Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

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Guida al Dibattito sulla Giornata della Memoria a cura della Rete degli Studenti Medi Veneto

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.”


Indice: La Giornata della Memoria

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Quadro storico: 1933-1945

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Le leggi razziali in Italia e le responsabilità italiane

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I genocidi della storia

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Nella cultura di massa, le canzoni

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Film

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Poesie

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Testi consigliati

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Descrizione foto

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Questo breve testo a cura della Rete degli Studenti Medi Veneto non intende essere un saggio storico ma una guida volta a fissare alcuni dei punti centrali in una tematica molto ampia e complessa quale quella della Giornata della Memoria, della deportazione e sterminio di milioni di persone per il solo fatto che esistevano ed avevano caratteristiche che andavano al di fuori del canone prestabilito come "normalità". Questa guida vuole dare alcune nozioni di base per riuscire a gestire un buon dibattito nelle scuole in occasione di questa ricorrenza, dando consigli per la proiezione di film, la lettura di poesie o testi di canzoni inerenti al tema e suggerendo inoltre alcuni siti affidabili dai quali è possibile trovare ulteriore materiale utile e interessante, da testimonianze di ex deportati a testi di narrativa che hanno come tema centrale la Shoah e la memoria storica. Come Rete degli Studenti Medi siamo fermamente convinti che sia di fondamentale importanza ricordare questo passo della storia perché non si ripeta, soprattutto quando ci troviamo ad assistere alla difficoltà dell'Europa nella gestione di alcune grosse problematiche del nostro tempo e si trova attraversata da venti neofascisti e neonazisti che certamente non giovano al clima di tolleranza e serenità che è l'obiettivo a cui tutti i popoli dovrebbero aspirare. Per questo negli anni ci siamo impegnati con iniziative, campagne e manifestazioni per tenere viva la memoria, stringendo anche importanti legami con altre organizzazioni. Ne è un esempio il protocollo siglato con lo SPI CGIL che prevede tra i punti principali la costruzione di sinergie tra le varie generazioni per alimentare la preservazione della memoria; infatti solo implementando le occasioni di dialogo e confronto tra chi ha vissuto sulla propria pelle quest'esperienza e chi è nato e vissuto in un'Europa libera e democratica è possibile costruire un futuro migliore, senza passi indietro.


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La Giornata della Memoria L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gennaio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa. « Art. 1 1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 2 1.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte: Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capitale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permesso di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le responsabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico. Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifascismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo). La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i compromessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

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civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

4 "Categorie" da Sterminare Politici Delinquenti Comuni Asociali Omosessuali Apolidi Testimoni di Geova Rom e Sinti Ebrei

Definizioni: L’Olocausto: La parola "Olocausto" deriva dal greco ὁ λόκαυστος (olokaustos, "bruciato interamente"), a sua volta composta da ὅλος (olos, "tutto intero") e καίω (kaio, "brucio") ed era inizialmente utilizzata ad indicare la più retta forma di sacrificio prevista dal giudaismo. Quindi prevedeva il sacrificio per espiare un peccato antecedente. L’uso del termine in quanto genocidio degli ebrei è identificato più correttamente con il termine Shoah. La Shoah: (in lingua ebraica: ‫האושה‬, HaShoah, "catastrofe", "distruzione") si riferisce al genocidio premeditato e perpetrato dal regime nazista e dai suoi alleati ai danni del popolo ebreaico.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concentramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderire alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelsero la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tedeschi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati. Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importanza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945 22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comunisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista. 14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esclusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca. 9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indicibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,


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vengono distrutti. Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

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10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le operazioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più Definizioni: importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940). Campo di Concentramento: 20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Judenfrage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accelerare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

Konzentrationslager, è un campo destinato alla detenzione, all’internamento, ai lavori forzati, allo svuotamento interiore, all’esecuzione di esperimenti medici sugli essere umani, di civili e militari. Campo

di

Sterminio:

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di Vernichtungslager, è un concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato campo il cui scopo unico o completamente alla causa dello sterminio di massa. principale è quello di uccidere Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento. 19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione. 16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento. 27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti. 5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramento di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

i prigionieri che vi giungono. Sono considerati campi di sterminio Auschwitz-Birkenau, Bełżec, Chelmno, Majdanek, Sobibór, Maly Trostenets e Treblinka.


