Circlemeal

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Tesi di laurea Corso di laurea specialistica o magistrale in

Design - Comunicazioni visive e multimediali Titolo tesi di laurea

Circlemeal. Un’applicazione per visualizzare e confronare i valori nutrizionali

Cognome e nome

Petrilli Rita

Matricola n.

271974

Anno accademico

2012/2013

Relatore

Katerina Dolejsova

Firma

Correlatore

Natale Lionello

Firma

Sessione di laurea

III Aprile 2013



circlemeal un’applicazione per visualizzare e confrontare i valori nutrizionali

Rita Petrilli matricola 271974 Relatrice Katerina Dolejsova Correlatore Natale Lionello

Università Iuav di Venezia Facoltà di Design e Arti Corso di Laurea Magistrale in Design (Comunicazioni Visive e Multimediali) III Sessione di Laurea. Aprile 2013



ABStract Circlemeal è un’applicazione per smartphone che permette di confrontare rapidamente gli alimenti confezionati, attraverso una visualizzazione infografica e interattiva delle informazioni nutrizionali. L’obiettivo è quello di fornire un’immediata comprensione e gestione dell’apporto nutritivo di ciascun prodotto, favorendo l’adozione di scelte alimentari informate e salutari. L’app si avvale di un database di prodotti, dal quale raccoglie i dati tramite il riconoscimento dell’etichetta inquadrata con la fotocamera e li ricalcola sulla base delle preferenze e del fabbisogno nutritivo personale dell’utente. Le informazioni sono restituite in realtà aumentata, una tecnologia che crea sulle confezioni dei prodotti un livello informativo virtuale che ne illustra le caratteristiche e che consente un rapido accesso alle informazioni selezionate al momento della configurazione. Semplicemente spostando l’inquadratura dalla confezione di un alimento a un altro, i dati del nuovo prodotto vengono sovrapposti al grafico del precedente, favorendo una comparazione immediata. L’utente può decidere di visualizzare il grafico dei valori nutritivi rapportati alle proprie gda (Quantità Giornaliere Indicative) o la lista degli ingredienti, ed eventualmente impostare il riconoscimento di potenziali allergeni e sostanze da tenere sotto controllo.

Circlemeal, dunque, è stata progettata pensando alla completa personalizzazione dei dati, permettendo ai consumatori di scegliere i prodotti sulla base di ciò che ritengono rilevante. Oltre alla consultazione in modalità fotocamera, pensata soprattutto per confrontare gli alimenti al momento dell’acquisto, l’applicazione contiene altre tre sezioni: “Sfoglia e confronta” permette di consultare tutti i prodotti del database, suddivisi per categorie e confrontare fino a un massimo di tre prodotti; nella sezione “Il mio fabbisogno” l’utente può calcolare l’apporto nutritivo dei prodotti acquistati sulla base di porzioni personalizzate; infine si possono modificare le informazioni e i parametri di scelta nella scheda del profilo. La tesi qui proposta esplora il processo di ricerca e sviluppo progettuale di Circlemeal, partendo dall’analisi dei progetti e delle tecnologie esistenti nell’ambito della comunicazione alimentare, e arrivando alla definizione del concept e alla descrizione dell’aspetto visivo e funzionale dell’applicazione. Nello scenario contemporaneo, segnato dalla proliferazione di prodotti confezionati e lavorati, e dal conseguente aumento di patologie collegate all’alimentazione, Circlemeal si propone come un valido strumento complementare alle etichette nutrizionali per migliorarne la comprensione.


Circlemeal is a smartphone application that allows users to quickly compare packaged foods, through an interactive display of nutritional information. The aim is to provide an immediate understanding of the nutrients of each product, promoting the adoption of informed and healthy food choices. The app uses the camera to recognise a product’s label which is then matched to entries in a database of products. The data is then recalculated according to the user’s preferences and personal nutritional needs. The information is displayed in augmented reality, (a technology that creates a virtual and informative overlay on the packaging, that describes its features and allows quick access to selected information chosen in the settings). Simply moving the frame from one pack to another, the data of the new product are added to the previous graph, allowing immediate comparison. The user can choose to display the nutritional value compared to his GDA (Guideline Daily Amounts) or the list of ingredients, and, if necessary, set the system to watch for potential allergens. Circlemeal, therefore, is designed to be completely customisable, allowing consumers to choose products according to what is important to them. In addition to consultation in camera mode, for comparing foods during shopping, the app contains three other sections: “Browse and compare” allows you to browse all

products in the database, divided into categories, and compare up to three products simultaneously; in the section “My nutritional needs” you can calculate the nutritional value of purchased products on the basis of custom portions; finally, it is possible to edit the information and change the settings in the profile page. This thesis report describes the research process and the design development of Circlemeal, starting from the analysis of existing projects and technologies in food communication, and coming to the definition of the concept and the description of the function and visual design of the app. In the contemporary context, marked by the proliferation of packaged processed products, and the consequent increase in diet related diseases, Circlemeal aims to complement the nutritional information found on food labels making it more meaningful and useful for the consumer.




indice Introduzione

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I ricerca e analisi 1. Scenario di riferimento

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1.1 alimentazione e salute

7

1.2 L’etichetta alimentare: supporto per una scelta consapevole

8

1.3 comprensione e uso delle etichette alimentari

1.3.1 informazioni tendenziose

2. La qualità comunicativa dell’etichetta: un problema di information design

10 13

15

2.1 qualità comunicativa-informativa del packaging

15

2.2 l’accessibilità delle informazioni nelle etichette alimentari

16

2.3 l’etichettatura nutrizionale

18

2.3.1 Tabelle

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2.3.2 Guideline Daily Amounts

21

2.3.3 Traffic Lights

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2.3.4 Informazioni nutrizionali nei fast food

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2.4 RI-SEMANTIZZAZIONE DEL PACKAGING NEI PRODOTTI ALIMENTARI

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2.5 L’INFORMAZIONE NUTRIZIONALE ATTRAVERSO LA DATA VISUALIZATION

26

2.5.1 Rethink the food label

2.5.2 Il latte infografico

30 33


3. NUOVE PROSPETTIVE

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3.1 IL PARADOSSO DEL PACKAGING

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3.2 IL RUOLO DELLA TECNOLOGIA

3.2.1 Nel supermercato

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3.2.2 In casa

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3.3 Tracciabilità alimentare: siti e applicazioni

41

3.3.1 L’etichetta interattiva

44

II SVILUPPO PROGETTUALE 4. GLI INGREDIENTI DEL PROGETTO

51

4.1 CARTACEO O DIGITALE?

51

52

4.2 CONFRONTO CON GLI UTENTI

4.2.1 Le interviste

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4.3 dalla definizione del target alla scelta del supporto

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4.4 nuove possibilità di interazione: la realtà aumentata

57

4.5 obiettivi e funzionalità

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4.6 analisi dei compiti

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4.7 visualizzazione

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III progetto finale 5. circlemeal

65

5.1 concept progettuale

65

5.2 design

66

5.3 scenario d’uso

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5.4 icone

76

5.5 interfaccia

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5.6 configurazione

79

5.7 menu di navigazione

86

5.8 realtĂ aumentata

86

5.9 il mio fabbisogno

92

5.10 sfoglia e confronta

97

5.11 aspetti tecnici

100

5.12 prototipo

100

Conclusioni

103

Ringraziamenti

107

Fonti

109

Immagini

115

colophon

118



introduzione La tematica affrontata in questa tesi, che ha condotto all’ideazione e allo sviluppo del progetto finale, è scaturita dalla volontà di far dialogare insieme due argomenti di interesse: la passione per la buona alimentazione e l’information design, vista nell’ottica di una disciplina che possa migliorare la fruizione di contenuti nella quotidianità. La visualizzazione delle informazioni alimentari contenute nelle etichette dei prodotti è sembrato un valido campo di indagine per collegare queste due aree di interesse, in quanto ogni giorno ci troviamo a interagire con una varietà di alimenti, specialmente lavorati e impacchettati. L’etichettatura rappresenta uno strumento importante per orientare le scelte dei consumatori in questo contesto, dove la proliferazione di prodotti ultraprocessati e l’aumento dell’apporto calorico assunto giornalmente concorrono a creare fenomeni di malnutrizione più o meno gravi. In particolare le informazioni nutrizionali possono fornire una maggiore consapevolezza di quanto ogni singolo alimento contribuisca al raggiungimento del fabbisogno giornaliero, aiutando a evitare il consumo di quelli ipercalorici. Tuttavia la lettura e la comprensione di questi dati sono spesso compromesse da diversi fattori. Oltre alle caratteristiche interne dei consumatori, come aspetti

demografici e motivazioni personali, o influenze derivanti dalle industrie alimentari, il design dell’etichetta è una terza variabile che ne determina l’efficacia e l’utilizzo. Sebbene le recenti normative in termini di etichettatura abbiano fatto diversi passi avanti per tutelare la salute dei consumatori e la trasparenza delle informazioni, sono diverse le criticità presenti nel trasferimento di questi contenuti sulle confezioni dei prodotti. Molte fonti analizzate nel percorso di ricerca hanno evidenziato come i consumatori siano disorientati e confusi da queste informazioni, definite ambigue e difficile da leggere e interpretare. Molte difficoltà sono riscontrate soprattutto da alcune categorie di persone, vegetariane o intolleranti ad alcune sostanze che sono ardue da rintracciare in poco tempo. Oltre a quello del linguaggio utilizzato, l’aspetto problematico più importante è la comunicazione visiva dei dati nutrizionali, caratterizzata da un’impaginazione caotica e non omogenea, spesso scoraggiante anche per i lettori più volenterosi. In Europa, infatti, non esistono indicazioni legislative precise sulla presentazione grafica delle diciture che devono essere obbligatoriamente stampate, mentre la tabella nutrizionale è attualmente facoltativa e a discrezione dei produttori. Il problema alla base è l’inserimento di una

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vasta quantità di informazioni, non solo nutrizionali, per ottemperare agli obblighi di legge. Così i produttori e i rivenditori si trovano ad affrontare l’enigma di come gestire ingenti volumi di dati in un formato che i consumatori ritengano accessibile. Questi ultimi, infatti, vogliono sapere sempre di più riguardo ciò che c’è nel loro cibo, cercando soprattutto ciò che è personalmente rilevante, ma allo stesso tempo richiedono una diminuzione del packaging dei prodotti. Alla luce di questi fattori e data, inoltre, la difficoltà di normare tutti gli aspetti grafici delle confezioni, senza limitare l’identità dei prodotti, è necessario trovare nuovi modi per comunicare le informazioni nutrizionali in modo efficace. Da queste considerazioni e dalle opportunità offerte dalle nuove tecnologie si è sviluppata l’idea di creare un sistema grafico per l’immediata comunicazione dei valori nutrizionali, che fosse anche interattivo, dando la possibilità agli utenti di filtrare i dati in base alle proprie preferenze e necessità del momento, evitando di essere sopraffatti da un sovraccarico di informazioni. Un supporto, quindi, che potesse fungere da guida per accompagnare le scelte dei consumatori al momento dell’acquisto, ma anche strumento di consultazione ulteriore che li aiuti a capire come tradurre nella pratica le informazioni nutrizionali, inserendo i prodotti nel contesto della dieta complessiva. É nata quindi Circlemeal, un’applicazione per dispositivi mobili, che attraverso una comunicazione infografica e interattiva delle informazioni nutrizionali, si pone l’obiettivo principale di aiutare i suoi utenti a confrontare rapidamente i prodotti alimentari, migliorando l’esperienza di acquisto all’interno del supermercato. I dati presentati sono catturati dal consumatore tramite scansione fotografica della confezione. L’applicazione riconosce l’etichetta e raccoglie le informazioni relative all’alimento all’interno di un vasto database di prodotti. Esse sono poi calcolate sulla base delle preferenze e del fabbisogno personale dell’utente

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e restituite graficamente in realtà aumentata. Lo studio e l’utilizzo di questa tecnologia come motore principale per il funzionamento dell’applicazione, è motivato non solo da un mero interesse progettuale, ma dalla necessità di fornire agli utenti un rapido accesso alle informazioni nutrizionali, semplicemente spostando l’inquadratura del proprio smartphone dalla confezione di un alimento a un altro, ottenendo un confronto visivo diretto. Il riconoscimento immediato dell’area primaria dell’etichetta, ovvero la parte frontale esposta solitamente sugli scaffali, permette inoltre di acquisire i dati senza dover rigirare più volte la confezione come attualmente avviene, riducendo così i tempi di acquisto. Le informazioni ottenute in realtà aumentata, possono essere visualizzate in modo tradizionale in un secondo momento, sia sui prodotti già scansionati che su tutti gli alimenti contenuti nel database, tramite ricerca online. L’architettura concettuale di Circlemeal, quindi, si struttura secondo queste due modalità di consultazione, avviandosi direttamente in modalità fotocamera quando l’utente (geolocalizzato tramite gps) si trova nei pressi di un supermercato. In tutti gli altri casi la schermata iniziale mostra il menu principale dal quale l’utente può sempre ritornare alla fotocamera o navigare le altre sezioni: “Sfoglia e confronta” permette di consultare tutti i prodotti del database, suddivisi per categorie e confrontare fino a un massimo di tre prodotti; nella sezione “Il mio fabbisogno” l’utente può calcolare l’apporto nutritivo dei prodotti acquistati sulla base di porzioni personalizzate; infine l’utente può modificare le informazioni personali e i parametri di scelta nella scheda del profilo. I processi di ricerca, ideazione e progettazione che hanno portato allo sviluppo di Circlemeal sono raccolti in questa tesi, strutturata secondo tre sezioni principali. La prima contiene tre capitoli di ricerca che analizzano lo scenario contemporaneo e lo stato dell’arte dei progetti sviluppati al fine di migliorare la comprensione delle informazioni alimentari. Nello specifico, il


primo capitolo fornisce una panoramica sulle normative di legge che regolano le attuali etichette e i principali problemi riscontrati dai consumatori nella comprensione delle stesse. Il secondo capitolo approfondisce le criticità riguardanti l’accessibilità informativa dell’etichetta nutrizionale e ne analizza le componenti fondamentali, fornendo una descrizione dettagliata delle rappresentazioni più comunemente utilizzate sul mercato. Propone, inoltre, una serie di validi esempi progettuali, fisici, cartacei e digitali che hanno l’obiettivo di ri-semantizzare la qualità comunicativa dei packaging alimentari e comunicare l’informazione nutrizionale attraverso la data visualization. Il capitolo successivo analizza le possibilità offerte dalle nuove tecnologie nella sfida di personalizzare e gestire le informazioni nutrizionali, in particolare servizi e applicazioni che sfruttano nuovi sistemi di tracciabilità alimentare, come la scansione di codici a barre e codici qr. Il quarto capitolo, nella sezione di sviluppo progettuale, illustra il percorso che ha portato alla definizione del progetto finale. Dalle prime investigazioni caratterizzate da fasi cicliche di brainstorming, indagini fatte sul campo attraverso interviste ai consumatori, si è giunti alla definizione del target, alla scelta del supporto e alla proposta dei primi wireframe di visualizzazione, dopo aver chiarito il concept progettuale e le funzioni principali che l’applicazione avrebbe svolto. Il quinto capitolo esplora accuratamente il progetto finale, descrive nel dettaglio le funzionalità dell’applicazione, il design dell’interfaccia attraverso le schermate dello smartphone. Mostra l’uso attraverso la creazione di uno scenario fotografico e chiarisce alcuni aspetti tecnici da un punto di vista della prototipazione della realtà aumentata. Infine le conclusioni riportano le riflessioni sul percorso svolto e gli ipotetici sviluppi futuri del progetto.

3



I ricerca e analisi



1. Scenario di riferimento 1.1 Alimentazione e salute Mangiare è uno dei più grandi piaceri della vita ed è importante dedicare il tempo necessario al godimento di quest’attività. L’alimentazione, infatti, influisce significativamente sullo stato di salute dell’uomo e sul suo benessere. Un problema attuale, favorito, paradossalmente dal benessere della società moderna, è proprio quello della malnutrizione, che non riguarda solamente i paesi poveri. Se da un lato, infatti, più di un miliardo di persone soffre la fame per la scarsità di risorse, dall’altro lato un numero equivalente di persone è malnutrita a causa di un’eccessiva assunzione di cibo rispetto al reale fabbisogno giornaliero.1 Nei paesi occidentali si è assistito negli ultimi decenni ad una crescita esponenziale del fenomeno del sovrappeso e dell’obesità, ma anche di altre malattie cardiovascolari e metaboliche, come il diabete, la colesterolemia e l’ipertensione arteriosa. è ormai riconosciuto che l’obesità è “il più importante problema di salute pubblica in tutto il mondo”2 e che i problemi cardiaci derivanti da questa patologia, così come dal diabete e dal colesterolo alto, sono in cima alla lista delle principali cause di morte negli Stati Uniti.3

1. 2. 3. 4. 5.

Questo problema non riguarda soltanto il Nord America. Infatti, secondo le statistiche dell’ocse,4 il fenomeno è in crescita anche in Europa: dal 1978 al 2010 la quota di persone obese è passata dal 6.6 % al 13.4 %. Inoltre, nei paesi ad alto reddito, l’obesità non appare più come diffusa prevalentemente negli individui adulti, ma viene registrata in modo sempre più frequente fra bambini e ragazzi in età adolescenziale. L’insorgenza di queste patologie è legata, ad esclusione di alcuni casi a riconducibilità genetica, ad una cattiva alimentazione e ad uno stile di vita sedentario. a ciò si deve sicuramente aggiungere la mancanza di un’educazione alimentare adeguata. Queste sono le conseguenze del graduale mutamento del pattern alimentare che si è riscontrato a partire dalla seconda metà del XX secolo.5 Un cambiamento significativo degli stili di vita che vede una riduzione dell’esercizio fisico praticato e l’aumento dell’apporto calorico assunto giornalmente. Il progresso tecnologico e scientifico, lo sviluppo urbano e la globalizzazione sono solo alcuni dei principali fattori che hanno modificato radicalmente le abitudini alimentari negli ultimi cinquant’anni, rendendole sempre più variabili. Infatti, a causa di ritmi lavorativi sempre più frenetici, è aumentata la domanda di alimenti fuori casa e dunque la proliferazione di

Buchner et al. 2012, p. 7. European Association for the Study of Diabetes (easd). Centers for Disease Control and Prevention (2007). Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Buchner et al. 2012, p. 7.

SCENARIO DI RIFERIMENTO

7


1.1

Modello concettuale sui fattori che influenzano la comprensione e l’uso delle etichette alimentari. Malam et al. 2009. p. 19.

catene di fast food, ristoranti e mense. Oltre ai cibi d’asporto, è sempre più frequente il consumo di prodotti precotti e “pronti all’uso”. In questo contesto, mantenere un’alimentazione corretta, povera di grassi e ricca di frutta e verdura fresca, risulta spesso difficile. I prodotti alimentari confezionati, comunque, non sono da condannare nella loro totalità. Essi fanno ormai parte della nostra esistenza quotidiana ed è difficile immaginare di dover rinunciare alle comodità che ci offrono. Il rischio, tuttavia, è quello di imbattersi in prodotti “ultra-processati”, ovvero alimenti che, al fine di mantenere una lunga conservazione, vengono sottoposti a numerosi trattamenti di trasformazione e raffinamento.6 Questi processi restituiscono cibi poveri di nutrienti essenziali (tra cui vitamine, minerali e fibre), ma altamente calorici e ricchi di additivi. Gli additivi alimentari sono tutte quelle sostanze che non sono normalmente consumate come alimento in quanto tale e che vengono aggiunte intenzionalmente ai prodotti alimentari nelle fasi di produzione, al fine di cambiare o migliorare alcune caratteristiche del prodotto stesso, come gusto, colore, conservazione e consistenza.7 Alcuni di essi sono necessari al mantenimento del prodotto, altri invece, come i coloranti, sono del tutto superflui. Inoltre, un recente studio condotto nel Regno Unito8 ha dimostrato che l’assunzione eccessiva di alimenti contenenti coloranti potrebbe influire negativamente sull’attività e sull’attenzione dei bambini. In seguito a queste ricerche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha ridotto la dose giornaliera accettabile (dga) per i coloranti alimentari artificiali, in quanto i bambini, a causa del loro ridotto peso, possono facilmente raggiungere tali dosi. Ulteriori rischi derivanti dalla presenza di additivi e altre sostanze (come gli organismi geneticamente modificati) sono la sensibilizzazione e lo sviluppo di allergie alimentari.9 Alla luce di queste considerazioni è importante saper scegliere quali cibi mangiare e saper bilanciare l’assunzione degli alimenti.

6. Esposito. Le Basi di una Buona Nutrizione. 7. Corradini. 2011, pp. 33-34. 8. Ivi, p. 37. 9. Altroconsumo. 2010. Test salute 88, p. 14. 10. Articolo 3 del Decreto Legislativo n. 109 del 27 Gennaio 1992.

8

RICERCA E ANALISI

1.2 L’etichetta alimentare: supporto per una scelta consapevole Per capire quali sono gli ingredienti e le sostanze contenute nei prodotti confezionati che si intende portare in tavola è una buona abitudine, consigliata da tutti i nutrizionisti, quella di leggere le informazioni contenute in etichetta. Si ritiene utile, a questo proposito, fare riferimento a quanto stabilito dalla normativa vigente in Europa in materia di etichettatura. Nel Decreto legislativo n. 109 del 27 gennaio 1992 si afferma che l’etichettatura è: l’insieme delle menzioni, delle indicazioni, dei marchi di fabbrica o di commercio, delle immagini o dei simboli che si riferiscono al prodotto alimentare e che figurano direttamente sull’imballaggio o su un’etichetta appostavi o sul dispositivo di chiusura o su cartelli, anelli o fascette legati al prodotto medesimo. L’etichetta alimentare è dunque la carta d’identità del prodotto: essa ha lo scopo di fornire tutte le informazioni utili al consumatore finale per aiutarlo a conoscere e a scegliere con consapevolezza i cibi al momento dell’acquisto e a fruirne nel modo più adeguato durante il suo utilizzo. Attualmente l’etichetta deve riportare obbligatoriamente le seguenti informazioni:10 −− la denominazione di vendita, ovvero il nome dell’alimento; −− l’elenco degli ingredienti (indicati in ordine −− di quantità); −− la quantità netta; −− il termine minimo di conservazione o la data di scadenza; −− il nome e la sede del produttore; −− la sede dello stabilimento di produzione; −− la sede dello stabilimento di confezionamento; −− il lotto di appartenenza del prodotto.


