IoT & SMART SOLU TIONS Distribuito gratuitamente con “Il Sole 24 Ore”
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workplace.it.fujitsu.com © Copyright 2015 Fujitsu Technology Solutions. Fujitsu, il logo Fujitsu e i marchi Fujitsu sono marchi di fabbrica o marchi registrati di Fujitsu Limited in Giappone e in altri paesi. Altri nomi di società, prodotti e servizi possono essere marchi di fabbrica o marchi registrati dei rispettivi proprietari e il loro uso da parte di terzi per scopi propri può violare i diritti di detti proprietari. I dati tecnici sono soggetti a modifica e la consegna è soggetta a disponibilità. Si esclude qualsiasi responsabilità sulla completezza, l’attualità o la correttezza di dati e illustrazioni.
IoT & SMART SOLUTIONS
In questa monografia di Solutions sono stati affrontati i temi tecnologici e strategici riguardanti la più grande rivoluzione industriale dal ‘700 a oggi. Già Internet, mettendo in contatto individui e macchine ha determinano un’ondata d’innovazione che è davanti agli occhi di tutti. Non a caso il premio Nobel Rita Levi Montalcini, intervistata poco prima della morte su quale fosse l’invenzione più importante del 20esimo secolo, indicò Internet. Con lo sviluppo di molteplici dispositivi connessi in rete, la comunicazione tra “cose” sta permettendo non solo di rinnovare completamente i processi aziendali e produttivi, ma anche di ammodernare i servizi per clienti e cittadini e cambiare per sempre le forme d’interazione aggiungendo sempre più intelligenza all’automazione. Solutions Reportec numero 82 - novembre 2016 Direttore responsabile Gaetano Di Blasio In redazione Giuseppe Saccardi, Riccardo Florio, Paola Saccardi Hanno collaborato Giancarlo Lanzetti, Daniela Schicchi Pubblicità Edmondo Espa Grafica e impaginazione Aimone Bolliger Immagini Dreamstime.com
Editore Reportec srl, corso Italia 50 20122 Milano Redazione via Marco Aurelio 8 20127 Milano tel 0236580441 www.reportec.it redazione@reportec.it Stampa Media Print Srl, via Brenta 7 37057 S. Giovanni Lupatoto (VR) Iscrizione al tribunale di Milano n° 722 del 21 novembre 2006 Tutti i diritti sono riservati; Tutti i marchi sono registrati e di proprietà delle relative società Il Sole 24 Ore non ha partecipato alla realizzazione di questo periodico e non ha responsabilità per il suo contenuto
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La rivoluzione annunciata dell’Internet of Things Gli ambiti applicativi dell’IoT L’IoT porta i rischi logici nel mondo fisico Il TRM di WebRatio porta il valore dell’IoT all’utente finale Freedome VPN: uno scudo digitale Reti sicure per l’industrial IoT proteggono l’azienda La sicurezza nella nuova era dell’Internet of Things
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L’industry 4.0 guida la digital tranSformation Industry 4.0 ai nastri di partenza Il piano del ministero dello Sviluppo Economico Tecnologie e social per una digital transformation di successo Gestire le informazioni in modo flessibile con Hitachi
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Le smart solutions che semplificano la vita Edifici, case, uffici, aziende sempre più intelligenti Digital Transformation: ecco i trend della digital innovation Il management e l’illuminazione dei building smart viaggia su IP Ambiente sicuro dalla casa all’ufficio con Smart Home Le Smart Solutions trasformano la stampa
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I Big Data in un mondo connesso La potenza dell’IoT attraverso gli analytics Veeam abilita un IoT e un cloud always-on
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IoT & 3 SMART SOLU TIONS
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Aumentare l’efficienza operativa, ridurre i costi, creare nuovi prodotti e servizi e sviluppare innovativi modelli di business. Come cambierà il nostro modo di interagire con il mondo
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nternet delle Cose, indicato per brevità con l’acronimo IoT (derivato dalla terminologia inglese Internet of Things) è il termine con cui si indica una rete di oggetti o di loro parti che sono in grado di interoperare tra loro e con sistemi informatici grazie all’integrazione di capacità di comunicazione ed elaborazione di vario tipo. A partire dal 2008 il numero di oggetti connessi a Internet ha superato quello delle persone connesse, e le previsioni di crescita al 2020 fornite recentemente dalla società di analisi americana Gartner Group, sono di 20 miliardi di oggetti connessi. Esistono molte definizioni differenti dell’Internet of Things ma ciò che contraddistingue dal punto di vista concettuale questo trend, che molti chiamano già rivoluzione, è che porta a riconsiderare gli oggetti in modo tale che non siano più definiti univocamente dalle loro proprietà fisiche, ma anche dalla loro possibilità di comunicare, scambiare dati, elaborarli e utilizzarli. La comunicazione wireless tramite Internet permette di estendere la portata di un oggetto in modo che un sensore che rileva un parametro possa avviare una catena di azioni di risposta su scala globale. Fornire agli oggetti la possibilità di interagire e di ottimizzare le loro funzionalità ne cambia dunque la natura e apre scenari finora impensabili.
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Gli ambiti applicativi dell’IoT Dalla domotica alla smart home, dal monitoraggio all’Industry 4.0, dalle molte applicazioni esistenti da tempo a quelle permesse dalle tecnologie d’ultima generazione, con molte potenzialità da esprimere
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er comprendere meglio le potenzialità dell’IoT il primo aspetto da sottolineare è che l’IoT non è una tecnologia, ma un approccio allo sviluppo di tecnologie che raccoglie diversi trend e applicazioni, alcuni dei quali esistono da tempo. Tra questi, l’ambito più maturo è la domotica, nata da una forte spinta all’innovazione tecnologica nel corso della cosiddetta terza rivoluzione industriale (il primo standard per le rete domotica siglato X10 risale all’inizio degli anni ‘70), per rendere intelligenti (o “smart” come si usa sovente dire) apparecchiature, impianti e sistemi. Oggi molte case dispongono di sistemi automatizzati per il controllo dell’impianto elettrico, dell’illuminazione e del clima, di sistemi di video sorveglianza e sicurezza e prevedono sensori per operazioni varie di supervisione e controllo. Con l’IoT, la domotica entra nell’era dell’Industry 4.0 e consente agli impianti domestici e agli oggetti sia di interagire tra loro, sia di comunicare ed essere controllati tramite Internet. Proprio in questo periodo stanno arrivando anche sul mercato italiano elettrodomestici “smart” connessi al Web: si va dal frigorifero che può fare la spesa online quando si accorge che manca qualcosa, al forno che scarica le ultime ricette e imposta le modalità di cottura di conseguenza, alla lavatrice che decide quando avviarsi in funzione del differente costo dell’energia per fascia oraria. Un altro ambito in rapida diffusione riguarda tutto ciò che ruota attorno all’home entertainment. A penalizzare il mercato della domotica oggi è soprattutto la mancanza di uno standard di
comunicazione condiviso, poiché la tendenza di ogni produttore è di abilitare la connessione tra gli oggetti e i sistemi che produce ma non con quelli di altri produttori suoi concorrenti. Diversi ambiti applicativi associati all’IoT sono abilitati dalle nuove tecnologie di rete a breve distanza. Tra queste possiamo ricordare Near Field Communication (NFC) su cui molte aziende hanno puntato per sviluppare applicazioni di micropagamento e di stampa di prossimità da dispositivo mobile. Tra le tecnologie emergenti vi è iBeacon, basata su Bluetooth (su cui Apple ha deciso di puntare a discapito di NFC) che prevede sistemi di localizzazione di piccole dimensioni alimentati a batteria che, una volta applicati a un oggetto, comunicano via radio una serie di informazioni specifiche a chiunque si trovi a portata di ricezione della trasmissione. Questo tipo di dispositivi può essere applicato un oggetto collocato all’interno di un museo come di un negozio, per fornire informazioni che lo riguardano sullo smartphone di un utente che gli sta di fronte. L’IoT trova ampie opportunità di utilizzo anche all’interno della supply chain per predisporre sistemi di tracciatura e controllo che consentono di reagire in tempo reale a ciò che può accadere a un prodotto. Si tratta di un tema di grande rilevanza a livello industriale poiché sapere cosa succede alle merci durante la loro distribuzione è un problema complicato da affrontare e costoso da risolvere, che può avere anche rilevanza critica: si pensi per esempio alle catena del freddo, dove è essenziale garantire che le condizioni
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di temperatura siano mantenute inalterate durante l’intero processo di trasporto. In ambito retail è già da tempo che si affronta il tema delle etichette “smart”. L’uso della tecnologia RFID ha introdotto etichette stampabili in grado di trasmettere informazioni a distanza ad appositi sistemi di lettura e controllo e la nuova frontiera è rappresentata dalle etichette LCD soprattutto nella grade distribuzione. Non si tratta di una semplice sostituzione, ma di un modello nuovo per la gestione del prezzo basato sui principi dell’IoT, di tipo centralizzato, sincronizzato e immediato. I prezzi possono essere aggiornati in tempo reale non solo tra lo scaffale e la cassa ma, nel caso di catene di negozi, anche tra tutti i punti vendita distribuiti a livello nazionale. Questo accorgimento apre la strada anche a nuove politiche commerciali: per esempio consente di modificare il prezzo di un articolo durante specifici giorni o persino fasce orarie, lasciando al marketing la fantasia di trovare nuove opportunità di business.
A livello industriale l’IoT permette di portare l’automazione industriale a un nuovo livello, di predisporre politiche ottimizzate di produzione, di manutenzione preventiva (è l’oggetto stesso che fa richiesta dell’intervento) e di sicurezza sul lavoro. L’IoT permette anche di realizzare sistemi di controllo diffusi per la mappatura di vaste aree di territorio per ambiti quali, per esempio, la rilevazione di vibrazioni di un edificio in caso di terremoti, l’uso di sensori di temperatura sugli alberi per individuare immediatamente pericoli di incendio o, in agricoltura, la possibilità di monitorare i parametri del terreno e ottimizzare l’uso di fertilizzanti e diserbanti. Tutte queste applicazioni, dal punto di vista tecnico, hanno richieste analoghe: prevedono l’uso di un dispositivo elettronico tipicamente di piccole dimensioni, autonomo dal punto di vista energetico, indipendente e in grado di comunicare. Vista così, la rivoluzione dell’IoT sembra semplice.
L’eccellenza della ricerca italiana porta innovazione nell’IoT
Dalle competenze e dalla ricerca dell’Istituto Italiano di Tecnologia, nasce Ribes Tech, start up che stampa su sottili fogli di plastica celle fotovoltaiche per alimentare il mondo degli oggetti smart di Riccardo Florio L’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) è nato nel 2006 con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata e di favorire lo sviluppo del sistema economico nazionale. Oltre al Laboratorio Centrale di Genova, l’IIT conta undici centri di ricerca a livello nazionale, due “outstation” negli Usa (MIT e Harvard) e circa 1470 persone che hanno prodotto a oggi oltre 6990 pubblicazioni, oltre 130 progetti Europei e 11 ERC, più di 350 domande di brevetto attive, 14 start up costituite e altrettante in fase di lancio. All’interno di un contesto tecnologico di così alto spessore scientifico nascono opportunità e innovazioni anche nell’ambito dell’IoT. È il caso di Ribes Tech, start-up costituita a Marzo 2016 nata da una collaborazione tra il “Center for Nano Science and Technology” dell’Istituto Italiano di Tecnologia e OMET, azienda di Lecco specializzata nella produzione di macchine rotative per la stampa. I materiali conduttori e semiconduttori che costituiscono la cella fotovoltaica hanno la proprietà di poter
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Una rivoluzione che abilita la “business transformation” Dal punto di vista del business l’IoT offre alle aziende opportunità di conseguire maggiore efficienza operativa, ridurre i costi, fornire un servizio migliore e differenziato ai propri clienti, creare nuovi prodotti e servizi e sviluppare nuovi modelli di business. L’IoT è in grado di incrementare l’efficienza operativa poiché la possibilità di acquisire dati dai sensori per analizzare un processo esistente offre la possibilità di individuare modi per migliorarlo e per ottimizzare le prestazioni dei sistemi che lo riguardano: è il caso, per esempio, dell’uso di sensori per migliorare il livello di automazione ed efficienza all’interno di un impianto produttivo o per predisporre interventi di manutenzione di tipo preventivo prima che si arrivi a un guasto. La raccolta e gestione di dati inviati dagli oggetti permette di fornire servizi differenziati e specializzati ai propri clienti, incrementandone il livello di coinvolgimento. Un’opportunità che riguarda
sia l’ambito dei prodotti di consumo, sia l’ambito manifatturiero. Si pensi, per esempio, all’uso di sensori all’interno di automobili e alla possibilità di proporre in modo proattivo e geolocalizzato servizi di intervento: non solo segnalare un comportamento insolito di un componente, ma identificare l’officina più vicina che dispone in casa del pezzo di ricambio dopo aver effettuato una verifica automatica via Internet. La possibilità di connettere tra loro diversi oggetti non apre la strada solo al miglioramento del servizio, ma anche alla possibilità di aggiungere valore ai prodotti e arrivare alla creazione di nuove soluzioni. Ampie opportunità di business possono derivare dalla connessione di molti oggetti i cui dati vengono analizzati con tecnologie software sofisticate (i cosiddetti analytics) per individuare opportunità non evidenti di risparmio o efficientamento: si pensi alla possibilità di monitorare l’attività di una flotta di autoveicoli in un contesto di car sharing o di logistica per analizzare il con-
essere sciolti in opportuni solventi per formare inchiostri speciali che possono essere utilizzati all’interno di processi standard di stampa rotativa. In questo modo Ribes Tech è riuscita a sviluppare dei moduli fotovoltaici in plastica utilizzabili come sorgente di energia in ambito domotica, smart city e Internet of Things, in sostituzione o in supporto delle batterie. I moduli fotovoltaici sviluppati da Ribes Tech sono pellicole sottili, flessibili e molto leggere (poche centinaia di grammi al metro quadrato) che vengono stampate in grandi volumi su fogli di plastica a basso costo. I moduli fotovoltaici possono essere fabbricati in forme e colori differenti, adattandosi alle esigenze di design degli oggetti in cui possono essere integrati. La tecnologia si basa su materiali semiconduttori organici, ovvero polimeri speciali in grado di condurre la carica elettrica che non includono sostanze tossiche o materiali rari come altre tecnologie fotovoltaiche e, inoltre, risultano compatibili con i metodi di smaltimento e riciclaggio tipici dei materiali plastici. La start-up approccia come primo mercato quello dei sensori connessi in rete. È sufficiente applicare una pellicola sul sensore per disporre di una superficie in grado di produrre energia sfruttando la luce naturale e artificiale. Le applicazioni industriali indirizzate a brevissimo termine sono di integrare pannelli fotovoltaici in plastica per alimentare etichette elettroniche, piccoli dispositivi di localizzazione indoor (iBeacon), reti di sensori di temperatura per la domotica e sistemi di monitoraggio diffusi. In questi campi di applicazione Ribes Tech ha già realizzato diversi prototipi e si prepara alle prime produzioni a partire dal 2017.
