TAVOLA 001 lg

Page 1

Comune di Berceto . Provincia di Parma Condizioni preliminari e analisi di recupero del Borgo e della Rocca di Pietramogolana . Progetto

PIETRAMOGOLANA Inquadramento storico e territoriale . tav.

“I luoghi di confine controversi cominciavano da un ponte detto Marmoriolo sull’Ongina, e seguivano Pietrabacciana, a Pietraformia (oggidì Formio), a Fontelimosa, al campo Crispicello, al Monte Specchio, al Ceno, al Monte Claudio, e a Pietramogolana sul Taro sino al Rivo Gotera”.

23 ottobre 674 Il re Bertarido stabilisce i confini tra Parma e Piacenza: in tale sentenza viene nominata per la prima volta “Petra Mugulana”.

01

Sentenza del Re Bertardido del 23 ottobre 674, trascritta nella “Istoria Ecclesiastica di Piacenza” del Campi.

“…deinde in monte Specla illa parte Cene, ubi termine otat, deinde in monte Claudio & Petra Mugulana quod est super fluvio Taro & illa parte Taro per rigo Gautera”. “Corrado II Imperatore conferma e concede alla mensa episcopale di Parma tutti quei privilegi che le furono concessi da altri dominanti, confermando e concedendo ad Ugone (?) Vescovo il Governo della Città e di tutto il suo contado, tra il quale vi è compresa Pietramogolana”.

01 maggio 1035 L’Imperatore Corrado II conferma e concede alla mensa Episcopale di Parma (con il Vescovo Ugone) il governo della città e del contado (tra cui Pietramogolana). 1022 In un atto divisionale dei beni a seguito della morte del Conte Plato Platoni compare che al figlio Begarolo tocca il forte di Pietramogolana.

Archivio di Stato di Parma, Inventario Campari, copia semplice segnalata in Piacenza. Archivio di Stato di Parma, Atto divisionale dei beni di Plato Platoni.

“Enrico IV Imperatore dopo aver concesso alla chiesa di Parma gli antichi usi e Consuetudini conferma e concede ad Opizzone Vescovo la Giurisdizione della città e del suo contado entro la quale vi è compresa Pietramogolana”.

29 maggio 1145 L’Imperatore Enrico IV conferma e concede al Vescovo Obizzone il governo della città e del contado (tra cui Pietramogolana).

Archivio di Stato di Parma, Inventario Campari, copia semplice segnalata in Piacenza.

“Frederico I Imperatore dopo di avere data la pace alla città di Parma a uso libero il Governo del suo Popolo con la riserva del suo tutto e supremo dominio, concede al comune della medesima la piena Giurisdizione sopra la città riferita a tutto il suo territorio (fra i quali è compresa Pietramogolana) con altri diritti e privilegi espressi nella concessione”.

25 giugno 1183 L’Imperatore Federico II concede alla città di Parma la piena giurisdizione in tutto il territorio della stessa (tra cui Pietramogolana).

Archivio di Stato di Parma, Inventario Campari, copia semplice segnalata in Piacenza.

“Ottone Imperatore IV conferma di Opizzone vescovo di Parma i privilegi concessi alla sua chiesa da Enrico V Imperatore estendendo alli suoi successori, concedendogli e confermandogli, altri diritti e la piena giurisdizione sopra la città e suo contado, entro al quale venga concessa Pietramogolana”.

30 aprile 1210 L’imperatore Ottone IV conferma e concede al Vescovo Opizzone ed ai suoi successori la piena giurisdizione della città di Parma e del suo contado (tra cui Pietramogolana).

Archivio di Stato di Parma, Inventario Campari, copia autentica segnalata in Imola.

“Altre delle sue Rocche fortificò, particolarmente quella di Pietramogolana; e in simil guisa ridonando al Sacerdotal Principato l’antico lustro, seppe procacciarsi l’aumento di quella stima, che la sua nascita, il carattere, e la dignità richiedevano”. “Nella stessa rocca di San Secondo osservai un originale Istrumento del giorno 7 Settembre del 1212, per cui il Vescovo Obizzo ad istanza di Maestro Martino Arciprete di Berceto assolve gli abitatori di Casacca e di Pagazzano dal concorrere alle fazioni pel risarcimento della Rocca di Pietramogolana, presente fra gli altri testimonj Simone Dottor di Leggi, a Rogito di Bernardo Notajo Imperiale”.

