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Prefazione

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Presentazione

Presentazione

La guerra 1915-1918 ha sconvolto nel profondo le nazioni belligeranti: ha determinato cadute di imperi, mutato i confini, creato nuove entità nazionali, prodotto rilevanti effetti socio-economici. Ma la considerazione che più prende è la perdita gigantesca di vite umane. A soffrirne maggiormente è stato il nostro continente, che oggi gode – contrariamente ad aree a noi vicine, in cui scoppiano ad intervalli devastanti conflitti – di una pace duratura, grazie a processi evolutivi concepiti da illuminate personalità politiche europee del secondo dopoguerra. E ci si è tanto abituati a una condizione di sicurezza che potrebbe rivelarsi per noi difficile – immersi come siamo in questa realtà e in godimento di un sostanziale benessere – comprendere appieno, nelle visite ai campi di battaglia fatte spesso per sola curiosità, la dura vita dei soldati al fronte. Difficile, perché non abbiamo la forma mentale giusta. Difficile, perché su quei luoghi ci rechiamo in tranquillità, senza dover temere gli scontri, i bombardamenti, avere le carni incise dal ferro.

Molti soldati di allora, di Carpegna o di altre località, che vivevano quella realtà, hanno scritto lettere e cartoline al principe Guido di Carpegna Falconieri (1840-1919), senatore del Regno. Egli era per loro un punto fisso di riferimento e a lui si rivolgevano confidando, con sentimenti filiali, le loro ansie e le attese. A lui più che ad altri. Il principe è stato guida paterna per i nostri soldati, per i quali, è innegabile, nutriva un affetto ampiamente ricambiato. Con animo elevato, egli è stato prodigo di buoni consigli per chi partiva per il fronte, come per chi, turbato, doveva tornarci dopo la licenza, infondendo loro, con la forza della parola, serenità di spirito. Ed essi mostrarono di aver compreso le esortazioni, com’è affermato sovente negli scritti. Il pronipote, professor Tommaso di Carpegna Falconieri, mosso in questo dal forte legame che ha con la figura del principe Guido e col paese degli avi, e con lo sguardo rivolto a coloro che hanno testimoniato affetto per l’antenato, ha assunto, d’intesa col Comune di Carpegna nelle persone del sindaco e dell’assessore alla cultura, dottor Luca Pasquini, la lodevole iniziativa di pubblicare i loro inediti scritti, onorandone così la memoria. Le lettere dei soldati che hanno corrisposto col nobile senatore costituiscono una fonte preziosa di documentazione concentrata in un solo archivio, costituendo il dato probabilmente un “unicum” in campo nazionale. Vale la pena di ascoltare le testimonianze riportate in questo volume, poiché sono ancora loro, quei vecchi fanti, artiglieri, alpini, bersaglieri, genieri a parlare, cent’anni dopo. La promozione del conte Tommaso giunge in occasione degli eventi celebrativi del centenario della Grande Guerra, che rappresentano il momento più favorevole per la comprensione di quelle lontane voci. La pubblicazione va incontro al modo di sentire della nostra comunità; per questo l’Amministrazione Civica gli manifesta tutta la gratitudine della cittadinanza per il gesto di grande cortesia che le ha riservato. Allo stesso modo esprime riconoscenza alla principessa Isabella e al principe Antonio, attuali proprietari dell’Archivio Carpegna Falconieri.

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Con piacere rivolgo un grazie sentito alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, alla Banca Credito Cooperativo Valmarecchia, alla Banca Popolare di Ancona UBI Banca, all’Ente Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello, all’Impresa Costruzioni Edili Guidi s.r.l., alla Cooperativa La Trabaria e alle Arti Grafiche Stibu di Urbania, senza il cui contributo la presente opera non sarebbe stata realizzata.

Un grazie, infine, a Giorgio Lombardi, un carpegnolo di Rimini legato alla terra d’origine, che non solo ha collaborato con competenza alla cura delle lettere, ma è stato anche autore, a titolo gratuito, di laboriose ricerche d’archivio.

Dalla residenza municipale, maggio 2015.

Angelo Francioni Sindaco del Comune di Carpegna

Angelo Lombardi, caduto a quota 208 sud (Doberdò) il 13.08.1916, in una foto del 1903.

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