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sumo di carburante, il costo del rifornimento, i tempi di inattività e la posizione. Una delle opportunità più dirompenti portate dall’IoT è la possibilità di introdurre nuovi modelli di business. Il potenziale fornito dall’IoT è molto ampio e si manifesta spesso in uno spostamento da un modello di business centrato sul prodotto a uno che ruota attorno all’idea di servizio (as-a-service), basato livelli di servizio stabiliti contrattualmente (SLA) e modelli di pagamento basati sul livello di prestazioni offerto. Sbloccare queste possibilità di trasformazione non è un compito banale e richiede un cambiamento organizzativo che interessa persone e processi oltre a una trasformazione tecnologica che si inserisce tra la componente informatica e quella operativa.
I servizi a supporto dell’IoT Un’azienda che intenda perseguire opportunità di trasformazione di business con l’IoT, dovrebbe considerare anche l’insieme di servizi a supporto richiesti per affrontare le implicazioni dell’IoT.
Introdurre innovazione richiede l’analisi dei potenziali vantaggi, la valutazione interna di obiettivi di business e della tecnologia disponibile, come pure una vista esterna verso l’ambiente competitivo e le possibili carenze strutturali aziendali. Il processo di trasformazione presuppone l’integrazione di tecnologia che può richiedere un coordinamento tra le infrastrutture IT e quelle operative, che può interessare il data center, l’infrastruttura cloud, la rete di comunicazione e quella di memorizzazione dei dati. Inoltre, poiché i dati sono il valore principale dell’IoT, si dovranno predisporre progetti di analytics per la gestione dei big data. Una volta che una soluzione di IoT è stata realizzata, deve essere resa operativa e questo prevede un supporto qualificato che include la gestione dei fornitori e con un approccio sempre orientato alla gestione del cambiamento. Infine, le aziende che si indirizzano all’IoT devono occuparsi di rendere sicuro l’IoT attraverso tutte le componenti interessate: dal terminale di comunicazione, all’oggetto, alle connessioni di rete, ai dati. D
L’IoT porta i rischi logici nel mondo fisico Miliardi di oggetti connessi in rete ma, spesso, privi di protezione. Un rischio tanto più grande quanto più, questi oggetti, saranno utilizzati per controllare e influenzare ciò che circonda la nostra vita quotidiana di Riccardo Florio
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banale osservare come qualsiasi oggetto che si collega a Internet sia esposto agli stessi rischi che caratterizzano Internet. Nel caso dell’IoT questo non solo è vero ma va analizzato tenendo in considerazione che il mondo dei cosiddetti sistemi “embedded” (dai sistemi di controllo industriali, a quelli automatiz-
zati fino a quelli robotizzati) utilizzati tipicamente in ambito industriale è sempre restato chiuso, senza possibilità di comunicare e che, pertanto, tutti questi sistemi sono stati progettati senza preoccuparsi degli accorgimenti di sicurezza necessari per difendersi dalle minacce provenienti dal Web.
Un carenza di “esperienza” che apre, purtroppo, la strada a molte vulnerabilità. Peraltro, quando si parla di aprire al mondo di Internet sensori che possono controllare macchine, impianti o risorse importanti per la vita dei cittadini, il livello di rischio passa da quello logico (perdita di dati) a quello fisico (automobile che non risponde ai comandi). Basti pensare che, già oggi, oggetti connessi sono presenti in ogni aspetto della nostra vita: nella domotica, negli elettrodomestici, nei controlli dei mezzi di trasporto, nei giochi, nei sistemi
di pagamento, nella logistica e nell’automazione dei magazzini, nell’automazione industriale, nell’informatica, nei controlli delle infrastrutture, in sanità, nei contatori smart delle utility, nelle smart city, nella stampa 3D, nella telemetria e anche nelle armi “intelligenti”. Per il prossimo futuro il loro numero e l’ambito di diffusione crescerà enormemente e, proporzionalmente, cresceranno minacce e vulnerabilità. Gli IoT utilizzano gli standard del mondo informatico e operano in ambienti quali Windows, Linux, Android, iOS e sono, pertanto, esposti alle medesime vulnerabilità. A ciò va aggiunto il fatto che gli oggetti non sono solitamente presidiati e che la loro natura rende delicata la fase di autenticazione che richiederebbe un certificato digitale che farebbe, però, aumentare complessità e costi realizzativi. Ulteriori problemi per la sicurezza dei dispositivi IoT sono causati dalla non sistematica installazione delle patch e degli aggiornamenti, e più in generale dalla loro gestione, sovente carente. Non solo gli oggetti sono vulnerabili, ma anche i dati che raccolgono poiché, solitamente, sono collocati su storage in cloud. Il fatto che l’IoT richieda un elevato e complesso livello di integrazione e interoperabilità con i sistemi informatici peggiora ulteriormente lo scenario di sicurezza. La casistica recente ci parla già di frigoriferi connessi in rete che sono stati compromessi per generare attacchi che hanno causato interruzioni di servizio di portali aziendali così come di registratori video e webcam “hackerate” che hanno consentito al cyber crimine di interferire con le funzionalità online di aziende quali Paypal, Spotify e Netflix. La sicurezza IoT va, quindi, affrontata su un piano orizzontale, considerando non solo le caratteristiche dell’oggetto e della sua protezione intrinseca, ma anche gli aspetti legati al cloud, alle App, alle interfacce di rete, allo sviluppo del software, all’utilizzo di periferiche esterne, alla cifratura dei dati e alle modalità di autenticazione. D 9
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Il TRM di WebRatio porta il valore dell’IoT all’utente finale Semioty è il software di Things Relationship Management per il settore manifatturiero, che abilita la produzione di oggetti smart accessibili, configurabili e controllabili dall’utilizzatore di Riccardo Florio
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vantaggi dell’IoT restano, spesso, confinati all’interno del reparto produttivo per l’ottimizzazione dei processi o il miglioramento delle attività di controllo e manutenzione. È, invece, nella diffusione di oggetti smart e nel modo in cui questi interagiscono con gli utilizzatori finali, che il valore dell’IoT si amplifica e si rafforza. È sulla base di questo presupposto che WebRatio, realtà milanese specializzata nel software per lo sviluppo applicativo, ha creato Semioty, una soluzione che l’azienda definisce di Things Relationship Management (TRM). Analogamente al modo in cui una soluzione di Customer Relationship Management (CRM) collega tra loro le persone, il TRM gestisce la relazione tra le cose e l’intero ecosistema che gli ruota attorno che comprende produttore, rivenditore, utilizzatore, manutentore e installatore. «L’IoT non è solo una tecnologia per ridurre i costi di produzione - osserva Stefano Butti, amministratore delegato di WebRatio -. Per questo motivo il nostro obiettivo primario è quello di aiutare le aziende a integrare l’IoT nei loro prodotti in modo che questi, una volta arrivati all’utente finale, generino valore. In questo modo Semioty è in grado di abilitare una trasformazione dei modelli di business,
aprendo nuove opportunità per fornire servizi a valore aggiunto e conseguire un vantaggio competitivo».
Con Semioty integrare l’IoT diventa semplice Semioty è una soluzione software indirizzata al mercato manifatturiero la cui produzione si rivolge al target aziendale o professionale. Il TRM di WebRatio mette a disposizione tutto ciò che serve per realizzare una comunicazione bidirezionale tra un oggetto smart e l’ecosistema a esso correlato, inviando e ricevendo dati su parametri e caratteristiche specifiche attraverso il cloud. L’utilizzatore è in grado, da qualsiasi luogo e tramite qualsiasi dispositivo, di accedere al cruscotto specifico dell’oggetto e di interagire con esso per ottenere informazioni, ma anche esercitare il controllo, definirne la configurazione, predisporre azioni automatizzate (per esempio di manutenzione preventiva) e ottenere segnala-
zioni automatiche di vario tipo. La soluzione può integrarsi anche con il CRM aziendale e consente di definire gruppi di utenti con privilegi e viste differenziate in funzione del ruolo (per esempio, manutentore, installatore o fornitore esterno di ricambi o materiali consumabili). Semioty permette al produttore di integrare l’IoT sui propri prodotti, mantenendo la visibilità sui clienti e i prodotti venduti e avendo la possibilità di fornire servizi a valore aggiunto sempre nuovi. «Un’azienda manifatturiera - precisa Butti - ha così la possibilità di aggiungere il valore dell’IoT su ogni prodotto venduto senza doversi preoccupare di acquisire competenze interne o piattaforme software, di sostenere costi di sviluppo e integrazione per realizzare un’applicazione dedicata oppure di predisporre un’infrastruttura di comunicazione ad hoc. È sufficiente l’integrazione della componente elettronica per l’acquisizione dei parametri di interesse per fornire al cliente finale un valore aggiunto significativo oppure ai propri rivenditori la possibilità di sviluppare e proporre servizi». L’approccio proposto da WebRatio consente a un’azienda manifatturiera di realizzare un prototipo e provare il valore dell’IoT in modo rapido e a costi contenuti, partendo anche da un solo oggetto. Inoltre, Semioty è una soluzione “as a service” che prevede un modello di costo prevedibile perché basato su abbonamento. Il TRM di WebRatio è già utilizzato con successo in settori e ambiti molto diversificati tra loro che comprendono, tra gli altri, stampanti industriali, tagliaerba professionali, frigoriferi industriali, macchine da taglio per ceramica, termostati e termoregolatori fino a dispensatori di pillole. Grazie a una solida relazione con diversi partner tecnologici WebRatio è in grado di rappresentare un riferimento unico per rendere gli oggetti smart, interattivi e proattivi, inclusa la componente di progettazione, sensoristica, elettronica e connettività. D 11
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Freedome VPN: uno scudo digitale F-Secure ha rilasciato una soluzione per la protezione delle infrastrutture Smart basate su reti e dispositivi mobili e per la sicurezza degli end-point intelligenti di Giuseppe Saccardi
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i colleghiamo continuamente al Wi-Fi pubblico quando siamo fuori casa o fuori ufficio, senza nemmeno renderci conto che è proprio ciò che dice di essere, “pubblico”. Nonostante sia certamente un servizio utile, può trasformare il nostro dispositivo in un vero e proprio libro aperto e il procedere della Digital Transformation e la diffusione di soluzioni sempre più Smart rende ancor più critica la protezione dei dispositivi. Ciò significa che gli hacker possono ad esempio sfruttare un attacco del tipo ‘man in the middle’, posizionandosi sulla rete per intercettare il nostro traffico Internet. Ma non solo. Possono anche impostare hotspot Wi-Fi fasulli che presentano nomi di rete convincenti, così da trarre in inganno utenti disattenti. Una volta connessi a Internet non si nota nulla di strano, e si è portati quindi ad usare il dispositivo in modo normale. Lo scopo dell’hacker è
L’utilizzo dei dispositivi mobili richiede attenzione e una adeguata protezione dalle minacce
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rubare username e password degli account social dell’utente, dei suoi account email oltre che dettagli bancari. Cosa fare? Esiste una soluzione ed è semplice. Basta crittografare i propri dati usando una rete privata virtuale (VPN - Virtual Private Network). È un approccio che è possibile attuare tramite la soluzione Freedome di F-Secure, che si presenta come un’applicazione intuitiva per dispositivi mobili e desktop.
VPN e cifratura dei dati a protezione della privacy Nella sua essenza, una VPN è una sorta di tunnel virtuale crittografato che crea una connessione protetta tra il dispositivo di utente e la rete aperta, rendendo la navigazione online completamente anonima e mantenendo al contempo i dati personali protetti e fuori dalla portata dei criminali online. F-Secure Freedome è una App VPN che crittografa tutti i dati. Non importa quindi se l’hotspot pubblico che si sta usando sia o meno fasullo o se qualcuno sta tentando di spiare il tipo di traffico perché non sarà comunque in grado di rubare i dati perché per lui inintelligibili. La crittografia non è però l’unica protezione realizzata da Freedome. La App protegge anche contro siti dannosi e blocca i cookies di tracciamento, progettati per tracciare le attività dell’utente del dispositivo. In modo da garantire l’anonimato e la privacy degli utenti quando
sono online. Semplice anche l’utilizzo della App, che si attiva con un solo bottone e svolge il suo compito in modo trasparente in background.
