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ATTUALITÀ, CULTURA, SPETTACOLO, MUSICA, SPORT E APPUNTAMENTI mercoledì 29 novembre 2017
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anno XVIII - n. 42
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• Edizione di Carpi •
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Cecilia Cavicchi
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LA GESTIONE DEI PROFUGHI SCALDA GLI ANIMI E DIVIDE LA CITTADINANZA
IL CENTRO STORICO DI CARPI SI ACCENDE DI LUCI E SI PREPARA AL NATALE
All’auto ho detto addio
NON GUIDA L’AUTO DA DICIOTTO ANNI. PER SCELTA. HA LA PATENTE MA SI SPOSTA IN BICICLETTA. LA CARPIGIANA CECILIA CAVICCHI, DI PROFESSIONE ARCHITETTO, MAMMA 44ENNE DI TRE FIGLI, UN GIORNO LEGGENDO UNA RIVISTA SCIENTIFICA SI È CONVINTA DELLA NECESSITÀ DI LIMITARE L’USO DELL’AUTOMOBILE CHE HA SOSTITUITO CON LA BICICLETTA.
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EMOZIONI IN TRASPARENZA: GLI ACQUERELLI DI FRANCESCA LUGLI
I Carabinieri rafforzano il pattugliamento serale nella città di Carpi
Non si arresta la serie di rapine ai danni di commercianti nella nostra città. Sono infatti innumerevoli gli episodi di donne, terrorizzate, a cui è stato rotto il vetro dell’auto per rubare loro borsa e incasso della giornata e di cui pare, fortunatamente, siano stati individuati gli autori. Per cercare di arginare il dilagare di reati predatori e per presidiare maggiormente, soprattutto nelle ore serali, il territorio, il comandante Alessandro Iacovelli, ha deciso di rafforzare il pattugliamento in città: “pur continuando a garantire una presenza puntuale su tutto il territorio di competenza della Compagnia, con almeno 12 pattuglie, compiremo uno sforzo straordinario e assicureremo la presenza serale di 4-5 pattuglie nei vari quartieri di Carpi, concentrandoci soprattutto laddove si sono consumati eventi delittuosi”. Tale potenziamento, che si protrarrà almeno fino al termine delle festività natalizie, è stato accolto con soddisfazione anche dal primo cittadino Alberto Bellelli: “sono davvero soddisfatto del rapporto di grande collaborazione esistente tra Amministrazione Comunale e Forze dell’Ordine. Questo rafforzamento non è che l’ultimo esempio di un dialogo costante e proficuo”.
Jessica Bianchi
REDAZIONE Jessica Bianchi, Federica Boccaletti, Enrico Bonzanini, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Pierluigi Senatore, Chiara Sorrentino AT T U A L I TÀ , C U LT U R A , S P E T TA C O L O , M U S I C A , S P O RT E A P P U N TA M E N T I
DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Prandi
La Iena
IMPAGINAZIONE e GRAFICA Liliana Corradini
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CAPOREDATTORE Sara Gelli
Centro Servizi Editoriali srl - Stabilimento di Imola
REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE Via Nuova Ponente, 28 CARPI - Tel. 059 642877 - Fax 059 642110 - tempo@radiobruno.it
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RADIO BRUNO Soc. Coop. - Registrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 aprile 1999 - Chiuso in redazione il 28 novembre 2017
E se il Comune paga le luminarie, spende troppo e se non lo fa, il centro storico non è all’altezza delle aspettative... Quando la polemica è fine a se stessa!
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A volte non si pensa al pericolo che si corre finché non lo si prova sulla propria pelle e Rosicler Ramirez lo può testimoniare da quando, nel 2016, il suo piccolo Elias, di appena 2 anni, rischiò di morire soffocato dopo aver ingerito un pezzo di würstel: si salvò solo grazie all’intervento tempestivo della madre. Un episodio traumatico che si è risolto per il meglio. Ma non si può parlare di fortuna: se Elias è ancora vivo, lo si deve alle manovre di disostruzione pediatrica che Rosicler ha appreso tramite un corso e che adesso vuole trasmettere ad altri. Per questo motivo ha già organizzato una lezione gratuita sulle manovre di disostruzione pediatrica in collaborazione con la Croce Rossa di Carpi e ne terrà un’altra lunedì 4 dicembre, dalle 20,30, presso ArteVita, l’associazione in via Carlo Marx 130/c, nata a settembre da un’idea di Rosicler e della sua amica Serena Garuti. “Prevenzione e sicurezza non sono mai abbastanza quando si tratta di bambini. Il nostro obiettivo - afferma la Ramirez - è di organizzare corsi a cadenza regolare, almeno una volta al mese e richiamare più persone possibili. Non sole mamme e papà, ma anche nonni, baby-sitter, insegnanti e in generale ogni persona che per lavoro o altro stia spesso insieme ai bambini. Inoltre le tecniche di disostruzione delle vie aeree sono un salvavita anche per gli adulti. Cambia la modalità d’intervento ma l’effetto è esattamente lo stesso: far espellere il corpo estraneo, sia esso cibo o un piccolo oggetto, responsabile dell’ostruzione. E’ la famosa Manovra di Heimlich applicata diversamente a seconda che si tratti di un neonato, un bambino o un adulto”. Molti poeti e scrittori inglesi si sono ispirati alla pianta del maggiociondolo per evocare liriche e immagini fantastiche. Lo stesso Tolkien, l’autore del Signore degli Anelli, lo fece protagonista di una sua opera offrendogli il ruolo del Laurelin, l’albero mitologico che emanava luce aura su tutta la terra di Valinor. Forse ciò che più suggestiona del maggiociondolo, oltre alla magnificenza dei suoi fiori gialli, è lo strano comportamento dei suoi semi: inspiegabilmente risultano tossici per gli umani e innocui per molti animali selvatici. Il nome latino della pianta è Cytisus laburnum L. o Laburnum anagyroides. E’ una fabacea, cioè una leguminosa come i fagioli e le fave, tuttavia non è edibile e si distingue per un legno forte e robusto tanto
• Edizione di Carpi •
ROSICLER RAMIREZ DOPO AVER SALVATO IL FIGLIO CON LE TECNICHE DI DISOSTRUZIONE PEDIATRICA, HA DECISO DI ORGANIZZARE UN CORSO GRATUITO IN COLLABORAZIONE CON LA CROCE ROSSA PRESSO L’ASSOCIAZIONE ARTEVITA
Vi spiego come ho salvato mio figlio “Prevenzione e sicurezza non sono mai abbastanza quando si tratta di bambini. Il nostro obiettivo è di organizzare corsi a cadenza regolare, almeno una volta al mese e richiamare più persone possibili. Non sole mamme e papà, ma anche nonni, baby-sitter, insegnanti e in generale ogni persona che per lavoro o altro stia spesso insieme ai bambini. Inoltre le tecniche di disostruzione delle vie aeree sono un salvavita anche per gli adulti. Cambia la modalità d’intervento, ma l’effetto è esattamente lo stesso”.
La famiglia di Rosicler Ramirez
Tra gli scopi del corso c’è anche quello di sensibilizzare i neo genitori sulle regole che possono prevenire la SIDS, la cosiddetta sindrome della morte in culla, tra le principali cause di mortalità neonatale nei Paesi industrializzati. Le norme di sicurezza sono molto importanti ma non sono ovviamente l’unico aspetto su cui si basa la crescita di un figlio e il rapporto coi genitori. “Lo scopo dell’associazione ArteVita, nata a fine settembre, è quello di contribuire al benessere dei bambini e di tutta la famiglia, creando corsi e momenti di condivisione genitori-figli, prima e dopo la
nascita, con attività specifiche per ogni età: dai corsi di yoga in gravidanza, a quelli di marsupio dance per neonati, o ancora di danza e thai fit per bambini più grandi”. Tutte discipline dall’aspetto olistico che sono, tra l’altro, molto di tendenza negli ultimi anni. “Sì, l’approccio è proprio quello olistico. Le nostre attività ludiche e ricreative vorrebbero favorire l’equilibrio e il benessere psico-fisico, permettere la creazione di uno spazio di relax e divertimento per sé e per i propri figli, al di fuori degli stressanti impegni quotidiani”. Però nel caso di salute e prevenzione vi affidate
alla Croce Rossa e a operatori sanitari qualificati, vero? “Esatto. Ciò che mi preme sottolineare è proprio l’imprescindibile riferimento alla scienza medica quando si tratta di salute. ArteVita vuole promuovere uno stile di vita naturale che assecondi i propri ritmi biologici per vivere più sereni e in armonia, ma vuole anche trasmettere un messaggio preciso: quando si tratta di salute è fondamentale affidarsi a medici e operatori sanitari, gli unici che dimostrano ogni giorno, concretamente, di curare e salvare vite. A tal proposito, oltre al corso di disostruzione pediatrica, organizzeremo a breve anche una serata sul primo soccorso pediatrico, sempre grazie al prezioso supporto degli esperti di soccorso della Croce Rossa. Tutti questi corsi, a differenza degli altri, sono e saranno sempre gratuiti, proprio per incentivare le persone a partecipare considerata l’importanza delle tematiche trattate”. Chiara Sorrentino
indotta dal fumo di sigaretta addirittura meglio della classica terapia sostitutiva nicotinica. I vantaggi non sono solo in termini di efficacia ma anche di costi. Secondo il protocollo terapeutico esistente è prevista l’assunzione di 100 capsule totali contenenti 1,5 mg di citisina per una durata massima di venticinque giorni di terapia e un costo di circa 30-35 euro. Niente male! Comunque è sempre necessario informare il
paziente riguardo ai rari effetti collaterali che possono comparire con la citisina, sulle possibili interazioni con farmaci o integratori e sulle controindicazioni esistenti per una determinata categoria di pazienti. Ovviamente ogni aspetto della terapia dev’essere sotto la stretta supervisione del medico e il farmacista può preparare la citisina capsule in forma galenica solo in presenza di ricetta magistrale. Non essendoci ancora in Italia il farmaco registrato, potrebbe essere una buona occasione per i farmacisti dotati di laboratorio galenico anticipare i tempi e approvvigionarsi il prima possibile del principio attivo. Per tutti gli utenti che fossero invece interessati alle farmacie che già la preparano invito a consultare il sito del progetto Citex.