1210 Il Vescovo Obizzo fortifica la rocca di Pietramogolana. 07 settembre 1212 Il Vescovo Obizzo assolve gli abitanti di Casacca e di Pagazzano dalla collaborazione economica del restauro della rocca di Pietramogolana, a differenza di molti altri abitanti delle terre vescovili limitrofe.

Storia di Parma, Ireneo Affò. Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Bernardo Notajo Imperiale del 7 settembre 1212.

1219 L’Imperatore Federico II conferma ai Parmigiani, dietro loro espressa richiesta, gli antichi privilegi comunali ed il podestà Negro Mariano interpreta la conferma imperiale imponendo che nessuna carica comunale dovesse ricevere investitura dal Vescovo.

“ Il paese è talmente legato al Taro che, con ogni probabilità, gli deve il nome, indicante il caratteristico rumore dell’acqua (mugolio, dal latino volgare mugulare, oppure mugens, participio presente di mùgio, is, mugìvi (mugìi), mugìtum, mugìtre, che significa «rimbombare, mugghiare» nello scorrere sul fianco del grande masso di roccia nera, un tempo esteso anche sull’alveo del fiume. E sempre alla sua posizione, lungo la vallata, il borgo deve ... la sua passata importanza strategica, la sua particolarissima condizione di frazione divisa in due parti ed anche alcuni suoi problemi attuali. Se il Taro può essere varcato come «limes» amministrativo, rappresenta pur sempre un sensibile spartiacque linguistico. Infatti gli abitanti della sponda sinistra risentono della parlata «valmozzolese», vicina alla pronuncia dell’alta valle del Taro che è di matrice ligure, mentre sul versante destro la pronuncia ricalca gli accenti emiliani, di origine celtica; ... “ Tratto da “Un passato da salvare” di Roberto Pettenati - in “per la Val Baganza” 88-89, Centro Studi della Val Baganza

Queste interessanti premesse, che poi proseguono nel saggio con una dettagliata ricostruzione storica delle principali vicende che hanno iìcoinvolto Pietramogolana, anche se di natura non prettamente archeologica o artistica, ci fanno ben presagire come il “paesaggio” attorno alla Rocca sia radicalmente cambiato. Purtroppo non abbiamo la possibilità di attingere a documenti che ci permettano di “ricostruire” il castello alla sua origine, e nemmeno alle sue trasformazioni nei secoli. Le documentazioni iconografiche che ci vengono restituite dalla storia ci rimandano ad una consapevolezza geografica basata esclusivamente alla strutturazione politica del territorio.

“Onorio Papa III con sua lettera Papale diretta di Opizzone Fieschi Vescovo di Parma segnata in Viterbo nei tempi soprindicati, condanna il Comune e popolo di Parma a dover restituire alla Mensa episcopale della Città la giurisdizione di diverse terre e luoghi in tale sentenza nominati, tra i quali la menzionata Pietra Mogolana”. “Composizione sopra la detta sentenza tra il Comune di Parma ed Opizzone Fieschi Vescovo della medesima, nella quale viene stabilito con mutua e vicendevole promessa delle parti. Primieramente che il detto Comune ritrattare debba gli statuti dallo stesso emanati contro la licenza ecclesiastica. Secondariamente che debba lasciar libero il diritto al menzionato Vescovo riguardante all’adozione delle decime novali quartarj. E finalmente che debba lasciar liberi come in passato il godimento dei Privilegi, libertà concessi dallo stesso Comune al sopradescritto luogo di Pietramogolana. Viceversa il Vescovo accorda e promette che il Comune continui nell’esercizio della Giurisdizione sopra il luogo di Pietramogolana”.