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mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemente i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti. Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antisemita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’espulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipendenze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebraica da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicurazioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipato in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consentivano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile -Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza -R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola -R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri -R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica -Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938 -R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana -R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana -R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica -Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e sterminio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e registro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiungendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.


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I Genocidi della Storia

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Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)

Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massacri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)

Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la collaborazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Definizioni: Genocidio: per genocidio si intende l’internazionale e sistematica soppressione di un gruppo nazioanle, etnico o religioso in quanto tale, senza alcun reale riferimento a ciò che i suoi membri fanno o pensano. Prova evidente di un piano genocidario è l’internazionale e sistematica soppressione dei bambini, gli innocenti per antonomasia.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)

Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)

Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato autonomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

*le definizioni e i testi presenti in questa pagina sono tratti da Il Giardino dei Giusti del Mondo di Padova, a cura di Federica Fasolo e Silvia Riva, Comune di Padova 2013


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Nella Cultura di Massa: le Canzoni

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Il Carmelo Di Echt (Franco Battiato)

Auschwitz (Francesco Guccini)

E per vivere in solitudine nella pace e nel silenzio ai confini della realtà, mentre ad Auschwitz soffiava forte il vento e ventilava la pietà, hai lasciato le cose del mondo, il pensiero profondo dai voli insondabili, per una luce che sentivi dentro, le verità invisibili.

Son morto con altri cento son morto ch'ero bambino passato per il camino e adesso sono nel vento.

Dove sarà Edith Stein? Dove sarà? I mattini di maggio riempivano l'aria i profumi nei chiostri del carmelo di Echt. Dentro la clausura qualcuno che passava selezionava gli angeli. E nel tuo desiderio di cielo una voce nell'aria si udì: gli ebrei non sono uomini. E sopra un camion o una motocicletta che sia ti portarono ad Auschwitz. Dove sarà Edith Stein? Dove sarà? E per vivere in solitudine nella pace e nel silenzio nel carmelo di Echt.

Shalom Auschwitz (Agnese Ginocchio) E rivedo quei figli miei compagni, fratelli l’uomo di tutti i tempi Quanti han perso la Vita per la Pace la Guerra sulla terra Shalom Auschwitz le mie membra spezzate corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.

Ad Auschwitz c'era la neve il fumo saliva lento nel freddo giorno d'inverno e adesso sono nel vento. Ad Auschwitz tante persone ma un solo grande silenzio è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento. Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento. Ancora tuona il cannone ancora non è contento di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento. Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare e il vento si poserà.

Percorriamo le strade l’acqua mischiata a sangue sulla terra sulla terra! Shalom Auschwitz Chi l’avrebbe pensato? Hai segnato la Storia nella nostra Memoria Quanti giorni allora, all’ uomo restano ancora… di riposo


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di pianto e di Se?

che l’Amore è sui loro Volti nei loro Cuori!

Quanti giorni allora, all’ uomo restano ancora perché PACE ritorni fra noi?

Shalom Auschwitz Si ribellano i morti gli alberi sono arsi gli empi si sono persi

Sulle spoglie e il sangue dei MARTIRI s'innalza il CANTO di LIBERTA’!

sassi e pietre dispersi fumi e fiumi di fiamme sulla terra

Sulle spoglie e il sangue (Olocausto) dei MARTIRI s'innalza il CANTO di PACE, Sì! Non si deve dimenticare! Anzitutto, sì, ricordare! La Speranza di questa gente che han creduto che l'Amore è assai più forte che va oltre oltre la morte!

Shalom Auschwitz Anche per Te ho marciato sventolando ‘Bandiere’ sopra i tetti del mondo. Ogni guerra è una causa, causa inutile e persa sulla terra sulla terra!

