Vivo Modena 901 by Vivo Modena

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n. 901 di Vivo Modena del 9 marzo 2022 | PUBBLICITÀ E REDAZIONE: tel. 059 271412 | commerciale@vivomodena.com | e-mail: redazione@vivomodena.com

Lo sport contro la guerra

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Inserto Vivo Sassuolo pag. 11

Aiuti per l’Ucraina

ph. Modena Volley

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Al Braglia e al Palapanini striscioni e messaggi per la pace

Opera al Comunale pag. 8

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Modena | Attualità

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Covid, rincari e ora la guerra. Il turismo è ko! “Siamo al 15% di occupazione”, a dirlo è Amedeo Faenza di Federalberghi Confcommercio

Il turismo è uno dei settori che ha sofferto di più i contraccolpi della pandemia e delle restrizioni sanitarie. Ora si aggiungono il caro energia, con l’esplosione del prezzo di gas e luce, e la guerra in Ucraina. Sul settore alberghiero, in particolare quello del nostro territorio, facciamo il punto con il Presidente provinciale di Ferderalberghi Confcommercio Amedeo Faenza. Dall’inizio della pandemia a oggi, quanto ha sofferto il settore in questi 2 anni? In particolare soffrono le città d’arte e

soﬀriranno ancora per un bel po’. Con la pandemia le strutture si sono fermate, gli aeroporti erano chiusi e i turisti non arrivavano, dal 2019 a oggi è stata una debacle. C’è stata una piccola ripresa nell’estate 2021, ma per due mesi appena. Le città d’arte sono le più penalizzate, seguono le terme e l’Appennino, che qualcosina ha fatto grazie alla neve. La costa è andata un po’ meglio, grazie a un 70% di mercato italiano. I costi dell’energia superano abbondantemente quel 15% di ricavi che facciamo e ora, con anche la guerra, siamo

assolutamente arrivati! I ristori del Governo sono stati una goccia nel mare o qualcosa hanno fatto? Il vero problema è stata la chiusura immediata e chi ha chiuso subito, non ha dovuto sostenere ulteriori costi. L’occupazione nel nostro settore, inoltre, è andata a farsi friggere. Prima abbiamo usato permessi, riposi e ferie, poi c’è stato un minimo di cassa integrazione, ma finita quella, è finito tutto. I collaboratori hanno trovato lavoro in altri settori e oggi l’alberghiero, anche dal punto di vista occupazionale, è penalizzato, non ha più l’organico che aveva prima della pandemia. E quanto hanno pesato e pesano le restrizioni applicate in Italia, rispetto a quelle più blande di altri paesi? Da noi, anche per accedere alle strutture ricettive, almeno fino al 31 marzo, serve il green pass rinforzato... Le restrizioni pesano e i turisti scelgono altre destinazioni. Spagna, Portogallo e altri hanno avuto opportunità ben diverse nella programmazione e noi siamo penalizzati. Dicono che le cose miglioreranno dal 31 marzo, ma non basta perché se le cose non si sanno prima, nel nostro settore, si fa ben poco. Se volessi riaprire un albergo a Sestola adesso, senza regole certe, non posso accettare prenotazioni per Pasqua. Devo tenere chiuso e poi, all’ultimo secondo dell’ultimo minuto, aprire ma a quel punto faccio fatica. Servono tempi e regole certi, se vogliamo aiutare il turismo. A un mese dalla Pasqua, in effetti, non è dato sapere se cambierà il sistema del green pass. Gli stranieri sceglieranno paesi dove la situazione è certa. Chiaro. La situazione è delicata, o la affrontiamo con dei tecnici che sanno di cosa si parla o diventa difficile. Nel nostro settore serve poter programmare, altrimenti è impossibile lavorare. Guardi Roma... su 1200 alberghi, 450 sono chiusi e quelli aperti lavorano al 15%. Ci aggiunga il fatto che ora le famiglie italiane spendono molto di

più per le bollette e mi dica come fanno ad andare in vacanza. Non tutti sono Bill Gates! Servono risposte immediate, oppure continuiamo a tenere gli alberghi chiusi. Modena soffre al pari delle altre città d’arte? Con Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio, nel 2019 eravamo arrivati all’85/90% di occupazione, poi è crollato tutto. Per tornare a quei numeri ci vorrà molto tempo. Di fronte a una situazione finanziaria così difficile, servono aiuti a fondo perduto e dobbiamo rivedere tutto l’asset. E poi è arrivato il caro energia e adesso la guerra... Ecco, diciamo che quello ci porterà alla chiusura totale, perché con il 15% di occupazione non si possono pagare 20mila euro al mese di bollette, dove la quota più pesante sono accise, IVA e tasse, non certo i consumi. Se arriviamo al punto di indebitare tutte le imprese, poi cosa facciamo? Intasiamo i tribunali con i fallimenti? Non possiamo chiedere agli imprenditori, fermi da due anni, di continuare a resistere. Il conflitto in Ucraina peserà anche sul turismo in Riviera, molto frequentata dai turisti dell’Est, in particolare dai Russi. Cosa chiedete alle istituzioni, quale tipo di intervento? Occorre rivedere le imposte. Con i costi lievitati e i ricavi al minimo, nessuno è in grado di reggere e ce lo dice anche il dato camerale: ogni 3 minuti chiude un’azienda e, così, ne risente tutta la filiera. Occorre aiutare anche le famiglie e dare un po’ più di serenità. La situazione è davvero molto critica. I mercati sono paralizzati e qui, dalla sera alla mattina, fioccano le disdette. Quelli che dovevano venire, con la guerra, hanno disdetto.

di Patrizia Palladino

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Modena | Attualità

Gli ospedali per i bimbi ucraini Venti posti letto nei reparti di oncoematologia pediatrica in Regione

Da Piacenza a Rimini non si ferma la solidarietà per accogliere e farsi carico delle esigenze dei profughi in fuga dall’Ucraina. E gli esempi sono davvero tanti. In questo caso si tratta di garantire assistenza sanitaria alle bambine e ai bambine aﬀetti da malattie tumorali del sistema emopoietico, come le leucemie, i linfomi, i linfosarcomi, i reticolosarcomi. Il sistema sanitario regionale dell’Emilia-Romagna, su proposta della Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica (Aieop, costituita principalmente da pediatri, ma anche da ematologi, oncologi, chirurghi, biologi, infermieri e da psicologi) e della Associazione Genitori Ematologia Oncologia

Pediatrica (Ageop), ha predisposto un piano che mette a disposizione 20 posti letto (più eventualmente altri cinque di Day hospital) nei reparti di oncoematologia pediatrica delle strutture ospedaliere della nostra regione. La rete di aiuto conta cinque posti presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, cinque presso l’azienda ospedaliera di Parma supportata da Reggio Emilia, cinque posti letto anche a Modena, due a Ferrara e tre a Rimini. Tutti gli ospedali coinvolti nel Piano sono in grado di gestire casi anche di rilevante complessità, coordinandosi all’occorrenza con il Policlinico bolognese, nel caso dovessero rendersi necessari trapianti o trattamenti sanitari di parti-

colare complessità. “Questo è il momento di mettere in campo tutte le risorse necessarie per affrontare questa drammatica emergenza - sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - Perché farci carico delle bambine e dei bambini bisognosi di cure che arrivano qui, è per noi un’assoluta priorità. Ringrazio ancora una volta le aziende ospedaliere regionali, Aieop, Ageop, e tutto il mondo associativo che lavora a stretto contatto con la popolazione ucraina per la tempestività con cui hanno organizzato questa preziosa rete di aiuto”. Nel frattempo, il sistema ospedaliero regionale è pronto ed è in grado di offrire la massima disponibilità ad accogliere chi arrivasse, bisognoso di cure e di ricoveri, in strutture specializzate. La Cabina di regia regionale ha previsto inoltre, anche il monitoraggio in tempo reale dell’arrivo dei profughi in modo da avere un quadro completo dei numeri e garantire la tutela sanitaria dal virus Covid-19 effettuando i necessari screening e tamponi. Inoltre, verrà garantita la possibilità di vaccinarsi contro il Coronavirus nelle strutture della Regione. Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria su aspetti di primaria importanza, nei prossimi giorni sarà emanata un’ulteriore specifica ordinanza regionale in modo da garantire una buona gestione di eventuali criticità.

Inviati alimenti per l’Ucraina La ‘Spesa sospesa’ di Coldiretti Quattro tonnellate di cibo Made in Italy raccolte dagli agricoltori italiani sono in viaggio per l’Ucraina. Ad annunciarlo è la Coldiretti in occasione del via alla campagna di solidarietà spesa sospesa per l’Ucraina nei mercati di Campagna Amica, sul modello dell’usanza campana del “caﬀè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. Coldiretti e Campagna Amica hanno già consegnato a Don Marco, Responsabile della Chiesa Ucraina della Basilica di Santa Soﬁa a Roma, scatoloni pieni di olio, pasta, pomodoro, legumi, prodotti da forno, farina, zucchero, formaggi, salumi e carne in scatola. I volontari ucraini insieme ai giovani e alle donne di Coldiretti hanno caricato i pacchi della solidarietà su un camion diretto in Ucraina (in foto). Dalla popolazione ucraina - spiega la Coldiretti - vengono richiesti soprattutto cibi a lunga conservazione e di facile consumo perché in alcune zone manca l’elettricità e ci sono problemi per cucinare e conservare i prodotti. In alcune zone dell’Ucraina il cibo ha già iniziato a scarseggiare e gli aiuti alimentari sono necessari per sostenere la popolazione civile che ancora non è riuscita a mettersi in salvo.