02 giugno 1220 Il Papa Onorio III obbliga il Comune di Parma a restituire alla Mensa episcopale della città la giurisdizione di molti terreni (tra cui Pietramogolana). 10 luglio 1221 Termina la disputa tra la Mnesa Episcopale ed il Comune di Parma, il quale deve ritrattare gli statuti emanati contro la licenza ecclesiastica, lasciare le decime al Vescovo ed i privilegi dello stesso su Pietramogolana, come era in passato. Il Vescovo però di impegna a garantire che il Comune possa continuare ad esercitare la sua giurisdizione a Pietramogolana.

Archivio di Stato di Parma, Inventario Campari, copia semplice segnalata in Viterbo. Archivio di Stato di Parma, Inventario Campari, copia autentica degli Statuti Municipali Antichi della Città.

1220-1224 La rocca di Pietramogolana torna ai Platoni. Sentenza pronunciata da Guglielmo degli Egidi che riconosce ai fratelli Guglielmo e Gerardo Platoni ed ai loro figli i diritti sulla rocca che già aveva concesso il Vescovo Obizzo e che il Vescovo Martino intendeva ritirare: “Arbitramento per le differenze tra Martino, Vescovo di Parma, ed i fratelli Platoni per l’investitura di Pietramogolana: Rogito di Lanfranco Militi, Giacomo Ferrari, Giacomo Egidi; data 23 febbraio 1241”.

23 febbraio 1241 Il Vescovo Obizzo aveva concesso l’investitura ai fratelli Gerardo e Guglielmo Platoni in cambio del pagamento di 50 lire imperiali e della consegna di alcune terre poste nell’alta val Parma.

“Federico II Imperatore concede ad Uberto Pallavicini figlio di Guglielmo ed ai suoi eredi discendenti molti Castelli e loro Terreni e pertinenze colli diritti di suprema Giurisdizione di mero e misto Impero e di Podestà (…) tra i quali castelli vi è compreso Pietramogolana”.

01 maggio 1249 L’Imperatore Federico II concede ad Uberto Pallavicino ed ai suoi eredi molti castelli e territori (tra cui Pietramogolana).

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Lanfranco Militi, Giacomo Ferrari, Giacomo Egidi del 23 febbraio 1241, pergamena, cassetta 29, documento 1778.

“Federigo andò a Pisa, dove ricompensar volendo i lunghi servigij di Oberto Marchese Pallavicino, ampio Diploma gli spedì nel mese di Maggio (1249) investendolo (…) di Pietramogolana”. “…considerando igitur grata servitia, quae culmini nostro hactenus praestitit, & quae prestare poterit in antea Ubertus Marchio Pelavicinus dilectus fidelis noster, ac etiam attendentes puram fidem, & sinceram devotionem quam ipse Ubertus ad Excellentiam nostram habet, presenti ferie notum facimus universis Imperii fidelibus tam praesentis aetatis quam in posterum successurae, quod nos castrum ripae Garantii, (…), castrum Petrae Mogolanae, (…)”. 1260 Rangone, Uberto, Alberto e Rodolfo Platoni recuperano Pietramogolana con la forza, sottraendola ai Pallavicini.

“ ... nel 1627 verrà acquistato da Cornelio Palmia e alla sua morte tornerà alla Camera ducale.Con il progressivo disfacimento delle mura, il fortilizio perdeva ogni valore, mentre ne veniva acquistando il masso roccioso e il terreno circostante: la roccia nera venne utilizzata nella massicciata che protegge la ferrovia dalle acque del Taro alla fine del secolo scorso e all’inizio del Novecento la roccia venne acquisita dagli abitanti del paese, soprattutto per disporre di qualche particella di terreno ad esso unita: infine, subito dopo la finedella seconda guerra mondiale, parte della pietra venne rimossa per permettere la costruzione della nuova chiesa parrochiale.”