Numeri Da Scaricare (Francesco De Gregori) Guarda quel treno Che sta arrivando da lontano Guarda quel treno Che sta arrivando da lontano È nero come il fumo E sta arrivando piano piano Sai che cosa c'è? Non c'è niente da vedere su quel treno Sai che cosa c'è? Non c'è niente da guardare dal finestrino Solo madri senza latte E cenere dal camino C'è odore di bruciato E bambini soldato sepolti in piedi C'è odore di bruciato

E bambini soldato sepolti in piedi Puoi pure non guardare Ma non è possibile che non vedi

Nessuno che ti chiama Nessuno che ti chiede se vuoi ballare Nessuno che ti chiama E nessuno che ti chiede se vuoi ballare Sei fuori dalle spese E ti ci devi abituare È gente come te e me O sono numeri da scaricare È gente come te e me O sono numeri da scaricare È l'inferno che avanza Ma non ti devi preoccupare

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I Film

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La Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestrina Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè. La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambino di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisamente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentramento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole. La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizzare un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Saintonge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'oscuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.


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Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omosessuali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento. Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenerazioni. La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo. Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’operazione della retata. Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizzazione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica. Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coinvolgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

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Le Poesie

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La farfalla ‐ Pavel Friedman Pavel Friedman nacque a Praga nel 1921 e fu deportato nel campo di Theresienstadt (attuale Repubblica Ceca) il 29 settembre 1944, dove morì lo stesso anno. La poesia “La farfalla”, per cui è spesso ricordato, contrappone in poche righe libertà e prigionia, presente e passato, gioia e aridità. I fiori di ruta tradizionalmente richiamano il rimpianto e la nostalgia, mentre i fiori di castagno sono associati alla preveggenza e alla Resistenza. Come si può notare, non vi è traccia di gioia nelle qualità richiamate dai fiori, né può essere evocata dal loro aspetto. L’ultima, proprio l’ultima, Tra qualche giorno sarà già la mia settima settimana di un giallo così intenso, così di ghetto: assolutamente giallo, i miei mi hanno ritrovato qui come una lacrima di sole quando cade e qui mi chiamano i fiori di ruta sopra una roccia bianca e il bianco candeliere di castagno così gialla, così gialla! nel cortile. l’ultima, Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla. volava in alto leggera, Quella dell’altra volta fu l’ultima: aleggiava sicura le farfalle non vivono nel ghetto. per baciare il suo ultimo mondo.

Se questo è un uomo ‐ Primo Levi Primo Levi è stato un intellettuale e partigiano italiano. Nato a Torino 1919, fu deportato ad Auschwitz nel 1944 poiché ebreo. Sopravvissuto e potuto tornare in Italia, divenne una delle figure più importanti della testimonianza di quello che sono stati i campi di concentramento. La celeberrima poesia “Se questo è un uomo” descrive in pochi versi le condizioni dell’essere umano privato di se stesso nei campi di concentramento e l’abissale differenza fra chi ha vissuto questo orrore e chi invece ha sempre condotto una vita tranquilla. Nella parte finale della poesia, Primo Levi invita a riflettere ma anche e soprattutto a ricordare quello che ne è stato della dignità umana, affinché non si verifichi più nulla di simile. Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo, Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi: Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.


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C’è un paio di scarpette rosse ‐ Joyce Lussu Joyce Lussu, pseudonimo di Gioconda Salvatori (1912‐1998), è stata una partigiana, poetessa e scrittrice, medaglia d’argento al valore militare. Scrive “C’è un paio di scarpette rosse” per ricordare i bambini e le bambine morti durante il periodo nazista nei campi di concentramento. Lungo tutta la poesia, si alternano termini affettuosi e quasi materni, che si pongono in forte contrasto con quelli che descrivono i campi, creando una sensazione di sconforto e rigetto verso una realtà che ha sfruttato quello che i bambini potevano dare, prima di sterminarli. C'è un paio di scarpette rosse erano di un bambino di tre anni e numero ventiquattro mezzo quasi nuove: chi sa di che colore erano gli occhi sulla suola interna si vede ancora la bruciati nei forni marca di fabbrica ma il suo pianto lo possiamo immagi"Schulze Monaco" c'è un paio di scarpette rosse nare si sa come piangono i bambini in cima a un mucchio di scarpette anche i suoi piedini infantili li possiamo immaginare a Buchenwald scarpa numero ventiquattro più in là c'è un mucchio di riccioli biondi per l'eternità di ciocche nere e castane perché i piedini dei bambini morti non a Buchenwald crescono servivano a far coperte per soldati c'è un paio di scarpette rosse non si sprecava nulla a Buchenwald e i bimbi li spogliavano e li radevano quasi nuove prima di spingerli nelle camere a gas c'è un paio di scarpette rosse per la perché i piedini dei bambini morti domenica non consumano le suole. a Buchenwald