Modena | Attualità

Modena, approvato il Bilancio 2022 Investimenti previsti su strade, scuole, ediﬁci pubblici e verde

Aumentano le risorse per la manutenzione delle strade e degli edifici pubblici, che nel Bilancio previsionale 2022 del Comune di Modena arrivano a quasi 9 milioni di euro di investimenti con accordi quadro. La manovra, discussa in Consiglio comunale giovedì scorso, prevede circa 4 milioni di euro da destinare alla manutenzione delle strade, cui si aggiungono altre risorse per interventi specifici di manutenzione del verde e altro, mentre per la manutenzione e messa in sicurezza di edifici pubblici, a partire dalle scuole, è previsto un investimento pari a 4 milioni 700 mila euro. Intanto sono già stati deliberati e finanziati lo scorso anno lavori di manutenzione su strade ed

ediﬁci pubblici, in particolare scuole, per quasi 7 milioni di euro, da eseguire quest’anno. I lavori di manutenzione stradale, 2 milioni e 500 mila euro, riguardano una serie di vie cittadine e vedranno l’avvio nelle prossime settimane a partire da via Vignolese. Si tratta di interventi mirati al ripristino della sicurezza della circolazione stradale e del pubblico passaggio in strade urbane ed extraurbane nei quattro Quartieri della città, con priorità alle dorsali di collegamento interessate anche dal transito del trasporto pubblico locale. Altri 600 mila euro sono già stati destinati a interventi sulla segnaletica orizzontale e ulteriori 600 mila euro sono riservati a interventi di

manutenzione del verde con potature, piantumazioni, e vari interventi relativi al verde e ai giardini scolastici. Gli interventi verranno effettuati dal Raggruppamento temporaneo di imprese composto da Consorzio stabile modenese, Cme Consorzio imprenditori edili, Consorzio Innova, Cavalier Emilio Giovetti e Consorzio Apima modenese, aggiudicatario dell’accordo quadro per l’affidamento dei lavori e dei servizi pluriennali di gestione e manutenzione del patrimonio infrastrutturale stradale comunale, del servizio neve e del verde per il biennio 2021-2023. Con un secondo accordo quadro sono previsti interventi di manutenzione straordinaria di tratti ammalorati di piste ciclabili per 920 mila euro. In corso d’anno verranno inoltre eseguiti interventi di manutenzione dell’edilizia scolastica in nidi e scuole materne per 500 mila euro e in scuole elementari e medie per un milione di euro. Ulteriori 800 mila euro sono destinati a interventi di manutenzione sia delle scuole sia in edifici pubblici più in generale. Anche per questi interventi sono in corso le procedure per la gestione tramite accordo quadro, strumento operativo che consente di intervenire in modo più veloce, agile e corrispondente alle necessità che di volta in volta emergono.

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Le imprese femminili sono in calo Lo dice un’analisi di Confesercenti Secondo un’indagine di Impresa Donna Confesercenti Modena, le imprese femminili sul totale delle imprese associate, dal 2019 al 2020, sono calate dello 0,8%, mentre risultano stabili tra il 2020 e il 2021. L’indagine ha delineato così le percentuali di imprese femminili: 28,1% nel 2019, 27,3% nel 2020 e 27,2% nel 2021 (trend in linea con i dati della Camera di Commercio). Si registra invece un miglioramento sulle chiusure delle imprese guidate da donne: dal 5,3% al 4,2%, ma nel 2021 la percentuale è tornata a salire arrivando al 4.8%, con un incremento di cessazioni del 0,6%. Due gli eventi gratuiti in programma online sul tema “donne e lavoro”, il 15 e il 25 marzo (14.30/16.30), sulla piattaforma Go to Meeting (info su: www.confesercentimodena.it). Il tema è il connubio donna-lavoro che funziona se si implementano pratiche di self-empowerment, si aﬀermano la parità di genere e l’inclusione sociale, si utilizzano gli strumenti del welfare e si esercitano al meglio le competenze “trasversali e digitali”.

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Modena | Cultura

Musicisti, orchestre e canzoni nei lager nazisti Anche nei campi di concentramento si faceva musica. Roberto Franchini lo racconta in un libro

La musica e Auschwitz, le grandi orchestre e i lager nazisti. Sembrerebbero realtà veramente agli antipodi, ma così non è stato. Nei campi di concentramento si faceva musica per diversi motivi. A raccontarlo in un libro intitolato “L’Ultima Nota, Musica e Musicisti nei Lager Nazisti”, edito da Marietti, è lo scrittore modenese Roberto Franchini. “La domanda che molti si sono posti – spiega Franchini - è ‘come mai i tedeschi che amavano tanto la musica, l’abbiano usata come strumento di tortura, di dominio e di sterminio’. Ed è una domanda che non ha risposta. Il libro comincia raccontando la storia di un musicista polacco che si chiamava Simon Laks,

che scrisse nell’autunno del ’43 alla moglie dicendo ‘sto bene, sto facendo il mio mestiere’. La moglie si domandò come potesse un direttore d’orchestra come lui fare il suo mestiere ad Auschwitz, ma era proprio così”. Che funzioni aveva la musica nei campi di concentramento? Era funzionale all’organizzazione dei campi, le bande e le orchestre suonavano alla mattina, a mezzogiorno e alla sera, quando i prigionieri uscivano per andare a lavorare. Purtroppo suonavano anche per coprire le urla di chi era torturato, oppure le pallottole di chi veniva ucciso contro il

muro. A volte la musica, diffusa dagli altoparlanti dei campi, serviva quindi a coprire veri e propri stermini. Era suonata dai carcerieri o dai carcerati? Soprattutto dai carcerati, ma si sa anche di un’orchestra di carcerieri ad Auschwitz, che però durò poco. Suonavano in un primo tempo di nascosto, molte volte senza avere gli strumenti. La loro prima musica è quella vocale, le canzoni, soprattutto perché dal 1933 al ‘38-40, i prigionieri erano in gran parte politici e lo sterminio degli ebrei venne definito formalmente all’inizio del ’42. Venivano suonate canzoni politiche, jazz, musica classica, cabaret e persino opera lirica, sia nei campi di lavoro che in quelli di transito e di sterminio. La cosa paradossale è che nei lager si poteva fare e ascoltare la musica che era proibita in Germania. Nei lager sono stati rinchiusi anche musicisti importanti, la cui musica è rimasta? Si, soprattutto a Terezìn, una ex fortezza trasformata dai nazisti in ghetto per ebrei del centro Europa, vennero concentrate persone “speciali”, ex ministri, notai, avvocati, decorati di guerra che avevano combattuto per la stessa Germania e ricevuto la croce di ferro, e anche molti musicisti, alcuni dei quali vennero uccisi. Il 16 ottobre del 1944, partì da li un treno per Auschwitz chiamato “il treno degli artisti” perché era affollato di musicisti, come Viktor Ullmann, Hans Kràsa, Pavel Haas e altri. Un mese prima era stato mandato ad Auschwitz Kurt Gerron, attore e regista famoso in Germania, che aveva recitato con Marlene Dietrich. Quando arrivò a Terezìn, il comandante del campo lo riconobbe e gli affidò la regia di un filmato di regime diventato molto famoso. Sperava, così, di avere salva la vita, ma nel settembre del ‘44 fu spedito anche lui ad Auschwitz. Ogni campo aveva una sua orchestra specifica?

Noi sappiamo che almeno in 22 campi c’erano orchestre. Nel gruppo di Auschwitz, di cui facevano parte anche Birkenau e Monowitz, c’erano orchestre stabili decise dai comandanti che suonavano mattina e sera. A Buckenwald ci fu un gruppo jazz, a Terezin addirittura due, uno dei quali era chiamato Ghetto Swingers. In altri campi si faceva cabaret e venivano composte canzoni e una di queste è diventata l’inno internazionale dei Testimoni di Geova. Gli ebrei stessi componevano musica e la suonavano di nascosto, così come i Rom e i Sinti. Hai trovato anche notizie di musicisti italiani? Si certo. Ne ricordo un paio che erano modenesi. Il primo è Giuseppe Selmi, un violoncellista nato a Modena che aveva fatto parte anche dell’orchestra della Rai di Roma. Venne imprigionato in una stalag come militare e teneva, sotto la branda, una piccola cassettiera nella quale conservava mozziconi di matite e i pezzi di carta che riusciva a raccattare in giro per il campo. Scrisse di notte un concerto spirituale che, quando tornò, incise. Un altro si chiamava Lorenzo Lugli ed era originario di Maranello, un esperto di Paganini che fece parte come violinista dell’orchestra della Rai di Torino. Scrisse un brano che ricorda molto “Mamma”, conosciuto come la canzone dei prigionieri italiani di Hammerstein. Hai in programma qualche presentazione? Si, il 15 marzo alle 18,30 presenterò il libro alla Ubik di Modena e con me ci sarà Carlo Altini, direttore scientiﬁco della Fondazione San Carlo. Il giorno dopo, invece, sarò alla libreria dell’Arco a Bologna.