08 maggio 1269 Morte di Oberto Pallavicino: in tale circostanza il castello di Pietramogolana ritorna ai Platoni. 1295 Tedisio Sanvitale in nome del Vescovo recupera Pietramogolana alla fazione guelfa e preparava il terreno all’investitura che il Vescovo Obizzo Sanvitale conferiva a Gian Quirico, della sua stessa famiglia. 29 luglio 1295 Investitura feudale della rocca di “Pietra Mogliana” fatta dal Vescovo di Parma col consenso di tutto il capitolo, a Gianquirico Sanvitale. 1301 La famiglia Pallavicini possedeva il castello. 1310 Il Vescovo investe Gian Quirico Sanvitale in Pietramogolana. 1327 I Pallavicini ricevono l’investitura di Pietramogolana da Lodovico il Bavaro. 1335 La rocca di Pietramogolana era di Giberto Sanvitale, che lo aveva avuto in eredità dal padre Gianquirico. 1361 I Platoni erano Signori di Pietramogolana ed i Sanvitale ne erano condomini. “Comunque sia fuor di dubbio, che i Pallavicini, i Rossi e i Correggi che possedevano feudi sul Parmigiano stavano in fedeltà col Visconte (Bernabò?). Lo stesso dicasi de’ Sanvitali, giacchè l’ultimo giorno di Febbrajo dell’anno seguente (1361) vediamo l’egregio e potente Cavaliere Gioberto Sanvitale col mezzo di Armanno da Pontolo suo procuratore comprar da Rangone di Bernardo di Guglielmo di Rangone Platoni da Borgo Taro la terza parte della Rocca o fortezza di Pietramogolana nella diocesi di Parma. Soltanto i Lupi perseveravano nell’avversione a Bernabò, onde le Storie ci mostrano il Marchese Bonifazio nel seguente anno al soldo de’ Fiorentini”.

31 febbraio 1361 Gioberto Sanvitale compra da Rangone di Bernardo di Gugliemo di Rangone Platoni da Borgo Val di Taro la terza parte della rocca di Pietramogolana.

1391 I Pallavicini recuperano la rocca di Pietramogolana: sebbene fosse quasi distrutta, non fu possibile una nuova edificazione, in conformità con i patti stipulati tra Niccolò Pallavicino e Galeazzo Maria Visconti, Signore di Milano. “Il giorno 12 del mese di marzo di quest’esso anno (1395) l’Imperatore Venceslao confermagli tutti i privilegi e diritti concessi a’ suoi antenati sulle Rocche, Terre e Ville da lui possedute ne’ Vescovati di Volterra, Lucca, di Parma, di Cremona e di Piacenza. E’ cosa innumerevole; però io mi limito a rammentare i luoghi che sguardano la presente Storia. E questi sono Busseto che era allora nella Diocesi di Cremona, Borgo S.Donnino, Solignano, Ravarano, Monte Palerio, Tabiano, Bargone, Serravalle, Pietra Mogolana (…)”.

12 marzo 1395 L’Imperatore Vinceslao conferma molte terre e giurisdizioni a Niccolò Pallavicino (tra cui Pietramogolana).

Archivio di Stato di Parma, Diploma di Venceslao, Cassa 6, 144, 145, 146.

1404 La famiglia Rossi occupa il castello di Pietramogolana, in quanto possedimento dei Pallavicini, favorevoli al Duca di Milano verso il quale i Rossi si erano ribellati. 06 ottobre 1404 Procura del Conte Giacomo Antonio Sanvitale a prestare il giuramento di fedeltà al re di Francia Duca di Milano e riportarne l’acquisizione per feudi di Fontanellato, Pietramogolana metà di Belforte, Noceto ed Albareto col Grugno che gode nel territorio di Parma. “Jacopo fratello di lui (Terzi?) era in dicembre (1408) a campo sotto il castello di Corniglio, cui prese il dì 9, e l’undecimo ebbe quello di Pietra Mogolana pure tenuto dai Rossi. In mezzo a queste guerre desolatrici cresceva il valore delle derrate e delle monete”.

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Angelo Melegari del 6 ottobre 1404. Archivio si Stato di Parma, Archivio Sanvitale, A.II.159 bis.

11 dicembre 1408 Jacopo Terzi conquistò il castello di Pietramogolana alla famiglia Rossi, in quel momento in possesso del castello di Pietramogolana. 1409 La famiglia Terzi perde la giurisdizione su Pietramogolana ed i Rossi ne recuperano nuovamente il controllo.

Dalla Galleria delle Carte Geografiche Vaticane, affrescate sulle pareti che raffigurano le regioni italiane e i possedimenti della Chiesa all’epoca di papa Gregorio XIII (1572-1585). Furono dipinte fra il 1580 e il 1585 sulla base di cartoni di Ignazio Danti, famoso geografo del tempo.

