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AMEDEO GUILLET

MAGGIORE bi CAVALLERIA

CAVALIERE DELL'ORI!>INE MILITARE DI SAVOIA

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« Combattente d'Africa e Spagna, ferito e mutilato di guerra, volte decorato al v.m . , nell'imminenza del conflitto con l'Inçostitui"a .e approntava A.O.I. il g""ppo bande a cavallo dell' Amhara forte di 1500 uomini, forgiandone un •completo e magnifico strumento di guerra . ·

Partecipaya ininte,rrottamente a ,tutto il ciclo ;9perativo dello ' scacchiere n!3rd , d.a Cassala a Tecle,san , è guidava con perizia e valore persdna1e il' proprio reparto ,in numerosi duri combattimenti corl tro il nemico prepçno;lçrante, imponendosi: avyers,ariot, , , · . 1 ' qgni possibilità di fa seg:no ·a un'accanita ricerca da parte dell'avVersario , 'riparava in paJ se neutrale dal quale attraverso peripezie e difficiltà di ogni genere riusciva a rimpatriare ·al solo scopo di chiedere mezzi per Ja,continuazione <Iella lotta. · . .. · : " ' ·i · " , · 1 ,

Dopo·la caduta di l}smara;. benché ammalato e feri t o• , col .reparto a 168 uomini si la strada le linee nemiche in un violento corpo a corpo e 'organizzava un'efficiente guetriglia sulle linee di rifornimento,dell'av'versario.

Magnifico esempio di combattente e . di trascinatore che al gtande val01;e personale e all'alta capacità professiohale unisce profonda fede nei destini della Patria >>. 1 • · '': 1 J\ ,0 . 1940; - 30 agosto 1943 . · '' ., · '

DiscoRsq DI B,ENVENUT,O RIVOLto AD ,AMEDEO GUILLET IN, OCCASIONE DELLA FESTA ANNUALE DELLA IV DIVISIONE INDIANA

Ospite del geperale Savory, questa sera, è stato uno dei nostri ,v,ecchi n,eriljci1 dur'\Ilte la CaJ?gagnà Maggiore ·del Sav.oia Cavalleria, era al coll)ando di un Gruppo Bande (ami l;tara) di cavallefia indigena ,al forze italiane nell'inverno del1940 . Durante la ritirata delle tr4ppe italiane, iniziata nel gennaio 1941, fu orc;linato a lui e a) suo Gruppo di ope· rare sul settentrionìile cdel nostro asse ' di divisione nel tentativo di ra!lentarhe e di guadagn\lfe pre· zìoso perché due battaglioni italiani coidvolti generale riuséissero a conquistare una posizione a del nostro asse, sulle colline di fronte al vp!aggio di

I!;a Gazellç f.orce, un contingente CO!l\posto Cla 'çavàllena mo, torizzata , carri armati della SDF e un pattaglione di fanteria, condusse al comando Ilei ·nostro .defunto presidente, il c9lonnello Frank con slancio e vigore note· voli. 1120 gennajo al crepuscolo que,sta Forza ,aveva ser1Cato lF fi. ls sulle ·cdlline, di Cherù ç, ill)pos,sjbilitata a procedere oltre su)1' as,se, cercava la via c,he potesse rovesciare la posizione di forza degli italiani . Il giorno dopo, alle sette fie! mattino',. una parte della banda di Guillet fece irruzione dalla boscaglia sul lato nord dell'asse e con grande valore le linçe di fuoco di•Ciue truppe d,ç)39Q 0 battaglionj: del •144 ° , (eggip>ento and ,, Sussex ' Yeomanry), che si stavano preparando a un'azione di supporto alla Gazelle Force. carica fu un'azione di grande v'alore, che ricordava quella di Balaclava, con •i cavalieri eritrei che lanciavano il loro grido di guet ra, sparando, in pezzo alle loro piccole bombe a ,man,o, che esplodev,ano come a Balaclava; la carica si arrestò quando i ripresisi dall'iniziale sconcerto, rivolsero tutte le loro armi contro i ca- valieri. n giovane ufficiale che guidava la carica, il tenente T ogni, « perse >> letteralmente la testa a causa di un colpo di fucile e rimasero sul terreno morti e feriti tra cavalieri e cavalli, che si erano trovati troppo vicini al fuoco dell'artiglieria. È opportuno che 1 fu insignito della Medaglia d'Oro alla memoria per quest aziOne valorosa. n maggiore Guillet, non ancora soddisfatto della confusione causata dal suo attacco, poco dopo mosse alla carica per la seconda volta, con i superstiti della banda, qu·esta volta contro il fuoco di un battaglione del 25° reggimento, schierato dietro al fuoco del 390° battaglione. Questa volta l'effetto sorpresa non gli riuscl, e i suoi valorosi cavalieri furono respinti dagli artiglieri e dalle mitragliatrici dei carri armati della SDF, mentre gli altri si ritiravano disordinatamente . n maggiore Guillet, con quello che restava della sua banda (ormai appiedata) partecipò, alla fine !iel mese, a una tenace battaglia ai piedi del monte Cochen, un altopiano che dominava il campo di battaglia di Agordat. I due battaglioni indiani che lo attaccavano erano 'condotti dal brigadiere Savory, allora ancora sconosciuto a Guillet, che aveva comandato anche la Divisional Advance Guard a Cherù. Il maggiore Guillet partecipò anche al lungo ed estenuante combattimento che precedette la caduta di Cheren.

Dopo la resa dell'esercito italiano in Eritrea, Guillet si nascose sulle colline, raccolse una seconda banda e con questa bersagliò le forze di occupazione 'britanniche nell'ex colonia italiana con contiimi attacchi che ebbero un certo successo. Comandante in capo dell'Asmara, con il suo ' Generale, era all'epoca il maggiore generale Savory. . '

Alla fine Guillet ruiscì a fuggire dall'Eritrea travestito da arabo, attraversò il Mar Rosso e sì rifugiò nello Yemen, accolto benevolmente dall'imam. Nel 1943 fu<< rimpatriato», e si trovò a Roma al tempo dell'armistizio, a seguito del quale attraversò la linee tedesche e inglesi per raggiungere il suo re a Brindisi. Terminò la guerra mondiale come ufficiale di collegamento tra I' esercito italiano e l'Ottava Armata.

Questa breve nota può soltanto accennare a quella che fu la carriera militare in guena dell'ambasciatore Guillet; egli ricorda la campagna come una guerra caratterizzata dallo spi-

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