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Identificatori basati sul DNS: 2) l’Archival Resource Key (ARK

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SEGNALAZIONI

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Per creare un PURL basta seguire la procedura guidata, dopo essersi registrati, presente sul resolver PURL. I PURL non vengono aggiornati automaticamente quando l’URL associato a essi varia. L’aggiornamento delle informazioni presenti nel server PURL è un compito di cui deve farsi carico un maintainer. La manutenzione del PURL viene svolta connettendosi al resolver PURL e quindi compilando l’opportuna form di manutenzione. Solo i maintainerautorizzati possono modificare un PURL. Se un maintainerdovesse eliminare il PURL, il resolver, invece di fornire una destinazione, fornirebbe la storia di quel PURL (gli indirizzi associati ad esso fino all’ultimo giorno in cui era operativo) 23 .

6 – Un PURL (1.) e l’URL associato (2.).

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Gli utenti possono selezionare (cliccandoci sopra) un PURL su una pagina web o in un documento e il PURL verrà risolto verso l’URL associato che il browser userà poi per accedere alla risorsa. Gli utenti possono inserire i PURL nelle pagine web, nei documenti o in altre risorse con la ragionevole sicurezza che il PURL rimarrà persistente nel tempo. I link rimarranno validi anche se l’URL associato dovesse cambiare. Questo non significa che un PURL cambia magicamente il suo proprio URL associato quando la risorsa indirizzata viene spostata. È compito dei maintainerdel PURL provvedere a ciò. Da sottolineare che il PURL, a differenza dell’ISBN, è un identificatore azionabile: cioè, se viene inserito in un documento elettronico, cliccandoci sopra si recupera il documento identificato.

Identificatori basati sul DNS: 2) l’Archival Resource Key (ARK)

L’ARK, Archival Resource Key, è uno schema di identificazione per l’accesso persistente agli oggetti digitali (incluse immagini, testi, data set, e aiuti alla ricerca) che è attualmente in corso di test e che viene implementato dalla California Digital Library (CDL) per le proprie collezioni digitali. 24 L’origine dell’ARK la si deve alla National Library of Medicine. L’ARK è l’unico indicatore che antepone gli aspetti procedurali del servizio di identificazione permanente, agli altri aspetti più prettamente tecnologici: «Un principio fondamentale dell’ARK è che la persistenza è una pura materia di servizio e che non è inerente all’oggetto né viene conferita a questo da una particolare sintassi di identificazione. Il massimo che un identificatore può fare è di ricondurre gli utenti a questi servizi». 25

23 Cfr. http://purl.oclc.org/docs/inet96.html. 24 Cfr. http://www.cdlib.org/inside/diglib/ark/. 25 John A. Kunze, Towards Electronic Persistence Using ARK Identifiers, University of California,

July 2005, http://www.cdlib.org/inside/diglib/ark/arkcdl.pdf.

In concreto l’ARK è un normale URL, caratterizzato da una forma particolare, che gli conferisce alcune delle condizioni necessarie per l’identificazione persistente. Un ARK è rappresentato da una sequenza di caratteri che contiene l’etichetta «ark:» e che, opzionalmente, può essere preceduta dalla parte iniziale di un URL. Questo URL, detto Name Mapping Authority Hostport(NMAH) è mutevole e sostituibile. Il NMAH è in sostanza l’indirizzo web convenzionale dell’host che risolverà, in maniera tradizionale, l’identificatore. Il vero e propio identificatore, unico, immutabile, globale, è quello che segue l’etichetta «ark:». L’identificatore comprende il Name Assigning Authority Number (NAAN), cioè un numero che identifica l’organizzazione che ha assegnato originariamente il nome all’oggetto, seguito a sua volta dal nome assegnato all’oggetto e da un eventuale qualificatore del nome. Vedere l’immagine 7.

7 – Un ARK è un comune URL strutturato in maniera particolare.

La particolarità dell’ARK sta nel connettere tre cose: l’oggetto identificato, i suoi metadati e l’impegno del gestore dell’identificatore circa la sua persistenza. Quando un utente inserisce l’ARK nel campo degli indirizzi del browser, l’identificatore conduce l’utente all’oggetto identificato. Lo stesso ARK, seguito da un singolo punto interrogativo (?) restituisce un breve record di metadati che è leggibile tanto dall’uomo che dalla macchina. Quando l’ARK è seguito da due punti interrogativi (??) i metadati in risposta contengono l’assunzione di responsabilità del gestore. Questo ci conduce alla enunciazione dei tre requisiti che deve possedere un ARK. Il primo requisito risiede proprio nel legame che l’identificatore stabilisce tra un oggetto e un’assunzione di responsabilità per la manutenzione di quell’oggetto. Il secondo requisito è che l’ARK deve fornire all’utente un link dall’oggetto a una descrizione di questo. A questo scopo l’ARK si avvale del set di metadati METS ( Metadata Encoding and Transmission Standard) mantenuto dalla Library of

Congress. 26 Il terzo requisito è quello di garantire l’accesso permanente agli oggetti identificati. L’ARK trova la sua principale limitazione nel fatto che questo accesso è basato esclusivamente sulla risoluzione tramite il tradizionale sistema DNS. In altri termini:

26 Cfr. http://www.loc.gov/standards/mets/.

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