“Bernardo da Carpi avrebbe potuto recare vantaggi non piccoli alla Chiesa ed al Palazzo Episcopale, e togliere dalle ingorde fauci dei Nobili e d’altri potenti Signori della Patria nostra i beni, i diritti, le giurisdizioni della Chiesa occupati e detenuti” .

1412 Bernardo da Carpi Vescovo di Parma muove lite alla famiglia Rossi per rivendicare alla Mensa Episcopale l’antico possesso, ricorrendo alla Rota Romana.

Archivio di Stato di Parma, Raccolta Storica, Inventario dell’Archivio Vescovile di Parma compilato dal Cavaliere Cristoforo Della Torre tra il 1560 ed il 1570, busta 1, fascicolo 2, foglio 50.

05 ottobre 1423 Il Vescovo Bernardo da Carpi, riavuto il controllo sul castello di Pietramogolana, conferisce l’investitura Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito Zangrandi ai fratelli Manfredo e Bartolomeno Pallavicino, a condizione che ogni anno versino alla Mensa Vescovile del 5 ottobre 1423. la somma equivalente a due libbre di cera. 1428 I Pallavicino vengono spogliati dei propri feudi in quanto nemici dei Visconti, i quali diedero il castello di Pietramogolana al loro condottiero Niccolò Piccinino. “Si fecero anche altre correzioni e nuove giunte ai patti consueti per l’appalto dei dazj del futuro anno. E si esentarono dalle tasse del sale e da ogni dazìo e gabella tutte le ville possedute allora da Niccolò Piccinino in quel di Parma (Serravalle , Mariano oltre Taro, Mercato di Mariano, Montesasso, Varano de’ Melegari, Ruviano e Pietramogolana)”.

19 novembre 1430 In tale data Niccolò Piccinino possedeva Pietramogolana.

18 febbraio 1444 Processo costruito per ordine del Duca di Milano contro il Conte Gioberto Sanvitale accusato di usurpazione e di aver acceduto a pregiudizio della Camera Ducale nella sua giurisdizione feudale.

Archivio di Stato di Parma, Prescrizione dei Maestri delle entrate al Podestà ed al Referendario del 19 novembre 1430. Archivio di Stato di Parma, Archivio Sanvitale, A.I. 84.

1450 Il vescovo Delfino della Pergola, che cercava di riappropriarsi degli antichi feudi della Chiesa, riesce a recuperare Pietramogolana dai Piccinini.

“Sembra che una delle cagioni per cui il nostro Vescovo Delfino portossi in Mantova nel passato anno fosse il cambio ch’egli era venuto in determinazione di fare col Conte di Fontanellato, Stefano Sanvitale, del castello di Pietramogolana.Giaceva questo castello nella montagna Parmense prossimo al Taro tra Berceto e Solignano, e negli andati secoli era stato posseduto da potenti Signori secolari. I Vescovi di Pietramogolana teneano per indubitato che fosse di legittima pertinenza della loro mensa, e con grande spendo ed infiniti travagli avealo recuperato Delfino ne’ passati anni. Ma, fatto poscia accorto che la custodia di esso, ed il mantenerlo ben munito ne’ tempi di guerra, e di altre novità richiedeva spesa maggiore delle entrate senza che se ne facesse meglio sicuro il possesso, giacchè più volte eragli stato tolto, pattovì col Sanvitale, Signore di altri due castelli in que’ contorni, di permutarlo in 86 bifolche di buona terra. Ma, richiedendosi a ciò l’approvazione pontificia, ambedue i contraenti chiesta aveanla nel passato anno la Papa, il quale a’ quindici novembre commise al suffraganeo Agostino, Vescovo Civitatense, di verificare le cose esposte, e di acconsentire all’inchiesta ove opposizioni non vi fossero fatte dal Capitolo della Cattedrale. Niuna ne fu fatta, e però a’ quattordici marzo del presente anno fu mandato a compimento il contratto. E’ verosimile che dopo la partenza del Pontefice da Mantova si fosse Delfino qua restituito alla sua sede, e fosseci in questo mese, come eraci in aprile”.