1.1

Inoltre, dove necessario, vanno riportati anche: −− il titolo alcolometrico volumico effettivo per le bevande aventi un contenuto alcolico superiore a 1,2% in volume; −− le modalità di conservazione e di utilizzazione; −− le istruzioni per l’uso; −− il luogo di origine o di provenienza, nel caso in cui l’omissione possa indurre in errore l’acquirente circa l’origine o la provenienza del prodotto. Facoltativa è attualmente l’etichettatura nutrizionale,11 a meno che il prodotto non vanti particolari caratteristiche nutrizionali, come ad esempio “zero colesterolo” o “alto contenuto di fibre”. L’etichettatura nutrizionale riporta una dichiarazione relativa al valore energetico e ai nutrienti: proteine, carboidrati grassi, fibre alimentari, sodio, vitamine e sali minerali. A volte è possibile trovare anche informazioni relative alla quantità di amido, polialcoli, acidi grassi mono e polinsaturi e colesterolo. Questi valori sono rappresentati in forma tabellare e sono espressi per 100 gr (o 100 ml) di prodotto e per porzione di prodotto. Spesso è possibile trovare le gda, Guideline Daily Amounts,12 cioè i valori giornalieri di riferimento per ciascun nutriente. Esse suggeriscono le quantità di energia e di

nutrienti che ciascun prodotto contribuisce a fornire sulla base di una dieta di 2000 calorie e sono espresse in percentuale. Questi valori sono indicativi, in quanto il fabbisogno giornaliero di energia e nutrienti per ciascun individuo varia in funzione di diversi fattori, come il sesso, l’età, il peso corporeo, il livello di attività fisica e quindi può essere maggiore o minore rispetto a quanto scritto sull’etichetta. In genere le gda sono disponibili per l’energia (calorie) e per i cinque nutrienti più importanti che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare alcune patologie legate alla dieta, e di cui l’efsa13 ha stabilito i valori nel marzo del 2009: −− grassi totali (70g, cioè i 35% del totale); di cui grassi saturi (20g, 9%); −− carboidrati (230g, 46%) di cui zuccheri (90g, 18%); −− sale (6g) Un recente studio pubblicato sulla rivista Agricultural Economics,14 afferma che chi legge le etichette dei prodotti alimentari, in particolare le informazioni nutrizionali, pesa quasi quattro chili in meno rispetto a chi non lo fa. Secondo i ricercatori, dunque, esiste un legame tra la lettura delle etichette e il fenomeno del sovrappeso. Con queste affermazioni non si vuole certo sostenere che la lettura dell’etichetta ne influenzi

11. Ma sarà obbligatoria con il nuovo regolamento (UE) N. 1169/2011 del Parlamento Europeo e del Consigio, pubblicato il 22 Novembre 2011. La nuova normativa dovrà essere applicata entro tre anni (cinque per le informazioni nutrizionali). 12. Furono introdotte nel Regno Unito dall’Institute of Grocery Distribution nel 1998 e poi rielaborate dalla ciaa (Confédération des Industries Agro-Alimentaries).

13. Autorità Europea per la sicurezza alimentare. 14. Loureiro et al., The effects of nutritional labels on obesity. Agricultural Economics. Volume 43, Issue 3, pp. 333-342.

SCENARIO DI RIFERIMENTO

9


1.2

Le informazioni nutrizionali semplificate sul fronte delle confezioni, spesso parziali e poco chiare.

direttamente l’uso e che intervenga direttamente nel Da numerose ricerche condotte in Europa è emerrisolvere il problema dell’obesità. Come già detto in so, però, che le etichette attuali alimentari non sono precedenza, infatti, è l’attività fisica costante, oltre ad abbastanza efficaci. una corretta alimentazione, che influisce positivamenI risultati del rapporto Global Nielsen Survey,17 rite sullo stato di salute. lasciato dalla Nielsen,18 riflettono una generale conInoltre l’etichettatura nutrizionale non è l’unica fon- fusione e mancanza di fiducia degli intervistati nei te di informazione riguardante il contenuto di un pro- confronti delle informazioni contenute in etichetta. dotto e non può lavorare in isolamento. Un’educazione Sei consumatori su dieci, il 59%, hanno difficoltà alimentare scolastica, così come i consigli medici sono a comprendere i valori nutrizionali. Inoltre molti di due esempi che possono avere effetti positivi per una essi sono scettici sull’accuratezza e la credibilità dei migliore lettura delle informazioni nutrizionali. “claim salutistici”, come “tutto al naturale” o “basso Sicuramente, però, la lettura, e soprattutto, la com- contenuto di grassi”, che si stanno moltiplicando sulle prensione delle informazioni nutrizionali contenute confezioni dei prodotti. in etichetta, possono favorire l’adozione di scelte aliAnche l’inchiesta condotta recentemente da mentari informate e più salutari. Altroconsumo19 ha evidenziato come i consumatori siano confusi e disorientati da queste informazioni, definite ambigue e difficili da leggere o interpretare. 1.3 COMPRENSIONE e USO Un problema è quello del linguaggio utilizzato: DELLE ETICHETTE ALIMENTARI secondo Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo e del beuc,20 informazioni troppo tecniche, come l’uSecondo quanto previsto dalla normativa vigente le so di numeri e percentuali riferite ai fabbisogni caloinformazioni di cui i consumatori hanno bisogno per rici e l’impiego di sigle sconosciute a destinatari non compiere scelte consapevoli, sono a portata di mano. esperti, non chiarisce le idee. Ma l’aspetto problemaTuttavia la maggior parte dei consumatori europei tico è principalmente la comunicazione visiva dell’innon utilizza tutte le informazioni quando acquista, formazione, non omogenea e fortemente sbilanciata meno fra tutte quelle nutrizionali.15 Questo dipende da verso le componenti seduttive del prodotto. L’informazione nutrizionale deve competere con numerosi fattori, evidenziati nel modello concettuale sviluppato nello studio Comprehension and use of UK l’aspetto complessivo dell’imballaggio, come ad esemnutrition signpost labelling schemes.16 Cultura persona- pio il marchio, i colori, le immagini attraenti e ultele, aspetti demografici, educazione alimentare, abilità riori indicazioni sulla salute (health claims), spesso di calcolo e preferenze d’acquisto sono caratteristiche ingannevoli. Tutti fattori che incidono sull’impressiointerne dei consumatori. Queste ultime a loro volta ne complessiva della qualità del prodotto. Si pensi, ad sono influenzate da fattori esterni, tra cui pubblicità, esempio, alla differenza che intercorre tra l’immagine marchio, prezzo e strategie derivanti dalle industrie ali- rappresentativa del prodotto e il reale aspetto fisicomentari. Sono soprattutto le caratteristiche interne dei estetico del contenuto. Prodotti meno salutari, ma più consumatori a determinare la comprensione delle in- desiderabili per il loro aspetto esteriore, vincono su formazioni nutrizionali, ma molto dipende anche dal- scelte alternative più sane. la loro efficacia comunicativa, cioè dalla natura stessa delle informazioni e da come esse vengono presentate.

15. Molti studi considerati in questa tesi, elencati più avanti nel paragrafo, hanno evidenziato questo comportamento. 16. Malam et al. 2009, p. 19. 17. Sono stati intervistati 25.000 navigatori internet di 56 paesi. 18. Nielsen. Azienda leader mondiale nelle informazioni di marketing e nella rilevazione di dati sui consumi e sull’utilizzo dei media.

10

RICERCA E ANALISI

19. Altroconsumo. 10 ottobre 2012. Etichette nutrizionali: più informazioni su quello che mangiamo. 20. beuc. Bureau Européen des Unions de Consommateurs. Organizzazione Europea dei consumatori.


Le percentuali fanno riferimento alla composizione del prodotto e non all’apporto giornaliero indicativo.

Non è chiaro con quali parametri sono assegnati i colori.

Il contenuto in sale sembra inferiore quando espresso in sodio, che ne è un componente.

L’informazione sullo iodio è riferita a 100 gr di prodotto, più di una normale porzione di consumo.

I prodotti presentano sul retro informazioni non standardizzate, in cui le omissioni sembrano fatte ad hoc per nascondere l’eccessiva presenza di sale nei crackers o di grassi saturi nei biscotti.

Viene riportato sul fronte della lattina solo l’apporto energetico che è basso rispetto al fabbisogno quotidiano, ma non è così per gli altri valori riportari sul retro.

1.2

SCENARIO DI RIFERIMENTO

11


1.190 calorie

480 calorie

330 calorie

190 calorie

700 calorie

880 calorie

460 calorie

300 calorie

250 calorie

400 calorie

360 calorie

970 calorie

190 calorie

110 calorie

120 calorie

230 calorie

1.3

12

RICERCA E ANALISI


1.3

Le superporzioni consumate dagli americani rispetto alle quantità standard stabilite dalla Food and Drug Administration.

1.3.1 Informazioni tendenziose Non esistono indicazioni legislative precise sulla presentazione grafica delle informazioni. Il risultato è, quindi, spesso caotico e scoraggiante anche per i consumatori armati delle migliori intenzioni. I produttori, infatti, possono apporre, su base volontaria, alcune informazioni nutrizionali sul fronte della confezione. Queste, però, sono spesso parziali e poco chiare, con omissioni fatte ad hoc per evidenziare sul davanti le caratteristiche appetibili e lasciare sul retro le informazioni scomode, come l’eccesso di zucchero o di sale (fig. 1.2). è il caso della Coca Cola: essa riporta sul fronte della confezione il valore energetico, pari solo al 7% dell’apporto giornaliero consigliato. Leggendo il retro dell’etichetta si scopre che la stessa lattina fornisce da sola ben il 40% degli zuccheri raccomandati per tutta la giornata. Altre volte i nomi dei nutrienti sono sostituiti da icone dall’interpretazione ambigua. Un altro problema è che spesso le indicazioni non corrispondono alle reali porzioni di consumo. Il valore dei nutrienti riferito a 100gr o 100 ml di prodotto è un’informazione di scarso rilievo per cibi destinati al consumo in quantità molto inferiori, come le chewinggum o l’olio extra-vergine di oliva. Il trucco più utilizza-

to dalle industrie alimentari è quello di indicare le gda delle porzioni dell’alimento, sottostimando enormemente tale porzione, cioè riferendosi a quantità molto più piccole rispetto a quelle effettivamente consumate. Secondo uno studio pubblicato nel Journal of the American Dietetic Association nel 2003,21 gli americani consumano porzioni fino a 8 volte più grandi rispetto a quelle “standard” definite sulle etichette. La quantità di cibo è aumentata anche a causa delle superporzioni servite nei fast food e nei ristoranti. Il consumatore, guardando le informazioni riportate sulle etichette, crede di mangiare un prodotto poco calorico, ingerendo così dosi doppie o triple di calorie, grassi o zuccheri. Ad esempio alcune patatine riportano le informazioni nutrizionali di una porzione di 25 gr, ossia metà pacchetto. Ma è difficile pensare che un adolescente si appresti a consumare solo metà delle patatine. Inoltre i valori delle gda fanno riferimento al fabbisogno di una donna adulta anche per prodotti generalmente destinati ai più piccoli. L’apporto delle calorie e dei nutrienti non è quindi riferito alle corrette esigenze nutrizionali di bambini e adolescenti. In questi ultimi casi analizzati, occorre una moltiplicazione per conoscere il reale valore dei nutrienti assunti e quindi la lettura non è immediata.

21. Young LR, Nestle M. Febbraio 2003. Expanding portion sizes in the US marketplace: implications for nutrition counseling. Department of Nutrition and Food Studies, New York University

SCENARIO DI RIFERIMENTO

13



2. La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design 2.1 Qualità COMUNICATIVA-INFORMATIVA DEL PACKAGING Il percorso di ricerca fin qui compiuto ha evidenziato come la comprensione delle informazioni contenute sulla confezione dei prodotti possa essere compromessa non solo da fattori interni dei consumatori e da fattori esterni, ma anche da una terza variabile: il design del packaging. Si ritiene quindi utile compiere in questo capitolo un’analisi più approfondita sull’accessibilità delle informazioni contenute sulle confezioni dei prodotti alimentari, e in particolare in etichetta, riferendosi a quanto già stabilito e indagato dal packaging design e dall’information design. Il termine packaging, che letteralmente significa imballaggio, ha un’accezione molto ampia e si riferisce non solo alla materialità di cui l’imballaggio è composto, ma anche agli aspetti più immateriali riguardanti il processo produttivo e industriale. Il packaging, come afferma Valeria Bucchetti,22 è un artefatto complesso, una sintesi di funzioni d’uso e di funzioni comunicative. Esso è [...] contraddistinto da una doppia natura di oggetto d’uso con funzionalità operativo-prestazionali, di contenitore, scocca, involucro del prodotto […],

di utensile che facilita l’interazione fisica nei contesti di consumo e di dispositivo comunicativo con funzionalità diversificate, di sistema segnaletico, interfaccia, medium di tipo appellativo, persuasivo, informativo ecc.”23 Il packaging ha, quindi, funzioni informative, persuasive, prescrittive e favorisce la relazione tra il produttore (attraverso il prodotto) e l’utente-consumatore. Esso non deve soltanto comunicare informazioni persuasive, ma trasmettere contenuti informativi utili all’utente, come “la data di scadenza o la composizione del suo contenuto, prescrivere il proprio utilizzo o il proprio smaltimento attraverso l’indicazione di opportune istruzioni per l’uso ecc.”24 Albe Steiner, parlando di packaging design, ha sottolineato come il progetto di un imballaggio non debba aumentare o forzare i consumi, ma ottemperi a un dato prodotto senza esserne schiavizzati o influenzati in casa, e senza cioè creare imbarazzi o remore anche nel gettare una scatola o una confezione. Lo scopo dell’imballaggio è solo quello di facilitare al consumatore l’uso di un prodotto necessario o utile.25

22. Valeria Bucchetti è ricercatore presso la Facoltà di ArchitetturaDesign del Politecnico di Milano, dove insegna Disegno industriale per la comunicazione visiva. La sua attività teorica e progettuale ruota in particolare attorno all’identità di prodotto e al packaging. 23. Ciravegna. 2010, p. 13. 24. Ivi, p. 30. 25. Steiner, Albe. 1978. Il mestiere di grafico. Milano: Einaudi.

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

15


2.1

Dettagli di alcune delle criticità ricorrenti nella comunicazione della durata di un prodotto.

In quanto artefatto comunicativo e oggetto di senso, il packaging non coinvolge soltanto competenze che riguardano il design del prodotto, le tecnologie dei materiali, l’ergonomia, ma anche competenze riferite al design della comunicazione e al design dell’informazione, noto anche come information design. L’information design è un ambito di ricerca multidisciplinare che si occupa di progettare la qualità informativa di specifici contenuti, dando forma ai contenuti stessi e alla loro rappresentazione. Il suo ruolo riveste molta importanza in diversi ambiti della comunicazione visiva ed ha avuto un fortissimo sviluppo negli ultimi anni, in seguito alla diffusione delle tecnologie informatiche e grazie al contributo teorico di molti studiosi, tra cui ricordiamo Edward Tufte. Nell’ambito del packaging design, ma non solo, informazione, informare, significa “trasferire i contenuti informativi in modo da renderli facilmente fruibili, in relazione alle esigenze e alle necessità specifiche dell’utente, con efficacia, efficienza e soddisfazione.”26 La fruibilità dei contenuti dipende dal grado di accessibilità delle informazioni, cioè dalla loro capacità di essere comprese ed utilizzate dagli utenti in diversi contesti. Il grado di accessibilità si può valutare in base alla visibilità e leggibilità di un testo scritto, due parametri fondamentali per la sua lettura. Questi due fattori sono stati oggetto di numerosi studi, tra cui è da ricordare il contributo di Giovanni Lussu. Egli definisce “visibilità”: l’insieme delle circostanze fisiche, fisiologiche e percettive (illuminazione, contrasto con il supporto, rapporti cromatici, distanza, definizione, discriminabilità tra i segni, presenza o meno di movimento, di fenomeni di disturbo…) che garantiscono che un testo possa essere letto. [...] La leggibilità è l’attitudine di un testo a essere letto […] dipendente da circostanze squisitamente culturali: tipo e grado di addestramento del lettore,

26. Ciravegna. 2010, p. 75. 27. Lussu Giovanni. 1999. La lettera uccide. Storie di Grafica. Roma: Stampa alternativa & Graffiti. 28. Ciravegna. 2010. p. 79. 29. Ivi, p. 80.

16

RICERCA E ANALISI

consuetudine alla lettera, varietà di forme conosciute, circolazione di documenti scritti nell’ambito di pertinenza del lettore ecc.27 Nel caso del packaging l’accessibilità delle informazioni è determinata quando i contenuti sono leggibili da un punto di vista linguistico, ovvero comprensibili, e quando presentano una leggibilità grafica, nonché visibilità.28 In conclusione, secondo quanto afferma Erik Ciravegna, l’accessibilità comunicativo-informativa del packaging può essere definita la condizione secondo cui i contenuti informativi veicolati sono rintracciabili, percepibili, comprensibili, in relazione alle esigenze e alle necessità specifiche dell’utente-consumatore.29 L’informazione è rintracciabile, percepibile e comprensibile quando viene individuata nel minor tempo possibile, si offre alla percezione dell’utente in modo distinguibile ed è compresa in maniera chiara e condivisa senza comportare un eccessivo sforzo cognitivo per il consumatore.

2.2 L’accessibilità delle informazioni Nelle etichette alimentari Le criticità presenti nel settore alimentare, evidenziate nel capitolo precedente, riguardano proprio la qualità comunicativo-informativa del packaging. Molte delle criticità nel trasferimento dei contenuti attraverso il packaging sono dovute all’elevata densità di informazioni contenute sulla confezione, aggiunte soprattutto per rispettare gli obblighi di legge. Queste informazioni sono molto difficili da gestire in quanto la legislazione alimentare non solo deve tutelare l’interesse dei consumatori, ma anche quella dei produttori


2.1

e assicurare la libera circolazione delle merci all’interno della Comunità Europea, nonché la difesa del segreto industriale. All’interno del Regolamento Europeo è evidente la necessità di rendere accessibili al consumatore le informazioni contenute nell’etichetta dei prodotti alimentari confezionati. All’articolo 2 del D. Lgs. 109/92 viene enunciato l’obiettivo principale della normativa, ovvero quello di assicurare la corretta e trasparente informazione al consumatore. Al comma 4 dell’articolo 14 del D. Lgs. 109/92 si precisa inoltre che le informazioni devono figurare sull’imballaggio preconfezionato […] essere menzionate in un punto evidente in modo tale da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili ed indelebili; esse non devono in alcun modo essere dissimulate o deformate. Nonostante quanto decretato da queste norme si è visto che i parametri di chiarezza, leggibilità e indelebilità delle informazioni non sempre sono rispettati. Un caso emblematico è quello della comunicazione della durata del prodotto, cioè del termine minimo di conservazione, indicato con la dicitura “Da consumarsi

preferibilmente entro il” e la data di scadenza, indicata con la dicitura “Consumarsi entro il”. Molte problematicità sono state riscontrate durante un’indagine del 2008, presentata nel libro Durabilità e scadenza nella comunicazione di prodotto, a cura di Bucchetti e Ciravegna. Solo un quinto dei prodotti analizzati presentava un’informazione pienamente accessibile. Il resto dei prodotti evidenziava molti problemi, tra cui i principali sono: la dimensione ridotta dei caratteri; contrasto cromatico e luminoso insufficiente tra la scritta e lo sfondo; interferenza con sfondi non uniformi (sfondi fotografici o il prodotto stesso che diventa sfondo in corrispondenza di superfici trasparenti); discontinuità nei tratti della scritta; assenza di un campo predefinito dove collocare la data; elevata densità di informazioni e di elementi grafico-strutturali nell’area in cui la data è collocata. Questi problemi possono indurre in errore il consumatore durante l’acquisto dell’alimento, mettendo a rischio non solo gli interessi economici ma anche la propria salute. è necessario, quindi, progettare una comunicazione migliore, con l’obiettivo di tutelare non solo la promozione e la salvaguardia del prodotto, per cui è già stato fatto molto, ma anche l’utente-consumatore, attribuendo una nuova centralità ai suoi bisogni e interessi.

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

17


2.2

2.3 L’etichettatura nutrizionale L’European Food Information Council (eufic) ha condotto numerose ricerche per valutare l’accesso delle informazioni attraverso il packaging dei prodotti alimentari. Due studi, condotti nel 200330 e 2004,31 hanno confermato l’utilità e l’importanza dell’etichettatura nutrizionale nelle scelte dei consumatori, ma anche evidenziato una difficoltà diffusa nel fruire correttamente dei contenuti. Le problematicità riguardano soprattutto la leggibilità grafica, la comprensibilità e la credibilità delle informazioni contenute sulle confezioni. Essi non capiscono del tutto la terminologia impiegata, non riescono a fare uso del lungo elenco di dati riportato, confondono le informazioni nutrizionali con l’elenco degli ingredienti e non capiscono come integrare le informazioni nelle loro diete quotidiane. I consumatori vogliono etichette chiare, comprensibili, attraenti e ben strutturate. Inoltre gradirebbero maggiore uniformità e coerenza tra i prodotti, grazie ad un sistema unificato. Con il nuovo regolamento europeo,32 sono state introdotte alcune novità di rilievo per facilitare la lettura ai consumatori. Tra le principali vi sono: l’indicazione obbligatoria delle informazioni nutrizionali, una

30. Lo studio ha raffrontato i risultati di 58 diverse indagini europee, in cui sono stati raccolti dati provenienti dall’industria, dall’università, da associazioni non governative e da gruppi di consumatori. 31. Lo studio ha intervistato consumatori provenienti in quattro aree europee (Francia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi) e raggruppati in 12 focus group. 32. Che entrerà in vigore nel 2014.

18

RICERCA E ANALISI

migliore visibilità delle sostanze allergizzanti (indicate in grassetto o in colore) e l’imposizione di una misura minima per i caratteri tipografici (1,2 mm e 0,9 mm per le confezioni più piccole). Nonostante le richieste delle organizzazioni dei consumatori, non è stata imposta una forma grafica standard con cui comunicare le informazioni. Soluzione, quest’ultima, privilegiata dagli Stati Uniti e introdotta già dal 1994. L’agenzia Greenfield/Belser sviluppò un layout grafico uguale per tutti i prodotti, ma che fosse flessibile nell’applicazione ai vari alimenti. Le informazioni sono organizzate in tabelle standard in bianco/nero, applicabili ai diversi formati dei prodotti e gerarchizzate in una rigorosa impaginazione. Dimensioni dei caratteri e filetti neri ne regolano la gerarchia, definendo un campo facilmente individuabile ed evidenziando i contenuti più importanti. Nel 2008 l’eufic ha istituito un nuovo progetto collaborativo per indagare il rapporto tra la presenza di etichette e le modalità secondo cui i consumatori europei fruiscono delle informazioni. Il progetto, chiamato flabel (Food Labelling to Advance Better Education for Life) ha il duplice obiettivo di stabilire l’impatto delle etichette nutrizionali sulle scelte alimentari e di sviluppare delle linee guida per


2.2 | 2.3 Sistema di etichettatura modulare e flessibile per veicolare i Nutritional Facts sulle confezioni alimentari negli usa. Progetto di B. Belser (1993-1994).

l’uso dell’etichettatura. Le ricerche condotte hanno evidenziato un’elevata disponibilità delle informazioni nutrizionali sui prodotti alimentari. La maggior parte dei 37.000 prodotti analizzati (85%) in 28 paesi europei presenta le informazioni nutrizionali sul retro della confezione, mentre quasi la metà (48%) di questi le riporta anche sulla parte anteriore. È emerso che i consumatori utilizzano le informazioni nutrizionali quando richiesto, ma pochi effettivamente le cercano quando acquistano. La causa principale è una mancanza di motivazione. La motivazione, che spesso deriva da un interesse per la propria salute, è anche importante per aumentare l’attenzione per le etichette, altro fattore che condiziona l’uso delle informazioni nutrizionali. Per valutare l’attenzione, sono stati registrati i movimenti oculari dei consumatori ed è stato riscontrato che essi guardavano le etichette nutrizionali in media per 25-100 millisecondi, tempo troppo breve per recepire correttamente le informazioni. Inoltre più del 60% degli intervistati nel progetto flabel guarda solo il fronte della confezione, mentre meno del 15% guarda altre parti. Meno di un terzo dei consumatori rivela di aver cercato le informazioni nutrizionali sulla confezione. Un metodo utile per migliorare l’attenzione per le informazioni 2.3

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

19


2.4

Esempio di tabella nutrizionale Big 8 e con vitamine. 2.5 | 2.6 | 2.7

Schemi standard delle gda sull’area primaria del packaging.

nutrizionali potrebbe essere, quindi, quello di presentarle sul fronte della confezione, considerata anche come area primaria del packaging. L’area primaria, infatti, è quella usualmente esposta sul punto vendita e che meglio si presta a condizionare i processi di attenzionalità del destinatario e il “processo di messa in contatto”33 che fa “scattare l’aggancio visivo, ovvero il meccanismo per cui la confezione è chiamata ad attrarre il destinatario, a catturarne lo sguardo”.34 Anticipare sull’aria primaria della confezione le informazioni nutrizionali in forma sintetica e prevalentemente iconica può offrire una comprensione immediata e agevolare il confronto rapido tra i prodotti, nonché consentire di risparmiare tempo nella fase di acquisto. Le stesse informazioni potranno essere poi illustrate in modo più dettagliato sulle aree secondarie.