Nessuna restrizione geografica La soluzione sviluppata da F-Secure tiene conto della crescente mobilità delle persone. Gli utenti possono scegliere di impostare dove preferiscono la posizione virtuale del loro telefono, tablet o notebook. Quindi, ad esempio, è possibile impostare la propria posizione virtuale in Italia quando si viaggia all’estero, cosa che permette di accedere ai propri account bancari o a quei contenuti pubblici o aziendali che sono bloccati quando si esce dai confini nazionali. Quattro le tipologie di benefici di Freedome, evidenziate dai responsabili di F-Secure: • Privati & protetti: protezione di privacy e anonimato mentre si naviga su web. • Sicurezza WiFi: connessione a hotspot pubblici o privati con navigazione sicura. • Semplicità: controllo della propria privacy e sicurezza online ottenuta premendo il bottone virtuale dell’interfaccia grafica. • Protezione dal tracciamento: protezione tramite VPN dal tracciamento e crittografia di tutto il traffico Internet in modo da evitare di accedere a siti pericolosi che possono contenere malware o rubare i dati privati. F-Secure Freedome, ha evidenziato F-Secure, proprio per il tipo di protezione on-line della privacy che assicura ha ottenuto il Mobile Ecosystem Forum award 2015 for Consumer Trust. Ad oggi il servizio è disponibile in Europa, Nord America, America Latina e Asia. È una App che può anche essere scaricata dal sito https:// www.f-secure.com/it_IT/web/home_it/freedome o direttamente su Google Play e dall’App store e che può essere provata gratuitamente per 5 giorni. Il suo uso richiede successivamente una licenza di poche decine di euro annui e protegge sino a tre dispositivi. D
Lasciare incustodito e non protetto un dispositivo espone a seri rischi
5 Consigli per connettersi in sicurezza
In via generale, suggerisce F-Secure, è possibile connettersi mantenendo la propria privacy sulla maggior parte delle reti seguendo alcune linee guida basilari: 1. Non connettersi se non si sta usando una VPN Usare una VPN come Freedome fornisce un tunnel protetto per usare connessioni Wi-Fi pubbliche senza incorrere in rischi. 2. Accertarsi di collegarsi alla giusta rete Controllare di avere il nome corretto della rete del sito pubblico o privato a cui ci si sta connettendo. Se non si è sicuri è meglio rimanere sulla rete del proprio smartphone. La rete sbagliata potrebbe essere una trappola “man-in-the-middle”. 3. Controllare che l’Url sia “https” La “s” in https indica che la propria sessione è protetta e crittografata anche se la rete viene in qualche modo violata. Importante per le transazioni finanziarie. 4. Mantenere i propri dispositivi aggiornati e puliti prima di collegarsi al Wi-Fi pubblico È importante mantenere tutte le applicazioni e i software aggiornati. Ma si deve farlo quando si è su una rete che si è certi essere sicura. Per una sicurezza generale, è poi suggeribile rimuovere su base regolare App non usate da tempo e vecchi file. 5. Usare l’autenticazione a due fattori ogni volta che è possibile Una recente indagine di Google ha rilevato che l’89% degli esperti di sicurezza usa l’autenticazione a due fattori per almeno uno dei loro account online. Facebook, Google, Twitter e decine di altri siti offrono l’autenticazione a due fattori. Vanno usate.
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Reti sicure per l’industrial IoT a protezione dell’azienda Le soluzioni Endian Connect abilitano le applicazioni IoT proteggendo sia le informazioni sia le componenti di operation, e garantendo Roi rapidi e bassi Tco di Gaetano Di Blasio
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bbiamo individuato le necessità di quella che poi si sarebbe chiamata industria 4.0 già nel 2011 grazie all’incontro con Liebherr che è diventato uno dei nostri principali clienti e grazie al quale abbiamo sviluppato una tecnologia VPN di nuova generazione per il mondo dell’industrial IoT, afferma Raphael Vallazza, Ceo di Endian. Da allora le applicazioni IoT si sono moltiplicate e «la suite Endian Connect può essere utilizzata come piattaforma per l’erogazione di servizi evoluti che permetteranno di creare nuovi modelli di business», continua il manager. Oggi si assiste a un progressivo cambiamento dei paradigmi legati ai vecchi parametri IT, che spostano il valore dall’hardware al software. Il numero delle connessioni è in crescita esponenziale, come pure quello delle diverse tipologie di dispositivi connessi. Contemporaneamente aumentano le minacce rivolte verso una superficie di attacco sempre più grande. In passato, la sicurezza poteva concentrarsi sulla rete, ma l’accesso tramite dispositivi mobili, cloud e, appunto, l’IoT estendono il confine ben al di fuori dell’azienda. Per consentire alle imprese di non perdere le opportuRaphael Vallazza, Ceo di Endian nità offerte dall’IoT, Endian
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ha sviluppato competenze specifiche e soluzioni che abilitano le applicazioni IoT in diversi ambiti industriali.
Le sfide dell’IoT Le applicazioni IoT vedono la convergenza di Information Technology (IT) e Operation Technology (OT), per questo in Endian sono state ideate interfacce di gestione per entrambe le componenti IT e OT integrate in un singolo prodotto. Un’altra ricaduta di questa integrazione riguarda i cicli di vita dei prodotti: infatti, mentre nell’IT si considera tipicamente un ciclo di vita che va da 3 a 5 anni, con l’OT si passa a un’impostazione del ciclo di vita da 5 a 10 anni. Per questo i responsabili di Endian forniscono prodotti con una maggiore durata e licenze fino a 10 anni. Per garantire il rispetto della privacy e la sicurez-
Casi di studio
Un esempio d’implementazione nell’ambito dell’energetica riguarda Caterpillar, cui serviva un sistema per la diagnostica remota e uno per assicurare aggiornamenti software ai motori a gas che generano l’energia. È stato possibile abilitare l’erogazione dei servizi e la manutenzione da remoto. Liebherr, specializzata in macchinari per le costruzioni e la produzione, ha potuto fornire a questi ultimi un accesso remoto sicuro. Sul fronte della sanità, invece, Werfen doveva connettere macchinari diagnostici di
za dei dati su rete locale e remota, Endian utilizza tecnologie di crittografia tramite firewall e VPN (Virtual Private Network) di ultima generazione. A tale proposito, va sottolineato che in ambito IoT, la compliance può essere un problema, soprattutto ora che è stato varato il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati, al quale si dovrà garantire conformità entro il 25 maggio 2018: sono previsti penali fino al 20% del fatturato per chi risulterà inadempiente. Il regolamento, in particolare, si adatta alle problematiche poste dall’industria 4.0. Anche per questo, in Endian hanno ridotto i tempi di certificazione, proteggendo direttamente ogni macchina o dispositivo. La soluzione, inoltre, è scalabile, permettendo di crescere fino a gestire migliaia di connessioni contemporanee sia da dispositivi locali sia remoti. Per quanto riguarda l’integrazione con quanto preesistente, Vallazza evidenzia: «Le nostre soluzioni operano in modo non invasivo e si integrano perfettamente attraverso le interfacce di programmazione (API) nell’infrastruttura presente. L’obiettivo che si pone la nostra soluzione è quello di rendere sicure le operazioni di gestione e monitoraggio, senza aggiungere complessità». I principali punti di forza, afferma Vallazza, sono «la semplicità della soluzione che non richiede formazione ad hoc per il personale che la utilizza
ospedali e laboratori, a segmenti di una rete locale non sicura. Con una 4i Edge per ogni macchina si è ottenuto un sistema plug-andprotect, con monitoraggio centralizzato. Altro caso realizzato dall’azienda di Bolzano, riguarda Orange Business Services, che doveva integrare in rete i sistemi legacy navali, tramite una connessione satellitare, per tracciare e monitorare le imbarcazioni, oltre a fornire al personale di bordo prestazioni da remoto di telemedicina e welfare e accesso sicuro.
I prodotti
Endian Connect Switchboard
Endian Connect App: un client per la connettività degli endpoint destinato a ingegneri, amministratori, clienti e partner, disponibile con supporto desktop (Windows, Mac, Linux) e per device mobili (iOS/Android). Endian Connect Switchboard: soluzione applicationaware per la gestione centralizzata, in grado di gestire anche la connettività logica. Endian 4i: sono i security gateway che gestiscono la sicurezza perimetrale per ambienti industriali, fornendo soluzioni firewall, VPN, IPS e disponendo di connessione 3G/4G. Sono disponibili anche diversi modelli rinforzati con supporto per temperature estreme. e la possibilità di ridurre fortemente i costi di supporto sui macchinari che vengono gestiti e verificati da remoto in piena sicurezza. Quest’ultimo aspetto favorisce la cosiddetta predictive maintenance, ovvero la capacità di prevedere malfunzionamenti riducendo il downtime». L’offerta dell’azienda bolzanina presenta anche altri punti di forza, come evidenzia sempre il Ceo, a cominciare dal fatto che la soluzione proposta incontra le esigenze di business in termini di basso costo totale di possesso (TCO o Total Cost of Ownership). Questo è reso possibile dall’installazione plug & connect, cioè che non prevede alcun training per il personale sul posto, il che garantisce tempi e costi minimi per la messa in esercizio. A ciò si aggiunge l’amministrazione centralizzata delle configurazioni e degli aggiornamenti, che comporta bassi costi di mantenimento. Dulcis in fundo, «i prodotti Endian rientrano nel piano Industria 4.0 promosso dal governo italiano e dal 2017, acquistandoli, si potrà usufruire dell’iperammortamento del 250%», conclude Vallazza. D 15
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La sicurezza nella nuova era dell’Internet of Things Trend Micro, azienda globale specializzata nelle soluzioni di sicurezza, mette in campo una strategia comune di difesa sia a livello aziendale sia di sistema Paese per ridurre i rischi legati alla rivoluzione digitale in corso di Riccardo Florio
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li analisti prevedono che nel 2020 ci saranno 26 miliardi di dispositivi connessi, dotati quindi di un indirizzo IP e potenzialmente in grado di essere “hackerati”. Nell’attuale contesto di Internet che ingloba tutto con forza crescente, cambiano dunque gli scenari della sicurezza e le risposte che si devono fornire in caso di attacco. Ci troviamo anche in un momento in cui i consumatori costringono i produttori a creare sempre nuovi articoli, ma le scelte molto spesso sono guidate dal marketing e dalla fretta di mettere i nuovi prodotti sul mercato e questa velocità relega spesso la sicurezza a un ruolo marginale. Trend Micro da oltre 28 anni è specializzata nel settore della sicurezza informatica e dispone delle risorse e delle competenze su scala globale necessarie per far fronte alle nuove situazioni di rischio legate anche all’avvento dell’IoT. Grazie a un’infrastruttura di sicurezza globale (Smart Protection Network) e ai suoi centri specializzati di ricerca e analisi, l’azienda giapponese è in grado di analizzare ogni giorno miliardi di dati, file, e-mail, applicazioni e pagine Web per individuare Gastone Nencini, country manager di le minacce a livello globale. Trend Micro Italia Non a caso, i ricercatori di
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Trend Micro sono stati più volte i primi a individuare minacce o vulnerabilità legate all’IoT e ad avvisare il mercato e fornire le indicazioni per contrastarle. «La difesa tradizionale che conoscevamo non ha più alcun senso oggi - spiega Gastone Nencini, country manager di Trend Micro Italia - e non solo per l’espansione del concetto di perimetro aziendale che ha determinato l’aumento dei possibili punti di accesso per gli attaccanti e le potenzialità di eventuali danni, ma anche per la crescita esponenziale delle applicazioni e dei sistemi operativi che dobbiamo controllare. Oggi ci sono molte più applicazioni rispetto al passato e questo amplia la finestra di rischio. In media ogni 5mila righe di codice esistono anche da 15 a 50 errori, ovvero da 15 a 50 possibilità di essere attaccati e, entro breve tempo, ci potremmo ritrovare con 26 miliardi di finestre che potrebbero essere attaccate da diversi punti per i più svariati motivi, come bloccare il sistema di un Paese, rubare i dati o altro ancora». Sebbene non vi sia alcuna singola soluzione capace di garantire la sicurezza di una vasta rete di oggetti connessi tra loro, Trend Micro propone un approccio integrato alla sicurezza che consente di attenuare i rischi predisponendo una serie di contromisure come l’esecuzione di un audit nel corso delle fasi di progettazione dei componenti software e hardware legati all’IoT, la configurazione di “gateway” di sicurezza, il monitoraggio dei terminali con cui ci si connet-
te alla rete (i cosiddetti endpoint) e l’uso di soluzioni in grado di analizzare in tempo reale gli avvisi (log) di sicurezza creati automaticamente dai sistemi di protezione. «Oggi stiamo dando maggiore attenzione agli scenari dell’Internet of Things - precisa Nencini - per essere pronti a contrastare le minacce nel momento in cui qualcuno dovesse attaccare e abbiamo oltre 1.200 ricercatori in tutto il mondo che si impegnano affinché i nostri dati e la nostra privacy rimangano protetti dalle insidie del Deep Web. Siamo concentrati nel mantenere i nostri prodotti al massimo livello da un punto di vista tecnologico, ma non ci siamo mai limitati a vendere solo le nostre soluzioni. La nostra filosofia è, infatti, quella di condividere le nostre ricerche, il nostro know how e le competenze sia con i clienti sia con le istituzioni, per avere una
strategia comune di difesa sia a livello aziendale che di sistema Paese. Per questo collaboriamo anche con il Cert, l’Università La Sapienza di Roma e le Forze dell’Ordine. Inoltre, per mettere in sicurezza i punti critici che contengono dati importanti e sensibili, studiamo anche soluzioni particolari ad hoc per i mercati verticali». Trend Micro è anche all’avanguardia nel settore della sanità con soluzioni che proteggono gli apparati elettromedicali e altri strumenti delicati che potrebbero facilmente essere attaccati per sottrarre i dati sanitari dei pazienti. Inoltre, sviluppa soluzioni specifiche per difendere le reti e i sistemi di controllo in ambito industriale, proteggendo impianti critici come quelli chimici o energetici che finirebbero, inevitabilmente, tra le pedine sulla scacchiera di una “cyber war”. D 17
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Veicoli che si guidano da soli, sistemi automatizzati per la gestione del traffico, impianti industriali automatizzati, logistica automatizzata, ordini di prodotti che automaticamente si propagano attraversano la filiera dal cliente al produttore non possono dare il massimo senza una rete di comunicazione automatizzata. AMF è il management framework automatizzato risultato dei 30 anni di esperienza di Allied Telesis nel networking professionale.
AMF permette di accelerare i tempi di progettazione, realizzazione e manutenzione delle infrastrutture di rete per IoT, Smart City e Industria 4.0 con benefici anche economici che aumentano nel tempo aumentando l’efficienza e riducendo tempi e costi di intervento. Completano il quadro il SES, una soluzione che utilizza la tecnologia SDN per mettere in sicurezza le reti aziendali e non, la piattaforma EtherGRID
per automatizzare la diffusione di applicazioni per la sicurezza e la comunicazione, un sistema operativo di rete unificato come Alliedware plus e decenni di esperienza nella realizzazione di infrastrutture di rete per applicazioni mission critical come la video sorveglianza. “Allied Telesis IoT Engineering & Services”, il centro di competenza EMEA per loT, Smart City e Industria 4.0 con sede a Milano, è il partner ideale per progettare e realizzare oggi reti a prova di futuro.
Allied Telesis IoT Engineering & Services Via del Passero, 3 - 20147 Milano Tel. 02 41273351 - Fax 02 4158 795 Email IoT.Engineering@alliedtelesis.com
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Automated Networks for the Automated Future World
L’industry 4.0 guida la digital transformation I piani del governo, appoggiati da Federmeccanica e altre associazioni, accelerano l’era digitale del business
Con il varo del piano proposto dal ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda si presenta” alle aziende un impegno nei confronti della digitalizzazione, come mai finora. Le industrie e le aziende tutte, per buona parte
già impegnate nella modernizzazione dei propri processi, sono invitate a ottimizzare le “operation e a sviluppare nuove forme e modelli di vendita e interazioni lungo la supply chain con fornitori, partner e clienti.