“Da rogito di Angelo Melegari del detto giorno (27 ottobre 1499) si legge che Jacopo Antonio si chiamava Conte di Belforte, feudatario de’ castelli di Fontanellato e di Pietramogolana, e della metà dei castelli di Belforte e Noceto, e delle ville dell’Albareto e del Grugno”.

11 marzo 1460 Protesta fatta dal Vescovo di Civiltà, delegato della Santa Sede a dar l’assenso alla permuta della rocca di Pietramogolana che intendeva fare il Vescovo di Parma, con alcune possessioni di Stefano Sanvitale. Il Vescovo di Civiltà dice di “non voler por mano in siffatto affare, qualora non vi concorra la piena volontà d’ambe le parti”.

Archivio di Stato di Parma, Archivio Sanvitale, A.I. 84 bis.

14 marzo 1460 Il Vescovo Delfino della Pergola vende Pietramogolana a Stefano Sanvitale per 86 biolche di terra.

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Zangrandi del 14 marzo 1460, filza 57.

23 febbraio 1465 Testamento del conte Stefano Sanvitale col quale nomina eredi nei feudi di Fontanellato e Pietramogolana i Conti Antonio e Giacopo Sanvitale, suoi figli, e nei feudi di Oriano con Rubiano, Sala con Maiatico il conte Giberto altro suo figlio.

Archivio di Stato di Parma, Archivio Sanvitale, A.I.89.

29 aprile 1490 Investitura feudale dei beni fatta dal Duca Franco Sforza Visconti al Conte Stefano Sanvitale, con la sola riserva però alla Camera Sforza del feudo di Noceto.

Archivio di Stato di Parma, Archivio Sanvitale, A.I. 74.

27 ottobre 1499 Il conte Joacopo Antonio Sanvitale era feudatario del castello di Pietramogolana. 13 settembre 1512 Protesta dei conti Girolamo Maria e Francesco Maria Sanvitale, feudatari di Sala e Noceto Belforte Pietramogolana ed Oriano secondo i quali qualunque giuramento di fedeltà sarebbe stato prestato solamente a causa del timore di perdere i loro feudi. In risposta a tale protesta viene pubblicato da parte di un commissario della Santa Sede un proclama con il quale si sottolinea il desiderio di non volere vulnerare i loro privilegi.

Archivio di Stato di Parma, Notali Camerali, Rogito di Angelo Melegari del 27 ottobre 1499. Archivio di Stato di Parma, Archivio Sanvitale, A.II.195 4.

01 gennaio 1516 Procura del conte Gianfranco Sanvitale per ottenere dal Re di Francia la conferma dell’investitura per la Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Tullio parte a lui spettante dei feudi di Fontanellato, Pietramogolana, Belforte, Noceto ed Albereto col Grugno. Melegari del 1 gennaio 1516.

“Adì 27 del predicto andoni gli uomini di Bercelo a Premolana a campo. Et la presone et forniteni la fortezza et polsini il castellano a pati, salvo la persona e la roba, quello era Zan Antonio de Mutio de val de Mozula”.

Ritaglio della cartografia della Lombardia di Gastaldi Giacomo detto Gastaldo - Cartografo italiano (Villafranca Piemonte 1500 circa - Venezia 1566).

“Nocta come adì 25 di luio, el dì ddi San jacomo, il capitanio Sebastiano Burzo mandò una lista de homini 30 alla piaza et la fece publicare al suo tamburo, che soto pena della disgratia del signore Conto nostro padron tuti gli homini nominati in dicta lista si dovesini presentare ad hore 22 con le sue arme in piaza, denante a Sua Signoria, per interesso di Patron, et che tuti havesini la banda rosa. Alle hore 21 giunsi 66 homini della vale di Cornilio con 12 cavale; et con essi erani uno don Pedro Maria da San Secondo, magistro di casa del Monsignore Camino Roso da Cornilio et uno Franco, fratello de dicto Pedro Maria, castelan di Pregmolana. Giunti, si deti al tamburo et andò novo bandoche li soldati della lista se metesini in ordine. Ma quelli di Cornilio non si formoni niente; andoni con deto don Pedro Maria a Pregomolana et il fratelo aspetò quelli di Berretto, qualli si partiteni al tramontare dil sole et si andoni a unire con quelli di Cornilio a Pregmolana. Et ancho quelli di Berretto Havevani apresso a 20 cavale et la nocte fune conduti, da deti da San Secondo, a Piantono, dove che si tolsi più de 60 stara di frumento, porzi 4 et uno asino, qualle fu menato il el castello di Pregmolana: la qualle cosa fu tanto in dispiacer(e) a tuti quelli di Berretto quanto mai si potesi dire, per essere nostri vicini et boni amici”.