2.3.1 Tabelle

2.4

2.5

33. Bucchetti. 1999, p. 60. 34. Ibidem.

20

RICERCA E ANALISI

La nuova normativa europea prescrive l’uso obbligatorio di un formato tabulare per la presentazione delle informazioni nutrizionali (art. 34.1). In mancanza di spazio le dichiarazioni vanno portate in formato lineare. Inoltre i produttori possono, su base volontaria, presentare il valore energetico e le quantità di sostanze nutritive utilizzando forme di espressione e presentazione supplementari (art. 35.1), usando forme o simboli grafici, purché siano basate su ricerche accurate e siano volte a facilitare la comprensione da parte del consumatore. Le informazioni presentate in tabella attualmente si basano su due schemi alternativi: Big 4 (Valore energetico, proteine, carboidrati, grassi) e Big 8 (Valore energetico, proteine, carboidrati, zuccheri, grassi, acidi grassi saturi, fibre alimentari, sodio). Edward Tufte, sostiene che le tabelle possono presentare la massima quantità di informazioni nel minor spazio disponibile e offrono il massimo della


2.6

2.7

prestazione per piccoli set di informazioni.35 Esse si prestano molto bene per un’analisi dettagliata delle informazioni numeriche e dunque sono molto adatte per i lettori più esperti. Tuttavia sono meno immediate e semplici dei diagrammi e quindi poco utili durante la fase di acquisto, in cui i consumatori vogliono risparmiare tempo. Le informazioni nutrizionali in forma tabellare, infatti, lavorano solo a un livello quantitativo (presentazione di valori numerici). Ma il consumatore ha bisogno di interpretare e valutare il prodotto in modo qualitativo, valutando somiglianze o differenze con altri prodotti. Secondo Tufte, l’informazione quantitativa deve essere presentata in modo da permettere al lettore di valutare qualitativamente, al fine di fare scelte informate. Inoltre egli sostiene che “a numerical result cannot be interpreted in isolation”,36 ovvero un valore numerico non può essere interpretato da solo. La mente umana, infatti, non è in grado di percepire valori assoluti, ma soltanto paragonandoli ad altri. Se il lettore non è abile nel leggere le informazioni nutrizionali (cioè non è in grado di confrontare implicitamente le informazioni), i numeri da soli sono inutili, a meno che non venga fatto un confronto esplicito (ad esempio il confronto di una tabella

nutrizionale con un’altra). Questo confronto è reso più difficoltoso dal fatto che non esiste un sistema unificato per la presentazione delle informazioni. Inoltre, per giudicare la complessiva salubrità del prodotto e per confrontare due etichette in fase di acquisto, una presentazione dettagliata dei numeri esatti non è necessaria.

2.3.2 Guideline Daily Amounts Sul mercato si riscontra da qualche tempo l’adozione, da parte di alcune aziende, di una doppia modalità di comunicazione delle informazioni nutrizionali. Sul retro delle confezioni vi è la classica tabella, mentre sull’area primaria è possibile trovare richiami a proprietà particolari degli alimenti e una rappresentazione schematica delle gda. Il formato più comune è uno schema standard monocromatico, in cui il valore energetico e quattro nutrienti principali sono indicati ciascuno in una forma cilindrica e con un preciso ordine (zuccheri, grassi, grassi saturi e sale). Qualche volta è possibile trovare una variante colorata dello schema, (fig. 2.7) dove però la funzione del colore non è quella di indicare un’ulteriore variabile, ma di ravvivare ciascun nutriente.

35. Tufte. 2001, p. 178. 36. Ivi, p. 51.

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

21


2.8

2.3.3 Traffic Lights Anche se in Italia non sono ancora così diffusi, in molti paesi europei è possibile trovare sui prodotti alcuni diagrammi colorati. Traffic Lights, o metodo a semaforo, è uno schema introdotto dalla Food Standards Agency con l’obiettivo di presentare “le informazioni a colpo d’occhio”. Si tratta di un sistema infografico in cui un codice cromatico accompagna i dati numerici per valutare la percentuale dei nutrienti in base alle raccomandazioni giornaliere. Valori molto alti sono indicati in rosso, valori medi in giallo e livelli nutrizionali più sani ed equilibrati sono in verde (fig. 2.8). Nonostante questo metodo sia molto apprezzato dai consumatori,37 sono state mosse diverse critiche nei suoi confronti.38 La maggiore è quella di essere troppo semplificato e di eliminare troppe informazioni, rendendo l’utente incapace di fare una scelta informata. La critica ritiene, inoltre, che questo sistema possa dissuadere i consumatori dall’assumere nutrienti contenuti in alimenti che, a dispetto del giallo o del rosso, costituiscono alimenti essenziali per l’alimentazione, come potrebbe avvenire nel caso di formaggi particolarmente ricchi di grassi saturi, ma anche polinsaturi. Molti consumatori, infatti, pensano che

37. Altroconsumo. 10 ottobre 2012. Etichette nutrizionali: più informazioni su quello che mangiamo. 38. La proposta di adottare questo tipo di rappresentazione è stata respinta dal Parlamento europeo nel giugno del 2010. 39. Tufte. 2001, p. 183. 40. Malam et al. 2009, pp. 72-113.

22

RICERCA E ANALISI

2.9

il rosso significhi “prodotto da evitare” piuttosto che “prodotto da consumare con moderazione”. Non esistono cibi buoni o cattivi, tutto dipende molto dalla porzione. Per questo principio una persona può paradossalmente assumere quantità elevate di calorie e grassi, mangiando tanti alimenti “verdi” rispetto a porzioni più contenute di alimenti “gialli” o “rossi”. Inoltre questo sistema presenta un grave inconveniente per i daltonici e le persone inabili a percepire alcuni colori. Per evitare problemi a questo tipo di utenti, Tufte sostiene che le differenze chiave non dovrebbero essere mai indicate usando il rosso e il verde insieme.39 Alcuni schemi presenti sulle confezioni risolvono questo problema presentando l’informazione due volte, cioè affiancando al codice cromatico i cosidetti verbal bandings, indicando anche in forma verbale se il valore dei nutrienti è alto, medio o basso. Alcuni produttori hanno introdotto una versione aggiornata del sistema gda, combinando i vantaggi del metodo a semaforo (comparazione qualitativa usando il colore) con percentuali più dettagliate relative al proprio fabbisogno giornaliero. Molti studi hanno dimostrato che questo è il sistema più apprezzato dai consumatori. In particolare, lo studio di Malam et al.,40 ha dimostrato che questo sistema ibrido è il migliore


2.8

Sistemi a semaforo: circolare e con verbal bandings. 2.9 | 2.10

Schermate del sito di McDonald’s.

per quanto riguarda la valutazione complessiva della salubrità di un singolo prodotto e del livello di ciascun nutriente in esso contenuto. Insignificante è invece la differenza tra le diverse rappresentazioni proposte agli intervistati (Traffic Lights, verbal bandings, gda), per quando riguarda il confronto tra due prodotti.

2.3.4 Informazioni nutrizionali nei fast food Alcuni diagrammi per la presentazione dei nutrienti sono stati introdotti anche sulle confezioni dei prodotti dei fast food. In questo caso il consumatore decide cosa comprare già prima di leggere questo tipo di grafici, per cui il tempo di lettura successivo è più lungo e possono essere presentate informazioni più dettagliate. Numeri e diagrammi sono disposti nello stesso display, eliminando la necessità di una combinazione di informazioni a ‘colpo d’occhio’ e informazioni nutrizionali dettagliate altrove, come visto negli esempi precedenti. McDonald’s da qualche anno ha adottato un nuovo sistema di etichettatura nutrizionale per i panini e le bevande. Esso cerca di convertire le informazioni scientifiche del valore di un prodotto e di come esso si rapporta alle raccomandazioni giornaliere del consumato-

re attraverso un diagramma sintetico e customer‑friendly, fatto di grafici a barre e icone. I valori gda, quindi, sono espressi tramite barre orizzontali, dove la lunghezza totale della barra rappresenta il fabbisogno totale giornaliero di un adulto medio. L’attenzione è posta sui quattro nutrienti principali e il valore energetico, individuati da un codice cromatico e da un’icona. Il sito di McDonald’s fornisce una spiegazione dettagliata dei diagrammi utilizzati sul packaging dei loro prodotti, chiarendo la scelta fatta per il design di ciascun nutriente. è inoltre possibile calcolare le proprie gda inserendo i propri dati e il livello di attività fisica e in seguito scorrere tra i diversi menu e valutare l’apporto calorico e nutritivo di ciascun prodotto (fig. 2.10). La scelta di utilizzare un linguaggio grafico e iconico è dovuta sicuramente alla necessità di dover comunicare a diversi paesi mondiali in cui la catena esporta i suoi prodotti, utilizzando un packaging standard per tutti. Il problema di questo sistema nasce, però, proprio quando le icone non sono accompagnate dal nome del nutriente ed è difficile distinguerle senza legenda, in quanto i simboli non sono codificati in tutti i ristoranti e dunque i consumatori non sono abituati a riconoscerle. Ecco perché sul sito è presente un piccolo memory game per imparare a memorizzarle (fig. 2.9).

2.10

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

23


CILIEGINE mozzarelle CILIEGINE

shelf/life gg 7 shelf/life

7

gg

tempo di shelf life giorni

mozzarelle

temperatura di conservazione

attenzione maniacale alle etichette, o all’aspetto informativo espresso in

18,3%

tempo di shelf life

temperatura di

espresso in giorni conservazione

AY

anziani, casalinghe, operai, braccianti. chiedono poche informazioni essenziali, maggiori leggibilità e comprensibilità

opinion leaders. leggono le etichette mportanza agli aspetti estetici e pubblicitari

8,9%

4

atteristiche GICI

5

donne di età media. non si fidano delle etichette ma sono interessate e vorrebbero maggiori informazioni

borati in base a una ricerca mercoledì

sabato

21/gen

01/gen

11/gen

da consumarsi preferibilmente entro:

da consumarsi preferibilmente entro:

da consumarsi preferibilmente entro:

01/gen

11/gen

21/gen

6

Astra/Demoskopea (2004)

domenica

da consumarsi preferibilmente entro:

Á profili dei destinatari ela-

domenica

del prodotto

ggibili

Ï le problematiche delle etichette attuali

sabato

mercoledì

2.11

da consumarsi preferibilmente entro:

da consumarsi preferibilmente entro:

rta enologica nel punti venca sempre più spiccata alla ento all’acquisto del prodot-

borare un linguaggio visivo che e le qualità dei prodotti formazioni. chette standard, applicabile obbligatorie per legge, una odotto. ici e degli elementi di testo per la descrizione sintetica binamenti e delle condizioni

sabato

25/feb

da consumarsi preferibilmente entro la data indicata sopra

sabato

tto, restituisce una panorattore enologico, evidenzian-

25/feb

da consumarsi preferibilmente entro la data indicata sopra

shelf/life

24

RICERCA E ANALISI

7

gg

shelf/life

7

gg

UOVA

JUST ENOUGH . 33

categoria A

UOVA

categoria A

2.12

Data di deposizione: 14 Gennaio JUST ENOUGH . 37

Data di deposizione: 14 Gennaio

JUST ENOUGH . 31


LA TAVOLA DEL BUONSENSO IL FOOD-PACKAGING PER UNA SCELTA CONSAPEVOLE

2.11

Scadenze da rispettare.

Progetto artefatti: Eleono La promozione di un’alimen nale sono temi assolutame consumo americanizzati e s problema sociale, in partico La carenza di attenzione d dalla scarsa rilevanza di q gerarchia delle informazion strada per promuovere un a Il progetto LA TAVOLA DEL B ni di alcuni prodotti “a ma comunicazione; ribaltando zona di maggior visibilità d di marchio identificativo. Il caratteristiche del prodotto nutrizione. Un libro accompagna il lett principali problematiche ch sibili, attraverso una messa Con un linguaggio più legge riosisce lo spettatore, prese

2.12

Enocodici. 2.13

La tavola del buon senso.

2.13

2.4 ri-semantizzazione del packaging Dei prodotti alimentari Contemporaneamente all’approfondimento teorico, la ricerca si è concentrata sull’analisi critica di progetti già esistenti, relativi al tema in oggetto e realizzati da altri studenti di design e progettisti già affermati. Sono stati presi in esame non solo progetti che si occupano di ripensare la presentazione grafica delle informazioni nutrizionali poste in etichetta, ma che in generale hanno l’obiettivo di migliorare la trasmissione delle informazioni alimentari attraverso l’information design. Alcuni progetti di packaging design sviluppati in ambito didattico al Politecnico di Milano41 partono da alcune criticità evidenziate nel capitolo precedente e propongono nuove prospettive, ponendo al centro della propria indagine un rinnovato interesse per l’utente-consumatore e la definizione di nuove forme di accesso al prodotto. Partendo dalla necessità di ridurre la saturazione visiva degli imballaggi e di semplificare la comunicazione delle informazioni, viene data una nuova centralità ad elementi normalmente periferici, come la data di scadenza dei prodotti alimentari freschi o le tabelle nutrizionali. Questi di-

ventano elementi chiave per la ri-semantizzazione delle confezioni dei prodotti alimentari.42 All’interno del progetto Scadenze da rispettare (fig. 2.11) viene ideata una linea di prodotti freschi in cui è valorizzato il concetto di shelf-life, ovvero il periodo entro il quale il prodotto mantiene inalterate le proprie caratteristiche organolettiche e nutrizionali. La data di scadenza, quindi, diventa il centro della comunicazione e marchio distintivo della famiglia dei prodotti. La freschezza degli alimenti e la loro caducità viene valorizzata da un linguaggio fotografico in cui immagini come un’orma sulla sabbia o una bolla di sapone evocano il concetto di “vita breve”. L’utilizzo del colore per identificare le diverse fasce temporali, inoltre, facilita la conservazione e la riconoscibilità dei prodotti all’interno del frigorifero. Nel progetto La tavola del buon senso (fig.2.13) è la tabella nutrizionale a diventare il centro della struttura comunicativa delle informazioni, ribaltando le gerarchie tradizionali. Essa viene posta sul fronte della confezione nella zona di maggiore visibilità e ripetuta anche sul lato e sul retro del packaging, al fine di rendere più facile la gestione delle informazioni nutrizionali. Queste sono riferite ai fabbisogni giornalieri di uomo, donna e bambino. 42 . PACKAGING CONTRO.VERSO

41. Laboratorio di Sintesi Finale, Corso di Laurea in Design della Comunicazione A.A. 2005-2006, docenti Valeria Bucchetti, Piero Capodieci, Chiara Diana, Maurizio Minoggio con Erik Ciravegna, Michela Rossetti, Sara Sanvito. 42. Bucchetti. 2007, p. 25.

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

25


2.14

Alcune immagini tratte dal sito What Does 200 Calories Look Like?

2.14

Interessante è la soluzione proposta dal progetto Enocodici (fig.2.12), in cui l’elemento centrale della comunicazione in etichetta è un sistema infografico standard applicabile a tutti i prodotti enologici. Accanto alle informazioni obbligatorie per legge, questo linguaggio visivo fatto di codici cromatici, pittogrammi e istogrammi vuole offrire una descrizione sintetica ed intuitiva delle caratteristiche del vino, degli abbinamenti e le condizioni per una degustazione ottimale (temperatura di servizio, bicchieri in cui versare il prodotto).

2.5 L’informazione nutrizionale attraverso la data visualization Sono molti i progetti di design (communication, information and product design) che trattano il tema dell’alimentazione e cercano di comunicare il valore nutritivo degli alimenti attraverso la visualizzazione dati dell’informazione nutrizionale. Una delle difficoltà principali per le persone, come si è visto, è quella di capire in modo visivo ed immediato a quanto ammonta una porzione di cibo e di stimare le calorie e gli zuccheri da essa apportati. Due

43. What Does 200 Calories Look Like? http://www.wisegeek.com/ what-does-200-calories-look-like.htm 44. Sugar Stacks. http://www.sugarstacks.com 45. Bourquin et al. 2010, p. 129.

26

RICERCA E ANALISI

progetti molto interessanti, What Does 200 Calories Look Like?43 (fig. 2.14) e Sugar Stacks (fig. 2.15),44 affrontano questo problema utilizzando il linguaggio fotografico. Entrambi presentano sul web una collezione di fotografie. Nel primo caso le foto, realizzate tutte con la stessa inquadratura, mostrano diverse porzioni di cibo corrispondenti a 200 calorie. É impressionante notare che un piatto pieno di sedani ha lo stesso contenuto calorico di una piccola noce di burro o di un cucchiaio di burro di arachidi. Nel progetto Sugar Stacks le fotografie mostrano la quantità di zucchero presente in vari cibi, attraverso la rappresentazione materiale di pile di zollette di zucchero. Anche in questo caso l’impatto è molto forte: è risaputo che la Coca Cola contiene molto zucchero, ma vedere le dieci zollette contenute in una lattina fa tutt’un altro effetto. La forza di quest progetti deriva dal fatto di presentare l’informazione direttamente nel suo contesto, evitando così l’uso di parole e legende. By placing sugar cubes in front of food and beverage products, we do not just learn how much of that saccharine white stuff is in there, we might even taste an unpleasant sweetness ad internalize a link to the respective item.45


2.15

Alcune immagini tratte dal sito Sugar Stacks.

2.15

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

27


2.16

Wheel of nutrition. 2.17

Lunch Box. 2.18

Due schermate dal sito Fat or Fiction.

Lo stesso principio è alla base del sito Fat or Fiction,46 dove una serie di fotografie dall’aspetto appetitoso mostra le informazioni nutrizionali relative a prodotti molto grassi, come formaggi, torte, snack e caramelle gommose. In questo caso le fotografie dei cibi diventano gli elementi con cui vengono costruite le infografiche: alcune visualizzazioni comparano i grassi contenuti nelle torte e nei formaggi usando un grafico a torta. Più grande è la fetta, maggiore sarà il contenuto di grassi per 100 gr. In un’altra visualizzazione le barrette di cioccolato sono gli istogrammi, dove è la lunghezza a determinare l’ammontare del grasso. In questo caso la comunicazione è abbastanza chiara, mentre in altre visualizzazioni, in particolare quelle con i grafici a torta, l’informazione spesso è fuorviante. Le proporzioni degli spicchi, infatti, non sono corrette: due spicchi con la stessa area hanno in realtà percentuali diverse (fig. 2.18). Inoltre non è chiaro se la lunghezza dello spicchio sia una variabile, considerando che la fetta di mozzarella con il 7% di grassi (rispetto agli altri formaggi) è molto più lunga del formaggio di capra, che ha invece il 10%. Due progetti di product design, Nutrition Pyramid Lunch Box47 e Wheel of Nutrition48 applicano l’informazione nutrizionale con infografiche direttamente sul piatto, comunicando attraverso il design stesso dell’oggetto che si usa quotidianamente per mangiare. Nel primo caso il piatto è una rappresentazione tridimensionale dalla piramide alimentare, da cui prende la forma triangolare e la divisione degli scomparti, diversi per carne, frutta e verdura, pane, riso e pasta (fig. 2.17). Nel secondo progetto il piatto è un vero e proprio grafico a torta, in cui gli spicchi suggeriscono le porzioni degli alimenti con cui riempirlo (fig. 2.16). Anche questi progetti presentano, forse ancor di più dei precedenti, l’informazione nel suo contesto e sono per questo molto divertenti, nonostante alcune problematicità evidenti, come la forma poco funzionale del piatto triangolare e la dimensione minuscola di alcuni spicchi nel piatto tondo. 2.16

46. Fat or fiction. http://www.fatorfiction.info 47. Progettato dalla designer cinese Li Jianye. 48. Progettato da Hafsteinn Juliusson con Rui Pereira.

28

RICERCA E ANALISI


2.17

2.18

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

29


2.19 | 2.20

Sistema di etichettatura modulare di Renee Walker.

2.19

2.5.1 Rethink the food label Negli Stati Uniti l’etichetta nutrizionale standard bianca e nera, rimasta invariata dal 1994 è ora in attesa di una rivisitazione da parte della Food and Drug Administration (fda) e dall’Institute of Medicine. Per questo motivo l’Università di Berkeley, in California, insieme alla School of Journalism e a GOOD Magazine, ha indetto un concorso online chiamato Rethink the food label in cui i progettisti erano chiamati a presentare nuove proposte grafiche per sostituire le attuali Nutrition Facts. Il concorso si è concluso nell’estate del 2011 e non fa parte delle iniziative ufficiali dell’fda, ma ha voluto comunque contribuire al dibattito. L’idea vincitrice è quella proposta da Renee Walker (fig. 2.19), in cui la visual designer decide di porre al centro della comunicazione una restituzione grafica degli ingredienti dei prodotti, tramite l’utilizzo di riquadri colorati. Secondo la Walker, infatti, uno dei problemi principali delle attuali etichette è quello di non rivelare il senso della quantità di ogni ingrediente. Attraverso l’utilizzo di un diagramma ad albero, che di per sé agisce come un interessante e informativo attrattore, è possibile “vedere” le percentuali degli ingredienti e confrontare rapidamente i prodotti: il

49. Information aesthetics. Where form follows data. http://infosthetics.com 50. Altro termine con sui solitamente si indica il diagramma ad albero nell’infografica, in particolar modo nella data visualization.

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RICERCA E ANALISI

riquadro più grande posto in alto indica l’ingrediente presente in maggior quantità all’interno dell’alimento, per cui è immediato il raffronto tra prodotti simili, ma con proporzioni di ingredienti diverse. Praticamente parlando, però, è difficile immaginare etichette di questo tipo nella realtà. Infatti, secondo i membri della giuria, tra cui il giornalista Michael Pollan, il problema principale di questa proposta è la sua inapplicabilità a cibi molto complessi, ricchi di ingredienti e a prodotti dalle confezioni molto piccole, come le barrette di cioccolato. Secondo il designer Andrew Vande Moere, fondatore del sito Infosthetics,49 l’utilizzo del treemap50 è intelligente per rappresentare il rapporto gerarchico tra gli ingredienti: ad esempio il riquadro degli additivi potrebbe essere ulteriormente suddiviso. Tuttavia un sistema del genere non si presta bene per supporti cartacei in cui la gestione dello spazio è fondamentale. L’etichetta della Walker, infatti, utilizza l’indicazione generica “additivi”, che però non soddisferebbe l’esigenza di alcuni consumatori di conoscere gli additivi esatti presenti in un determinato cibo. Al secondo posto troviamo l’etichetta di Joey Brunelle (fig. 2.21), appezzata soprattutto da Laura Mine per l’iconografia semplice e familiare. Egli ha pensato di sostituire le calorie delle porzioni con quel-


2.21

Etichetta di Joey Brunelle. 2.22

Etichetta di Dylan Brown. 2.23

Etichetta di Bradley Mu.