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Industry 4.0 ai nastri di partenza Più di 13 miliardi per riconfigurare la manifattura italiana in un’ottica digitale. È lo sforzo economico di Industry 4.0. Il piano del ministero e un’indagine di Federmeccanica di Giancarlo Lanzetti
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sulta l’industria dell’informatica o del digitale. Esulta l’industria delle macchine utensili, che in Italia è molto forte. Esulta il mondo delle start up che vede finalmente riconosciuto anche da noi il proprio ruolo e intravede la possibilità di un accesso più facile ai finanziamenti. È soprattutto il settore della manifattura a esprimere apprezzamento perché finalmente ha a disposizione strumenti per innovare in profondità. Sul mercato già cominciano a svilupparsi accordi e a fioccare annunci che vanno nella direzione prospettata dal Governo. Un esempio è IBRM, una Piattaforma Remota per la Predictive Maintenance. Si tratta di un sistema che consente di massimizzare l’efficacia delle attività di manutenzione dei clienti, intervenendo da remoto e riducendo fermi macchina e costi di manutenzione. Questo grazie all’impiego di un hardware specifico, sensori e algoritmi predittivi sviluppati in anni di ricerca avanzata e con l’impiego delle ultime tecnologie abilitanti in ambito Internet of Things e cioè big data, cloud computing, machine learning. Facendo leva sulla piattaforma Cloud Azure e sulla Cortana Intelligence Suite, i dati possono essere trasformati in azioni intelligenti e dopo un’opportuna analisi possono offrire alle aziende clienti le indicazioni necessarie per far lavorare la propria fabbrica al meglio recuperando efficienza e guadagnando produttività. È una iniziativa a tre: Innse Berardi, Camozzi Digital e Microsoft. Una
delle tante, si spera, che arricchiranno il panorama delle proposition industriali nell’era della digitalizzazione.
Alzare i livelli di investimenti innovativi Si coglie e valuta meglio l’importanza del programma Industry 4.0, riflettendo su alcuni dati contenuti in un’indagine di Federmeccanica dalla quale emerge con chiarezza un’indicazione: la necessità d’investire di più nell’innovazione, soprattutto di stampo digitale. In questa ricerca si calcola che il valore medio dell’investimento in Ict nelle imprese manifatturiere italiane è pari a 200mila euro (l’1,53% del fatturato). Non solo, c’è un abisso tra le diverse aziende perché si va da quelle che vengono definite “adopters” (cioè che hanno adottato almeno una di 11 tecnologie considerate qualificanti) e le “non-adopters” che addirittura non ne hanno adottata neanche una. Il 64% delle adopters dichiara di avere adottato almeno una delle 11 tecnologie considerate e la media degli investimenti è pari a 300mila euro; mentre per il 36% delle non-adopters il valore mediano di tale investimento non supera i 30mila euro. Le tecnologie individuate dall’indagine sono: meccatronica; robotica; robotica collaborativa; Internet of Things; big data; cloud computing; Sicurezza informatica; Stampa 3D; Sistemi di virtualizzazione e simulazione di prodotto; nanotecnologie; materiali intelligenti e analisi degli aspetti legati alle competenze manageriali. Significativo è che, passando alle intenzioni di
investimento, in assenza di stimoli, oltre il 50% del totale delle imprese dichiara di non avere intenzione di effettuare alcun investimento nelle tecnologie proposte, con l’eccezione della sicurezza informatica. Le misure di Industry 4.0 potrebbero giocare un ruolo importante e modificare il quadro delle aspettative. Tanto più che l’indagine conferma come la digitalizzazione porti le aziende a ottenere maggiori risultati. Secondo gli autori della ricerca, gli adopters in media presentano le seguenti caratteristiche: esportano una quota maggiore del proprio fatturato (44% contro 33%); giudicano elevato il proprio livello di digitalizzazione (37% contro 14%); hanno una quota più elevata di dipendenti laureati (19% contro 12%); investono di più in ricerca e sviluppo e formazione, hanno più contatti con Università ed enti di ricerca. Inoltre, considerano più importanti per la propria competitività la qualità, l’innovatività, la personalizzazione del prodotto e del servizio, mentre giudicano il prezzo una variabile meno rilevante. In assenza di azioni correttive, sottolineano in Federmeccanica, il divario tra le imprese più avanzate e quelle più arretrate è destinato quindi ad accentuarsi. Sempre presso Federmeccanica, si sostiene che occorre un’azione diversificata. Le imprese che hanno già intrapreso il percorso dell’innovazione devono percepire meglio la diretta connessione tra, da un lato, le tecnologie e le competenze adottate e, dall’altro lato, le logiche economiche che possono permettere loro di sviluppare nuovi modelli di business. Allo stesso tempo è necessario aiutare i non-adopters a vincere lo scetticismo spiegando che si può adottare un approccio graduale all’introduzione
di queste tecnologie: «Iniziare in piccolo già da domani ma, pensando in grande», afferma Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica, che però evidenzia come la pressione internazionale (e gli agguerriti competitor) renda però obbligata, nel medio periodo, una reale discontinuità (tecnologica, di competenze e organizzativa) e aggiunge: «L’Industry 4.0 è più di una sfida. È una rivoluzione industriale in atto che consente alle imprese di intercettare il cambiamento e di non restare esclusi dalle traiettorie competitive dell’industria globale. In questo scenario il ruolo di Federmeccanica è quello di agire come “nodo intelligente”, promuovere e diffondere la cultura dell’innovazione, come indispensabile driver di competitività e crescita dell’industria italiana. L’economia della conoscenza e la digitalizzazione ormai permeano ogni fase del processo produttivo, rendono interconnesso l’intero ciclo e ridefiniscono le catene del valore e i modelli di business». A questo scopo Federmeccanica ha costituito la Task Force “Liberare l’ingegno” che si è posta l’obiettivo di censire a livello nazionale le applicazioni pratiche sviluppate dalle imprese associate, con la finalità di metterle a fattore comune, a beneficio di tutti: aziende, parti sociali, lavoratori e attori istituzionali. D
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Il piano del ministero dello Sviluppo Economico 13 miliardi per digitalizzare l’industria lungo più direttrici. Supporto alla trasformazione digitale attraverso competence center e digital innovation hub nazionali, attività di sensibilizzazione lungo tutta la Penisola di Giancarlo Lanzetti
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ostegno economico alle imprese, sviluppo di competenze a partire dalla formazione scolastica, diffusione della cultura digitale anche attraverso l’identificazione di aree d’eccellenza. Si articola su queste tre direttrici il piano Industria 4.0 presentato dal ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda. La sostanza: nel solo 2017 il governo intende mobilitare investimenti privati per 10 miliardi di euro in più (passando da 80 a 90 miliardi), con un incremento di 11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione e 2,6 miliardi di risorse per progetti early stage nel periodo 2017-2020. Va ricordato che il piano risale a prima dei terremoti che hanno devastato parte dell’Italia centrale e non si può escludere che le allocazioni possano subire variazioni. Rispetto alle competenze, l’obiettivo è avere 200mila studenti e 3mila manager specializzati sui temi dell’Industria 4.0, raddoppiando il numero degli iscritti agli istituti tecnici superiori focalizzati su questo settore verticale. A supporto della trasformazione digitale saranno istituiti, sempre a partire dal 2017, competence center e digital innovation hub nazionali, sei consorzi deputati alla discussione sugli standard dell’IoT e un roadshow di sensibilizzazione lungo tutta la Penisola, a cui prenderanno parte
associazioni, università, aziende testimonial e le più alte cariche istituzionali. Il tutto sarà gestito dalla cabina di regia composta dalla presidenza del Consiglio dei ministri, dai dicasteri dell’Economia, dello Sviluppo, dell’Istruzione, del Lavoro, delle Politiche Agricole e dell’Ambiente e da una rappresentanza degli atenei tecnici, dei centri di ricerca, dell’imprenditoria e delle organizzazioni sindacali. Il super ammortamento sarà prorogato e prevedrà un aumento dell’aliquota dall’attuale 140% al 250% per gli investimenti in soluzioni per l’Industria 4.0. Il credito d’imposta alla ricerca dovrebbe passare dall’attuale 25% al 50% per la spesa interna (sulla spesa interna rimarrà al 50%) con il credito massimo per contribuente che salirà da 5 a 20 milioni di euro. Sono inoltre previste detrazioni fiscali fino al 30% per gli investimenti fino a un milione di euro in startup o PMI innovative, agevolazioni su investimenti a medio/lungo termine e iniziative come acceleratori di imprese focalizzate, ancora una volta, sui temi dello smart manufacturing. Tutto questo dovrebbe costituire un impegno pubblico del valore di 13 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 355 milioni di euro per l’implementazione del piano nazionale Scuola digitale, i 70 milioni di euro destinati alla formazione specialistica, i 170 milioni previsti per il potenziamento dei cluster tecnologici e infine i 100 milioni per i già citati competence center. Un totale quindi di ulteriori 700 milioni di euro. Sempre che il governo non cada. D
Tecnologie e social per una digital transformation di successo Bruno Sirletti, AD di Fujitsu Italia, illustra i punti salienti della digital transformation e gli aspetti tecnologici e sociali a cui porre attenzione per il successo di un progetto. Le tecnologie sono importanti, ma altrettanto lo è il coinvolgimento di manager e dipendenti
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a digital transformation, l’adozione di smart solution, nuovi paradigmi come l’IoT che si aggiungono a quelli affermatisi come il cloud e la mobility, le crescenti esigenze di sicurezza, impongono che si guardi all’IT e alle relative infrastrutture aziendali in un’ottica nuova, più ampia, con l’obiettivo di integrare i diversi aspetti in modo sinergico al fine di realizzare un’infrastruttura che, a partire da quanto esistente, possa evolvere, essere dinamica e flessibile e allo stesso tempo sicura e facilmente fruibile sia dal personale aziendale, sia dai clienti. Anche se al momento solo una pur nutrita minoranza di aziende ha già intrapreso il processo di trasformazione, sono però molto più numerose e consce dei problemi da affrontare quelle che si apprestano a farlo, sia nel campo dei servizi che in quella che si prefigura come l’Industry 4.0, dove cresce l’adozione dell’IoT. Quello della digital transformation è un tema che Fujitsu ha fatto proprio da molto tempo e su cui è impegnata assieme a clienti di tutto il mondo e di tutti i settori di mercato. «In tutti gli incontri a cui di recente ho partecipato con i CIO di aziende, il tema della Digital Transformation è sempre stato molto dibattuto. Naturalmente c’è chi è già in fase avanzata e chi sta considerando come procedere e con
quali partner. È, però, comune a tutti la percezione che il modo di fare business stia cambiando rapidamente e che proprio loro siano chiamati a dare il massimo del contributo alla modernizzazione della propria azienda», ha osservato Bruno Sirletti, presidente e AD di Fujitsu Italia.
di Giuseppe Saccardi
I quattro ambiti della digital transformation Se la trasformazione digitale interessa tutti i numerosi aspetti dell’IT, quattro sono secondo Fujitsu gli ambiti di maggior sviluppo su cui dovrebbero concentrarsi le attenzioni di CIO e manager. Un primo tema è quanto concerne la trasformazione dei processi dell’azienda. Un secondo tema è ciò che costituisce l’interfaccia dell’azienda verso e dal cliente. Oggi l’interazione tra azienda e cliente può avvenire tramite una app, la presenza fisica non è fondamentale. Un altro Bruno Sirletti, presidente e AD esempio: nel caso di banca, di Fujitsu Italia il funzionario può recarsi 23
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IT ibrido per la digital transformation La digital transformation passa attraverso un IT ibrido. Per facilitarla Fujitsu ha sviluppato un servizio che consente l’integrazione di servizi cloud-based nelle reti aziendali e di fornire connessioni con QoS garantito. L’obiettivo che ha perseguito è quello di abilitare la possibilità di fruire di applicazioni business critical su cloud pubblici hyperscale come Microsoft Office 365, Azure e Fujitsu Cloud Service K5, presentate recentemente. Il servizio è stato ideato per migliorare l’effidal cliente e, tramite dispositivi dotati di sistemi di sicurezza e per la firma elettronica, raccogliere ordini ed operazioni finanziarie. Un terzo tema è quello relativo al supporto nella presa di decisioni. È un aspetto del processo di trasformazione digitale che coinvolge i big data, gli analytics e implica il disporre di un sistema digitale che permetta di raccogliere le informazioni anche su larghissima scala, le memorizzi, le processi e fornisca risultati utili per le decisioni di business. Il quarto punto, riguarda ’IoT. Coinvolgendo tuttavia temi di ampio respiro, come ad esempio la trasformazione non solo del manufacturing ma anche delle smart city e gli ambiti più sociali, Fujitsu ritiene che debba essere affrontato a parte. «In tutti questi ambiti siamo presenti con tecnologie e soluzioni che possono aiutare i nostri clienti nell’affrontare la Digital Transformation. È un portfolio molto ampio che comprende soluzioni e servizi che rendono più efficace e produttivo il Presentation Layer mediante applicazioni digitali, supportano le decisioni grazie agli Analytics e lo sviluppo di infrastrutture IoT», ha commentato Sirletti.
