Brochure Pani ver. 2

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i pani e i prodotti da forno dell’appennino pesarese

i pani e i prodotti da forno dell’appennino pesarese


CRESCIA DI ACQUALAGNA Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi CRESCIA DI ACQUALAGNA. Territorio interessato alla produzione Comune di Acqualagna. Ingredienti Farina 00, uova fresche, latte, acqua, formaggio (tipo grana o parmigiano), strutto, olio extravergine d’oliva, sale. Descrizione del prodotto Tipo focaccia rotonda dallo spessore scarso di 1/2 cm. larghezza 25 cm.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Rompere le uova nella farina e aggiungere gli altri ingredienti. Lavorare il tutto fino ad ottenere un impasto maneggevole. Formare le “cresce” stendendole con il matterello e cuocere sulla graticola con la brace ardente. Il prodotto può essere conservato in frigorifero a temperatura massima +4°, per un periodo di 20 giorni circa.

Reperibilità del prodotto > Baribal Acqualagna di Salsiccia Silvia.

produzione del quale viene organizzata ogni anno, intorno alla fine di ottobre, la Fiera Internazionale del Tartufo ha permesso ad Acqualagna di essere riconosciuta Capitale del Tartufo. Per l’occasione,la Piazza centrale si trasforma in un salotto dove si possono ammirare, annusare e acquistare quintali su quintali di tartufo fresco per non tralasciare tutti gli altri prodotti di qualità quali salumi vino miele e formaggio prodotti nelle nostre zone. Qui raccoglitori e commercianti che lavorano in tutti i mercati mondiali, hanno la propria sede o svolgono lamaggior parte della loro attività. Prodotto tipico del territorio è la Crescia, tramandata di generazione in generazione senza subire sostanziali variazioni.

Feste e sagre > Fiera Nazionale del Tartufo Bianco (Ottobre e Novembre). > Fiera Regionale del Tartufo Nero Pregiato (penultima domenica di Febbraio). > Fiera Regionale Del Tartufo Nero Estivo (primo week-end di Agosto).

Tradizioni Prodotto tipico del territorio locale, tramandato di generazione in generazione senza subire sostanziale variazioni.

ACQUALAGNA Il paese, situato sul monte Falcone, sorge alla confluenza dei fiumi Burano e Candigliano. Le origini del borgo sono molto antiche ed è stato completamente ricostruito dopo la distruzione avvenuta ad opera di Alarico. La Riserva Naturale della Gola del Furlo rappresenta un autentico paradiso, attraversato dal fiume Candigliano che si insinua tra le imponenti pareti rocciose della Gola, dove la suggestione del paesaggio si unisce a una prodigiosa ricchezza naturalistica che vanta esemplari di flora e fauna davvero singolari. Da visitare Il Palazzo del Gusto che rappresenta un vero e proprio centro espositivo in cui sono raccolte tutte le tipicità enogastronomiche locali. Nella zona è fiorente la raccolta e il commercio del pregiato "Tartufo bianco di Acqualagna", per la

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CROSTOLO DI PATATA ROSSA Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi CROSTOLO DI PATATA ROSSA DI SOMPIANO. Territorio interessato alla produzione Comune di Borgo Pace. Ingredienti Farina di grano duro, lievito, sale, acqua olio, patata rosse di Sompiano, salsiccia, prezzemolo e mozzarella. Descrizione del prodotto Forma di calzone in pezzi da circa 300 gr. Si presenta croccante all’esterno e piacevolmente morbido all’interno. Viene consumato caldo così da esaltare i profumi dell’impasto e del ricco ripieno.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Si impasta la farina con sale, acqua, olio e lievito. Si lavora l’impasto fino all’ottenimento di una pasta elastica e morbida e si lascia lievitare per almeno quattro ore. L’impasto viene quindi steso con il mattarello formando dischi di 20 cm di diametro e mezzo cm di spessore quindi si riempiono con l’impasto ottenuto amalgamando le patate lesse condite con olio, sale e prezzemolo e un macinato di salsicce cotto in padella. Il tutto viene piegato a forma di mezza luna e cotto sulla brace di carbonella.

Reperibilità del prodotto > Pro Loco Borgopace nell’ambito della Festa della Patata Rossa di Sompiano che si tiene l’ultimo fine settimana del mese di Agosto di ogni anno. > Pizzeria “da Dodò” via A. Mercuri Sant’Angelo in Vado nel mese di Ottobre e prima metà di Novembre.

no, un buon bicchiere di vino santo o di cannaiola. Senza dubbio il prodotto più caratteristico di Borgo Pace è il Crostolo di Sompiano, una vera e propria specialità a base di patate. Si tratta di un calzone ripieno di patate bollite, salsicce nostrane e mozzarella e cotto rigorosamente alla brace con carbonella locale Si presenta croccante all’esterno e piacevolmente morbido all’interno. Viene consumato caldo così da esaltare i profumi dell’impasto e del ricco ripieno. Nella recente tradizione borgopacese il Crostolo di patate è diventato il protagonista indiscusso della Festa della Patata Rossa di Sompiano che si tiene l’ultimo fine settimana del mese di Agosto di ogni anno.

Feste e sagre > Festa del basilico (Parchiule, prima domenica di Settembre). > Festa della Crescia al forno a legna (Sompiano, Prima Domenica di Giugno). > Sagra del Tordo (Ottobre) tra i più pregiati cibi di cacciagione, per celebrare l’arrivo dell’Inverno. > Festa della Patata Rossa (ultimo fine settimana di agosto), dove si possono degustare gnocchi al sugo di anatra, patate fritte, carne al girarrosto e naturalmente il famoso Crostolo di Sompiano. > Sagra della panzanella (nella vicina Lamoli, 13-15 agosto) piatto rinfrescante a base di pane, pomodori e cipolla, particolarmente indicato nelle calde giornate d'estate.