2.21

2.20

le presenti in tutta la confezione e di rappresentare la quantità dei nutrienti utilizzando il codice cromatico del sistema “a semaforo”. Utile anche la dichiarazione di ciò che è stato aggiunto o rimosso durante il processo di raffinamento. Il problema principale è la mancanza della lista degli ingredienti. Il terzo posto è stato assegnato in ex aequo ai designer Bradley Mu (fig. 2.22) e Dylan Brown (fig.2.23), premiati per l’utilizzo di un impianto minimalista ma efficace. Anche in questo caso entrambi hanno utilizzato il codice cromatico rosso, giallo, verde per rappresentare il valore dei nutrienti, affiancato, nel primo caso, da diagrammi a barre, nel secondo caso, da una lettera. Molto apprezzati l’indice glicemico e la distinzione degli ingredienti introdotte da Mu, dove con il verde vengono indicati gli ingredienti naturali e gli additivi vengono fatti risaltare utilizzando il grassetto. Secondo Moere, però, non tutti i consumatori sarebbero in grado di interpretare immediatamente il diverso stile dei caratteri. Inoltre non è chiaro come mai l’indice glicemico non è gerarchizzato correttamente, avendo lo stesso peso del titolo One serving. Anche nell’etichetta di Brown gli ingredienti sono assenti, ma è positiva la presenza dell’impronta ecologica (carbon footprint) e dell’indice di sosteniblità ambientale.

2.23

2.22

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

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2.24

32

RICERCA E ANALISI


2.24 | 2.25

Nuovo packaging per il cartone del latte, di Audrée Lapierre.

2.25

2.5.2 Il latte infografico Il designer Audrée Lapierre dello studio FFunction ha proposto un nuovo packaging per il cartone del latte, in cui l’informazione nutrizionale diventa l’obiettivo principale della comunicazione ed è presentata in modo non convenzionale, attraverso la visualizzazione dei dati. Alla base del concept c’è la volontà di offrire ai consumatori una visione immediata del valore nutritivo del prodotto, che attualmente è invece nascosto nel testo e nelle tabelle. Così, i quattro lati del cartone del latte diventano delle mappe infografiche in cui si informa sul contenuto calorico e le quantità dei nutrienti, offrendo nuovi livelli di lettura. Ad esempio, gli ingredienti sono visivamente collegati ai loro nutrienti corrispondenti (carboidrati, grassi, proteine, e altri). Secondo l’autore, nel caso di una busta di patatine, sarebbe immediatamente visibile la presenza di molti ingredienti con pochissimo valore nutritivo. Il contributo innovativo di questo progetto è notevole ma, come nel caso dell’etichetta proposta da Renee Walker, questo tipo di visualizzazioni richiedono un’enorme quantità di spazio, caratteristica difficile da trovare in moltissimi prodotti alimentari. É forse per questo che il progettista ha sviluppato il redesign solo per

il packaging del latte. Inoltre, alcuni dei grafici proposti potrebbero risultare troppo complessi per i consumatori non avvezzi a questo tipo di visualizzazioni. Il progetto di Lapierre e le etichette proposte al concorso Rethink the food label presentano ancora delle problematiche. Nessun progetto vincitore ha infatti avuto il totale apprezzamento e sostegno da parte della giuria, ma ognuno di essi contiene spunti innovativi e rappresenta un tentativo di miglioramento nella giusta direzione. Secondo Erik Ciravegna si può fare ancora molto per migliorare l’accesso ai contenuti informativi su tutte le componenti comunicative dell’imballaggio, comprese quelle ancora non pienamente sfruttate (come la qualità della superficie) oppure sperimentando soluzioni tecnologiche avanzate (etichette “intelligenti”, sistemi rfid ecc.).51 Soluzioni di questo tipo sono già state sperimentate negli ultimissimi anni e saranno analizzate nel dettaglio nel capitolo successivo.

51. Ciravegna. 2010, p. 68.

La qualità comunicativa dell’etichetta: Un problema di information design

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3. NUove prospettive Come si è visto nei capitoli precedenti, uno dei problemi principali che incide sull’accessibilità dell’informazione nutrizionale è la gestione di una grande quantità di informazioni in pochissimo spazio. Soluzioni interessanti provengono dallo sviluppo di nuove tecnologie, che hanno dato la possibilità di migliorare la comunicazione tra prodotto/produttore e consumatore e di interagire con le informazioni. In questo capitolo l’analisi dello stato dell’arte si è estesa allargando il contesto e prendendo in considerazione esempi di progetti esterni al tema dell’etichettatura nutrizionale in senso stretto, ma che offrono comunque nuovi spunti e stimoli interessanti.

3.1 Il paradosso del packaging Con la vasta gamma di prodotti disponibili oggi, provenienti da tutto il mondo, c’è un crescente bisogno di sapere di più riguardo cosa c’è nel cibo, da dove proviene e come è arrivato sugli scaffali dei supermercati. Man mano che la scelta si espande, i consumatori, soprattutto quelli più interessati alla loro alimentazione, sono sempre più consapevoli delle loro decisioni in fase di acquisto e per questo richiedono più informazioni

che mai, che si tratti di informazioni nutrizionali, etiche o ambientali. La loro reazione naturale è quella di cercare queste informazioni sulla confenzione ma, paradossalmente, vogliono sempre meno packaging. Inoltre il livello e la natura delle informazioni che essi si aspettando di trovare sono molto diversi, in funzione soprattutto delle loro priorità e stili di vita. Per questo tendono a vedere solo ciò che è personalmente rilevante, filtrando tutto il resto. Così i produttori e i rivenditori si trovano ad affrontare l’enigma di come gestire volumi crescenti di informazioni in un formato che i consumatori ritengano accessibile. Per alcuni, infatti, un sovraccarico di dati può diventare così confuso da portarli ad ignorarlo del tutto e a concentrarsi solo sul prezzo.52 Alcuni produttori adottano il sistema di riferire ai clienti l’esistenza di un sito web, offrendo la possibilità di sapere di più su un dato prodotto. Un esempio è quello della Dole Organic, che permette ai consumatori di conoscere meglio le origini della frutta che hanno acquistato digitando sul sito dell’azienda un codice di tre cifre stampato sull’etichetta del prodotto. Questo codice è rappresentativo della fattoria in cui è stato prodotto il frutto: sul sito vengono fornite informazioni di base, come la

52. igd. 2007. Shopping choices: attraction or distraction? p. 8.

NUOVE PROSPETTIVE

35


3.1 | 3.2

The Lambent Shopping Trolley Handle. Scenario d’uso.

nazione, la mappa, ma anche foto delle colture e dei lavoratori. Ma l’informazione off-label, posta cioè fuori dall’etichetta e visibile solo successivamente, non è stata generalmente considerata efficace dai consumatori. Se l’informazione serve per fare una scelta è necessario che sia comunicata dentro il punto vendita, prima dell’acquisto.

3.2 Il ruolo della tecnologia La tecnologia ha un ruolo evidente in questa sfida: essa può aiutare i produttori a catalogare, archiviare e gestire la mole di dati durante i processi di produzione, distribuzione e vendita, ma può aiutare anche i consumatori. Attualmente, grazie al miglioramento delle reti di distribuzione, i clienti sono in grado di comprare praticamente tutto da qualsiasi rivenditore, indipendentemente dalla loro ubicazione. Ora è in corso un miglioramento dell’esperienza all’interno del supermercato, per permettere ai clienti di effettuare scelte più consapevoli al momento dell’acquisto. Soluzioni che possono fornire informazioni direttamente nel punto vendita sono sistemi di tracciabilità alimentare come gli indicatori di tempo-temperatura (tti) e la radio frequency identification (rfid). i primi sono dispositivi o etichette intelligenti che mostrano il cambiamento di tempo e di temperatura di un prodotto. Vengono per lo più applicati su cibi freschi per evidenziare (generalmente attraverso una reazione cromatica) la perdita di freschezza o shelf life, “rispondendo” in modo continuo alle fluttuazioni o variazioni di temperatura. Un esempio è il concept (fig. 3.3) per le carni fresche sviluppato dallo studio To-Genkyo, in Giappone: un’etichetta alimentare a forma di clessidra che cambia il suo colore reagendo con l’ammoniaca emessa dal cibo quando è avariato. Se il cibo non è più commestibile il codice a barre non è più funzionante. La clessidra, simbolo 3.1

36

RICERCA E ANALISI


3.2

universale del tempo, è stata scelta come design per permette ai consumatori di riconoscere intuitivamente la freschezza della carne. La radio frequency identification è una tecnologia per l’identificazione e memorizzazione dati di oggetti, animali o persone attraverso l’utilizzo di particolari dispositivi elettronici. Alcune etichette autoadesive che utilizzano questa tecnologia consentono di gestire le informazioni in ogni momento, con rapidità e precisione, senza la necessità di un contatto visivo o fisico, come avviene invece nel caso della lettura di codici a barre. Questa tecnologia ha permesso lo sviluppo di carrelli per la spesa intelligenti e la scansione da telefono cellulare. Altri servizi che aiutano la tracciabilità degli alimenti sono l’introduzione di terminali elettronici e schermi touchscreen all’interno del supermercato. L’igd (The global food & consumer good experts) ha condotto un’interessante inchiesta53 sulle scelte dei consumatori, chiedendo loro se la tecnologia potesse contribuire ad aiutarli sia in negozio che a casa. É emerso che nel Regno Unito vi è un pubblico molto aperto alle nuove tecnologie, se queste possono offrire ciò di cui si ha bisogno in modo rapido e semplice al momento dell’acquisto. Più di un consumatore su cinque (22%) ha indicato che vorrebbe pulsanti sullo

scaffale per ogni prodotto, che possa permettergli di scegliere solo le informazioni desiderate.

3.2.1 Nel supermercato Tra le tecnologie più citate dai consumatori vi è l’uso di lettori di codici a barre sui loro carrelli per calcolare il valore nutrizionale e che possano dire loro quando hanno bruciato il loro bilancio calorico. Prototipi di carrelli intelligenti, che usano l’Identificazione a Radio Frequenza (rfid) o la lettura di codici a barre, già esistono. Un esempio è The Lambent Shopping Trolley Handle,54 un carrello che incorpora un display connesso ad uno scanner di codici a barre (fig.3.1). Il display è composto da 16 led, i quali comunicano l’informazione nutrizionale cambiando pattern e colore. Un emoticon sorridente o triste (fig. 3.2) informa se il valore nutritivo del prodotto preso in considerazione è ragionevole o al limite dell’eccesso. La catena di distribuzione alimentare Tesco ha proposto la costruzione di un supermercato virtuale all’interno della metropolitana di Seoul. Enormi cartelloni con le fotografie dei cibi sono applicati sui vetri della stazione, come se i consumatori si trovassero di fronte

53. igd. 2007. Shopping choices: attraction or distraction? 54. Change Project. The Lambent Shopping Trolley Handle. http://www.changeproject.info/projects.html

NUOVE PROSPETTIVE

37


3.3

Fresh label. Concept sviluppato da To-Genkyo. 3.4 | 3.5

I supermercati virtuali di Tesco.

3.3

agli scaffali (fig. 3.5). Da qui i clienti possono acquistare virtualmente i prodotti leggendo i codici qr con il proprio smartphone, sfruttando i tempi di attesa dei treni. La spesa, poi, arriverà direttamente a casa. I codici qr (Quick Read) - QR code in inglese - sono codici a barre dalla forma quadrata che può essere letto dalle fotocamere dei cellulari. Essi riescono a contenere molte più informazioni rispetto ai codici a barre tradizionali, per questo vengono soprattutto utilizzati per motivi di marketing, pubblicità e per fornire l’accesso rapido a siti web o applicazioni. Uno degli ostacoli principali all’accettazione di questi sistemi da parte dei consumatori è la preoccupazione per la propria privacy. Molte di queste soluzioni, infatti, dipendono dalla disponibilità dei clienti a fornire le proprie informazioni personali. Gli amanti dello shopping abituati all’utilizzo di carte fedeltà, come gli acquirenti di Tesco, sono sicuramente più propensi a fornire i propri dati. Allo stesso modo, anche consumatori dotati di un accesso a Internet e con un account su social network come Facebook o Twitter, ma anche su siti di acquisti online, come Amazon ed eBay, sono più abituati alla condivisione delle informazioni personali, rispetto a consumatori che raramente viaggiano sulla rete.

55. gd. 2007. Shopping choices: attraction or distraction? p. 26.

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RICERCA E ANALISI

3.2.2 In casa Le due tecnologie domestiche più citate fanno riferimento alla sicurezza alimentare. Tre consumatori su dieci (30%) vorrebbero che i packaging dei prodotti comunicassero (interagendo con il computer di casa, ad esempio) quando i prodotti sono scaduti o stanno per scadere, mentre il 27% vorrebbero essere avvisati se stanno conservando il cibo alla temperatura corretta. Con il crescente aumento della questione ambientale un numero sempre maggiore di consumatori mostra un interesse per lo sviluppo sostenibile. Più di un quarto (28%) di essi hanno citato il riciclaggio come un settore in cui vorrebbero vedere miglioramenti da parte dell’industria alimentare.55 Molti di essi vorrebbero informazioni più chiare sulla confezione, circa ciò che possa essere riciclato di un dato prodotto e in che modo. Ulteriori informazioni utili, che i prodotti potrebbero comunicare attraverso il computer, o particolari dispositivi presenti in cucina, potrebbero essere quelle riguardanti le istruzioni d’uso, la cottura del cibo, nuove ricette o la disponibilità del prodotto: se un prodotto che si consuma abitualmente è finito o è scaduto, il computer aggiorna la lista della spesa.


3.4

3.5

NUOVE PROSPETTIVE

39


6. Esposito. Le Basi di una Buona Nutrizione. (Gennaio 2013) 7. Corradini. 2011, pp. 33-34. 8. Ivi, p. 37. 9. Altroconsumo. 2010. Test salute 88, p. 14 10. Articolo 3 del Decreto Legislativo n. 109 del 27 Gennaio 1992. 11. Ma sarà obbligatoria con il nuovo regolamento (UE) N. 1169/2011 del Parlamento Europeo e del Consigio, pubblicato il 22

Novembre 2011. La nuova normativa dovrà essere applicata entro tre anni (cinque per le informazioni nutrizionali). 12. Furono introdotte nel Regno Unito dall’ Institute of Grocery Distribution nel 1998 e poi rielaborate dalla ciaa (Confédération des Industries Agro-Alimentaries). 13. Autorità Europea per la sicurezza alimentare. 14. Agricultural Economics. Volume 43, issue 3, pp. 333-342 3.6

40

RICERCA E ANALISI


3.6 | 3.7

Schermate del sito MyPlate.

3.7

3.3 tracciabilità alimentare: siti e applicazioni La tracciabilità degli alimenti non riguarda solo l’origine e il contenuto dei cibi, ma si può riferire anche alla documentazione delle proprie abitudini alimentari individuali. Food is no longer just about satisfying a hunger, as it would have been during periods of rationing or when stocks were scarce. Food now fulfils a greater hierarchy of needs and in doing so it has become a statement of who we are and how we perceive ourselves and others.56 Negli ultimi anni si è sviluppato un fenomeno chiamato appunto personal tracking, per cui gli individui sono ossessionati dalla “documentazione delle proprie tracce”, sentono il bisogno cioè di registrare e annotare tutto ciò che fanno durante la propria giornata. Ad esempio, molte persone che acquistano cibo su internet apprezzano il beneficio di poter tener traccia degli acquisti fatti in passato.57 Le ragioni di questo fenomeno sono numerose, ma nella maggior parte dei casi la spinta deriva dalla necessità di cambiare le proprie

abitudini.58 La tecnologia sta enfatizzando e semplificando questo fenomeno, infatti sono molti i siti e le applicazioni online che permettono di prendersi cura dei propri comportamenti alimentari, ad esempio monitorando i cibi assunti durante la giornata e tenendo traccia delle calorie consumate. Un esempio è MyPlate Calorie Tracker di LiveStrong59 (fig. 3.6). Questo sito permette di tracciare le proprie abitudini annotando tutto ciò che si è mangiato durante la giornata, come e quando. Le calorie possono essere inserite a mano o digitando l’alimento ingerito. La piattaforma, infatti, dispone di un enorme database di cibi e riconosce immediatamente migliaia di prodotti verificati e non. É possibile quindi scegliere un prodotto, ad esempio la Nutella, e inserire la porzione consumata, attraverso più unità di misura (un cucchiaio o 30 gr). Il sito calcolerà immediatamente le calorie assunte da quell’alimento in un determinato momento della giornata. Oltre ai cibi, bisogna anche inserire i bicchieri di acqua giornalieri. Accanto alla sezione di inserimento dati è possibile vedere la somma totale delle calorie assunte o bruciate e il totale delle calorie rimanenti per raggiungere il proprio fabbisogno. Più in basso vi è una tabella dettagliata degli alimenti mangiati durante tutti i pasti, divisi per colazione,

56. igd. 2007. Shopping choices: attraction or distraction? p. 4. 57. Ivi, p. 50. 58. Bittanti. 11 ottobre 2010. Saggio: quantifico dunque sono: il personal tracking è la religione della valley. 59. MyPlate. http://www.livestrong.com/myplate

NUOVE PROSPETTIVE

41


3.8

pranzo e cena. Per ogni cibo il sito informa riguardo “Glossario” e “Per saperne di più” vogliono sensibilizzatutti i nutrienti presenti nella porzione consumata, re ulteriormente affinché si facciano scelte più salutari tra cui anche il colesterolo. Inoltre un grafico a torta ed informate. In “Conto e mangio” si possono calcomostra le quantità di carboidrati, proteine e zuccheri lare i nutrienti e le calorie di un alimento, un piatto, assunti (fig. 3.7). Registrandosi e creando un proprio un pasto e dell’intera dieta, mentre “Mangio meglio” account è possibile personalizzare i propri fabbisogni, è una sorta di personal trainer per tenere traccia della inserendo peso, altezza e livello di attività fisica e in propria alimentazione. La parte interessante di questo più, stabilire l’obiettivo che si intende raggiungere: di- servizio è la possibilità di ricevere suggerimenti permagrire, mantenere il peso attuale ecc. Altre funzioni sonalizzati su come migliorare la propria dieta. I mesdisponibili, avendo un account, sono quelle di avere saggi sono inviati all’utente non solo sul sito, ma anche sul telefono cellulare, inserendo così il servizio nella un proprio diario alimentare, annotare pasti e ricette. In Italia un esempio analogo è Sapermangiare. categoria di applicazioni per dispositivi mobili. In entrambe le piattaforme, ma soprattutto in mobi,60 (fig. 3.8) sviluppato da inran e lanciato nel luglio del 2009. Esso si rivolge solamente ad un pubbli- Sapermangiare.mobi la pratica dell’inserimento dati co italiano, ma nonostante questo ha avuto un ottimo può essere problematica e per questo il conto delle successo, registrando 17 milioni di accesso in un anno, calorie e dei nutrienti per un’intera giornata non per un totale 130.000 visitatori unici.61 è mai puntuale. Infatti, a meno che il sito non calcoli Anche questo sito offre la possibilità di creare un automaticamente calorie e nutrienti per un prodotto proprio account, inserendo i dati personali, ma, a dif- preciso (come avviene in MyPlate), l’utente deve ricaferenza di MyPlate, che si presenta più come una sor- vare le informazioni dalle etichette nutrizionali, ma ta di calcolatrice fredda e distaccata, esso si pone più come già visto il processo di calcolo non è immediato. come guida per una sana alimentazione. Sulla base Probabilmente in nessun caso è possibile tener conto dei propri dati, infatti, le sezioni “So mangiare” e “So dell’esatto numero di nutrienti assunti giornalmente, bere” danno una valutazione sul proprio stile di vita considerando che non si possono conoscere le infore offrono consigli su come migliorarlo. Inoltre le voci mazioni nutrizionali del cibi freschi, senza etichetta,

60. Sapermangiare.mobi. Scelgo per vivere meglio. http://sapermangiare.mobi 61. Il fatto alimentare. 21 luglio 2010. Sapermangiare.mobi record di contatti per uno dei migliori siti alimentari.

42

RICERCA E ANALISI


3.8

Schermata del sito Sapermangiare.mobi. 3.9

Una schermata di MealSnap. 3.10

Una schermata di Foodish.

e delle pietanze consumate nei ristoranti. Meal Snap62 (fig. 3.9), un’applicazione per smartphone, ha come obiettivo proprio quello di risolvere questo problema, permettendo di calcolare l’apporto nutrizionale di un piatto semplicemente scattando una fotografia. Il software traduce l’immagine in dati statistici, ma ovviamente non funziona particolarmente bene e non è del tutto affidabile.63 L’aspetto accattivante di questa app, per molti utenti ossessionati dal tener traccia del proprio cibo, è quello di conservare un ricordo fotografico di ciò che si è mangiato in passato, rientrando perfettamente nel filone di Foodspotting.64 Questa app, il cui obiettivo è quello di trovare i piatti più appetitosi, permette di “vedere il cibo intorno a te”, attraverso le fotografie di altri utenti, che siano state caricate da amici o da ristoranti vicini alla propria posizione (riconosciuta tramite gps). Foodish65 (fig. 3.10) aggiunge alla pratica fotografica la possibilità di tracciare il valore nutritivo dei cibi, permettendo di raggrupparli in quattro categorie, dai più salutari ai più dannosi per la salute. Anche nell’applicazione The Eatery66 è l’utente a decidere quanto un cibo è più o meno dannoso, posizionando la fotografia appena scattata sulla barra “Fit or Fat”(fig. 3.11). Interessante e divertente è la possibilità di gestire le porzioni mangiate, aumentando o diminuendo il raggio di un cerchio all’interno di un piatto virtuale. Foodzy67 (fig. 3.12) permette di tener conto delle calorie e dei nutrienti assunti, stabilire gli obiettivi della propria dieta ed avere uno storico di ciò che si è mangiato, proprio come i siti precedentemente analizzati. (Oltre ad essere un’applicazione per dispositivi mobili è consultabile anche dal web). La differenza principale, che la rende più accattivante, è quella di trasformare l’alimentazione in un divertente social game. Guardare le statistiche della propria rete di amicizie aumenta la competizione e gli utenti sono spinti a mangiare cibi più salutari, ottenendo gratificazioni virtuali e punteggi. L’incentivo

3.9

62. Mealsnap. http://mealsnap.com 63. Bittanti. 27 maggio 2011. Mangio Dunque Sono: Documentare l’alimentazione, divertendosi. 64. Foodspotting. http://www.foodspotting.com 65. Foodish. http://foodishapp.com/Website/Foodish.html 66. The Eatery. https://eatery.massivehealth.com 67. Foodzy. https://foodzy.com 3.10

NUOVE PROSPETTIVE

43


3.11

maggiore per l’utilizzo di quest’app è dato sicuramente dalla qualità grafica: il layout è molto ben progettato, ricco di icone e infografiche pop e luccicanti, disegnate dagli illustratori LouLou & Tummie. Tutte le app citate celebrano l’attività del mangiare più come una passione che un’attività da tenere sotto controllo. L’alimentazione viene documentata attraverso il gioco e il divertimento. Inoltre, il motore principale sono le funzioni social e la condivisione dei propri dati, e quindi del proprio amore per il cibo, con gli altri utenti connessi. Il presupposto è che annotare le proprie abitudini alimentari diventa più semplice e divertente se le si condividono con i propri amici.