La natura che cura
a cura di Vitor Chiessi, farmacista
Una pianta per smettere di fumare
da meritare l’appellativo di falso ebano (o avorniello). La pianta è interessante anche da un punto di vista farmacologi-
co. Infatti dai suoi misteriosi semi si ottiene una sostanza chiamata citisina, conosciuta sin dagli Anni ‘60 per la sua
capacità di disassuefare dal vizio del fumo. Sono passati molti anni e adesso, finalmente, è possibile trovare la citisina pura in tutte le farmacie italiane. Il via libera per il suo utilizzo è stato dato nel 2011 grazie a un articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine. In seguito sia la Cochrane sia molti studi comparativi hanno confermato che la citisina, grazie a un’azione nicotino-simile può diminuire i sintomi da astinenza e la gratificazione
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LA BIBLIOTECA MULTIMEDIALE LORIA, ANCHE A FRONTE DI UN SENSIBILE CALO DEI PRESTITI DI MATERIALI AUDIO E VIDEO, CAMBIA LOOk E LO FA GRAZIE A UN PROGETTO CHE NE RIPENSA GLI SPAZI E LA MISSION COME SPIEGA LA DIRETTRICE EMILIA FICARELLI
La Loria cambia pelle per affrontare il futuro
Oggi, in un’era completamente digitalizzata, le biblioteche hanno ancora ragion d’essere? Un interrogativo, quello con cui si devono confrontare questi spazi, tanto complesso quanto affascinante. Una sfida che la Biblioteca Multimediale Loria ha deciso di accettare, come spiega la neo direttrice Emilia Ficarelli. “Da quando la Loria ha inaugurato, ormai dieci anni fa, le abitudini degli utenti sono profondamente mutate. Il prestito dei supporti multimediali, dai video ai cd, ai dvd, è progressivamente calato, pur stabilizzandosi negli ultimi due anni, mentre il prestito librario è sostanzialmente stabile. La sfida che ci si pone dinanzi oggi è dunque quella di evolverci, di cambiare nuovamente pelle, per rispondere così alle rinnovate esigenze dei nostri utenti”. Ed è proprio per rendere la biblioteca uno spazio sempre più contemporaneo che la Giunta Bellelli, nel maggio di quest’anno, ha approvato un progetto di riqualificazione, affidato ad Alterstudio srl di Milano, di uno degli istituti culturali più amati della nostra città. “Il progetto vede un sostanziale ripensamento del piano terra. L’atrio, più libero e accogliente, ospiterà le novità librarie mentre, consci che il prestito di audio e video sarà probabilmente destinato a diminuire ancora nel prossimo futuro, verrà ridimensionata la zona dedicata al multimediale (il 30% del materiale, pur restando a disposizione degli utenti, verrà posto in deposito) per ricavare così delle sezioni tematiche di libri di narrativa e saggistica di interesse allargato: dal benessere alla cucina, dallo sport al tempo libero, alla casa. Creeremo anche un’ampia sezione ad hoc per gli over 14, che verrà chiamata Free Zone, collocata accanto a
quella dei Fumetti. L’obiettivo è quello di dar vita a una tematizzazione più immediata, comprensibile e piacevole per rendere la fruizione del pubblico ancor più semplice”. Gli spazi diverranno flessibili e polifunzionali: “gli scaffali spiega la direttrice - saranno
leggeri e su ruote, in questo modo, durante gli eventi che organizzeremo, dai gruppi di lettura a quelli di interesse, potranno essere spostati con facilità per far spazio al pubblico”. Lo scopo è quello di rendere la Loria “più trasparente e vicina agli utenti. La
nostra dovrà diventare sempre più una biblioteca di servizi. Le biblioteche non sono meri magazzini di libri. Al contrario sono luoghi di cultura, di democrazia e di incontro. Viviamo in una società complessa e mutevole e per far fronte alle nuove
istanze del pubblico, anche il nostro istituto deve evolversi, diventando uno spazio maggiormente aperto e amichevole. La figura del bibliotecario - sottolinea Emilia Ficarelli - dovrà diventare sempre più quella di un mediatore. Un consulente preparato e capace di dispensare il giusto consiglio a fronte di un’offerta ormai smisurata”. La biblioteca dev’essere un luogo attraente, in cui sentirsi a proprio agio, in grado di anticipare richieste e bisogni: una piazza del sapere. Non solo luogo per chi studia, non solo per gente colta, non una biblioteca sul piedistallo riverita e ammirata, bensì perfettamente integrata nella realtà circostante. La scelta della Loria di aderire a EmiLib, la nuova piattaforma digitale dei poli bibliotecari di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e a breve di Bologna, è la chiara dimostrazione che dalla Rete non si possa più né sfuggire, né prescindere. “Un patrimonio di ebook e giornali, quello che abbiamo messo in comune, pressoché illimitato a cui tutti
i nostri utenti possono accedere”, prosegue Ficarelli. Il progetto di riqualificazione - che non prevederà alcuna contrazione nel numero delle risorse umane oggi in forza alla Loria - c’è e, una volta affidati i lavori, la biblioteca inizierà a cambiare i propri connotati. “La frequentazione e la vivacità di questo spazio giustificano senza dubbio un investimento importante (ndr - la spesa ammonta a 500mila euro). Ricordo infatti - conclude la direttrice - che nel 2016 la Loria ha ospitato 258.547 utenti mentre, al 30 giugno 2017, sono già 125.228 coloro che si sono recati in biblioteca”. “Una riorganizzazione, questa, - ribadisce l’assessore alla Cultura, Simone Morelli - che rientra in un più ampio ripensamento dell’intero sistema culturale carpigiano. L’idea di fondo è infatti quella di creare una continuità tra i due poli bibliotecari cittadini, ovvero la Loria e il Falco Magico e, al contempo, operare una riqualificazione per rendere gli istituti maggiormente accessibili, fruibili e innovativi”. Jessica Bianchi
Le auto ferme contribuiscono aLL’incremento deLLo smog. i passaggi a LiveLLo devono essere chiusi. Metti mi piace sulla pagina Facebook e lascia un commento oppure scrivi a tempo@radiobruno.it o manda un messaggio tramite l’App di Tempo 4
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Diversamente Biblioteche: Social Networks, Prosumers e Biblioteca Partecipata nel Web 2.0: questo il titolo della tesi con cui la ventiseienne Greta Lugli si è da pochi giorni laureata in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale all’Università di Bologna. Una vena artistica, quella che l’ha portata a scegliere di iscriversi al Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo che le deriva, probabilmente, anche dalla famiglia, essendo il nonno di Greta cugino di Liliana Cavani. La passione di Greta è cresciuta negli anni, fino a spingerla a partecipare a concorsi nazionali di critica cinematografica, come il contest CAT2017 di Piacenza, in cui ha ricevuto una menzione speciale per una recensione in formato tweet. “Sono una nerd – dice di sé Greta - e preferisco un buon film o una serie televisiva a serate in discoteca. Ho congelato gli studi universitari per un anno per svolgere il Servizio Civile Nazionale: come sede ho scelto la Biblioteca multimediale Loria e, fortunatamente, ho vinto il concorso per entrarvi. Quel “multimediale” mi aveva incuriosita, sperando infatti di trovarvi una struttura all’avanguardia e in linea col mio ambito di studi. E così è stato”. Da questa esperienza è nata la tesi, con il desiderio di unire il percorso universitario al nuovo incarico di bibliotecaria, che ora Greta svolge
DIVERSAMENTE BIBLIOTECHE: SOCIAL NETWORkS, PROSUMERS E BIBLIOTECA PARTECIPATA NEL WEB 2.0: E’ IL TITOLO DELLA TESI CON CUI LA 26ENNE GRETA LUGLI SI è LAUREATA ALL’UNIVERSITà DI BOLOGNA
La biblioteca nell’era di Google
Greta Lugli
presso il PAC - Polo Artistico Culturale di Novi. La domanda di partenza è di quelle che farebbero tremare le ginocchia per la complessità: come possono le biblioteche vivere e non semplicemente sopravvivere nell’era di
Google? Un’era in cui siamo costantemente bombardati da informazioni e dove regna ormai la logica della condivisione e dei contenuti generati dagli utenti? “Sono giunta alla conclusione che la biblioteca deve farsi social - spiega
TARDINI FERRAMENTA
Greta - e improntarsi all’inclusione attiva della comunità. Gli utenti da passivi devono diventare attivi, creando e condividendo contenuti. Per farlo occorre tenere presente la logica della gamification, ovvero la ludicizzazione tipica del gioco trasferita ad altri aspetti della vita, sia creando laboratori che migliorino la vita degli utenti e le loro conoscenze digitali, sia implementando una strategia di marketing tramite l’utilizzo dei Social network. So.Lo.Mo. - acronimo per Social, Local e Mobile - sarà il nuovo imperativo delle biblioteche, che devono riuscire a generare calore attorno all’istituzione”. Nella tesi Greta spiega come i dodici mesi alla Loria le abbiano insegnato le basi di un bellissimo mestiere, ricco di stimoli e attività culturali: “ho riportato l’aneddoto di un forestiero che un giorno è entrato per richiedere un volume che soltanto la Loria, fra tutte le biblioteche italiane, possedeva, per dimostrare con piacere quanto vasto sia il catalogo di libri, cd-audio, dvd, audiolibri e riviste. Ho inoltre ricordato, con le parole di Giovanni Gnoli, come la crescita della fruizione individuale è stata accompa-
