i sistemi per la valutazione dei dipendenti, portando all’adozione di moderne forme d’organizzazione aziendale di Giuseppe Saccardi
I
l lavoro non sarà più lo stesso, sostengono gli analisti di IDC, che il 26 febbraio prossimo organizzeranno la prima edizione dell’IDC Future of Work Conference. Andando oltre le attuali trasformazioni digitali, il mondo del lavoro si appresta a cambiamenti importanti dovuti all’affermazione di tecnologie che forniscono a consumatori e lavoratori informazioni istantanee e servizi rapidi, innescando un’interazione persistente. Non si tratta semplicemente della disponibilità costante delle informazioni, ma del valore che queste apportano e del modo
in cui si saprà come utilizzarle al meglio. Due i fattori che innescheranno una rivoluzione nei modelli e processi di lavoro entro i prossimi due o tre anni: lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (AI) che in profondità penetrerà i processi lavorativi con una crescita dell’automazione e l’ingresso in azienda di una percentuale maggioritaria di lavoratori apparte-
nenti alla generazione dei cosiddetti Millenial. Più collaborazione in un rinnovato spazio di lavoro fisico e virtuale Avvertono gli analisti di IDC, che le imprese devono prepararsi alla trasformazione, innanzitutto innalzando il grado di collaborazione tra gli utenti. Questo sia per migliorare le modalità di lavoro sia,
se non soprattutto, per generare nuove opportunità per la creazione di valore. In altre parole, occorre trasformare sia lo spazio fisico e virtuale di lavoro sia la forza lavoro, Quest’ultima, quindi, sarà sempre più distribuita e connessa, mentre il modo di lavorare diventerà sempre più agile e automatizzato. Più precisamente, gli analisti rivelano che entro il 2021, il 60% delle duemila principali aziende mondiali adotteranno il “Future WorkSpace”, cioè uno spazio di lavoro con una nuova concezione in grado di migliorare l’experience e la produttività dei dipendenti. 9
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Cardini del Future WorkSpace sono un ambiente fisico e virtuale più flessibile, intelligente e collaborativo. La logica di base è che sparirà il modello statico, a orari prestabiliti. Lo spazio di lavoro sarà dove, in qualsiasi momento e luogo, sarà opportuno, secondo l’attitudine mostrata da Millennial e nativi digitali, quindi un ambiente di lavoro aperto, flessibile e altamente connesso. Un workspace che consente di sfruttare mobilità, collaborazione remota e accesso sicuro a strumenti e dati, con semplicità e velocità, anche grazie al supporto dell’artificial intelligence.
Oggi, spiegano gli analisti, l’AI è utilizzata in azienda soprattutto per ottimizzare il consumo di risorse negli uffici, grazie alle tecnologie per il building intelligente, che regola automaticamente l’accensione e lo spegnimento di luci, aria condizionata e così via. In futuro si diffonderanno nuovi strumenti quali risponditori predittivi, “user interface” vocali, sistemi di videoconferenza automatizzati. Grazie a questi strumenti innovativi i dipendenti diventeranno vieppiù produttivi e questo costringerà le imprese a modificare la visione del lavoro e i modelli organizzativi. In particolare , la tecnologia,
Allnet.Italia si espande nel mercato spagnolo Il distributore Allnet.Italia, nell’ambito della propria politica di sviluppo, ha annunciato l’acquisizione delle quote di maggioranza, pari all’80%, di Wifidom S.L., distributore di prodotti wireless e per la gestione intelligente della rete, con sede a Barcellona. Un’operazione strategica, il cui closing è stato perfezionato il 10 gennaio 2019, e che consente ad Allnet.Italia di ampliare e consolidare la propria presenza in Sud-Europa, entrando in un nuovo mercato in crescita, come quello spagnolo. Secondo quanto riportato dal “Digital Economy and Society Index” pubblicato nel 2018 dalla Commissione Europea, la Spagna si colloca al di sopra della media europea per quanto concerne lo sviluppo digitale dell’economia. Il suddetto indice si basa su cinque indicatori: connessione dati, capitale umano, uso di internet, integrazione della tecnologia digitale nelle imprese e servizi pubblici digitali. Un programma di sviluppo sostenuto anche dal Governo
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cambiando il modo in cui finora si è lavorato, imporrà di ripensare il modo in cui vanno misurate le prestazioni dei lavoratori. Sempre gli analisti di IDC rivelano che la stessa cultura del lavoro cambierà ed entro il 2022, il 35% delle aziende sostituirà i tradizionali e datati KPI con i KBI (key behavioral indicator), adottando nuove metriche che permetteranno di misurare la, la collaborazione, la comunicazione, la capacità di risolvere i problemi, i risultati e gli obiettivi del proprio personale. Un passo avanti nello Smart Working. Anche il modo in cui si selezioneranno i dipendenti cambierà e i responsa-
bili delle risorse umane adotteranno metriche più attuali per valutare la produttività, considerando anche i “soft skill”, cioè le competenze finora trascurate perché ritenute non misurabili e che oggi sono considerate essenziali per raggiungere i livelli di produttività. È disponibile l’agenda dell’evento previsto per il 26 febbraio, a Milano. Saranno presentati dati e casi di studio italiani da Roberta Bigliani, executive lead di IDC Future of Work Practice per IDC Europe, e Daniela Rao, senior director research and consulting di IDC Italia e dai loro ospiti.