3.3.1 L’etichetta interattiva Tutti gli esempi elencati finora hanno l’obiettivo di calcolare l’apporto nutritivo degli alimenti, ma l’attività non avviene ricavando le informazioni direttamente dall’etichetta nutrizionale e sicuramente non aiutano utenti non esperti a capire questi dati. In Italia due consumatori come tanti, Raffaele Brogna e sua moglie, hanno sviluppato un progetto per spingere gli altri acquirenti a leggere bene l’etichetta prima

68. Io leggo l’etichetta. http://ioleggoletichetta.it 69. GS1 GoScan.http://www.gs1au.org/services/goscan/ gs1_goscan_iphone_application_what_is_goscan.asp 70. Fooducate. Eat a bit better. http://www.fooducate.com

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RICERCA E ANALISI

di acquistare un prodotto. Nel sito Io leggo l’etichetta68 e nell’omonima pagina Facebook, gli amministratori e gli utenti si scambiano informazioni circa prezzo, peso, stabilimento di produzione e ingredienti dei prodotti analizzati al supermercato. L’intento di Brogna, però, non è tanto quello di indurre i consumatori a fare scelte più salutari, quanto di risparmiare sulla spesa. Esistono, infatti, prodotti identici, con gli stessi valori nutrizionali, ma con prezzi differenti. Il trucco del risparmio è quello di porre l’attenzione sullo stabilimento di produzione: sicuramente due pacchi di biscotti prodotti nello stesso luogo e con le stesse caratteristiche nutrizionali sono identici. L’unica differenza consiste nel marchio, il quale incide inevitabilmente sul prezzo. Anche se la lettura delle informazioni nutrizionali è finalizzata unicamente al risparmio, l’iniziativa promossa da Brogna offre sicuramente un incentivo in più per porre attenzione a queste informazioni e comprenderle. Applicazioni destinate a questo scopo, più mirate e precise rispetto alle precedenti analizzate, sfruttano la lettura del codice a barre dei prodotti, per fornire informazioni nutrizionali molto dettagliate. Tra le più affidabili vi sono GS1 GoScan69 (fig. 3.13), sviluppata di recente in Australia, e Fooducate70 (fig. 3.14), disponibile


3.12

3.13

NUOVE PROSPETTIVE

45


3.14

attualmente solo negli Stati Uniti. Entrambe utilizzano la fotocamera dello smartphone come uno scanner di codici, per tramutarli in informazioni utili e personalizzate. Dal codice l’app riconosce il prodotto all’interno del proprio database, riportandone nome, fotografia, valori nutrizionali e lista ingredienti. Le informazioni inserite nel database sono fornite direttamente dalle aziende produttrici, per cui l’utente è sicuro di poter accedere a contenuti fidati. Dopo aver scansionato il prodotto, GS1 GoScan presenta un menu principale nel quale l’utente può scegliere quale informazione guardare tra quelle proposte. Questa scelta, però, rallenta significativamente l’interazione dell’utente e quindi anche il processo di acquisto. L’utente dovrebbe avere la possibilità di selezionare a monte, durante la configurazione dell’app, quali informazioni desidera ricevere nella prima schermata. Selezionando la voce “Nutrition” si accede alla classica tabella nutrizionale, molto simile nel layout a quelle apposte sui prodotti, ma con un numero di nutrienti più elevato, il che può essere positivo da una parte ma negativo dall’altra. Infatti, elenchi molto lunghi non incoraggiano il consumatore.71 Anche in questo caso, l’utente dovrebbe avere la possibilità di poter filtrare le informazioni desiderate e personal-

71. eufic. Febbraio 2005. Le etichette alimentari sono efficaci?

46

RICERCA E ANALISI

mente rilevanti. Positiva, invece, è la presentazione della lista ingredienti, dove ogni elemento presenta la propria percentuale, ed inoltre è chiaramente indicata la presenza di ingredienti geneticamente modificati. Un aspetto molto interessante e in cui l’utente ha più possibilità di personalizzazione è la voce “Allergeni”. In questa sezione si possono scegliere i potenziali allergeni o le sostanze a cui si è intolleranti. Questi verranno prontamente notificati al momento della lettura del codice, qualora il prodotto scansionato dovesse contenerli. Fooducate si presenta molto più accattivante, sia per l’aspetto grafico che per le funzioni proposte. A differenza di GS1 GoScan, le informazioni del prodotto scansionato sono già selezionate e commentate nella prima schermata, per fornire una panoramica generale sulla salubrità dell’alimento. Ogni prodotto viene valutato qualitativamente attraverso una piccola lista di avvertimenti e un punteggio che va da “A” (ottimo) a “D” (pessimo), sulla base degli zuccheri, grassi e la presenza degli additivi. L’utente può inoltre commentare il prodotto, condividerlo o aggiungerlo alla propria lista. Molto utile è la possibilità di comparare il prodotto selezionato con alternative simili, di cui quelle più valide sono già proposte dall’applicazione stessa. Dal menu principale, poi, si può accedere alla sezione


3.11

Schermate di The Eatery. 3.12

Schermate di Foodish. 3.13

Schermate di GS1 GoScan. 3.14 | 3.15

Schermate di Fooducate.

“Healty Me”, che consiste in uno storico dei prodotti scansionati. La propria lista viene affiancata alle “scansioni” degli altri utenti connessi alla rete, offrendo un termine di paragone per valutare il proprio andamento alimentare. In realtà non è detto che un utente abbia mangiato o acquistato tutti i prodotti scansionati, quindi la valutazione offerta dall’app è abbastanza arbitraria, soprattutto se si considera che è anche la porzione consumata dell’alimento a determinarne il potenziale benefico o nocivo.

3.15

NUOVE PROSPETTIVE

47



II sviluppo progettuale



4. Gli ingredienti del progetto Terminata la fase preliminare di ricerca, in cui sono stati definiti il background teorico e lo stato dell’arte dei progetti attualmente esistenti, è stata necessaria una fase di ulteriori investigazioni. Un’analisi accurata delle fonti cartacee raccolte e indagini fatte sul campo, attraverso confronti e interviste con gli utenti, hanno svolto una funzione importante per comprendere ulteriormente il problema oggetto di questa tesi e offrirne nuove chiavi di lettura e possibili soluzioni. Parallelamente un processo iterativo fatto di riflessioni, annotazioni e generazione di idee ha portato alla definizione sempre più accurata del concept da cui partire per sviluppare il progetto.

4.1 Cartaceo o ditigale? Sin dalla prima proposta del tema che si intendeva affrontare con questo progetto di tesi era chiaro l’intento di base: offrire uno strumento che permettesse ai consumatori la comprensione immediata delle informazioni nutrizionali, al fine di promuovere scelte alimentari più sane. Durante i primi stadi della ricerca, molte fonti hanno confermato le intuizioni iniziali, ovvero che la lettura delle etichette è più volte

compromessa da una mancata omogeneità delle informazioni e dalla gestione grafica delle stesse, spesso dispersiva e mal strutturata. Da questo presupposto si era delineata l’ipotesi di sviluppare un sistema informativo standard per visualizzare al meglio i valori nutrizionali. Per la definizione dell’idea era necessario chiarire la natura di questo servizio e se il supporto sarebbe stato cartaceo o digitale. Questo è stato un passaggio cruciale, caratterizzato da una rivisitazione ciclica del materiale raccolto e da una serie di riflessioni appuntate su fogli di carta e post-it colorati. In un primo momento l’dea era quella di progettare un’etichetta omologata e adattabile a tutti i prodotti alimentari confezionati, rifacendosi al modello statunitense e agli spunti proposti dai progetti del concorso Rethink the food label (cfr. 2.5.1). Alla base, però, vi era la volontà di poter sviluppare uno strumento valido e potenzialmente concretizzabile nella realtà. Per questo motivo il layout dell’etichetta avrebbe dovuto rispondere accuratamente a tutte le norme previste dalla legislazione europea, le quali però ponevano numerosi vincoli alla sperimentazione progettuale. Se è vero, da una parte, che i vincoli sono fondamentali per una buona progettazione, in questo caso essi definivano una gerarchia troppo rigida entro la quale muoversi.

gli ingredienti del progetto

51


4.1

Annotazioni in fase di brainstorming.

Molti di essi sono alla base delle problematiche che influenzano la comprensibilità delle etichette, in quanto le informazioni da riportare sono numerose o, spesso sono omesse e ambigue, perché devono tutelare non solo agli utenti finali, ma anche favorire la libera circolazione delle merci, come già visto nel paragrafo 2.2. L’intento iniziale, però, era quello di sviluppare un prodotto trasparente e più vicino ai consumatori, piuttosto che ai produttori. Inoltre, alcune considerazioni interessanti tratte dal libro La qualità del packaging di Erik Ciravegna,72 avevano messo in luce un nuovo punto di vista: secondo l’autore, non è detto che normare graficamente tutte le informazioni sia più efficace di altre soluzioni, in quanto la tabella nutrizionale deve essere inserita nella dimensione complessiva del packaging e dunque tutti i contenuti dovrebbero essere standardizzati. Ciravegna ritiene realistica questa ipotesi, perché porterebbe alla fine, forzando il ragionamento, ad annullare o comunque limitare fortemente l’identità dei prodotti, poiché si ridurrebbero gli elementi di differenziazione, rendendo meno riconoscibili e distinguibili i prodotti in contesti di vendita sempre più saturi.73 Soluzioni più praticabili proposte dall’autore sono quelle di fissare delle linee guida entro le quali il progettista e le aziende possano muoversi, come lo sviluppo di manuali di stile. Man mano che la ricerca procedeva, scoprendo le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, un’altra opzione che si delineava era appunto quella di esplorare queste opportunità, considerate anche all’interno della normativa europea. É prevista, infatti, la possibilità di introdurre, in futuro, strumenti di informazione alternativi alle etichette,74 i quali potrebbero essere schermi interattivi sugli scaffali di vendita o applicazioni per smartphone. Tutti questi presupposti hanno fatto pro-

72. Ciravegna. 2010, p. 90. 73. Ivi, p. 91. 74. Regolamento (UE) N. 1169/2011 del Parlamento Europeo e del Consigio. 20 Novembre 2011. Articolo 12.3, 3.a. 75. Saffer. 2007, p. 73.

52

SVILUPPO PROGETTUALE

pendere la scelta per un supporto digitale, in cui le informazioni da gestire potessero essere personalizzate e relazionate agli interessi dei consumatori e al contesto d’uso del prodotto stesso.

4.2 Confronto con gli utenti Prima di definire ulteriormente la tipologia del supporto, era fondamentale capire in che modo veicolare le informazioni, partendo da cosa realmente motiva i consumatori al momento della scelta in fase di acquisto. I testi, più volte letti e vagliati attentamente, avevano già fornito un’ampia base teorica per capire quali sono i fattori che determinano queste scelte e ciò che influenza l’efficacia delle etichette. La decisione di sfruttare uno strumento alternativo all’etichetta cartacea poneva, però, nuovi interrogativi e la necessità di definire una tipologia di utenti a cui il prodotto doveva essere destinato. Infatti, se le etichette tradizionali potenzialmente si rivolgono a tutti gli acquirenti del supermercato, un supporto digitale già definisce un range più ristretto, in quanto non tutti i consumatori hanno familiarità con le nuove tecnologie, in particolar modo le persone più anziane. Come già visto nel capitolo 2, alcune riflessioni utili circa il rapporto dei consumatori con le nuove tecnologie erano già state tratte dall’inchiesta condotta dall’igd (The global food & consumer good experts). Questa aveva delineato una serie di nuove opportunità su cui poter sperimentare e profilato una possibile utenza. Tuttavia i tratti degli utenti descritti e i loro desideri risultavano ancora troppo generici. Infatti, molti dei dati raccolti all’interno dell’inchiesta provenivano da focus group, strutture che spesso possono porre le persone in situazioni artificiose e in cui non vengono realmente fuori i loro bisogni reali.75 Per capire ciò di cui le persone hanno bisogno, o di cui potrebbero aver bisogno, è necessario “andare da


4.1

loro”, cioè osservare i loro comportamenti nel contesto in cui ci si immagina che il prodotto vivrà. A questo punto è risultato fondamentale effettuare indagini sul campo, cioè consultare utenti reali, per calarsi al meglio nei loro panni e ricavare più informazioni possibili sulle loro abitudini e comportamenti. A tal fine sono state condotte delle interviste all’interno e all’esterno di diversi supermercati. Molti consumatori hanno rifiutato il colloquio: alcuni hanno riferito di essere di fretta, altri hanno esplicitamente detto di non voler parlare per timidezza, per cui è stato difficile intervistare numerose persone, ma questo non ha influito sull’esito totale dell’indagine, che ha offerto comunque ottimi spunti di riflessione. Anche secondo Saffer, infatti, incontrare anche un solo utente può cambiare la prospettiva del progettista su un problema e le sue possibili soluzioni.76

4.2.1 Le interviste In tutto sono state effettuate sette interviste, che hanno coinvolto consumatori dai 17 ai 69 anni. Si è cercato di porre domande specifiche e mirate, senza però suggerire eventuali risposte. Le prime doman-

de poste vertevano su quali sono i principali criteri che generalmente influenzano la spesa e le scelte di acquisto. Successivamente è stato chiesto cosa gli utenti cercassero come prima caratteristica in un prodotto e se leggessero le etichette nutrizionali prima di acquistarlo. Infine si è cercato di indagare quale fosse la familiarità con le nuove tecnologie e come queste avrebbero potuto migliorare la reperibilità e la comprensibilità delle informazioni. Nonostante le domande iniziali fossero prestabilite, in seguito la conversazione diventava più naturale e sciolta, fornendo riflessioni utili ai fini dello sviluppo progettuale. I risultati delle interviste hanno confermato diverse deduzioni tratte dalla ricerca teorica: molti consumatori decidono sulla base del gusto o degli sconti. Spesso è la marca ad essere considerata sinonimo di qualità e valore di un prodotto alimentare. Altre informazioni imprescindibili e che i consumatori cercano sempre, anche se costretti a rigirare la confezione più volte per trovarle, sono la data di scadenza e la provenienza del prodotto. Le informazioni nutrizionali non sempre vengono guardate: la causa può essere uno scarso interesse o la predilezione per prodotti freschi come carne e pesce, che generalmente non le riportano. É questo il caso di Luca, ragazzo universitario di

76. Saffer. 2007, p. 71.

gli ingredienti del progetto

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Questionario iniziale

INFORMZAZIONI GENERALI

COMPRENSIONE DELLE ETICHETTE

Età, lavoro, tempo libero

Quali informazioni le interessano maggiormente? C’è qualcosa che non riesce a comprendere nella lettura delle etichette? Cosa ritiene potrebbe migliorare la comprensibilità delle etichette?

SCELTE DI ACQUISTO Secondo quali criteri fa la spesa? In base a quali fattori sceglie i prodotti? Decide a priori cosa comprare facendo una lista? LETTURA DELLE ETICHETTE Legge le etichette dei prodotti al momento dell’acquisto? Se sì, cosa cerca come prima informazione?

25 anni. Carla, invece, ragazza di 17 anni e studentessa di liceo, afferma di guardare soprattutto la presenza di grassi e calorie, ma non sempre riesce a comprendere tutto e in questi casi, se il prodotto non la convince, non lo acquista. Anche le altre persone intervistate hanno confermato di non comprendere tutte le informazioni riportate in etichetta, soprattutto a causa di una difficoltosa lettura dovuta a scritte molto piccole, in particolare quelle che riportano gli ingredienti. Il signor Claudio, 69 anni, a tal proposito sostiene che per alcuni prodotti, come il formaggio, ne basterebbero due o tre fondamentali, non servirebbe un elenco molto lungo di cose. Alle domande riferite alla sua familiarità con la tecnologia egli risponde dicendo di averne poca. Possiede uno smartphone ma lo utilizza poco, a differenza del figlio che invece lo adopera molto spesso e utilizza il computer per fare tutto. Riflessioni ulteriori sull’uso di dispositivi digitali sono invece scaturite dal colloquio con Luisa e Marta, rispettivamente di 55 e 52 anni. La prima dichiara di utilizzare spesso Internet e lo fa prima ancora che le venga posta la domanda sull’uso di strumenti

54

SVILUPPO PROGETTUALE

FAMILIARITà CON LA TECNOLOGIA Ha familiarità con i dispositivi mobili? Cosa pensa delle nuove tecnologie per migliorare l’accesso delle informazioni all’interno del supermercato? Utilizza Internet o altre risorse per acquisire ulteriori informazioni ?

alternativi alle etichette per informarsi maggiormente sui prodotti. Luisa non guarda i valori nutrizionali, ma si concentra sulla lista degli ingredienti. Guardo soprattutto la presenza di conservanti. Controllo anche a casa, magari mi faccio aiutare, guardo in Internet. Alcuni prodotti usano i nomi, altri le sigle e quindi me per me è importante controllare. Luisa spesso fa queste ricerche a casa, con calma, e spiega che probabilmente non cercherebbe ulteriori informazioni al momento dell’acquisto sopratutto per mancanza di tempo. Marta, invece, afferma con fermezza di leggere tutto. Guardo gli ingredienti e poi i valori nutrizionali, perché ho avuto problemi alimentari. Capisco poco però di ciò che leggo. So cosa devo evitare principalmente. Per alcuni periodi non potevo prendere il glutine o mangiare carboidrati, per cui cercavo prodotti a basso contenuto di questi nutrienti. […] Ho pochi indicatori che devo cercare e leggo quelli. Per il resto non ho competenze e conoscenze. Ritengo che chi scrive queste informazioni


A sinistra le domande poste agli intervistati.

debba mettersi nei panni di chi non sa proprio nulla di valori nutrizionali e cose del genere. Marta ha molta familiarità con le nuove tecnologie, possiede due cellulari e un’iPad che si porta sempre dietro. Sorridendo, afferma che sarebbe chiaramente scomodo da usare durante l’acquisto. Però, dopo alcuni attimi di titubanza confessa che probabilmente le piacerebbe poter avere ulteriori informazioni in questa fase. Non immagino cosa potrebbero inventare all’interno dei supermercati con le nuove tecnologie. Ma dovrebbero essere costruiti per persone ignoranti come me. Yvonne, l’ultima ragazza intervistata, è molto attenta all’alimentazione e per questo si è recata da un dietista e ha cercato in Internet i principi per una dieta sana. Nonostante ciò, non legge le informazioni nutrizionali, fatta eccezione per le calorie, poiché non riesce a interpretare gli altri valori, ovvero la misura massima entro cui si può assumere una certa cosa. Nello svolgersi, la conversazione ha posto altre considerazioni di rilievo. Yvonne utilizzerebbe sicuramente un’applicazione per smartphone per migliorare la sua consapevolezza alimentare. Fa notare che chiaramente non tutti, come lei, sono interessati al tema dell’alimentazione, ma più se ne parla, più le persone si interessano. Più è facile arrivare alle informazioni, più è probabile che la persona possa interessarsi ad esse.

4.3 Dalla definizione del target Alla scelta del supporto

a cui rivolgersi. Innanzitutto si è constatato maggiormente quanto numerosi siano i fattori interni della personalità dei consumatori che determinano i giudizi e la scelta di comprare un prodotto piuttosto che un altro. La motivazione di base che spinge a condurre un’alimentazione sana influenza molto la lettura e l’efficacia delle informazioni nutrizionali, mentre nella maggior parte dei casi le preferenze personali e il gusto hanno un impatto molto forte sulla percezione della qualità di un alimento. Per queste ragioni l’intento iniziale è stato riformulato: lo scopo del servizio da progettare non sarebbe stato quello di migliorare la comprensione delle informazioni nutrizionali per favorire comportamenti alimentari più corretti, ma per offrire agli utenti la possibilità di effettuare scelte informate, sulla base delle proprie preferenze. É risultato chiaro che non sarebbe stato possibile rivolgersi a tutti, ma era necessario focalizzarsi su coloro che generalmente si informano sul contenuto di un prodotto confezionato, motivati da disturbi alimentari o dalla volontà di mangiar sano. Lettori assidui e occasionali, ma che spesso hanno difficoltà a confrontarsi con le attuali etichette e vorrebbero ricevere informazioni mirate per comparare velocemente i prodotti. Il comune interesse dei consumatori intervistati a ricevere ulteriori informazioni al momento dell’acquisto, ma anche in altri contesti, ha portato alla definizione del supporto per il quale progettare: uno strumento pratico, portatile e che potesse accompagnare gli utenti in qualsiasi momento, a casa e al supermercato. L’opzione migliore risultava lo smartphone, un dispositivo molto diffuso e dotato di funzioni che offrono un’ampia gamma di servizi. Questa scelta individuava utenti avvezzi alle nuove tecnologie, possessori di uno smartphone collegato alla rete e familiari al mondo delle applicazioni per dispositivi mobili.

Le riflessioni emerse dalle interviste hanno avuto un importante valore per riconsiderare alcuni degli assunti posti inizialmente e definire la tipologia di utenti

gli ingredienti del progetto

55


4.2

56

SVILUPPO PROGETTUALE


4.2

Alcune schermate del video dimostrativo dell’applicazione Blippar, utilizzata per la promozione del ketchup Heinz.

4.4 Nuove possibilità di interazione: La realtà aumentata Prima di entrare nella fase progettuale vera e propria era necessario definire i punti chiave sui quali sviluppare il concept dell’applicazione: primo fra tutti, il fattore tempo. La sfida era quella di permettere agli utenti di ottenere informazioni comprensibili e immediate sui prodotti, senza rallentare il naturale processo d’acquisto. Bisognava quindipensare a nuove tipologie di interazioni, veloci e allo stesso tempo coinvolgenti. Una soluzione interessante si è presentata scoprendo le potenzialità dell’Augmented Reality (ar). La realtà aumentata consiste nella sovrapposizione di una realtà virtuale a ciò che normalmente gli occhi percepiscono. Fino a pochi anni fa si trattava di un concetto utopico, ma recentemente si stanno moltiplicando i dispositivi di visione e le applicazioni che permettono di “aumentare” la realtà. Essi aggiungono informazioni, o anche sottraggono quelle normalmente percepite, al fine di creare una situazione più chiara per l’utente. Egli, quindi, continua ad avere la sensazione di vivere una realtà fisica, pur godendo delle informazioni aggiuntive, che vengono fornite come un livello sovrastante. Le informazioni possono essere anche contenuti multimediali e interattivi. Al momento, diverse applicazioni per dispositivi mobili fanno uso della realtà aumentata per esplorare il mondo circostante, acquisire più informazioni sulle strade e gli edifici più vicini. Alcune permettono di identificare un oggetto e “aumentarlo”, mediante il riconoscimento di QR code o visual markers, codici o disegni stilizzati in bianco e nero. Altre, sviluppate più di recente, come l’applicazione Blippar,77 sono in grado di riconoscere direttamente fotografie o configurazioni grafiche complesse. Queste sono inserite a priori dagli sviluppatori come “immagini target”, cioè immagini che l’applicazione individua tramutandole in superfici intelligenti e responsive.

Sfruttando il supporto Blippar, l’Heinz ha lanciato una campagna per promuovere il famoso ketchup (fig. 4.2). Puntando la fotocamera dello smartphone sulla confezione del tomato, l’etichetta si anima, diventando un vero e proprio libretto di ricette che l’utente può consultare sfogliandone le pagine virtuali. Altre campagne promozionali “aumentano” le etichette dei prodotti offrendo giochi interattivi, molto spesso privi di senso. In questo e in molti altri casi l’ingaggio della realtà aumentata è finalizzato per lo più a questioni di marketing e pubblicità. Quindi, le potenzialità informative ed educative di questa tecnologia non sono state ancora pienamente sfruttate. Secondo molti sostenitori, però, essa può essere in grado di migliorare la consumer experience, veicolando non solo contenuti ludici, m a anche utili ed educativi. L’utilizzo della realtà aumentata come motore principale per il progetto risultava, quindi, la soluzione ideale. You pass by a movie theater and augmented reality will show you the show times, the ticket prices. If you are shopping in a supermarket, augmented reality will show you the nutrition about food items you’re looking at.78

77. Blippar. http://blippar.com 78. Yi Wu. Why is augmented reality so important? Discovery. http://curiosity.discovery.com/question/ why-augmented-reality-so-important

gli ingredienti del progetto

57


4.3 | 4.4

iBiennale. La pagina principale cambia in relazione alla posizione dell’utente. 4.5

Primi wireframe del progetto.