Tradizioni La patata è da secoli un prodotto fondamentale nell’alimentazione di questa porzione di territorio. I terreni montani sciolti e particolarmente ricchi di potassio e magnesio permettono di ottenere patate dalle ottime caratteristiche organolettiche. La qualità e l’abbondanza del tubero ha permesso la sua utilizzazione sia nelle preparazioni classiche: lesse, arrosto, in umido, ecc…, sia nelle prepazione di prodotti da forno: pane, dolci e appunto il crostolo. Nella recente tradizione del comune di Borgo Pace il crostolo di patate è diventato il protagonista indiscusso della festa della patata rossa di Sompiano.

BORGO PACE Borgo Pace si trova in una pittoresca vallatadisseminata di castelli medievali. L’altitudine di circa 400 mt. sul livello del mare e tutto intorno l’Appennino Umbro - Marchigiano allietano lo sguardo con panorami stupendi. Vista la sua collocazione geografica, le tradizioni di Borgo Pace sono la risultante di tre culture differenti: marchigiana, umbra e toscana a volte con qualche influenza anche romagnola. Per quanto riguarda la gastronomia, Borgo Pace è particolarmente indicata per buongustai. All'ordine del giorno sono cibi sani e nostrani: cacciagione, dalla lepre al cinghiale; funghi di tutti i tipi: dal porcino al prelibato ovulo; tartufi di cui il territorio è ricco, naturalmente bianchi e della migliore qualità; pasta, rigorosamente fatta a mano, e perché


PANE DI CHIASERNA Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi PANE DI CHIASERNA. Territorio interessato alla produzione Comune di Cantiano. Ingredienti Farina di frumento tenero tipo “0”, lievito naturale, lievito di birra, acqua delle sorgenti incontaminate di Cantiano, senza aggiunta di additivi, sia per la lievitazione che nell’impasto. Descrizione del prodotto Forma allungata e leggermente schiacciata (“filone”) o tonda (“fila”), peso compreso tra 250 e 1000 gr. Crosta sottile e croccante. Colore esterno dal nocciola al nocciola scuro con mollica avente colore bianco tendente al grigio; alveolazione con irregolarità crescente all’aumentare della pezzatura. Sapore “sciapo”.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura La lavorazione tradizionale del “Pane di Chiaserna” prevede le seguenti fasi: preparazione del lievito madre: per l’ottenimento del lievito naturale o lievito madre è necessario procedere alle seguenti operazioni rispettando le modalità di esecuzione sotto indicate: 1.amalgamare la farina di grano tenero e acqua tiepida (30/32°C) con l’aggiunta di lievito di birra per 15/20 minuti fino ad ottenere un impasto omogeneo; 2. collocare l’impasto ottenuto in un contenitore coperto di materiale idoneo all’uso alimentare; 3. lasciare lievitare l’impasto ottenuto per un minimo di 10 ore In alternativa al metodo sopra descritto il lievito naturale può essere ottenuto utilizzando la pasta madre ottenuta dalle lavorazioni del giorno precedente rispettando le seguenti modalità di esecuzione:

Reperibilità del prodotto > Panificio F.lli Mazzoni via Monte Petria n. 10 Chiaserna di Cantiano. > Panificio K2 via Montecatria n. 40 Chiaserna di Cantiano. > Panificio “Il tozzo di pane” via IV Novembre n. 28 Cantiano. > Ristorante Cactus via Cordelli a Chiaserna di Cantiano n. 52. > Ristorante “Ristoro del Passante” Loc. Foci Cagli. > Negozi di alimentari di Acqualagna e Cantiano.

CANTIANO Cantiano è la meta ideale per chi cerca una vacanza che unisca l'interesse culturale all'amore per una natura ancora incontaminata. Importante centro fortificato del Ducato d'Urbino, Cantiano conserva nelle sue strade, nei suoi palazzi e nelle sue chiese un patrimonio di architettura medievale. Il pane di Chiaserna, diffuso nei territori del Montefeltro e in tutta la provincia di Pesaro, è riconosciuto dalla Regione Marche ed è inserito nell'elenco dei prodotti tipici nazionali. La bontà di questo pane è dovuta all'utilizzo di acqua di sorgente che conferisce al prodotto caratteristiche peculiari di leggerezza e freschezza nel tempo. Filone di forma allungata leggermente schiacciata, di colore dorato e privo di sale nasce come impasto acido (detto anche "madre") e viene fatto

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1. lasciare riposare la pasta madre per almeno 10 ore in un recipiente coperto idoneo all’uso alimentare; 2. amalgamare la pasta madre, acqua tiepida (max 30°C) e farina di grano tenero per almeno 5 minuti ad ottenere un composto liquido omogeneo; 3. lasciare lievitare il composto ottenuto in un recipiente coperto per 6/7 ore; • Impastatura e formatura: gli ingredienti vengono amalgamati tutti insieme per 15/20 minuti fino ad ottenere un impasto omogeneo e morbido al tatto. Si procede quindi al selezionamento ed alla formatura dell’impasto nelle tradizionali forme del peso di cui al precedente punto (caratteristiche fisiche) del presente disciplinare di produzione. Le forme ottenute quindi, dopo essere state adagiate su supporti di legno o su carrelli di acciaio coperte con teli di cotone e/o lana, vengono lasciate riposare per almeno 40 minuti. • Cottura: ultimata la lievitazione, le forme vengono fatte cuocere in forni elettrici, a gas, a gasolio o a legna preriscaldati ad una temperatura decrescente compresa tra 300 e 250 °C per 45-70 minuti a seconda della pezzatura.

fermentare in tutta calma. La totale assenza di additivi, conservanti e agenti migliorativi fanno il resto rendendendolo apprezzato in tutto il territorio umbro-marchigiano. Il merito è tutto dei produttori locali che, senza tregua, puntano non solo sulla tipicità, ma sull’altissimo grado di qualità degli ingredienti così come sulla trasmissione di una “maestranza” iscritta nel più profondo della storia delle genti di questo territorio. Cantiano, inoltre, vanta il pregio di figurare tra le 43 località italiane dell’Associazione Nazionale delle Città del Pane. Feste e sagre > Piazza del Gusto (secondo fine settimana di maggio). > Mostra mercato del tartufo bianco "Valle del Balbano" (il terzo fine settimana di novembre).