locale che ha pubblicato il piano nazionale di sviluppo della rete e dei servizi 5G. Nello specifico, Wifidom S.L. è una realtà che opera nel mercato dal 2003 sul territorio Iberico, con uffici a Madrid, Barcellona e Malaga. Nel corso degli anni si è mantenuta in crescita costante trasformandosi in un distributore ad alto valore aggiunto nell’ambito delle soluzioni Wifi e networking. Elemento distintivo dell’azienda, fa sapere Allnet.Italia, è l’attenzione rivolta alla clientela che si declina praticamente nell’offerta di un supporto completo, che va oltre la semplice fornitura di prodotti, in tutte le fasi del progetto: prevendita, progettazione, consulenza in fase di installazione, logistica, finanziamento, formazione, fino al post-vendita. «Siamo, dunque, molto felici di questa acquisizione, fortemente voluta da entrambe le parti, che ci permetterà di creare delle importanti sinergie, grazie alla condivisione di competenze e know-how tecnologico e di crescere insieme, per essere maggiormente competitivi sul mercato spagnolo attraverso un’offerta ancora più ampia e completa» ha commentato Emiliano Papadopoulos, CEO di Allnet.Italia.
TURNOVER Trend Micro nomina Alessandro Fontana Head of Sale Trend Micro, società specializzata in soluzioni di cyber security, ha annunciato la nuova nomina di Alessandro Fontana nel ruolo di Head of Sales di Trend Micro Italia. La nomina si inserisce in un percorso che vede la società impegnata nel rafforzare i propri team e l’organizzazione, con l’obiettivo dichiarato di posizionarsi in qualità di influencer autorevole nel mercato italiano della cyber security e supportare al meglio i partner e i clienti. Alessandro Fontana ha intrapreso il suo percorso professionale come Field Engineer presso diversi System Integrator. Dopo aver ricoperto per 10 anni il ruolo di Networking Security Consultant in Unisys, supportando i maggiori clienti enterprise del panorama italiano, nel 2012 passa in Check Point come Sales Engineer con il compito di formare e supportare i partner, fino a ricoprire il ruolo di Channel Team Leader. Segue un’esperienza in Fortinet e successivamente approda In Trend Micro nella primavera del 2017, con la carica di
il business nella regione, attuando la strategia aziendale e aumentando il grado di penetrazione di Check Point nel mercato, facendo leva su tutte le risorse possibili. Con oltre 20 anni di espeSystem Integrator Allian- rienza nel settore della ce Manager, per occuparsi cybersecurity, Gubiani è entrato in Check Point del business strategico attraverso le sinergie con Software Technologies le Telco, i System Integra- nel 2012 come Security tor e i partner tecnologici Engineering Manager dell’azienda. Sin dall’inizio, Alliance Trend Micro. a fianco del team vendite Con la carica di Head of e canale, il manager ha Sales Trend Micro Italia, Fontana è ora responsa- contribuito in maniera rilevante alla crescita della bile di tutti i clienti enterfiliale italiana di Check prise sul territorio. Il suo Point Software Technoloobiettivo principale sarà rafforzare le collaborazioni gies occupandosi principalmente dello sviluppo dei con le aziende che sono rapporti di collaborazione già clienti e sviluppare progetti con nuove realtà.. tra Check Point e i propri partner e della formazioTURNOVER ne del team sulle soluzioni David Gubiani cambia e sui prodotti aziendali. ruolo in Check Point «David rappresenta un Check Point Software punto di riferimento per Technologies ha annunla nostra azienda. Forte ciato la nomina di David conoscitore di tutte le tecGubiani in qualità di nuovo niche di social engineering Regional Director Securi- utilizzate in ambito security Engineering Southern ty e ottimo professionista Europe. Nel nuovo ruolo il dalle eccellenti qualità di manager guiderà il team Security Engineering del Sud Europa con l’obiettivo di supportare la crescita del business nella regione. A stretto contatto con il reparto vendite del Sud Europa, Gubiani si occuperà di guidare e ampliare
public speaking, negli anni ha dimostrato un talento singolare e una leadership in linea con la cultura di Check Point» ha dichiarato Roberto Pozzi, Regional Director Southern Europe. TECNOLOGIE SoftPi presenta la versione 10 di Omnis Studio Softpi, VAD attivo nel mercato ICT con un portfolio di soluzioni nei settori strategici del database, degli ambienti di sviluppo, dell’integrazione, della business intelligence e dello storage management, ha annunciato la disponibilità di Omnis Studio 10, la nuova versione dell’ambiente di sviluppo di applicazioni web e mobile di Omnis Software, un upgrade interessante per per sviluppatori ed imprenditori. «La versione 10 di Omnis Studio offre dei miglioramenti significativi per gli sviluppatori. Sono state aggiunte molte più funzioni ed è stata particolarmente ottimizzata la facilità d’uso. Questo consente ai manager IT, ai direttori IT e agli imprenditori la possibilità di ottenere risultati migliori con meno risorse» ha specificato Andrea Guidi, Sales and Marketing Manager di SoftPi. 11
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ati investimenti per 140 milioni di euro e altri 250 milioni sono stanziati per progetti già in corso. «A fine 2018 chiuderemo con una crescit a di circa il 67%, grazie al grande lavoro per lo svilupp o del canale», afferma Davide Suppia, Country manag er e vice president Sales di Data4 per l'Italia.
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sommario
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