di Giovanni Botti

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Modena | Tempo Libero

Il rito poetico della Gualtieri Sabato 12 marzo l’autrice romagnola sarà ospite al Teatro dei Segni Ha avuto una fiammata di notorietà televisiva indiretta, grazie all’intervento di Jovanotti sul palco di Sanremo, ma in realtà Mariangela Gualtieri (nella foto) è da anni un’autrice di culto nel panorama della poesia e del teatro italiano. Sabato 12 marzo, alle 21, salirà sul palco del Teatro dei Segni di via San Giovanni Bosco 150/b per un “Rito sonoro e dialogo breve”, su invito del centro Asia Modena, nell’ambito del ciclo di conferenze dedicato a Poesia e Filosofia. Lo spettacolo è gratuito e aperto a tutti, ma con obbligo di green pass e mascherina Ffp2. Un’occasione speciale, un momento di rinascita dopo due anni davvero molto duri un po’ per tutti. Del resto, nei giorni del primo e scioccante lockdown, fu proprio un testo della Gualtieri a produrre una corrente di riconoscimento in una fetta ampia di persone con un testo dal titolo “Nove marzo duemilaventi” che iniziava così: “Questo ti voglio dire, ci dovevamo fermare. Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti ch’era troppo furioso il nostro fare.” La poesia letta da Jovanotti è invece “Bello Mondo” e quello che segue ne è l’incipit: “In quest’ora della sera, da questo punto del mondo, Ringraziare desidero il divino labirinto delle cause e degli effetti, per la diversità delle creature che compongono questo universo singolare”. In effetti il senso di gratitudine è uno degli elementi ricorrenti tra i versi della Gualtieri. “Per provare gratitudine”, ha spiegato, “occorre uscire da sé, fare meno di un passo ma verso fuori, alzare gli occhi al cielo, o giù, intorno, riavvicinarsi al selvatico del mondo, o guardare bene la faccia che ci sta davanti. Ma per questo micro-spostamento a volte non basta una vita intera. Alla gratitudine

ci si educa e questo verbo, educare, è proprio perfetto perché contiene l’idea di essere condotti fuori, fuori appunto dal proprio angusto pollaio, dal proprio piccolo nome e cognome, dall’assillante pensiero entro cui siamo blindati. Forse aiuterebbe pensare di più al corpo celeste che abitiamo: una pallina tiepida e colorata che ruota in uno spazio gelido e color caﬀelatte. Per ora non conosciamo altri luoghi nell’universo così accoglienti, così furiosamente fecondi, capaci di generare nascite quasi ovunque. Questo pianeta-meraviglia è una tale rarità… già questa consapevolezza dovrebbe riempirci di gratitudine e di cura per ogni centimetro di terra. Educare alla gratitudine è la via per uscire dall’egocentrismo e dall’antropocentrismo che sono grandi mali della nostra specie”. Nata a Cesena, dove tutt’ora vive, Mariangela Gualtieri si è laureata in Architettura a Venezia. Poetessa e drammaturga, dal 1983 è anima, corpo e voce del Teatro Valdoca, fon-

dato insieme al regista Cesare Ronconi. Nato dapprima come collettivo di musica e teatro, il Teatro Valdoca è andato aﬀermandosi nella scena teatrale italiana d’avanguardia attraverso un felice connubio tra danza e performance, poi arricchito dall’incontro e dal coinvolgimento progettuale di alcuni tra i maggiori poeti italiani del secondo Novecento (Fortini, Luzi, Bigongiari, Loi, Cucchi, Sicari, Rosselli, Merini, Majorino) nella Scuola di poesia diretta da Milo De Angelis. Tale esperienza ha lasciato una traccia indelebile nella scrittura della Gualtieri (“sono stata abbellita, nutrita, cresciuta dalla parola altrui e sono piena di riconoscenza fraterna”), che da allora prosegue con costanza anche attraverso laboratori di scrittura e di lettura di versi al microfono. Dalla prima pubblicazione con “Antenata” (Crocetti, 1992) a “Quando non morivo” (Einaudi, 2019), ha pubblicato diverse raccolte poetiche e ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua opera in versi.

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Idee tra presente e futuro Fiorenzo Galli alla San Carlo “Futuro prossimo. Per un lessico del domani” è il titolo di un breve e interessante ciclo di conferenze realizzato da Lepida, a cura della Fondazione San Carlo. L’appuntamento che segnaliamo è quello di venerdì 18 marzo, alle 17.30, quando il professor Fiorenzo Galli (nella foto), direttore generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, terrà una lezione dal promettente titolo “Suggestioni per una nuova identità”. Viviamo un periodo sotto molti aspetti ‘rivoluzionario’, rispetto al quale dovremo produrre un importante, enorme, sforzo di adattamento. In una società globale come quella di oggi, è necessario che scienziati, politici, comunicatori e opinion makers si incontrino per uno scambio aperto di opinioni sul futuro del pianeta e sui problemi più urgenti da aﬀrontare. Se da un lato il progresso esplosivo di scienza e tecnologia nel 20° secolo ha portato prosperità e migliorato la qualità della vita per molta parte del genere umano, è anche vero che con l’avanzare continuo di scienza e tecnologia, sorgono nuovi temi etici, di sicurezza e ambientali. Di questo e altro si parlerà per un incontro che si potrà seguire su piattaforma online.

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Modena | Tempo Libero

“Adriana Lecouvrer” al Comunale

Un Pollock nella roulotte di Maude

In scena l’11 e il 13 marzo per la direzione del Maestro Sisillo

Nuovo appuntamento con la stagione lirica del Teatro Comunale Pavarotti-Freni. Venerdì 11 marzo, alle 20, e domenica 13 marzo, alle 15.30, va in scena “Adriana Lecouvreur”, l’opera verista di Francesco Cilea diretta dal Maestro Aldo Sisillo. La regia dell’allestimento è ﬁrmata da Italo Nunziata, mentre le scene sono di Emanuele Sinisi. Esegue l’Orchestra dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”, accompagnata dal Coro Lirico di Modena (maestro del coro Stefano Colò). Dopo un’assenza di più di trent’anni, l’opera torna al Comunale in un nuovo allestimento curato dal Teatro di Modena in coproduzione con Piacenza e Parma. L’opera è dedicata a Mirella Freni, considerata fra le più importanti interpreti che hanno ricoperto il ruolo del titolo e gettando nuova luce sulle caratteristiche vocali, le inﬂessio-

ni espressive e le valenze drammatiche del personaggio. Nel cast, il tenore Luciano Ganci, che ha interpretato il ruolo nel 2021 al Royal Opera House e al Teatro Comunale di Bologna; il soprano Maria Teresa Leva, interprete di recente di Mimì in “Bohème” al Teatro Regio di Torino e al Liceu di Barcellona; e Claudio Sgura, baritono di fama internazionale applaudito nelle ultime stagioni all’Arena di Verona, al Teatro Nazionale di Praga, al Royal Opera House di Londra e alla Bayerische Stattsoper di Monaco. L’opera si svolge a Parigi nel 1730. L’amore fra Adriana, un’attrice della Comédie-Française, e il conte di Sassonia, è contrastato dalla Principessa di Bouillon. Alle porte del verismo, Cilea e il suo librettista Arturo Colautti ambientarono abilmente una storia che intrecciava il mondo del teatro con

Una nuova commedia al Michelangelo

la realtà storica. Adriana Lecouvreur morì realmente, come nell’opera, a causa di un mazzo di fiori avvelenati inviatole con l’inganno dalla sua rivale. Il titolo è rimasto ininterrottamente in repertorio dalla prima del 6 novembre 1902, quando debuttò al Teatro Lirico di Milano, diretta da Cleofonte Campanini, con le straordinarie voci di Enrico Caruso e Angelica Pandolfini. Amata dallo stesso Caruso, frequentata da Franco Corelli e Mario Del Monaco, si tratta di un’opera molto amata. Oltre alla nostra Mirella Freni, nelle parti femminili hanno lasciato un ricordo indelebile Magda Oliviero, Renata Tebaldi, Giulietta Simionato e la stessa Maria Callas, mentre tra i direttori si ricorda in particolare Gianandrea Gavazzeni. Il libretto è basato su un romanzo del francese Eugen Scribe e racconta della persona realmente vissuta di Adrienne Lecouvreur, un’attrice della Comédie-Francaise del 18° secolo. “Adriana Lecouvreur” ha dovuto accettare più volte le critiche. Allo stesso tempo va riconosciuto che Cilea aveva un grande senso del dramma, si dimostrò un melodista dotato, e che l’opera raggiunge effetti di grande valore ed eleganza al servizio di grandi voci. Informazioni e biglietteria al numero 059.2033010

Menù Frutti dal Bosco

Menù a base di Tartufo Nero

a 29 euro (a pranzo o a cena) Escluso Pasqua e Pasquetta a 49 euro ANTIPASTI Crostini con funghi porcini Spiedini mignon di funghi porcini panati al forno

PRIMI A SCELTA Tortelloni con funghi misti e pancetta croccante Tagliatelle di castagne con funghi porcini e prosciutto Modena dop Crespelle di farro Bio con verdure di stagione

Marina Massironi e Giovanni Franzoni sono i protagonisti della commedia “La verità di Bakersﬁeld” del californiano Stephen Sachs, in scena per tre repliche al Teatro Michelangelo di Modena. Le date sono quelle di martedì 15, mercoledì 16 e giovedì 17 marzo, sempre con inizio alle 21. Due destini, due vicende umane lontanissime che si incontrano nello scenario di una America sempre percorsa da forti divari sociali. Maude, cinquantenne disoccupata, appare come una donna ormai vinta dall’esistenza, ma nell’evidente disordine della sua caotica roulotte è celato un possibile tesoro, un presunto quadro di Jackson Pollock. Il compito di Lionel, esperto d’arte di livello mondiale, volato da New York a Bakersﬁeld, è quello di fare l’expertise dell’opera che, in caso di autenticazione, potrebbe far cambiare completamente vita alla sua interlocutrice. Ispirato da eventi veri, questo dramma comico crea domande vitali su ciò che rende l’arte e le persone veramente autentiche. Massironi e Franzoni (foto) lo interpretano magistralmente diretti da Veronica Cruciani. Informazioni e biglietteria al numero 059.343662

(a pranzo o a cena) Escluso Pasqua e Pasquetta

TARTUFO NERO PREGIATO e funghi porcini Tortino di polenta mignon con taleggio e tartufo nero Crostini con pane di Pavullo e funghi porcini Spiedini mignon di funghi porcini panati al forno Tortelloni con pancetta croccante e tartufo nero

SECONDI A SCELTA Tagliata di manzo con funghi misti Spiedino della Locanda (manzo e maiale) con funghi misti Polenta a grana grossa con salsa di noci nostrane, caciotta, funghi misti e salsiccia alla griglia

Tagliata di manzo con tartufo nero oppure Cotechino con salsa di senape e tartufo nero

DOLCI A SCELTA Yogurt naturale con frutti del bosco freschi Semifreddo al mascarpone con salsa di cioccolato fondente (coperto e bevande esclusi) (ordine minimo due persone)

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Modena | Tempo Libero

Il mondo di Georgia O’Keeffe A colloquio con la fumettista Sara Colaone, alla Tenda l’11 marzo

Appuntamento col fumetto di qualità, venerdì 11 marzo, alle 21, alla Tenda di viale Monte Kosica. L’autrice di fumetti e illustratrice Sara Colaone (foto) presenta il suo ultimo albo uscito per Oblomov, realizzato insieme a Luca de Santis e dedicato alla vita dell’americana Georgia O’Keeffe, una delle artiste più significative del XX secolo. Sara, il progetto del libro è partito da Parigi, vero? Sì, ho ricevuto la richiesta dall’editore francese Steinkis di fare una biografia che raccontasse la vita di questa pittrice, in occasione della retrospettiva che si è tenuta lo scorso settembre al centro Pompidou. Raccontare l’arte attraverso il fumetto è una specialità francese?

