#19 iEdition
Turismo Edizioni|officinadanova
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EDITORIALE Proseguono le pubblicazioni di PREALPI e, per il numero di Giugno, abbiamo preparato un e-book ricco di curiosità , spunti e itinerari per le vostre escursioni. In questa diciannovesima edizione, troverete un interessante percorso in MTB intorno al Resegone, il racconto di Pino Dellasega - fondatore della Scuola Italiana di Nordic Walking - che, con altri amici della camminata nordica, ha partecipato all’impegnativa 100 Km del Sahara, una tra le piÚ rinomate gare "Trail-Running-Adventure" che si svolgono nel deserto. Leggerete di alpinismo in Alta Valle Brembana, di scialpinismo in Valmalenco, di trekking sulla catena Atlas in Marocco. Vi faremo rivivere le emozioni in una particolare impresa realizzata da 8 piloti di parapendio che, insieme, hanno portato a termine una nuova rotta di ben 100 chilometri, in volo libero sulle Orobie. Insomma, un numero ricco di racconti e tante notizie utili che vi faranno trascorrere un altro mese di emozioni, da vivere sulle vostre amate montagne.
Buona lettura Marco Spampinato
2
CONTENTS NEWS 5
NORDIC WALKING 23
MTB 19
Per effettuare questo itinerario, usciamo dai confini della Val
Notizie e curiosità dal mondo della montagna
Brembana e andiamo...
ALPINISMO 31
SCIALPINISMO 35
A volte, prima di dormire, mi capita di sognare a occhi aperti e immaginare le
Splendida gita scialpinistica in
È ormai sera quando mi siedo ai bordi dell’oasi, dove fervono i preparativi per la partenza della prima tappa della 100 km del Sahara...
Valmalenco
montagne...
ESCURSIONISMO 39 La catena montuosa Atlas si estende per oltre 2.200 chilometri di lunghezza, lungo il Marocco...
SHOPPING 49
VOLO LIBERO 43 Il requisito principale del circuito dovevano essere la lunghezza: oltre i 100 km, con partenza e arrivo da Valcava...
MAIN PARTNER | OFFICINADANOVA
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Click e
NOTIZIE E CURIOSITÀ
NEWS
a cura di Antonio Masucci
Ph: PillowLab 5
con 40 nazioni rappresentate e una gara
anno erano 3.013, quest’anno mille in più)
sempre più italiana, con biker provenienti
che nel giorno del solstizio d’estate
Saranno 4.014 al via della quinta edizione
da tutte le province del Bel Paese: si
vivranno da eroi la giornata più lunga
della Südtirol Sellaronda HERO il
presenta così la HERO 2014 che segna il
dell’anno. Due i tracciati nella cavalcata
prossimo 21 giugno. Una gara planetaria,
nuovo record di partecipanti (lo scorso
attraverso i quattro passi dolomitici, il più
SÜDTIROL SELLARONDA HERO
lungo di 84 chilometri e 4.300 metri di dislivello e quello più corto (ma che nessuno pensi si tratti di una passeggiata) di 62 chilometri e 3.300 metri di dislivello. Un ricco montepremi pari a 18.000,00 Euro per le classifiche tesserati Overall, mentre per i biker della categoria Hobby numerosi premi in natura, tra cui spiccano due mountain bike Bianchi Methanol 27.4 riservate ai vincitori del percorso 84 km hobby uomini e donne, e per gli altri gradini del podio caschi Kask, occhiali Adidas nonchè Selle San Marco personalizzate HERO. La HERO è la settima e ultima prova del circuito UCI World Series, ovvero la Coppa del Mondo della specialità, prima dei mondiali marathon che si svolgeranno il 29 giugno a Pietermaritzburg in Sudafrica. sellarondahero.com 6
SUL TETTO D’EUROPA Le storiche cabine che uniscono Courmayeur al tetto d’Europa offrono, per 365 giorni all’anno, un’emozione unica: turisti e visitatori potranno scoprire, nella loro veste attuale, gli impianti delle Funivie Monte Bianco, che collegano La Palud, frazione situata poco sopra Courmayeur, all’inizio della Val Ferret, al Rifugio Torino (3.375 m). “L’Ottava meraviglia del mondo” è un’ascesa vertiginosa che permette di scorgere guglie, vette e ghiacciai sconfinati, un
Bianco: l’Oasi Naturalistica del Pavillon
seconda tappa del viaggio sospeso è
du Mont Fréty dove si trovano il Giardino
altrettanto apprezzata: dal Pavillon si
Alpino Saussurea, ovvero il giardino
raggiunge la stazione del Rifugio Torino,
botanico alpino più alto d’Europa con
anzi, i due rifugi Torino, entrambi dotati di
oltre 800 specie di piante alpine
terrazze panoramiche dove lo sguardo si
proveniente da tutto il mondo, la mostra
perde all’orizzonte: quello nuovo, a 3.375
permanente dei cristalli del Monte
metri e il Torino Vecchio, a 3.329 metri,
Bianco, che custodisce gelosamente
datato 1898. Li unisce nel periodo estivo
questi tesori alpini naturali, e il bar
il panoramico sentiero dei Giganti, un
ristorante Pavillon, avamposto d’alta
breve percorso tra le vette più belle,
quota dell’ottima cucina locale, con una
assolutamente da provare. L’ultima
splendida terrazza dalla vista mozzafiato.
stazione, Punta Helbronner (3.462 m), è
Da qui si dipartono numerosi sentieri, che
attualmente chiusa per i lavori di
portano fino ai piedi dei ghiacciai. La
realizzazione della nuova funivia.
panorama unico ed estremo che si estende a perdita d’occhio. Le Funivie d e l M o n t e B i a n c o r a p p re s e n t a n o storicamente il ponte “aereo” tra Italia e Francia, l’ingresso privilegiato in una dimensione fino agli anni ’50 accessibile solo ai grandi alpinisti, un percorso a tappe verso il gigante d’Europa. Salendo sulle cabine, da La Palud, in pochi minuti, si può raggiungere la prima fermata, quella del Pavillon, porta d’accesso verso alcuni tra i tesori più inestimabili del 7
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MOVIMËNT, LA MONTAGNA CHE NON TI ASPETTI
prima parete di arrampicata, dove muovere i primi passi nel mondo della verticalità, lo Speed Hiking, reinterpretazione
A 2.000 metri di altitudine, in Alta Badia, è nato un luogo magico in cui si uniscono il divertimento di una vacanza in famiglia, l’adrenalina dello sport in montagna, l’energia rivitalizzante della natura, il relax di un paesaggio dolcemente cullato dal sole, dal verde, dall’aria pura: è Movimënt, la più originale area divertimento dell’arco alpino. Movimënt è un concentrato di emozioni: 3 parchi naturali per godere della bellezza delle Dolomiti a tutte le età, aree dove praticare ogni genere di sport all’aria aperta (dal geocaching al tiro con l’arco, dall’arrampicata al parapendio, dallo speed biking al nordic walking), oltre a zone fitness, percorsi kneipp, slackline, e tante altre opportunità per soddisfare le passioni dei visitatori più diversi. Movimënt non è
moderna della camminata veloce, a ritmo sostenuto, uno degli sport più intensi e produttivi sul piano dello sviluppo della resistenza alla fatica, dell’ossigenazione, dell’attitudine ad affrontare una sfida con sé stessi in alta montagna, e la Slackline, una delle nuove frontiere dello sport. Gli amanti dell’arrampicata e delle vie ferrate possono sperimentare ogni genere di percorso: le nove vie di arrampicata sportiva che si aprono nelle vicinanze del lago Boè, raggiungibile comodamente con la seggiovia Vallon, le pareti per principianti ed esperti allestite nell’area Movimënt del Piz La Ila, completa l’area dedicata alla scalata con le piccozze, per simulare l’arrampicata su ghiaccio, o le numerose vie ferrate. (ph. molography.it). Informazioni: Movimënt
solo un luogo, è un’esperienza che accarezza le nostre corde più profonde. Un concept innovativo, che però si ispira alla cultura ladina, sviluppatasi in armonia con l’ambiente circostante. Qui grandi e piccini hanno la possibilità di immergersi nella natura per viverne le suggestioni e coglierne gli insegnamenti più autentici: le attrezzature sportive, i parchi natura, le zone benessere presenti in tutta l’area sono infatti studiati per integrarsi perfettamente nel paesaggio, con misura ed equilibrio, rendendo Movimënt un inimitabile “parco giochi naturale”. Movimënt è costituito da cinque aree, collegate tra loro da sentieri percorribili a piedi, o in sella alle e-bike: Piz Sorega, Piz La Ila, Col Alt, Pralongià, Boè. Tra le aree tematiche più interessanti, si trovano la “Fun climbing”, la 9
DYNAFIT FELINE La nuova Dynafit Feline si presenta come una scarpa leggera, con un peso inferiore ai 300 grammi, in grado di abbinare una buona dose di reattività e velocità ad un eccellente assetto garantito dalla tecnologia Multipad. Presenta una calzata anatomica che rende particolarmente piacevole e confortevole il suo utilizzo e nella parte anteriore è presente una protezione delle dita grazie al puntale Ballistic Bumper indispensabile soprattutto quando si affrontano sentieri più impegnativi. La suola presenta un battistrada in Vibram® con esclusivo Mapping Compound System rappresentato dall’abbinamento di 3 diverse mescole di gomma differenziate per rendere ottimale la trazione, l’aderenza e la spinta su qualsiasi tipologia di terreno compresi i fondi bagnati grazie anche allo speciale profilo Claw dei tacchetti anteriori. La scarpa è disegnata con un look deciso ed è ideale per tutti coloro che vogliono affrontare allenamenti e gare su percorsi di montagna. 140 Euro - dynafit.it
