Sono sveglio da due ore, e il portiere è già alla porta. Mi ha trovato solo al davanzale, a fumar la sigaretta. L'ho guardato stranamente. Avevo altro per la mente.
Pensavo esser solo il caso di tornare giù in cantina, dove, l'altro giorno, ha posato la sua sedia, la vicina. Certe cose sono strane; fan pensare solo a questioni poco chiare. Il problema è sempre quello: cosa fare, ogni sera, nel tinello. Scender presto la mattina, non è cosa assai carina. Alzarsi tardi, poi, la sera; è quasi sempre cosa seria.
Il dilemma ormai fatale, ancor risuona lungo il viale. Di rimpetto alla cucina del mio appartamento, c'è poi solo del cemento. Di siffatte dicerie, è pieno il mondo. E se i bambini fanno il girotondo.
L'unica ragione ancor che vale, è riempir la calza per Natale. Sempre che, a mia insaputa, tu non colga sola una vittoria, mai sperata. Alla fine ci pensavo, sei soltanto brava a commentare, e a rincorrere bugie; dette apposta per colpire. Per non correre più il rischio, di restare fuori dal promiscuo.
Ma che strana questa convinzione, di esser solo un gran coglione. Di essere il solo disperato; or presente nel creato.
Ma suvvia non farne una pazzia, se io scappo, con la borsa, all'osteria. Si va bene, gioco a carte. No, non sono un gran brigante.