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I PROTOCOLLI DEGLI ACCORDI ECONOMICI DI ROMA
22 novembre 1941
Dopo la creazione di una speciale delegazione economica francese con sede a Roma i negoziati per i compensi da riconoscere all'Italia in cambio della sua rinuncia all'applicazione integrale dell'articolo X dell'armistizio, portarono il 22 novembre 1941 ad un accordo che sì accompagnò di altri su aspetti specifici. Diamo il testo di questi accordi e il testo delle note che la delegazione francese fece pervenire a Vichy a proposito di questi negoziati.
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FONTE: DFCIA-SHAT, l/P/78.
Protocollo
relati vo all'articolo X della Convenzione d'Armistizio franco-italiana .
Il Governo francese, rappresentato dal Sig. Leroy-Beaulieu, Direttore del Commercio Estero presso il Ministero delle Finanze, e il Governo italiano rappresentato da Sua Eccellenza, l'ambasciatore Giannini, hanno convenuto quanto segue:
Articolo 1.
I materiali di cui all'articolo X della convenzione franco-italiana d'armistizio del 24 giugno 1940, materiali staccati ed immagazzinati sotto controllo italiano, in merito ai quali l'Italia dichiara di essere l'unica a potere rivendicare la consegna in virtù del suddetto articolo, non costituiranno oggetto, da parte dell'Italia, di una richiesta di consegna. Questi materiali saranno contemplati all'articolo XI della convenzione franco -italiana d'armistizio.
Art. 2 .
Il Governo italiano dichfara che non apporterà, dal canto suo, modifiche al procedimento seguito anteriormente circa lo sb locco dei materiali destinati alle unità francesi autorizzate o che verrebbero eventualrnent.e autorizzate, nonché alle fabbricazioni di guerra consentite; ciò sta a significare che questi materiali sanno sbloccati senza compensazione.
In compenso, gli sblocchi per usi civili in Francia o nei territori posti sotto controllo francese di armi, munizioni e materiali da guerra di ogni tipo esistente nei depositi o fabbriche poste sotto controllo italiano, potranno dare luogo, se autorizzati, a delle compensazioni sta bilite caso per caso. Questa compensazione non può essere rappresentata che dall'acquisizione, da parte dell'Italia, a titolo oneroso, di una frazione del materiale sbloccato.
Questa frazione non potrà superare il 30% e sarà pagata mediante il procedimento del conto dì compensazione previsto nell'ambito degli scambi commerciali.
Saranno dunque sbloccati senza compensazione, su richiesta francese e dopo ammissione, da parte dell'Italia, della giustificazione dell'impiego civile di questi materiali:
1. I prodotti finiti non completi, elementi di armi, pezzi di r icambio e accessori finiti, pezzi staccati, elementi di munizioni finiti (corpo di obice vuoto, bossoli vuoti, ecc.) .
2. I prodotti chimici aggressivi o fumogeni non caricati negli ordigni, polveri ed esplosivi alla rinfusa, sostanze chimiche.
3. I prodotti semi-lavorati, i prodotti intermedi e .le materie prime.
Art. 3.
Il governo francese effettuerà, a nome del governo italiano, un ve rsamento complessivo di 2 miliardi e 600 milioni di franchi, che avverrà alle seguenti condizioni: a. Questo importo sarà versato nel termine di 30 giorni a partire dalla data della firma del p rese nte accordo a credi to di un conto in franchi aperto a nome del Ministero della Finanze Italiane presso la Banca di Francia di Chamalières. b. Questa somma sarà utilizzabile:
- a concorrenza d el 52 % dell'importo globale relativo al pagamento da effettuare in Francia e nell'Impero Francese da parte delle autorità italiane oppure delle person e incaricate dello svolg imento delle missioni da queste autorità, come previsto al paragrafo Il della parte B, d e l protocollo della Commissione economica di Roma in data 2 febbraio 1941.
È chiaro che sono esclusi dai pagamenti di cui al capoverso precedente i regolamenti sottoposti a normative contrarie che sono stati o potranno essere s tabiliti di concerto tra i du e governi;
- a concorrenza del 32% dello stesso importo relativo ad acquisti di oro consentiti al pre zzo di 57 .681 franchi il Kg: le spese diverse, come per esempio quelle attinenti alle assicurazioni, trasporto, manutenzione, essendo sostenute, dal luogo di partenza, dal governo italiano;
- a concorrenza del 16% dello stesso ammontare, al regolam e nto dell'acquisto di partecipazione in affari francesi . Le cessioni di partecipazioni dovranno essere state acconsentite preliminarmente dagli interessati e autorizzate dai due governi.
Nel caso in cui i l governo italiano non potesse utilizzare le somme, di cui al capoverso precedente, i due governi stabiliranno alt1i utili zz i.
Art. 4.
Il presente protocollo entrerà in vigore il giorno in cui verrà firmato.
Redatto a Roma , in duplice copia, in lingua francese ed italiana, il 22 novem b re 1941 .
Per la Francia
Paul Leroy-Beaulieu PROTOCOLLO
Per l'Italia
A. Giannini
riguardante le imprese francesi in Italia
Il governo francese, rappresentato dal Sig. Leroy -Beaulieu, Diretto de l Commercio Estero presso il Ministero delle Finanze, ed il governo italiano, rappresentato da Sua Eccellenza l'ambasciatore Giannini, hanno convenuto quanto segue:
Articolo I.
Il governo italiano dichiara che - in un termine massimo di tre mesi, a partire dalla data della firma del presente protocollometterà sotto sequestro, al "regime di sindacato" previsto dal decreto legge del 28 giugno 1940, le imprese francesi, ad eccezione di quelle di cui all'articolo 3 citato appresso. Di conseguenza, facilitazioni di soggiorno saranno accordate in Italia ai dirigenti ed amministratori francesi di queste imprese.
Articolo 2.
L e somme dovute dai debitori italiani aJle imprese frances i sottoposte a "regime di sindacato" costituiranno necessariamente oggetto di ve rsam enti dire t t i in Italia nelle mani d egli aventi di ritto francesi o dei loro rappresentanti.
Anche i titoli ed i valori appartenenti alle imprese sottoposte a "regime di sindacato" in possesso di persone di nazionalità italiana saranno oggetto delle 1imesse dirette in Italia nelle mani degli aventi diritto francesi o dei loro rappresentanti.
Le somme, titoli o valori di cui al presente articolo potranno essere usati liberamente per la gestione dell'impres a , dagli aventi diritto francesi o dai loro rappresentanti in Italia e nei territori italiani
Articolo 3.
Il governo italiano dichiara che non prenderà misura alcuna tesa alla nazionalizzazione delle imprese sotto sequestro o alla modifica dell'aliquota del capitale francese in queste imprese, senza previo accordo tra i due governi.
Queste imprese fanno parte d ei gruppi Saint-Gobain, Michelin, P ertusola, Air Liquid e.
Possono aderire anche altre imprese, previo accordo tra i due governi.
Articolo 4.
Il governo francese dichiara che esaminerà favorevolmente le bozze d'intesa sottopostegli dall e imprese di cui all'articolo 3, onde potere avviare una proficua collaborazione economica, tecnica e finan ziaria con le imprese italiane .
Articolo 5.
Il governo francese accetta di portare da 200 milioni a un miliardo di franchi il "plafond" (tetto) dei crediti finanziari italiani riguardanti la Francia (averi, risparmi, prodotti della liquidazione degli averi) di cui alle disposizioni del paragrafo 3 della parte B del protocollo della Commissione economica franco -italiana datata 2 feb braio 1941 , restando salve le di sposiz ioni del 1° capoverso del paragrafo 16 del protocollo del 4 febbraio 1941 relative al rimpatrio degli italiani.
