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IV. La Personalità ed il Concepimento dello Stato Nazionale

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PERSONALITA' E CONCETTO DELLO STATO NAZIONALE

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Sarebbe folle credere di misurare il valore di un uomo dalla razza a cui appartiene, ed allo stesso tempo dichiarare guerra all'assioma Marxista secondo cui 'Gli uomini sono tutti uguali', a meno che non si sia preparati a portarlo fino alle sue conseguenze finali. Chiunque oggi creda che uno Stato Nazionalsocialista dovrebbe, tramite mezzi puramente meccanici ed una migliore costruzione della sua vita economica, differenziarsi dagli altri Stati - ossia, con un miglior compromesso tra ricchezza e povertà, o allargando il controllo del processo economico, o con compensi più equi, eliminando le differenze troppo grandi fra i salari - si troverà in un'assoluta impasse: non ha la più vaga idea di ciò che intendiamo con visione del mondo. I metodi descritti qui sopra non offrono alcuna speranza di persistere; ancora meno promettono un grande futuro. Una nazione che pone fiducia in riforme così superficiali, non otterrà alcuna garanzia o qualsivoglia vittoria nella lotta generale delle nazioni. Se un movimento che trova la sua missione in questi compromessi, dato che essi non introdurranno in realtà nessuna grande riforma, o vera perché lungimirante, la sua azione non toccherà mai nulla tranne la superficie delle cose.

Per capire tutto questo con maggior chiarezza, sarebbe bene dare un'occhiata alle vere origini ed alle vere cause dello sviluppo della civiltà umana. Il primo passo, che portò visibilmente il genere umano lontano dal mondo animale, fu quello che spinse verso l'invenzione. La prima abile misura dell'uomo nella lotta con il resto degli animali era in origine senza dubbio la sua gestione delle creature, che avevano delle capacità speciali. Anche allora, era la personalità che produceva con chiarezza le decisioni ed i risultati, che più tardi vennero accettati da tutta l'umanità come naturali conseguenze. La conoscenza da parte di un uomo dei propri poteri, che considero anche adesso la base di tutta la strategia, era dovuta in origine ad una determinata mente, e fu universalmente accettata come una cosa puramente naturale forse soltanto dopo che trascorsero migliaia di anni. L'uomo coronò la sua prima scoperta con una seconda: imparò, fra le altre cose, come vivere mentre era impegnato nella sua lotta per la vita. Ed ebbe così inizio l'attività inventiva peculiare dell'uomo, i cui risultati si possono vedere tutti intorno a noi. Ed è il risultato del potere creativo e della capacità della singola persona. Era profondamente determinante per rendere l'uomo colui che ha il potere di risalire in continuazione. Ma ciò che una volta erano dei semplici artefatti, che aiutavano i cacciatori nella foresta, oggi per la lotta per l'esistenza lo sono le brillanti attuali scoperte scientifiche, e queste aiutano il genere umano nella battaglia per l'esistenza di oggi, e stanno forgiando le armi per le battaglie del futuro.

L'opera di evoluzione della pura teoria, che non è capace di misurare, ma che è il preliminare necessario per tutte le successive scoperte materiali, viene

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nuovamente vista come prodotto esclusivo dell'individuo. La folla non inventa, le maggioranze non organizzano né pensano; è sempre solo e soltanto un uomo, l'individuo. Una comunità umana viene vista come ben organizzata se promuove in ogni maniera possibile il lavoro di quelle forze creative e le impiega per il bene della comunità. L'organizzazione deve essere la personificazione dello sforzo di mettere le menti al di sopra della folla, e di soggiogare la folla alle menti. Quindi, l'organizzazione non può impedire alle menti di emergere dalla massa, ma deve, al contrario, farlo tramite una sua azione volontaria, al più alto livello possibile, e facilitarlo. La dura lotta per la vita fa sì più di ogni altra cosa che le menti emergano. L'amministrazione di Stato e la forza delle nazioni incorporate nelle forze di difesa sono dominate dall'idea di personalità e dell'autorità ad esse connessa, e dalla responsabilità verso gli individui in posizioni elevate. La vita politica di oggi ha voltato le spalle in maniera persistente a questo principio naturale. Mentre tutta la civiltà umana non è altro che il risultato della forza creativa della personalità, nella comunità come cosa unica e specialmente tra i suoi leader, il principio della dignità della maggioranza avanza la pretesa di essere l'autorità che decide, e sta cominciando ad avvelenare gradualmente tutta la vita che sta sotto di essa - e nei fatti a distruggerla. Il lavoro distruttivo del Giudaismo nel corpo di altre nazioni può essere attribuito alla base al perenne sforzo di minare alla base l'importanza della personalità nelle nazioni che lo ospitano, ed a sostituire la volontà della folla.