gnata da un incremento della progettualità delle associazioni cittadine, culturali e non solo, che vedono nell’auditorium, nella sala per la didattica informatica e nella sala espositiva, un momento di crescita importante”. Lo stesso posso dire per il PAC di Novi, grazie alla Biblioteca Vittorio Lugli, al Centro Giovani, alla Zona Expo e alla sala prove, fulcro di numerose attività e cuore pulsante di un paese risollevatosi dopo il terremoto 2012. Ho infine concluso il paragrafo sulla Loria con un’analogia con gli Idea Store di Londra, centri polivalenti con logica da supermercato, che offrono servizi bibliotecari, 800 corsi di formazione, gallerie d’arte, spazio caffè e tanto altro; mi sono concentrata proprio su quest’ultimo, perché come chi va all’ipermercato si aspetta di poter comprare anche dei libri, così chi va in libreria/ biblioteca può aspettarsi di poter bere anche un bicchiere di vino. E questo alla Loria è possibile grazie alla fortunata posizione del bar comunicante con la sala dei quotidiani e delle riviste. La nuova logica delle biblioteche deve insomma essere quella del ‘passage’, un passaggio continuo per trovare sia ciò di cui si era alla ricerca, sia nuove proposte e
iniziative culturali e, magari, culinarie!” Insomma non è un’impresa disperata avvicinare i giovani alla cultura: “credo non sia del tutto vero che i giovani non si interessino alla cultura, ma occorre trovare linguaggi a loro famigliari per farveli avvicinare. Servono iniziative moderne, legate al mondo multimediale, per fare un remix tra la cosiddetta cultura alta e quella popolare. Alla fine è tutta questione di formati: anche un videogioco, che alcuni genitori considerano dannoso, è comunque una forma di cultura e di storytelling che può essere utilizzata dalle biblioteche per farle divenire luoghi dinamici e partecipativi. Dipende tutto dalla prospettiva che si assume: così come i giovani d’oggi sono considerati asociali con perennemente in mano lo smartphone, è stato invece dimostrato che utilizzano i commenti sui Social e la fotografie postate come prolungamento del piacere dell’essere stati insieme dal vivo poco prima. Occorre quindi un’analisi del problema compiuta con mentalità aperta, senza pregiudizi, insieme a un gruppo di giovani promotori di nuove idee culturali”. Marcello Marchesini
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“Nella colluttazione mi sono ferita con i frammenti di vetro. Poi, quando sono riusciti a scappare con la borsa, li ho inseguiti. Sono caduta a terra, in strada, coperta di sangue. Urlavo aiuto, disperata. Nessuno mi ha soccorsa”.
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“I RICHIEDENTI ASILO SONO DIMINUITI RISPETTO AI MESI SCORSI, AL MOMENTO NON CI SONO STATI ULTERIORI ARRIVI E LE QUATTRO COOPERATIVE SOCIALI CHE SE NE OCCUPANO, IN STRETTO RACCORDO CON LA PREFETTURA, NE HANNO SPOSTATI ALCUNI SU ALTRI TERRITORI PER FAVORIRNE L’INTEGRAZIONE” SPIEGA L’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI DEL COMUNE DI CARPI, DANIELA DEPIETRI
Sono 120 i profughi ospitati dalla nostra città Sono 120 i profughi ospitati dalla nostra città, “meno del 2 per mille dei residenti”, sottolinea l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Carpi, Daniela Depietri. “I richiedenti asilo sono diminuiti rispetto ai mesi scorsi (ndr - erano 144 a settembre), al momento non ci sono stati ulteriori arrivi e le quattro cooperative sociali (Leone Rosso, Caleidos, Mantello e L’Angolo) che se ne occupano, in stretto raccordo con la Prefettura, ne hanno spostati alcuni su altri territori per favorirne l’integrazione”. La loro presenza in città fa storcere il naso a molti ma, chiarisce nuovamente l’assessore, “l’Amministrazione non ha il potere di impedire tali arrivi”. Per tentare di evitare ghettizzazioni però, la Giunta Bellelli si è adoperata affinché venisse adottato “un modello di
accoglienza diffusa” poiché i fatti dimostrano come, “la gestione di piccoli numeri su tutto il territorio, per quanto faticosa, è l’unica strada percorribile”, sottolinea Depietri. Che piaccia o no, l’ente locale, mero “convitato di pietra” non può far altro che esprimere un giudizio circa la congruità dell’ubicazione scelta dalla Prefettura, ma è pur vero che il nostro Comune non ha messo a disposizione immobili pubblici per l’accoglienza dei richiedenti asilo, poiché il patrimonio di alloggi Erp, peraltro insufficiente a rispondere alla crescente emergenza abitativa, deve restare a disposizione dei cittadini che ne hanno diritto e ne fanno richiesta. Sul tema della gestione dei profughi, i carpigiani hanno le idee chiare: nonostante siano quasi compatti nell’affermare che questi giovani abbiano
diritto a una vita migliore e maggiormente dignitosa, temono che la loro presenza possa contribuire alla creazione di sacche di degrado e a un’impennata del tasso delinquenziale cittadino. Ed è proprio per cercare di dare a questi ragazzi, peraltro giovanissimi, una sorta di “scopo”, riempiendo le loro giornate, che Comune e cooperative sociali hanno firmato una convenzione. L’intento è quello di coinvolgere persone inserite nell’ambito dei programmi governativi di accoglienza per richiedenti asilo in attività di volontariato. “Lo spirito che soggiace dietro a questa delibera è semplice: vorremmo che questi ragazzi - spiega l’assessore alle Politiche Sociali - partecipassero alla vita della città, facendo qualcosa per il territorio che li ha accolti”. Un gesto di gratitudine. Un patto con la città. “Molti di loro, una volta ottenuto lo stato di profugo, se ne andranno da Carpi e, probabilmente, dall’Italia, per raggiungere amici e parenti in ogni angolo d’Europa. Nel lasso di tempo in cui restano nella nostra comunità però, credo sia necessario che partecipino alla vita cittadina dando il proprio contributo”. Al momento è decollato il
progetto parchi: “due volte alla settimana sei volontari, supervisionati dagli operatori del Servizio Verde Pubblico del Comune, si occupano di mantenere pulite le aree verdi cittadine, raccogliendo foglie e rifiuti e curando la manutenzione degli arredi, dai segnali
stradali alle panchine, ai giochi per bambini. Attività che, con le nostre sole forze, non saremmo riusciti a espletare in questo periodo. Siamo partiti dal Parco della Resistenza ma entro breve tempo saranno diverse decine i richiedenti asilo che prenderanno parte
a queste attività, sempre assieme agli operatori delle tre cooperative sociali che hanno firmato la Convenzione”. I 120 richiedenti asilo, oltre a seguire corsi di italiano, sono impegnati in attività di volontariato presso la Parrocchia di Quartirolo e il Corpus Domini ed è decollato un progetto, fortemente appoggiato dall’assessore Depietri, in collaborazione con Arci, “dedicato al tema della cittadinanza. Il corso - spiega Daniela Depietri - si concentra sui diritti e i doveri che caratterizzano il nostro Paese e affronta tematiche fondamentali come la differenza di genere e la parità. Nonostante sia la Prefettura a decidere, noi amministratori pretendiamo un ferreo e rigoroso rispetto delle regole. Per far sì che questo sia possibile è necessario educare questi ragazzi provenienti da luoghi con usi e tradizioni completamente differenti: sono giovani, molto si può ancora fare con loro e per loro”. Il tema accoglienza continuerà a scaldare gli animi, anche se sinora in città i 120 richiedenti asilo presenti non hanno causato alcun problema di ordine pubblico. Jessica Bianchi
Approvata con DGR nn. 1626 del 23/10/2017 e cofinanziata dal FSE e dalla Regione Emilia-Romagna DESTINATARI: giovani e adulti non occupati residenti o domiciliati in regione Emilia Romagna che abbiano assolto l’obbligo d’istruzione e il dirittodovere all’istruzione e formazione. REQUISITI DʼACCESSO: conoscenza di base delle componenti hardware; capacità di utilizzo strumenti ICT (Office); conoscenze di base della lingua inglese A2. • DURATA: 600 ore di cui 240 di stage • PARTENZA: 13 dicembre 2017 • SEDE SVOLGIMENTO: ISCOM FORMAZIONE MODENA – via Piave 125 • ATTESTATO RILASCIATO: Certificato di qualifica professionale (ai sensi della DGR 739/2013) in “TECNICO di RETI INFORMATICHE”
IL TECNICO DI RETI INFORMATICHE È IN GRADO DI PROGETTARE, SVILUPPARE E GESTIRE IL FUNZIONAMENTO E LA SICUREZZA DI UNA RETE INFORMATICA E IMPLEMENTARE INTERCONNESSIONI CON STRUMENTI IOT E SENSORISTICA DI VARIO GENERE. 6