Articolo 6.
Il presente protocollo entrerà in vigore al momento della firma e sarà valido per t u tta la durata dell'armistizio.
Redatto a Roma , in duplice copia, in lingua francese ed italiana, il 22 novembre 1941
Per la Francia Paul Leroy-Beaulieu
Pro Tocole
relatif à l'article X de la Convention d'Armistice franco-italienne.
Le Gouvcrnemenl français, représe n té par M. Leroy -Beau l ieu, Directeu,- du Commerce extérieur au Ministère des F inan ces, et le Gourvernement italien, représcnté par Son Excellence l'ambassadeur Giannini, ont convenu ce qui suit:
Artide P remier.
Les ma t6riels visés par l'articl e X de la Conventio n franco-italienne d'arm ist ice du 24 juin 1940, matériels stockés sous contro le italien, dont l'ltalie déclarc avoir le droit exclusif d'exiger la livraison en vertu dudit article, ne feront pas l'objet, de la part de l'ItaUe, d'une demande dc livraision. Ces matériels demeureront régis par l'a rticle Xl de la convention franco-italienne d'armistice.
Art. 2.
Le Gouvemement italien déclare qu'iJ n'apportera pas, pour sa pan, des cbangements à la pratique antérieurcment suivie au sujet du déblocage d es matériels destinés aux unités françaises autorisées ou qui seraient éventucllement autolisées ainsi qu'aux fabrications de guerTc pe rmises, c'est-à-dire qu e ces m atériels seront déb loqu és sans comp ens ation.
En revancbe les déblocages pour usages civils e n Fran ce ou dans les terri toires sous contròle français des annes, munitions et matériels de guerre de toute espèce existant dans !es dépots ou les usines sous contròle italien, pourront donner lieu, s'ils sont aULorisés, à com pensation à établir cas par cas. Cette comp e nsa tion ne pouITa porter que sur J'acquisi t ion par l'ltalie à titre onércux d'une fraction du matériels débloqué.
Cene fraction ne pourra excéder 30 p 100 et sera payée par la voie du com pte de compensation pour les échanges comrnerciaux.
Tout efo is seront déb loqués sans compensation sur demande française et après a d mission par l'Italie de la justification d e l'e mploi civi l de ces matériels:
I Les produits finis non complcts, éléments d'armes, pi èces de rechan,ge et accessoires finis, pièces détachées, éléments de munitions fini s (corps d 'obus vides, douillcs vides, étuis vides, etc.)
2. Les produits chimiques aggressifs ou fumi gè nes non chargés dans des engins, les poudres et explosifs en vrac, les s u bsta n ce chim iq u es.
3. Les produits semi-ouvrés, les produjts int crmédia ires et les matière s premières.
Art. 3.
Le Gouvernement français fora au Gou vemcment i talien un versement total d e deux milliards 600 millions de francs, dans les conditions suivantes: a.. Ce montant sera versé dans le délai d 'un mois à partir de la date de signature du présent accord au crédjt d 'un compte eo francs ouvert au nom du Ministère des Finances italien auprès de la Banque de Fran ce à Chamalièrcs. b. Ce ll e somme sera utilisable:
-à concurrence de 52 p. 100 du montant total à des p ayements à faire en France ou dans !'Empire français par les autorités italiennes ou les personnes qui y sont chargées de missions par ces autorités, tels qu'ils sont prévus au paragraphe Il de la panie B du procès-vcrbal de la Commission éco nomiqu c de Rome en date du 2 février I 941.
Il reste entend u que sont exclus des payemeots visés à l'alinéa précédent les règlements régis par des dispositions contraires qui ont été o u pouITOnt Eltre fixées d'accord entre les deux Gouvemements.
- à concurrence de 32 p 100 du ml!me montant, à des achats d'or qui serom consentis au prbc de 57.681 fran cs le kiJogramm e; les frais divers tels qu'assurance, rranspon, manutention. étant, depuis le lieu de dépan, à la charg.: du Gouvemement italien.
- à concurrencc de 16 p. J 00 du meme monrant, au règle men t de l'achat de panicipations dans des affaires françaises . Les ccssions de panicipations devront avoir été, au préalable, conscnties par les intércssés ct autorisées par les deux Gouvernements.
Dans le cas où il ne se r-ail pa s possible au Gouvemement it alien d'u tiliser les sommes visées à l'alinéa précédent, Ics deux Gouvernements détcrmineront d'autres utilisations.
An. 4.
Le présent protocole e ntre ra en vigueur à la date de sa s ignature.
Fa it à R ome, en double exemplaire, en langue française et italienne, le 22 n ovembre J941.
A. Giannini
Pour la F rance: Pour l'Itali e: Paul Leroy-Beaulicu.
PR OTOCOLE concernant les entrcprises françaises en ltalie.
Le Gouv ernemc nt français, r e prése nté par M. Leroy- Beaulieu, Oirecteur du Commcrce extérieur au Ministère des Finan ces, et le Gouvemement italien, r eprésenté par Son Excellence l'amhassadeur Gi annini, ont convenu ce qui suit:
A1·ticle p remier.
Le Gouvemement italicn déclare qu'i l soumettra dans un délai maximum de trois mois à partir de la date de signature du présent Protocolc, au régime du "sind acato", prévu par le décret -loi du 28 juin 1940, les e ntrcprises françaises sous séqu cstre, à l'cxception dc cc ll e s visécs à l'articlc 3 ci -après
En conséqucnce, des facil ités de séjour seront accordées en Itali e aux diri geants et administrateurs français d.: ccs cntrepriscs.
An. 2.
Lcs sommes dues par Ics débiteurs itali ens aux entreprises françaises sous régime du "sindacato" feront obligatoirement l'objet de versements directs en Italie entrc Ics mains des ayants d1·oit français ou de leurs représemants.
Feront d e mème l'objet de remi ses directes cn Italie entre les mains des ayan ts droit français o u de leurs représentants les titres et va leurs appartenant aux entreprises sous "sindaca t0" qni seraient détenus par des personncs de nationalité italienne.
Les somrnes, titres ou valeurs visés au présent articl e pourront etre Ubremcnt utili sés par Ics ayants d ro its françai s ou leurs rcprésen tants, en Ita li e et dan s les ten-itoires italiens, pour la gestion de l'entreprise.
Art. 3.
Le Gouvern cment itali e n déclare qu'il ne prcndra au cu ne mes ure de nature à étatiser les entreprises qui so nt sous séq uestre ou à modifier la quote-part du capita i français dans ces entreprises, sans accord entre les d eux Gouvernements. Ccs entreprises sont celles des groupes Saint-Gobain, Michelin, Pertusola, Air Liquide. Pourront y etre ajoutées d'a11tres entreprises, après accord e ntre les deux Gu vemement s.
Art. 4.
Le Gouv erncrnent français dédare qu'il exarninc ra favorablement !es projets d 'e ntentes qui lui se raien t soumis par !es entreprises visées à l'article 3 en vue de réali ser une collaho rati on éconorniq u e, technique et financière avec les ent1·eplises i talie nne s.
. ·Art. 5.
Le Gouvenu.:me nts français accepte de porter de 200 rnillions à un mi lliard de francs le plafond des créances financières itali ennes sur la France (avoirs, éconornics, produ its de la liqu idation d'avoirs) visées par Ics dispositions du paragraphe 3 de la partie B du prncès -verbal de la Commiss ion économique franco -italienn e en date du 2 février 1941, sans préjudice d es dispositi ons du 1" " alinéa du paragraphe J 6 du procès-ve rhal du 4 février 194 1 sur le rapatri ement des Itali e ns
Art. 6.
