Prendi il gatto per la coda

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Roberta Migliaccio

Prendi il gatto per la coda


Prologo


Già correvo dietro mille fantasie e sogni ormai di ieri. Ero perso in mille miei pensieri, in tremende fantasie, venute fuori da quel libro di poesie. Fan girare la testa anche al più stupido cristiano, che reclama invano. Mi hai lasciato solo, o in compagnia di sprovveduti becchi. E sentire recitare sempre gli stambecchi. Forse è stato un caso strano e un po' banale, il capire cosa c'era dietro quel giornale. Divideva e nascondeva, piano, e sottovoce, l'emozione di un quell'ora, corsa via quieta, ma veloce. Non è ancora tempo di rincorrere aquiloni, passeri e gabbiani. Lascia perdere i soprani. Lascia che qualcuno provi ancora, quella voglia di cantare a squarciagola, una melodia stonata e un poco seria. Ora, invece, è tempo di cambiare. Quanto-meno la porta d'ingresso, che divide l'anticamera dal bagno. Come fosse solo cosa tua, quest'allegria, che accompagna tanta gente, e così sia. Arroccata su pensieri un po' ossessivi e deprimenti, dedita a fare solo complimenti. Con giudizi di valore, mette fuori i panni ancor bagnati, per poi essere essiccati. La notizia originale è la seguente: non c'è nulla di più divertente, del sentire ancora alla TV, che non c'è più grano... Che tabù.

Stanco di aspettare

Stavi riposando sul divano, quando sono rientrato dal casale, che volevo affittare per le ferie di quest'anno, e per Natale.


Poi mi accorgo di una cosa nuova, non avevi più la fede, e non sei sposa. Non è stata solo gelosia, parlare sempre di quell'uomo. Chiunque sia. Era anche la tua noia, il tuo dispetto, infilarti, sempre, dentro il letto. La mia voglia di cambiare, non andava più d'accordo con le tue valigie all'aereoporto. Una notte già fuggita via, mi ritrovo in compagnia di una ragazza siberiana. Certo è cosa strana, incontrarla, ora, e con la sottana. Nel bel mezzo di Matera, con il caldo e il ribattone, che già pichia sulla testa. Non è ancora festa. Lei guardava oltre la ringhiera dell'albergo lungo la collina, quel settembre dove ci fermammo a visitare la scultura del francese più famoso, alla mostra, presso il Duomo. Era l'ora di chiusura, per le visite private dentro l'Abazia. Sei sicura di trovare posto in ferrovia? Sono stanco di aspettare che tu prenda in mano questa situazione, senza dare corda a quel tipo di bagliore.

Alla fine, se mi accorgo, sono botte

Il tuo nuovo spasimante è ben disposto, a chiarire questi intrugli, che pur sempre ha già fatto. Ma ad un tratto, questa malattia, influenza tutti, senza un tocco lieve e vellutato, da svegliare subito il creato. Si presenta agli occhi, lucidi e scostanti, come ce ne sono ancora tanti. Ti ho trovata dentro il letto. Eri presa a frugare nel cassetto, quelle mille fesserie... Solo una scopata, per convincere le zie.


Con la siberiana poco colta, ho passato una serata un po' diversa. Siamo stati soli dentro il pub. Una bottiglia nella mano, e qualche cosa da fumare; aspettando quelle esequie, per il giorno di domani. Come sono belle le tue mani. Valentino è andato un po' schiarendo, l'opinione tosta di scordare sempre, quella notte di tormento. E' rimasto solo e amareggiato, innanzi a te, che hai tradito il suo mondo ora fatato. Poi riguardo, invece, a posteriori, che non sono solo torti, quelli dei signori. Sono Zeppole, fagioli e salamini. Sono i regali dei vicini.



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