Tradizioni La progressiva sostituzione negli ultimi decenni del lievito acido naturale con il lievito di birra, che accelera e standardizza il processo di lievitazione (agevolando così il lavoro, soprattutto notturno dei fornai), ha praticamente fatto scomparire la preparazione tradizionale del pane. Alcuni fornai di Chiaserna (borgo rurale del Comune di Cantiano) hanno deciso di mantenere viva questa tradizione, valorizzando al meglio le risorse naturali a loro disposizione (in primo luogo acqua di sorgente e legna dei boschi circostanti). Il successo dell’iniziativa è stato tale che in pochi anni il “pane di Chiaserna” è divenuto un marchio riconosciuto anche fuori dai confini locali, atto ad identificare un pane genuino e particolarmente buono.


TORTA CON NOCI E UVETTA Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi TORTA CON NOCI E UVETTA. Territorio interessato alla produzione Comune di Macerata Feltria e comuni limitrofi. Ingredienti Farina di grano tenero tipo “0”, olio extravergine di oliva e/o strutto, noci, uvetta, lievito, pasta madre. Descrizione del prodotto Ha la forma rotonda con altezza da 5 a 8 cm., peso circa 1 kg, colore scuro. Si presenta come pagnotta morbida e asciutta. Sapore amabile, leggermente dolce.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Lavorare tutti gli ingredienti per almeno 10 minuti; lasciare riposare la pasta per 5 minuti; poi mettere l’impasto negli stampi e fare lievitare per almeno 30 minuti. Infornare a 180/200 C° per circa 30 minuti. Il prodotto si mantiene idoneo al consumo a temperatura ambiente anche per 4/5 giorni, anche se preferibilmente dovrebbe essere consumato fresco.

Reperibilità del prodotto > “Il piccolo forno” C.so Battelli Macerata Feltria. > Panificio “I giovani Fornai s.n.c.” via Europa Macerata Feltria. > Roberto Caffè via Antimi Macerata Feltria. > Agriturismo “La Cisterna” fraz. Santa Lucia Cisterna, 12 Macerata Feltria. Tradizioni La torta alle noci-uvetta era considerata il pane dei poveri perché veniva fatta con ingredienti che la gente contadina aveva in casa: noci, uvetta, farina, olio. In passato usava metterci come ingredienti anche un pò di zucchero e qualche uova che davano al dolce un colore più giallognolo ed una consistenza più asciutta. Proprio la mancanza di questi ingredienti hanno personalizzato la nostra torta.

MACERATA FELTRIA Adagiata in una conca verdeggiante, al confine tra Marche, Romagna e Toscana, nel cuore del Montefeltro, Macerata Feltria mostra un paesaggio di grande suggestione. Qui la sapiente mano dell'uomo si è affiancata all'opera della natura: maestosi esemplari di pini marittimi svettano sulle parti sommitali di quasi tutte le colline che circondano il paese, a perenne memoria dell' "Eroe dei due Mondi" che qui fece tappa durante la sua fuga, nel 1849, da Roma verso Venezia. Una terra privilegiata per la sua posizione geografica, il clima temperato, le risorse ambientali e culturali che, insieme alla ricchezza delle sue "sorgenti termali", rendono Macerata Feltria luogo ideale per un pieno recupero della salute ed un completo relax della persona. La fisionomia attuale di Macerata

Feltria è emblematica della storia di tante cittadine italiane, divisa com'è in un nucleo più antico e dominante il Castello e, in uno più recente fuori mura, il Borgo. La cucina è genuina e rispettosa della tradizione: pasta fatta a mano, piadina, carni e verdure del luogo. Prodotto tipico del territorio di Macerata Feltria è la Torta con noci e uvetta.

Feste e sagre > Antica Fiera di San Giuseppe (mese di Marzo). Oltre alle classiche bancarelle, vengono allestiti stand gastronomici in cui è possibile degustare piadina, porchetta, salumi e formaggi locali. Alla storica Fiera di San Giuseppe è legato il Convegno dell'Agricoltura, divenuto, nel tempo, un appuntamento fondamentale per le politiche agricole delle aree interne. > ....a tutta salute! (Secondo weekend di Giugno). > Festa della salute e del benessere con mercatino di prodotti biologici, dell'erboristeria, della cosmesi naturale e dell'energia alternativa.


SPIANATA DI MAIOLO Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi SPIANATA di MAIOLO O SPIANATA SE SMAREIN. Territorio interessato alla produzione Comune di Maiolo. Ingredienti Farina di grano tenero, lievito naturale o lievito di birra, acqua, sale, rosmarino, olio. Descrizione del prodotto Ha forma a disco ovale, di diametro variabile, con uno spessore generalmente di 3-5 cm. Si presenta con un colore chiaro e dorato. Si accompagna, in alternativa al pane, con salumi, formaggi e verdure grigliate di ogni tipo, oppure grazie alla presenza del rosmarino si può mangiare da sola appena sfornata in quanto molto saporita.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Con l’impasto del pane si preparano dei panetti, che vengono poi spianati con le mani o il matterello in modo comunque da lasciare un certo spessore. Si praticano delle “fossette” nella spianata in modo da conservare l’olio che viene versato sopra, insieme a ciuffi di rosmarino e grani di sale grosso, distribuiti qua e là su intera superficie. Porre a cuocere in forno, preferibilmente, a legna, ben caldo per pochi minuti.

Reperibilità del prodotto > Forno comunale di Maiolo, Piazza Santo Pertini. > Forno Mascello Maiolo Via Montefeltresco. > Agriturismo “La Casa Vecchia” Maiolo Loc. Cà Zemprino.

panificazione lasciato fermentare per tutta la notte, un modus operandi parsimonioso e un rapporto con il forno quasi fraterno, fatto di accorgimenti e trucchi del mestiere. Pur non possedendo nessuna produzione industriale e nessun laboratorio artigianale, Maiolo appartiene alla Associazione Italiana Città del Pane. Evidentemente, è il prodotto stesso la migliore referenza della tradizione panificatoria locale. Nel mese di giugno vengono riattivati per alcuni giorni gli antichi forni in pietra per la pittoresca "Festa del Pane", durante la quale si possono degustare le specialità della zona accompagnate dal pane appena sfornato. I forni, una cinquantina sul territorio, fanno parte del cosiddetto "Museo del pane", una rete di strutture risalenti ai primi anni del secolo XIX.