4.5 Obiettivi e funzionalità

4.3

Dopo sessioni intense di brainstorming e alla luce di tutte le considerazioni emerse dalla ricerca, sono state tracciate le linee guida per definire la struttura generale dell’applicazione e le funzioni che questa avrebbe svolto. Gli obiettivi principal sarebbero stati: −− fornire un’adeguata e comprensibile lettura dei valori nutrizionali e degli ingredienti di un prodotto confezionato; −− aiutare i consumatori ad orientarsi nell’ampio assortimento del supermercato; −− favorire l’adozione di scelte informate e consapevoli, sulla base dei gusti personali. La maggiore sfida sarebbe stata quella di non rallentare il processo di acquisto, permettendo un rapido confronto tra i prodotti. Delineati gli obiettivi, bisognava pensare all’architettura generale dell’applicazione. Essa doveva strutturarsi secondo i due contesti principali in cui poteva essere utilizzata: al momento dell’acquisto nel supermercato oppure a casa, o in qualsiasi altro luogo in cui l’utente decide di consultarla in tranquillità. Questa differenziazione è scaturita dai comportamenti che i consumatori adottano quando fanno la spesa e dalle diverse modalità con cui desiderano acquisire informazioni sugli alimenti. A seconda delle esigenze, quindi, si volevano offrire diversi livelli di lettura: informazioni rapide e feedback immediati al supermercato e la possibilità di un approfondimento ulteriore in un altro momento. A questo punto era necessario capire come creare questa doppia modalità di accesso ai contenuti. Interessante, a tal proposito, l’esempio proposto da iBiennale,78 l’applicazione ufficiale della Mostra di Architettura di Venezia. La schermata iniziale cambia in relazione alla posizione dell’utente, mostrando i contenuti della mostra (fig. 4.3) o in alternativa le mappe della città quando l’utente si trova a Venezia (fig. 4.4). Questa soluzione sembrava adattarsi perfettamente

78. iBiennale. https://itunes.apple.com/it/app/ ibiennale-architettura-2012/id552021322?mt=8 4.4

58

SVILUPPO PROGETTUALE


4.5

al progetto: l’applicazione si sarebbe avviata direttamente in modalità fotocamera all’interno di un supermercato (geolocalizzato tramite gps) dando all’utente la possibilità di “scansionare” velocemente l’etichetta di un prodotto, accedendo a contenuti personalizzati. In tutti gli altri casi la schermata di avvio avrebbe mostrato il menu principale. La possibilità di acquisire i valori nutrizionali e contenuti aggiuntivi attraverso l’uso della fotocamera, è una funzione già sfruttata da alcuni servizi presenti sul mercato. L’intento principale del progetto, però, consisteva nell’inedita modalità con cui visualizzare queste informazioni. Tutte le applicazioni esistenti in commercio, già analizzate nel terzo capitolo, ripropongono graficamente la tabella nutrizionale già presente sull’etichetta cartacea, con elenchi molto più lunghi e senza dare la possibilità di personalizzare o filtrare i dati. Inoltre, porre l’utente di fronte a numerosi pulsanti e scelte nelle prime schermate potrebbe rendere più lenta e noiosa la navigazione. L’idea era quindi quella di restituire un carattere visivo più accattivante, visualizzando immediatamente i valori nutrizionali attraverso la data visualization. L’uso della realtà aumentata e il riconoscimento rapido del fronte della confezione, inoltre, avrebbero

permesso interazioni più veloci e migliorato l’esperienza dell’utente. Rispetto alla semplice lettura dei codici a barre (che l’utente è costretto a cercare), questo servizio offre un’esperienza più coinvolgente, perché permette di interagire direttamente con ciò che si sta “guardando” e di spostare velocemente l’inquadratura da un prodotto all’altro.

4.6 Analisi dei compiti La costruzione di wireframe, realizzati su carta e poi in digitale, è stato un passaggio obbligato per organizzare tutte le funzioni dell’app in modo razionale e valutare l’ordine delle interazioni. Il termine wireframe (lett. modello in fil di ferro) indica un tipo di rappresentazione grafica con la quale vengono disegnati soltanto i bordi dell’oggetto. Essi mostrano gli elementi strutturali e funzionali, ma privi di design visivo, in quanto servono principalmente a indicare gli elementi di controllo del prodotto.79 Sono stati sviluppati dei flowmap, ovvero dei flussi di compiti che l’applicazione avrebbe svolto nei diversi contesti e al momento della configurazione del profilo dell’utente.

79. Saffer. 2007, p. 110.

gli ingredienti del progetto

59


4.6

4.7

4.8

4.9

Di seguito si elencano le funzioni principali pensate per l’utilizzo dell’applicazione al momento dell’acquisto: −− accesso alla realtà aumentata attraverso l’uso della fotocamera; −− visualizzazione dei valori nutrizionali, basati sulle Guideline Daily Amounts (gda) personali dell’utente; −− possibilità di filtrare alcuni valori; −− comparazione delle informazioni per più prodotti; −− accesso ad altre informazioni, ad esempio la lista degli ingredienti, cambiando l’orientamento dello smartphone. Dalla fotocamera è sempre possibile tornare al menu principale e navigare il resto dell’applicazione. Dall’home page l’utente può usufruire di altre funzionalità contenute in diverse sezioni: −− avere uno storico dei prodotti scansionati; −− visualizzare le proprie gda sulla base di porzioni personalizzate.

4.7 visualizzazione Il passo successivo alla realizzazione del flow-map dell’applicazione è stato quello di capire quale visualizzazione si sarebbe meglio prestata ai dati che dovevano

60

SVILUPPO PROGETTUALE

essere rappresentati. Questa avrebbe poi determinato lo stile grafico del resto dell’interfaccia e delle altre schermate. Sulla base delle motivazioni già espresse nei capitoli precedenti, la rappresentazione non avrebbe dovuto etichettare un prodotto come “buono” o “cattivo”, ma offrire un grafico delle gda personali dell’utente, il quale sarebbe stato poi libero di giudicare il prodotto secondo le proprie esigenze e preferenze. L’idea di base era quella di racchiudere e sintetizzare in un’unica forma e in un’unica schermata il valore di tutti i nutrienti forniti dal prodotto scansionato e rapportarli al fabbisogno giornaliero dell’utente. Sono state avanzate diverse bozze grafiche in cui l’unità di base era il cerchio, usato come raffigurazione del fabbisogno dell’intero arco della giornata. In alcune versioni (fig. 4.6) il cerchio è suddiviso in tanti spicchi, quanti sono i valori che appaiono generalmente sul fronte delle confezioni: calorie, zuccheri, grassi, acidi grassi saturi e sale. Ognuno di essi è rappresentato da un colore, per cui l’area colorata indica l’apporto fornito per ciascun nutriente. Il cerchio è inoltre suddiviso in tre parti (quanti sono generalmente i pasti) in modo da rendere più evidente l’apporto di un singolo prodotto rispetto al fabbisogno di circa un pasto. In questo tipo di visualizzazione i valori si presentavano


4.6 | 4.7 | 4.8 | 4.9

Wireframe della visualizzazione dei valori nutrizionali. 4.10

Primi schizzi di icone per la rappresentazione dei nutrienti.

molto piccoli rispetto al fabbisogno totale, per cui gli spicchi non sarebbero stati visibili e distinguibili nello schermo dello smartphone. Si è cercato, quindi, di rappresentare i dati lavorando non sull’area del cerchio, ma sulla lunghezza della circonferenza. In una delle due varianti proposte, il cerchio viene utilizzato come metafora visiva di una bilancia (fig. 4.7), dove ogni lancetta segna il valore di ciascun nutriente. In questo caso il problema principale poteva consistere nella coincidenza di due o più dati, in cui le lancette si sarebbero sovrapposte. In tutti i grafici proposti emergevano chiaramente diverse criticità. Prima fra tutte l’impossibilità di confrontare due prodotti diversi in un unico cerchio: l’elevato numero di informazioni necessitava la rappresentazione di due grafici nella stessa schermata, rendendo indistinguibili le variazioni minime tra un prodotto e un altro (fig. 4.9). Un secondo problema era la scelta della palette cromatica: l’assegnazione di un colore prestabilito per ciascun nutriente rendeva difficoltoso l’accostamento cromatico e il rico-

noscimento da parte degli utenti. Sebbene fosse stata prevista una legenda, la mancanza di spazio avrebbe richiesto il posizionamento da un’altra parte, costringendo gli utenti a dover ricordare elementi non familiari presenti in un’altra schermata. Secondo Saffer questo dovrebbe essere evitato, per non creare un sovraccarico cognitivo nella mente umana, la quale non riesce a mantenere nella memoria a breve termine più di sette chunk (letteralmente “pezzi”) di informazione. La definizione dell’interfaccia richiedeva, quindi, ancora diversi step progettuali. Era necessario trovare un’altra modalità di rappresentazione dei nutrienti, utilizzando icone o metafore visive, non solo per creare un design più accattivante e meno tecnico, ma anche per aiutare gli utenti a riconoscerli velocemente. Il colore sarebbe servito, quindi, come variabile per confrontare due alimenti diversi e permetterne la sovrapposizione in un unico grafico riassuntivo. Infine, visualizzazione e confronto degli ingredienti, nonché alcune funzioni interne dell’app, richiedevano un’ulteriore definizione.

4.10

gli ingredienti del progetto

61



III Progetto finale



5. circlemeal 5.1 concept progettuale Circlemeal è un’applicazione per smartphone che permette di confrontare rapidamente gli alimenti confezionati, attraverso una visualizzazione infografica e interattiva delle informazioni nutrizionali. I dati presentati, raccolti all’interno di un vasto database di prodotti, sono calcolati e restituiti sulla base delle preferenze e del fabbisogno personale dell’utente. L’obiettivo è quello di fornire un’immediata comprensione e gestione dell’apporto nutritivo di ciascun prodotto, favorendo l’adozione di scelte alimentari informate e salutari. Il funzionamento di Circlemeal si basa principalmente sulla tecnologia della realtà aumentata. Inquadrando con la fotocamera dello smartphone il fronte della confezione di un prodotto, l’applicazione crea in sovrimpressione un livello che ne illustra le caratteristiche, a seconda dei criteri precedentemente selezionati. L’utente, infatti, può decidere di visualizzare il grafico dei valori nutritivi rapportati alle proprie gda (quantità giornaliere indicative) o la lista degli ingredienti. La consultazione interattiva dei contenuti permette, inoltre, di passare velocemente da un tipo di visualizzazione all’altra, di aggiungere

o togliere nutrienti e di cambiare la porzione di riferimento di un prodotto. Spostando l’inquadratura su di un’altra etichetta, i dati del nuovo prodotto vengono sovrapposti al grafico del precedente, favorendo una comparazione immediata. L’app consente, inoltre, di visualizzare ciò che normalmente non si legge a colpo d’occhio, come la presenza di potenziali allergeni o l’eccessiva quantità di alcuni ingredienti contenuti nell’alimento. L’utente può impostare i parametri di selezione e le sostanze da tenere sotto controllo al momento della configurazione iniziale, avendo poi la possibilità di modificarli nelle impostazioni del profilo. Circlemeal, dunque, è stata progettata pensando alla completa personalizzazione dei dati, permettendo ai consumatori di scegliere i prodotti sulla base di ciò che ritengono personalmente rilevante. Le informazioni ottenute in realtà aumentata, possono essere visualizzate in modo tradizionale in un secondo momento, sia sui prodotti già scansionati che su tutti gli alimenti contenuti nel database, tramite ricerca online. L’architettura concettuale di Circlemeal, quindi, si struttura secondo queste due modalità di consultazione. La modalità fotocamera si attiva automaticamente all’avvio dell’applicazione quando l’utente

Circlemeal

65


5.1

Grafico su cui si basa Circlemeal: visualizzazione dei dati nutrizionali attraverso un polar chart.

si trova nei pressi di un supermercato, favorendo l’accesso rapido alle informazioni. In tutti gli altri casi, la schermata iniziale mostra il menu principale, dal quale l’utente può sempre ritornare alla fotocamera o navigare le altre sezioni: “Sfoglia e confronta” permette di consultare tutti i prodotti del database, suddivisi per categorie e confrontare fino a un massimo di tre prodotti; nella sezione “Il mio fabbisogno” l’utente può calcolare l’apporto nutritivo dei prodotti acquistati sulla base di porzioni personalizzate; infine l’utente può modificare le informazioni personali e i parametri di scelta nella scheda del profilo. Così descritta, Circlemeal vede il proprio utilizzo all’interno di due contesti principali: al supermercato, diventando un valido supporto per la scelta al momento dell’acquisto, o in un altro ambiente, come quello casalingo, in cui l’utente può consultare le informazioni e comparare i prodotti con maggiore tranquillità. Prima, durante o dopo i pasti, l’utente può inoltre visualizzare l’apporto calorico e nutritivo di ciascun prodotto aggiunto alla lista e valutare l’andamento del proprio fabbisogno giornaliero. Essendo un’applicazione per dispositivi mobili, Circlemeal può comunque essere utilizzata in qualsiasi altro luogo o momento della giornata. Per le caratteristiche appena elencate, Circlemeal si rivolge in particolar modo a persone amanti del cibo e della buona alimentazione, desiderose di ottenere informazioni mirate e puntuali su ciò che mangiano. Lettori più o meno frequenti delle confezioni, ma che possono avere difficoltà a confrontarsi con le attuali etichette, a causa dei fattori analizzati nei capitoli di ricerca. Non è escluso che anche consumatori distratti e lettori o ccasionali possano incuriosirsi e utilizzare Circlemeal. La visualizzazione grafica alternativa al formato tabellare delle etichette offre una comprensione immediata rispetto alla semplice comparazione numerica. La realtà aumentata, inoltre, costituisce sicuramente un’esperienza più coinvolgente che può fungere da stimolo

80. Altri nomi con cui il diagramma è conosciuto in italiano: grafico polare, grafico ragno, grafico a stella o a ragnatela.

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PROGETTO FINALE

anche per utenti generalmente meno attenti e motivati alla comprensione delle informazioni nutrizionali. Come già accennato in precedenza, l’uso di questa tecnologia incontra soprattutto utenti familiari al mondo delle applicazioni e dei dispositivi mobili, dotati di un accesso a Internet. Stakeholder del progetto sono le associazioni dei consumatori e le riviste indipendenti da queste gestite. Esempi nel panorama italiano ed europeo sono rispettivamente Altroconsumo, Il Fatto Alimentare ed eufic (The European Food Information Council), da sempre sostenitrici di una corretta comunicazione delle informazioni nutrizionali. Altri possibili promotori del progetto sono dietisti e nutrizionisti, i quali potrebbero informalmente proporre ai propri pazienti l’utilizzo di Circlemeal come ausilio per le diete da seguire. É importante precisare che l’applicazione non vuole sostituirsi completamente alla lettura delle etichette tradizionali, ma porsi come un valido strumento complementare per migliorarne la comprensione.

5.2 Design Prima di procedere con la contestualizzazione dell’app e con l’analisi delle singole funzioni, pare opportuno descrivere l’aspetto del grafico principale su cui si basa Circlemeal per la rappresentazione dei valori nutrizionali, in quanto la scelta della visualizzazione più adatta alla corretta rappresentazione dei dati è stata tra gli aspetti più consistenti del percorso progettuale. Come già accennato nel capitolo precedente, l’intento era quello di racchiudere in un’unica forma la restituzione grafica del valore dei nutrienti rispetto al fabbisogno totale dell’utente. Si è deciso di mantenere il cerchio come modello archetipo per l’infografica, costruita sul diagramma di Kiviat. Esso, conosciuto anche come radar chart,72 è un sistema per mostrare dati su variabili


Icona rappresentativa del nutriente visualizzazione dell’apporto nutritivo del nutriente

Questa linea rappresenta un terzo delle GDA totali energia (calorie)

percentuale del nutriente rispetto al fabbisogno totale

5.1

multiple in un grafico bidimensionale, con un raggio per ciascuna variabile. La rappresentazione, infatti, consiste in una sequenza di raggi che hanno o rigine da un centro e formano angoli uguali tra loro; ogni raggio rappresenta una variabile, mentre la posizione relativa e l’angolo degli assi sono tipicamente privi di importanza. Il valore della variabile si dirama dal centro del grafico verso l’esterno. Tutti i punti appartenenti ad una stessa categoria di valori vengono congiunti con segmenti, individuando un’area a forma di stella o di ragnatela. Questo tipo di grafico è un sistema ideale per l’immediatezza con cui si possono confrontare n-variabili relative a osservazioni diverse.81 Nel caso di Circlemeal, questa visualizzazione è adoperata per i valori nutrizionali: il cerchio di base rappresenta il fabbisogno giornaliero totale; ogni raggio in cui esso è suddiviso è indicativo dell’apporto di ciascun nutriente fornito da uno o più prodotti, secondo le quantità giornaliere indicative (gda) personali dell’utente. Il cerchio, oltre che elemento base per la costruzione del grafico, è stato scelto per il carico di significati che esso comunica: metafora del tempo ciclico e dell’intero arco della giornata, ma anche del piatto “da riempire” per un rispettare un’alimentazione equilibrata. Esso, riproposto come elemento

rappresentativo e costante all’interno di tutta l’applicazione, costruisce l’identità visiva di Circlemeal e anche il suo nome. Circle, in inglese, significa letteralmente cerchio, ma, usato in forma verbale si traduce in “girare intorno a”. Accostato alla parola meal, pasto in italiano, che al suo interno contiene anche il pronome complemento “me”, si può tradurre come “intorno al pasto” e al tempo stesso “intorno a me”. Circlemeal dunque: semplice e riassuntivo delle principali caratteristiche del concept dell’app, che ruota intorno al pasto e alle preferenze dell’utente.

5.3 Scenario d’uso Nelle pagine immediatamente successive è stato sviluppato un apposito scenario per meglio comprendere le dinamiche d’uso dell’applicazione. Esso fa riferimento ad una giornata tipo di un utente archetipo, Lucia, una studentessa universitaria di 25 anni. è necessario precisare che le schermate rappresentate nello scenario descrivono soltanto il contesto d’uso all’interno di un supermercato, al momento della scelta in fase di acquisto. Il resto delle funzionalità saranno descritte e illustrate nel dettaglio nei paragrafi successivi.

81. Diagramma di Kiviat. Wikipedia. http://it.wikipedia.org/wiki/ Diagramma_di_Kiviat

Circlemeal

67


Lucia sta preparando un esame difficile ed è molto stanca. Vorrebbe qualcosa di dolce per tirarsi su di morale, ma la dispensa è vuota perché negli ultimi giorni non ha avuto il tempo di fare la spesa.

Decide così di uscire a fare una passeggiata e andare a comprare qualcosa al supermercato più vicino.

68

PROGETTO FINALE


Si guarda intorno, gira indecisa tra gli scaffali finché non pensa che potrebbe prendere una crema di nocciole per fare merenda. L’occhio cade sulla più famosa ovviamente, ma ce ne sono altre molto invitanti.

Incuriosita dalla Crema Novi, mai provata prima, controlla le informazioni nutrizionali per capire se ci sono differenze sostanziali. L’etichetta, però, riporta i valori nutritivi solo per 100 grammi di prodotto, per cui è difficile calcolare l’apporto nutritivo di una sola porzione e fare un confronto immediato con la Nutella.

Circlemeal

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Lucia decide quindi di avviare Circlemeal. Ha già configurato e personalizzato il suo profilo, per cui l’applicazione si avvia direttamente in modalità fotocamera, pronta per scansionare i prodotti.

Inquadrando l’etichetta della Nutella, Circlemeal mostra in realtà aumentata i valori nutrizionali di una porzione rispetto al fabbisogno personale di Lucia, la quale ha deciso di visualizzare l’apporto nutritivo di zuccheri, grassi e grassi saturi. Questi ultimi, in particolar modo, vorrebbe evitarli il più possibile, ma a quanto pare la Nutella ne contiene un bel po’.

70

PROGETTO FINALE


Puntando la fotocamera sul barattolo della crema Novi, Cirlemeal sovrappone i valori nutrizionali di entrambi i prodotti permettendo di confrontarli. L’apporto calorico sembra lo stesso, ma a quanto pare la Crema Novi, a parità di porzione, fornisce meno zuccheri e grassi saturi.

Muovendo con il dito verso sinistra, Lucia può confrontare gli ingredienti dei due prodotti. Il grafico mostra la percentuale di ciascun ingrediente rispetto al totale della confezione. I nomi visualizzati e le barre in magenta sono le sostanze contenute nell’ultimo alimento inquadrato, in questo caso la Crema Novi, mentre le barre in cyano corrispondono alle quantità percentuali delle stesse sostanze presenti nella Nutella.

Circlemeal

71


Per questa volta Lucia abbandona la classica Nutella e ripone nel carrello la Crema Novi.

Lucia inquadra molti altri prodotti, tra cui la Coca Cola. Non si era mai accorta di quanto zucchero fosse contenuto all’interno di una sola lattina. Gli altri nutrienti, invece, sono del tutto assenti.

72

PROGETTO FINALE


Per questo decide che forse è meglio bersi un bicchiere d’acqua per oggi, dal momento che introdurrà molti zuccheri con la crema di nocciole.

Continuando a girovagare tra gli scaffali, Lucia è attirata da questa confezione di biscotti, ma è molto probabile che essi contengano glutine, a cui la nostra utente è intollerante.

Circlemeal

73


Lucia ha impostato gli allergeni e le sostanze da tenere sotto controllo al momento della configurazione dell’app. Circlemeal, purtroppo, conferma la presenza del glutine.

Si è fatto abbastanza tardi, per cui Lucia torna a casa, ma prima di ricominciare a studiare farà un’abbondante merenda con la crema appena acquistata.

74

PROGETTO FINALE


Seduta alla sua scrivania, Lucia sfoglia le altre sezioni di Circlemeal, mentre gusta la crema di nocciole. Dopo una lunga pausa può finalmente riprendere lo studio con serenità .

Circlemeal

75


5.2

5.4 icone L’identità grafica di Circlemeal è caratterizzata, oltre che dalla presenza del cerchio, dal design delle icone rappresentative dei nutrienti. Grazie al polar chart, è stato possibile abbandonare l’uso del colore per indicare ciascun nutriente, per cui la distizione avviene tramite la rappresentazione iconica del contenitore o dell’alimento in cui ogni nutriente può essere maggiormente trovato. Una fetta di carne per le proteine, ad esempio, o una spiga di grano per indicare le fibre. Gli additivi, normalmente non considerati come alimenti, indipendentemente dal fatto di avere un valore nutritivo, sono invece rappresentati da un’ampolla, ad indicare il processo chimico e di preparazione che investe gli alimenti confezionati. L’icona degli additivi, chiaramente non è presente nel grafico dei valori nutrizionali, ma nella visualizzazione degli ingredienti. La scelta di ogni singola icona è stata fatta dopo un riscontro con i possibili utenti: è stato chiesto a più persone quale fosse per loro la rappresentazione più comune e intuitiva per ciascun nutriente. In tutto sono state individuate nove categorie: carboidrati, zuccheri, proteine, sale, grassi, acidi grassi saturi, vitamine, fibre e sali minerali. É necessario puntualizzare che gli zuccheri sono stati volutamente separati dal resto dei carboidrati, sebbene ne facciano comunque parte. Questo perché il fabbisogno giornaliero

76

PROGETTO FINALE

degli zuccheri semplici è inferiore rispetto a quello dei carboidrati complessi e deve essere, pertanto, tenuto maggiormente sotto controllo. Allo stesso modo, anche i grassi saturi, da consumare con moderazione, sono stati separati dal resto dei grassi. Caratteristica peculiare è la loro maggiore densità rispetto ai grassi insaturi, per cui sono indicati da un panetto di burro o margarina, che generalmente ne sono ricchi. Anche le porzioni di riferimento sono iconiche: l’utente può decidere di visualizzare l’apporto nutritivo per porzione o per 100 grammi di prodotto. La porzione, a seconda del prodotto preso in considerazione, può essere indicata da un cucchiaio, da una tazza o da “un pezzo”. Sono state disegnate icone semplici e intuitive, dalle forme arrotondate e che con pochi elementi riuscissero a rappresentare distintamente ciascun nutriente. L’ispirazione per il design di partenza è stata tratta da un set di icone scaricate e progettate dal sito Dutch Icon, con licenza Royalty-free. Due di esse, il piatto di pasta e i pop corn, sono state utilizzate nella sezione “Sfoglia e confronta”. Da queste è stato ricavato il disegno che caratterizza tutte le altre icone utilizzate all’interno dell’applicazione, cercando di rispettarne con coerenza lo stile grafico. Oltre alle icone per i singoli nutrienti, sono state progettate quelle per le categorie di alimenti contenuti nel database in cui l’utente può effettuare le ricerca di prodotti.