Le présen t protoco le entrern en vigueur au momen t de sa signature et sera valabl e pour la durée de J'annistice.
Fait à Rome, en dou b le exernplaire, en langu e fra n çaise et italienne, le 22 novembre J94 .l.
Pou1· la Fran ce: Pour l' ltali e : Pau l Leroy -Beaulieu
A. Giannini
Nota
sul protocollo relativo all'articolo X, concordato tra i governi francesi e italiano e sul contenuto delle clausole militari.
I - Articolo 1. - n governo francese chiedeva (1) la modifica del progetto mediante aggiunta di una "dichiarazione" del governo italiano relativa al suo diritto esclusivo sul materiale contemplato all'articolo X.
Questa dichiarazione è contenu ta nel testo adottato.
La Delegazione Francese ha inoltre specificato che i materiali in questione sono quelli staccati ed immagazzinati sotto controJJo italiano; ciò per evi tare eventuali reclami da parte della Germania concernente quella parte dei materiali schierati contro le forze te desch e.
A questo proposito il generale Gelich, ci ha comunicato l'invio di una lettera (2) , specificando che la C.I.A. "assicura che da parte tedesca non sarà avanzata nessuna pretesa circa la consegna (3) del materiale immagazzinato sotto contro llo italiano, compreso nella categoria di cui all'artico lo X d ella convenzione italo-francese". Nel caso si reputass e necessario procedere in tal senso, si potrebbe domandare conferma della sua posizione alla C.A.A.
II - Articolo 2 - Ques to articolo è formato dalla vecchia aggiunta al progetto di protocollo.
1° capoverso - ( Fabb isogni dell ' Esercito) - Il testo adottato daglj i taliani risponde al desiderio espresso dal governo francese, in quanto specifica che lo sblocco dei materiali destinati alle unità autorizzate e alle fabbricazioni di guerra consentite avverrà senza "compensaz ion e".
Abbiamo optato per questo te rmjne, al posto di "contropartita", perché i delegati it aliani ci hanno fat to notare che non consideravano come una contropartita una cessione a titolo oneroso.
All'unanimità, la delegazione francese si è espressa contro l'avvio di una discussione circa il soddisfacimento di "bisogni di vers i" dell 'Eserci to : avrebbe potuto inquietare gli italiani, irritarli ed avrebbe in ultima analisi nociuto ai nostri interessi.
Dopo tutto si potrà sostenere che lo sblocco del materiale necessario rientra nella categoria dei "materiali destinati alle autorità francesi autorizzate", formula ampia raggruppante i fabb isogni in questione e chiamata a sostituire la formula "materiali necessari alle dotazioni delle unità autorizzate".
2° capoverso - Dalla lettura del protocollo emerge che la forte opposizione incontrata è attribuibile al problema dello s blocco senza contropartita dei materiali ex-articolo X. Stando aUe ultime istruzioni ricevute dalla delegazione francese, si pensava che noi avremmo abbandonato le nostre posizioni circa questi materiali. La delegazione francese a veva comunque pensato potere riprendere il problema in seguito all'aumento del versamento autorizzato dalla Francia.
( ' ) D.M. N . 37 605/DSA/8 del 18 novembre 1941.
(2) Facente seguito ad una lette ra ricevuta dalla C.A.A.
(3) C.F. - Resoconto della riunione generale del 21 novembre delle ore 19-20.30.
Dalle dichiarazioni del Generale Gelich (4 ) si evince la causa profonda di questa resistenza italiana: l'Italia si sforza di seguire una linea di condotta che non si discosti eccess ivamente da quella adottata dalla Germania, pena spiacevoli rimproveri da parte di quest'ultima.
Il sig. La zzari ha cercato di giustificare questo atteggiamento adducendo il fabbisogno dell'Italia nel settore delle materie prime.
Ci è stato comunque garantito che, in caso di contropartita, essa non sarà superiore al 30%.
Inoltre, siamo riusciti a fare accettare la condizione che questa contropartita porterà "soltanto sull'acquisizione, a titolo oneroso, di una frazione del materiale sbloccato".
Il generale Gelich ha richiamato l'attenzione sul fatto che questa clausola avrebbe potuto comportare per l'Italia la rinuncia ad ogni tipo di contropartita nel caso dei materiali contemplati precedentemente all ' articolo XI, (macchine varie, equipaggiamenti, materiale telefonico, per esempio); e ciò allorché la Germania si riserva formalmente il diritto di domandare contropartite in questo campo.
La Delegazione Francese era stata incaricata di provvedere allo "sblocco di tutti gli altri materiali e muni zioni (5) in deposito e in fabbrica, e ciò senza contropartita".
Ciò si deduce dal 4 ° capoverso dell'articolo 2. Abbiamo creduto opportuno enumerare le diverse categorie di materiale e prodotti in fabbrica per evitare discussioni.
Fanno eccezioni s oltanto alcuni materiali senza valore pratico degli ex-depositi "c" in merito ai quali, d'altra parte, è stato appurato che l'Italia non avrà i mezzi effettivi per far valere una propria richiesta di contropartita.
E. opportuno in questo contesto sottolineare un punto in particolare. Delle tre categorie di materiale enumerato alla fine dell'articolo 2, la terza (prodotti semi-lavorati, prodotti intermedi e materie prime) costituiva già oggetto di uno sblocco senza contropartita a cui si era proceduti se nza incontra re difficoltà alcuna, in applicazione d e ll'articolo 12 del Regolamento sul controlJo in fabbrica .
La delegazione italiana ha dichiarato all'unanimità, nel corso di un intervento solenne (6) che in futuro lo sblocco di queste matelie non sarebbe stato soggetto a maggiori restrizioni rispetto a quanto avvenuto in passato.
( 4 ) Resoconto n. 0 4 - No 14/CO/Roma) del 22 novembre, paragrafo 6.
( 5) Il testo proposto dalla D.S.A. portava l'aggiunta d elle parole "finiti" (ma questo non può che essere un en-ore materiale).
Ne consegue che le due prime categorie di questi materiali, sottoposti allo stesso regime, devono beneficiare delle stesse facilitazioni. Detto in altri termini, "l'ammissione , da parte dell'Italia, della giustifica z ione dell'impiego civile di questi materiali" non può dare luogo a difficoltà sistematiche da parte della e.I.A.
Se si tiene conto inoltre dei risultati acquisiti nel corso della prima sessione (7) si deve concludere che l'accordo realizzato risponde, per quel che riguarda le clausol e militari, ai "desiderata" del governo francese.
III - Articolo 3 - Si era temuto inizialmente, che la Delegazione Italiana potesse pretendere un versamento di 5 milia r di di franchi, ma in base all'articolo 3 dell'accordo, la somma ceduta all'Italia ammonta so ltan to a 2 miliardi e 600 milioni (8)
La percentuale ini zialmente prevista relativa alle diverse suddivisioni di questo importo è stata modificata l eggermente a nostro favore. È infatti la seguente:
- 52% in franchi francesi
- 32% in oro (al corso stabilito dalla parte francese)
- 16% in partecipazioni
È s u fficiente seguire le istruzioni date al Sig. Leroy-Beaulieu per constare che anche in questo settore l'accordo risponde pienamente alle preoccupa z ioni espresse dal governo francese che aveva autorizzato il pres idente della delegazione a cedere 3 miliardi.