Adesso vediamo che il Marxismo è la forma enunciata del tentativo Ebraico di abolire l'importanza della personalità in tutti i settori della vita umana, e di mettere al suo posto gli ammassi di numeri. Nella politica, la forma di governo parlamentare è la sua espressione, ed è questa che sta operando tale danno, a partire dal piccolo consiglio di parrocchia, fino al potere che controlla l'intero Reich.

Il Marxismo non è mai stato in grado di fondare una cultura o di creare un sistema economico da solo; inoltre, non è mai veramente stato nella posizione di portare avanti un sistema esistente in accordo ai suoi principi. Ma dopo poco tempo è stato obbligato a ritornare sui suoi passi, ed a fare delle concessioni alla teoria del principio della personalità; anche nella sua stessa organizzazione, è incapace di negare tale principio. La teoria nazionale del mondo deve quindi essere completamente differenziata dalla teoria Marxista; deve puntare la propria fede sulla razza ed anche sull'importanza della personalità, e renderli i pilastri che supportano il suo intero edificio. Questi sono i fattori di base della sua visione del mondo. Lo Stato nazionale deve lavorare instancabilmente per liberare tutto il governo, specialmente quello più in alto - ossia la leadership politica - dal principio del controllo da parte delle maggioranze - ossia la massa - così da assicurare al suo posto l'indiscutibile autorità dell'individuo.

La migliore forma di Stato e di costituzione è quella che con naturale fermezza eleva le migliori menti della comunità fino ad una posizione di comando e di

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influenza predominante.

Non ci deve essere alcuna maggioranza che prende delle decisioni, ma soltanto un corpo fatto di persone responsabili, così la parola 'consiglio' tornerà al suo antico significato. Ogni uomo avrà dei consiglieri al suo fianco, ma la decisione sarà presa da un solo Uomo. Lo Stato nazionale non soffre del fatto che degli uomini la cui educazione ed occupazione non hanno dato loro una conoscenza particolare siano invitati a consigliare o giudicare argomenti di natura particolare, come l'economia. Lo Stato quindi suddividerà il suo corpo di rappresentanza in commissioni politiche e commissioni di rappresentanza di professioni e commerci. Per ottenere una collaborazione proficua tra le due, sopra di loro ci sarà un Senato particolare. Ma né il Senato né la Camera avranno potere di prendere decisioni. I singoli membri possono consigliare, ma mai decidere. E' prerogativa esclusiva del Presidente responsabile in carica.

Per quanto riguarda la possibilità di mettere in pratica la nostra conoscenza, posso ricordare ai miei lettori che il principio parlamentare della decisione delle maggioranze non ha sempre governato la razza umana; al contrario, compare soltanto in brevi periodo della storia, e quelli sono sempre stati periodi di decadenza per le nazioni e gli Stati. In ogni caso, non lasciamo immaginare che delle misure puramente teoriche provenienti dall'altro possano produrre un tale cambiamento perché a rigor di logica questo non si può fermare alla costituzione di uno Stato. Tutta la legislazione e, in realtà, l'intera vita dei cittadini devono essere saturi di esso. Tale rivoluzione può avvenire e verrà soltanto per mezzo di un movimento, costruito nello spirito di questa idea e che quindi è genitore dello Stato che arriverà. Per cui il movimento Nazionalsocialista deve oggi identificarsi con tale idea e metterla in pratica nella sua stessa organizzazione, in maniera che non solo sia in grado di guidare lo Stato sulla retta via, ma possa anche trovare il corpo perfezionato dello Stato già pronto per la sua occupazione.

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