La “Spianata se smarein” invece è un tipico prodotto da forno, realizzato a Maiolo, che deve il suo nome proprio al tipo di preparazione: l'abitudine diffusa di schiacciare, a mano o con il mattarello, l'impasto prima di consegnarlo al calore del forno. Quando si faceva il pane, era usanza saggiare la temperatura del forno utilizzando una porzione d’impasto schiacciata a mano. L'ingrediente base della spianata è infatti la pasta del pane al quale vengono aggiunti strutto, olio, rosmarino e sale grosso.

Tradizioni Panetti schiacciati e conditi che andavano cotti immediatamente prima delle pagnotte di pane, anche per saggiare la temperatura del forno a legna. La facile lievitazione, la rapida cottura e l’aroma di rosmarino rendeva cottura e l’aroma di rosmarino rendeva fragrante la “Spianata”, e adatta a soddisfare l’appetito di adulti e bambini ai quali per tradizione era offerta ancora calda (mentre il pane caldo era proibito!). Le Spianate si preparavano ad ogni informata del pane casalingo: almeno 1 volta a settimana.

MAIOLO Maiolo ha preso il nome ddll’omonimo vicino borgo, distrutto, secondo una leggenda avvolta in un alone di magia, da una frana rovinosa tra il 29 e il 30 maggio 1700 che intriga tuttora i geologici e gli storici. Il paese conserva le sue borgate, le sue vecchie case contadine, le comunelle, le piazzette e non si è lasciato contagiare dalla edilizia selvaggia e condominiale. La funzione strategica del sistema fortificato di Maiolo fu pienamente valorizzata dai Duchi di Urbino. Alimento caratterisrtico di Maiolo è il Pane, prodotto con farine locali e con metodi antichi. È un elemento basilare dell'identità culturale maiolese e non è comunemente messo in commercio. Suoi ingredienti segreti sono acqua, farina, "pasta madre", ovvero il pezzo di impasto della precedente

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Feste e sagre > Festa del Pane. La tradizionale festa propone la degustazione di antichi sapori e focacce cotti nei forni a legna sparsi sul territorio. Oltre a convegni di studio e degustazioni di vari tipi di pane,


PANE DEL DOTTORE Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi IL PANE DEL DOTTORE. Territorio interessato alla produzione Comune di Mercatello sul Metauro. Ingredienti Farina di frumento ottenuta da macinatura a pietra, lievito naturale, acqua di sorgente. Descrizione del prodotto Forma classica a filone disponibile in pezzature da 500/600 grammi. Presenta crosta esterna rosea tendente allo scuro, con colore interno della mollica bianco tendente al grigio.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Si impasta la farina con acqua e il lievito naturale. Dopo un’accurata lavorazione si lascia fermentare per almeno 8/12 ore. La cottura diretta avverrà in forno alimentato a legna di bosco a temperatura di 180/200 °C per almeno 1 ora. Il pane mantiene una propria fragranza anche dopo 5/6 giorni dalla cottura.

Reperibilità del prodotto > “Il pane di Mercatello” via Molino Metauro a Mercatello sul Metauro. Tradizioni “Il pane del dottore” è così denominato in quanto deriva dalla passione del Dott. Gostoli che ha voluto riprendere la tradizione della panificazione naturale nel territorio di Mercatello sul Metauro, utilizzando le farine ottenute dalla macinatura con molino a pietra, particolarmente ricche di sostanze nutrizionali e salutistiche. Inoltre si è voluta mantenere inalterata la lievitazione naturale e la cottura con forno a legna che conferisce al pane un sapore inimitabile e una garanzia di freschezza anche per più giorni. La bontà di questo pane è stata riconosciuta dai consumatori tanto che si è rapidamente diffuso in molti centri della realtà del Montefeltro.

MERCATELLO SUL METAURO Di origine medievale, Mercatello sul Metauro è una cittadina perfettamente incastonata nella verdissima valle di questo fiume, immersa in un paesaggio ancora integro e armonioso dove si respira un‘atmosfera di tempi passati. Poco a nord del Paese nasce il Metauro dai due emissari che sono il “Meta” e l’”Auro”. Questo fiume ha influenzato e condizionato tutta la vallata nella lunga storia del Montefeltro fin dai tempi dell’Impero Romano. Oltre che per il territorio collinare e montano di cui è cuore pulsante, la cittadina è assai interessante per le importanti emergenze culturali, architettoniche e artistiche che propone al visitatore attento e interessato. Mercatello ha un bellissimo centro storico, con una piazza fra le più

suggestive di tutta la provincia. Il borgo è così ben conservato da essere insignito della prestigiosa riconoscenza, per il terzo biennio consecutivo, della “Bandiera Arancione”, il marchio di qualità turistico ambientale per l’entroterra del Touring Club Italiano. La “Bandiera Arancione” è uno degli strumenti con il quale il Touring offre ai turisti una garanzia di qualità e alle località uno strumento di valorizzazione. L'amenità del paesaggio e la ricchezza di monumenti e opere d'arte esaltano la vocazione turistica di Mercatello, favorita dalla presenza di ristoranti e agriturismi. Prodotto tipico del territorio di Mercatello è il Pane del Dottore (oggi Pane di Mercatello).

Feste e sagre > Palio del somaro e sagra della tagliatella (prima metà di luglio), festa istituita in ricordo del nome con cui i mercatellesi erano ingiuriati dagli abitanti dei popoli vicini:”Magna Someri”(Mangia Somari).


FAVONE BRIGOLATO Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi FAVONE BRIGOLATO. Territorio interessato alla produzione Comune di Barchi. Ingredienti Uova, zucchero, burro, cacao, latte, lievito chimico per dolci. Descrizione del prodotto Biscotti bicolori (pasta bianca e pasta al cioccolato) di forma sferica, in media di 6 cm di diametro ricoperti di cristalli di zucchero.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Impastare tutti gli ingredienti avendo cura di formare un impasto consistente ma non duro. Dividere l’impasto in due parti. Aggiungere il cacao ad una delle due parti. Formare della palline bicolore, bagnarle nel latte e passarle nello zucchero. Disporle su una placca e cuocere in forno per 20 minuti a 180°. Si conservano per alcuni giorni in barattoli di vetro.