Integrare l’esistente con il futuro
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Certo non sono tutte rose e fiori, evidenzia il manager. Creare una app per il cliente è rela24
tivamente semplice; il difficile è fare in modo che si integri con l’ esistente, dal mainframe ai sistemi legacy o a SAP. «A nostro avviso la tecnologia si deve integrare facilmente con l’esistente e disporre anche di quella componente che noi chiamiamo Hybrid IT, ovvero l’interfaccia tra il mondo in essere e il nuovo mondo digitale. Un’azienda che decide di investire nella digital transformation deve essere consapevole di dover intraprendere questo percorso e di dover cercare supporto per realizzarlo», mette in guardia Sirletti. Se numerosi sono i driver che suggeriscono di intraprendere la strada della trasformazione digitale, quello che fa da collante è però il consulente. Con il supporto di un partner che abbia maturato una solida esperienza è possibile valutare cosa si sta facendo, esaminare quali sono e dove si trovano i dati, quali sistemi IT sono disponibili e poi decidere come si possano utilizzare per ottenere il risultato stabilito. «Per facilitare l’obiettivo della digital transformation abbiamo sviluppato, oltre a un ampio portfolio di soluzioni e di servizi, una piattaforma di Hybrid IT basata su cloud che permette di inserire l’IoT nella infrastruttura dell’azienda. È una soluzione che risolve il problema di disporre di una piattaforma che abilita la raccolta delle informazioni IoT in modo semplice e su ampi spazi geografici. È già disponibile dall’an-
cienza dei processi di business mediante reti dinamiche, veloci e sicure che permettano di integrare il più semplicemente possibile i propri sistemi IT aziendali con i migliori servizi cloud pubblici. Fujitsu Hybrid Cloud Connect è la soluzione che permette, in questa ottica, di sfruttare più efficacemente i servizi cloud pubblici, più economici, eliminando i colli di bottiglia della rete, che costituisce uno dei più rilevanti punti critici. La soluzione è stata radicale. Invece di basarsi su connessioni internet, il servizio no scorso in Giappone e ora è disponibile anche in Italia», ha evidenziato Sirletti.
L’importanza del fattore umano Le tecnologie sono una condizione necessaria ma, di per sé, non sufficiente. Un altro fattore parimenti importante che è necessario prendere in considerazione è il coinvolgimento del personale e la sua formazione. Questo per evitare di creare un digital divide all’interno dell’azienda tra personale di diversa generazione ed estrazione. «Quando parliamo con i CIO facciamo sempre emergere l’importanza di questo aspetto. Il rischio sarebbe, altrimenti, di incorrere in concreti problemi sociali con i conseguenti impatti negativi sul progetto di trasformazione in atto. Sono quattro gli elementi che, in particolare, evidenziamo sempre con i clienti: le persone, la sicurezza, la gestione della complessità - indotta dalla digitalizzazione perché ai sistemi esistenti si aggiungono quelli nuovi -, l’adoption, e cioè come fare affinché le persone adottino in modo ottimale le nuove tecnologie. Se si opera un mero cambiamento tecnologico, senza avere ben presenti questi parametri, diventa difficile realizzare una efficace e produttiva trasformazione digitale e ottenere, come logica conseguenza, i benefici che ne derivano», osserva Sirletti. D
utilizza connessioni di rete private quali le linee affittate per collegare i data center delle aziende ai cloud service provider hyperscale. Ciò permette di disporre di livelli di servizio concordati e immuni dalle instabilità e non prevedibilità delle congestioni che possono interessare le connessioni internet.
Digitalizzarsi in sicurezza e nel cloud con MetaArc
La piattaforma MetaArc di Fujitsu permette, alle aziende, di digitalizzare le proprie attività in modo da poter sfruttare tecnologie quali i big data, la mobility enterprise e l’Internet of Things. È una soluzione che include le tecnologie, gli strumenti, i servizi e le partnership che occorrono per sviluppare un cloud strategico aperto a diversi modi di realizzazione, dal pubblico al privato all’ibrido. Supporta l’erogazione di ambienti ‘Fast IT’ basati su cloud, solitamente conseguenti a iniziative intraprese da singole business unit e utilizzati in genere per esplorare e sfruttare soluzioni digitali innovative. MetaArc supporta non solo le piattaforme cloud IaaS e PaaS della stessa Fujitsu, ma anche i servizi cloud di terze parti. L’architettura della piattaforma supporta anche la modernizzazione di quelli che Fujitsu chiama ‘sistemi di Robust IT’, in modo da monetizzare il valore insito nei dati e nei sistemi esistenti. Si tratta di un obiettivo che si persegue mettendo a fattor comune ambienti di tipo legacy solitamente situati in un data center on-premise oppure hosted, al fine di creare scenari IT ibridi che massimizzino il valore delle infrastrutture IT. In sostanza, tramite MetaArc le aziende aperte al cloud possono attingere più facilmente a elementi chiave per la crescita come l’analisi dei dati, rendendo mobili nel contempo le loro applicazioni e il loro stesso ambiente enterprise. Inoltre, possono affrontare più facilmente le nuove sfide e opportunità create dall’IoT, che aggiunge potenzialmente miliardi di dispositivi connessi e genera volumi molto elevati di dati e ulteriore complessità.
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Gestire le informazioni in modo flessibile con Hitachi La flessibilità è indispensabile per affrontare le sfide della digitalizzazione, del cloud e dell’IoT. Marco Tesini, country manager e amministratore delegato di Hitachi Data Systems Italia, illustra i punti fondamentali di una strategia vincente di Giuseppe Saccardi
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Information Technology offre oggi soluzioni evolute alle esigenze delle aziende. Paradigmi come il cloud, i big data, l’IoT e analytics, sono tutti aspetti che forniscono concrete possibilità per espandere il business aziendale nonché per adeguare rapidamente i processi alle esigenze del mercato. Il problema è come e con quale approccio inserirli nell’infrastruttura core dell’azienda evitando di aumentare esponenzialmente la complessità e di incorrere nei cosiddetti “lock-in” che limitano la flessibilità e la possibilità di cambiare strategia e approccio al mercato qualora questo si rendesse opportuno. Quello che va sotto il termine di Business Digital Transformation è quindi un processo evolutivo che attraversa trasversalmente l’azienda, ma che non può prescindere da una attenta revisione dell’infrastruttura IT nel suo complesso. Marco Tesini, country manager e amministratore «Digitalizzazione è il delegato di Hitachi Data Systems Italia processo di traduzio-
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ne delle informazioni nel linguaggio dei computer (cit.Treccani). Infatti l’informatica è sin dai suoi albori conosciuta come la scienza delle informazioni. Quindi nulla di nuovo, se non per il fatto che la quantità di dati a disposizione è andata crescendo in modo esponenziale negli ultimi anni. Ma non è solo questione di quantità, bensì anche di varietà delle sorgenti. Oggi l’informazione rilevante per le aziende è solo in parte quella interna e di tipo tradizionale. A questa si va aggiungendo una mole crescente di dati che hanno origine al di fuori dell’azienda e che da oggi dovranno essere trattati in maniera integrata», evidenzia Marco Tesini, country manager e AD di Hitachi Data Systems (HDS) Italia.
Aprirsi all’esterno, in modo flessibile La trasformazione digitale di un’azienda deve necessariamente tenere conto dell’apertura verso l’esterno; ma la crescita del volume di dati e informazioni che ne consegue richiede che si sia in grado di capire quali sono i dati rilevanti per l’azienda, passo propedeutico per poter disegnare una architettura capace di raccogliere in modo efficace questi dati e consentirne una funzionale allocazione che ne garantisca la fruizione in modo sicuro ed efficiente.
«Aiutare a decidere quali sono i dati realmente utili, come integrarli e gestirli e dove allocarli in modo ottimale è uno dei valori distintivi di Hitachi. Non c’è dubbio che la strada del processo di digitalizzazione passi per gli investimenti nelle aree degli Analytics, del Cloud o dell’IoT, su cui Hitachi è fortemente impegnata. Ma è fondamentale predisporre preventivamente l’infrastruttura IT affinché questa sia in grado accogliere, integrare, archiviare, gestire e rendere disponibili in modo efficiente e sicuro i DATI rilevanti senza compromettere l’ indipendenza del Sistema e l’agilità dell’azienda», osserva Tesini. Perseguire la flessibilità necessità che si intervenga sulla infrastruttura legacy, che costituisce l’elemento più rigido quando serve rispondere rapidamente al cambiamento del mercato. Rendere agile l’IT, nella Vision di Hitachi, vuol dire in sostanza dotarla degli attributi di flessibilità ed intelligenza che permettono di trattare il più semplicemente possibile la crescente mole di dati, generati dai sistemi interni ed esterni all’azienda, senza dover ogni volta porre mano all’infrastruttura, con investimenti continui e consistenti. Due gli aspetti da considerare che Hitachi ritiene salienti. Il primo è che per disporre di un IT agile si devono eliminare i lock-in sia a livello hardware che software e adottare soluzioni che, come quelle sviluppate da Hitachi, siano in grado di gestire oggetti eterogenei mediante gli standard de jure e de facto più utilizzati e di far convivere all’interno dello stesso sistema dati strutturati, non strutturati, file e contenuti digitali di qualsiasi natura. Ma questo è solo un primo aspetto.
Nel Cloud mantenendo il controllo dell’informazione Il secondo aspetto da considerare per ottenere la flessibilità è in relazione al cloud. Il cloud, osserva Hitachi, non potrà mai far fronte al
HDS coniuga nell’IoT l’esperienza in oltre 100 anni di OT e IT
100% delle necessità aziendali. Per sua stessa natura e per mettere a disposizione dei clienti i vantaggi delle economie di scala, il cloud ricalca l’approccio che caratterizza i fornitori di servizi wholesale; in quanto tale non permetterà mai quella personalizzazione e versatilità dei servizi IT che per un’azienda sono indispensabili. L’alternativa è il cloud ibrido, la cui realizzazione comporta notevoli complessità architetturali e di gestione ed implica una rigida e predefinita allocazione delle risorse fra interno ed esterno dell’azienda, il tutto a scapito della flessibilità. Le aziende sono invece pressate dalla necessità di modificare continuamente i propri processi, applicazioni ed infrastrutture per far fronte al sempre più rapido mutare delle condizioni di mercato o delle normative. «Le soluzioni Hitachi consentono di realizzare una infrastruttura IT in grado di allocare e spostare i dati in modo semplice e dinamico sia all’interno dell’azienda che sul cloud. Inoltre garantiscono alle aziende di mantenere il controllo e la proprietà dell’informazione all’interno del proprio perimetro attraverso una gestione intelligente dei metadati, ovvero delle informazioni derivanti dalla combinazione utile di dati elementari. Questi metadati sono il vero valore da proteggere. Le soluzioni Hitachi dunque, disaccoppiando il dato dall’informazione utile, offrono la possibilità alle aziende di decidere quali dati archiviare sul cloud, senza il rischio di com27
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promettere il valore aziendale e, soprattutto, di poterli spostare agilmente nel tempo da un provider ad un altro o di riportarli all’interno del proprio perimetro in base a criteri di convenienza e integrazione nonchè per rispondere rapidamente alle dinamiche del business», osserva Tesini. Peraltro, evidenzia Hitachi, la flessibilità è condizione necessaria per realizzare qualsiasi progetto in ambito IoT e big data analytics. Si può, infatti, condividere l’efficacia di una strategia di “azienda duale” per accelerare il processo di digitalizzazione, purché l’infrastruttura IT sia stata predisposta per integrarne e consolidarne velocemente nei sistemi legacy i relativi vantaggi.
«Hitachi permette tramite le sue soluzioni di trasformare le infrastrutture IT, favorire una rapida ‘digitalizzazione’ dell’azienda e supportare l’evoluzione verso l’Hybrid cloud garantendo un controllo assoluto, efficiente e sicuro sui dati aziendali, semplificando la gestione di un sistema molto complesso e dinamico, ma soprattutto eliminando eventuali “lock-in” nei confronti dei cloud provider. Grazie a Hitachi i clienti possono fare leva sugli indiscutibili vantaggi del cloud mantenendo l’indispensabile indipendenza, flessibilità e sicurezza nella gestione della proprietà delle Informazioni e favorire il processo di trasformazione digitale garantendo il ritorno degli investimenti fatti», conclude Marco Tesini. D
gustare DE alla scoperta dei sapori d’Italia
01 giugno 2015
giornalisti, enologi, chef, nutrizionisti, esperti alimentari vi promettono un’esperienza nuova DEgustare
La Toscana di Biella
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La diffusione di tecnologie intelligenti che impattano positivamente sui processi aziendali e sulle condizioni di vita delle persone
Le smart solutions che semplificano la vita SM 29 A RT
Edifici, case, uffici, aziende sempre più intelligenti Dai palazzi che ottimizzano l’energia alla sicurezza della videosorveglianza, dal miglioramento dei processi aziendali a quello dei servizi al cittadino, sono sempre più numerosi i benefici della trasformazione digitale di Giuseppe Saccardi
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uando si parla e si affronta il tema della digital transformation con il pensiero si va, immediatamente al mondo delle aziende, all’ufficio in cui si lavora, al contesto urbano in cui ci si muove, oppure a quanto viene riferito come Industry 4.0 per indicare la trasformazione che stanno subendo o che si prevede subiranno, le entità produttive ovunque siano dislocate. Difficilmente si pensa, in prima battuta, a un ambiente in cui si vive o si finisce con il passare molto del proprio tempo, in primis quello domestico, successivamente anche quello del grande magazzino o dell’ambiente pubblico, come - ad esempio - una realtà ospedaliera. In queste realtà, per anni, anzi, per decenni, si è parlato di domotica, intendendo con questo termine la tecnologia informatica applicata alla domus in modo da ottenere benefici per chi vi si trova. La strada percorsa nonostante numerosi tentativi non è stata, però, molta, vuoi per la resistenza dei costruttori che non sono mai apparsi interessati, per formazione o per riottosità a recepire i fondamenti della cosa o nel cambiare il modello produttivo e di business, ad una sua reale applicazioni, vuoi perché le tecnologie al contorno non erano ancora mature o risultavano troppo costose per il vasto pubblico o le aziende che non fossero di grande dimensione. La digital transformation, in sostanza, coinvolge ogni ambito della vita quotidiana. Dallo smart office alla smart home, per passare attraverso soluzioni innovative che rendono smart gli edifici e ogni ambito
della nostra vita. Se allarghiamo e pensiamo più in grande, in sostanza, ci troviamo davanti a quello che, fino a pochi anni fa era solo un mito, oggi diventato realtà. Quello delle smart city. Le cose ora, però, stanno cambiando rapidamente, perché sono maturate diverse condizioni al contorno che hanno mutato profondamente lo scenario e permettono di realizzare infrastrutture smart, o del tipo domotica 2.0 tanto per usare una similitudine sempre più diffusa, che possono essere integrate e sovrapposte a quella base di un building, sia esso abitativo o commerciale, senza dover effettuare interventi edilizi significativi e molto costosi o affrontare particolari disagi. I settori dell’IT che stanno favorendo il revival dell’edificio intelligente, in grado di assicurare un ambiente ideale a chi vi ci si muove o lavora sono svariati ma è il fatto della loro convergenza che ha, in effetti, aperto la strada a quello che viene riferito con l’ennesimo termine anglosassone come smart building.