10 maggio 1547 Testamento del conte Galeazzo Sanvitale in cui nella parte a lui spettante del feudo di Fontanellato istituisce suoi eredi i Conti Federico e Luigi, e nella porzione dei feudi di Noceto, Pietramogolana e Belforte, i Conti Giacopo, Antonio, Roberto e tutti suoi figli con la provvigione annua di feudi 500 a favore di Eucherio e Pirro.

Archivio di Stato di Parma, Archivio Sanvitale, C.I.463.

27 giugno 1551 La famiglia Rossi assalta la rocca di Pietramogolana in quanto posseduto dalla famiglia Sanvitale, fedele alla famiglia Farnese, Signori del nuovo Ducato, che proponevano un progetto di stato moderno in cui i nobili avrebbero avuto meno potere. In tale circostanza viene fatto prigioniero il castellano Gian Antonio del Muzio di Valmozzola.

da “Nove. Diario di un paese dell’Appennino” di Monsignor Giorgio Franchi in traduzione di G. Petrolini

25 luglio 1551 Il castellano di Pietramogolana risulta essere don Pietro Maria Rossi da San Secondo. In tale data vengono adunati 30 uomini nella piazza i Berceto per risolvere una faccenda del padrone Troilo Rossi. Giunsero poi altri 66 uomini della valle di Corniglio, tra cui don Pietro Maria da San Secondo ed il fratello Franco. Gli uomini di Corniglio però non si fermarono a Berceto ma si diressero direttamente a Pietramogolana, guidati da Petro Maria.Gli altri furono invece condotti dal fratello Franco.

“Adì 2 dil predicto il signore Federicho da San Vitale scrisi qui a Berretto a Giovanni Antonio del Lucio, già castelan de Pregmolana, che dovesi andare a Fontanalà, a darli tutto lo inventario di quello che era in la rocha de Pregmolana. Habuta la letera, si partite et andò via”.

02 giugno 1552 In tale data il castello era ancora dei Sanvitale: Federico Sanvitale scrive da Berceto a Giovanni Antonio del Muzio, castellano di Pietramogolana, di andare a Fontanellato per consegnargli l’inventario di tutto quello che era nella rocca.

“Adì 7 dil predicto veni uno agente del conto Federicho da Vitale de Fontanalà a Pregmolana con sei compagni con literre di monsignore Hectore Roso al castelan, qualle si chiamava Francesco Gioto, che dovesi dare la fortezza al dito agente; al quello lui la dete et, da poi che fu fora, fu domandato da dito agente. Ritornato, fu posto in destreto per le robe qualle aveva portate via, rancho per li malli deportamenti qualli lui aveva facti de quelli homini, in farli trare, non sole li sui, ma li vicini circostanti. Et con quello agente vi era Terenzo Calero da Terenzo, trombetta del conto Federico, con li contrassegni di monsignore Hector(e) nostro padron.”.

07 giugno 1552 In tal data si reca a Pietramogolana da Fontanellato un agete del conte Federico Sanvitale con sei compagni e con una lettera di Monsignore Ettore Rossi indirizzata al castellano, che si chiamava Francesco Giotti, nella quale gli si ordinava di consegnare la fortezza al detto agente. Il castellano gliela lasciò e, dopo che fu fuori, fu spiccato nei suoi confronti un mandato di comparizione. Ritornato, fu rinchiuso per ciò che aveva portato via e per i cattivi comportamenti che aveva tenuto verso quella comunità. Con quell’agente c’era anche Terenzo Caleri da Terenzo, trombettiere del Conte Federico, con i contrassegni di monsignor Ettore Rossi. 08 febbraio 1588 Giuramento di fedeltà del Conte Oltario Sanvitale nei possedimenti di Fontenellato, Belforte, Noceto, Pietramogolana. 14 luglio 1590 Giuramento di fedeltà del Conte Alfonso Ranuccio Luigi Sanvitale nei possedimenti di Fontanellato, feudo di Pietramogolana, parte di Noceto.

