3 minute read
Presentazione
Per avere svolto in precedenza ricerche sullo stesso tema, il conte Tommaso di Carpegna Falconieri e il sindaco di Carpegna, signor Angelo Francioni, mi hanno chiamato a collaborare nella cura delle lettere che i soldati della guerra 1915-1918 hanno scritto al principe Guido di Carpegna Falconieri.
Onorato per la fiducia, mi sono avvicinato al compito consapevole della sua importanza, poiché la loro pubblicazione è finalizzata a promuovere la memoria di quei vecchi carpegnoli in armi, alcuni dei quali ho conosciuto, quando di altri ho solo un vago ricordo.
Advertisement
Gli oltre 150 militari che si sono relazionati col principe – con lettere, cartoline o anche solo depositando nelle sue mani loro fotografie, in segno di reverente devozione – hanno prodotto nell’insieme una corposa documentazione, che sarebbe stato improponibile per ragioni di spazio riprodurre per intero; peraltro, il calo di interesse sarebbe stato in parallelo dietro l’angolo. Con Tommaso si è quindi proceduto necessariamente alla selezione degli scritti, privilegiando quelli riflettenti lo stato d’animo dell’autore e altri contenenti dati di interesse generale, riportati con gli stessi errori ed espressioni talvolta confuse che conservano la freschezza del pensiero. Sono state formate così singole schede dei militari, presentate in ordine alfabetico. Esse sono corredate da brevi note biografiche di stato civile e di carattere militare, desunte dai fogli matricolari di ciascuno. A tale riguardo, si rileva che è tanto maggiore il valore degli scritti dal momento che essi integrano, e talvolta correggono, dati contenuti negli stessi documenti militari, rivelatisi ora lacunosi, ora imprecisi. In quei casi, le testimonianze dei diretti interessati trascendono i dati d’archivio per levarsi a importanza di fatto storico.
Di grande interesse è la numerosa raccolta delle cartoline spedite dai soldati presenti in Archivio – dei reparti, come quelle simpatiche quanto retoriche sulle ragioni della nostra guerra o sulla vittoria italiana, e altre ancora di carattere civile o religioso –, che ora li accompagnano in questo cammino. Sono significative nella loro bellezza e, per porle alla vista del lettore, sono state tutte inserite nei testi di coloro che ne erano privi, lasciando comunque il nome dell’autore come riferimento. Molto utile per la compilazione è stato il diario tenuto durante la guerra dal principe, là dove egli parla di singoli soldati, e una “rubrica rossa”, alla quale si è attinto. Alle 59 fotografie in uniforme conservate in Archivio se ne aggiungono altre, riconoscibili, fornite dai congiunti dei soldati e altre ancora di provenienza cimiteriale. È così possibile fissare nel tempo i volti. Esclusa la cartolina del primo monumento ai caduti, l’intera documentazione qui riprodotta è quella che si conserva nell’Archivio Carpegna Falconieri, in Carpegna.
Di alcuni soggetti esterni a Carpegna s’è potuto risalire alle complete generalità, mentre per altri no. Sono grato a tutti quei funzionari d’anagrafe delle molte Amministrazioni comunali interpellati, che, al di là del risultato, hanno collaborato con squisita disponibilità nelle singole ricerche. Un grazie particolare va alla dottoressa Sara Corbellotti, dirigente l’ufficio demografico del Comune di Carpegna, che col felice tratto personale che la distingue mi ha messo a completo agio nella lunga quanto complessa ricerca dei dati d’archivio.
Per le informazioni di carattere militare, oltre ai citati fogli matricolari – conservati presso l’Archivio di Stato di Ancona per i soldati e il Ministero della Difesa per gli ufficiali, Enti ai quali esprimo la mia gratitudine –, mi sono basato essenzialmente su fonti di riconosciuta affidabilità, quali l’Associazione storico culturale Fronte del Piave per la consultazione dei diari delle brigate di fanteria e dei reggimenti dei bersaglieri, e l’Associazione storica Cimeetrincee, oltre che su ulteriori fonti richiamate nei riferimenti.
Vorrei chiudere questa presentazione con una riflessione a parte. Nel corso delle letture m’è venuto talvolta di pensare, per i miei interessi storici nello specifico campo, su che cosa avrei mai chiesto oggi a quei soldati del loro passato di combattenti in relazione alle singole esperienze vissute in guerra, apprese soltanto ora attraverso l’esame dei loro scritti. Forse, qualche lettore potrebbe avere lo stesso pensiero e porsi la stessa domanda.
Rimini, maggio 2015.
Giorgio Lombardi
Flavio Bertelli (1865 – 1941), Il principe Guido di Carpegna Falconieri, 1905, olio su tela, collezione privata.