Il Ten. Col. Donati
Capo della Delega zione Militare Donati
Visto e approvato:
Il Presidente della De legazione Francese firmato: Lero y -Beaulieu
Destinatari:
D.S.A. (4 es.)
D.F.C.I.A. (2 es.)
..
Copia a: Delegato Gen~rale alle Economiche Franco-Tedesche Relazioni
( 6 ) Resoconto della riunione generale del 21 novembr e dell e ore 19.00-20 30.
(' ) Non s i tratta più, nella fatt ispeci e, di cessione a titolo oneroso di mate1iali e muniziorù all'ltalia.
( 8 ) Questa cifra d eve essere portata a 2 mili.ardi 456 milioni se si tiene conto del fatto che l'oro ceduto è valutato ad un p,-ezzo superiore al corso (cambio ufficiale) della Banca di Francia .
Note
s ur le Protocole relatif à l'Artide X, cond u entre les Gou vernements Français e t I talien et sur le contenu de ses dau ses militaires.
I - A,ticle I - Le Gouvemement Français demandait ( ' ) que le p roj et so it modifié p ar l'adjon ction d'u ne "dédaration" du Gouvemement italien relatif à son droit exclu sif sur le matériel de l'Art X.
Cette d édaration est conte nue dans le text e adopté .
La Délégation Française y a en outre fai t m entionn er que les matériels en cause sont ceux qui sont stockés sous contròle italien, ce qui a pour but d 'éviter une rédamation éventuelle d e la p art de l'Allemagne sur la partie de ces matériels qu i ont été d éployés contre !es Forces allemandes
A ce sujet le Général Gelich nous a annoncé l'envoi d 'une lettre (2) spécifiant que la C I.A. "assure que du còté allemand il ne sera élevé a u cune prétention pour la li vraison (3) du matél"iel stocké so u s contròle i talien, qui était comp ris dans la catégorie prévue à l'artid e X de la Co n ve n tio n Italo- française''.
Si cela est jugé nécessaire, il reste possible de demand er confiimation d e sa pos ition à la e.A.A.
II - Artide 2 - Cet artide est consti tué par l'anci en additif a u Projet d e Protocole. Ier alinéa - (Besoins de l'A.rmeée) Le t exte ad opté par les Italiens répond au voeu du Gou verneme nt français, e n ce q u'iJ spéc ifie que le déblocage d es matériels destinés aux unit és auto ri sées e t aux fabrications d e guerre perm ises aura lieu sans "compensation".
Ce terme a eté préféré à celui de "contrepartie" car !es Délégués italiens nous ont fai t observer qu ' ils ne consid érai ent pas une cession à titre onéreux co mme une contrepartie .
La Dé légation França ise à unan imement jugé inopportun d'entamer une discussion sur la satisfaction des "besoins divers" de l'Armée; elle eùt comporté le risque d'inquiéter !es Italien s, de !es indispo ser, et, e n d éfi nitive , d 'etre nui s ible à n os intérets.
Au demeurant , il sera possible de plaicler que la déblocage du matériel nécessa ire entr e dans la cat égorie d es "matériels destinés aux unités françaises autorisées", fommle assez large pour couvrir !es besoins en cause et qui a ét é substituée, à dessein, à celle des "matériels nécessaires aux dotations des unités autorisées ".
2ème alinéa - La lecture des Procès -verba ux montre que nous nous som m es he mt és à une oppos it io n absolue pour le d éb locage sans contropartie des mat éri els ex-article X.
Il y a lieu d'ailleurs de remarqu er que les derniè1-es instructions reçues p ar la Délégation Française prévoyaient l'aba nd o n d e notre position s ur ces matériels. Mais la Dél éga ti on Fra n çaise avait cm pouvo ir reprendre la question à la s u it e d e l'augmentation du versement consenti p ar la France.
Les déclaratio n s d u Général Geli ch (4 ) ind iquent la cause profonde d e cette r ésis t ance i ta li e nn e: le so u ci d e l'I t alie d e ne pas s ui vre un e li gne d e conduite différente d c n 'll e de l'Allemagne, ce q ui lui eu t attiré d e vives re mon tran ces.
Mr. Lazzari l'a éga lement justifiée par le b esoin d e l'ltalie en matières premières .
Du moins avons-nous pu obtenir la garantie que si contrepa11ie il y a, elle ne sera pas s upé ri eure à 30%.
En outre, nous avons pu faire accepter que cette contrepartie ne p ortera "que sur l'acquisition à ùlre onéreux d'une fraclion du matériel débloqué".
Le Général Gelich s'est chargé de faire ressortir (4 ) que cette dause pouvait ame n er l'Itali e à r e nonc e r à t ou te co n t r eparti e dans l e cas de m atériels qu i
( ' ) D.M. N. 37.605/DSA/8 d u 18 novembre 194 1.
(l) Comme suite à une lettre qu 'il a reç ue d e la C.A.A
( 3) CF. Compte-rendu d e la réunion gén érale du 21 n ovem bre de 19 H à 20 H 30.
(
4 ) Compte-rendu No 4 (No 14/CO/Rome) du 22 novembre. paragraphe 6
( relevaient précédemmen t de l'article XI (voirures diverses, harnachements, matériel téléphoniqu e, par exemple); et celà alors que l'Allemagne se réserve formeJJement de demander des contreparties dans ce domaine.
La Délégation Française avait mission d'obtenir le "déblocage de tou s les autres matériels et munitions (5) en stockage et en usines, sans contrepartie".
Ceci est acquis par le 4ème alinéa de l'article 2 où nous avons jugé bon d'énumérer les clifférentes catégories de matériels et produits en usines, pow· évite r toute discussion.
Seuls font exception quelques matériels sans valeur pratique des ex -dépots "e" pour lesquels, d'ailleurs, on a vu que l'Italie n'aura p as le moyen effectif de faire jouer une demande de contrepartie
Un point particulie1- doit ètre souligné . Des trois catégo1ies de matériels énumérés en fin d'article 2, la troisième (produits sem i-ou vrés, produits intermédiaires et matières premières) faisat déjà l'objet d'un déblocage sans contrepartie et celà sans diffictùtés, par application de l'article 12 du Rég.lement sur le contròle en usines .
L a délégation Italienne a unanimement reconnu , au cours d'une intetvention fa ite avec une certaine solennité (6) que, dans l'avenir, le déblocage de ces matières ne pourrai t ètre soumis à plus de restrictions que par le passé.
U en 1-ésulte que les deux premières catégories de ces matériels, soumises au mème régime, doivent bénéficier des mèmes facitlités; autrement dit, que 'Tadmiss.ion par l'Italie de la justification de l'emploi civil de ces matériels" ne peut donner lieu à des difficultés systématiques de la part de la C I.A.
Si l'on tient compte, en outre, des résu ltats acquis au cours de la première session (7), on doit clone conclure que l'accorci réalisé réponcl, dans ses clauses milita ire s , aux clésiderata du Gouvernement français.
III - Artide 3 - Alors que l'on pouvait craindre que les Délégués Italiens ne s'obs tincnt à demander un versement de 5 milliards de frs, l'article 3 de l'accord ne cède à l'Italie que 2 milliards 600 millions (8) Le pow·centage initialement prévu des dive rses tranches de ce montant a été modifié légèrement en notre faveur; il est le suivant:
- 52% en francs f:rançais,
- 32% en or (au cours fixé par la parite française),
- 16% en participations.
Il suffit de se rapporter aux instructions données à Mr. Leroy-Beaulieu pour cons t ater que, dans ce domaine également l'accorci répond pleinement au souci du Gouvemement Français, qui avait autorité le Président de la Délégation à céclcr 3 mili ia1-ds.