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CORSO GRATUITO – ISCRIZIONI ENTRO IL 2 DICEMBRE 2017 INFO – Francesca Barbolini e Elisa Marchesi Tel. 059/7364350 francesca.barbolini@iscom-modena.it, elisa.marchesi@iscom-modena.it
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CHE IDEA TI SEI FATTO DELLA GESTIONE DEI PROFUGHI? E’ QUESTA LA DOMANDA RIVOLTA A NUMEROSI CARPIGIANI. IL TEMA DIVIDE E SCALDA GLI ANIMI
Carpi città aperta? Roberta Maini Non sono un tecnico e per questo sui dettagli organizzativi non mi esprimo. Mi limito a considerazioni generali: un profugo è per definizione qualcuno che lascia il suo Paese a causa di guerre o catastrofi naturali. Credo che abbandonare il Paese in cui si è nati, cresciuti, in cui si hanno radici e legami, sia sempre e per chiunque una scelta dolorosa, a maggior ragione se a dettarla sono non solo motivazioni economiche, ma rischi relativi alla sopravvivenza. Credo che trovarsi in quelle condizioni sia davvero difficile e credo che chi è stato più fortunato, perché nato in un Paese occidentale e – nel complesso e nelle giuste proporzioni – ricco, abbia il dovere morale ed etico di tendere la mano. I modi e gli strumenti per farlo sono certamente da studiare con attenzione da parte di chi ne ha le competenze e la responsabilità, ma il principio a mio parere non può essere messo in discussione. Purtroppo mi pare che le discussioni intorno a questo tema, a livello nazionale e locale, vengano (strumentalmente) portate su altri piani, che nulla hanno a che fare con la questione profughi, in un polverone confuso in cui si citano lo ius soli, la criminalità, ora persino la diffusione di malattie. Farebbe ridere, se questo non comportasse quotidianamente conseguenze sulla dignità di persone che cercano, semplicemente, di sopravvivere. Samantha Sulla quota profughi affidata ad alcuni comuni italiani, penso non ci sia una politica adeguata. La loro presenza è molto evidente, nel senso che non essendoci a Carpi un numero esagerato di migranti, sono ormai abituata a vedere più che altro una forte presenza di pakistani, sui quali non ho nulla di negativo da dire. I profughi veri e propri di cui accennavo sono ragazzi di colore che vedo bighellonare in piazza o anche in bicicletta a Cibeno (e sono tutte facce “nuove”) e mi domando se un ragazzo così giovane possa alzarsi al mattino senza avere uno scopo se non quello di girare a vuoto… era questo quello a cui aspirava scappando dal suo Paese? Non credo… Purtroppo la noia e il fatto di non avere obiettivi, può portare anche a conseguenze negative, essere facile preda di persone senza scrupoli che li può convincere a delinquere. Ospitarli a queste condizioni non significa, a mio parere, fare loro del bene e integrarli in un paese straniero. Certo l’argomento è molto complesso, l’integrazione deve passare prima di tutto dalla scuola, perché senza conoscere la lingua e le abitudini di chi ti ospita, difficilmente si può trovare un lavoro. Daniele Boraldi Personalmente ritengo che le politiche di accoglienza dovrebbero essere gestite con maggiore prudenza e attenzione, abbandonando la funzione propagandistica che a entrambe le scelte di campo (no assoluto, sì assoluto) oggi viene attribuita. Qualunque esperienza di disagio, dolore e sofferenza tocca il cuore e impone solidarietà. Temo, tuttavia, che la voce dei cittadini italiani, a cui l’accoglienza viene a volte imposta con troppa leggerezza, non sia sempre lucidamente ascoltata, come invece sarebbe doveroso. Il problema è che se l’Italia collassa non solo cessa di essere rifugio per chi in essa desidera trasferirsi, ma anche per chi in essa è nato e cresciuto. Di questo temo che molti, oggi, non abbiano piena contezza. Vaino Io sono a favore dell’accoglienza. Queste persone se vengono qua è perché fuggono da una realtà di disperazione. Chi affronterebbe altrimenti un viaggio tanto rischioso via mare? Questi profughi mettono a repentaglio la loro vita pur di arrivare in Italia e se potessi aiutarli in prima persona lo farei. A tutti coloro che vorrebbero respingerli, ricordo che siamo stati i primi a navigare verso l’America negli Anni Trenta, in cerca di una vita migliore, esportando anche un fenomeno ai tempi tipicamente italiano, ovvero la mafia…
• Edizione di Carpi •
A cura di Jessica Bianchi
Bruno A livello nazionale: un disastro Flussi incontrollati (salvo poi trovare una soluzione temporanea per il G7 a Taormina e un’altra con Minniti che trova gli “operatori” locali che trattengono le persone) e non si capisce chi è profugo da chi si sposta per una migliore condizione di vita (che sarebbe già un motivo adeguato). Ci mettiamo tre anni per dire se uno ha diritto o meno allo status di profugo (e nel frattempo li teniamo in 3.000 in campi “di accoglienza” a fare niente, nemmeno a imparare la lingua o un mestiere). Ci sono regole che non concepisco, come il diritto di non fornire le generalità e di non prendere le impronte digitali a tutti (ammesso che queste cose siano vere). Non c’è un minimo di controllo sanitario in ingresso (penso alla situazione diametralmente opposta di “Airport security” sul canale 9) e, infine, mentre un tribunale decide quali titoli hanno questi soggetti per restare, speriamo che scappino in altri paesi europei, visto che questi ultimi se hanno bisogno di manodopera se la vanno a prendere più qualificata in Est Europa. A livello locale: un tappare i buchi Arrivano 100 persone e le mettiamo dove è meno peggio. I sindaci non sono informati o dicono di non esserlo: vedi i 40 che dovevano arrivare in via Marx, poi 20… Gli insegniamo un lavoro? Come a Modena che gli hanno fatto ridipingere alcune scuole? Avete visto le foto sui giornali? In ciabatte e pantaloncini, con una spugnetta in mano a favore di telecamera... Sono queste le risorse che ci pagheranno le pensioni? Per inciso con quello che verso all’Inps direi che la mia pensione me la sto pagando da solo, nel senso che se gli stessi soldi li dessi a un’assicurazione privata avrei una rendita certa e anche senza bisogno che altri mi paghino alcunché! D’altro canto vedo nelle aziende che frequento che c’è una quota consistente di personale non italiano, anche per mansioni tecniche non banali ed evidentemente la richiesta c’è e queste risorse saranno state addestrate da qualcuno. Totale E’ un fenomeno mondiale che non si può fermare. Abbiamo 250.000 italiani (molti laureati) che se ne vanno e vengono rimpiazzati da persone (sempre persone, mi raccomando: nel senso di uomini e donne con la stessa dignità) che non hanno conoscenza della lingua, valori completamente diversi (allucinanti le parole di alcuni mediatori culturali e di avvocati che dicono “non vi aspetterete mica che questi signori abbiano il rispetto di una donna che avete voi, vero”). Il fenomeno non viene gestito adeguatamente e intorno a esso c’è un business terribile: ci servono risorse ma potremmo andarcele a prendere direttamente sul posto e far venire queste persone qui in aereo, pagandolo noi, non gonfiando interessi criminali. Quelli “regolarizzati” poi in molti casi campano di espedienti. Insomma non assistiamo certo a un miglioramento complessivo. Teresa Cardarelli I profughi, a mio parere, pongono all’Europa un problema umanitario. Queste persone lasciano le loro terre per povertà o guerre dunque un programma di accoglienza e aiuto dev’essere implementato ma in maniera diversa dall’attuale basato essenzialmente sulla gestione dell’emergenza. Purtroppo il Governo italiano non ha presa sulla Comunità Europea e il nostro Paese non è in grado di gestire da solo l’enorme afflusso di persone che si stanno riversando al Sud delle nostre coste. Trovare un soddisfacente accordo con l’Europa dovrebbe essere prioritario per il nostro Governo. Inoltre si dovrebbe agire sul piano sociale e culturale coinvolgendo maggiormente le persone dei comuni chiamati a ospitare per evitare posizioni di chiusura a fronte delle decisioni delle prefetture. L’accoglienza va preparata, non dev’essere imposta altrimenti la gente si ribella. Il problema dei profughi non può essere sottovalutato, in caso contrario queste persone diventano facili prede della malavita e delle organizzazioni criminali. La legge sul tutor per i minori non accompagnati mi sembra un passo nella direzione giusta ma c’è ancora molto da fare. Luisa Io lavoro in una ditta in mezzo a colleghi di varie etnie e reputo tale esperienza una bella opportunità di conoscenza reciproca. Tra stranieri residenti, integrati e lavoratori e profughi però, vi è una bella differenza. Non far nulla tutto il giorno demotiva e spinge alcuni a macchiarsi di vari reati. Quel che mi scandalizza è il fatto che restino qui nonostante delinquano. Questo è davvero inaccettabile.