Smart building e tecnologie Un elemento chiave nella diffusione dello smart building lo si trova innanzitutto sul piano dei costi che non sono più proibitivi come anche solo qualche anno fa. Ad esso si affianca quello della disponibilità delle tecnologie semplici da usare e integrate, come ad esempio le telecamere IP o dispositivi IoT come i sensori gestibili via IP o da remoto tramite reti wireless. Non ultimo e in molti casi il motivo scatenante del bisogno, quello
della sicurezza ambientale e personale, che non trovando più la barriera nei costi e grazie anche a politiche nazionali in termini di tassazione o di bonus fiscali volte a favorire gli investimenti in tal senso, portano alla decisione di applicare nel concreto le tecnologie rese disponibili sul mercato. Quelli citati sono fattori che coniugati tra loro stanno portando ad un incremento dell’interesse verso lo smart building, come confermato anche dalla nutrita partecipazione di azienda e pubblico a recenti eventi nazionali centrati sul tema “smart” e sull’IoT. Quello dell’IoT applicato allo smart building appare quindi un settore in espansione e in grado di movimentare consistenti investimenti sia a livello privato che pubblico. Come in altri settori aziendali, similmente ad esempio quando si parla di contenimento della CO2 intendendo in realtà con questo la riduzione dei costi energetici per un’azienda (dal condizionamento all’illuminazione degli uffici sino a quanto seve per raffreddare il data center), anche in questo caso il fattore risparmio è uno dei punti chiave nell’interesse a sviluppare soluzioni Smart. La disponibilità di soluzioni che permettono di controllare l’apertura o la chiusura di tapparelle, di attivare il riscaldamento in modo automatico in certi momenti della giornata, di spegnere e accendere automaticamente le luci solo in presenza di persone, sono tutte soluzioni attuabili ora tramite piccoli sensori IoT che collegati alla centralina programmabile possono portare a congrui risparmi, e che peraltro, con gli sviluppi della rete mobile e delle App, possono anche essere supervisionati sia in locale che da remoto. Come accennato l’evoluzione tecnologica sta avendo un ruolo primario in tutto questo. Se solo pochi anni fa era necessario installare cavi e disporre di spazi consistenti (cavedi, armadi, eccetera) per sistemare gli apparati di controllo, ora la disponibilità di reti WiFi domestiche o di classe enterprise a bassissimo costo e di sensori IoT ultra miniaturizzati che possono essere allog-
giati nella stessa presa elettrica, nella torretta o mimetizzati nell’ambiente, cosa che al contempo garantisce anche la sicurezza, ha un ruolo essenziale. In pratica, la installazione di una soluzione smart può essere attuata senza la necessità di lavori edilizi sotto forma di tracce o canaline da installare, cosa che ha sempre costituito un obiettivo deterrente.
IP, cloud e mobility tra i fattori abilitanti Le prospettive per l’IoT, sia a livello pubblico, intendendo la sua applicazione nel quadro di una diffusione delle Smart City, sia industriale e privato, trae poi beneficio dalla disponibilità su larga scala di infrastrutture fisse e mobili che oramai sono uno standard di mercato e che sono ampiamente accettate e fruite. La disponibilità diffusa di reti IP, in forma di rete mobile e fissa per l’ambito enterprise e tipicamente WiFi in ambito domestico per uso privato o di Smart Working, si sta prospettando come il supporto ideale per le reti di sensori atti a gestire aspetti quali l’ambiente e la sicurezza di un edificio o anche di un singolo locale, dalla apertura della porta sino all’erogazione dell’energia elettrica o la sua videosorveglianza. In proposito esistono già soluzioni che tramite la rete IP e i dispositivi che la realizzano (router, access point e così via) permettono di collegare sensori IoT realizzati in modo nativo in modo che possano dialogare via IP e reti Ethernet con le centraline di controllo o i sistemi di gestione nel caso il tutto venga fruito sotto forma di servizio erogato sia tramite reti usuali che cloud. L’effetto combinato della diffusione di dispositivi mobili (dal tablet allo smart phone al notebook),
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delle reti mobili globali e del cloud in forma pubblica o ibrida, fa poi si che sia praticamente possibile controllare cosa sta avvenendo, in termini di ambiente e di sicurezza, ovunque ci si trovi ed in ogni momento o venire notificati in tempo reale se qualche cosa in un ambiente non va come dovrebbe. La possibilità di usare un protocollo di comunicazione universale come IP e una rete Ethernet, apre altresì la strada ad una enorme semplificazione nella installazione e nella fruizione di dispositivi IoT, fatto naturalmente salvo che questi supportino i i rispettivi protocolli o siano gestiti da gateway che provvedano a convertire in IP protocolli di connessione di tipo diverso, sempre possibili soprattutto per sensori o applicazioni speciali. La semplificazione derivante dalla miniaturizzazione, standardizzazione e dalla possibilità di usare connessioni WiFi o di rete geografica o cittadina a larga e larghissima banda lascia presagire un forte sviluppo di soluzioni Smart non solo per gli uffici ma anche per gli ambienti privati, cosa tanto più interessante perché la diffusione dello smart working richiede che gli ambienti domestici in cui il lavoro viene svolto abbiano caratteristiche ambientali e di sicurezza adeguate.
Dalla smart home allo smart office
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Gli sviluppi nell’IoT stanno agendo come leva per dare nuova vita a quello che per decenni è stato riferito come domotica, il cui fine ultimo è il controllo di tutti i servizi e la possibilità di realizzare un controllo ambientale possibile solo se diversi sistemi elettronici od elettrici sono connessi e controllati in modo intelligente. Per esempio, l’automazione è possibile per:
• la gestione dell’ambiente relativo al clima e ai consumi energetici; • la gestione delle apparecchiature presenti, siano esse per lavoro o attività ludiche; • servizi per la comunicazione interna ed esterna; • la sicurezza complessiva dell’ambiente di lavoro o domestico. Per la comunicazione, ad esempio, la gestione può essere estesa in modo da controllare lo stato di funzionamento, l’attivazione o la disattivazione in base a specifici profili di apparati quali i telefoni analogici o VOIP, segreterie telefoniche, fax, i dispositivi per l’accesso Internet a banda larga, gli apparati per la trasmissione dati per servizi di controllo remoto, eccetera. A parte gli apparati presenti in ambienti di ufficio o di smart working, un campo in cui l’IoT si appresta a ricoprire un ruolo di rilievo è della sicurezza. Le aree di intervento sono numerose e si avvalgono sia della miniaturizzazione dei dispositivi sia degli sviluppi in altri settori. Tra le applicazioni possibili vi sono: la gestione degli accessi, la protezione da furti o da intrusioni, la segnalazione di eventi pericolosi quali fumo o fughe di gas, il videocontrollo degli ambienti sia in locale che da remoto e il telesoccorso oppure la teleassistenza in caso di malore o di presenza di anziani o disabili. Altre soluzioni smart sono sviluppate per gli uffici, per esempio con l’aumento dell’automzione, la gestione documentale, la collaborazione, che sono tecnologie abilitanti per lo smartt working e che trovano spazio anche in altri contesti, sia nell’industria sia nel privato. Altri esempi concreti sono numerosi anche nell’ambito di progetti di smart city, con realizzazioni fatte o in corso che permettono di controllare il traffico, l’erogazione di servizi di pubblica utilità o volte a garantire la sicurezza in modo diffuso. Le analisi di mercato ne lasciano presagire un forte sviluppo che sarà tanto più marcato quanto più si svilupperà il connubio già avviato con le soluzioni di mobility, di sicurezza e basate sul cloud. D
Digital Transformation: ecco i trend della digital innovation Nuove tecnologie per un nuovo modo di lavorare, sempre più interconnesso e collaborativo. L’innovazione digitale è abilitata da tecnologie quali cloud e mobility e, secondo Ricoh, deve mettere al centro le persone e la loro creatività
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l concetto di ufficio “tradizionale” è ormai superato, anche come conseguenza del ricambio generazionale e di alcuni trend, tra cui la sempre maggiore diffusione di smartphone e tablet. Cambia il modo di lavorare con l’obiettivo di creare un ambiente in cui tutti gli utenti possono collaborare in tempo reale. «L’efficienza dell’IT, così come l’innovazione non possono essere mai fini a stesse – afferma Davide Oriani, CEO di Ricoh Italia – ma devono avere l’obiettivo di valorizzare le qualità delle persone, la loro creatività e imprenditorialità. In questi anni abbiamo analizzato il rapporto tra tecnologie e persone nelle organizzazioni in cui l’IT gioca un ruolo importante e abbiamo sviluppato un’offerta integrata di servizi che copre tutti gli aspetti dell’IT aziendale». Questo framework per l’innovazione prende il nome di Workstyle Innovation Technology, un mosaico di soluzioni che semplificano il lavoro negli uffici e abilitano la Digital Transformation. Mobility, cloud, integrazione e semplificazione sono i concetti chiavi di questo framework che porta innovazione in molteplici ambiti. «Da tempo offriamo un ampio portafoglio di soluzioni che rispondono a tutte le esigenze IT delle aziende e che si declinano secondo i nuovi paradigmi che si stanno affermando in questi
anni. La Workstyle Innovation Technology è in linea con questo approccio e comprende anche piattaforme per la collaboration e la videoconferenza e altri sistemi IT quali pc e server», evidenzia Davide Oriani Si va sempre più verso il concetto di “ufficio interconnesso”, ovvero un ambiente in cui sistemi di stampa, videoproiettori e videoconferenza “dialogano” tra loro per semplificare le attività. Ad esempio da un multifunzione Ricoh è possibile inviare un documento a una lavagna interattiva oppure proiettarlo su una parete mediante un videoproiettore. Dallo studio “4G Workplace” commissionato da Ricoh a Coleman Parkes Research è emerso come le nuove generazioni si aspettino di avere a disposizione tecnologie innovative per lavorare in modo più efficiente. Il framework Workstyle Innovation Technology va in questa direzione abilitando un nuovo modo di lavorare che, migliora la collaborazione e la condiviDavide Oriani, CEO di Ricoh Italia sione delle informazioni. D
di Giuseppe Saccardi
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Il management e l’illuminazione dei building smart viaggia su IP Microsens ha sviluppato una soluzione Smart per la gestione dei building, l’illuminazione che viaggia sulla rete Ethernet e che elimina la necessità dei cablaggi dedicati all’energia elettrica e agli altri servizi di Giuseppe Saccardi
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a convergenza è un fenomeno che sta ve in un moderno edificio e per minimizzare il modificando profondamente il mondo TCO. industriale, alle prese con il contenimen- Ma il problema di sistemi indipendenti e cento dei costi, la semplificazione della gestione e il tralizzati non risiede solo nei costi materiali e miglioramento dell’ambiente. Ma sbaglierebbe di gestione. Sistemi separati non permettono chi pensasse che sia una possibilità riservata di correlare eventi, di allertare prontamente i esclusivamente e strettamente al mondo dell’IT. responsabili, di disporre di una visione di insieA dimostrarlo, con una soluzione molto innova- me, e ciò implica rischi per le persone e i beni tiva per le possibilità che offre nella realizzazio- patrimoniali. ne di edifici Smart è Microsens, società tedesca Sono tutti problemi che Microsens si è proporappresentata in Italia da CIE Telematica, socie- sta di risolvere con la propria soluzione che dità di ingegneria molto attiva nella realizzazione stribuisce l’intelligenza necessaria per gestire in di reti di accesso fisse e mobili guidata da Luigi modo integrato una infrastruttura complessa Meregalli. e variegata come quella di un moderno edificio. Microsens ha infranto il classico paradigma di Ma in sistemi ambientali separati e centralizzasistemi di rete separati quali ti si corre un altro rischio: l’IT, la gestione degli ambienti, quello del malfunzionamenl’erogazione dei servizi di illuto. Se si guasta il sistema minazione oppure dei sistemi centrale che gestisce gli aldi sicurezza e videosorveglianlarmi oppure l’illuminazione za e ha fatto dell’infrastruttura o il riscaldamento, l’impatto e del comune cablaggio Etherè esteso all’intero edificio. net il fattor comune su cui fare In una soluzione decentraviaggiare (a bassa tensione, lizzata con controllo distribassi consumi e trascurabile buito come quella ideata da impatto sull’ambiente), i dati, Microsens, in caso di malla gestione degli impianti per funzionamento solo un’area Luigi Meregalli, general manager il benessere ambientale e l’illulimitata viene interessata di CIE Telematica minazione, tutti elementi chiadal problema.
Gestione distribuita e controllo centralizzato Potrebbe sembrare un ossimoro ma una soluzione complessa come quella per la gestione di tutte le funzioni indispensabili per mantenere un edificio efficiente, deve innanzitutto essere semplice. È quello che Microsens ha ottenuto con una soluzione che prevede solamente tre entità fisiche e una logica: • Il cablaggio: il cabling rappresenta il sistema nervoso su cui viaggiano segnalazione e funzioni di gestione ambientale. Può essere realizzato con i comuni cablaggi strutturati in rame o fibra e collega i microswitch di controllo dei servizi ambientali erogati. • I micro switch: sono le terminazioni intelligenti del sistema Microsens e hanno il compito di controllare i dispositivi ambientali convogliandone i segnali e gestendoli localmente, ad esempio regolando l’intensità di emissione di una lampada a Led o regolando la temperatura di una stanza.