Vu et approuvé:
Le Pré si dent de la Dé légation Française: signé: LEROY-B.EA ULIEU
DESTINATAIRES:
D.S.A. (4 ex.)
D.F.C.I.A. (2 ex.)
Le Lt. Colone! DONATI Chef de la Délégation Militaire: DONATI
COPIE à: Mr. le Délégué Général aux Relations Economiques Franco-Allemandes.
( 5 ) Le Texte proposé à ce suje t par la D S A portait ici l'adjonction des mots "finis'' (mais ceci ne peut que résulter d'une erreur matérielle).
6 ) Cf. Compte-rendu de la réunion générale du 21 novembre de 19 h à 20 h 30. (') li n'es t plus question de cession à titre onéreux d e matérie ls et de mun.itions à l'ltalie.
( 8 ) Ce c hiffre doit mème ètre ramené à 2 mifliards 456 millions si l'on tient compte de ce que !'or cédé est évalu é à un prix supérieur au co urs (change officiel) de la Benque de France.
PROMEMORIA DEL GEN. VACCA MAGGIOLINI AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI CIANO SUI RAPPORTI ITALO -FRANCESI
8 dicembre 1941
In vista dei colloqui di Torino tra l'Amm. Darlan ed il ministro degli Esteri italiano Ciano, il pres idente della CIAF, gen. A. Vacca Maggiolini redasse all'intenzione del ministro Ciano il presente promemoria sulle relazioni italo-frances i.
FONTE: USSME-CIAF , Racc. 51, fase. lR.
COMMISSIONE ITALIANA DI ARMISTIZIO CON LA F RANCIA Presiden za
Le presenti note, scritte alla vigilia del co lloquio di Torino del 1O dicem bre 1941 XX, mirano a mettere in luce le attuali relazioni tra Francia e Italia e la possibilità e convenienza di un loro ult eriore sviluppo, quali appaiono dall'osservatorio, sotto mo lti punti di vista eccellente, che io occupo qua l e Presidente della Commissione Italiana di armistizi o con la Francia. A tale osservator io sfuggono però - se non in quanto ne risulta attraverso i rapporti colla Commissione Tedesca di armistizio - relazioni ed accordi tra il Governo nostro e quello del Reich.
Non si può negare in queste ul time settimane i rapporti fra Italia e Francia - finora caratterizzati da una glaciale freddezza, derivante da una parte dalle nostre mai smentite rivendicazioni e, dall'altra, dall'ostentazione francese di ignorare che esiste oggi una Italia giovane, forte e risoluta - abbiamo sub ito una not evole distensione, dovuta specialmente, occorre riconoscerlo , ad un m u tato atteggiamento, se non della Francia , almeno del suo Governo. Lo provato i seguenti fatti (esposti in ordine cronologico): a) - le accoglienze cortesi e quasi direi cordiali fatte, il 15 novembre u.s. a Vichy, alla Missione italiana da me presieduta e le frasi dette in tale occasione dal maresciallo P étain e dall'ammi.raglio Darlan; b) - la defenestrazione del generale Weygand e la iniziata distruzione, almeno parziale, della sua opera tendente a fondere i tre possedimenti frances i dell'Africa del Nord in una salda unità politica, economica e militare; c) - la favorevole conclusione delle trattat ive econom iche -finanziarie svoltesi a Roma sotto la presidenza del senatore Giannini; d) - il promettente inizio delle trattative a tre (Germania-ItaliaFrancia) che si stanno attualmente svolgendo a Wi esbaden in un'atmosfera di reciproca comprensione; e) - questo stesso prossimo colloquio, richiesto dall'ammiraglio Darl an
Quali le ragioni di tale mutamento nella politica del Go verno di Vichy (mutamento al quale però l'opinione pubblica francese si mantiene ancora estranea)?
Ritengo che tali ragioni debbano ricercarsi in un duplice ordine di fatti e di considerazioni, e cioè:
1) - la Francia non può più probabilmente continuare nella attuale situazione armistiziale, pena un suo forse irreparabile traco ll o (circa un milione e mezzo di prigionieri; forte indennità giornaliera da pagare al R eich; territorio nazionale spezzato in due dalla linea di demarcazione; industrie e commerci fermi; vita sociale paralizzata, etc.);
2) - convinzione degli uomini di Vichy che l'Asse vincerà; che la Nuova Europa voluta dal Duce e dal Fi.ihrer si costituirà e che l'attua le momento, nel q u a le la Francia p u ò ancora offrire all'Asse un suo utile concorso nella lotta contro le potenze anglosassoni, sia l'ultimo a lei favorevo le; a guerra finita la Francia sarebbe infatti alla mercè dei vincitori.
Quanto a l p1imo punto, il Governo di Vichy è probabilmente disposto ad accettare, se la gue1Ta tra l'Asse e l'Inghilterra si prolungasse , una sistemazione politica anche provvisoria, ma che liberi intanto la Francia da una situazione che non può più protrarsi. Ed è perciò altresì disposto a correre l'alea delle ostilità inglesi ed americane; tanto più vi è disposto in q uanto esso crede, come ho accennato, alla vittoria dell'Asse.
Che questa convinzione sia sincera pare dimostrata, soprattutto, dall'elimina zione del generale Weygand: fatto specialmente s i- gnificativo se si pensi alla popolarità ed al prestigio di cui il Weygand gode in Francia e nell'Impero ed alle ripercuss ioni che tale provvedimento dovev a avere, ed ha effettivamente avuto, in Inghilterra e n eg li Stati Uniti d'America.
Non meno dubbio è però che la Francia dal suo avvicinamento all1tali a conta di ottenere gran di vantaggi e c ioè, o ltre alla cessazione dello stato armistiziale con n o . i e colla Germania, probabilment e anche: a) - la nostra rinuncia ad una parle almeno delle rivendj cazioni, p u r di ottene re l'u tilizza z io ne dell e basi tunisi n e e forse l'aiuto militare (s pecialmente nava le) francese nella lotta entro il Mediterraneo; b) - più in ge nerale, la conservazione ed il consolidamento, anche nella Nuova Europ a, dell'Imp e ro fran cese; c) - l'inizio di una cooperazione tra potenze mediterranee che potrebbe in avve nire controbilanciare il prepolente tedesco .
Come può uscire la Francia dall'armistizio? Che cosa è disposta a dare p er ottenere tale scopo, per le i vi tal e? Ecco due pun ti essenziali del problema.
La Convenzione d'armi stizi o ha, per quanto ci riguarda, già perso di fatto il suo valore in molte clausole e sempre più ne andrà perdendo, talché s i pu ò affermare che, da parte nostra, non sarebbe grave danno il rinunciarvi. Si tratta però di veder e, in Hnea di diritto ed in lin ea di pratica , che cosa vi si possa sostituire (per noi , militarmente parlando, una ben organizzata mission e militare che controlli gli sviluppi e l'impiego delle forze fran cesi fino a pace ge nerale co n cruus a potrebbe forse essere sufficiente).
B e n diversa - co nvien e riconoscerlo - è la si luazione armistiziale tra Francia e Germania. Quest'ultima infatti:
- occu pa tuttora più di metà del territorio metropolitano francese, ivi comp resa la capitale ; n e sfrutta le risorse industriali e minerarie e ne utilizza la zona costiera atlantica - e questo coincide anche coi nostri interessi - per la lotta contro l'Inghilterra;
- d etiene u n numero ingentissimo di pri gionieri francesi, utili anche come lavoratori nel territorio del Reich;
- riscuote una fo r te indennità giornaliera.