Elena Cosa ne penso? Penso che siamo dei pezzenti con poca memoria e poco cuore.
Linda Non ne ho idea. Vorrei che le informazioni sul tema fossero più approfondite e che se ne parlasse di più in maniera non schierata. In questo momento non ho un’idea precisa sul tema, proprio perché credo di non essere sufficientemente informata.
Roberto Galantini Cosa penso delle migrazioni? Non esiste nella storia nessun muro, nessun esercito, nessun sistema che sia riuscito a fermare popoli in fuga dalla fame, dalla guerra o da qualsiasi altro pericolo mortale. Nessun popolo ha atteso passivamente la propria fine. Chiunque, prima di morire, tenta di salvarsi mettendosi in cammino. Pensare di fermare popoli in fuga pagando qualcuno che li fermi (come la Turchia o la Libia), o costruendo muri (es. Ungheria, Usa) è quantomeno inutile, oltre che evidentemente disumano. Fermare o ridurre le migrazioni è possibile soltanto agendo sulle cause che mettono in fuga i popoli. Cosa penso della gestione dei profughi? Non conosco il problema in modo approfondito. Da quel poco che so, mi sono convinto che la gestione dei profughi sia profondamente sbagliata. Vengono sparsi il più possibile, in comuni diversi, in luoghi diversi e ne viene affidata la gestione a imprese che sono destinatarie dei fondi. Ho visto stranieri completamente abbandonati a loro stessi, senza una persona di riferimento, senza un programma di alfabetizzazione, senza nulla da fare, completamente privi di assistenza e di controllo, collocati senza il minimo coinvolgimento delle comunità locali. Questo è il modo migliore per generare dei conflitti interetnici anche in situazioni facilmente gestibili. Cosa si dovrebbe fare? Secondo me, per quanto riguarda i salvataggi evidentemente ogni stato civile è tenuto a fare il massimo possibile. Credo che sia previsto, giustamente, da regole internazionali. Una volta tolte le persone dal pericolo imminente (tipico il naufragio) uno stato dovrebbe stabilire quanti profughi accogliere e integrare nel proprio territorio e quanti trasferire ad altri stati. Attualmente in UE questo non avviene. I profughi destinati all’integrazione, vanno inseriti in un programma che preveda l’insegnamento della lingua, delle leggi (sottolineo: delle leggi, non “dei valori”), che coinvolga le comunità nel controllo e nell’assistenza, che contempli l’attivazione degli stessi profughi nel rispetto delle regole e nel lavoro. Perchè non avviene? Secondo me perché in Italia ogni cosa pubblica è in mano a fazioni politiche che in realtà non hanno più nessuna capacità di spiegare il mondo né, tantomeno, di cambiarlo. Non parliamo poi di quali interessi tengono ancora insieme queste fazioni. La questione immigrati serve a quasi tutti i partiti per distrarre i propri elettori dalla loro incapacità. Fascisti, leghisti, sovranisti vari usano gli immigrati come capro espiatorio di ogni problema, come storicamente fecero anche in un non lontano e indimenticabile passato. Sinistri, centrosinistri, saputelli vari usano gli immigrati per ridipingere con qualcosa “di Sinistra” (cioè l’attenzione alle fasce deboli della popolazione) una politica che non ha più niente dei valori ricordati in parentesi.
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Barbara Io non sono razzista e ci tengo a sottolinearlo ma sono indignata con questo Governo, responsabile di far entrare nel nostro Paese chiunque. Viviamo anni di grave crisi, il lavoro scarseggia, molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese… il fenomeno migratorio non è più sostenibile. E poi mi domando: perché i loro diritti sono più tutelati dei miei? Qualche giorno fa, camminando in centro con la mia famiglia, ho visto due italiani chiedere la questua e un signore straniero allungare loro alcuni spiccioli! Sono rimasta scioccata non per il gesto quanto per il ribaltamento di situazione. Vorrei che l’Italia desse un giro di vite agli ingressi, come l’Australia ad esempio. Stop a vitto e alloggio per tutti. Inoltre trovo scandaloso che alcune di queste persone, in attesa del riconoscimento dello status di profugo, delinquano e non possano essere toccati dalle Forze dell’Ordine. Ma dico, stiamo scherzando? Che senso ha? Siamo davvero al paradosso. Daisy Quel che continuo a chiedermi è come mai la gestione sia in carico esclusivamente al nostro Paese. E gli altri dove sono? L’Europa cosa fa? Tanti Paesi erigono muri, chiudono le frontiere… mentre noi ci accolliamo tutto il peso dell’accoglienza. Non è sostenibile. Non più. Sono troppi e il sistema paese non regge. Tra loro vi sono numerose persone che delinquono e questo è inaccettabile. Fosse per me non farei più arrivare nessuno. La misura è davvero colma. Enzo Malagoli Immigrazione. Credo che faccia bene il Comune di Carpi a impiegare i profughi in lavori utili. Quello degli immigrati è un problema complesso che non ha risposte univoche e preconfezionate. E’ certamente legato al lavoro, alle incertezze e alle paure di persone che provengono da culture e religioni diverse. Per quanto riguarda il lavoro, semplificando al massimo, credo che la disoccupazione dei giovani, quella degli immigrati e il problema degli occupati costretti tra straordinari e lavorare sino a un’età molto avanzata, siano molto legati. Il vecchio slogan “lavorare meno, lavorare tutti” per me, non era tanto sbagliato. Considerando il problema in generale credo che dovremmo tener presente che siamo tra i paesi più vecchi al mondo (da quarant’anni ha dimezzato le nascite, portandole da un milione a 500.000 all’anno) e si prevede che entro i prossimi dieci anni ci sarà un’anziano ogni due cittadini in età produttiva. Per mantenere un saldo attivo tra occupati e non ed evitare
di mettere definitivamente in crisi l’intero sistema economico-produttivo oltre al sistema pensionistico e a quello sanitario, l’ISTAT prevede che per qualche decennio; restando fermo l’indice di natalità, oltre a impiegare i giovani italiani e frenare la parallela emigrazione di quelli più qualificati, avremo bisogno di almeno 200.000 immigrati ogni anno da impiegare nei settori quali l’agricoltura, l’assistenza ala persona e a lavori manifatturieri in genere. L’immigrazione, se ben gestita, contribuirà ad abbassare l’età media della forza lavoro e ad allentare la pressione sui sistemi di welfare. Anche se non è probabile che vengano eliminate le tensioni dovute alle diverse etnie e religioni e al fatto che i lavoratori autoctoni, nei settori di bassa qualifica, continueranno a subire la concorrenza degli
Ivana Sica Devo ammettere che in generale mi sento sopraffatta da un problema enorme e di difficile soluzione. Vedo in giro questi ragazzi che hanno la stessa età di mio figlio e provo pena, mi chiedo come passino il tempo quando non sono davanti ai supermercati a chiedere l’elemosina. Sono certa che a Carpi i profughi siano gestiti meglio che in tanti altri posti d’Italia, il senso di accoglienza e l’organizzazione della nostra Amministrazione è una garanzia. Comunque vedere il loro numero aumentare a dismisura e il non conoscere quali sono i programmi del Governo sulla loro integrazione, mi fa paura. Preciso: mi spaventa la loro gestione, non l’essere umano.