• I gateway: svolgono il compito essenziale di integrare i micro switch nella rete IP, si fanno carico di gestire le connessioni e lo scambio dei dati anche wireless tra il sistema di controllo e i sistemi periferici. • Le applicazioni: risiedono sugli switch e forniscono un’ampia gamma di funzionalità. Ad esempio, controllano i sensori e gli attuatori e la loro interazione con la rete. Permettono anche di far interagire i comandi di installazioni indipendenti come quelle per l’illuminazione o il condizionamento, che può essere automaticamente sospeso nel caso una stanza sia al buio. Nell’ufficio Smart di Microsens, ha spiegato la società, nulla è lasciato al caso. Riscaldamento, illuminazione, sicurezza, benessere ambientale e tutto quanto rende vivibile un ambiente è correlato e automatico. Il condizionamento entra in funzione se qualcuno entra in una stanza, e solo quella stanza. L’illuminazione entra in funzione quando i partecipanti ad una riunio-
Le componenti di rete e IoT della soluzione Microsens per l’edifico intelligente
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ne entrano nella sala e contemporaneamente parte il condizionamento mentre il sistema di controllo accessi, fatto il suo compito, si disattiva per il solo tempo per cui la sala è occupata. Il tutto senza l’intervento di personale e stanza per stanza.
voltaggio, con il corollario di prese, rete di distribuzione, canaline, sistemi di backup eccetera, risulta fortemente ridotta. D
Anche l’illuminazione viaggia su Ethernet
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Microsens ha cambiato anche un secondo paradigma , quello della illuminazione a incandescenza sostituendovi quella molto più economica, sicura e attenta all’ambiente basata su Led ed utilizzando il cablaggio Ethernet per la distribuzione dell’energia necessaria. I moderni LED presentano numerosi benefici rispetto alle soluzioni sino ad oggi comuni. La luce che emettono corrisponde in buona misura allo spettro della luce naturale e rende più familiare e consono l’ambiente di lavoro alle normative. Inoltre i dispositivi sono regolabili in modo lineare, cosa che permette di adattare le condizioni di luce a qualsiasi esigenza. Ma soprattutto la vincono di numerose lunghezze nella gara dei più bassi consumi e possono operare a bassi voltaggi. E, questo è il punto, si tratta di voltaggi che possono essere ottenuti tramite la tecnologie PoE o la più recente PoE+. In pratica, l’alimentazione è fornita tramite la connessione dati e si basa sul concetto di tele alimentazione in continua, del tutto simile a quello che alimenta i telefoni convenzionali a partire dalla centrale di zona. In sostanza, i LED possono essere alimentati e controllati tramite la rete Ethernet e diventare parte integrante del sistema IT invece che di quello della struttura generale. E in quanto parte dell’IT i LED possono fruire, in caso di mancanza di energia, dello stesso sistema di continuità (UPS, generatori) di cui fruiscono gli altri dispositivi IT. Di fatto, tutta l’infrastruttura elettrica ad alto
Come è fatto il sistema a LED via PoE
I componenti del sistema sono pochi, ricalcano quelli già visti in precedenza e hanno compiti precisi: la lampada a LED, un controller intelligente per integrare lampada e sensori nella rete IP, un sensore che rileva parametri ambientali, un engine intelligente per alimentare le lampade via PoE+, una rete di switch che operano come centri di controllo per il sistema di illuminazione, una App residente negli switch che gestisce le varie funzioni. Il funzionamento è semplice e razionale. Il rilevatore di presenza rileva quando una persona entra in una sala e accende la luce, il sensore di luminosità la regola automaticamente al livello prestabilito compensando quella che entra dalle finestre, l’utente può variare l’intensità luminosa tramite una barra di controllo sul suo dispositivo così come si fa con il volume del Pc Basso consumo di energia e “la luce quando e dove serve” apre la strada a consistenti benefici economici ed ambientali e a una maggior sicurezza complessiva.
Ambiente sicuro dalla casa all’ufficio con Smart Home RISCO ha sviluppato una soluzione smart che coniuga sicurezza, videocontrollo, cloud e dispositivi IoT che supervisionano impianti, perimetro e dispositivi elettronici
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ata alla fine degli anni settanta col marchio Rokonet e come produttore di rivelatori professionali, RISCO Group è una società indipendente tra i leader a livello globale nello sviluppo e nella commercializzazione di soluzioni di sicurezza, impianti antifurto ad alte prestazioni, rivelatori e accessori per ambienti industriali, commerciali, pubblici e domestici. Ha l’headquarter in Israele e nelle diverse aree mondiali annovera oltre 600 dipendenti distribuiti tra 17 uffici, fabbriche e laboratori di R&D. Progetta, produce e commercializza prodotti cablati, wireless e ibridi per sistemi antintrusione per la protezione di strutture commerciali, industriali e residenziali, anche su vasta scala. Elemento chiave della sua strategia di prodotto, ha illustrato Ivan Castellan, branch manager di RISCO Group Italia, le soluzioni sono conformi agli standard europei e sono compliant con gli stringenti requisiti di sicurezza di ambienti sensibili quali banche, infrastrutture critiche ed edifici pubblici. In forte anticipo sulla sua diffusa adozione, RISCO ha fatto del cloud, uno dei pilastri della sua strategia per una infrastruttura di sicurezza di nuova generazione, sia per l’ambiente lavorativo che domestico, dove si coniuga l’esigenza di riservatezza del privato con le esigenze del sempre più diffuso smart e home working.
La smart security inizia da casa
di Giuseppe Saccardi
L’esigenza di sicurezza è sempre più pervasiva e deve garantire una protezione di alto livello a partire dall’ambito domestico, dove la protezione degli effetti e delle proprietà personali si coniuga con quella inerente la propria attività di lavoro, i dati personali e professionali o informazioni sensibili come quelle sanitarie ed economiche, eventualmente anche di terzi. Assicurare la sicurezza dell’ambiente domestico è ancor più importante dal punto di vista personale e sociale, della sicurezza del comune ambiente di ufficio. Ambiente sempre sotto controllo con App e Smartphone
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Nella vision di RISCO la sicurezza di un ambiente domestico non consiste esclusivamente nel prevenire intrusioni. Come nelle aziende, certe volte i rischi maggiori possono provenire dall’interno. Tutti fenomeni che devono essere rilevati in modo da abilitare un tempestivo intervento. A queste esigenze, RISCO, ha dato una risposta con lo sviluppo del sistema Smart Home, che coniuga le caratteristiche del cloud con quelle di una gestione centralizzata, il controllo da remoto tramite dispositivi mobili, il controllo video ad alta definizione e dispositivi IoT per quanto concerne la rilevazione di eventi ed il telecontrollo. La soluzione per la sicurezza estesa degli ambienti permette: • la gestione energetica per il controllo intelligente della temperatura mediante componenti IoT che controllano accensione e spegnimento di dispositivi; • accesso Smart alle porte di ingresso e a quelle del garage (di prossima disponibilità); • il controllo mediante sensori e dispositivi IoT di
Una vision per la sicurezza focalizzata sulle esigenze degli utenti
La vision che ha portato RISCO a espandere, con funzionalità di Smart Home, la sua offerta di soluzioni per la sicurezza è stata illustrata da Ivan Castellan, alla guida della società in Italia. GS: Da cosa deriva il successo che ha portato RISCO a essere tra i maggiori player internazionali e in Italia nel campo della sicurezza? IC: RISCO ha sempre posto al centro del suo modus operandi il confronto con i professionisti, che sono a diretto contatto con i problemi del mercato. Ciò permette di individuare con largo anticipo le esigenze reali degli utenti e sviluppare prodotti che rispondono in modo ottimale alle esigenze espresse. Per questo ha scelto di essere presente nei vari paesi con strutture locali,
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tapparelle, luci ed elettrodomestici che permettono di gestirne accensione e spegnimento; • la gestione delle funzioni di controllo e telecontrollo tramite app utilizzabile con un comune smartphone, oltre che da web browser. È, inoltre, una soluzione che tramite cloud può essere gestita da un centro servizi a cui viene demandata la supervisione da remoto del sistema in modo che il controllo sia presidiato h24 ed eventuali interventi siano possibili anche quando l’immobile non è temporaneamente presidiato.
Protezione programmabile e garantita in ogni momento La soluzione Smart Home è stata progettata con l’obiettivo di garantire la sicurezza h24. Nel momento in cui si lascia l’edificio è possibile attivare una serie di azioni utili sia a ridurre il rischio di incidenti, sia a garantire la protezione degli ambienti. Smart Home è, però, una soluzione che per-
compreso l’Italia. È una strategia che ci permette di impiegare specialisti del luogo tramite i quali comprendiamo facilmente i bisogni dell’utente e rendiamo diretto il dialogo con i professionisti tramite i quali forniamo prodotti e servizi. GS: L’essere una grande azienda internazionale che benefici ha per il cliente e i professionisti tramite i quali RISCO è presente sul territorio? IC: Sono numerosi. Ma innanzitutto permette a RISCO di avere una visibilità molto ampia dei trend mondiali in fatto di esigenze di sicurezza. Ciò le permette di far leva sulle esperienze maturate altrove e trasferirle rapidamente in Italia, come sta avvenendo con la innovativa soluzione di Smart Home. Permette anche di avere un confronto continuo con i professionisti e le normative dei vari paesi o dello specifico
Ivan Castellan, Branch Manager RISCO Group Italia
mette di stabilire anche una vera e propria simbiosi con l’ambiente in cui si vive o si lavora e di definire degli eventi in funzione delle proprie abitudini e attività giornaliere. Ad esempio, tramite il sistema di gestione e la rete di sensori e rilevatori IoT è possibile alzare le tapparelle al sorgere del sole, o al risveglio trovare la macchina del caffè già accesa. Inoltre, quando si è assenti, anche per periodi prolungati - Smart Home - permette di simulare un funzionamento del building come se, invece, fosse abitato, accendendo e spegnendo le luci o alzando e abbassando le tapparelle, o accendendo radio o televisori. Ma se nonostante tutte le precauzioni, ha evidenziato Castellan, un evento critico o un tentativo di intrusione dovesse verificarsi, Smart Home permette di rilevarlo e tramite una notifica di allarme inviata automaticamente attuare rapidamente gli interventi necessari. Quando si attiva un allarme oltre alla notifica ricevuta è, inoltre, possibile attivare altre iniziative
Le funzioni di Smart Home
per contrastare l’intrusione, come programmare l’accensione automatica del sistema di illuminazione o la verifica video istantanea. Smart Home prevede anche la multiutenza. Ogni utente familiare può essere dotato di un codice di accesso personale che lo identifica in modo univoco. Si ha così la possibilità di ricevere sul proprio smartphone una notifica quando uno appartenente alla famiglia o un’altra persona autorizzata entra nell’abitazione e ne attiva i diversi servizi. D
mercato e sintetizzarle in soluzioni che sono una risposta al bisogno in alcune parti del mondo e una opportunità in altre. La necessità di estendere i sistemi e i servizi di sicurezza all’ambiente Home deriva proprio dal dialogo con gli utenti finali. Ci si è resi conto dialogando con loro che il bisogno primario di sicurezza poteva essere esteso dando, ad esempio, la possibilità di effettuare operazioni come l’accendere la luce o chiudere la tapparella, o controllare anche via mobile o cloud altri dispositivi domestici preposti alla sicurezza personale. GS: Si parla sempre più di Smart Solution. È in questo filone che si inserisce Smart Home? RISCO ha approcciato il tema della protezione estendendolo da ambienti pubblici al privato facendo dello “Smart” il punto centrale della sua strategia. In Smart Home ha concretizzato il concetto di casa intelligente mettendo al centro l’esi-
genza di protezione ad alto livello della proprietà, e laddove vi sia la necessità di proteggere dei beni materiali e immateriali. Se si pensa ad esempio alla diffusione dello smart working è evidente che sarà sempre più forte la necessità di proteggere sia le proprietà personali che i dati e i beni aziendali che vi si verranno a trovare. Ma la stessa cosa vale ancor più per il professionista che tra le mura domestiche conserva i dati dei clienti. GS: Con Smart Home si aggiunge quindi un tassello importante alla strategia di RISCO? IC: Smart Home completa quella protezione che garantiamo già in ambiti urbani o aree private più ampie. L’esperienza maturata in 40 anni ci pone in una posizione di privilegio nel recepire l’esigenza di sicurezza delle persone, dal residenziale sino all’enorme centro commerciale, al museo o all’ospedale e nel concretizzare soluzioni che rispondono in pieno alle esigenze delle persone.
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Le Smart Solutions trasformano la stampa Grazie all’integrazione di una piattaforma tecnologica personalizzabile e alla disponibilità di un kit gratuito per lo sviluppo di applicazioni, OKI realizza le condizioni per trasformare le stampanti in oggetti intelligenti capaci di estendere i processi di gestione documentale anche attraverso i partner di Riccardo Florio
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ell’era della trasformazione digitale OKI punta sul valore, facendo leva sull’elevata qualità di stampa garantita dall’esclusiva tecnologia LED e indirizzandosi al mercato office, delle arti grafiche, della sanità e del retail con soluzioni in grado di fornire nuove opportunità di predisporre processi più efficienti e meno costosi che riducono le procedure cartacee.L’elemento tecnologico abilitante di questa trasformazione è la presenza, a bordo delle sue stampanti Smart, della piattaforma aperta sXP (smart Extendable Platform) che permette all’utente di utilizzare o creare in modo autonomo (grazie a un kit di sviluppo che OKI rende disponibile gratuitamente) applicazioni che pongono al centro la stampa e che ne prevedono l’integrazione all’interno di processi strutturati di gestione documentale. Le funzionalità smart delle stampanti OKI permettono di gestire in modo semplice fatture, contratti, ordini di acquisto, record pazienti e di interagire direttamente con le funzioni di ERP e document management. «Le stampanti intelligenti di OKI consentono a qualsiasi azienda di sfruttare al massimo i vantaggi di una trasformazione digitale e diventare, quinLa stampante Smart OKI C542
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di, più efficiente e competitiva. Ciò contribuirà a ottimizzare il flusso di lavoro e a mantenere i documenti digitali in ordine e al sicuro, ma anche accessibili» ha osservato Tetsuya Kuri, vice presidente marketing EMEA di OKI Europe.
Le nuove stampanti OKI Serie 5 Il portafoglio delle stampanti Smart di OKI si è recentemente ampliato con la nuova Serie 5 che mette a disposizione anche delle aziende più piccole funzionalità avanzate in grado di rendere più versatile ed efficiente il ruolo della stampante. La gamma prevede, a oggi, la stampante C542 e il multifunzione MC573 che si aggiungono così agli altri multifunzione Smart di OKI che comprendono i modelli MB492, MB562, e le Serie MC700/MB700, MC800 ed ES9000. I dispositivi della Serie 5 sono adatti a piccoli gruppi di lavoro, con una velocità di stampa di 30 ppm e tempo di uscita prima pagina pari a 7,5 secondi, risoluzione di 1200x1200 dpi, memoria RAM da 1 GB e memoria eMMc da 3 GB. Sia C542 sia MC573 sono dotate di uno schermo touch screen LCD a colori da 7 pollici. I nuovi modelli integrano avanzate funzioni di sicurezza, incluse Private Print per la trasmissione cifrata dei dati, la richiesta di autenticarsi presso la stampante per produrre lo
stampato e l’eliminazione dei documenti dalla memoria della stampante una volta prodotto l’output.