Sarà la Germ ania disposta a sostituire l'armistizio colJa Francia con "un nouvel ins trum e nt", come ebbe a cruedere il Go verno di Vich y? Quali concessioni offrirebbe in ricambi o la Francia?
F orse nel recente incontro di Saint Flore ntin tra il m101 s tro Go eri ng, il maresciallo Pétain e l'ammiraglio Darlan questo argomento sarà sta to trattato, forse l'imminente colloquio di Torino potrà gettare qualche luce su questo punto oscuro.
In argomento però occorre porsi altri du e quesiti: la Germania che cosa vuole, in d efi nitiva ottenere dalla Francia? L'Italia mantiene integre tutte le sue rivendicazioni?
Occorre su bito affermare c he esiste oggi un problema schiettamente militare di cui occorre tenere giusto conto.
Dalla lunga e dura battaglia che tuttora si combatte in Marmarica le forze italiane e tedesch e - e specialmente quell e corazzate - usciranno, anche se vittoriose, assai logore ed in condizioni tal i che se, com e è possibile, nuov e unità corazzate inglesi riprendessero a bre ve scadenza l'azione, la Libia intera potrebbe correre gravi pericoli. Ed è s uperfluo illustrare quali co nsegu enze, forse deci si ve, potrebbe avere, sull'esito stesso della guerra la perdita della Libia.
Si presenta perciò indispensabile ed urgen te ripristinare l'efficienza delle unità d e ll'Asse logoratesi in Marmarica e far affluire in Libia nuove unità co razzate e motorizzate. A ciò però pongono ostacolo, come è ben noto, le difficoltà gravissi m e che incontra il nostro traffi co marittimo con Tripoli e con Bengasi e le co ndizioni stesse, assai menomate dalla guerra, dei due porti.
Ciò stante, apparirebbe utilissimo ottenere dalla Francia l'uso delle basi tunisine per potervi iniziare , al più presto lo sbarco giorna liero di mateiiali, derrate e carburante sino a raggiung ere, possibilmente, 5000 tono . giornaliere.
Posto così il probl e ma, sareb be evide n te la n ecessi tà di addi venire ad un accordo co n la Francia. Tale accordo coinciderebbe però - ove si consideri no i fatti a più lunga scadenza - con un evidente interesse esclusivam ente francese, m entre, per l'op posto, ogni interesse italiano verrebbe m eno se (vuo i per la rinuncia inglese a proseguire l'offensiva nella Marm aric a, vuoi perché, nonostante ciò, la guerra fosse in definitiva vinta dall'Asse) dovessimo rinunciare oggi, se nza una real e necessità, a qualunque de lJ e nostre rivendicazioni.
Pare perciò che, tutto considera to , convenga limitars i, nel momento attuale, a chiedere ai francesi: a) - la utilizzazione dei porti tunisini soltanto per una partech e potrà andare via via cresce ndo - de l tonne lla ggio a noi occor- rente, limitando inizialmente lo sbarco ai so li materiali (derrate, carburanti) non propriamente bellici; b) - una ancora maggiore prontezza a condiscendenza, da parte francese, nelle trattative in corso a Wie sbaden, così da poterne affrettare le conclusioni, che ci permetteranno un più ampio uso dei porti stessi.
A parte tale particolare e limita to problema, converrà forse - a mio personale parere - limitarsi, nel prossimo colloquio, a sentire quanto l'ammiraglio Darlan - visto che è stato lui a chiedere di "causer" con l'Italia - vorrà esporre e di prenderne buona nota . Che se poi le circostanze portassero a discutere francamente ed a fondo tutto il problema delle relazioni franco -italiane - e sempre quando, benintes o, ciò ci sia consentito dai no stri accordi col Reich - sarebbe evi d en t e interesse nostro (a lm eno sotto il punto di vista militare ) porre così la questione: a) - occupazione immediata d ella Tunisia (ampliata per ragioni econo mich e, del territorio di Costantina) e della Corsica da parte dell'Italia che, naturalmente, ne assumerebbe anche senz'altro la difesa; b) - promessa alla Francia (conformemente a quanto il Duce mi ha esposto in un'udienza concessami il 15 agosto u .s.) di cedere in contraccambio le provincie Vallone del Belgio, nonché l'ampliamento del suo impero co loniale ai danni dei possedimen ti inglesi d'Africa e d'Asia (ignoro però se a questo progetto siano consenzienti i Ted esc hi).
P er quanto riguarda Nizza, la questi one , considerata sotto il punto di vista militare, potrebbe per ora restare impregiudicata, restando ad ogni modo ben ferma la necessità di una rettifica dell'antico confine, int esa ad assicurarci, per impelJenti ragioni di difesa, il possesso dell'intero bacino idrog ra fico della Roia e di tutta la dorsa le che tale bacino limita ad occidente * *
A completare l'esame del complesso problema occorre riconoscere che l'apertura delle ostilità tra Giappone e Stati Uniti vi aggiunge oggi nuove incognite. Si può infatti suppoITe che l'Inghilterra, alleggerita nei suoi compiti atlantici daJJ'aperto intervento americano, possa aumentare le sue forze nel Mediterraneo, ma è anche possibile che invece gli Stati Uni ti siano costretti a concen- trare gran parte dei loro mezzi nel Pa cifico e ad attenuare perciò il loro attuale, notevo le concorso alle operazioni di guerra inglesi. È ad ogni modo probabile che, quanto meno, la guerra del Pacifico allontani il pericolo, tanto temuto dai Tedeschi, di un attacco anglo-americano a Dakar; la stessa possibilità di urgenti aggressioni inglesi contro l'Africa francese del Nord, come conseguenza delle concessioni fatte all'Asse per i porti tunisini, può ora essere messa in dubbio.
F.to Gen. Vacca Maggiolini
PROTESTA DEL GEN . VACCA MAGGIOLINI PER DISPOSIZIONI FRANCESI CIRCA I PORTI TUNISINI
17 dicembre 1941
Le dichiarate buone intenzioni della Francia di Vich y alla vigilia degli incontri di Torino furono contraddette da ripetuti incidenti. Tra questi anche le disposizioni relative all'uso dei porti tunisini contro le quali il Presidente della CIAF protestò con la seguente nota.
FONTE: USSME-CIAF, Racc. 51, fase. 1.
All'Eccellenza il Presidente della Delegazione Francese di Armistizio.
1° - In data 12 c.m. alla richiesta di entrata nel porto di Tunisi per il motoveliero requisito San Antonio di stazza lorda 275 tonnellate l'Ammiraglio Ollive rispondeva negativamente, motivando il rifiuto in base al fatto che erano già presenti in porto altre tre unità italiane (piroscafo requisito San Antonio di 1.600 tonn. di s.l., motoveliero requ i sito Giuseppina di 390 tonn. di s.l., motoveliero Vinicolo 1° di 100 tonn . di s.l.) e che norme dell'Ammiragliato francese limitano a tre il numero massimo delle navi italiane che possono essere contemporaneamente presenti in ciascun porto dell'Africa del Nord, indipendentemente dal tonnellaggio.
2° - Osservo che, nel passato, nella pratica applicazione delle predette norme dell'Ammiraglio francese, era stato sempre limitato a tre il numero dei piroscafi presenti in ciascun porto, senza tener conto delle unità di limi tat issimo tonne llagg io (quali i motovelieri di cui sopra e non ravviso la ragione per cui tali norme dovrebbero venire estese, in senso res tri ttivo, anche a unità di così limitata importanza .