Reperibilità del prodotto Normalmente preparato in casa, si può trovare: > Locanda “La voglia matta” via Roma n. 44 a Barchi. > Festa i Sapori del Castello 1° week end agosto.

locale.Tra i prodotti da forno, il Favone brigolato merita di essere menzionato a causa della sua attuale diffusione, che ha resistito nel corso dei secoli. I favoni sono biscotti preparati con un’amalgama di pasta dolce all'uovo "bianca" e "nera", cioè al cioccolato, passati nel latte e nello zucchero e cotti nel forno. Innumerevoli sono le suggestioni proposte dalla gastronomia del territorio; tra le specialità della cucina locale troviamo anche la crescia: piadina con le uova; la crescia di Pasqua: panettone salato al formaggio; i tacconi: taglaiatelle con farina di fave; gli straccetti: pasta all’uovo in brodo di carne; le cresciarelle: dolce fritto di carnevale ed i biscotti al mosto. I vitigni tipici sono il bianchello e il sangiovese. Dalle uve bianchello si produce il bianchello del Metauro e

il Vin santo mentre dal sangiovese si ottiene il Colli Pesaresi Sangiovese.

Tradizioni Tradizionalmente preparato nella settimana di Pasqua, simboleggia, con i due colori, la luce e l’ombra, la vita e la morte, ed è un dolce che si trova anche nella gastronomia tradizionale ebraica, così come altri dolci locali. Non è improbabile una ‘contaminazione’ fra le due tradizioni gastronomiche, ebraica e cristiana, data la presenza storica di comunità ebraiche quasi in ogni comune del nostro territorio.

BARCHI Il centro storico, detto "il castello", è completamente protetto da un'alta cinta muraria medioevale, ed è stato riprogettato, nella seconda metà del Cinquecento dall'architetto Filippo Terzi, che lo ha modellato seguendo i canoni architettonici rinascimentali e aprendo una nuova via d'accesso sormontata da un arco trionfale, la Porta nova. Ai piedi delle mura si stendono i vecchi quartieri del Borgo e del Prato, che costellano la strada principale. La riscoperta dei sapori e degli ingredienti tradizionali hanno fatto riaffiorare ricette quasi dimenticate. Per molti aspetti alla tradizione culinaria marchigiana dai sapori intensi e decisi, la cucina raccoglie anche influssi delle regioni vicine. Innumerevoli sono le suggestioni proposte dalla gastronomia del territorio, le specialità della cucina

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Feste e sagre > Sagrana (ultima fine settimana di giugno), piatti tradizionali e rivisitati a base di rane. > I Sapori del Castello (prima fine settimana di agosto), cultura dei Piatti del Passato; riscoperta e valorizzazione dei piatti tipici della cultura barchiese.


BERLINGOZZO Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi BERLINGOZZO. Territorio interessato alla produzione Comune di Saltara. Ingredienti Farina, uova, ammoniaca, limone grattugiato. Descrizione del prodotto È un grosso biscotto, avente conformazione simile a quella di un castagnolo gigante (lunghezza media 20-30 cm, altezza 5-7 cm). Colore dorato. Interno soffice e profumato. Ottimo abbinato al vino novello.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Si procede alla preparazione dell’impasto mescolando tutti insieme i vari ingredienti, fino ad ottenerne un perfetto amalgama. Si preparano poi delle “castagnole” di grandi dimensioni che vengono fatte lessare in acqua bollente per pochi istanti e quindi poste al forno per completare la cottura. Possono essere farcite con crema, o ricoperte con alchermes, o miele o zucchero.

Reperibilità del prodotto > Feste di paese organizzate dalla Pro Loco di Saltara. > Alimentari Stratta C.so Matteotti a Saltara.

giocosa dei fenomeni naturali. Sul giardino della villa si affaccia un incantevole angolo gastronomico, che espone prodotti marchigiani e organizza degustazioni guidate. Dolce tipico locale è il Berlingozzo, un grosso biscotto cotto al forno e dagli ingredienti semplici, che tradizionalmente riunisce alla tavola parenti ed amici. Sembra che il nome “berlingozzo” derivi da "berlinga" una moneta coniata a Milano attorno al 1600. Oggi costituisce insieme al castagnolo il tipico dolce di carnevale. Va ricordata la “Berlingozzara”, festa tradizionale saltarese inizialmente di mezza quaresima, poi estiva (agosto): la piazza affollatissima era ornata da tanti cestini di vimini appesi a fili e ricolmi, appunto, di berlingozzi (dolcetti tipici, citati in testi del ‘500); i biscotti cadevano a pioggia

sulla folla da questi panieri rovesciati ed anche lanciati dai carri in sfilata. Arricchisce questa splendida cittadina la produzione del rinomato vino “Bianchello del Metauro”, di caratteristico colore paglierino con sfumature verdi, è un vino giovane e brioso assolutamente da degustare.

Tradizioni La “Berlingozzara” per i cittadini di Saltara era un appuntamento irrinunciabile del mese di Agosto, a cui partecipava anche la gente dei paesi vicini. In tale periodo la piazza si ornava di tanti cestini di vimini ricolmi di berlingozzi che pendevano da fili tesi. Il giorno della sagra i carri trainati dai buoi sfilavano per le vie del paese e le ragazze, vestite a festa, intonavano il canto “o berlingozzara bella” e lanciavano i berlingozzi in mezzo alla folla. Altri berlingozzi piovevano dall’alto, perchè venivano fatti scivolare dai fili che attraversano la piazza.

