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Biografia dell’Autore
Elio Varutti è nato a Udine nel 1953, si è laureato in Sociologia all’Università di Trento nel 1977. Ha collaborato con l’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia (1980). Ha conseguito all’Università di Udine il diploma di perfezionamento in Storia (1998) e il diploma di Metodologia e linguistica delle lingue minoritarie (2006). È stato tutor alla scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario dell’Università di Udine, facoltà di Scienza della Formazione, nell’anno accademico 2007-2008.
Ha insegnato discipline economiche aziendali all’Istituto “Stringher” di Udine dal 1981 al 2016, anno della quiescenza. Dal 1987 è dirigente di sezione dell’Associazione Friulana Donatori Sangue (AFDS) della stessa scuola. Giornalista pubblicista dal 1980, ha collaborato per la redazione di Udine de «Il Gazzettino», 1977-1991 e con altre testate locali.
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È consigliere della Società Filologica Friulana dal 1995, di cui ha fatto parte della Commissione Scuola (2002-2004) e poi della Commissione Comunicazione. Nel 2012 è stato nominato consigliere onorario del Comitato Provinciale di Udine dell’ANVGD e, dal 2017, vice presidente del medesimo organismo. Ha scritto su vari argomenti, come “Il campo profughi di via Pradamano e l’associazionismo giuliano dalmata a Udine. Ricerca storico sociologica tra la gente del quartiere e degli adriatici dell’esodo 1945-2007”, Udine, Comitato di Udine dell’ANVGD, Udine, 2007. Assieme a Angelo Floramo ha pubblicato “Guarnerio d’Artegna. Il suo tempo, la sua biblioteca”, Udine, Guarnerio editore, 2013. È coautore, nel 2015, con Roberto Bruno, Elisabetta Marioni e Giancarlo Martina di “Ospiti di gente varia. Cosacchi, esuli giuliano dalmati e il Centro di Smistamento Profughi di Udine 1943-1960, Udine, Istituto Statale d’Istruzione Superiore “B. Stringher”. Nel 2017 ha scritto “La Shoah dongje les cumieres di Baldassarie”, in Giorgio Ganis (a cura di), “Ebrei a Udine. Luoghi e storie fra deportazioni e campi di concentramento”, Udine, Parrocchia di San Pio X.
Dal quotidiano di Udine “Libertà” del 10 febbraio 1946, p 2
Abstract
Il libro contiene un brano sconosciuto della storia del Friuli dal 1943 al 1960 circa. Ci sono molte testimonianze sull’esodo giuliano dalmata verso Udine, che rappresentava un approdo sicuro per molti esuli d’Istria, di Fiume e della Dalmazia, visto che Trieste era sotto controllo angloamericano fino al 1954 e che Gorizia era spezzata in due con la Jugoslavia. C’è, infine, la storia del Centro di Smistamento Profughi di Udine, dal quale transitarono oltre centomila esuli (definiti “Displaced persons”) in fuga dalle violenze titine dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1960, quando chiuse i battenti.
Summary
The book contains an unknown paper on the history of Friuli 1943-1960 approximately. There are many testimonies Julian Dalmatian exodus towards Udine, which was a safe haven for many exiles from Istria, Fiume and Dalmatia, as Trieste was under Anglo-American control until 1954 and Gorizia was broken in two with Yugoslavia. Finally, there is the story of the Hub will Refugee Udine (“N. 4 Allied Military Government – Displaced Persons Centre Udine”), from which passed through more than one hundred thousand refugees (called “Displaced persons”) fleeing the violence of Communists since the end of World War II until 1960, when it closed its doors.
Udine, 25.06.2010 – Area di Via Bertaldia, Via Manzini angolo Via Parini. Inaugurazione del Monumento alle Vittime delle foibe. Autorità civili e religiose con l’ingegnere Silvio Cattalini, con fazzoletto al collo. Foto architetto Claudio Bugatto, discendente di esuli da Zara
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