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immigrati soprattutto per la loro disponibilità a lavorare con salari più bassi e con un maggior tasso di imprenditorialità. Certamente non serve alla società in generale avere schiavi da sfruttare in nero con paghe da fame senza ovviamente versare alcun tipo di contributo. Certamente non servono e non risolvono i problemi le politiche di odio e incremento delle paure tra la popolazione. Considerazioni tratte in parte da: “Lavoro 2025” di Domenico De Masi.
Brunetto Salvarani La domanda presuppone, a mio parere, alcune considerazioni a monte, indispensabili per evitare di ridurre una questione assai seria al classico ring da like o dislike, come (quasi) sempre accade (da noi). Il problema di fondo è che in Italia non si è mai dato un reale governo dell’immigrazione, né si è adottato un modello preciso al riguardo (quelli che di solito vengono citati sono il modello comunitarista di marca anglosassone e quello nazionalista-universalista francese): per questo, ora che stiamo constatando la crisi di tali modelli, ci serve soprattutto una politica complessiva. Facile a dirsi, meno a farsi, certo, ma occorre provarci, e farlo seriamente. C’è bisogno di piani di lungo periodo e non di risposte ai mal di pancia di turno dell’opinione pubblica
che urla di più: piani che tengano conto dei diversi ambiti coinvolti, la cittadinanza, il mercato del lavoro, i nuovi ingressi, i ricongiungimenti familiari, e – perché no? – gli aspetti culturali, educativi e religiosi del tema. In fondo, i vari governi, sinora, hanno seguito le esigenze della società e del mercato: le famiglie, ma anche le imprese, che assumevano un immigrato, sapevano che prima o poi ne avrebbero potuto sanare la situazione. Così, sono state le sanatorie la nostra politica sull’immigrazione… Si badi: non credo esista una ricetta perfetta per governare l’immigrazione e scacciare le paure sociali (da assumere seriamente, senza banalizzarle o demonizzarle, bensì
lavorando per interpretarle), ma scelte politiche che ne favorirebbero una gestione migliore, sì. Anche qui: siamo chiamati a riflettere di più, a riprendere a pensare, a fare politica con una veduta lunga e vasta. Tutto quello che, in Italia, oggi, si fa troppo poco e decisamente male. Purtroppo.
Lorenzo Paluan Personalmente ritengo che l’attenzione spropositata e allarmistica sul tema dell’immigrazione, serva solo per distogliere l’attenzione dei cittadini italiani da altre ben più gravi e antiche questioni che ci riguardano e serva alla politica per giustificare i propri fallimenti su molti settori, costruendo i propri successi mediatici su un tema che si presta benissimo per la creazione di capri espiatori. L’impatto della criminalità organizzata sulla nostra vita quotidiana (anche al nord), o quello della corruzione, la crisi ambientale e sociale che stiamo vivendo dovrebbero causare un allarme ben più elevato di quello fomentato sul fenomeno migratorio, ma sono situazioni che richiedono ragionamenti e soluzioni complesse, che è meglio aggirare scaricando l’attenzione pubblica su un fenomeno che nessun politico può seriamente pensare di “limitare”, se non nelle sue forme più visibili e a costi umani esorbitanti, come il blocco degli sbarchi “grazie” ad accordi con milizie libiche, che stanno concentrando decine di migliaia di persone in campi di concentramento, sull’altra costa del Mediterraneo, nella totale indifferenza europea per le loro condizioni e sofferenze. In termini generali, in un
mondo che consente la libera circolazione di merci e capitali, ostacolare la circolazione delle persone non può che portare a storture e fenomeni non gestibili. La distinzione fra “immigrati “economici” e “profughi” o “vittime di guerre” è un’ipocrisia burocratica che non potrà in nessun modo fermare la pressione di milioni di persone a spostarsi, che stiano fuggendo o semplicemente cercando condizioni di vita migliori. Purtroppo, volenti o nolenti, questa distinzione oggi esiste e nel delirante meccanismo per distinguere “profughi” da “immigrati economici”, le macchine burocratiche statali europee creano un limbo nel quale persone in carne e ossa (uomini, donne, minori), dopo aver affrontato pericoli notevoli nella traversata di deserti, mari e confini, vengono obbligate a vagare per mesi e molto spesso anni, il punto diventa se non altro, garantire una gestione dignitosa del loro soggiorno nei paesi ospitanti, dato che non siamo in grado di farne né cittadini né lavoratori integrati nei nostri sistemi sociali. I progetti di accoglienza diffusa sono le uniche soluzioni credibili al momento, certo devono essere comunicati
correttamente e preparati con i cittadini dei comuni ospitanti, ma lo sforzo in termini numerici, è infinitamente più piccolo di quello che si paventa e resta il “minimo sindacale” di quel che si può e si deve fare. Chi semina odio e paura su ogni singolo progetto di accoglienza, a ogni livello, si sta assumendo la responsabilità di aggravare il fossato tra “residenti” e “immigrati”, rendendo più difficile i processi di integrazione e riconoscimento reciproco di diritti e doveri, contando su una guerra fra poveri che è la condizione migliore nella quale i poteri che hanno determinato questa situazione, possano continuare ad agire, perseguendo i propri interessi a scapito degli interessi di tutti, giocando sulla pelle delle persone, immigrate e non.
Antonella De Minico La questione profughi, cioè di coloro che cercano scampo da una situazione che presenta pluricomplessità, ormai, è annosa. Ci sono diversi attori coinvolti che se ne occupano e ancora tante dinamiche non sono chiare. Resta un tema da sviscerare oltre a quello pratico ed è quello umano, senza inciampare in facili (e a volte comprensibili, considerata certa qualità dell’informazione) qualunquismi. Che tipo di accoglienza dare agli uomini e alle donne che fuggono da una terra probabilmente amata e odiata allo stesso tempo? Gli alloggi non sono più sufficienti, relegarli in un luogo, tutti insieme, può essere un’idea che aiuti la convivenza civile? L’intolleranza, a mio avviso, è sempre una pessima scelta.
Brunetta Salvarani Occorrerebbe aprire corridoi umanitari (cfr. Comunità di S.Egidio, Chiesa Valdese) e accogliere, proteggere, promuovere e integrare (papa Francesco). E’ un esodo senza precedenti, di portata epocale che ci coinvolge tutti e non si risolve con i respingimenti.
Simone L’Italia è sicuramente il Paese più impegnato, avrebbe bisogno di supporto a livello europeo - cosa che non sta avvenendo.