In effetti lo fanno anche al Louvre, al Musée d’Orsay. Il linguaggio del fumetto è molto pervasivo, trasversale e può arrivare con freschezza a tante fasce d’età di lettori. Conoscevi l’opera della O’Keeffe? Sì, ho studiato arte, ma non era tra le mie preferite. La sfida è stata immergersi in una personalità molto complessa, scavare e andare a fondo, trovando una chiave interessante per raccontarla. Come si lavora con uno sceneggiatore? Sono stata io a chiedere a Luca di condividere questo progetto, perché abbiamo un bel rapporto già sperimentato negli anni. Volevo uscire dalla facile etichetta dell’autrice donna che lavora su un’artista donna. Con lui abbiamo cercato di proiettare uno sguardo lucido su una carriera durata più di 90 anni. In effetti è vissuta tantissimo, è morta a quasi a 99 anni… È nata alla fine dell’800 ed è morta alla fine degli anni ‘80. Ha incontrato personalità artistiche di varie epoche. Inoltre era una profonda conoscitrice della materia pittorica. Tu lavori con le immagini. Come si rende in fumetto un’artista che a sua volta si esprimeva per immagini? Si trattava di trovare una chiave. Mentre il mio segno abituale è abbastanza deciso, qui ho voluto aggiungere una dimensione di sfumatura. Inoltre i quadri

non sono una cosa separata rispetto alle vignette; spesso sono forme che stanno all’interno della vignetta. Volevo che i lettori e le lettrici si immergessero in una figura che non faceva differenza tra la vita e l’arte pittorica. Come ti trovi a lavorare con l’editore Oblomov? Bene, c’è sempre un grandissimo scambio, una bella corrispondenza di idee e la garanzia di un alto standard di qualità del progetto. Vivi a Bologna, una sorta di capitale del fumetto italiano. Cos’ha di speciale? Che ci sono case editrici e l’Università, che a sua volta è un luogo di passaggio dove si creano incontri. A Bologna si viene per studio e si trova una dimensione congeniale, un transito continuo con l’humus giusto. Questo già dagli anni ‘70 in poi, basti pensare a Andrea Pazienza. Anch’io sono friulana e mi sono fermata qui. Il fumetto ora parla molto al femminile, vero? Le autrici esistevano anche prima. Oggi si è molto ampliata la platea dei lettori. Molte autrici hanno trovato uno strumento congeniale per raccontare i loro punti di vista. Una specie di fioritura come voci molto interessanti.

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Ne vale la pena, incontri a Carpi Appuntamenti all’Auditorium Loria Dal mese di marzo al via la nuova stagione di “Ne vale la pena”, la rassegna d’incontri con l’autore, giunta alla sua 11ª edizione. Il primo appuntamento sarà domenica 13 marzo alle 17 con Christopher Goldman Ward che racconterà la sua lunga amicizia con il mito del basket Kobe Bryant (foto) attraverso il libro “Il mio Kobe. L’amico diventato leggenda”. L’incontro è in collaborazione con la Polisportiva Nazareno. Sabato 26 marzo alle 17 sarà invece la volta di uno dei più grandi chitarristi italiani, Massimo Varini, che con il libro “Come la pastura per il pescatore e il vento per l’aquilone”, spiegherà la sua filosofia di vita, in un appuntamento tra parole e musica. Infine mercoledì 30 marzo alle 21, una serata dove la musica sarà ancora protagonista con il giornalista Massimo Poggini, recente autore di due libri con i quali racconta Vasco Rossi “70 volte Vasco. Storia di una rockstar” e Lucio Dalla “Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare”. Tutti gli incontri sono in programma all’Auditorium Loria di via Rodolfo Pio 1 a Carpi. Ingresso gratuito, ma obbligo di green pass e mascherina.

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Il progetto del Carani

Seguici su:

Solenghi omaggia Villaggio pag. 13

Il Teatro a Maranello pag. 14

Al via il restauro dello storico teatro. Il termine entro ﬁne 2023 | pagina 12

Formigine e strade pag. 16

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Sassuolo | Notizie

Teatro Carani, parte il restauro Presentato il progetto esecutivo, termine dei lavori entro ﬁne 2023

La Fondazione Teatro Carani ha presentato all’Amministrazione di Sassuolo il progetto esecutivo del restauro del Teatro Carani. L’avvio dei lavori è previsto per le prossime settimane, con conclusione programmata entro la ﬁne del 2023. Il progetto, curato dalla società Enerplan di Carpi, in partnership con lo studio Archea di Sassuolo e con lo studio GGroup di Formigine, è improntato alla conservazione della struttura e dello stile art déco tipici dell’ediﬁcio, che sarà però completamente rinnovato nel comfort

e nelle dotazioni impiantistiche e di sicurezza. Il pubblico ritroverà molti elementi originali: la biglietteria, le porte, i pavimenti, le pareti decorative, i grandi specchi e anche i lampadari di Murano inseriti negli anni Settanta, mentre i pavimenti della platea e delle gallerie saranno rifatti in parquet di legno. I colori degli ambienti saranno definiti assieme alla Soprintendenza per restituire il sapore autentico dell’epoca. Anche gli infissi saranno ristrutturati per garantire la funzionalità e la tenuta stagna. Tra le tante novità introdotte, spicca una pratica reception-biglietteria all’ingresso, mentre nel foyer saranno inseriti un servizio guardaroba e un bar. In sala, il numero totale dei posti sarà ottimizzato a 628, suddivisi tra platea (360), palchi laterali (6), prima galleria (216) e seconda galleria (46). Le poltrone saranno disposte in modo da garantire a tutti una visione ottimale e, in platea, saranno dotate di un sistema manuale a scomparsa, per nasconderle sotto il pavimento e consentire un utilizzo polifunzionale della sala per eventi come banchetti, feste e celebrazioni. Vero cuore del progetto di restauro è la dotazione impiantistica. Per il comfort ambientale verrà installato un efficiente impianto di climatizzazione a funzionamento geotermico, che consentirà un efficace ed economico riscal-

damento e raffrescamento dell’intera struttura per il suo utilizzo sia in estate che in inverno. Il rinnovo completo delle attrezzature audio-video digitali ha introdotto macchinari di ultimissima generazione che consentiranno lo svolgimento di ogni tipo di spettacoli, oltre alle proiezioni cinematografiche. In particolare, l’acustica è stata curata nei dettagli e ottimizzata per una fruizione ottimale da ogni ordine di posti. L’archivio storico Costi, un patrimonio ingente di documenti, locandine, fotografie sulla storia del Teatro, sarà collocato al primo piano e sarà visitabile dagli spettatori. Gli uffici operativi saranno invece situati al secondo piano, mentre i camerini per gli attori saranno ampliati e collocati sotto il palco. Garantisce l’accessibilità ai disabili a ogni piano l’installazione di un ascensore, attivabile a richiesta. Tutto è pronto per restituire a Sassuolo il suo epicentro culturale e di intrattenimento. La Fondazione rinnova l’invito alla cittadinanza a sostenere questa iniziativa di patrimonio comune. Ciascuno può dare il proprio contributo, non solo economico, ma anche di idee e suggerimenti. Il progetto sarà pubblicato a breve sul sito www.teatrocarani.it, così come le modalità per contribuire.

Festa della Donna, altri eventi Mostre, incontri e spettacoli E’ visitabile ﬁno al prossimo 16 marzo la mostra dal titolo “Donne e Arte”, inaugurata lo scorso 5 marzo presso la Galleria d’arte Jacopo Cavedoni, nell’ambito delle iniziative per la Festa della Donna. La Galleria sarà aperta al pubblico nelle giornate di martedì, venerdì e domenica dalle 10 alle 12 e al sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. E sempre legate alla festa dell’8 marzo sono anche le due iniziative del 10 e 11 marzo. Giovedì 10, al Crogiolo Marazzi (Via Regina Pacis 9 / Via Radici in Monte, 70), è in programma lo spettacolo “Donne che storia!”, a cura del Circolo Culturale Artemisia, scritto e raccontato da Giovanni Taurasi, con Elisa Lolli, Maria Giulia Campioli, Francesco Grillenzoni e Stefano Garuti. Inizio alle 20,30. Venerdì 11 marzo, invece, presso la Sala Biasin di via Rocca 22, con inizio alle 21, è in programma “La notte dell’Arte: Le donne di Casa d’Este, tra mondanità, dedizione e buon governo”, conferenza a cura di Luca Silingardi, curatore delle Raccolte Civiche di Arte e Storia di Sassuolo.