Sendys Explorer C542 e MC573, come tutti i dispositivi Smart di OKI, integrano il software di gestione dei documenti Sendys Explorer. Questo software, indirizzato alle piccole e medie imprese, fornisce un modo semplice e conveniente per rendere più agile la gestione e il controllo dei documenti. Sendys Explorer consente la scansione e l’indicizzazione rapida di diverse tipologie di documenti presso il punto di creazione. Inoltre, permette di memorizzare i documenti in cloud (con la possibilità di utilizzare anche servizi quali Dropbox, OneDrive, Google Drive e Microsoft SharePoint) e di diffonderli in modo controllato: per esempio, è possibile effettuare la distribuzione simultanea di materiale promozionale a tutti i negozi di una catena, senza richiedere la presenza di un computer presso il punto vendita.
Le soluzioni intelligenti TeamSystem DMS e LIT’ Smart Solutions è la suite integrata di software, tecnologie e strumenti sviluppati da OKI o dai suoi partner per migliorare il flusso di lavoro, la gestione e la sicurezza della stampa e dei documenti nelle attività svolte in ufficio, in mobilità o tramite cloud. Le Smart Solutions forniscono risposta a temi quali l’acquisizione, distribuzione e gestione dei documenti, sicurezza e controllo dei costi di stampa, stampa da dispositivo mobile, gestione del contratto e controllo da remoto dell’utilizzo della stampante. Tra le Smart Solutions disponibili si segnala TeamSystem DMS, una soluzione per la gestione documentale sviluppata da TeamSystem e accessibile via Web, che mette a disposizione funzioni avanzate per ricevere, acquisire, protocollare, catalogare, condividere, distribuire e gestire i processi documentali: dai più semplici
Il sistema multifunzione Smart OKI MC573
(ricezione fattura e archiviazione) fino a quelli più articolati (processo approvativo associato a documenti). TeamSystem DMS permette la conservazione digitale di documenti informatici in accordo agli elevati standard di qualità e sicurezza AgID. Un’altra interessante soluzione smart è stata realizzata da Tecnosoft Group, che ha integrato le stampanti di OKI all’interno della sua piattaforma LIT’. Questa piattaforma, attraverso un innovativo sistema di virtualizzazione, basato su un dispositivo “connettore”, della grandezza di pochi centimetri quadrati, attraverso una rete privata di massima sicurezza, non tipo Internet, interfaccia monitor, tastiera e mouse con i datacenter LIT’. Questo consente di eliminare il tradizionale Pc con le relative periferiche aziendali, permettendo di integrare in un unico strumento tutti i dispositivi locali dell’infrastruttura IT quali Pc, server, sistemi di videosorveglianza, centralini telefonici, marcatempo per il personale, sistemi domotici, software di office automation, software gestionali e così via, predisponendo un servizio unico che lascia inalterata l’esperienza d’uso dell’utente finale. L’integrazione delle stampanti multifunzione OKI all’interno della piattaforma LIT’ mette a disposizione funzionalità di controllo stampa, invio documenti via email, scansione con archiviazione da e verso il dispositivo OKI, fruendo delle funzioni di cifratura e compressione utilizzate attraverso la rete privata che contraddistinguono il sistema LIT’. LIT’ permette l’utilizzo della propria postazione operativa incluse le stampanti multifunzione OKI, da dispositivi mobili iOS e Android, anch’essi connessi a una rete privata mobile non Internet. D
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I Big Data in un mondo connesso Le strutture e le soluzioni per l’analisi dei dati per migliorare processi, prodotti e servizi a supporto del business
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eanche Paperon de’ Paperoni, abituato ai fantastiliardi, potrebbe contare la quantità di dati che sono e saranno prodotti dai sistemi connessi nella cosiddetta Internet of Things o everythings, che dir si voglia. Questi dati hanno una funzione predefinita e, generalmente, andranno ad alimentare un database o un ulteriore sistema che, in base al loro valore, potrà attivare dei processi precostituiti. La varietà delle applicazioni è infinita. Gli stessi dati, però, rischierebbero di rimanere ombre sul muro della caverna di Platone, se non si sfruttassero le informazioni nascoste all’interno dei loro flussi. I dati di monitoraggio provenienti da un impianto, per esempio, possono essere analizzati per anticipare possibili malfunzionamenti e attuare un processo di manutenzione preventiva.
La posizione e il numero delle Sim connesse a una cella telefonica possono alimentare le analisi sulle dinamiche di spostamento della popolazione in una città o in un punto della stessa, come una stazione della metropolitana. I parametri di umidità e clima di una vallata aiutano gli apicultori a capire quando spostare le arnie nella vallata adiacente per migliorare la produzione del miele. I dati provenienti dai dispositivi mobili in un negozio forniscono informazioni sul comportamento della clientela e, incrociati con altri dati provenienti dai social network, aiutano i retailer a impostare, anche in tempo reale, promozioni e strategie di sales e marketing. Tutto questo richiede l’impostazione e l’utilizzo di sistemi e soluzioni per il data management e gli analytics.
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La potenza dell’IoT attraverso gli analytics Con SAS Analytics for IoT, analisi dei dati in tempo reale direttamente in streaming, che fornisce valore ai progetti e automatizza le decisioni di Gaetano Di Blasio
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istemi connessi in rete sono stati per anni relegati negli ambiti industriali e produttivi, tipicamente per applicazioni di monitoraggio, poi hanno cominciato a diffondersi sistemi personali, come i wearable, e si è capito che l’Internet of things avrebbe avuto uno sviluppo senza confini, cambiando le abitudini degli individui oltre ai processi aziendali. Fonte di dati di ogni tipo, i sistemi connessi possono aiutare le imprese a sfruttare la digitalizzazione per aumentare la propria efficacia. Nell’industria manifatturiera, nei trasporti, in agricoltura, nella sanità, retail, automotive, utility, telecomunicazioni, un numero crescente di imprese raccoglie dati da dispositivi connessi a
Internet, che si ipotizza saranno presto decine di miliardi. Molti di questi apparterranno a nuove tipologie e verranno sviluppati per applicazioni tra le più variegate: inutile fare previsioni, dato il fermento che attraversa qualsiasi settore. In Sas, però, immaginano che molto probabilmente gli approcci di data management e analytics tradizionali potrebbero non essere sufficienti. Bisogna restare al passo, sapendo che i benefici promessi dall’Internet delle cose nascono proprio presso le “cose”, cioè laddove vengono generate da sensori, dispositivi o, più in generale dai sistemi connessi. Non a caso Sas collabora con molteplici aziende in diversi settori per creare i connettori che consentono di acquisire dati da qualsiasi sorgente e renderli analyticsready, sfruttando le tecnologie di ultima generazione per le analisi in tempo reale. Specialista degli analytics e, prima ancora, della business intelligence, Sas opera da tempo con i grandi volumi di dati che possono dare luogo a flussi anche molto rapidi, come avviene, per esempio nelle grid elettriche.
Gli Analytics per l’IoT
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In SAS stiamo lavorando molto nei settori automotive, energia e salute, portando immediati vantaggi con l’applicazione degli analytics, spiega un esperto dello specialista:«Per esempio, con i fornitori di energia elettrica abbiamo sviluppato soluzioni che consentono di ottimizzare i consumi casalinghi. Invece che accendere al
massimo il condizionatore dopo averlo lasciato spento, è possibile gestire le temperature in maniera ottimale. L’analisi dei dati provenienti da opportuni sensori, consente di minizzare i consumi, magari collegando il sistema funzioni di domotica, che abbassano le tapparelle automaticamente». Le utility possono fornire i servizi e sfruttarli per ottenere, in cambio del risparmio, di utilizzare i dati dei clienti, anche rivendendo i loro profili a partner selezionati. Nel campo della salute, Sas contribuisce a sviluppare soluzioni di monitoraggio di pazienti cui vengono forniti dispositivi medici affinché possano completare la convalescenza a casa o essere curati da remoto. Altro esempio è quello di Opto Telematics che, grazie agli analytics di Sas, ha sviluppato un sistema che analizza i dati provenienti da una scatola nera, valutando i comportamenti di guida per personalizzare polizze auto. Con la soluzione SAS Analytics for IoT è possibile aumentare la produttività, raccogliendo, gestendo e analizzando i dati direttamente “sul posto” dove si trovano, in particolare presso i cosiddetti IoT gateway. Data integration, visualization e analytics s’integrano, inoltre, con le funzionalità di big data analytics su dati inattivi archiviati su qualsiasi piattaforma storage. Più precisamente, Sas permette di integrare, visualizzare, trasformare e analizzare i dati attraverso tutto l’ecosistema: dispositivi periferici, data center, cloud ed eventuali i punti intermedi.
Le imprese devono capitalizzare i tempi e modi delle decisioni data driven. Comprendere quali dati siano importanti, quali memorizzare e quali no, è fondamentale e, per questo, occorre una soluzione automatica di cui potersi fidare pienamente. La soluzione di Sas, integra invio e ricezione in streaming dei dati con gli analytics, fornendo visualizzazioni di sintesi che aiutano a “leggere” rapidamente le informazioni arrivate. Si riducono i bisogni di storage e quelli di spostamento dei dati, senza rinunciare ad analisi precise. La soluzione di Sas, infatti, copre tutto il ciclo di vita degli analytics, dalla raccolta dei dati alla loro integrazione, al deployment. La event stream processing engine permette di realizzare la gestione dei dati IoT in tempo reale e include un filtro intelligente che separa i segnali dal “rumore”, in modo da analizzare solo ciò che è rilevante per i processi. Questa capacità si abbina a quella di estrarre e analizzare i dati nell’impetuoso flusso proveniente da tutti i sistemi connessi. Il tutto ad alta velocità e bassa latenza (millisecondi, sottolineano in Sas). L’analisi può essere altresì combinata con altre sorgenti di dati, che aiutano a contestualizzare o a estendere i contenuti dell’analisi stessa, in funzione degli eventi che vengono intercettati. Le funzionalità di decision management, inoltre, consentono di impostare attività real-time: da semplici alert fino a risposte automatiche complesse. La soluzione è disponibile per diverse piattaforme hardware, incluse big data appliance, o in cloud. D
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Veeam abilita un IoT e un cloud always-on I big data e l’IoT sono paradigmi che richiedono un’azienda always-on, soprattutto in ambienti cloud ibridi, dove la possibilità di spostare i dati in modo rapido e sicuro è un valore primario di Giuseppe Saccardi
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a forte crescita delle informazioni da gestire e la diffusione dell’IoT stanno riversando sui reparti IT un volume di dati che devono essere archiviati in data lake per poterli poi estrarre, analizzare e utilizzare nel business al fine di prendere decisioni operative o strategiche. È quindi sempre più importante, osserva Albert Zammar, Vice President della Southern EMEA Region di Veeam, che il software sia sempre perfettamente funzionante, ma nell’ottica di Veeam questa è una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire il business. «Ancor più importante è che la situazione dell’IT sia ripristinabile con un RTPO, come lo definiamo noi e cioè con un RTO e un RPO, che siano il più vicino possibile alla business continuity. Perciò parliamo di Instant Recovery, e cioè del poter recuperare non solo le informazioni ma anche di ripristinare l’IT a un momento più prossimo possibile a quello in cui si è verificato il disastro. È quello che fanno le nostre soluzioni. Mi piace sottolineare che l’IT diventa sempre più il Business per cui oggi non si può prescindere da un’infrastruttura dei sistemi informativi che sia sempre più affidabile e che sia considerata essa stessa il business», osserva Zammar. Albert Zammar, vice president della Il problema della gestione dei Southern EMEA Region di Veeam dati, valido in generale, lo è
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a maggior ragione quando si affronta il tema dell’IoT, dove si avranno potenzialmente miliardi di device che genereranno miliardi di informazioni aggiuntive e costituiranno una sfida sempre maggiore per l’IT manager. Il problema dei grossi data lake e dell’IoT si collega con un altro dei paradigmi con cui le aziende si confrontano, quello del cloud ibrido, che implica la distribuzione dei dati oltre il perimetro aziendale. Per farlo in modo sicuro Veeam ha sviluppato una piattaforma di reliability per il sempre più diffuso hybrid cloud. «È una piattaforma che permette di gestire e di orchestrare infrastrutture IT distribuite come si verifica con il cloud ibrido, dove è importante non solo poter distribuire le informazioni ma anche il poter conoscere in tempo reale dove si trovano i propri dati e avere la certezza che siano sempre consistenti, utilizzabili e analizzabili ovunque questi si trovino, che siano on-premise, nel cloud pubblico o quello privato. È una soluzione che dà anche la possibilità di generare una reportistica che permette di verificare la compliance con quelle che sono le diverse regulation, come per esempio verificare se risiedono o meno all’interno della Comunità Europea», evidenzia Zammar. La corrispondenza della strategia di prodotto di Veeam alle esigenze delle aziende trova una immediata confermata dai risultati di mercato, con una sua crescita per l’Italia rispetto al precedente FY tra il 30 e il 40%. D
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I dati e le informazioni aziendale. sono un asse Una viola t sempre zione alla disponibilità, loro sicurezz più centrale nella dina contempo, provoca danni econ a, in term omici pote mitigare il ini di riser mica di business nzia rischio d’im vatezza, integ consiglio d’amministra presa sono lmente devastanti. rità e Proteggere sicurezza, zion obiettivi basi i dati e, al confrontando e. Conseguire tali obiettivi impl lari per un imprendi di sicurezz l’investim a. tore o un ento con il ica valutare risparmio L’evoluzione atteso dall’ quanto investire in delle mina impedire hoc, nonc un incidente hé la trasform cce, la disposizione di tecnolog technology”, azione dell’ ie innovativ IT aziendal e, l’offerta la protezio sono tutti elementi e di servizi da consider verso un concetto ne ad più allargato are per defin Se, del rest dei dati e dell’impr esa stessa di “digital o, impleme ire una stra ntare misu italiane e tegia azie re per la prot ndale per inter globale dove nazionali, risulta ezione del altresì un dato è prev elemento le opportun la rincorsa di una isto dalle maggiore imprescindib normative ità competitività machine to di Internet e delle ile in uno nuove tecn , include la scenario machine. ologie, Anco capacità di più prodotti sfruttare ma esperien r di più oggi, nel nuov dalla mobility al clou ze. o mondo Giuseppe Sacca “digital” doved, dai big data al rdi è autor non si vend società di e e coautore primo piano ono di numerosi nel
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