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Davide Lugli E’ un problema globale di cui non sono competente e non entro mai volutamente su temi che non mi competono. Ma che sia un disastro lo capisce anche un bambino. L’accoglienza è una cosa seria. Non va nè improvvisata nè semplificata come sta facendo l’Italia spostandola sul tema ideologico e portando disservizi sia a chi ospita sia a chi viene ospitato. Elisa La gestione dei migranti nella nostra ex bell’Italia fa acqua da tutte le parti, un bastione carico di interessi non a sostegno di coloro che vengono qui con l’illusione di un paradiso. E’ appena iniziata la guerra dei poveri, si inaspriscono i toni, non si tollera più il “diverso” e non si capisce più la differenza tra profughi, migranti e si liquidano tutti come poco di buono. Mancano percorsi di inserimento e progetti concreti di avvio a una vita dignitosa, l’accoglienza deve poter essere veramente una nuova vita e non solo rimpinguare le tasche di terzi. Stefano Facchini Se è vero che servono mediamente due anni per ottenere una definizione burocratica di “chi e cosa sia” una persona sbarcata, è evidente che occorre mettere ogni sforzo, da parte del Governo, per fare in modo che questa “definizione” sia molto, molto più veloce. E dopo? Quali sono i diversi “percorsi” che può ragionevolmente percorrere ogni “categoria” di migrante? Conoscere questi percorsi è indispensabile, per il migrante ma anche per chi deve o vuole aiutarlo. E’ ragionevole pensare che, fino a quando non è definita la “pratica burocratica” la persona debba essere “gestita” dallo Stato, attraverso le prefetture. Una volta definito lo “status” del migrante, occorrerà definire quale sia il soggetto che se ne deve occupare: Stato o Regione/Ente Locale? Con quali risorse? Se tutto viene lasciato all’improvvisazione, lo scenario è quello che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni: lo stazionamento lungo le vie o i parchi cittadini, in attesa di non si sa bene cosa, con un cellulare come unico strumento a disposizione per rimanere in contatto con qualcuno nel mondo. Personalmente credo sia giusto e doveroso continuare a pensare alla “dignità” di ogni persona. E’ altrettanto vero che pensare a un inserimento pienamente integrato, fatto dei medesimi welfare e servizi che sono rimasti per gli italiani “storici” è pura fantasia: mancano le risorse! In questa situazione, presentata come sempre nuova e sempre emergenziale anche se così non è, da un lato abbiamo coloro che promettono - senza alcuna possibilità di mantenere tale promessa - di cacciare i migranti e chiudere le frontiere. Dall’altro coloro che ritengono necessario offrire a tutti una accoglienza e un percorso di inserimento “dignitosi”, senza però indicare chi deve farlo, come, con quali risorse e quali debbano essere gli “standard” che definiscono il termine “dignitoso”. Forse occorre predisporre, per queste persone, un’offerta di servizi che nei primi anni è inferiore a quella cui hanno diritto i cittadini “storici”. In una situazione di mancanza o carenza di lavoro e di abitazioni “popolari” per i residenti, possiamo realisticamente pensare di offrire lavoro e abitazioni “normali” anche alle centinaia di nuovi migranti che ogni anno giungeranno nella nostra città? Forse occorre pensare a soluzioni completamente nuove, rispetto a quelle predisposte negli ultimi 30 anni. Forse è necessario il dibattito e il confronto con tutti coloro che hanno a cuore il bene della comunità – e di questi nuovi cittadini - per individuare quanto è realisticamente e concretamente possibile fare. Forse è necessario prevedere, per ogni migrante, “qualcosa da fare”, fin dalle prime settimane, qualcosa che assomigli il più possibile a un lavoro vero e proprio, anche se inizialmente non retribuito, un servizio utile alla collettività, costruito come una sorta di “baratto”: l’Italia ti offre ospitalità, per un periodo definito; tu in cambio impari la lingua italiana e offri il tuo tempo, le tue capacità ed energie in lavori socialmente utili. E’ necessario iniziare e provare, sbagliando, correggendo, partendo dal poco che si sa e che si può fare. Quali sono le strategie di lungo periodo dei nostri governi e dei nostri enti locali? E’ necessario, oltre che doveroso, provare ad affrontare un fenomeno che ci accompagnerà per i prossimi decenni: con chi ci sta, col rischio di sbagliare, come capita sempre quando ci si avventura in territori nuovi e sconosciuti. Credo sia peggio non fare nulla, chiudere gli occhi pensando che tutto si risolva autonomamente o che siano altri a doversene occupare. Serve una comunità forte e coesa per far fronte a sfide “epocali”. I muri possono rallentare ma non certo fermare un fenomeno di queste proporzioni.
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Leo “La gestione è raffazzonata. Non c’è una logica, un’organizzazione, un obiettivo né, tantomeno, una mission. Si va avanti per tentativi ed errori perché in Italia vi sono forze ben precise, e mi riferisco a quelle cattoliche e comuniste radicali, che impediscono di fare quello che altri Paesi hanno invece il coraggio di attuare. Vi è dunque una componente di incapacità nel saper fare le cose e ve n’è una di carattere ideologico che non permette di farlo”. Franco Losi In casa mia è appeso un quadro di Pico della Mirandola: ma cosa c’entra il buon Pico coi profughi? Questo immenso umanista, dalla memoria infallibile, affermò il contrario di quanto sosteneva la Chiesa del suo tempo: al centro di “Tutto” c’era l’Uomo, non Dio. Secondo Pico, l’uomo aveva il diritto di cercare di migliorarsi o quantomeno di desiderarlo. Per aver detto questo, il Principe di Mirandola e Concordia nonché zio di Alberto Pio, fu maltrattato dalla Chiesa in ogni modo. Nell’ingresso di casa mia spicca la sua immagine, perché nulla oggi è più attuale del suo rivoluzionario pensiero! I profughi che arrivano alla frontiera dell’Europa, in Italia, sono l’effetto di un diritto maturato nei secoli dall’uomo di ogni razza e latitudine, per cercare di migliorare la propria dignità. Io credo che queste persone abbiano il diritto di essere accolte, curate e trattate con rispetto e dignità. Tuttavia, siccome arrivano in una società complessa come quella europea, è fondamentale far loro conoscere bene le nostre regole, insegnandolo loro a rispettarle. Una domanda frequente è: ma dove mettiamo tutta questa gente? In Europa siamo circa 700 milioni di abitanti e se questi profughi venissero equamente distribuiti in tutti gli stati membri, inciderebbero sulla “nostra” popolazione in una percentuale minima. Aggiungo infine che, se ben gestiti, nel tempo potrebbero costituire la “nostra” salvezza dal momento che l’Europa è a crescita zero…
Enrico La gestione dei richiedenti asilo sta assumendo dei connotati economici e, a mio avviso, stanno offuscando chi è già da tempo in fila per l’aiuto sociale, abitativo o lavorativo. I dati attuali riportano percentuali importanti: in provincia di Modena solo il 13% dei richiedenti asilo risulta avere i requisiti per rimanere e avere di diritto l’aiuto che merita. Il restante 87% quindi risulterà “irregolare” e questo apre una riflessione seria sulla responsabilità del loro futuro: dove andranno? Quale futuro li aspetta? Vivranno nell’illegalità? Quale aspettativa è stata data loro? Nel frattempo però hanno usufruito di vitto e alloggio, in cambio vengono utilizzati per lavori socialmente utili e questo stona nei confronti degli italiani che farebbero i salti mortali per avere una boccata di ossigeno in cambio di qualche lavoretto. Rimane la mia perplessità su un disegno più ampio, cioè il ridimensionamento salariale in generale: avendo a disposizione manodopera a basso costo si può solo abbassare la media che verrà offerta in futuro. Magari più attenzione in generale nel rispetto del diritto al lavoro per tutti e un sociale più equo anche per gli italiani.
Grazia Il tema è senza dubbio complesso e io non amo generalizzare. Diciamo che sono favorevole all’accoglienza di coloro che scappano da Paesi in guerra ma, allo stesso tempo, vorrei ci fossero maggiori controlli e la possibilità di respingere coloro che qui delinquono.
Elena Mi ha fatto riscoprire il senso civico e il patriottismo quindi penso sia stata utile a risvegliare idee perse da tempo nel Paese...