Sassuolo | Eventi

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Solenghi,omaggio a Paolo Villaggio Venerdì 25 marzo il comico genovese va in scena al Crogiolo Marazzi

Da genovese a genovese. Venerdì 25 marzo, alle 21, Tullio Solenghi (nella foto) sarà ospite del Crogiolo Marazzi di via Regina Pacis 9 con “Una serata pazzesca”, il recital scritto insieme a Sergio Maifredi con cui il comico genovese restituisce la genialità e l’inventiva del maestro Paolo Villaggio con aﬀetto e maestria. Ci racconta aneddoti, storie vissute con Paolo Villaggio, incontri; e poi lo legge, legge i suoi libri, i suoi pensieri, i suoi racconti, rivelandone la sua forza di scrittore. Perché Paolo Villaggio è stato prima di tutto uno scrittore, un autore: nel 2011

il suo libro “Fantozzi”, per i 150 anni dell’Unità d’Italia, è stato scelto dal comitato scientiﬁco del Centro per il libro e la lettura - Ministero della Cultura - tra le centocinquanta opere che hanno segnato la storia dello Stato Italiano. Espressioni come “megagalattico”, “poltrona di pelle umana”, “nuvola degli impiegati”, salivazione azzerata”, “lingua felpata”, aggettivi come “mostruoso”, “pazzesco” e “agghiacciante” o inesattezze verbali come “venghi”, “vadi”, “dichi” sono entrate nel lessico italiano grazie a Villaggio. Solenghi ha spiegato di

aver raccolto “alcuni squarci letterari di Villaggio che ho iniziato a conoscere proprio attraverso i libri. Racconto sempre che li leggevo in treno, quando, da giovane, facevo il pendolare Genova-Roma per trovare lavoro alla Rai. In pratica ﬁnivo per leggerli nella toilette perché ridevo tanto e mi vergognavo. ‘L’ho conosciuto nel cesso dell’intercity’, avrebbe detto lui. Nella serata ci saranno vere perle letterarie e un po’ di aneddotica del Villaggio ‘privato’, quello fuori dalle scene”. Villaggio e Solenghi sono uniti, oltre che dalla nascita genovese, dal Premio Grock che è stato assegnato a entrambi. Il Premio Grock nasce nel 1997 da Teatro Pubblico Ligure, con l’intento di valorizzare l’arte di Grock, grande clown svizzero che ha vissuto gli ultimi vent’anni della sua vita in Liguria, a Imperia, collegandolo con i grandi artisti di oggi. Per il regista Maifredi, “Paolo Villaggio è il creatore

di alcune tra le più riuscite maschere contemporanee: dal paradossale e grottesco Professor Kranz al timidissimo Giandomenico Fracchia per arrivare al servile e sottomesso ragionier Ugo Fantozzi, forse il personaggio più popolare dell’intera storia della comicità italiana. Con nitidezza, da artista acuto e feroce, Villaggio ha saputo scolpire nell’immaginario collettivo personaggi in cui si riconosce, da oltre 40 anni, l’Italia intera: Paolo Villaggio ha raccolto un’eredità antica, facendo discendere le sue maschere dalla Commedia dell’Arte per calarle nel nostro quotidiano. Paolo Villaggio ha una forza scespiriana, Falstaﬀ o Fool che egli voglia essere; è un clown senza malinconie o patetismi, ma potente, cinico e impietoso”. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria (apertura prenotazioni il 10 marzo). Per informazioni e prenotazioni, il link è www.comune.sassuolo. mo.it/avvisi/Crogiolo2022

Marco Bianchi tra scienze e ricette Lo chef al Crogiolo lunedì 14 marzo Non solo Solenghi. Il Marazzi Group, in collaborazione con il Comune di Sassuolo, propone svariati appuntamenti a cura di Mismaonda per un’offerta che porta in città nomi importanti, attraverso teatro, tributi a grandi artisti italiani, chef, ma anche approfondimenti legati a tematiche di impegno civile, come la lotta contro la mafia e il sostegno dei diritti delle donne per la parità di genere. Tra i prossimi appuntamenti, segnaliamo quello di lunedì 14 marzo alle 21 con il divulgatore scientifico e cuoco Marco Bianchi (foto) a proporre uno stimolante “Viaggio nel corpo umano. Tra scienza e ricette”. Giovedì 7 aprile, sempre alle 21, Fabio Canino propone un imperdibile Raffabook, dedicato alla Carrà, ovviamente. Infine il 26 maggio Matteo Caccia e Giacomo Di Girolamo presenteranno “L’Isola di Matteo”. Oltre al sistema delle prenotazioni, c’è comunque la possibilità di ingresso direttamente in loco, in caso di posti residui. Le iniziative si svolgeranno nel rispetto della normativa anti-Covid.

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Maranello | Fiorano

Quanti spettacoli al Ferrari

Una installazione al femminile

Prosegue con diversi appuntamenti la stagione teatrale di Maranello

Prosegue ricca di stimoli la stagione teatrale all’Auditorioum Enzo Ferrari di Maranello. Un cartellone di qualità sul quale si può contare, anche senza conoscere già nello specifico il lavoro della compagnia ospite. Nel senso che ci si può fidare. Per esempio giovedì 17 marzo, alle 21, va in scena “Memoria di scimmia”, uno spettacolo liberamente tratto da “Relazione per un’accademia”, un bellissimo racconto di Franz Kafka. L’allestimento della compagnia Festina Lente Teatro vede Andreina Garella alla regia, mentre l’ambientazione è curata da Mario Fontanini. La protagonista è una scimmia addomesticata, catturata durante una spedizione di caccia nella Costa D’Oro: l’animale, per riavere la libertà, decide di imitare l’uomo e diventa non più scimmia, ma neanche uomo. Difficile accettare regole e compromessi, difficile vivere nella norma sociale; la

sua trasformazione in uomo la costringe ad adattarsi ad un sistema sempre più violento e frenetico e a perdere l’ancestrale capacità di meravigliarsi. Giovedì 24 marzo, sempre alle 21, da Kafka si passa a James Joyce con “La Molli” di Gabriele Vacis e Arianna Scommegna (foto), il primo anche regista, la seconda anche interprete per una produzione della compagnia milanese Atir Teatro Ringhiera. Vacis e Scommegna prendono le mosse dal monologo di Molly Bloom che conclude l’Ulisse. Il personaggio di Molli viene calato in una quotidianità dalle sonorità milanesi, traslando il testo in una trama di riferimenti culturali vicini al nostro tempo. Il ﬁume di parole è lo stesso ﬂusso di coscienza del personaggio di Joyce che riempie una notte insonne di pensieri e bugie, mentre aspetta il ritorno a casa del marito Leopold. L’attrice, in bilico tra

Nei teatri, cinema e biblioteche I ritratti e le storie delle donne riempiono gli spazi pubblici del distretto: in occasione dell’8 marzo nelle biblioteche, nelle sedi municipali, nei cinema e nei teatri di Fiorano (ma anche Formigine, Maranello e Sassuolo) arrivano le “Donne al cubo”, un’originale installazione che vede protagoniste 28 donne tra passato e presente che si sono distinte in diversi ambiti, dallo sport alla letteratura alla scienza, le cui foto sono riprodotte su cubi di cartone che raccontano la “straordinaria” normalità di vite femminili esemplari. Dall’accademica e ﬁsica Laura Bassi, all’attivista Franca Vola, dall’infermiera Florence Nightingale alla tennista Billie Jean King, ﬁno alle glorie sportive locali Rita Cuccuru, Cecilia Camellini e Raphaela Lukudo (foto), le “Donne al cubo” sono una testimonianza visiva della forza, del coraggio e della determinazione dell’universo femminile. L’installazione, realizzata in collaborazione con Coop Alleanza 3.0, accompagna tutti gli eventi organizzati sui territori dei comuni in occasione della Festa della Donna: mostre, incontri pubblici, spettacoli, performance e sport.

il romanzo e la vita, ripercorre la propria esistenza di poco amore, infinite attese, occasioni mancate, dal primo bacio a un rosario di amanti da sgranare per mettere a tacere il vuoto, dal dolore di un figlio perduto fino ad un ‘sì’ finale pronunciato in favore della vita e dell’amore da una donna mai piegata alla rassegnazione. E ancora martedì 5 aprile alle 21, arriva “Uno spettacolo divertentissimo che non finisce assolutamente con un suicidio” dei bolognesi Nicola Borghesi e Lodo Guenzi. Il percorso di una persona attraverso la fama, parola quanto mai controversa, può diventare una parabola nella quale più persone possono riconoscersi: la vita delle persone, generalmente, consiste nel sopravvivere lasciandosi dietro macerie. Uno spettacolo che nasce da un’amicizia lunga venticinque anni su trentacinque, quella tra Lodo Guenzi e il regista Nicola Borghesi che hanno lavorato sull’autobiografia di una persona abbastanza famosa, Lodo, il che la rende da una parte potenziale oggetto di interesse per un numero maggiore di persone, dall’altra aumenta la diffidenza per il genere, dall’altra ancora permette di vedere dall’interno posti, come Sanremo o X-Factor, che di solito si vedono nella loro versione confezionata per il pubblico. Per informazioni e prenotazioni: 0536.943010

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Formigine | Notizie

Formigine e Sicurezza stradale Previsti investimenti infrastrutturali con nuove rotonde e ciclabili

Un programma articolato in tema di sicurezza stradale è stato messo a punto sul territorio del Comune di Formigine. Sono tre le rotonde in corso di progettazione e realizzazione, che oltre a fluidificare il traffico diminuendo l’inquinamento atmosferico, interverranno su intersezioni stradali dove, in passato, si sono verificati incidenti. Sono previste una rotatoria nelle vie Ferrari - Radici - Borgo (200mila euro di intervento realizzato da privati) e una rotatoria fra via Battezzate e via Radici a Corlo (per 300mila euro) mentre a Formigine è prevista una rotatoria presso l’incrocio nelle vie Sant’Antonio - Stradella - Imperatora (costo 347mila euro). Grazie a questi interventi Formigine diventerà completamente “de-semaforizzata”, aumentando la scorrevolezza dei percorsi. Partirà entro la fine dell’anno anche il cantiere per il cosiddetto “Bypass Brodolini” (per