5.2

NUTRIENTI PRINCIPALI e ADDITIVI

Icone, costruzione geometrica. 5.3

Le icone utilizzate in Circlemeal per i dati nutrizionali e gli alimenti.

ZUCCHERI

CARBOIDRATI

SALE

GRASSI

GRASSI SATURI

PROTEINE

FIBRE

SALI MINERALI

VITAMINE

CATEGORIE DEGLI ALIMENTI

BEVANDE

DOLCE

SNACK SALATI

ACQUA

LATTICINI e UOVA

PESCE

CARNE

SALSE e ALTRO

VEGETALI

PANE e PASTA

ADDITIVI

PORZIONI DI RIFERIMENTO

CUCCHIAIO (30 g) TAZZA (125 ml)

1P 100 GRAMMI

UN PEZZO o UNA PORZIONE 5.3

Circlemeal

77


R236 g40 b247

R0 g159 b227

R253 g253 b244

R35 g35 b33

R247 g147 b30

R231 g77 b24

R255 g0 b0

R234 g233 b224 5.4

5.5 Interfaccia La modalità di visualizzazione che caratterizza le schermate principali di Circlemeal è quella portrait, verticale. A differenza di quanto previsto precedentemente, questo tipo di layout viene utilizzato anche per la visualizzazione degli ingredienti, poiché un cambio dell’orientamento dello smartphone avrebbe potuto creare disturbi in termini di interazione al momento dell’acquisto. Per passare dall’infografica dei valori nutrizionali alla visualizzazione degli ingredienti e viceversa basterà un semplice movimento orizzontale del dito. La modalità landscape, orizzontale, viene utilizzata esclusivamente nella sezione “Il mio fabbisogno”, in cui l’utente, ruotando il dispositivo, può visualizzare l’andamento del proprio fabbisogno nell’arco dell’ultima settimana. (cfr. 5.9) Il grafico interattivo dei valori nutrizionali, nelle schermate dov’è presente, è collocato nel centro focale dello schermo e si sovrappone sempre centralmente rispetto all’etichetta del prodotto inquadrato, quando si è in realtà aumentata. La visualizzazione e la modalità di interazione con le icone si presentano nella stessa maniera sia in modalità fotocamera che in tutte le altre schermate, per abituare l’utente all’uso dell’interfaccia. Il posizionamento dei tasti è stato quindi stabilito analizzando la consueta impugnatura dello smartphone. Nella parte inferiore dello schermo sono stati disposti

78

PROGETTO FINALE

i tasti di selezione, in quanto un collocamento nella parte alta avrebbe impedito una chiara visualizzazione del centro focale, parzialmente coperto dalla mano dell’utente. Le icone proposte nella parte bassa sono dinamiche, cambiano a seconda delle sezione in cui ci si trova e danno accesso alle diverse funzioni previste. Nella parte superiore dello schermo una fascia di navigazione si mantiene costante in tutte le schermate dell’applicazione. In essa sono collocati un pulsante di back per tornare indietro all’home page e un campo di testo che indica la sezione dell’applicazione in cui si sta navigando. Per quanto riguarda lo stile tipografico, è stato scelto il font Chevin, un carattere moderno progettato da Nick Cooke nel 2010. Grazie alla semplicità costruttiva delle lettere risulta molto leggibile anche in corpi molto piccoli e ben si accompagna alle forme arrotondate che caratterizzano le icone. La scelta cromatica prevede pochi colori. Si è optato per tinte forti che garantissero un contrasto elevato rispetto ai colori dell’etichetta inquadrata con la fotocamera e tra i colori dei prodotti confrontati. Il cyano è il colore base per visualizzare i valori di un singolo prodotto e come feedback di selezione dei tasti. L’arancio e il magenta indicano il valore dei potenziali prodotti aggiunti al confronto. Una trama chiara e un color panna sono utilizzati rispettivamente per lo sfondo dell’applicazione e la maggior parte degli elementi selezionabili all’interno. Tinte piatte si accompagnano


5.4

Palette cromatica di Circlemeal. Colori in rgb idonei per la visualizzazione su schermo. 5.5 | 5.6

Icona di Circlemeal. 5.7

Schermata di caricamento di Circlemeal.

5.5

a lievi ombreggiature, adoperate per suggerire all’utente i pulsanti e le aree cliccabili. Tutte le icone e tutti i testi, fatta eccezione per quelli nella barra di navigazione, sono in nero al 90%. Limite della carta è la mancata restituzione della vividezza dei colori, espressi in valori di rgb (rosso, verde, blu), idonei per la visualizzazione su schermo. 5.6

5.6 configurazione Il primo accesso all’applicazione prevede una fase di configurazione iniziale. Dopo una rapida schermata di caricamento, Circlemeal si presenta all’utente attraverso una serie di passaggi animati e in parte interattivi: una sorta di piccolo tutorial che ne spiega il funzionamento e invita l’utente a impostare alcuni parametri. Questa parte è molto importante e non può essere saltata, in quanto introduce all’utente le funzioni principali dell’app e lo invitano a scegliere un minimo di tre nutrienti a cui è maggiormente interessato. Terminata la consultazione del tutorial, l’utente è chiamato a configurare il proprio profilo, inserendo i dati personali. Questi sono necessari al calcolo delle gda personalizzate dell’utente. Come già detto nei primi capitoli di ricerca, le gda presentate sulle etichette cartacee sono quantità giornaliere indicative sulla base di una dieta di 2000 kcal.

5.7

Circlemeal

79


5.8 | 5.9 | 5.10 | 5.11

Configurazione. Schermate animate che spiegano il funzionamento di Circlemeal e invitano l’utente a interagire con i contenuti. Le opzioni interattive e le scelte dell’utente, come la selezione dei nutrienti, sono sono evidenziate in cyano. 5.12 | 5.13 | 5.14

Configurazione. Schermate statiche ed esplicative delle funzioni principali di Circlemeal. L’utente può scorrere il tutorial muovendo il dito verso sinistra.

5.8

5.9

80

PROGETTO FINALE

5.10


5.11

5.12

5.13

5.14

Circlemeal

81


5.15

5.17

82

PROGETTO FINALE

5.16

5.18


5.15 | 5.16

Configurazione. Ultimi passaggi del tutorial. L’utente è invitato a creare il proprio profilo. 5.17 | 5.18

Creazione profilo. Inserimento dei dati personali necessari al calcolo del fabbisogno calorico e nutritivo dell’utente. Scorrendo verso il basso è possibile settare la prima visualizzazione che si vuole ricevere inquadrando un prodotto: infografica dei valori nutrizionali, o lista degli ingredienti. Per farlo, basta trascinare in prima posizione l’opzione desiderata. 5.19

Creazione profilo. Scelta di eventuali allergeni tramite selezione della sostanza o attraverso il riquadro di ricerca per un immediato ritrovamento. 5.20

Creazione profilo. Scelta di eventuali ingredienti o additivi da tenere sotto controllo. Se il prodotto inquadrato contiene livelli elevati della sostanza selezionata, l’utente sarà prontamente avvisato. 5.19

5.20

Circlemeal

83


5.21

Profilo. Nella propria pagina personale l’utente può visualizzare il fabbisogno calorico e le proprie gda personalizzate, calcolate sulla base dei dati inseriti nelle impostazioni del profilo. I nutrienti rappresentati sono quelli scelti dall’utente al momento della configurazione, ma possono essere incrementati o sostituiti premendo il pulsante centrale nella parte bassa dello schermo. L’utente può modificare i propri dati e ricalcolare il proprio fabbisogno cliccando sul pulsante informazioni posizionato in alto a destra. 5.22

Profilo. Ogni icona è anche un pulsante. Cliccando su ciascuna di esse si accede ad una schermata infromativa sulle caratteristiche del nutriente selezionato.

5.21

5.22

84

PROGETTO FINALE


Inserendo l’età, il sesso, il peso e il livello di attività fisica, l’utente sarà in grado di ottenere le quantità giornaliere personalizzate, fabbisogno calorico giornaliero e valori nutritivi adeguati ad un’alimentazione equilibrata. Pare opportuno precisare che il valore del fabbisogno calorico riportato non è finalizzato al dimagrimento, ma al mantenimento del peso attuale.82 Oltre all’inserimento dei dati personali, l’utente può selezionare eventuali allergeni o sostanze che vuole tenere sotto controllo. Qualora il prodotto inquadrato in modalità fotocamera o selezionato nel database dovesse contenerle, l’utente sarà prontamente avvisato. La scelta degli allergeni e degli ingredienti da controllare è stata collocata in schermate separate, per non rallentare la navigazione agli utenti non interessati. All’interno della scheda del profilo, l’utente può inoltre settare la prima visualizzazione che vuole ricevere inquadrando un prodotto: infografica dei valori nutrizionali, o lista degli ingredienti del prodotto. Terminato l’inserimento dei dati e dando l’ok, l’utente

visualizza la pagina del proprio profilo. In questa sono contenuti il cerchio rappresentativo del proprio fabbisogno e i nutrienti selezionati durante il tutorial, con il rispettivo valore, espresso in grammi. Questi sono disposti come piccoli satelliti intorno al cerchio, in corrispondenza dei raggi del polar chart e inseriti all’interno di tasti circolari. Ogni icona, infatti, costituisce una rappresentazione visiva del nutriente ma anche un pulsante. Cliccando su ognuno di essi si accede ad una schermata informativa sulle caratteristiche del nutriente preso in considerazione. L’utente può decidere di sostituire o aggiungere altri nutrienti, selezionando il pulsante centrale posizionato nella parte bassa dello schermo. I valori selezionati saranno poi sempre visualizzati per ciascun prodotto inquadrato o ricercato. I dati personali inseriti durante la configurazione potranno essere modificati in qualsiasi momento, cliccando sul pulsante impostazioni, collocato a destra della barra di navigazione superiore.

82. Il calcolo è stato effettuato utilizzando il calcolatore nutrizionale del sito I punti del benessere. http://www.ipuntidelbenessere.it/ gda/

Circlemeal

85


5.23

Menu di navigazione. In alto a sinistra è possibile accedere alle informazioni e riguardare il tutorial.

5.7 Menu di navigazione Compiuta la procedura di login, la prima schermata che Circlemeal mostra all’avvio varia in funzione della posizione dell’utente, geolocalizzato tramite gps. Se l’utente si trova all’interno di un supermercato l’applicazione si avvia direttamente in modalità fotocamera, permettendo di inquadrare velocemente un prodotto e visualizzarne i valori nutrizionali in realtà aumentata. In tutti gli altri casi l’utente visualizza l’home page, costituita dal menu di navigazione tra le diverse sezioni di Circlemeal. Esso riprende la struttura visiva che caratterizza la maggior parte delle schermate dell’app: un cerchio posizionato nel centro focale dello schermo (per tornare alla fotocamera) attorno al quale sono connessi i tre tasti circolari relativi ai tre differenti menu: “Sfoglia e confronta”; profilo dell’utente; “Il mio fabbisogno”. 5.23

5.8 Realtà aumentata Quando l’utente si trova all’interno di un supermercato o decide di utilizzare la fotocamera per scansionare un prodotto, accede alla visualizzazione dei dati nutrizionali attraverso la realtà aumentata. Circlemeal, attraverso un software di riconoscimento dell’immagine target, individua il prodotto inquadrato e mostra in sovrimpressione un livello informativo e interattivo. A seconda dei parametri impostati al momento della configurazione, il layer informativo sovrapposto alla confezione del prodotto visualizza l’infografica dei valori nutrizionali, oppure la lista degli ingredienti. L’utente, come già accennato, può facilmente passare da una visualizzazione all’altra muovendo il dito orizzontalmente. Qualora il prodotto dovesse contenere eventuali allergeni, il layer informativo mostrerà un messaggio di avviso, che con un semplice tocco potrà essere nascosto per visualizzare comunque il resto delle informazioni.

5.24

86

PROGETTO FINALE


5.24

Circlemeal in modalità fotocamera. Cliccando l’icona in basso si ritorna al menu principale.

Nell’infografica dei valori nutrizionali, l’area colorata sovrapposta al cerchio rappresenta l’apporto nutritivo fornito dal prodotto, rispetto al fabbisogno dell’utente. Il valore di ogni singolo nutriente è espresso, quindi, sia graficamente che in percentuale. L’applicazione raccoglie i dati nutrizionali di ciascun prodotto all’interno del suo database e li ricalcola istantaneamente sulla base delle gda personali dell’utente. Di default, il grafico mostra solo un terzo del fabbisogno giornaliero, corrispondente alla quantità di circa un pasto. Questo permette una facile lettura dei valori, che altrimenti risulterebbero troppo piccoli. É raro, infatti, che un singolo prodotto possa fornire un valore superiore. L’utente, però, può visualizzare l’apporto nutritivo rispetto al fabbisogno totale semplicemente cliccando sul cerchio. Nella parte bassa dello schermo tre icone principali permettono di interagire con il grafico e modificarne i valori. Come nella schermata del profilo, un pulsante centrale permette di aprire un pannello semicircolare dal quale poter selezionare altri nutrienti di cui si intende visualizzare il valore. Cliccando su uno di essi, un feedback colorato mostra l’avvenuta selezione e per pochi secondi appare il nome del nutriente scelto. Istantaneamente l’icona si colloca intorno al cerchio, il quale si risuddivide in tanti spicchi quanti sono i nutrienti selezionati. Per rimuovere un nutriente è sufficiente tenere premuto sulla rispettiva icona e trascinarla verso il basso. L’icona in basso a sinistra, il carrello, serve per indicare all’applicazione che si è acquistato il prodotto, il quale sarà poi visibile nella lista dei prodotti comprati, all’interno della sezione “Il mio fabbisogno”. (cfr. 5.9) L’icona in basso a destra, invece, rappresenta la porzione di riferimento per cui i valori nutrizionali sono calcolati. Essa indica la quantità di consumo raccomandate dai nutrizionisti. Selezionandola, è possibile visualizzare i valori calcolati per 100 grammi di prodotto. Per quanto riguarda la visualizzazione degli ingredienti, ci si è scostati dall’utilizzo del cerchio come

base di un possibile grafico, perché ritenuto poco opportuno e si è optato per un bar chart. Gli ingredienti sono presentati in forma di lista e come sulle etichette cartacee, il primo della lista è quello presente in quantità maggiore. Per ogni ingrediente un barra ne contiene il nome e un’icona, rappresentativa del nutriente da cui ogni sostanza è maggiormente costituita. Questo aiuta l’utente a riconoscere facilmente anche le sigle meno conosciute, nel caso degli additivi, ad esempio, oppure ad individuare gli zuccheri nascosti e la presenza di grassi saturi. L’intera barra color panna rappresenta il 100% del prodotto; all’interno di essa il colore cyano (o un altro colore nel caso del confronto di due prodotti) indica la percentuale di ciascun ingrediente rispetto al totale dell’alimento. Per confrontare due alimenti contemporaneamente, l’utente inquadra l’etichetta di un altro prodotto. i nuovi dati si sovrappongono sul grafico con un nuovo colore, favorendo una comparazione immediata. La parte alta dello schermo, questa volta priva della barra scura di navigazione, è adibita alla scelta o rimozione di uno o di tutti i prodotti. L’utente può effettuare un confronto fino a un massimo di tre alimenti.

Circlemeal

87


5.25

Realtà aumentata. Inquadrando un prodotto con la fotocamera, è possibile visualizzare in sovrimpressione un livello informativo e interattivo che segue la geometria e la posizione dell’oggetto. Il tipo di grafico dipende dai parametri settati al momento della configurazione. In questo caso l’utente ha scelto di controllare l’eccessiva presenza di grassi saturi. Con un semplice tap sul messaggio di avviso si possono comunque visualizzare il resto delle informazioni. 5.26

Realtà aumentata. Visualizzazione degli ingredienti del prodotto tramite bar chart. Ogni ingrediente mostra graficamente la sua percentuale rispetto al totale della confezione e un’icona che indica il nutriente da cui è maggiormente costituito. La lista può essere scorsa in verticale, mentre muovendo orizzontalmente il dito è possibile spostarsi e visualizzare i valori nutrizionali. 5.27

5.25

Realtà aumentata. Visualizzazione dei valori nutrizionali rispetto a un terzo del fabbisogno, espressi in percentuale. L’apporto nutritivo fa riferimento ad una porzione di prodotto, in questo caso un cucchiaio da 30 gr. 5.28

Realtà aumentata. Cliccando sul cucchiaio, l’icona ruota mostrando quella relativa ai 100 grammi di prodotto. L’apporto nutritivo viene quindi ricalcolato su questa quantità di prodotto. 5.29

Realtà aumentata. Premendo il pulsante centrale nella parte bassa dello schermo l’utente può aprire un pannello semicircolare dal quale selezionare altri nutrienti. Un feedback colorato mostra l’avvenuta selezione e per pochi secondi appare il nome del nutriente scelto. 5.30

Realtà aumentata. Il grafico si ricompone mostrando l’apporto nutrititvo di tutti i nutrienti selezionati. 5.26

88

PROGETTO FINALE


5.27

5.28

5.29

5.30

Circlemeal

89


5.31

Realtà aumentata. Spostando l’inquadratura dal prodotto lo schema rimane fisso sullo schermo, dando la possibilità all’utente di osservare i dati ed eventualmente confrontarli con quelli di un altro prodotto. 5.32

Realtà aumentata. Visualizzazione dei valori nutrizionali di due prodotti messi a confronto. Le percentuali mostrate sono riferite al prodotto selezionato. 5.33

Realtà aumentata. Anche in questo caso l’utente può aprire il pannello circolare in basso e aggiungere altri nutrienti. 5.34

Realtà aumentata. Ricomposizione dello schema. 5.35 | 5.36

Realtà aumentata. Visualizzazione degli ingredienti dei due prodotti messi a confronto. I nomi visualizzati sono le sostanze contenute nell’ultimo alimento inquadrato.

5.31

5.32

90

PROGETTO FINALE


5.33

5.34

5.35

5.36

Circlemeal

91


5.9 Il mio fabbisogno Dal menu principale, selezionando l’icona con forchetta e coltello, l’utente entra nella sezione “Il mio fabbisogno”. La prima schermata che si incontra accedendo a questa voce, ripropone nuovamente il grafico circolare, dove in questo caso il valore dei nutrienti prescelti è zero. Il cerchio, infatti, deve essere virtualmente riempito con l’apporto nutritivo e calorico fornito da tutti gli alimenti consumati nell’arco della giornata. I cibi sono selezionati dall’utente cliccando sul carrellino in basso a sinistra. In questo contesto, l’icona scorre verticalmente verso l’alto, trascinando con sé un pannello contenente la lista dei prodotti acquistati. Per ogni alimento è possibile visualizzare la marca, la tipologia di prodotto e la fotografia. Cliccando su quest’ultima avviene la selezione che aggiunge l’alimento al calcolo del fabbisogno totale giornaliero. Muovendo il cursore sullo slider in basso, si può determinare la porzione consumata e vedere l’anteprima dell’apporto nutritivo nella versione semplificata del grafico posizionato a destra. Cliccando su di esso è possibile accedere alla schermata informativa del prodotto, visualizzando le informazioni nutrizionali nel dettaglio e avendo la possibilità di consultare nuovamente la lista ingredienti, scorrendo orizzontalmente il dito come di consueto. É sufficiente premere nuovamente sul carrello per tornare alla visualizzazione del grafico del proprio fabbisogno, che in questo mostrerà in arancio la

92

PROGETTO FINALE

sommatoria dell’apporto nutritivo di tutti gli alimenti selezionati, sulla base delle porzioni personalizzate. In qualsiasi momento l’utente può valutare l’andamento del proprio fabbisogno nel corso dell’ultimo mese, ruotando orizzontalmente il proprio dispositivo. In questa schermata il fabbisogno dei giorni nell’arco di un mese è rappresentato da un grafico a barre ed è possibile valutare l’apporto di ciascun nutriente rispetto al totale. É necessario precisare che questo calcolo non fornisce dati precisi, poiché chiaramente non è possibile tener conto dell’esatto numero di nutrienti assunti giornalmente, considerando che alcuni di essi sono acquisiti tramite cibi freschi e non solo dai prodotti confezionati presenti nella lista. Lo scopo del grafico è, quindi, puramente indicativo e serve a mostrare che anche con pochi prodotti, ricchi di zucchero o grassi saturi, ad esempio, si può facilmente superare il fabbisogno giornaliero di questi nutrienti. Implementazione futura potrebbe essere la possibilità di conteggiare le calorie sulla base dell’attività fisica svolta durante la giornata, opzione che per il momento è stata tralasciata in quanto il servizio si propone principalmente come strumento di comprensione delle informazioni nutrizionali e di comparazione dei prodotti confezionati, piuttosto che come calories counter, già ampiamente diffusi sul mercato.


5.37

Il mio fabbisogno. Visualizzazione del proprio fabbisogno giornaliero. Il grafico è vuoto se l’utente non ha ancora calcolato l’apporto nutritivo di alcuni alimenti consumati durante la giornata. Essi possono essere selezionati dalla lista dei prodotti acquistati, cliccando sul carrellino in basso a sinistra. In basso a destra è riportata la data del giorno corrente. 5.38

Il pannello dei prodotti acquistati scorre verso l’alto. La lista contiene gli ultimi alimenti aggiunti al momento dell’acquisto. Ogni prodotto è indicato dalla tipologia, dalla marca e dalla sua fotografia. Inoltre a destra vi è l’anteprima dell’apporto nutritivo nella versione semplificata del grafico. Cliccando su di esso è possibile accedere alla schermata informativa del prodotto. É sufficiente premere nuovamente sul carrello per far scorrere la lista verso il basso e tornare alla visualizzazione del grafico del proprio fabbisogno. 5.37

5.38

Circlemeal

93


5.39

Il mio fabbisogno. Visualizzazione dei valori nutrizionali del prodotto selezionato. 5.40

Il mio fabbisogno. Visualizzazione della lista degli ingredienti del prodotto selezionato, muovendo il dito verso destra. 5.41

Il mio fabbisogno. È possibile cancellare un prodotto trascinandolo verso destra. 5.42

Il mio fabbisogno. Cliccando sulla fotografia del prodotto scelto avviene la selezione che aggiunge l’alimento al calcolo del fabbisogno totale giornaliero. Muovendo il cursore sullo slider in basso, si può determinare la porzione consumata e vedere l’anteprima dell’apporto nutritivo nella versione semplificata del grafico posizionato a destra. 5.43

Il mio fabbisogno. Visualizzazione dell’apporto nutritivo complessivo fornito dai prodotti selezionati e riferito a un terzo del fabbisogno giornaliero.

5.39

5.44

Il mio fabbisogno. Cliccando sul grafico è possibile visualizzare l’apporto nutritivo complessivo rispetto al fabbisogno giornaliero totale.