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Blog 10
DOLOMITICA BRENTA BIKE Domenica 29 giugno prossimo i bikers sono chiamati all’appello della prima edizione della Dolomitica Brenta Bike, l’evento nella parte alta della Val Rendena, alla scoperta delle favolose Dolomiti di Brenta. Le ultimissime da parte di organizzatori e tecnici di gara raccontano di conferme alle due varianti di percorso POP (65 km, 2.300m dislivello) e ROCK (83 km, 3.000 m dislivello), con partenza e ritorno nella cittadina di Pinzolo. Entrambi i tracciati corrono a braccetto per una quarantina di chilometri, tra strade forestali, sentieri nel bosco e stuzzicanti single track da veri amanti del fuoristrada. Dopodiché, chi avrà scelto l’itinerario più lungo risalirà il Monte Spinale e su ancora fino al rifugio Giorgio Graffer a 2261 metri, nell’area sciistica di Madonna di Campiglio. Dal quartier generale della Asd Dolomitika Brenta Bike lasciano intendere che quello di fine giugno sarà un debutto con il botto e l’invito è anche quello di visionare attentamente il sito ufficiale dolomiticabike.com per tutte le indicazioni circa la registrazione alla gara al prezzo ancora agevolato a 40 Euro e le proposte vacanza messe a disposizione in collaborazione con l’Agenzia Viaggi Summer&Winter di Pinzolo. Nello specifico, esistono pacchetti settimanali che, oltre al tagliando di gara, includono escursioni con guide di mtb nella zona e il prezzo varia a seconda della struttura scelta. 11
MI PIACE
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SUONI DELLE DOLOMITI Da 20 anni il Festival I Suoni delle Dolomiti, ideato da Trentino Turismo e Promozione, raduna musicisti da tutto il mondo sulle montagne più belle dell’arco alpino. L’idea che anima questa iniziativa è semplice ed affascinante: unire le grandi passioni per la musica e la montagna, per l’arte e l’ambiente in un ciclo di concerti all’insegna della libertà e della natura. Partecipano al festival musicisti di fama internazionale. Il Festival ritorna a luglio in Val di Fassa con due grandi eventi. Protagonisti Cristiano De Andrè il 10 luglio alle 14.00 a Malga Canavere sull’Alpe Lusia e Dino Saluzzi, Felix Saluzzi e Anja Lechner il 12 luglio, alle ore 6.00 al Col Margherita sopra Passo San Pellegrino. In occasione di ciascun appuntamento sarà possibile effettuare un’escursione con le Guide Alpine del Trentino (info e prenotazioni tel. 0462.565038 o cell. 339.6938726, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00). La partecipazione alle escursioni e ai concerti è libera e gratuita. Disabili accompagnati dall’Associazione Sportabili di Predazzo (prenotazione obbligatoria: tel. 0462.501999). Informazioni: fassa.com 13
GAMBE IN SPALLA CON ALPINE PEARLS
montagna con un occhio di riguardo all’ambiente, grazie alla presenza del Parco Nazionale della Vanoise che offre percorsi e
Alpine Pearls, il consorzio di località montane che promuovono la mobilità sostenibile, partecipa allo sviluppo della corsa in montagna partendo dal presupposto che il mezzo più dolce per
itinerari immersi nella natura più incontaminata. Il 5 e 6 luglio si tiene il Tour des Glaciers de la Vanoise: 72 km per 3.800 m di dislivello positivo intorno ai ghiacciai del Parco e passando per
muoversi nelle Alpi sono pur sempre le gambe... L’estate 2014
l’altra Perla delle Alpi Termignon. A Forni di Sopra, il 31 agosto
nelle Perle delle Alpi vedrà iniziative e proposte di trail running
prossimo si terrà la Sky Race delle Dolomiti Friulane, lungo lo
con competizioni lungo straordinari itinerari di trekking che si
splendido percorso escursionistico Truoi da Sclops (sentiero delle
possono percorrere anche in tutta calma da rifugio a rifugio.
genziane) che attraversa le imponenti strutture rocciose
Calendario: domenica 15 giugno la Perla di Valdidentro ospita la
Patrimonio Mondiale Unesco. Quattro vallate e tre forcelle tutte a
seconda edizione della Sky Race Alta Valtellina, un'emozionante
quota superiore ai 2.000 metri per uno sviluppo complessivo di
gara di sky running con un percorso di circa 20 km e dislivello
20 km e un dislivello di 3.400 metri (1.700 in salita ed altrettanti in
intorno ai 1.000 metri nello splendido scenario della Val Viola. Dal
discesa). Alpine-pearls
20 al 22 giugno si svolge la Cro-Magnon, una delle ultra-trail più famose al mondo che prevede 3 gare in una: la 13a edizione dell’ultra-trail Limone - Breil - Cap d’Ail, detto il Grand Raid International du Cro-Magnon, la 1a edizione del Trail del Marguareis e la 10a edizione del Neander-Trail. Il Grand Raid du Cro-Magnon è un ultra-trail di montagna di circa 130 km, con + 7.800 metri di dislivello positivo e - 8.800 metri di dislivello negativo. Dal 22 al 27 giugno la Perla trentina ospita la Val di Fassa Running, 16° giro podistico a tappe della Val di Fassa. 5 tappe con distanza media di 11,1 km per un totale di 55,5 km da percorrere a piedi o di corsa. Una vera e propria immersione in sentieri, mulattiere e strade forestali. Pralognan-la-Vanoise, la Perla francese, è lanciata nell’organizzazione di eventi podistici in 14
d'avventura, esibizioni spettacolari e
mediometraggi di avventura, sport e
negozi aperti fino a mezzanotte. Il festival
natura, selezionati da tutto il mondo,
San Candido riconferma il successo del
darà quindi il via ufficiale mercoledì 16
proiettati durante i cinque giorni della
festival d'avventura estivo, rinnovandone
luglio con l'apertura dell'Outdoor Village:
manifestazione. Tra le new entry di
il format e l'organizzazione. L'Adventure
stand espositivi dei maggiori brand
quest'anno anche attività non agonistiche
Outdoor Fest, dal 16 al 20 luglio, inaugura
sportivi e partners ufficiali del festival,
come il nordic walking, lo skate, il
la nuova edizione con un calendario ricco
postazioni bar dislocate lungo il centro e
parapendio, il free climbing, l'Mtb e il trail
di inediti appuntamenti per tutti gli amanti
un cinema all'aperto che proietterà i
running. adventureoutdoorfest.com
delle emozioni forti e del benessere
docu-film d'autore in concorso sul tema
psicofisico, che farà di San Candido e le
della natura, dell'esplorazione, della sfida
Dolomiti una meta irrinunciabile anche
e delle imprese eroiche di atleti extra-
d'estate. Il programma punta l'attenzione
ordinari. In prossimità di questo spazio
sulla compartecipazione di atleti,
dedicato verrà allestita un'area attrezzata
giornalisti, scrittori ed esploratori di
per tutti gli amanti del campeggio sotto le
levatura internazionale e sulla qualità
stelle, “l'Adventure Camping", offrendo
delle iniziative rivolte al pubblico. L'intera
così a tutti l'emozione di
area pedonale di San Candido, tra Piazza
vivere a contatto con la
S.Michele e le aree limitrofe, sarà il cuore
natura in piena
della manifestazione: ospiterà incontri,
comodità. Infine un info
workshop e attività legate al mondo
point ben visibile sarà a
outdoor e al tema dell'avventura, per
disposizione del
permettere di vivere ad appassionati
pubblico per suggerire
e neofiti un'esperienza unica e coinvolgente.
ogni attività in corso per
Numerose le novità della prossima
l'intera durata del
edizione: si parte con un'inedita
festival. Adventure
anteprima giovedì 10 luglio, con stand
Outdoor Fest ripropone
enogastronomici, proiezioni di film
il concorso di 40 corti e
ADVENTURE OUTDOOR FEST
Guarda il video
15
50 ITINERARI INSOLITI
con le sue mete un po’ meno
Un luogo dove rifugiarsi dal
Catinaccio, e ben tre vasche
ostiche e il gitante con i suoi
caos della vita quotidiana: i
idromassaggio riscaldate, la
percorsi per famiglie
40 appartamenti suddivisi in
Spa con un bagno a vapore,
accompagnato dai bambini.
tre categorie, tutti spaziosi ed
una sauna finlandese, docce
Insomma, la montagna offre
eleganti, dotati di ogni
emozionali e una piccola ma
una grande
possibilità di
confort, compresa una cucina
esclusiva zona relax.
svago, divertimento e
completamente attrezzata,
Imperdibili le offerte speciali:
soddisfazione per tutti. Ecco
regalano un soggiorno
dal best seller “italian
perché Alessio Pezzotta ha
rilassante, all’insegna della
lifestyle“ con 3 pernottamenti
pensato a una nuova
totale libertà. L’ospite che
e prima colazione a buffet,
pubblicazione che propone
cerca il benessere del corpo
una cena in un ristorante
50 percorsi, poco conosciuti
e della mente può trovare
selezionato, prosecco in
e poco frequentati, adatti a
presso la terrazza di 800 mq
camera, posto macchina e
tutte le gambe sulle Prealpi
posta sul tetto, una vista
accesso al centro benessere
bergamasche. Ed. L’Al.Pe.
mozzafiato a 360° sull’intera
a p a r t i re d a 2 4 8 E u ro .