250mila euro), con l’obiettivo di spostare traﬃco di attraversamento improprio da una zona prevalentemente residenziale (piazza Brodolini - via Sant’Onofrio, realizzando anche una nuova rotatoria di immissione). Per la loro sicurezza, i ciclisti potranno spostarsi in sede propria su un tratto ciclabile di circa un chilometro in zona Ubersetto, il cui cantiere è in corso e si chiuderà in autunno (700mila euro). Nei prossimi mesi verrà aperto il cantiere anche per un ulteriore tratto da via Quattro Passi a via Tassoni (per 182mila euro). In totale, nel biennio 2022/23 verranno quindi investiti 1,97 milioni su rotatorie, strade e ciclabili. Agli investimenti infrastrutturali si accompagnano anche misure di controllo digitalizzato. Dopo le 144 telecamere e i 16 varchi elettronici, è stato attivato il sistema tutor” sulla Tangenziale Modena - Sassuolo, dove si rile-

vano ancora numerose infrazioni con alto tasso di incidentalità (38 incidenti l’anno). Il sistema di rilevamento della velocità media ha rilevato che sono numerosi i “mezzi pesanti” a superare il limite massimo di velocità, per loro di 70 km/h. Come richiesto anche dai residenti, sono in corso le pratiche con la Provincia per abbassare la velocità anche su via Marzaglia, vicino al centro di Magreta, dove verranno installati due “box” arancioni. Ripresi inoltre i controlli periodici e programmati della Polizia Locale su camion e veicoli pesanti. Prosegue anche l’Accordo sulla sicurezza con la Regione, con la riqualificazione del Centro visite del Colombarone, la posa di nuova fibra ottica e nuovi punti di videosorveglianza. Con la Regione è attiva anche una recente partnership sul progetto ERVIS (supporto alle vittime di reato) che nei prossimi mesi proporrà iniziative in tema di aiuto alle vittime. “Con l’auspicato graduale ritorno alla normalità - evidenzia il Sindaco di Formigine Maria Costi - c’è anche un fisiologico aumento del traffico e vogliamo fare il possibile per aumentare la sicurezza per pedoni, ciclisti, automobilisti: servono controlli e sanzioni ma anche e soprattutto investimenti infrastrutturali per rendere il territorio più sicuro a prescindere dai comportamenti individuali”.

“Oh my green!”, nel mese di marzo “Giardino dei conigli” e non solo Con la bella stagione, si spostano all’aperto alcune iniziative del Centro di Educazione alla Sostenibilità Ambientale di Formigine. Protagonisti di marzo sono i coniglietti (in foto) del parco della Resistenza a Villa Gandini, accuditi dalle guardie zoofile di OIPA Modena, che si potranno andare a trovare tutti i weekend dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Sarà sempre il parco della Resistenza ad ospitare l’appuntamento di sabato 12 marzo con la ripartenza del plogging, l’attività di camminata unita alla raccolta dei microrifuti: il ritrovo, insieme al gruppo di ecovolontari Vanni Scannavini, è fissato alle 14.30 all’angolo tra via per Sassuolo e via Marzabotto. Appuntamento per i più giovani, invece, martedì 15 alle 16.30 con “Un giorno da… chimico”, laboratorio scientifico dai 7 ai 13 anni dove eseguire piccoli esperimenti e rispondere a tante domande. Chiuderà la rassegna primaverile martedì 22 (stessa ora) la lettura animata “La nuvola Olga” (3-6 anni), seguita da un laboratorio manuale sul ciclo dell’acqua. Tutte le iniziative sono gratuite e si svolgono nel rispetto della normativa anti-Covid. È richiesta la prenotazione telefonando al numero 380 5889716, oppure scrivendo a ceasformigine@gmail.com.

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Modena | Rubriche

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Keb’ Mo’ – ‘Good to Be…”

“Il Padrino” (1972) di F. Ford Coppola

Keb’ Mo’, al secolo Kevin Moore, è assieme a Eric Bibb e Guy Davis, il principale rappresentante della generazione anni ’90 di musicisti in grado di fondere il folk-blues delle origini, con country, soul, pop e persino profumi e sonorità africane e caraibiche, sulla scia del grande Taj Mahal. Se Davis è più tradizionale e Bibb più influenzato da suoni etnici, Moore è quello dei tre che maggiormente si è spostato verso elementi pop e persino west coast, trasformando la sua musica in un vero e proprio BluesAmericana, citando il titolo di uno dei suoi album più riusciti. Del resto Moore, anche se si è fatto conoscere al grande pubblico del blues nella prima metà degli anni ’90, è attivo fin dagli anni ’70, quando, giovanissimo, collaborò con Papa John Creach, violinista dei Jefferson Starship, allo strumentale “Get Fiddler”, contenuto nell’album best seller del gruppo “Red Octopus” (1975). Dall’omonimo “Keb’ Mo’” del 1994, invece, il musicista californiano ha registrato 14 dischi in studio e tre live, conquistando cinque Grammy Award. Il nuovo lavoro, “Good to Be…”, è una sorta di ritorno ai luoghi della sua infanzia in California, e profuma ancora di più dei precedenti di spunti westcoastiani e folk-rock. Certo il blues non manca, anzi è il punto di partenza di tutto (la lenta e sinuosa “All Dressed Up”, ad esempio, sembra uscita

dal songbook di Bobby “Blue” Bland), ma l’evoluzione della maggior parte dei 13 brani è inserita in maniera più che evidente nel mondo dell’Americana. Lo dimostra già l’iniziale “Good To Be (Home Again)”, una delicata ballad roots-pop di ispirazione californiana, così come la briosa “Good Strong Woman”, nella quale Moore duetta con l’ex Hootie & The Blowﬁsh Darius Rucker. La dolce ballata “Marvelous to Me”, sembra una pop song del miglior Kenny Loggins, mentre “Louder”, aperta dal piano, fa un po’ il verso a Jackson Browne. In generale un bel disco, nella sua deliziosa leggerezza, che forse farà storcere il naso ai puristi del blues, ma che si può ascoltare e riascoltare senza stancarsi. (GB)

Esistono film che possono essere considerati vere e proprie opere d’arte, destinati a non invecchiare mai, capostipiti di interi filoni cinematografici. Era il 1972, esattamente il 15 marzo, che “Il Padrino” di un appena trentenne Francis Ford Coppola arrivava nelle sale americane, cambiando per sempre la concezione della settima arte. Tratto dall’omonimo romanzo di Mario Puzo, qui in veste anche di sceneggiatore dopo che la Paramount acquistò i diritti della sua opera, la saga della famiglia mafiosa Corleone ha riscosso un successo talmente grande da frantumare qualsiasi record. Nel 2007 è salito al secondo posto della speciale classifica dei “Migliori cento film statunitensi di tutti i tempi”,

dietro a “Quarto potere” di Orson Welles, mentre la rinomata rivista Empire lo considera addirittura la miglior pellicola di sempre, in un elenco che comprende 500 film. Anche in Italia il successo fu notevole e con gli oltre 10 miliardi di lire (al cambio poco più di 58 milioni di euro) è stato a lungo il maggior incasso di sempre per una pellicola estera, venendo sorpassato solo nel 2010, da “Avatar” di James Cameron. Inoltre la Sicilia è stata una delle location del film, con posti che sono tutt’ora mete di pellegrinaggio per i fan de “Il padrino”. L’opera di Coppola è stata il trampolino di lancio per diversi giovani attori come Al Pacino, James Caan, Robert Duvall e Diane Keaton, ma anche di riscatto per altri, come il grande Marlon Brando, reduce da un periodo di declino. La sua magistrale interpretazione del capofamiglia e boss don Vito Corleone divenne presto iconica. La sua “Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare” è considerata una della battute più celebri della storia del cinema, ripresa più e più volte in seguito. In occasione dei 50 anni dalla sua uscita, “Il Padrino” è tornato nelle sale, dal 28 febbraio al 2 marzo, con una nuova versione restaurata. Se non siete riusciti a godervi questa esperienza cinematografica, vi invitiamo a recuperarla al più presto a casa vostra. (MA)

COPIA GRATUITA € 0,052 | Editore: Sede legale, Redazione, pubblicità e annunci: via Emilia Est, 402/6 - Modena | Tel. 059 271412 | Fax 059 3682441 Direttore Resp.: Giovanni Botti | e-mail: redazione@vivomodena.com | www.vivomodena.it | Diﬀusione gratuita in abitazioni, attività commerciali, edicole di Modena. Autorizzazione Tribunale di Modena n. 1604/2001 del 16/10/2001. Iscrizione al ROC 003814 | Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola - Via Selice 187/189 - 40026 Imola (BO) Sede legale, Redazione, pubblicità e annunci: via Emilia Est, 402/6 - Modena | Tel. 059 271412 | Fax 059 3682441 Direttore Resp.: Giovanni Botti | e-mail: redazione@vivomodena.com | www.vivomodena.it | Diﬀusione gratuita in abitazioni, attività commerciali, edicole di Modena. Autorizzazione Tribunale di Modena n. 1604/2001 del 16/10/2001. Iscrizione al ROC 003814 | Stampa: Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola - Via Selice 187/189 - 40026 Imola (BO)

Ecco come si costruiscono i falsi abusi familiari e gli affidi illeciti Nel nuovo libro di Francesco Miraglia, “L’Avvocato dei bambini” la denuncia ad un sistema che si nutre di non conoscenza e di silenzio

L’Amico ci onora di farci partecipare al suo impegno e alle sue battaglie, laddove porta il cimiero di Achille con la serenità d’un Aiace, con la lealtà di un Ettore. Il Giurista ci descrive il sistema di tutele minorili e familiari per come è, per come dovrebbe essere, per le ragioni ostative a che sia come dovrebbe: e ci fa capire che quelle ragioni sono ingiuste - oltre che illegittime anche ad ordinamento invariato -, risiedono nella poca conoscenza dei principi e delle norme, nella meschinità di molti operatori, nella latenza - in buona o cattiva fede - del controllo giurisdizionale.