5.40

94

PROGETTO FINALE


5.41

5.42

5.43

5.44

Circlemeal

95


5.45

Il mio fabbisogno. Visualizzazione dell’andamento del fabbisogno nel corso dell’ultimo mese tramite bar chart. 5.46

Il mio fabbisogno. Visualizzazione dell’apporto del nutriente selezionato rispetto al fabbisogno totale.

5.45

5.46

96

PROGETTO FINALE


5.47

Sfoglia e confronta. Scelta dei prodotti da consultare e confrontare attraverso il riquadro “Cerca” o sfogliando le macro-categorie degli alimenti contenuti nel database di cui si avvale l’applicazione. 5.48

Sfoglia e confronta. Schermata di una delle sottocategorie in cui gli alimenti sono suddivisi.

5.10 Sfoglia e confronta

5.47

Questa sezione permette di sfogliare e confrontare prodotti che l’utente non ha a portata di mano, ma che sono contenuti all’interno del vasto database a cui l’applicazione si collega mediate ricerca online. Vi si accede cliccando, dal menu principale, l’icona con la lente di ingrandimento. Nella prima schermata di questo menu un set di icone individua le principali macro-categorie in cui gli alimenti sono suddivisi. L’utente può eseguire la ricerca di un singolo prodotto o selezionare fino ad un massimo di tre prodotti da confrontare, sfogliando le sezioni proposte, o attraverso il riquadro “Cerca” per un immediato ritrovamento. Una volta selezionati due o tre prodotti, il loro nome è sempre visualizzato nella parte alta dello schermo, ad indicarne la scelta. L’utente può rimuoverli o decidere di effettuare il confronto, accedendo all’infografica dei valori nutrizionali o, in alternativa, alla lista degli ingredienti.

5.48

Circlemeal

97


98

PROGETTO FINALE

5.49

5.50

5.51

5.52


5.49

Sfoglia e confronta. Lista dei prodotti appartenenti alla categoria selezionata. Il layout è configurato come la lista dei prodotti acquistati all’interno del menu “Il mio fabbisogno”, ma in questo caso l’applicazione evidenzia l’eventuale presenza di allergeni o altri ingredienti che l’utente ha settato nel proprio profilo. 5.50

Sfoglia e confronta. Cliccando sull’icona di avviso, un pop-up mostra nel dettaglio la sostanza contenuta nell’alimento. 5.51

Sfoglia e confronta. Il riquadro “Cerca” permette l’immissione del testo per la ricerca mirata di un prodotto. 5.52

Sfoglia e confronta. I prodotti selezionati per il confronto sono visualizzati nella parte alta dello schermo, ad indicarne la scelta. Dando la conferma si accede all’infografica dei valori nutrizionali o, in alternativa, alla lista degli ingredienti. 5.53

5.53

Sfoglia e confronta. Visualizzazione dei valori nutrizionali di tre prodotti selezionati. In questo caso l’utente visualizza l’apporto di zuccheri, proteine e fibre.

Circlemeal

99


5.54

Schermate catturate con l’applicazione Aurasma, utilizzata per testare il funzionamento e la grafica di Circlemeal in realtà aumentata.

5.11 Aspetti tecnici

5.12 prototipo

Come già più volte affermato, Circlemeal si basa sulla tecnologia della realtà aumentata e sui dati raccolti tramite gps. Necessarie al funzionamento dell’applicazione, quindi, sono alcune specifiche tecniche che tutti gli smartphone di nuova generazione posseggono: schermo a buona risoluzione touch-screen, accelerometro, giroscopio, fotocamera, gps e supporto rete 3g. Un’alta risoluzione dello schermo permette una chiara visualizzazione e una precisa definizione degli elementi grafici. L’accelerometro e il giroscopio sono indispensabili per il corretto funzionamento della realtà aumentata, mentre la connessione ad internet è necessaria all’acquisizione dei dati e all’accesso al database. Il gps, infine serve per la corretta geolocalizzazione dell’utente. Anche in caso di disattivazione, si potrà comunque accedere alla modalità fotocamera dal menu principale. Per il funzionamento della realtà aumentata è necessario che l’applicazione contenga al suo interno un software di riconoscimento delle immagini. Affinchè questo avvenga, è necessario un’immagine sia stata registrata come “target”, ovvero che sia stata inserita come immagine di riferimento all’interno di un database. Il software compara le caratteristiche dell’immagine acquisita tramite fotocamera con quelle delle immagini target ad esso note e, se rilevata una che è presente nel database, la traccia sovrapponendovi il livello informativo ad esso associata. Nel caso di Circlemeal, quindi, le etichette frontali delle confezioni degli alimenti devono essere inserite e registrate come immagini target all’interno di un databse, nel quale saranno anche contenute le informazioni nutrizionali da associare a ciascun prodotto. è necessario che queste informazioni siano del tutto affidabili, per cui dovrebbero essere fornite dai produttori stessi e gestite dalle associazioni dei consumatori, che si configurano come possibili sviluppatrici del progetto.

Per valutare il funzionamento di Circlemeal e assicurarne un buon risultato da un punto di vista grafico e di interazione sono stati sviluppati dei prototipi a diversi livelli di risoluzione. Modelli cartacei di navigazione, immagini statiche sullo smartphone e piccole animazioni video hanno permesso di simulare velocemente gli effetti di transizione da una schermata all’altra. Le schermate sono state progettate per essere testate su uno smartphone Android, ma il layout può essere riadattato per qualsiasi altro dispositivo, infatti è stato previsto un tasto di back per iPhone. Per dimostrare concretamente l’idea di progetto è stato necessario prototipare la funzione più importante di Circlemeal, ovvero il riconoscimento delle etichette e la visualizzazione dei contenuti informativi in realtà aumentata. Esistono diverse piattaforme e pacchetti di sviluppo (Software Development Kit) che permettono di creare applicazioni in realtà aumentata. Tra le più famose vi sono la già citata Blippar e Vuforia,83 ma la scelta è ricaduta su Aurasma,84 di cui il kernel85 viene spesso integrato dai partner commerciali nelle loro applicazioni per scopi pubblicitari, ma anche utenti non professionisti possono utilizzarlo per creare i propri contenuti in realtà aumentata. Oltre a fornire un pacchetto sdk per gli sviluppatori, infatti, Aurasma è un’applicazione scaricabile gratuitamente dal mercato Apple e Android e dà agli utenti la possibilità di creare piccoli prototipi di visualizzazioni interattive, senza necessariamente conoscere in modo approfondito il codice di programmazione. Generalmente l’applicazione offre la possibilità di creare un’immagine di riconoscimento e di applicarvi un unico overlay. Creando un account personale sul sito di Aurasma, però, è stato possibile accedere a funzionalità avanzate, testando la grafica di Circlemeal in realtà aumentata attraverso più overlay informativi e interattivi per ciascun etichetta utilizzata come esempio.

83. Vuforia. https://www.vuforia.com 84. Aurasma. http://www.aurasma.com 85. Il kernel è il nucleo centrale di un sistema operativo.

100 PROGETTO FINALE


5.54

Circlemeal 101



conclusioni Il percorso segnato dalla nascita e dallo sviluppo di Circlemeal è stato caratterizzato da numerose difficoltà, ma anche piccoli traguardi che hanno permesso il raggiungimento di molti degli obiettivi posti all’inizio della definizione del concept. In particolare questa fase è stata molto articolata, ricca di vari passaggi iterativi di rivisitazione ciclica delle fonti raccolte durante la ricerca, riflessioni e idee derivanti dalle interviste con gli utenti. La definizione del supporto è stato un momento critico nella fase iniziale del lavoro e ha richiesto numerose considerazioni. Da una parte si voleva accettare la sfida di progettare un nuovo layout per le etichette cartacee, che fosse adattabile a tutti i prodotti; dall’altra numerosi sono i vincoli posti dalla legislazione europea se l’intento è quello di sviluppare uno strumento valido e potenzialmente concretizzabile nella realtà. La volontà di sperimentare nuove modalità di comunicazione e di interazione ha fatto quindi propendere per un dispositivo digitale, ma la scelta ha comportato alcune settimane di riflessioni, riducendo i tempi necessari per raggiungere il risultato finale. Questa decisione ha aperto prospettive affascinanti sulle quali lavorare, ma inizialmente sono state sottovalutate le variabili aggiuntive che queste hanno portato e le difficoltà che si possono incontrare in un

lavoro svolto singolarmente. Nella carriera triennale molti sono stati i progetti di comunicazione portati a termine in modo individuale, ma gli ultimi due anni di studio hanno visto per lo più lavori di tipo collaborativo. Progettare in gruppo offre la possibilità di procedere contemporaneamente in diversi ambiti, lavorando parallelamente sulla grafica, le interazioni e la programmazione. Ritornare a lavorare da sola, costruendo un’idea progettuale e concretizzarla in tutti i suoi aspetti non è stato semplice, soprattutto se si considera la complessità di un progetto come l’applicazione, che investe competenze di graphic e interaction design, nonché abilità di programmazione specifiche per quanto riguarderebbe lo sviluppo di un prototipo. è stato quindi necessario un continuo e costante confronto con altri, possibili utenti e compagni di studio, per raffinare le idee e le motivazioni progettuali. L’attenzione si è focalizzata sopratutto sullo studio dell’interfaccia grafica dell’app e sulla visualizzazione dei dati. Per tutto il percorso, infatti, si è cercato di tenere sempre in mente l’obiettivo di comunicare efficacemente le informazioni nutrizionali, attraverso un’infografica semplice ed immediata. Anche in questo caso la scelta della visualizzazione migliore per la corretta rappresentazione dei dati è stata caratterizzata da

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diversi passaggi e prove grafiche prima di giungere al risultato finale. Le difficoltà principali sono state quelle di mostrare più dati in un piccolo schermo e renderli allo stesso tempo comprensibili ad un ampio pubblico. La progettazione di icone coerenti e rappresentative per ciascun nutriente, che riducessero al minimo un concetto, rendendolo comunque comprensibile a primo impatto ha richiesto, quindi, un riscontro continuo con la possibile utenza. La complessità delle informazioni da mostrare è stata risolta lavorando sulle interazioni e le modalità di personalizzazione dei dati. L’interazione, infatti, accresce la quantità di informazioni disponibili, ma permette di effettuare una selezione e di distribuirle nel tempo. Sebbene non sia stato realizzato un prototipo completo e funzionante, che avrebbe richiesto una conoscenza specializzata e matura in termini di programmazione, non sono state comunque tralasciate fasi di test dell’applicazione sullo smartphone. L’aspetto più importante, ovvero la restituzione delle informazioni in realtà aumentata è stata efficacemente realizzata, grazie all’applicazione Aurasma. Il resto della grafica progettata al computer è stato verificato attraverso la visualizzazione di semplici immagini statiche nella galleria del telefono. Questo è stato molto utile per simulare gli effetti di transizione da una schermata all’altra e valutare come altri utenti interagissero con i pulsanti, seppur solo disegnati. Nonostante gli aspetti negativi siano stati parte dello sviluppo di Circlemeal, essi sono stati motivo di stimolo per un approccio critico e per la definizione di miglioramenti futuri del progetto. Molte sono state comunque le note positive che hanno portato alla realizzazione di Circlemeal e i piccoli traguardi raggiunti quotidianamente. Innanzitutto ci si può ritenere molto soddisfatti della realizzazione delle icone, le quali sono state molto apprezzate da coloro che hanno testato l’applicazione, soprattutto per il design fresco e giocoso, che ha permesso di creare

86. Google Goggles. http://www.google.com/mobile/goggles/#text 87. Point Clouds Libray. http://www.pointclouds.org/about/

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un mood meno tecnico e più accattivante. Il prototipo, per quanto ristretto alla parte della scansione fotografica, è stato anch’esso elemento di successo. La visualizzazione in realtà aumentata, non solo ha permesso di dimostrare concretamente l’idea, ma di vagliarne la credibilità. La maggior parte delle persone a cui è stata mostrato il funzionamento riuscivano a capire in modo esatto le informazioni, senza grosse difficoltà di interpretazione, apprezzando soprattutto l’esperienza offerta dalla realtà aumentata. Questa caratteristica conferisce un’aura innovativa all’applicazione, in quanto sono pochi gli esempi esistenti nel mercato dove l’uso di questa tecnologia non sia solo finalizzato a scopi prettamente ludici e commerciali. Sono quindi evidenti i punti di forza del progetto, ma esistono comunque aspetti che necessitano di un margine di miglioramento e di sviluppi futuri. In primis la prototipazione di tutte le animazioni e interazioni pensate per Circlemeal. In secondo luogo la presenza del database su cui si basa l’app per il riconoscimento dei prodotti è un aspetto fondamentale. In questa sede esso è stato solo teorizzato, in quanto si è cercato di concentrarsi sulla corretta progettazione dell’interfaccia, rispettando quelle che sono le competenze personali. Alcuni dubbi sono inizialmente sorti sulla fattibilità della creazione di una risorsa così vasta, che possa contenere tutte le immagini delle confezioni e le informazioni ad esse relative. Sicuramente la costruzione richiederebbe un investimento monetario e di gestione iniziale e le informazioni fornite dovrebbero essere completamente veritiere e affidabili per i consumatori. Esistono, però, già diversi esempi di applicazioni che fanno uso di grandi database, tra queste ricordiamo Fooducate e Google Goggles.86 Quest’ultima permette di riconoscere tantissime immagini, codici qr ma anche oggetti del mondo reale. Stessa cosa vale per il sito Point Clouds Libray,87 un progetto aperto che sta investendo sul riconoscimento di oggetti tridimensionali. Un metodo per abbattere


i costi di gestione del database, potrebbe essere quello di offrire agli utenti la possibilità di inserire i prodotti mancanti attraverso l’inserimento della fotografia, della lista degli ingredienti e dei valori nutrizionali, stimolando così un aggiornamento continuo. Un ulteriore sviluppo sarebbe l’implementazione delle funzioni che per limitatezza temporale sono state tralasciate per far favorire un migliore sviluppo delle sezioni principali dell’app. Nel menu “il mio fabbisogno” il calcolo dell’apporto nutritivo giornaliero potrebbe essere integrato con l’inserimento dell’attività fisica e il conteggio delle calorie. Lo sviluppo di funzioni social farebbero rientrare Circlemeal nella comunità di applicazioni come Foodspotting e Foodzy, che celebrano la passione per la buona alimentazione attraverso la condivisione con gli altri utenti. Questo condurrebbe a una possibile collaborazione con il progetto portato avanti dal sito Io leggo l’etichetta, dove attualmente gli utenti si scambiano le informazioni nutrizionali per confrontare prodotti identici ma con prezzi diversi, al fine di risparmiare sulla spesa. Infine non sarebbe da escludere una potenziale partnership con l’applicazione Aurasma, che può essere integrata gratuitamente nelle applicazioni dei suoi partner commerciali. Questo progetto ha rappresentato un momento importante per la crescita e l’arricchimento personale e si spera che possa apportare un piccolo contributo alla ricerca e al miglioramento della comunicazione delle informazioni alimentari.

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Ringraziamenti Giunta al termine di questo lungo e faticoso percorso non mi resta che ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine e che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito alla buona riuscita del progetto. Un ringraziamento di cuore va innanzitutto ai miei cari genitori Lucia e Michele, che mi hanno dato l’opportunità di intraprendere questa carriera, supportandomi con amore in tutti i momenti di difficoltà, ma soprattutto perché mi danno costantemente fiducia e credono ciecamente nelle mie possibilità. Ringrazio i miei nonni e i miei zii che silenziosamente mi hanno sempre appoggiata. Un grazie particolare e sentito va a Paolo Basso, per avermi supportato e sopportato con un’instancabile pazienza, per l’aiuto e le idee proposte, per avermi regalato sorrisi anche nei momenti più bui, e perché semplicemente senza di lui non ce l’avrei mai fatta. Ringrazio anche sua mamma per i pasticci domenicali e suo papà per avermi dato suggerimenti grafici. Ringrazio Claudia Miliziano, per aver condiviso con me le ansie della tesi e per avermi rincuorata nei momenti di disperazione, per aver recuperato un file di testo e avermi aiutato nella scelta del nome Circlemeal. Grazie soprattutto alla mia relatrice Katerina Dolejsova e al mio correlatore Natale Lionello, per i preziosi consigli che hanno migliorato lo sviluppo del progetto, per avermi spronata ad andare avanti, e per

essere stati una presenza costante e disponibili all’aiuto a qualsiasi ora della giornata. Ringrazio i professori Gillian Crampton Smith e Philip Tabor, per avermi fatto scoprire la bellezza dell’interaction design, per aver offerto piccoli ma importanti suggerimenti anche durante il percorso di tesi e dato la possibilità di testare l’applicazione sullo smartphone del laboratorio di Interaction Design. Grazie a tutti i compagni di tesi e i colleghi con cui ho potuto condividere non solo quest’esperienza ma anche due anni importanti della mia vita: Alessandro Arena, Simone Capano, Gilberto Carnielli, Paolo Decaro, Davide Della Libera, Luca Del Negro, Enrico Fraioli, Massimo Ghiotto, Ornella Giau, Fabio Nucatolo, Carmen Picca, Francesca Pizzutilo, Gianpiero Spinelli. Grazie alle mie amiche Maria Laura Santoro, Viviana Totaro, Alessia Mallardo e Giorgia Gambino, che anche da lontano hanno sempre fatto sentire la loro presenza e l’appoggio. Grazie anche a Olga Di Giulio per le lunghe chiacchierate virtuali via chat e il confronto di idee. Ringrazio la mia coinquilina Yvonne Camol per aver dimostrato interesse nel progetto ed essersi fatta intervistare e tutti gli altri volenterosi consumatori che si sono prestati alle interviste.

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113



IMMAGINI fig. 1.1

fig. 1.2

fig. 1.3

fig. 2.1

Schema dell’autrice sulla base del modello ricavato da http:// www.mcuk.si/sites/www.mcuk.si/files/ Nutrition%20labelling.pdf, p. 12. #1 http://goo.gl/QT7BI #2 http://goo.gl/a1hCS #3 http://goo.gl/ycTvF #4 http://goo.gl/142ZT #5 http://goo.gl/sdEG1 #6 http://goo.gl/G6s5M Immagini ricavate dal pdf http://www.cspinet.org/new/pdf/ feature_-_super-sized_restaurant_ portions.pdf

Immagini dell’autrice

fig. 2.6

2.7

Immagini ricavate dal pdf http:// www.mcuk.si/sites/www.mcuk.si/files/ Nutrition%20labelling.pdf p. 26

fig. 2.8

http://goo.gl/nTmwg

fig. 2.9 Schermate dal sito 2.10 http://www.mcdonaldsmenu.info/ nutrition/ fig. 2.11 Immagini tratte dal pdf scaricabile 2.12 dal sito http://www.comieco.org/ 2.13 pubblicazioni/pubblicazioni-comieco/

news/packaging-controverso.aspx

fig. 2.14

#1 http://staticd.wisegeek.com/images/ calories/calories-in-peanut-butter.jpg #2 http://statica.wisegeek.com/ images/calories/calories-in-celery.jpg

Immagini ricavate dal pdf http://goo.gl/43ZGo

fig. 2.2 http://www.yakultusa.com/images/

nutrition-yakult_large.jpg

fig. 2.3

http://www.totally-bananas.net/ images/1PK-005-nutrition.png

fig. 2.4 2.5

115


fig. 2.15

fig. 2.16

#1 http://www.sugarstacks.com/img/ carrots.jpg #2 http://www.sugarstacks.com/img/ banana.jpg #3 http://www.sugarstacks.com/img/ skittles.jpg #4 http://www.sugarstacks.com/img/ colas.jpg #5 http://www.sugarstacks.com/img/ xtreme.jpg #6 http://www.sugarstacks.com/img/ big_gulp.jpg #1 http://goo.gl/CPL5k #2 http://goo.gl/FtrWH #3 http://goo.gl/kJWOm

fig. 2.17 http://goo.gl/C9Rft fig. 2.18

fig. 2.19

fig. 2.20

fig. 2.21

Schermate dal sito http://www.fatorfiction.info http://berkeley.news21.com/foodlabel/ files/2011/07/P7088444-300x225.jpg http://walkawayrene.com/files/ gimgs/42_key.png http://berkeley.news21.com/foodlabel/ files/2011/07/JoeyBrunelle-A-ModernFood-Label-Typography-ColorsShapes1.jpg

fig. 2.24

#1 http://www.audreelapierre.com/ images/VisualNutritional3.png #2 http://lovelypackage.com/wpcontent/uploads/2010/05/milk2.jpg #3 http://lovelypackage.com/wpcontent/uploads/2010/05/milk2.jpg

fig. 2.25 http://www.fastcodesign.com/

multisite_files/codesign/ imagecache/960/Milk-NutritionInfographics-Audree-LapierreFFunction.jpg

fig. 3.1 Schermate dal video 3.2 http://www.youtube.com/ watch?v=BNXx9hzllNE fig. 3.3 http://goo.gl/Wevh6 fig. 3.4

fig. 3.5

http://www.german-retail-blog.com/ wp-content/uploads/2012/04/cum_2Tesco.jpg http://www.food4brain.it/wp-content/ uploads/2011/11/tescosubwaystore01620x310.jpg

fig. 3.6 Schermate del sito 3.7 http://www.livestrong.com/myplate/ fig. 3.8

Schermata del sito http://sapermangiare.mobi

fig. 2.22 http://berkeley.news21.com/foodlabel/

fig. 3.9

Schermata dell’app MealSnap

files/2011/07/BradleyMu-Rethink-thefood-label-11.jpg

fig. 3.10

Schermata dell’app Foodish

fig. 2.23 http://berkeley.news21.com/foodlabel/

fig. 3.11

Schermate dell’app The Eatery

fig. 3.12

Schermate dell’app Foodzy

116

files/2011/07/DylanBrown-DylanBrowns-At-a-Glance-Food-Label-11.jpg


fig. 3.13

Schermate dal video http://www.youtube.com/ watch?v=krUPD-wBpFc

fig. 3.14

Schermate dell’app Fooducate

3.15 fig. 4.1

Immagine dell’autrice

fig. 4.2

Schermate dal video http://www.youtube.com/ watch?v=GbplSdh0lGU

fig. 4.3

Schermate dell’app iBiennale

4.4 fig. 4.5 >

Immagini dell’autrice

5.54

117


colophon Font testo Whitman (roman, italic, bold, maiuscoletto) Corpo 10,5 pt Interlinea 12,6 pt Font note Whitman (roman, italic, bold, maiuscoletto) Corpo 8,5 pt Interlinea 10,2 pt Font titoli Chevin (medium) Corpo 11-20 pt Interlinea 10,2 - 24pt Font numeri immagini Chevin (medium) Corpo 6 pt Interlinea 7,2 pt Font numeri di pagina Chevin (light) Corpo 8 pt Interlinea 9,6 pt Software InDesign CS5 Illustrator CS5 Photoshop CS6

118




UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA FACOLTA’ DI DESIGN E ARTI

DICHIARAZIONE DI CONSULTABILITA’ O NON CONSULTABILITA’ DELL’ELABORATO FINALE (da inserire come ultima pagina della dell’elaborato finale)

Rita Petrilli 271974 Il/La sottoscritto/a ………………………………………….matr. n. ...……………. Design - Comunicazioni Visive e Multimediali laureando/a in ………………………………………………... III Aprile 2012/2013 sessione ………………………… dell’a.a. …………….…………. DICHIARA

che l’elaborato finale dal titolo: Circlemeal …………………………………………………………………………………………. Un’applicazione per visualizzare e confronare i valori nutrizionali ………………………………………………………………………………………….

è consultabile da subito potrà essere consultato a partire dal giorno ………………….. non è consultabile (barrare la casella della opzione prescelta)

data …………………..

firma ………………………




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