16,50 Euro
Val d’Adige, sulle Dolomiti e il
napurahotel.it
RELAX = NAPURA HOTEL L’escursionismo in montagna: un passatempo, un hobby,
Il NAPURA Art & Design
per alcuni una vera passione
Hotel, a soli 3 km dalla città
o addirittura uno stile di vita,
di Bolzano e a 20 da Merano,
per altri un bisogno di libertà,
dedica una particolare
di ritorno al la natura che sta
attenzione ai dettagli,
prendendo sempre più piede.
all’amore per il bello, all’arte e
L’alpinista con le sue salite
al design. L’hotel si presenta
impegnative, l’escursionista
come un luogo di benessere. 16
OUTRUN THE SUN
corridore professionista giapponese, Jonas Buud, detentore svizzero del record mondiale delle 100 miglia e Thomas
Il prossimo 21 giugno, solstizio d’estate, a Courmayeur, nelle ore più calde della giornata, si potrà applaudire il passaggio degli eroi di “Outrun the sun”, undici atleti ingaggiati da Asics, divisi in due squadre, che avranno esattamente 15 ore e 41 minuti per portare a termine una sfida estrema. Nel giorno più lungo dell’anno si disputerà attorno al Monte Bianco una corsa a staffetta lunga 162 km, una gara contro il tempo mai sperimentata prima, che promette di entrare nella leggenda. Protagoniste, due squadre di atleti, un team Ultra-Trail e un team Enduro, che si daranno il cambio su uno degli itinerari più noti ai corridori di tutto il mondo: quello del Tour du Mont-Blanc. La corsa inizierà sul lato francese del Monte Bianco, a Chamonix, al sorgere del sole. I partecipanti entreranno in Italia tramite il Col de la Seigne, attraverseranno la Val Vény, entreranno nell’abitato di Courmayeur e poi percorreranno la Val Ferret, salendo di quota fino al Col Grand Ferret. Entrati in Svizzera, si dirigeranno a Champex, e
Lorblanchet, francese, campione del mondo di trail running nel 2009 e vincitore della grande Corsa dei Templari. Ognuno di loro percorrerà tra i 28 e i 46 km ciascuno. L’altra squadra, quella del Team Enduro, sarà composta invece da sette atleti provenienti da varie discipline, tutte con caratteristiche “endurance”, che correranno tra i 17 e i 29 km: Briton Tim Don, inglese campione mondiale di Triathlon, Christian Schiester, specialista austriaco dell’Ultra-Trail, Genis Zapater, trailer e sciatore di fondo spagnolo, Megan Kimmel, runner americana, la francese Sylvaine Cussot e il belga Gert Theunis, runner specialisti delle lunghe distanze, Lukas Naegele, specialista tedesco della corsa sui 1.500 metri. Aggiornamenti e informazioni si possono trovare sul sito ufficiale, outrunthesun.asics.com, o su Twitter e Facebook, tramite gli hastag #OutrunTheSun e #RunTough. Guarda il video
oltrepassata la zona di Vallorcine, rientreranno in Francia, per concludere la corsa a Chamonix, entro il tramonto. I 9.450 metri di dislivello renderanno la prova veramente competitiva. In questo caso, più che mai, l’unione fa la forza: gli atleti affronteranno un ambiente estremo, che alterna salite e discese ripide, in condizioni climatiche aleatorie tipiche dell’alta montagna, con grandi escursioni termiche. Il Team Ultra-Trail sarà composto da quattro dei migliori runner del mondo, Xavier Thevenard, il giovane vincitore dell’edizione 2013 dell’Utmb, Kota Araki, 17
18
MOUNTAIN BIKE
ANELLO DEL RESEGONE
di Gianpietro Giupponi
PEDALATA DALLA VALLE IMAGNA
19
Per effettuare questo itinerario, usciamo
abbandoniamo la strada che prosegue
bei prati punteggiati da baite. Giunti al
dai confini della Val Brembana e andiamo
diritto e curviamo, decisamente a sinistra,
Passo del Pallio, a 1.362 m, (km. 6,1 -
a pedalare nella vicina Valle Imagna; esso
sulla stradina agro silvo pastorale che
ore 0,50 - disl. 455 m) pieghiamo a
esce dai normali schemi: non è il classico
diventa subito sterrata (indicazioni Giro
sinistra (sentiero CAI 571) lungo la
percorso in cui la fatica della salita, viene
del Resegone). Dopo il primo tratto,
tondeggiante dorsale, affrontando con la
solitamente ripagata dal divertimento
pianeggiante e ombreggiato, lo scenario
bici a spinta il breve, ma ripidissimo
della discesa. In questo itinerario
si apre sulla verdissima Valle Imagna e,
strappo, che ci permette di catturare una
pratichiamo un infinito sali scendi e il
sotto di noi, vediamo Brumano. Il fondo
particolare panoramica sulla Val Taleggio,
grande impegno fisico è ampiamente
della strada diventa più rovinato e
a cui fanno da cornice: le Grigne, il M.
contraccambiato dalla soddisfazione di
ghiaioso, alternando tratti più o meno
Legnone, la zona dei Piani d'Artavaggio
c o m p i e re l ' a n e l l o c o m p l e t o d e l l a
impegnativi, continuando a zigzagare fra
e, davanti a noi, il seghettato profilo del
montagna, resa famosa dalla celebre descrizione del Manzoni. Lunghi e frequenti sono i tratti da effettuare con la bici a spinta, su un terreno articolato e in alcuni casi difficoltoso; guardando la scheda tecnica balza all'occhio il moderato chilometraggio e dislivello, ma l'elevato tempo di percorrenza. Il tranquillo e soleggiato paese di partenza è Brumano, (911 m) dove depositiamo l'auto nel parcheggio poco prima della chiesa, e facciamo scorta di acqua alla fontana. Attraversiamo il centro e continuiamo per Via Monte Piacca su pendenze molto sostenute, superando quattro tornanti; dopo 2,5 km 20
Monte Resegone. Passando vicino ad un traliccio e, proseguendo
a destra per il Rifugio Monzesi, tenendo il sentiero n. 5. La bella
sulle coste, siamo ad un incrocio dove troviamo parecchie frecce
vista su Lecco rende però, per quanto possibile, meno pesante la
segnaletiche; giriamo a destra sul tratturo seguendo la n. 15 per
"sfacchinata" e, in circa 45 minuti, siamo finalmente al Passo del
Forbesette. Dopo pochi metri infiliamo a sinistra il tracciato in
Fò a 1.284 m (km. 14,8 - ore 2,50 - disl. 791 m) dove troviamo il
piano (marcature bianco e rosso DOL); sfiorando la fornace da
Rifugio Ghislandi (privato). Guardando sopra di noi, rimaniamo
calce, arriviamo ad un bacino "Sorgente Forbesette" (acqua) e a
incantati nell'ammirare le dolomitiche pareti rocciose dove, molti
un'area adibita a pic-nic (km. 9,2 - ore 1,20). Procediamo diritti in piano, nella direzione Passo del Giuff a 1.531 m, (km. 9,8 - ore 1,35 - disl. 657 m) raggiungendolo attraverso il liscio sentiero che si sviluppa nel faggeto, con qualche pezzo a spinta. Scendiamo per il breve canalino gradinato per ritornare in sella affrontando, con le dovute cautele, il divertente percorso; passando sul versante della Val Boazzo abbiamo occasione di ammirare scorci panoramici sul Monte Due Mani e, più avanti, sulla Valsassina. Usciti dal bosco imbocchiamo una stradina in discesa che, passando in Loc. Pesciola, (acqua) corre negli spaziosi prati dei Piani d'Erna, dove vediamo alcune casette. A un grande incrocio, con parecchie paline segnaletiche, siamo alla Bocca d'Erna a 1.291 m (km. 12,1 - ore 2,00); prendiamo il primo sentiero a sinistra, in piano nel prato, che poco più avanti si infila in una scura pineta, in direzione Rifugio Azzoni. L'itinerario prosegue, tagliando alla base il versante roccioso, perdendo leggermente quota, regalandoci fantastiche panoramiche sul Lago di Lecco e sulla pianura. Dove troviamo alcuni cavi fissati alla roccia, comincia la vera fatica: ci aspettano circa 150 m di dislivello, veramente impegnativi e faticosi con la MTB a spinta o in spalla, lungo un tracciato malagevole. A un bivio seguiamo le indicazioni 21
scalatori, si cimentano in impegnative salite lungo le vie
porta, tramite alcuni gradini, alla casa sottostante. Scendiamo
attrezzate. Scendiamo alcuni gradini e proseguiamo lungo un
lungo la stradina asfaltata per qualche decina di metri, poi, in
sentiero molto tecnico e rovinato, a causa della presenza di sassi
concomitanza del primo tornante, prendiamo il sentierino che
smossi e roccette; in questi tratti la cautela consiglia di scendere
riporta sulla strada. Ora, non resta che continuare a destra sulla
dalla bicicletta. Praticamente in discesa, arriviamo alla Capanna
mulattiera indicata dal n. 13, fra due case; mentre percorriamo,
Alpinisti Monzesi situata a 1.173 m, dove passiamo proprio sulla
con le dovute cautele, l'insidiosa e ripida gradinata, abbiamo una
terrazza e, sul lato opposto del rifugio, continuiamo verso le
vista su Brumano e, davanti a noi il profilo del campanile della
segnalazioni CAI 575, per  Brumano - Passata. Intervallando pezzi
chiesa. Velocemente siamo nel centro del paese, chiudendo
ciclabili con altri da fare a spinta, pedaliamo prima a fianco di un
questo particolare e articolato itinerario; guardando il grafico
rudere e poi alle Miniere della Passata; piĂš avanti siamo al valico
altimetrico, sembra proprio di vedere la sagoma seghettata della
della Passata a 1.244 m (dalla Capanna A. Monzesi in totale, circa
montagna che sovrasta la cittĂ di Lecco. Clicca per guardare la
35/40 minuti a piedi) dove vediamo un piccolo rifugio privato (km.
fotogallery, la scheda tecnica e per scaricare la traccia GPS.