Vita sciupata ‐ Halina Nelken Di Halina Nelken pare esserci pervenuta solo questa poesia da lei firmata e datata 1944, Auschwitz. Possiamo quindi dedurre che Halina fosse nata intorno al 1923. La poesia fu trascritta da vari autori ed autrici, fra cui Alicia Nitecki. La poesia, alquanto eloquente, esprime la rabbia di chi vede negarsi il futuro mentre ancora ama la vita e la vede appena iniziata ma già costretta a terminare per un’irrazionalità folle dell’uomo sull’uomo. Vita sciupata Che infamia Che i giorni scorrano senza alcun senso Che anziché il riso — io conosca soltanto lacrime Sono avvilita, sono angosciata Per aver perduto ogni speranza da così tanto tempo

Come accettare la grettezza umana? Come pensare alla morte — quando il mondo mi sta chiamando! Non ho ancora vent’anni Sono giovane! Giovane, GIOVANE! Vita sciupata, che infamia...

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Vizio di forma - Primo Levi

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"Erano cento Erano cento uomini in arme. Quando il sole sorse nel cielo, Tutti fecero un passo avanti. Ore passarono, senza suono: Le loro palpebre non battevano. Quando suonarono le campane, Tutti mossero un passo avanti. Così passò il giorno e fu sera, Ma quando fiorì in cielo la prima stella, Tutti insieme fecero un passo avanti. "Indietro, via di qui, fantasmi immondi: Ritornate alla vostra vecchia notte": Ma nessuno rispose, e invece. tutti in cerchio, fecero un passo avanti."

Aprile - Anna Frank

Filo Spinato - Peter, bambino ebreo ucciso a Terezin Su un acceso rosso tramonto, sotto gl'ippocastani fioriti, sul piazzale giallo di sabbia, ieri i giorni sono tutti uguali, belli come gli alberi fioriti. E' il mondo che sorride e io vorrei volare. Ma dove? Un filo spinato impedisce che qui dentro sboccino fiori. Non posso volare. Non voglio morire.

Infanzia miserabile - Zanus Zachenburg

Infanzia miserabile, catena che ti lega al nemico e alla forca. Miserabile infanzia, che dentro il suo squallore già distingue il bene e il male. Laggiù dove l’infanzia dolcemente riposa nelle piccole aiuole di un parco laggiù, in quella casa, qualcosa si è spezzato quando su me è caduto il disprezzo: laggiù, nei giardini o nei fiori o sul seno materno, dove io sono nato per piangere… Alla luce di una candela m’addormento forse per capire un giorno Il giardino - Franta Bass che io ero una ben piccola cosa, piccola come il coro dei 30.000, Un piccolo giardino, come la loro vita che dorme Fragrante e pieno di rose. laggiù nei campi, Il viale è stretto, che dorme e si sveglierà, Lo percorre un piccolo bambino. aprirà gli occhi Un piccolo bambino, un dolce bambino, e per non vedere troppo Come quel fiore che sboccia. si lascerà riprendere dal sonno… Quando il fiore arriverà a fiorire Il piccolo bambino non ci sarà più. Prova anche tu, una volta che ti senti solo o infelice o triste, a guardare fuori dalla soffitta quando il tempo è così bello. Non le case o i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, sarai sicuro di essere puro dentro e tornerai ad essere Felice.”


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Bibliografia: -Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000 -Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994 -Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994 -Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998 -Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992 -Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004 -Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991 Descrizioni delle Fotografie: 1. Fotografie di deportati nei lager nazisti 2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento 3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager 4. Reticolati del campo di Auschwitz I 5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei 6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 1940 7. Le bare di alcune vittime di Srebrenica 8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori 9. Il cancello del Campo di Dachau 10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino 11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

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LISTE RESET: CONTINUERAI A FARTI SCEGLIERE, O FINALMENTE SCEGLIERAI? hanno contribuito alla realizzazione di questa guida: Anna Nimis, Cecilia Bona, Mara Fantinel, , Mariavittoria Sartori, Chiara Bordon, Alvise Ceccato, ANa Dacinoi, Jacopo Buffolo


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