3° - Il rifiuto opposto dall'Ammiraglio Ollive all'entrata nel porto di Tunisi del motoveliero San Antonio (di 275 tonn. s.l.) costituisce una prova della fiscalità a carattere ostile con qui quelle Autorità francesi hanno fino ad ora applicato, nei nos tri confronti, qualsiasi disposizione.
4 ° Vog lio sperare - e me n e danno sicuro affid ame nto i propos iti di cordiale compre n s ione recenteme n te e d espli ci tamente espress i dall'Ammiraglio Darlan -c h e le diffic oltà create dall'ammiraglio Olli ve rapprese ntano l'ultima manifestazion e di uno sta to d 'a nimo ormai sorpassato, tutl avia Vi prego, E ccellenza , d'interve nire affin c h é esse , specialm e nte nella s ituazione attua le che ri c hi ed e venga n o facilita ti in ogni modo i rifo rnim e nti dalla Tunis ia in Libia, non abbiano a rinn ovarsi.
IL PRESIDENTE DELLA CIAF
Gen. A. Vacca Ma ggio lini
MEMORANDUM DELL'AMM. MICHELIER ALLA CONFERENZA DI WIESBADEN
21 dic embre 194 1
Gli incontri di Wiesbaden tra delegati della CIAF e della CTA alla presenza di delegati francesi diedero luogo a rinnovate richieste militari da parte di questi ultimi a Ronza e a Berlino. La sostanza delle posizioni francesi fu chiarita dal memorandum che l'Amm. Michelier presentò il 21 dicembre 1941 alle due delegaz ioni.
FONTE: DFCIA-SHAT, l/P/78.
Memorandum
I. - L'evol uzion e dei negoziati di Wiesbaden e le dichiarazioni rilasciate nel corso della seduta del 12 dicembre dai rappres e ntanti tedeschi ed italiani tendono a fare slittare i negoziati dal piano strettamente tecnico e militare al piano della politica generale.
Anche in questa fase è stato di nuovo discusso il procedimento di esecu zione delle clausole del protocollo di Parigi adattato , in principio, alle possibilità del momento.
Tuttavia, i negoziati tedeschi hanno -sottolineato c h e la buona volo ntà del governo francese in materia starebbe a testimoniare l'orientamento generale che esso intende dare alla propria politica. In quanto all'osservazione appena fatta dai tedeschi, il governo francese fa sapere che non intende pronunciarsi in merito. Anzi, precisa che i vari accordi presi a livello militare devono necessariame nte inserirsi in un preciso quadro politico.
Questa è in sostanza la tesi che ha sempre sostenuta. Crede dover insistere ancora un a volta, e in modo deciso, sul fatto che il protocollo di Parig i, come d'altronde specificato senza mezzi termini nel preambolo, è stato stabilito e firmato "nel quadro d ei negoziati politici in corso".
Ha sempre difeso strenuamente questa concezi.one fondamentale e s i è i mpegnato a fondo, n e ll'esecu zione del protocollo, a prezzo anche di conseguenze doloros e, perché convinto di poter contare su garanzie e sodd isfaz ioni parallele di ordine politico ed economico li governo francese ha da quel momento continuato a pensare che l'appello a B erlino del Generale Juin cost itu isse una preziosa testimonianza a sostegno della impressione ricavata dalla parte francese.
L'attesa comunque, sino al momento attuale, non è stata premiata.
È così che, per esempio, il progetto di intesa relativo ad una riduzion e dei costi di occupa z ione, che aveva costituito oggetto dell e due lettere del 3 e del 21 luglio le Delegazioni tedesca e francese per l' economia, non ha ancora trovato applica zjone pratica .
Il governo francese riconosce ben volentieri che la maggior parte degli impegni assunti dall'Alto Comando Tedesco nella P arte II del Protocollo sono stati mantenuti.
Egli stesso ha d 'altronde mantenuto vari impegni presi.
Dichiara di nuovo che non gli si può, in tutta onestà, chiedere l'esecuzione integrale senza tenere conto del quadro politico in cui pensava di averli sottoscritti e che invece risulta non esistere ancora.
II. - Il governo francese, come lo sta ripetendo e dimostrando da un anno, intende ottemperare fedelmente alla politica di collaborazione con il " R eich" tedesco.
È convinto, anzi pensa di avere buone ragioni p er credere che tal e è anche la concezione tedesca, secondo la quale la propria collabora zione con la Germania non si può basare su un atteggiamento di perpetua e tota le sottomissione ma che, anche se la Francia ha subito una sconfitta militare, di cui non intende negare le conseguen ze, un vero rapporto di collaborazione è possibile soltanto nel caso in c u i le due parti decidono d i farsi reciproche concess i oni.
Il governo francese non crede che, vista sotto questo aspetto, tale collaborazione possa essere realizzata senza previa definizione di un piano d 'insieme, comprendente il settore politico, economico e militare. Asserisce inoltre che le conversazioni frammentarie, avviate e proseguite in assenza d i qualsiasi tipo di piano sfoceranno diffic ilm ente in risultati sos tanz iali e soddisfacenti per le due parti.
Nel corso del recente colloquio svoltos i a Saint-Floren ti n, il Maresciallo d i Franc ia, Capo d ello Stato, suggerì al Maresciallo del Reich " R e i chsmarschall" Goring di definire ed e l aborare t ale piano. In questo contesto aveva avuto l'impressione che il Maresciallo del R eich intendesse dare i l proprio consenso.
III . -Dopo aver rico rdato la propria posizione di principio circa l'esecuzione del protocollo del 28 maggio, il governo francese dà sfogo a ll a propria d e lusione determinata dall'aggiornam ento dell'avvio dei negoziati politici che dovevano com p rendere g li impegni dallo stesso sottoscritti. Questo fatto non gli ha impedito però di impegnarsi nella via delle realizzazioni onde affermare nettamente tutta la sua buona volontà. ll governo francese continua a sperare nella comprensione dei suoi interlocuto ri circa le difficoltà che sta incontrando ed i rischl che sta correndo.
Fu così che acconsentì - per parlare della parte II d el protocollo - alla vendita dj automezzi e di materiale di artiglieria pesanti; fu ancora così che non si oppose alla cessione del tonnellaggio marittimo, in merito al quale chiede soltanto che la quantità venga discussa in funzione delle sue possibilità e dei rischi che corre, e malgrado il fatto che il protocollo contempli il noleggio e non la cessione; fu così che acconsentì infine al transito attraverso la zona libera del s uo terr itorio di un numero considerevole di natanti da combattimento .
Anzi, ha fatto molto di più, ha appena accettato di prelevare sulle scorte dell'Africa del Nord, contro rest ituzione da effettuare in Francia, un'apprezzabile quantità di "benzina auto" e "benzina avio" a beneficio dell'Afrika-Korps, dando così una dimostrazione tanto più evidente della prop1ia buona vo lontà quanto non vi era obbligato da nessun testo contratt ual e .
Nel corso dei negoziati di Wiesbaden, gli è semb rato però che la controparte cercasse di proposito di minimiz zare detti rischi e difficoltà.
In quanto al transito attraverso la Tunisia, sottolinea che, nell'ambito dell'attuale situazione politica, detto transito deve rimanere rigorosamen t e camuffato.
Si comunica formalmente, infatti, che l'utili zzo, da parte dell'Asse, di una so la delle basi francesi d'Africa provocherebbe, da parte del blocco anglo-sassone, una re lazione immediata diretta dagli Stat i Uniti contro tutti i nostri possedimenti.