SALTARA Saltara è collocata su un fertile colle che domina la bassa valle del Metauro. L’etimologia di Saltara è legata secondo molti a saltus o saltarius, ossia “bosco” o “guardaboschi”: luoghi eletti per la raccolta d’erbe. E' tipicamente medievale la vicinanza dei luoghi che rappresentano i tre poteri: Comune (potere politico), Chiesa di S.Lucia (potere religioso), Mercati coperti (potere economico). Dall’alto della sua cinta muraria, Saltara domina la Valle del Metauro e, in epoca medievale, fu sede di importanti mercati e fiere. Sul panoramico colle di cipressi secolari della frazione "San Martino" di Saltara sorge la splendida Villa del Balì, sede di un Planetario e Museo interattivo della Scienza. La mostra interattiva è pensata per una scoperta individuale, libera e

Feste e sagre > Sagra del Berlingozzo (agosto).


BISCOTTI ALL’ANICE Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi BISCOTTI ALL’ANICE. Territorio interessato alla produzione Comune di Serrungarina. Ingredienti Farina, lievito di birra, semi di anice, vino. Descrizione del prodotto Biscotto secco, tondo, di almeno 10-15 cm. di diametro. Colore dorato, con marcata presenza dei semi di anice. Ha una lunga conservazione. Risultano ottimi se “inzuppati” nel vino o nella prima colazione.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Si prepara l’impasto utilizzando tutti gli ingredienti. Stendere poi l’impasto in modo da renderlo abbastanza sottile e tagliarlo affinché si possano ottenere piccole piastre di circa 5 cm. di diametro. Lasciare riposare per circa 1 ora per favorire la lievitazione. Mettere al forno a cuocere per circa 45 minuti alla temperatura di 200°C.

Reperibilità del prodotto > Panificio Antonioni via dei Mandorli n. 3 Tavernelle di Serrungarina.

dei prodotti tipici della valle metaurense. Unica specialità è la coltura della pera "angelica" che fa di Serrungarina l'unica produttrice a livello nazionale di questo gustoso frutto estivo. Tipicità di Serrungarina è la Crescia Dolce, dolce pasquale a base di farina, latte, zucchero, burro, uvetta, cedro candito, rum e scorza di limone. A causa della complessità della lavorazione e dei numerosiingredienti, in passato questo dolce rappresentava un lusso che non tutte le famiglie potevano permettersi. Ancora oggi la sua preparazione richiede gli stessi ingredienti ma, nonostante la grande laboriosità, molte famiglie se lo preparano in casa, nel rispetto delle tradizioni pasquali.

Feste e sagre > Festa della Pera Angelica (ultimo week end di agosto). > Carnevale di Serrungarina (periodo di carnevale), con sfilata di carri e lancio di dolciumi. > Presepe meccanizzato (periodo natalizio ed oltre), che attira in questa località tanti visitatori.

Tradizioni Biscotti che venivano generalmente consumati nel periodo primaverile autunnale. Era tradizione che i contadini al ritorno dai campi si fermassero al bar a fare una partita a carte durante la quale usavano inzuppare questi biscotti che erano posti sul bancone impilati uno su l’altro con il vino.

SERRUNGARINA A 206 metri sul mare sul crinale sinistro del fiume Metauro, Serrungarina, anticamente chiamata Brisighella, deve il suo nome attuale probabilmente a Ser Ungaro degli Atti, notaio vissuto nel XIV secolo. Il caratteristico borgo è delimitato da un’imponente struttura muraria, edificata sotto la dominazione dei Malatesta. Seguirono le sorti di Serrungarina i castelli di Bargni e Pozzuolo, due località interne immerse nel verde. A valle, Tavernelle, antica "statio romana" a cavallo tra il delicato innalzarsi delle colline e l'austero corso del fiume Metauro, è oggi un moderno centro urbano. Le quattro località sono tra loro armoniosamente collegate da uno splendido percorso panoramico. La produzione di olio e vino di qualità ribadiscono la meritata rinomanza

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PIZZA DOLCE Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi PIZZA DOLCE. Territorio interessato alla produzione Dolce diffuso in tutto il territorio del Montefeltro, caratteristico quello del Comune di Serrungarina oggetto della presente scheda. Ingredienti Uova, zucchero, canditi, uvetta, strutto, burro, lievito di birra, latte, vaniglia, buccia grattugiata di limone e/o di arancia, farina, latte, liquore maraschino. Descrizione del prodotto Forma rigonfia “a fungo” od a “panettone” in relazione al tipo di teglia impiegata nella cottura. Colore bruno. Sapore delicato.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Procedura complessa che richiede estrema attenzione nei tempi di esecuzione, affinché il risultato finale risulti ottimale. Al mattino si prepara un panetto con il latte, il lievito di birra, la farina, l’uovo. A mezzogiorno si impastano tutti gli altri ingredienti (v. canditi, uvetta, strutto, burro, zucchero, vaniglia, liquore, lievito di birra sciolto in un poco di latte), che vengono poi uniti al panetto precedentemente preparato ed alla farina. L’impasto così ottenuto viene riposto in una pentola dai bordi alti per la lievitazione. Dopo 6 ore con un cucchiaio di legno si muove l’impasto senza toglierlo dalla pentola. Dopo 11 ore si “guasta”. Alle 6 del mattino successivo si toglie per essere collocato nella teglia della cottura. La pizza viene infornquando ha raggiunto la completa lievitazione. La cottura avviene per circa 1 ora in forno a temperatura di 200°C per i primi 20 minuti e poi a 180°C fino a fine cottura.

Reperibilità del prodotto > Presente in tutti i forni, pasticcerie, nonchè in molti agriturismi del Montefeltro nel periodo pasquale (es. Forno “Le ricette di Anna e Gabri” di Montecerignole via Cè Rosso 21). > Relativamente alla pizza dolce di Serrungarina si può trovare presso il panificio Antonioni via dei Mandorli n. 3 Tavernelle di Serrungarina. Tradizioni Dolce estremamente ricco e gustoso che vedeva impegnate le massaie per l’intera giornata della vigilia di Pasqua, considerati i tempi lunghi di lievitazione. Si consumava in alternativa alla pizza al formaggio, ed era offerta agli ospiti o parenti durante il periodo pasquale come merenda od a colazione.


PANE DI FARRO Nome del prodotto, sinonimi e termini dialettali più diffusi PANE DI FARRO. Territorio interessato alla produzione Comune di San Lorenzo in Campo. Ingredienti Farina di farro, lievito di birra, acqua. Descrizione del prodotto Forma classica a filoncino. Colore della crosta scuro, mollica interna di colore bruno per la presenza di farina di farro. Sapore consistente, tendenzialmente acidulo.