18,1 - ore 3,35 - disl. 934 m). Sul largo sentiero in discesa marcato CAI 575 (direz. Brumano), sono molti i pezzi, dove le n o s t re r u o t e a r t i g l i a t e p o s s o n o c o r re re v e l o c i , m a , periodicamente, ancora interrotti da tratti a spinta (dalla Passata in totale 10 minuti). Superando la Santella dedicata alla Madonna della Foppa, arriviamo al Passo La Porta a 1.126 m dove, al bivio, curviamo a sinistra verso il n. 576; ora, seppur con qualche metro a piedi, non resta che "volare" verso l'asfalto. Probabilmente solo ora, guardando il Resegone, ci rendiamo conto del grandioso anello che abbiamo chiuso attorno al massiccio. Scesi per circa 200 metri, prima di una curva, dobbiamo prestare molta attenzione nell'imboccare, a destra in discesa, il tecnico sentiero CAI 587 che, piĂš sotto, passa vicino ad una baitella. In seguito, si trasforma, per poco, in tratturo, fra alcune case sull'asfalto che percorriamo per una ventina di metri; infilando la stretta traccia 22
NORDIC WALKING
100 KM DEL SAHARA
di Pino Dellasega
DENTRO IL CAMMINO
23
È ormai sera quando mi siedo ai bordi dell’oasi, dove fervono i
temperatura di quasi venti gradi. È il segnale che bisogna
preparativi per la partenza della prima tappa della 100 km del
ritornare per trascorrere una serena notte al campo in sacco a
Sahara e penso che solo due giorni fa, in Val di Fiemme,
pelo, consapevoli che da domani inizierà la vera avventura, il
calpestavo ancora la neve e saltavo da una roccia di monzonite a
cammino tra le dune dorate.
un masso di granito rosa sui miei monti e ora, sono nel deserto più affascinante del Mondo, con quasi quaranta gradi di caldo. Provo a indossare, più per curiosità che per ripararmi dal vento, il sesz azzurro, la tipica copertura che usano i beduini e nella mia mente la dolomia ha lasciato il posto alla rosa del deserto, questo miracolo di roccia costruito dalla natura e dal vento in milioni di anni. L’oasi è bella, ma il deserto lo è mille volte di più. Senti il suo richiamo, la sua sabbia sottile e rossa bisbiglia echi di eternità che annullano il tempo. Qui tutto riparte da zero, sei da solo con l’infinito, milioni di anni di storia dimenticati sotto le dune, a significare che anche noi siamo solo un passaggio in questo mondo che ormai corre troppo veloce. Qui ti accorgi che la natura è la vera padrona della terra, qui avverti in pieno che il mondo dove viviamo la nostra quotidianità, la civiltà, gira in senso sbagliato e se, apparentemente, è ricco di colori, sotto quella patina nasconde un’aridità più grande del deserto stesso. Con Silver e Luca giochiamo a fare i registi, cercando di usare le fotocamere al meglio per riprendere momenti importanti e indimenticabili. Aspettiamo il tramonto che ho visto migliaia di volte e anche se il sole che va a nascondersi sarà lo stesso, qui, nel Sahara, gli occhi non sono rapiti dall’enrosadira delle Dolomiti, ma dai mosaici disegnati dal vento sulla rossa sabbia. Con la scomparsa del sole, cala la sera e con essa il vento abbassa la 24
ALBA SUL SAHARA
doppio, la sabbia sicuramente ha reso molto più impegnativa la
Sono le 4,30 quando apro la cerniera del sacco a pelo, ieri, a
tappa e il caldo ha fatto il resto. Ma non è finita, un pasto veloce e
causa delle scarsa connessione ho fatto tardissimo a pubblicare il
la sera si riparte per la notturna di 9 km sotto le stelle. Spettacolo
resoconto della giornata e quindi sono solo tre le ore che ho
nello spettacolo, mi sembrava di essere parte del cielo, stellato in
potuto dormire. Il tramonto di ieri mi ha insegnato che i miei
una maniera indescrivibile. Per un'ora e mezza mi sembra di
occhi, che non hanno mai temuto nemmeno il sole sulla neve, qui,
essere dentro il cartoon del Re Leone, una camminata da favola
in poco tempo sono neutralizzati dalla finissima sabbia che,
con una coperta di stelle e il residuo di un tramonto da togliere il
invisibile, c’è ovunque nell’aria e quindi l’unico rimedio sono gli
respiro. È terminata la giornata, siamo tutti stanchi ma soddisfatti
occhiali, che metto sempre mal volentieri perché mi tolgono i veri
e domani all'alba ci attende la terza tappa di circa 30 km... la
colori dei paesaggi. Partenza della prima tappa della 100 km
magia continua tra le dune dorate.
dall’oasi di Ksarghillane, con uno starter di eccezione, Capitan Ventosa di Striscia la notizia. Foto di rito e di gruppo che faccio anche insieme a due grandi campioni, Alessandro Lambruschini, olimpionico, e Migidio Bourifa, campione italiano di Maratona. La tappa si articola su 26 km cambiando continuamente paesaggio, dalle rosse dune alla steppa più arida, passando per il fortino romano, ultimo avamposto più a sud del grande Impero, che in questo deserto ha più volte combattuto contro i cartaginesi, la cui città, Cartagine ha le rovine proprio in Tunisia. Quando tutto sembra morto, ecco spuntare qualche formica, lucertola, uno scorpione, ma la cosa più bella sono i piccoli fiorellini gialli che, non si capisce come, crescono tra la sabbia, alimentandosi con la poco umidità della notte. La mia andatura è stata di quattro chilometri all’ora, tenendo conto delle tante fotografie e video che ho realizzato, sono stato in giro, sotto i quasi quaranta gradi per circa otto ore. A dire il vero, i chilometri mi sembravano lunghi il 25
IL CIELO DI STELLE DEL SAHARA
scarpe e metto un giro di cerotto per ogni dito del piede. La sera
L’alba sveglia il campo, sono le 5 quando la palla di fuoco illumina
precedente l’infermeria del campo era piena di concorrenti con
le tende e inizia il movimento dei partecipanti, con i preparativi
vesciche anche grandi tre centimetri. Gli ultimi dieci chilometri
per la partenza. Mi alzo e mi accorgo di avere un dito di sabbia
sono interminabili, ma per fortuna la testa mi dice che devo finirla
sul sacco a pelo e sul borsone, ma il ricordo va alla notte appena
e allora via, passo dopo verso il traguardo della terza tappa. Sette
trascorsa, un cielo stellato sopra la tenda da far sembrare il tutto
ore e mezzo in giro per il deserto con 43 gradi. Devo dire che la
un presepio. Ero rimasto alzato sino alle 01,00 per ammirarlo
100 km è davvero impegnativa, impensabile da affrontare se non
incantato, non mi era mai capitato di vederlo cosi terso e
con una grande preparazione. Domani però sarà il vero esame, la
illuminato di milioni di stelle. Alle sette parte la terza tappa, 30 km,
maratona delle sabbie più belle del mondo... 42 km nel Sahara
sino al centro del Sahara. I primi dieci chilometri sono difficili da
per arrivare all’oasi di Douze.
percorrere per le grandi e spesse dune che ci costringono a raggirarle o salirle con estrema fatica. Penso che allo fine con tutti
TEMPESTA DEL DESERTO – SAHARA DESERT STORM
questi giri i chilometri diventeranno come minimo 40. La giornata
La terza notte nelle tende è davvero caldissima, siamo a 34 gradi
è particolarmente calda e a mezzogiorno, quando siamo circa al
e i sacchi a pelo servono solo da copri-materassino. La prova di
20° km la temperatura è di 43 gradi. Una pazzia. Tanti concorrenti
oggi mi ha lasciato disidratato e durante la notte bevo oltre tre litri
si ritirano. In effetti camminare per cosi tanto tempo a quelle
di acqua, purtroppo caldissima. Uno spicchio di luna s’affaccia
temperature è praticamente impossibile,, considerando che
all’orizzonte, per sparire quasi subito tra le dune del deserto.
l’acqua, unico rifornimento, è bollente. Quanto invidio le sorgenti
Verso le 5 si leva il vento con il suo ululato, increspando il sole
che nascono e scorrono in Val Venegia. Mi passa davanti un
che sta sorgendo come sempre da lasciarci a bocca aperta. In
gruppo di dromedari allo stato brado, gli unici che possono
pochi minuti faccio la colazione e riesco a scaricare tutte le
resistere a quelle temperature. Il problema più grosso, oltre al
fotografie del giorno prima sul computer, che porto sempre nello
calore è la sabbia che riempie in un attimo le scarpe e le fa
zaino, in modo da avere la memoria della fotocamera libera. Alle 6
sembrare strettissime, e, andando a mettersi sotto le dita,
in punto parte la quarta e ultima tappa, la più lunga ed
obbligano queste a un contatto con la parte superiore delle
impegnativa, considerando anche che abbiamo già nelle gambe
scarpe, provocando delle vesciche. Per fortuna mi accorgo prima
oltre 60 km. Dopo pochi chilometri, nonostante un caldo
e avendo nello zaino un nastro da taping, mi fermo, svuoto le
impressionante che supera i 40 gradi, si alza una tempesta di 26
sabbia, che ci mette in difficoltà sia perché si fa fatica a vedere il
presenti, da Striscia la Notizia, Sky sport 2 e Icarus, la Scuola
tracciato ma anche perché gli occhi soffrono tremendamente e gli
Italiana e tutto il movimento del nordic walking avrà un’ulteriore
occhiali, nonostante diano almeno la possibilità di tenere gli occhi
visibilità. In quest’avventura ho imparato una cosa importante:
aperti in parte, non riescono comunque a sigillare e riparare gli
mai come adesso ho capito l’importanza della freschezza
occhi. La tempesta è fortissima e durerà per tutti i 42 chilometri.
