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La guerra corsara sugli Oceani e la missione della corazzata

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CAPITOLO I

DALL'UNITÀ D'ITALIA ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE

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1 La situazione internazionale e la politica navale delle varie

Potenze nella seconda metà del XIX secolo

L'età contemporanea viene fatta solitamente decorrere in Italia dall'unità nazionale, cioè dal 1861, anno intorno al quale, per una fortunata coincidenza storica, ruotarono anche altri determinanti avvenimenti internazionali, quali il progressivo affermarsi in Europa della potenza germanica, la rivalutazione del Mediterraneo con l'apertura del canale di Suez nel 1869, la guerra civile o di secessione negli Stati Uniti e il prepotente sviluppo del Giappone moderno, appena uscito dal feudalesimo. 1

In questo clima di profonde trasformazioni politiche, la condotta del giovanissimo Regno d'Italia fu guidata dall'ansia di completare l'unità nazionale con la liberazione delle terre irredente sulle frontiere nordoriesntali: obiettivo assai arduo nella realtà europea del periodo e che impose più cli un cambiamento di rotta alla nostra diplomazia. In linea generale si può sostenere che, nei primi decenni dopo l'unità, l'Italia si discostò sempre più nettamente dalla Francia, a causa soprattutto delle concorrenti mire sulla Tunisia, mentre tentò invano una rassicurante allleanza con la Gran Bretagna che, pur ben disposta nei confronti di Roma, rifiutava allora di legarsi diplomaticamente con chicchessia, preferendo queJlo che è stato dipinto come uno "splendido isolamento".

Pertanto, dopo l'occasionale alleanza con la Prussia nel 1866 in quella che fu la nostra terza guerra d'indipendenza -i cui aspetti navali saranno esaminati nel terzo paragrafo - il Regno d'Italia rimase senza appoggi internazionali e conseguentemente non potè impedire che la Francia si insediasse nella contesa Tunisi nel 1881. Come reazione, Roma stipulò nel 1882 la famosa "Triplice Alleanza" con la tradizionale avversaria Austria-Ungheria e con la potente Germania (ex Prussia) del

1. Per alcuni particolari cfr. Santoni A.: Da Lepanto ad Harn.pton Roads: storia e politica navale dell'età moderna (secoli XVI-XIX), Milano, Mursia, 1990, p. 277-303.

Bismarck, nemica giurata della Francia, trattato che rimase in vita fino al maggio 1915. 2

La politica navale dell'Italia fu fin dall'origine caratterizzata da grandi ambizioni. Del resto la confluenza nella Regia Marina nazionale delle flotte preunitarie (toscana, sarda, borbonica, siciliano-garibaldina e, in parte, pontificia) aveva dato vita nel marzo 1861 ad un complesso navale di tutto rispetto (ben 120 unità), anche se minato alla base da problemi di fusione organica, dottrinaria e materiale. Inoltre, subito dopo l'unità, vennero ordinate nei cantieri nazionali, ma soprattutto in quelli esteri, Ammiraglio J-èrdinando Ac/011 nuove corazzate rispondenti agli ultimi requisiti di protezione, potenza offensiva e velocità.

Grazie a siffatte scelte, la dottrina navale italiana fu quasi costantemente orientata al mantenimento di una consistente flotta di grandi navi da battaglia, originariamente intesa in funzione antiaustriaca e pon, dopo la stipulazione della Triplice, in funzione antifrancese. Solo nel periodo 1880-1883 ci fu un temporaneo ripensamento dottrinario, determinato dalle teorie del nuovo ministro della Marina, l'ammiraglio Ferdinando Acton, sostenitore delle unità piccole e manovriere. 3

Proprio durante l'amministrazione Acton si ebbe un salto di qualità nell'istruzione professionale degli ufficiali della Regia Marina, grazie all'inaugurazione il 1 ° ottobre 1881 della nuova Accademia Navale cli Livorno, che prese il posto delle due scuole navali preunitarie di Napoli e di Genova e che era stata programmata dal ministro Benedetto Brin con un decreto del 1878. 4

2. Salvadori M. L.: Storia dell'età contemporanea, Torino, Loescher, 1977, p. 395 499. 3. Gabriele M. - Friz G.: La politica navale italiana dal 7885 al 1915, Roma, Ufficio

Storico della Marina militare, 1982, p. 27-32. 4. Vds. Galuppini G.: L'Accademia Navale, 1887-1981, Roma, Ufficio Storico della Marina militare, 1981.

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