Il presupposto del pensiero è la libertà. Sum ergo cogito: così qualcuno soleva sapientemente invertire la relazione cartesiana. E sottintendeva: non sum nisi liber. Lungo il filo conduttore della libertà-dignità corrono le riflessioni dell’Autore, dell’Amico, del Giurista, dell’Uomo (le lettere maiuscole non si riguardino come vezzo celebrativo, ma come voluta differenziazione rispetto ai minuscoli che, di tempo in tempo, nella scelta tra giustizia e vassallaggio, hanno scelto la via più comoda).

L’Uomo ha il coraggio di pensare, di razionalizzare e di comunicare ciò che vede, comprende e critica, quando invece molti, che da sempre dovrebbero prendere atto delle sue indicazioni e mutare la propria inerzia in attività e la propria disonestà in impegno, a turno tentano di persuaderlo a tacere, di intimidirlo, di offenderlo, di frenare l’effetto delle sue iniziative, mentre nutrono e nascondono (senza riuscirci) il moto di vergogna che in fondo provano per aver essi stessi, invece, taciuto o, peggio ancora, tenuto bordone alle violazioni e agli scempi: in definitiva, per non aver avuto il suo coraggio o, quantomeno, il coraggio di procedere in una direzione diversa da quella dettata dalla convenienza propria o dall’imposizione altrui. Ma, come è stato scritto, il coraggio lo si ha o non lo si ha, non ce lo si può dare. Un coraggio, quello delle pagine che qui consideriamo, fatto

però di pacatezza, di osservazione, di logica. Come quello che ci ha insegnato –e ogni giorno ci insegna- chi ha la pazienza di volerci bene e ci ricorda che la forza della critica, la sua capacità di cogliere il giusto segno, non è nella veemenza (l’invettiva può essere fraintesa come violenza; l’allusione confina con l’illazione; l’offesa, anche se meritata da colui al quale la si indirizza, fa perdere di vista la vera distribuzione dei torti e delle ragioni); quella forza è invece nel contenuto, nella verità e linearità di ciò che si dice, nella semplicità e coerenza con cui si smaschera il fumoso argomento che tende a coprire la malafede o l’abuso. Con il garbo del sussurro, un’equazione, un sillogismo, un’argomentazione tecnica possono diventare un’arma di giusta battaglia, possono acquisire l’effetto dirompente di un uragano. Francesco Morcavallo

Infocommerciale

L’Autore, dunque, ci indica che pensare il sistema della tutela dei deboli significa considerare i deboli come uomini, non come sottoposti a un potere (tantomeno se quel potere diventa occasione e fine di guadagno).

pagina 18 Si precisa che tutte le ricerche di personale sono rivolte ad ambo i sessi (L. 903/77).

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AG. MEETING CENTER Sono una ragazza di 32 anni, diﬃcile deﬁnire cosa cerco con precisione, forse mi sono iscritta qui per curiosità e se

Io sono così: sorridente, ironica, positiva, solare, ma ho anche qualche difetto, naturalmente pochi rispetto ai pregi! Amo anche scherzare e sdrammatizzare e poi … “viva la semplicità”! Cerco un compagno dal buon carattere, serio e libero. Sono una donna 36enne, divorziata che vorrebbe rifarsi vita affettiva. Tel. 348.41.41.2.41 Nonostante nella vita, mi occupi di pubblicità e marketing, ora non trovo lo spot giusto per me! Per essere pratici: Ho 38 anni, separata da tempo, vorrei costruire un domani con un uomo con cui valga la pena preoccuparsene. Tutto qui! Tel. 348.41.41.2.41 “L’orgoglio dei piccoli consiste nel parlare sempre di se, e quello dei grandi nel non parlarne mai” , è ovvio non è farina del mio sacco, ma rispecchia la mia personalità. Sono una donna 51enne molto curiosa, serena, dinamica, amo la vita , il sole, le persone positive, lo sport seguito e praticato, cerco un uomo interessante comunicativo. Max serietà. Tel. 348.41.41.2.41

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AG. MEETING CENTER C’è chi dice che alle donne piacciano gli uomini taciturni, credono che le ascoltino. A me invece piacciono gli uomini che ridono di se stessi, di me, con me. Penso che non prendersi sul serio sia diﬃcilissimo. Io cerco di non farlo, del resto come fa a prendersi sul serio una ragazza rotondetta come me? Ho 38 anni, divorziata da lungo tempo, vivo con mio ﬁglio, ma vorrei trovarti al più presto. Tel. 3484141241 -----------------------------------------

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Modena | Sport

Carrara, campo da sempre ostico Al Dei Marmi qualche batosta e solo due vittorie per i gialloblu La trasferta di Carrara, in programma sabato 12 marzo (inizio alle 14,30) è, sulla carta, una delle più insidiose che attende il Modena nella volata finale per la promozione in serie B. La Carrarese di Totò Di Natale, infatti, è una squadra brillante, che ha messo in difficoltà anche le grandi del girone. E la stessa storia dei confronti giocati in toscana tra canarini e marmisti racconta di sfide sempre molto dure e combattute, che hanno visto i gialloblu subire anche sonore e cocenti sconfitte. Il bilancio complessivo parla di 14 incontri giocati a Carrara, tredici nel campionato di C1 e uno in Coppa Italia, nei quali sette sono state le vittorie degli azzurri toscani, cinque i pareggi e solo due i successi modenesi. La prima volta che il Modena ha giocato una gara ufficiale allo stadio dei Marmi è stato il 10 novembre del 1983 proprio nei sedicesimi di finale della Coppa Italia di serie C. La neopromossa squadra toscana, guidata da Corrado Orrico, sconfisse i canarini 2-0 (reti di Di Carlo e Del Nero), un risultato che i Gialli non furono in grado di ribaltare nel ritorno al Braglia. La Carrarese proseguì fino alla finale e vinse la Coppa battendo il Fano, mentre in campionato arrivò terza dietro a Triestina e Padova (la sfida con il Modena finì con l’identico risultato della Coppa, 2-0 per i padroni di casa). Dopo un pareggio per 2-2, nel quale la squadra gialloblu fu raggiunta solo all’88’, e un’altra sconfitta (1-0 con rete di Landi) nella prima stagione di Mascalaito sulla panchina canarina, si arrivò al confronto forse più significativo tra le due squadre, quello del campionato 1985-86. Il Modena era reduce da un girone d’andata sempre a ridosso della zona promozione, ma ad inizio ritorno, visse il suo periodo più difficile con le sonore batoste di Bergamo contro la

Virescit (4-0) e per l’appunto di Carrara (4-1). Allo stadio dei Marmi gli uomini di Mascalaito disputarono forse la loro partita peggiore, senza nerbo e senza idee, contro una Carrarese non certo trascendentale. Andarono subito in svantaggio per la rete di testa di Del Nero, riuscirono momentaneamente a pareggiare grazie ad una magia su punizione di Domini, ma poi subirono tre reti dall’attaccante Lombardi e al decimo della ripresa erano già sotto 4-1. Nel finale Frutti fallì l’ennesimo calcio di rigore della stagione, e quella partita si segnalò anche per alcuni scontri in tribuna che videro coinvolto lo stesso presidente Farina. A fine giornata la classifica recitava: Parma 30, Reggiana 26, Virescit 25, Modena e Ancona 24 e il ritorno in serie B sembrava in procinto di sfumare di nuovo. La squadra gialloblù però trovò la forza di reagire e dalla settimana successiva (vittoria sofferta con la Spal), non perse più, inanellando una serie di 10 successi e tre pareggi che la portarono a conquistare la promozione

assieme al Parma di Sacchi. Carrarese e Modena si ritrovarono di fronte nel 1989, dopo il ritorno in C1 dei canarini, e ancora una volta furono i toscani, guidati in quell’occasione da Marcello Lippi, ad imporsi per 1-0. Il primo successo allo stadio dei Marmi arrivò soltanto nella giornata d’esordio del torneo 1995/96, grazie ad un rigore di Giancarlo Romairone, e venne bissato due anni più tardi con un 2-0 firmato da un autogol di Pennucci e da Mandelli. E arriviamo all’ultima sfida in toscana tra le due squadre, quella del 2000/01. Gli uomini di De Biasi, dopo il pareggio nel big match con il Como, non giocarono certo la loro migliore gara, andarono in vantaggio nella ripresa con Veronese, ma furono raggiunti su autogol nel finale da una Carrarese in dieci uomini. Un pareggio che fortunatamente non compromise la promozione in serie B.

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Carrarese in zona play off Di Natale la schiera col 4-3-1-2 Che la Carrarese sia una squadra pericolosa e da affrontare con le molle, lo dimostra il pareggio sofferto rimediata dalla Reggiana allo stadio dei Marmi qualche settimana fa. Gli uomini di Di Natale sono in piena corsa per un posto nei play off e giocano un calcio brillante, anche se, fino a questo momento, hanno un po’ faticato in fase realizzativa. La squadra toscana si schiera di solito con il 4-3-1-2, il modulo del primo Modena di Tesser, con Bramante rifinitore dietro le punte Energe e Doumbia in avanti, non proprio due bomber di razza visto che, al momento in cui scriviamo, hanno realizzato rispettivamente 4 e 3 reti. L’ex Frosinone Vettorel, classe 2000, è il portiere titolare, mentre la difesa a quattro è solitamente costituita dai terzini Semprini e Imperiale e dai centrali Sabotic e Rota (ma in rosa c’è anche Marino, per un breve periodo anche in gialloblu). Infine il centrocampo, che vede Berardocco affiancato da Foresta e Figoli, con l’ex Carpi Pasciuti possibile alternativa. L’andata al Braglia finì 2-0 per il Modena (reti di Armellino e Azzi), con i canarini a lungo in dieci per l’espulsione di Minesso.

di Giovanni Botti

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Modena | Sport

Il riscatto di Modena Volley La squadra di Giani ha battuto 3-1 la Lube e ora guarda ai Play Oﬀ