dell’acqua, dell’essenzialità delle cose semplici e della
Passo davanti a un gruppo di tende dove un pastore è avvolto in
straordinaria adattabilità del corpo umano a tutte le situazioni
una coperta, immobile che controlla un gregge di capre, un
impreviste. Ma stasera, con Silverio ci aspetta un ultimo tramonto
dromedario legato ad una pianta, con sopra uno sparviero in
sul Sahara da documentare e da condividere con voi domani, con
cerca di una preda, ma l’occhio mi cade sotto un cespuglio, dove
il sole che tramonterà oltre l’orizzonte e che con la luce, si porterà
vi sono due bellissimi cani, perfettamente mimetizzati con la
dietro anche il grande mistero dell’universo.
bianca sabbia. Dopo 8 ore sono all'arrivo di Douz, la città posta
Gallery
nell’omonima oasi, conosciuta anche come la porta del deserto. Si conclude la 100 km del Sahara, con una giornata ancora una volta impegnativa, dove caldo e vento ci hanno messo a dura prova, abbiamo attraversato ogni tipo di situazione, con dune rosse e altissime, infinite steppe e bianche sabbie cristalline. Un percorso, quello di quest’anno impegnativo anche per i runners, in quanto il programma, rispetto alla precedenti edizioni, è stato ridotto di un giorno, mantenendo però inalterata la distanza. Un’organizzazione, quella di Adriano responsabile di Zitoway e di uno staff affiatato che ha saputo affrontare al meglio tutte le situazioni. Ben sei istruttori della Scuola Italiana hanno partecipato a questa 100 km del Sahara, oltre al sottoscritto vi erano con me Silverio Valerio, Luca Zaramella, Francesca Marchioni, Giovanna Previtali e Marco Giancane, a dimostrazione della continua evoluzione e della ricerca di sempre nuove proposte ed avventure. Inoltre, considerando le molte televisioni 27
L’ULTIMO TRAMONTO SUL SAHARA
Ammirando l’ultimo pezzo di sole che scompare, penso che di
Ormai è sera e i pochi attimi che precedono il tramonto mi
questi giorni non mi sono perso nemmeno un attimo, gli ho vissuti
risvegliano il cuore, è un richiamo che non controllo, è una voce
intensamente, dormendo poco ma ricevendo tanto, ai pochi
profonda che ancora una volta mi dice “guardami”. Con passi
momenti di riposo ne ho preferiti altri per raccogliere emozioni, ho
decisi salgo la piccola collinetta e con riverente rispetto attendo
attraversato parte del deserto più bello del mondo con il solo
che inizi lo spettacolo. È l’ultimo tramonto che vedrò nel Sahara
aiuto dei miei passi e dei bastoncini, in una camminata
ed è anche il momento che divento sognatore. Il sole, questa
impegnativa che ha messo a dura prova la mia resistenza ma mi
magica palla che regola la vita sulla terra, che con i suoi raggi non
ha arricchito molto il cuore e la mente , dandomi la possibilità di
solo la illumina, ma alimenta tutti gli essere viventi e le piante, sta
entrare nell’anima di uno dei protagonisti indiscussi della terra, il
tramontando. In pochi attimi, come ogni sera da miliardi di anni,
deserto, luogo di meditazione e cammino interiore, quel lembo
esce di scena, per dar spazio a quei momenti di vita che
infinito di terra che tanti temono, ma che in realtà è un grande
dovrebbero scorrere lenti, al riposo di tutte le creature. Mi fermo e
maestro di vita. Giro le spalle al tramonto e con un sottile filo di
mentre il mio sguardo è rapito dalla sua bellezza e dai colori che
voce dico: “Silver, la porta del deserto chiudila tu”…
crea con i suoi raggi, rivivo la magia di quest’avventura a piedi nel deserto, e, come in un film scorrono veloci ma forti e nitidi i fotogrammi e con loro arrivano le emozioni vere. Rivedo la mia mano che, sprofondando nella calda sabbia raccoglie la rosa del deserto, un miracolo fatto di sabbia pietrificata, ripenso ai momenti dell’alba e del tramonto con quella palla di fuoco che può dare e togliere la vita, al vento e alla tempesta di sabbia che in un attimo ti possono mettere in seria difficoltà, ai quasi cinquanta gradi di caldo, che in quel labirinto di dune senza vita diventavano un inferno, ai sorrisi di soddisfazione dei miei compagni di avventura al termine di ogni giornata di cammino, e, infine, a quel bene prezioso che è l’acqua che dopo questa esperienza guarderò ancor di più con rispetto e ammirazione. 28
IL GRANDE MISTERO DELLA VITA Tre giorni fa ero nel cuore del deserto del Sahara , al livello del mare, mentre oggi sono salito sulle Dolomiti, al Cristo pensante, con i suoi 2.333 metri di altezza. Due opposti, sconfinate dune di sabbia dorata e imponenti cumuli di neve, ma vi era un filo conduttore comune, nel Sahara, dove la vita è impossibile, ho incontrato un fiore giallo e oggi, sulle Dolomiti, circondato da metri di neve, un gruppetto di fiori rosa di rara bellezza. Fiori che di norma fioriscono a luglio ed invece, erano li, incredibilmente belli e incredibilmente fuori tempo, ma c'erano. Mi hanno fatto pensare a come la natura può ribaltare le regole, a come il vento e il sole possono dare e togliere la vita, a come il cuore si nutre di queste visioni semplici, a come nessuno ha saputo dare una risposta sul mistero della vita. Penso a Platone che già tremila anni fa diceva "nessuno è in grado di dimostrare che il tempo in cui esistiamo sia la vita o la morte". Io sono convinto che la risposta si possa solo trovare in questi piccoli incontri, in queste situazioni dove la resilienza supera i limiti della conoscenza. A voi la risposta al grande mistero della vita… 29
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ALPINISMO
SOGNARE A OCCHI APERTI
di Giorgio Scuri
SALITA AL MONTE MADONNINO
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A volte, prima di dormire, mi capita di sognare a occhi aperti e immaginare le montagne che vorrei scalare. L’altra notte ho sognato il monte Madonnino, una cima di 2.502 metri nella conca del Calvi, una delle zone delle Orobie bergamasche più belle e affascinanti. Decido di trasformare il sogno in realtà. Sveglia puntata alle 6,30, colazione, un saluto a mia moglie e a mio figlio e parto. Raggiungo Carona e lascio l’automobile parcheggiata al curvone, imbocco il sentiero e comincio a salire con passo spedito. Arrivo a Prato del Lago (1.655 m) dove il terreno è ancora ricoperto di neve e incontro due camosci, tranquilli, che sembra vogliano salutarmi saltando da un masso all’altro. Io ricambio il saluto e li guardo scomparire lungo il pendio. Giunto alla diga del lago Fregabolgia, vedo tre alpinisti che attaccano il canalino del monte Cabianca. La voglia di seguirli è forte ma, istintivamente, sento che il Madonnino mi chiama e proseguo nel mio progetto. Mi sento costretto ad accelerare il passo, la temperatura si sta alzando e non devo tentennare perché da qui in avanti la neve aumenterà. Davanti a me si presenta uno spettacolo immenso: tutte le “mie” montagne, bianche, splendide, che mi guardano e io, con rispetto, le contemplo. Mantenendo il ritmo, arrivo al passo della Portula, a 2.273 m, spartiacque tra la valle Brembana e la valle Seriana; da qui, ramponi, imbraco e piccozza saranno gli strumenti indispensabili per la salita verticale. Passo
Prato del Lago 32
dopo passo, lungo una linea immaginaria, risalgo immerso dentro tanta neve, “accompagnato” da qualche piccola slavina che sento staccarsi; è lontana, sono tranquillo e proseguo senza preoccupazioni. In prossimità della cima incontro creste di neve e cornici imponenti ma stabili. Alle 11 e un quarto raggiungo la cima, soddisfatto, e dopo una breve preghiera alla statua della Madonna posta sullo scollino a oltre 2.500 metri, ringrazio Lei e le montagne per questo prezioso regalo. Scendo, facendo molta attenzione perché la neve adesso è cambiata, la sento molto più molle e si sprofonda. Resto concentrato: sbagliare è molto pericoloso. Tutto va per il verso giusto e, abbassandomi di quota, con l’animo più tranquillo, termino la discesa e raggiungo la macchina, desideroso di poter tornare a casa in fretta per abbracciare i miei tesori e condividere con loro questa esperienza, pronto per sognare di nuovo, a occhi aperti.
La cascata Val Sambuzza
Gallery 33
Giorgio Scuri, alpinista e istruttore federale di sci alpino, è promotore del progetto alpinistico IL MONDO VERTICALE PER LE MALATTIE RARE, che tra luglio e agosto, lo vedrà impegnato nella ascensione del Monte Bianco lungo la via normale da Courmayeur (con il supporto di una Guida Alpina) e del Monte Cervino, partendo da Zermatt. L’impresa ha lo scopo di sensibilizzare l’attenzione verso la ricerca scientifica delle malattie rare, e di contribuire alla raccolta fondi a sostegno delle Onlus che aiutano i pazienti colpiti da queste forme degenerative.