Riprendendo la bella conclusione del prof. Pettenati sulla Val Baganza: “ Vi è davvero un singolare contrasto fra la sempre maggiore modernità delle arterie di comunicazione che fiancheggiano il Taro ed il lento decadimento della più evidente testimonianza storica della zona, oggi fugace apparizione appena in grado di far volgere lo sguardo a chi transita in auto o in treno; e con il lento sgretolarsi del torrione sembra andaresene il passato e tutta quella cultura contadina cresciuta attorno al castello, ritratta da Luigi Malerba con colori un po’ fiabeschi, ma anche ironici e senza nostalgie di sorta: “ Pietramogolana era un paese talmente povero che i suoi abitanti erano tutti magrissimi - e cattivissimi, aggiungeva la gente dei dintorni - non perchè lo fossero veramente, ma perchè viene facile di associare l’idea di magrezza con quella di cattiveria. Cattivi sul serio a Pietramogolana erano invece i bambini, sempre affamati, sempre con la bocca aperta come coccodrilli per chiedre da mangiare. Ma le madri avevavno escogitato un sistema per farli tacere: gli mettevano in bocca una cotica di prosciutto che si facevano prestare nei dintorni da quelli che ammazzavano il maiale e i bambini masticavano per tutta la girnata e non si lamentavano più. A Pietramogolana il pane si faceva con la farina mischiata a crusca che si otteneva usando dei setacci con le maglie molto larghe. Ne veniva fuori un pane ruvido e scuro che i cittadini chiamavano “integrale” e pagano più caro dell’altro.”

Archivio di Stato di Parma, Notali Camerali, Rogito di Pico dell’8 febbraio 1588, V.214. Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Orsi del 14 luglio 1590, V.231.

09 gennaio 1618 Affitto Camerale della rocca di Pietramogolana a Pompilio Marchetti.

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Guarrinoni del 9 gennaio 1618, V.267.

02 gennaio 1621 Affitto Camerale della rocca di Pietramogolana a Pompilio Marchetti.

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Bianchi del 7 agosto 1624, V.305.

07 agosto 1624 Affitto Camerale della rocca di Pietramogolana a Pompilio Marchetti.

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Bianchi del 7 agosto 1624, V.305.

19 aprile 1626 Giuramento di fedeltà del Conte Alessandro Sanvitale nei possedimenti di Pietramogolana, Fontanellato Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Orsi del 19 aprile 1626, V.233. e Noceto. 27 gennaio 1627 Affitto Camerale della rocca di Pietramogolana a Giovanni del Muzio.

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Faelli del 27 gennaio 1627, V.285.

10 febbraio 1627 La camera Ducale di Parma vende la rocca di Pietramogolana a Cornelio Palmia.

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Faelli del 10 febbraio 1627, filza 285.

21 maggio 1627 Investitura di Pietramogolana al Conte Cornelio Palmia..

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Orfi del 21 maggio 1627, V.233.

31 luglio 1724 La Camera Ducale entra in possesso della parte della rocca di Pietramogolana spettante al Conte Giovanni Francesco Palmia.

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Bianchi del 31 luglio 1724, V.484.

03 aprile 1731 I beni ed i redditi di Pietramogolana sono affittati a Francesco Caporali.

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Borelli del 3 aprile 1731, V. 509.

1740 Morto il Conte Luigi Palmia, il feudo di Pietromogolana torna alla Camera Ducale.

Amministrazione Comunale di Berceto Progetto di Recupero della Rocca di Pietramogolana Elaborazioni e progetto:

Dott. Arch. Roberto Bruni Via Combattenti n. 19 . 43044 Collecchio PR dicembre 2011 - gennaio 2012

Archivio di Stato di Parma, Notai Camerali, Rogito di Borelli del 4 maggio 1725, V.489.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.