Descrizione metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura Impastare farina con acqua e lievito disciolto in un bicchiere di acqua. Con tale impasto formare filoncini di circa 250 gr. Ricoprire con panno per circa 2 ore per favorire la lievitazione.Porre in forno caldo a 200°C, poco dopo abbassare la temperatura a 170°C e portare a termine la cottura.

Reperibilità del prodotto > Farroteca “Monterosso” via Costantinolpoli n. 7 San Lorenzo in Campo. Tradizioni Il farro si può definire il progenitore del nostro frumento ed era già conosciuto nell’antico Egitto. Importato dai Romani, ne era divenuto l’emblema della fertilità (estremamente caro a Cerere, divinità protettrice delle messi), nonché della forza, in quanto alimento principale dei legionari per le sue riconosciute proprietà nutritive ed organolettiche. La produzione di farro nel territorio del Montefeltro risale ai tempi della conquista romana di questi territori. Il pane di farro sostituiva in passato quello di frumento e veniva arricchito, o condito, con ingredienti vari. Il farro è ritornato recentemente di moda per la sua maggiore digeribilità rispetto al frumento; viene apprezzato soprattutto da quanti seguono diete ipocaloriche.

SAN LORENZO IN CAMPO L'ampia valle del Cesano, salendo dalla riviera adriatica verso gli Appennini, accoglie al suo centro San Lorenzo in Campo, situato sul versante sinistro del fiume ai margini della ricca zona archeologica, che va restituendo le reliquie dell'antica Suasa Senonum. Il borgo medievale tuttora conserva la pianta urbanistica originale con viuzze interne, archi di accesso e mura di cinta castellane. Nella parte più elevata si ergeva la rocca, di cui rimangono resti abbastanza leggibili, sotto la quale si apre la caratteristica piazzetta detta "la Padella", ove si affaccia il severo Palazzo della Rovere, il cinquecentesco Palazzo Amatori e quello dei principi romani Ruspoli. San Lorenzo in Campo è terra di storia e di prodotti tipici, evocati nel suo stesso nome che suggerisce abbondanza di orti e messi; in origine

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era chiamata San Lorenzo “in silvis” per la presenza di boschi sacri, in un secondo momento il nome diventò “in campo”, a causa del territorio ottimale per la coltivazione. I resti di numerosi mulini sparsi nel territorio testimoniano la diffusione delle coltivazioni di cereali e in particolare del farro; il recupero della coltivazione e lavorazione di questo antichissimo cereale fa di San Lorenzo un piccolo ma vivace centro che ha saputo recuperare le tradizioni rendendole vive: per questo gli spetta una tappa dedicata al gusto. Nel 2003 viene inaugurata a San Lorenzo, il primo esempio in Italia di ristorante e punto vendita interamente dedicato al farro. Il caratteristico locale offre ai suoi ospiti specialità a base di farro. In questa oasi del gusto si possono degustare le tante ricette a base di

farro e farina di farro, ma il prodotto che ha conosciuto maggior diffusione è senza dubbio il Pane di farro, apprezzato e consumato ormai in tutto il territorio, oltre che per il suo gusto autentico anche per la sua maggior digeribilità rispetto al frumento. E’ doveroso segnalare la coltivazione di un particolare vitigno che dà un ottima uva da cui si trae una ormai famosa "vernaccia" e i gustosi vini locali Sangiovese e Bianchello. Feste e sagre > Festa della Crescia co’ le Foie (mese di agosto). > Mestieri e Mercanti - Palio Della Rovere (fine di agosto e l’inizio di settembre). > La Sagra del castagnolo (Lunedì di Pasqua). > Fiera di San Lorenzo (11 agosto).


ALTRI PRODOTTI PRESENTI NEL TERRITORIO DELL’APPENNINO PESARESE Oltre ai prodotti già segnalati, esistono molti altri prodotti tipici da forno rintracciabili nel territorio dei GAL “Flaminio Cesano” e “Montefeltro Leader”, che ne costituiscono un importante patrimonio di conoscenze e tradizioni, da tutelare e valorizzare anche dal punto di vista turistico. Tra gli altri si segnalano: - Crescia sfogliata: una specie di piadina a strati sovrapposti tipica della zona di Urbino - Urbania - Crescia di Frontone: una specie di piadina fatta con uova intere, ottima se accompagnata con salumi, formaggi e verdure cotte - Bustrengo o bostrengo: dolce di preparazione assai complessa e quanto mai varia da territorio a territorio (Apecchio, Piobbico, S. Angelo in Vado, Cagli, Acqualagna, Frontino, Macerata Feltria, ecc.).

Una sua variante è costituita dal “lattarolo”, dove non viene impiegata la farina, facendo risultare il prodotto finale più liquido e leggero - Biscotti sciroppati o “biscuttin” di Fratte Rosa: piccoli biscotti ricoperti di una glassa ottenuta con zucchero, acqua, buccia di limone grattugiata. Un tempo dolce tipico delle grandi cerimonie familiari (battesimi, cresime, matrimoni, compleanni), oggi consumato regolarmente, specie accompagnato con vin santo e visciolata - Bucut: biscotto tipico di Fossombrone, avente forma di barchetta, lunga circa un palmo, fatto con farina di mais ed acini di uva passa - Biscotti o ciambelle di mosto: dolce caratteristico del periodo autunnale, in quanto ottenuto aggiungendo all’impasto mosto di uva

- Le fave dei morti: tipico biscotto secco, prodotto in occasione della ricorrenza dei defunti, il cui ingrediente caratteristico è rappresentato dalle mandorle tritate - Le castagnole, famose quelle di San Lorenzo in Campo, o la cicerchiata: dolci tipici del periodo di Carnevale diffusi in tutto il territorio del Montefeltro - La crescia al formaggio, o pizza di Pasqua, o torta brusca: torta salata ripiena di formaggio pecorino o parmigiano, caratteristica nel periodo pasquale.