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SCIALPINISMO
CON GLI SCI ALLA PUNTA KENNEDY
di PercorsiMTBvalbrembana.it
ALTE VETTE DELLA VALMALENCO
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Splendida gita scialpinistica in Valmalenco, con obiettivo una delle più belle cime della zona: la Punta Kennedy con i suoi 3.295 m, fa parte della corona di montagne che chiude questa vallata di notevole bellezza paesaggistica. Parcheggiamo l’auto nel caratteristico paesino di Chiareggio, 1.612 m, da dove scendiamo andando ad a t t r a v e r s a r e i l p o n t e s u l fi u m e M a l l e r o ; imbocchiamo il largo sentiero estivo che salendo lungo un versante boscoso, porta comodamente al Rifugio Porro-Gerli a 1.965 m, situato all’inizio di un aperto pianoro. Continuando nell’ampio vallone fra le alte morene laterali, ci troviamo sulla Vedretta del Ventina; una volta giunti ai piedi del Pizzo Cassandra, pieghiamo decisamente a destra, dove rimontando alcuni gradoni siamo nel tratto più suggestivo dell’escursione, in un ambiente severo di alta montagna. Zigzagando con attenzione fra seracchi e profondi crepacci, raggiungiamo il catino superiore, dirigendoci verso la selletta posta fra la Punta Kennedy, 3.274 m, a destra e la cima quotata 3.295 m a sinistra. Con gli sci ai piedi guadagniamo la vetta, catturando una particolare e ravvicinata panoramica sull’imponente versante nord del Monte Disgrazia; con una strepitosa sciata ripercorriamo l’itinerario di salita, ritrovandoci soddisfatti fra le case di Chiareggio. Gallery
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Guarda il video
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ESCURSIONISMO
LA CATENA ATLANTE
di Carles Gel
NEL CUORE DELLE MONTAGNE DEL MAROCCO
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La catena montuosa Atlas si estende per
giornata di sole invernale. Dal 2008 non
loro genere. Ciò nonostante, continuo a
oltre 2.200 chilometri di lunghezza, lungo
ho più smesso di andare altre volta
essere attratto dall’irrinunciabile istinto di
il Marocco, l'Algeria e la Tunisia, i tre
all’Atlas, ispirato dal richiamo di queste
esplorazione e, soprattutto, dal mio
paesi del Nord Africa. Tuttavia, è in
magiche montagne, sia d’inverno, sia
spirito libero e avventuroso, e ho
Marocco, dove la dorsale acquista il suo
d’estate, sommando circa 30 viaggi e 25
dedicato alcune spedizioni invernali alla
massimo splendore, espressione e
ascensioni al Toubkal, quattro di queste
ricerca di ogni angolo sperduto e
dimensione. Il Grande Atlas marocchino
in pieno inverno. Nel corso degli anni, ho
nascosto del Grande Atlas, percorrendo
si estende per 800 chilometri di grandi
accompagnato diversi clienti a scoprire
valli sperdute, ignaro che avrei potuto
montagne. Per chi non conosce questi
l’amore per queste montagne, uniche nel
trovare itinerari sconosciuti e lastre di
luoghi, possiamo dire che questa parte di catena riunisce oltre 600 vette che superano i tremila metri di quota e una ventina di cime di oltre quattromila metri, come il Jbel Toubkal, con i suoi 4.167 m di altitudine, la montagna più alta dell’Atlante e di tutto il nord Africa. Ho scoperto l’Atlas nel 1999, verso la fine di dicembre, quando secondo millennio stava per concludersi e il freddo e la neve ricoprivano queste montagne. Salii il Toubkal due volte, consecutivamente, e feci una scalata solitaria all’Aiguille d'Ouanoukrim (3.870 m), un monolite roccioso e verticale, scarsamente frequentato. Tornai a rivedere l’Atlante nel gennaio 2005, quando accompagnai due clienti sul Toubkal, in una splendida
La valle di Imlil, porta di ingresso al massiccio Toubkal 40
roccia compatta e brillante sotto il sole
Senza complicarsi la vita, la cosa migliore
montagne che meritano di essere scalate,
del Marocco. Questa è stata la mia più
di questa montagna è seguire un
come il Ras (4.083 m) e il suo vicino più
grande ricompensa, un tesoro da
itinerario, risalendo da una valle all’altra,
prossimo, il Timezguida (4.089 m).
condividere con amici e storici compagni
combinando varie ascensioni come, per
Queste sono due delle quattro più alte
di tante avventure. Queste fatiche mi
esempio, il Toubkal est, l’Imouzer e il
vette dell'Atlante. Vicino, si innalzano le
hanno reso felice; felice di poter
Tibherine, i primi due di 4.000 metri.
quattro cime del Bou Ouzzal, tutte
ripercorrere i sentieri verso cime così
Lungo il massiccio si trovano altre grandi
superiori a 3.800 metri. Nelle vicinanze si
poco frequentate, aprendo nuove vie di arrampicata, invernali ed estive. Una cosa è vera: se non si nasce con lo spirito di esplorazione, certe cose non le si faranno mai. Non esiste una via di mezzo. L'Atlante presenta infinite opportunità per la pratica di alpinismo, sci alpinismo, arrampicata ed escursionismo e, ancor più, per l'esplorazione e la scoperta. Concentrandomi sul magnifico massiccio del Toubkal, spiegherò come questo sia un luogo emozionante per la pratica dell'alpinismo. Le montagne sono spesso molto ripide e verticali. Tuttavia, le vie normali sono facili e ancora molto bella. Il To u b k a l ( 4 . 1 6 7 m ) , s i p u ò s a l i re tranquillamente, in poco più di 2.30 ore, dal rifugio CAF (Club Alpino Francese) del Toubkal a 3.207 m, o dal rifugio Toubkal Les Mouflon, poco distante dal primo.
Prima nevicata di stagione al Ras 41
trova la piramide del Akioud, più di 4.000 metri, difficili e impenetrabili. Tuttavia, il suo normale percorso non presenta difficoltà superiori al secondo grado. Questo è una delle migliori salite del massiccio. Nelle immediate vicinanze del Toubkal, si innalzano altre cime meravigliose: la Jbel Oukaimeden e i suoi bordi, l’Angour e le sue imponenti pareti verticali, l’Aksoual con una parete di 1.600 metri di dislivello, l'incredibile piramide Hadj e altre montagne infinite. Voglio ripeterlo ancora una volta: l’Atlante è un luogo magnifico e diverso dagli altri, un 4.000 abbordabile e pieno di mistero. Un mondo, quello berbero, ricco di fascino. Gallery
Carles Gel Expedicions organizza tutti i tipi di attività durante tutto l'anno nelle montagne dell'Atlante, al Toubkal, al Mgoun, nelle Gole del Todra, e nel deserto. Carles Gel (50 anni) nato a Vilassar de Mar, vive a Ribes de Freser, nei Pirinei. É guida di alta montagna istruttore di sci di fondo e alpinista professionista. Appassionato scrittore, ha pubblicato trentotto libri. Nel corso della sua carriera, ha realizzato 60 spedizioni alpinistiche e polari. Ha visitato le più importanti montagne del mondo: Everest, Manaslu, Cho Oyu, Pico Lenin, Mckinley, Elbrus, Aconcagua, Illimani. Appassionato dell’Artico, ha inoltre realizzato diverse spedizioni polari: in Groenlandia senza assistenza e con gli sci, nel Mar Baltico in solitaria in inverno (1ª mondiale), in Lapponia da Sud a Nord in inverno. Guida specialista dei Pirenei, dove ha scalato più di novemila montagne, ed esperto della catena montuosa Atlas.
Monte Ras, 4.083 m 42
VOLO LIBERO
IL TRIANGOLO DELLE OROBIE
di Costantino Molteni
100 KM IN PARAPENDIO SULLE MONTAGNE BERGAMASCHE
43
Il volo di sabato 24 maggio nasce in realtà due anni fa quando, quasi per gioco, provai a disegnare sulla cartina delle Orobie un volo nuovo, un giro che ancora non fosse stato fatto da nessuno e che consentisse di sorvolare il cuore delle “nostre” montagne. Il requisito principale del circuito dovevano essere la lunghezza: oltre i 100 km, con partenza e arrivo da Valcava, il decollo prediletto da molti di noi. Il tipo di percorso è un triangolo quasi perfettamente equilatero, considerato generalmente come il tipo di task più impegnativo. E, piano piano, il percorso prende forma: decollo da Valcava, prima “boa” sul Monte Pegherolo, lungo la cresta che divide Mezzoldo da Valleve, poi dritti lungo lo spartiacque tra Orobie e Valtellina, passando in rivista il Passo San Marco, il lago di Valmora, i Piani dell’Avaro, il Pizzo dei Tre Signori. Da qui, giunti all’estremo nordovest delle Orobie bergamasche, si scavalca lo Zucco di Cam entrando in Val Biandino, sede di remoti alpeggi nel comprensorio della Valsassina. La Valsassina viene percorsa nella sua interezza verso ovest, sino a giungere all’Alpe Giumello, sui cui contrafforti quasi a strapiombo sul Lario si pone la seconda boa. Da li il rientro verso Valcava in direzione sudest, sulla direttrice Grigne, Resegone, Camozzere prima di atterrare a Caprino. Una volta ideato il volo, la parte difficile era attendere pazientemente che si presentassero le condizioni meteo ideali. Le Orobie sono un terreno “difficile” per andarci a volare: montagne molto alte, molto umide, troppo vicine alla pianura padana. Questi tre aspetti spesso congiurano rendendole troppo inclini ai temporali e a sviluppi nuvolosi a quote troppo basse. Inoltre in ampi tratti le
Armando in volo 44
vallate sono strette, ventose e quasi totalmente prive di potenziali
Torcole, sopra Lenna. Da qui in poi la traccia diventa impegnativa
atterraggi di fortuna. Per affrontarle in sicurezza occorre una
perché le condizioni diventano più forti, gli atterraggi
giornata con atmosfera molto secca in quota, poco vento e aria
scarseggiano ed è vietato sbagliare. Dalle Torcole seguiamo la
“frizzante” per poter contare su potenti correnti ascensionali,
linea di cresta sino al Pegherolo; prima boa raggiunta in perfetto
cumuli dalle basi sempre sopra le creste e nessun rischio di
orario sulla tabella di marcia con il gruppo sgranato in due
temporali. Finalmente l’occasione si presenta: mercoledì 21
tronconi: Stefano e Matteo a condurre, il resto del gruppo
analizziamo le carte meteo per il week end in arrivo e non pare
compatto e leggermente attardato. Il secondo lato è molto lungo
vero: sabato è la giornata giusta. Il giorno dopo parte il tam-tam
e molto tecnico, presenta qualche difficoltà. Se per molti il
tra i piloti e in breve si organizza il “trenino”, cioè un gruppo di
problema è solo volare veloci e non farsi aspirare dai cumuli, un
piloti che decolla insieme con l’intento di cooperare a far si che il volo programmato sia portato a termine. Il bus navetta che porta in decollo registra il tutto esaurito. Saremo in 8 a decidere di tentare effettivamente la trasvolata delle Orobie occidentali, quasi tutti per la prima volta. Le condizioni meteo sono quelle ideali, il cielo è punteggiato di pacifici batuffoli di vapore acqueo, poco vento, ascendenze generose. Si parte. Il percorso è stato studiato nei dettagli, a tavolino: il primo tratto Valcava – Resegone è ultra-collaudato. Poi, superata la vetta ci dirigiamo verso la Costa del Palio, in Valle Imagna. Sopra Fuipiano si fa la massima quota, 2.200, per poter raggiungere in planata il Cancervo, con il suo inquietante orrido. Guadagniamo nuovamente i 2.200 m di quota e attraversiamo la valle in direzione delle
La parete nord del Resegone 45
paio di “vagoni” si troveranno invece bassi tra la Valmoresca e la
alla planata verso l’atterraggio. È la ciliegina sulla torta: 8 piloti
Val Stabina e dovranno tirare fuori le unghie per superare il
partiti, 8 voli da oltre 100 km, per molti, se non per tutti, il più bel
momento di difficoltà e recuperare la quota e il tempo perduti.