Questo fatto dimostra chiaramente, e per la prima volta, che da ogni parte, considerazioni d 'ordine politico si accavallano strettamente con le considerazioni d'ordine militare e che sarebbe inutile pretendere di dissociarle.
IV. - Il governo francese spera fermamente che la relazione che precede richlamerà l'attenzione del governo del R eic h e che questo non si opporrà alla reintegrazione dei negoziati di Wiesbaden in un piano generale dei negoziati, consentendo così alla politica di collaborazione auspicata da ambedue le parti di poggiare su basi sufficientemente ampie e stabili.
I. - L'évolution des pourparlers de Wiesbaden et les déclarations faites au cours de la séance du 12 décembre par ]es représentants Allemands et ltaliens tendent à faire pa sser la négociation du pian strictement technique et militaire sur le pian de la politique généra le .
Sans doute ne s'agit-il toujOlU-S que de l'exécution d es cla uses du Protocole de Paris, adaptée, e n p r incipe, aux possibilités du moment. Tout efo is, les négociations al le mande o nt sOLùigné que la bonne volonté du Gouvemement Français en la matière té moignerait de l'orientat ion générale qu'il entend donner à sa polit ique
Le Gou verne men t Français ne songe pas à s'élever comre une telle remarque. Bien au contraire, il es ti me que les divers arrangements qui pourront et re pris dans le domaine militaire doivent s'inserire dans un cadre politique nettement défini.
Telle est d'a i lleurs la thèse q u' il a toujours soutenue. Il croit devoir insister encore une fois, de la façon la plus p r essante, sur le fait que le Protocole de Paris, comme le spécifie sans ambage son préambuJe, a été établi et signé "dans le cadre de négociations po li t iques en cours" Il ne s'est j amai s départi de cette conception fondamentale e t ne s'est engagé, fort loin déjà, d ans l'exécution du Protocole. au p1;x de certaines conséquences douloure uses, qu'avec la certitude de recevoir d es satisfac ri ons parall èles d ans l'ordre poli t ique ou économique. Son attente, sur ce po int , n'a pas été réalisée jusqu'ici. C'est ainsi, par exemp le, q u e le projet d'acco1·d sur un e réduc tion des frais d'occupation, qui avait fait l'objet de deux lettres les 3 et 21 Juillet !es Déléga t ions Alle ma nd e et Française pour !'Economie, n'es t jamais entré e n application.
Le Gouve rnement Français reconnaìt bien volontiers que la plupart des engagements pris par le Haut Command e m ent AUemand dans la Partie Il du Protocole on été tenue. Il a lui-merne d'ores et d éjà satisfait à plusieurs d e ses propres e n gage men ts . Il déclare à nouvea u qu'on n e saura.it, en tou te équité, en exiger de lui l' exéc ution intégr ale sans teni r compre du cadre politique dans !eque! il ét ait assuré de !es avoir so uscrits e t qui n'existe pas encor e .
II. - Le Gouvernement Français. ainsi qu'il n'a cessé de le rép éter et de le prouver de puis un an, demeure entièrement acquis à une politique de collabor a ti on avec le Reich AJlemand. Il r es t e persuadé, de p lus et il s'estime fondé à cro ire qu e tell e est b ien aussi la conception allemande, qu e sa collabo ration avec l'AJJemagne ne p eut correspondre à une attitude de perpétueUe et totale soumission, mais q ue, mème d ans la situation résu ltant pour la France de la défaite m il itaire dont elle ne songe pas à n ier .les conséqu encese. un véritable r égime de collaboration ne s'établit que par un e série d e concess ions mutuelles.
Le Gouve rneme nt Français ne croit pas que, vue sous cet aspect, cette collaborntion puisse se r éaliser sans qu' un pian d 'ensemble soit établi, embrassant à la fo is !es domaines politique, économique e t m':1taire, et il lui semble que des conversations fragrne ntaires, entamées e t pours1 :wies en l'absence de tout pi an de ce genre, conduiront malaisément à d es r ésultacs substantie]s et satisfa isants pOLu- les deux pa r ti es
Au cours de la récente entrevue d e Saint-Florentin , le Maréchal de Frnnce, Chef d e l'Etat, a suggéré au Reichsmar~ chall Goering l'établissement d'un t e! pian et il lui est apparu que le Reichsmarschall ne refusa it pas son acqu.iescement à c ette proposition . Le Gouvemement França is a meme pensé d epuis Jors que l'appel à Berlin du Gén éral Jui.n apportai t un préc ieux témoignage à l'a p pui de ce tte impressio lll. - Après avoir ainsi r appelé sa poslt!on d e principe quant à l'exécution d u Prot0cole de 28 Mai, le Gouvemement F rançais ti ent à marq u er que sa décep tion de voir ajournée l'ouverture des négociations politiques q ui de vaient encadrer les engagements souscrits par lui, n e l'a pas e mp éché de s 'engager dans la vo ie des réalisations, afin d'affirmer nettement to u te sa bonne vo lonté.
C'est ainsi, pour parler seulement de ]a Partie Il du Protocole, qu'il a consenti à la vente de camions et de matériel d'artillerie lourde ; c'est a insi encore qu'il ne s'o ppose pas à la cess ione de tonnage maritime, dont il demande seuleme nt que la quantité soit discutée en fo ncti o n de ses po ss ibilités et des risqu es qu' il comt, e t bien que le Protocole envisage un affrètemem e t non une cession; c'est ainsi e nfin qu'il conse nt au transit à travers la zone libre de so n territoire d'un nombre important d'embarcations de combat.
Bien plus, i.I vien t d'accep ter d e préleve,· s ur les stocks d'Afuque du Nord , con tre restitution effect uée e n France, un e appréc iable quantité d 'essence-auto e t d 'esse nce- a vio n au bé n éfice de l'Afrika-Korps, d onnant ains i, d e son désir de compréhens ion, une preuve d'a u tant plus manifeste qu ' il n'y était tenu par a u cun texte contraccue l.
Le Gouvernement Français se 1-efuse à p enser qu' iJ doiv e 1·enoncer à l'es poir de rencontrer c h ez ses in t erlocuteurs u ne égale compréhens ion quant à ses difficultés et a ux risques qu'il co urt . li lu i a paru pourtant qu'au cours des p ourparlers de Wiesbaden, ces difficultés et ces risques é t aient volo ntie r s minimisés.
A cet égard s i, comme il p ersiste à l'espérer, les négociations étant au préalabre replacées dans le m· cadre politique, la discussion se poursuit à propo s du trans it à travers la Tunisie, il tient à déclarer que, dans la s ituation politiqu e actu elle, ce transit devra rester rigoureusem e nt camouflé. Il est formelleme nt avisé, en effet, que l'utili sacion par J'Axe d 'une des bases françaises d'Afrique e nrrain erait , de la part du blo c a ngo-saxon, une réaction imm édiate dirigée par les Etats-Unis contro toutes nos p ossessions.
Ce fai t , à lui seul, apporte une d émonstration nouvelle que, d e tou tes parts, des cons idérat ion s d'ordre politique s'enchevètrenc étroitement avec les cons idé rations d'ordre militaire et qu'il est vain de prétendre les di ssocier
IV - Le Gouvernement Français es p ère fermement que l'exposé qu i précèd e retie ndra toute l'attention du Gouvernemen t du Re ich e t que celui -ci ne s'o pposera pas à réintégrer !es pourparlers de Wies bad en dans un pian général de négociations, permettant d'asseoir la politique de collaboration d és irée par !es deux pa rties sur de bases suffisamm ent larges et stab les .