LE VIE DEL GUSTO

4 itinerari alla scoperta delle arti bianche LA VIA DEL PANE: Cantiano, Maiolo, San Lorenzo in Campo, Mercatello sul Metauro Tra i numerosi prodotti da forno che animano la tradizione culinaria del nostro territorio il pane rappresenta senza dubbio un elemento fondamentale. È uno dei cibi più antichi dell'umanità, fatto di elementi semplici come acqua e farina, gesti semplici come impastare, dare forma per poi aspettare pazienti la lievitazione e da ultimo il calore del forno fa il resto. Quello che viene dopo è il profumo del pane caldo e le sue fragranze sotto ai denti. Fare il pane è come immergere le mani nel mistero stesso della vita e delle sue diverse espressioni culturali, viste le infinite varianti esistenti. I 4 elementi interagiscono nella nascita di questo alimento e contribuiscono a creare differenze e carattere al pane: LA TERRA da cui germogliano i differenti tipi di cereali, L’ACQUA con cui impastare, L’ARIA per la lievitazione, IL FUOCO che cuoce. Un processo d’artigianato esperto e amorevole che si compie di notte, lontano dagli occhi del giorno. Questo itinerario ci guida attraverso quei luoghi in cui la tradizione del pane si è tramandata nei secoli fino ad arrivare fino a noi pressoché intatta.

LA VIA DEI DOLCI: Saltara, Serrungarina, Barchi Il viaggio attraverso la tradizione dei dolci ci conduce verso la riscoperta delle tradizioni più antiche del nostro territorio. Attraverso l’ esplorazione di questi prodotti di nicchia, la cui produzione è sopravvissuta nei secoli, riscopriamo cibi profondamente legati alla storia, agli usi e ai momenti della tradizione che rendono questo territorio così variegato e ricco. Un tempo la preparazione di queste delizie era profondamente legata alla disponibilità delle risorse ma soprattutto alle scadenze agricole e religiose che scandivano la vita delle genti di questi luoghi: la mietitura, la trebbiatura, la vendemmia, l’uccisione del maiale, ma soprattutto le festività solenni come la Pasqua, il Natale e il più pagano carnevale. Erano questi i momenti in cui le donne dimenticavano la fatica quotidiana e creavano l’illusione di un’abbondanza beneaugurante, dedicandosi alla preparazione di dolci e dolcetti. Il valore di tali produzioni era grande e profondamente legato alla stagionalità e ai momenti di festa. Oggi alcuni di questi prodotti sono ancora presenti sulle nostre tavole, fatti con le medesime ricette e la stessa laboriosità di produzione. L’abbondanza dei nostri tempi gli rende maggiormente reperibili, ma pur sempre legati ad una certa stagionalità.

Territorio del GAL Motefeltro Leader Territorio del GAL Flaminia Cesano

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LA VIA DELLE CRESCE: Borgo Pace, Maiolo, Acqualagna L’entroterra pesarese è una terra dove i pani, le focacce e i dolci lievitati creano le mille facce di una gastronomia che ha saputo utilizzare l'abbondanza di frumento. Ogni paese lo ha fatto a modo suo, sfruttando astutamente materie prime di volta in volta differenti, creando feste popolari e riti collettivi. Come il resto delle Marche, già granaio dei latini, fertile produttore di farro e successivamente di mais, questo territorio trasforma ogni occasione in un momento di arte bianca: la vendemmia nei pani al mosto; la raccolta delle noci nel pan nociato; le festività religiose nei pani di Pasqua; la raccolta del grano nel pani dei mietitori. Quando si faceva il pane era usanza conservare un po’ di impasto per preparare qualche focaccia, detta crescia - perché lievita, cresce - per tutta la famiglia. Per testare il grado di calore del forno un tempo si utilizzava una piccola porzione di impasto spianato con la pressione dei polpastrelli che ha dato vita, poi, alla cosiddetta spianata. Spesso i bambini stessi facevano piccoli dischi di pasta che venivano cotti subito dopo aver sfornato il pane. Anche in questo caso il legame con la disponibilità delle risorse ha creato una ricca variante di cresce e focacce alcune delle quali arrivano intatte fino a noi.

LA VIA DELLE SAGRE In un territorio ricco di tradizione come questo, ogni paesino, borgo o città ha la sua sagra, festa, fiera (almeno una, spesso un paio o anche di più). Si va dalle rievocazioni storiche alle immancabili feste dei vini e dei prodotti tipici e chi più ne ha più ne metta. Sagre popolari, feste di origini contadine che risalgono alla notte dei tempi, manifestazioni in piazza da sempre animano la vita delle città e trovano le loro radici soprattutto nel mondo rurale e agreste. Purtroppo spesso molte di queste tradizioni spariscono facendo dimenticare quelle che erano le usanze tipiche dei propri luoghi, alcune, però, resistono e ci permettono di riscoprire usanze e prodotti enogastronomici legati alla cultura e alle tradizioni delle terre che li hanno generati.

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> Borgo Pace - Festa della Patata Rossa (ultimo fine settimana di Agosto) > Aqualagna - Fiera Nazionale del Tartufo (Ottobre - Novembre) > Cantiano - Piazza del Gusto (secondo fine settimana di Maggio) > Mercatello sul Metauro - Palio del Somaro e Sagra della Tagliatella (prima metà di Luglio) > S. Lorenzo in Campo - Festa della Crescia co’ le Foie (mese di Agosto) > Barchi - I Sapori del Castello (primo fine settimana di Agosto) > Saltara - Sagra del Berlingozzo (Agosto) > Serrungarina - Festa della Pera Angelica (ultimo fine settimana di Agosto) > Macerata Feltria - …a tutta salute! (secondo fine settimana di Giugno)

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GAL MONTEFELTRO LEADER Via Garibaldi, 1 61049 Urbania (PU) Tel. 0722 317599 - Fax 0722 317739 www.montefeltro-leader.it

FLAMINIA-CESANO S.r.l. V.le M. della Libertà, 33 61045 Pergola (PU) Tel. 0721 740574 - Fax 0721 742203 www.gal.flaminiacesano.it

Progetto realizzato nell’ambito dell’iniziativa Comunitaria Leader+


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