volo di sempre, tutti rientrati alla base. Un lavoro di squadra
L’ingresso in Valsassina, se da un lato ci fa abbandonare gli
innestato in uno sport individuale, una rivalità che è solo con se
impareggiabili scenari delle alte Orobie, dall’altro è un sollievo
stessi e con i propri limiti, un risultato quasi incredibile. Il
perché significa la fine del tratto inatterrabile. Si vola molto veloci
coronamento di una scrupolosa preparazione, di un’avventura
e tutto il gruppo si ricompatta nei pressi della seconda boa, il
che ha cementato le amicizie, riempito gli occhi di impagabili
Monte Croce di Muggio o Alpe Giumello. Ora ci aspetta uno dei
meraviglie e mostrato a ognuno qualcosa di come siamo fatti
tratti più impegnativi del volo: lo scavalco della Grigna. Infatti, da
dentro.
Pian delle Betulle è necessario portarsi sul versante ovest delle
Gallery
Grigne. È un passaggio difficile, richiede solitamente molta quota, ben più di quella che sembra possibile oggi. Ma la giornata è magica, e la confluenza delle brezze di valle regala una linea di ascendenze che attraversa la piana sopra Cortenova, proprio dove serve a noi, segnalandocela per di più con una strada di cumuli. È fatta, una volta arrivati al Sasso dei Carbonari, sotto il Rifugio Brioschi, sappiamo in cuor nostro che ormai le difficoltà sono finite e chiuderemo il giro. Arriviamo a base cumulo a 2.300 m sopra il bivacco Ferrario in Grignetta, planiamo sui piani d’Erna, rifacciamo quota al Resegone e ormai basta una lunga planata verso l’atterraggio col sole che tramonta a tingere di rosso i cumuli che, fedeli compagni, ci hanno scortato per tutta la giornata. Nel giro di una manciata di minuti atterriamo in tanti, ci contiamo, ne manca uno, con il quale non riusciamo ad avere nemmeno un contatto radio, e ormai sono quasi le 19. Pochi minuti dopo finalmente il microfono gracchia: è Antonio che ci comunica di essere riuscito a rifare quota e di essere prossimo
Sopra il rifugio Azzoni - Resegone 46
I PROTAGONISTI, LE LORO VOCI
Costantino Molteni, “il Costa”, 45 anni. Pilota di parapendio dal 1989. Esperto di meteorologia applicata al volo libero, amo il volo di distanza vissuto senza ossessioni di record o chilometri ma come sfida con se stessi e i propri limiti, che a volte vanno superati ed altre volte accettati, serenamente.
Sergio Nestola, “il Tattico”, anni 50 e pilota dal 1994, istruttore VDS con Diego Servalli c/o scuola di parapendio Aec Monte Farno parapendiomontefarno.it Una passione diventata professione, consacrata dalla profonda emozione che voli come questo ti donano, senza però nulla togliere al piacere di una planata serale con gli amici di sempre. La magica sensazione di un lenzuolo multicolore, fedele compagno di vagabondaggio nei cieli e massima espressione di libertà, sapientemente mixata all'intensità di un abbraccio e una birra una volta atterrato, condivisa con chi vive la tua stessa passione e la consapevolezza di quanto il volo, abbia il potere di accrescerci interiormente anche cento volte più di quanto si possa pensare. Cento, quasi quanto i km macinati nelle nostre amate Orobie in questa ennesima indimenticabile avventura
Gianfranco Quercia, volo da 25 anni, iscritto al club Monte Farno. 24 maggio, trovarsi in decollo con tanti amici, per me era già un'emozione grande, perché a causa del mio lavoro rare volte sono libero i fine settimana. Mai avrei pensato che questo si traducesse in una catena di emozioni simili, ho festeggiato le nozze d'argento col volo libero con un'impresa bellissima e con un gruppo fantastico, non posso dire cosa ho provato perché lo sto ancora vivendo, la vera sensazione è felicità assoluta.
Antonio Trogu. Volo ormai da 25 anni e il volo di cross è da parecchio un'ambizione. Negli ultimi anni ci si è spesso trovati tra amici a sognare su voli incredibili e a studiarne cartine e passaggi particolari. Abbiamo un meteoman che Bernacca gli fa un baffo, azzeccato il giornatone giusto dietro suo consiglio, il resto è stato (quasi) solo il piacere di realizzare quanto avevamo studiato (con qualche “somarata” comunque). Partiti in 8 arrivati in 8 per la specialità del cross country è già un bel risultato, di solito qualcuno non riesce a chiudere il giro, se poi il giro è da 100 Km, i giorni successivi si cammina due metri sopra il suolo, anche senza vela.
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Armando Ferrario Club Monte Farno. Volo da 16 anni e questo è stato il volo migliore che abbia mai fatto. È stato per me bellissimo ma molto impegnativo anche perché non avevo mai volato in almeno l'80% del percorso fatto. A 4 giorni dall'evento anche se impegnato in ufficio continuano ad emergere le emozioni provate. Ho fatto qualche gara ma preferisco di gran lunga il volo di cross soprattutto se fatto con gli amici. Spero di poter partecipare ai prossimi tentativi già ideati e in parte pianificati per allargare il giro di qualche chilometro.
Stefano Maggioni, 39 anni, volo in parapendio dal 2005. Club Orobica Volo Libero. Una memorabile prestazione collettiva. Volare insieme sullo stesso percorso non è semplice per svariate ragioni, ma offre molti vantaggi: è motivo di maggiore serenità psicologica e offre maggiori soddisfazioni. Lo spirito di condivisione è essenziale. Un volo di gruppo rafforza il legame tra i piloti; inevitabilmente ci si ritrova a parlarne, a condividere le emozioni, a scambiarsi i punti di vista, questo oltre che un ulteriore divertimento è anche una preziosa occasione di confronto e di crescita come piloti. Sfruttare le correnti ascensionali per riguadagnare ogni volta la quota necessaria a proseguire, farlo ogni volta in un panorama diverso e sempre più bello è una sensazione meravigliosa che forse può essere immaginata, ma non sarà mai come averla vissuta in prima persona. È affascinante trovarsi in volo a compiere una virata stretta dentro una termica potente mentre tutt’attorno si apre una vista splendida su cime ancora imbiancate, pareti di roccia possenti, boschi, pinete e laghi. Il sorriso viene spontaneo ogni volta che torno a ripensare al volo compiuto o quando ho un minuto per fermarmi a immaginare i prossimi voli che verranno!
Matteo Piccoli, 47 anni, volo in parapendio dal 1989, Club Scurbatt - Suello. Un volo come questo è un volo da ricordare per tanti motivi: è stato progettato, non è frutto del caso ma di una pianificazione, per scegliere il percorso e per scegliere la giornata in cui effettuarlo. È frutto del lavoro di gruppo, diversi piloti, di diverse zone di volo e diversi club, diversa esperienza che si sono uniti per un progetto comune. È stato portato a termine da tutti quelli che lo hanno iniziato, e in un volo così lungo e complesso non è per nulla scontato. È un volo nuovo, che apre nuovi percorsi e possibilità nelle nostre bellissime Orobie. E, soprattutto, mi ha lasciato dei ricordi e delle immagini fantastiche!
Filippo Gallizia. Personalmente ho goduto moltissimo il volo di gruppo e mi scuso solo di essere scappato via sul secondo lato con la mediocre scusa di essere stato aspirato da cumulo di turno che mi ha depositato di fronte al pizzo L'ho pagata poi nel traverso della Valsassina che ho dovuto ripetere come uno scolaretto somaro. Poi tutto il terzo lato fra versante Grigna, vista lago e meta nel mirino è stato davvero impagabile. Non esagero a dire che si tratta di una delle linee di volo più belle del pianeta. Che dire d'altro? Nulla se non complimentarmi, ringraziare e invitarvi quando volete per un volo nella mie zone del cuore in Ossola dove i progetti non mancano.