A Modena Volley serviva una reazione importante, e così è stato. Lo scorso sabato, tra le mura del Palapanini, la Leo Shoes PerkinElmer ha battuto nettamente la Lube Civitanova con un secco 3-1. Il risultato giusto, al momento giusto, dopo la sconfitta pesante subita con Cisterna. Nonostante, ormai, la classifica indichi che i canarini termineranno la regular season al quarto posto, Bruno e compagni sono scesi in campo con l’atteggiamento da big match, aggredendo fin da subito i campioni d’Italia i quali, seppur con molte defezioni, hanno lottato fino alla fine. Da lodare il coraggio di coach Giani, bravo a gettare nella mischia stabilmente tre giocatori provenienti dal settore giovanile di Modena Volley. La scel-

ta dell’allenatore di schierare titolare Sanguinetti al centro (al posto di Mazzone), ha permesso alla squadra gialloblù di inserire per il turno in battuta il vice opposto Sala, per via della regola dell’alternanza degli under-23 dalla linea dei 9 metri. Mossa azzeccatissima, dato che il figlio d’arte ha martellato forte al servizio, producendo break importanti per la squadra, e commettendo solo 2 errori a fronte di 26 battute, condite dall’ace che ha chiuso il primo parziale. Il libero Gollini, invece, ormai è entrato in pianta stabile in rotazione occupandosi della fase difensiva, lasciando al titolare Rossini il compito della ricezione. Questo risultato, ininfluente per la classifica, può aver ridato la giusta carica e convinzione a tutto

l’ambiente gialloblù in vista dei playoff, in programma per domenica 27 marzo. A meno di clamorosi ribaltoni, nei quarti Modena Volley affronterà la Power Volley Milano, al momento quinta in classifica a +6 da Monza sesta. Una sfida non semplice sulla carta, ma i precedenti positivi in stagione mettono i canarini in una posizione di vantaggio nei confronti della squadra allenata da coach Piazza, il quale però ha sempre qualche asso nella manica da sfruttare. Per arrivare nella condizione, mentale e fisica, migliore la Leo Shoes PerkinElmer ha ancora due sfide di regular season da affrontare. Si comincia sabato 12 marzo con la trasferta in Puglia, nella tana di Taranto. La squadra allenata da coach Di Pinto, che ha già sconfitto i canarini in passato quando sedeva sulla panchina di Molfetta, è ancora in piena lotta per salvarsi, e perciò potrebbe scendere in campo con motivazioni maggiori rispetto ai gialloblù. Sarà, inoltre, un motivo per vedere da vicino Tommaso Stefani, giovane opposto in rampa di lancio che potrebbe entrare in ottica Modena Volley in vista della prossima stagione, qualora Abdel Aziz decidesse di andarsene. L’olandese, però, nel post partita con la Lube ha dichiarato con decisione di avere un contratto con la società canarina, e di voler restare al Palapanini.

A2 femminile, Sassuolo sconfitta In B, invece, vince l’Emilbronzo La Green Warriors Sassuolo non è riuscita nell’impresa di fermare la capolista Brescia e nell’ultima giornata di Regular Season è stata sconfitta 0-3. Nonostante il turn over tra le sue file, Brescia è partita subito forte, trascinata da Sironi e Piva. Sassuolo ha provato a rimanere a contatto, grazie ad una Gardini subito in grande spolvero, ma le neroverdi hanno fatto fatica e le attaccanti ospiti hanno avuto vita facile. “Cinque giornate fa - ha affermato coach Venco - ci siamo dati un obiettivo, accedere ai play off, e lì abbiamo fatto tre belle partite, intense e portate a casa. Poi quando abbiamo avuto la certezza matematica dei play off, ci siamo spente ed abbiamo smesso di giocare fino alla morte come invece abbiamo fatto prima”. Fa sembrare tutto facile, invece, l’Emilbronzo 2000 Montale, che nella 19ª giornata del girone “D” del Campionato Nazionale di Serie B1 femminile, ha sconfitto nettamente il Csi Clai Imola. Derby emiliano che ha sancito ancora una volta lo strapotere della capolista nerofuxia.

Modena | Storie di Sport

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Rugby, la ripartenza del Giacobazzi Modena Intervista al coach biancoverdeblu Andrea Rovina, tra la sosta, il campionato e il terzo tempo

Dopo una lunga pausa invernale a causa dell’emergenza Covid, il Giacobazzi Modena Rugby 1965 è tornato finalmente in campo. A guidare in panchina i geminiani c’è mister Andrea Rovina, ormai modenese d’adozione essendo nel club dal 2008. “All’inizio sono arrivato come giocatore – ha raccontato l’allenatore -, poi nel 2018 ho smesso, anche se ho continuato ad allenare i ragazzini. Sono a capo della prima squadra da settembre 2019, e spero quest’anno di poter completare la stagione”. Mister, l’ultima serie di vittorie rappresenta un ruolino di marcia importante per il Giacobazzi… Ci siamo ristabiliti dopo un inizio di stagione non in linea con le nostre aspettative, in cui abbiamo perso le prime tre partite di misura. Sono state sconfitte avvenute su campi diffi-

cili in trasferta, ma ampiamente nelle nostre corde. Purtroppo neanche gli episodi ci hanno aiutato tanto. In seguito ci siamo sbloccati e da metà novembre le cose stanno girando nel verso giusto. Nel vostro girone si trova anche il Formigine Rugby. Come vivete questo derby? Abbiamo già giocato la sﬁda d’andata. E’ una partita che i ragazzi hanno aﬀrontato, anche alla luce dei trascorsi, con molta tranquillità, senza particolari tensioni. Sempre con grande rispetto e attenzione perché in partite di questo tipo, i valori in campo possono essere mitigati da una prestazione d’orgoglio dell’avversario. I derby sono sempre un po’ particolari più per l’aspetto emotivo che per il resto. I ragazzi sono stati bravi a lasciarsi tutto alle spalle e pensare solo a giocare ed è andata bene.

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Siete stati fermi tanto tempo a causa del Covid. Come avete gestito i giocatori e gli allenamenti? E’ stato difficile perché purtroppo siamo stati falcidiati dal virus. A fine dicembre scorso abbiamo avuto tantissimi casi tra staff e giocatori. Il gruppo si è ricompattato all’inizio di febbraio, a due settimane circa dalla ripresa del campionato. Durante le vacanze di Natale abbiamo fatto delle sedute online di lavoro atletico, seguite dal preparatore. Mandavamo anche dei video di gioco per tenere i ragazzi attivi mentalmente. L’umore della squadra è alto adesso che si gioca con una certa regolarità? Si è alto. Ci aspetta un mese di marzo molto caldo, con sfide in casa contro delle dirette avversarie. Siamo tutte in un manipolo di punti. La concentrazione è alta, e sentiamo la pressione di poter fare bene perché abbiamo le possibilità di farlo. Una curiosità, come si gestisce il “Terzo tempo” in tempo di pandemia? Quest’anno, quando abbiamo ricominciato, si cercava di onorarlo ugualmente cercando di avere più accortezze, come aumentare gli spazi per i ragazzi, facendolo anche all’aperto. Non si è voluto eliminare questa tradizione, pur rispettando le regole. Sul vostro sito c’è una sezione dedicata alla “Vita del rugbista”. Quanto è importante per lei il codice etico all’interno della squadra? Il nostro è uno sport che si basa molto su quei

principi e storicamente è proprio per gentiluomini. E’ sempre emerso che in campo non ci si risparmi mai con l’avversario, per poi condividere un piatto di pasta nel “Terzo tempo”. Questa è la caratteristica del rugby, un grosso spirito di lealtà e condivisione, a fronte di scontri molto duri in campo, ma sempre corretti. In una città come Modena, nella quale calcio e pallavolo vanno per la maggiore, quanto è difficile fare rugby? Ormai sono tredici anni che sono qui e ho visto mutare l’interesse della città verso questo sport. Il Modena Rugby è sempre stato bravo ad avere degli ottimi educatori giovanili, anche presenti nelle scuole, che sono riusciti a fare reclutamento e portare tanti ragazzi al campo. Nonostante non abbiamo la prima squadra in serie A e non sia uno sport blasonato, c’è abbastanza riconoscimento della società e della pratica del rugby. Il club, se non sbaglio, può contare su oltre quattrocento tesserati, partendo dai grandi fino al mini-rugby. L’impianto è stupendo e attira sempre tanto, è chiaro che rimane una seconda scelta: chi non è bravo a calcio o pallavolo prova questa via, e magari tante volte con successo. Il lavoro che è stato fatto finora è buono, e sono convinto che il numero dei praticanti aumenterà sempre di più. (ph Sara Bonfiglioli)

di Mattia Amaduzzi

stagione

2021 2022

Teatro Comunale Pavarotti-Freni

Adrviraenuar u o c Le a e l i C o c s e c n Fra

Adriana Lecouvreur / Maria Teresa Leva Maurizio / Luciano Ganci Michonnet / Claudio Sgura La principessa di Bouillon / Teresa Romano L’abate di Chazeuil / Saverio Pugliese Il principe di Bouillon / Adriano Gramigni M.lle Dangeville / Shay Bloch M.lle Jouvenot / Maria Bagalà Poisson / Stefano Consolini Quinault / Steponas Zonys Un maggiordomo / Manfredo Meneghetti

Direttore Aldo Sisillo Regia Italo Nunziata Scene Emanuele Sinisi Costumi Artemio Cabassi Luci Fiammetta Baldiserri Regista assistente e coreografo Danilo Rubeca Danzatori Agora Coaching Project a cura di MM Contemporary Dance Company

11 marzo ore 20 13 marzo ore 15.30

Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini Coro Lirico di Modena Maestro del coro Stefano Colò

Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza e Fondazione Teatro Regio di Parma NUOVO ALLESTIMENTO BIGLIETTERIA biglietteria@teatrocomunalemodena.it / 059 203 3010 www.teatrocomunalemodena.it