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FERRINO
GARMIN
49
ASOLO
SMITH
COLUMBIA
PATAGONIA
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SALICE
NORRØNA
MIZUNO
VIBRAM FIVEFINGER
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GARMIN
vita imbottiti ed ergonomici in tessuto reticolare traspirante,
Il nuovo Forerunner 15 è un GPS sport watch da polso leggero,
fascia a vita con ali amovibili per l'utilizzo con l'imbracatura.
bello da indossare e facile da usare sin dalle prime uscite.
Tasche con accesso frontale al corpo dello zaino, tasca sul
Disponibile in diverse varianti colore sarà un compagno per la
cappuccio, tasca di sicurezza, taschino su fascia a vita, tasche
quotidianità, grazie anche alle funzioni vivofit che sono state
laterali a soffietto, porta sonda/pala. Disponibile con corpo
integrate. Di facile e immediato utilizzo, Forerunner 15 rileva
estensibile (+5 lt), porta sci laterali, due porta piccozza, asole
distanza percorsa (compresi i record personali raggiunti),
porta materiali esterne, interne e su fascia a vita, nastro di
velocità/passo corrente, frequenza cardiaca e da questi dati,
compressione laterali, nastro porta corda sotto il cappuccio,
anche quante calorie sono state bruciate durante l’allenamento.
compatibile H2 bag, nastri porta racchette/snowboard amovibili,
Infatti, per tenere costantemente informato chi lo indossa sullo
cinturino pettorale con fischietto d'emergenza, istruzioni SOS.
stato della propria forma fisica, grazie all’accelerometro integrato,
Uno zaino ricco di dotazioni a un ottimo prezzo: 101,50 Euro.
Forerunner 15 indica il numero di passi compiuti durante la giornata, la distanza percorsa e le calorie consumate. Segnala sul
SMITH
display se sei seduto da troppo tempo dando
la giusta
L’occhiale Pivlock V90 dispone di un sistema di proprietà asta/
motivazione ad avere uno stile di vita quanto più attivo e sano
cerniera, in attesa di brevetto, integrato in quella che è può
possibile. Forerunner 15 può essere utilizzato in abbinamento a
essere solamente descritta come la mascherina sportiva
una fascia cardio (opzionale) per registrare la propria frequenza
intercambiabile più leggera al mondo. Sia le aste che il nasello si
cardiaca durante qualsiasi attività fisica si stia svolgendo. 149
rimuovono. La lente del Pivlock V90 Max è più grande rispetto a
Euro - con fascia cardio, 179 Euro
quella del Pivlock V90. Questo comporta una migliore copertura, eccellente ventilazione e una maggiore protezione dagli elementi
FERRINO
esterni. Il morbido e idrofilo Megol posizionato sui terminali delle
TRIOLET 48+5 è lo zaino da alpinismo con particolari
aste e sul nasello assicura un fitting perfetto anche in condizioni
accorgimenti tecnici ed ergonomici che ne fanno un prodotto di
avverse. facilmente, rendendo il cambio lente l’operazione più
elevata qualità adatto a tutte le attività alpinistiche. Dorso ACT,
semplice di sempre. Lenti Carbonic TLT intercambiabili, nasello e
pannello dorso amovibile rinforzato con barra in duralluminio
aste in materiale Evolve, curvatura in base 7, rivestimento idro-
modellabile, regolazione superiore spallacci, spallacci e fascia a
oleofobico. 109 Euro
52
VIBRAM FIVEFINGER
PATAGONIA
Vibram® FiveFingers® ha pensato a una calzatura per gli
Il leggero tessuto doppio elasticizzato della giacca Simple Guide
appassionati di trekking alla ricerca di una scarpa innovativa: la
Hoody offre un incredibile livello di robustezza ed è stato
rivoluzionaria TrekSport Sandal. Le straordinarie doti di
concepito per resistere a vento e neve e per essere traspirante al
traspirabilità consentite dalla tomaia forata garantiscono
punto giusto. Il cappuccio è regolabile in 2 punti, è compatibile
freschezza anche nelle giornate estive più afose. Si tratta del
con il casco ed è dotato di visiera laminata per una visibilità
primo sandalo sportivo che unisce la funzionalità delle dita
ottimale in condizioni di maltempo. Le tre tasche con zip
separate alla tecnicità delle scarpe Vibram® FiveFingers®. Grazie
consentono di riporre al sicuro gli oggetti essenziali; i polsini con
alla suola Vibram® Trek realizzata in gomma “Multitrek” e un
chiusure a strappo e il cordoncino nell'orlo garantiscono la tenuta
design creato per offrire ottima trazione su qualsiasi tipologia di
anti-vento e riparano da neve e maltempo. 140 Euro
superficie, questo sandalo soddisferà anche i trekker più esigenti. 120 Euro
SALICE Presentato tra grandi consensi, il casco Bolt di Salice, 100%
ASOLO
Made in Italy, viene riproposto in due nuove versioni grafiche:
Le comodità di una scarpa da approach leggera unite alle
White e Arancio con dettagli che richiamano la trama del
performance delle migliori calzature da alpinismo. La sua tomaia
carbonio. Dal peso piuma inferiore ai 280 grammi, è stato
in pelle scamosciata idrorepellente mantiene il piede sempre
sviluppato per offrire la massima protezione possibile grazie alla
asciutto, senza compromettere la traspirabilità; per questo Salyan
tecnologia costruttiva In-Moulding che prevede l’accoppiamento
è adatta anche per le stagioni più calde. Grazie al peso ridotto, la
della calotta interna e quella esterna in policarbonato. Una
calzatura è perfetta per essere trasportata direttamente
soluzione che aumenta l’assorbimento e la distribuzione dell’urto
nell’imbracatura da arrampicata. Inoltre, gli accorgimenti tecnici,
in caso di caduta. Dotato di
come il puntalino in gomma e il battistrada che assicurano
garantiscono ottima ventilazione e traspirabilità durante l’utilizzo,
precisione nella fase d’arrampicata o l’allacciatura asimmetrica
è provvisto di imbottitura con rete anti-insetti removibile e
fino alla punta, che permette una calzata personalizzata, ne fanno
intercambiabile. Costruito in una unica taglia (54/ 60) il casco
uno dei modelli più apprezzati della collezione. 140 Euro
Bolt è dotato di sistema antiscalzamento con regolazione
25
fori di aerazione che
53
micrometrica del rotore posteriore che permette il migliore fit una
scaldamani, cappuccio antipioggia protettivo. Studiata per un fit
volta indossato. Omologazione: EN1078. Peso: 279g. 110 Euro
perfetto e personalizzato al femminile e al maschile, il look easy e quasi un po’ grezzo si sposa con i colori decisi, rendendo il capo
COLUMBIA
bello, robusto e funzionale, capace di proteggere con efficacia
La T-shirt tecnicaZero Rules™da uomo e donna super-
nelle giornate primaverili, per l’outdoor, il tempo libero, i viaggi.
raffreddante è elasticizzata, morbida e leggera e dispone di
149 Euro
protezione solare e della tecnologia di raffreddamento leader di settore OMNI FREEZE ZERO, che reagisce con il sudore per
MIZUNO
abbassare la temperatura del materiale e mantenervi freschi
Le nuove scarpe per la corsa off road dall’azienda giapponese
durante le intense attività aerobiche dinamiche. Omni-Freeze
sono studiate per trail runner che cercano leggerezza e feeling
Zero è la prima tecnologia al mondo che grazie allo sfruttamento
con il terreno, senza dimenticare supporto e ammortizzazione. Il
del sudore, amplifica il naturale processo di raffreddamento del
modello di punta, Kazan, si caratterizza per un peso contenuto di
corpo per generare un reale abbassamento della temperatura.
280 grammi grazie all’intersuola in U4ic, tecnologia che consente
Questo avviene perché all’interno del tessuto sono stati
un notevole alleggerimento della calzatura e le rende ottime per
incorporati piccoli cerchi visibili per concentrare un agente
trail intensi e veloci. La seconda tecnologia Mizuno per il trail è
refrigerante direttamente a contatto con la pelle. Ideale per
l’XtaticRide, che ha permesso di sviluppare delle scarpe che si
affrontare attività sportive, dal momento che la sudorazione è più
adattano alla perfezione alle asperità del terreno. Il Concave
abbondante, può essere in ogni caso utilizzato nelle giornate
Wave riduce l’impatto anche sui terreni sconnessi, e grazie alla
estive particolarmente calde e afose per beneficiare dei suoi
particolare forma a X consente al tallone e all’avampiede di
effetti e sfruttarne le proprietà. 35 Euro
muoversi indipendentemente permettendo così una transizione dal tallone alla punta del piede più fluida.La speciale costruzione
NORRØNA
di suola e intersuola in X-Lugs permette infine massima tenuta e
Una giacca in cotone organico e leggero, dallo stile retrò con un
grip multidirezionale anche su terreni molto irregolari. Ottimo il
design classico rivisitato con dettagli contemporanei. La giacca
flex in torsione, che rende questa scarpa veramente efficace
Anorak è fatta in pureorganic cotton, antivento, resistente e
durante la progressione in salita. 125 Euro
morbido
I dettagli comprendono tasca a marsupio, tasche
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Colophon Direttore Responsabile: Marco Spampinato Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Pino Dellasega, Carles Gel, Gianpietro Giupponi, Antonio Masucci, Costantino Molteni, Davide Novali, Giorgio Scuri Rivista mensile Autorizzazione Tribunale di Bergamo n.27 del 30.08.2006 prealpi.wordpress.com - mail.prealpi@gmail.com TURISMO EDIZIONI - via Pio XII, 1 - 24044 Dalmine - Bergamo Redazione: tel. +39 349 7177035 - fax +39 035 19962633 Progetto editoriale e-book sviluppato in collaborazione con officinadanova Concessionaria per la pubblicità: Sport Outdoor Network - info@sportoutdoornetwork.it Antonio Masucci - cell. 333.3632366
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