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• Edizione di Carpi •
Non guida l’auto da almeno diciotto anni. Per scelta. Ha la patente ma si sposta in bicicletta. La carpigiana Cecilia Cavicchi, di professione architetto, mamma 44enne di tre figli, un giorno leggendo una rivista scientifica si è convinta della necessità di limitare l’uso dell’automobile che ha sostituito con la bicicletta. Quando ha guidato l’auto l’ultima volta? “Direi diciotto anni fa, se non ricordo male. Ho guidato per raggiungere un’amica di mia sorella che era arrivata in stazione a Carpi”. Da quando ha fatto la scelta di usare prevalentemente la bici? “Da sempre giro in bici. Tempo fa su una rivista scientifica ho letto che se per gli spostamenti ricompresi tra 0 e 5 chilometri tutti usassero la bici si dimezzerebbero le emissioni inquinanti nelle città”. Anche quando piove? “Sì perché non esiste buono o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento”. Qual è il tragitto più lungo che ha compiuto in bicicletta? “Mi ricordo di quando andavo a Correggio in bici tutti i giorni attraversando le strade basse di campagna per preparare l’esame di maturità insieme ai miei compagni di classe. Ma forse il percorso più impegnativo è stato a Ibiza, dove ho trascorso le vacanze spostandomi in bici”. A proposito di vacanze, come le trascorre chi usa la bici? “Quest’anno abbiamo raggiunto l’Isola d’Elba con l’auto ma poi ci siamo spostati in bici per arrivare alle diverse spiagge. Naturalmente muniti di ombrellone ultralight. E ancora, con il treno raggiungiamo la casa di Riccione dove abbiamo le biciclette per muoverci e andare ovunque”. QUALITA’ DELLA VITA Bolzano e Trento conquistano i primi due posti tra le province italiane per qualità della vita nella classifica di ItaliaOggi. In forte risalita Roma, con un balzo di 21 posti, dall’88/o gradino del 2016 al 67/o di quest’anno. A Trapani la maglia nera, mentre Napoli (108/a), è l’ultima tra le metropoli come già lo scorso anno. Affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero, tenore di vita. Modena sale dal 21esimo al 14esimo posto. IL GRANO SALVA-VITA - Una varietà di grano duro resistente alle alte temperature per sfamare milioni di persone, a cominciare da quelle che vivono nel bacino del fiume Senegal fino ad arrivare, in prospettiva, a tutte quelle
• Edizione di Carpi •
NON GUIDA L’AUTO DA DICIOTTO ANNI. PER SCELTA. HA LA PATENTE MA SI SPOSTA IN BICICLETTA. LA CARPIGIANA CECILIA CAVICCHI, DI PROFESSIONE ARCHITETTO, MAMMA 44ENNE DI TRE FIGLI, UN GIORNO LEGGENDO UNA RIVISTA SCIENTIFICA SI è CONVINTA DELLA NECESSITà DI LIMITARE L’USO DELL’AUTOMOBILE CHE HA SOSTITUITO CON LA BICICLETTA
All’auto ho detto addio! Cecilia Cavicchi
E per fare la spesa? “Vado in bicicletta due volte alla settimana e compro lo stretto necessario. In casa abbiamo installato l’impianto a osmosi e quindi non devo trasportare pesanti confezioni di bottiglie d’acqua”. Le è mai capitato di trovarsi in difficoltà? “Quando ho bucato a quattro chilometri da casa oppure quando sono rimasta a piedi al supermercato e sono dovuta arrivare a casa con le
borse della spesa e Viola che era caricata sul seggiolino. Tutti incidenti di percorso superabili”. Quali sono le motivazioni di fondo della sua scelta? “Innanzitutto si tratta di una scelta di comodità nella fruizione della parte centrale della città dove si svolge la maggior parte della mia giornata. In secondo luogo è una scelta che mi permette di contribuire alla tutela dell’ambiente. Infine, perché no, con-
sente un risparmio dal punto di vista economico poter fare a meno della seconda auto. Le spese che sostengo prendendo il taxi quattro volte all’anno non sono nemmeno paragonabili a quelle di una seconda automobile in famiglia”. Che conseguenze ha questa scelta per la sua famiglia? “Non è stato facile far comprendere ai miei figli (Filippo, 11 anni, Maddalena, 10 e Viola, 7) le ragioni della mia
Uno sguardo oltre l ’argine
di Pierluigi Senatore africane colpite dalle carestie. E’ l’invenzione del modenese Filippo Bassi, 35 anni: insieme ad altri ricercatori, si è aggiudicato il Premio Olam 2017 per l’innovazione nella sicurezza alimentare. Il premio sarà consegnato il 4 dicembre all’ottavo forum internazionale del Barilla Center for Food and Nutrition. MONEY - Gli europei non sono ancora pronti a dire addio al contante. E’ quanto emerge da un sondaggio della Banca Centrale Europea, che sottolinea come nel 2016 circa il 79% dei pagamenti nel
Vecchio Continente sia stato effettuato ‘cash’ mentre un consumatore su quattro tiene ancora i soldi in casa come forma precauzionale. Il Sud Europa fanalino di coda della classifica, in compagnia però di Germania, Austria e Slovenia. In fondo alla graduatoria, Italia, Grecia e Spagna, con una quota di transazioni in contanti rispettivamente pari all’86%, 87% e 88%. FISCO - Nel 2016 tra leggi e decreti legge in materia fiscale ne sono stati approvati 11, queste novità legislative hanno modificato 110 normative esi-
stenti; sono stati emanati 36 decreti ministeriali composti da ben 138 articoli; il direttore dell’Agenzia Entrate ha firmato 72 provvedimenti, gli uffici del Ministero delle Finanze delle Entrate hanno pubblicato 50 circolari e 122 risoluzioni costituite, complessivamente, da quasi 2.000 pagine. Lo spiega la Cgia di Mestre: norme fiscali che debordano sempre più, disorientando non solo i contribuenti, ma anche gli addetti ai lavori. BUON COMPLEANNO SMS - Merry Christmas. Due parole d’auguri inviate dal pc a un cel-
scelta ma, con tanta pazienza, sembra che abbiano capito che lo smog è dannoso per la salute e si lamentano solo quando il tempo è brutto. Si tratta comunque di una scelta condivisa con mio marito che, come me, usa la bici quando può perché il traffico infastidisce poi tutti alla fine. E’ più difficile convincere le nonne, preoccupate del fatto che i ragazzi possano prendere freddo andando in bici: per loro l’auto rappresenta una lulare che cambiarono il modo di comunicare. Protagonista l’ingegnere della Vodafone Neil Papworth, che il 3 dicembre 1992 inviò il primo SMS su rete Gsm. L’idea? Nessuno immaginava le proporzioni che il fenomeno avrebbe assunto. Il primo sms tra due telefoni cellulari arriva nel 1993 con l’esperimento di uno stagista della Nokia, il finlandese Riku Pihkonen. ANDREA CASCHETTO – Da non perdere mercoledì 29 novembre, alle 21, a Palazzo dei Principi di Correggio l’appuntamento con Andrea Caschetto: ventisette anni, operato al cervello per un tumore, da giovanissimo, è siciliano di Ragusa e abita il mondo. Ambasciatore del Sorriso è stato definito per il numero incredibile di amici che lo segue sul web. Qualche anno fa ha girato il mondo per orfanotrofi. Il 22 marzo 2016,
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conquista alla quale è difficile rinunciare. Io invece ho frequentato l’Università a Ferrara, la patria delle bici, e mi sono detta che se avevo utilizzato la bicicletta in una città grande come Ferrara, sarei riuscita a farlo anche a Carpi”. Quali sono le criticità a Carpi? “Le ciclabili sono per la maggior parte ritagliate sulle strade in luoghi che non garantiscono la massima sicurezza. La banchina di via Guido Fassi realizzata di recente è un esempio: ci sono uscite e passi carrabili che possono rappresentare fonti di pericolo. Io apprezzo lo sforzo di grande attenzione per la nostra categoria ma ci sono piste ciclabili ricavate in sedi non nate per ospitarle e frutto di compromessi, come il tratto di ciclabile tra via Matteotti e viale Carducci, poco visibile ed estremamente rischioso per chi non ha i riflessi pronti. Eppure sono tanti gli anziani che circolano in bici… La manutenzione del manto stradale delle ciclabili potrebbe essere curata meglio: in Piazzale Marconi nel tratto per arrivare al semaforo prima del Parco delle Rimembranze la palladiana è tutta sollevata. Basta andare in bici per accorgersi di ciò che non va. Una cosa fatta bene è invece la rotatoria di viale Manzoni all’incrocio con la Remesina con l’attraversamento dedicato a bici e pedoni”. Quali sono le soddisfazioni più grandi? “Penso di conoscere meglio la città rispetto a chi va in macchina perché non devo rispettare percorsi obbligati e mi inoltro in zone a volte a me sconosciute scoprendo vie di cui non sapevo nemmeno l’esistenza e che in auto non vedresti mai. E poi, non c’è mai il problema del parcheggio”. Sara Gelli per la Giornata della felicità, è stato invitato a parlare alle Nazioni Unite ricevendo una standing ovation. Da allora ha girato l’Italia per svegliare le sensibilità addormentate e portare un messaggio di pace. Ha ottenuto il premio promosso dal Web Marketing Festival per il suo impegno nel sociale, e nell’ambito del festival Clown&Clown, a Monte San Giusto, si è guadagnato il premio Clown nel cuore. Con i proventi del suo libro precedente e il sostegno degli amici dei social, in kenya sta facendo realizzare una ludoteca e l’ampliamento di una scuola che si chiama Dove nasce l’arcobaleno. Dopo l’Argentina si è avviato lungo le strade dell’Asia, in compagnia di una splendida persona che non smetterà mai di ringraziare. Il suo ultimo libro è Come se io fossi te uscito per Chiarelettere.
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Nutrire il cuore… e la mente del bambino è questo il titolo della lezione magistrale della biologa nutrizionista Anna Villarino, ricercatrice presso il Dipartimento di Medicina predittiva e per la prevenzione dell’Irccs-Istituto nazionale dei tumori e collaboratrice della Medicina cardiovascolare dell’Università di Milano. Potrebbe essere questa la sintesi del terzo Convegno interregionale di Cardiologia pediatrica presieduto da Stefano Cappelli, primario dell’Unità operativa della Cardiologia di Carpi e Mirandola, coordinato dal suo collaboratore Carlo Ratti. E per nutrimento bisogna intendere non solo il cibo ma anche le conoscenze e le abitudini. Come dicono gli americani, “knowledge is power, so learn and live”, ovvero la conoscenza è potere, così impara e vivi. Insomma, sapere per imparare a vivere, meglio e il più a lungo possibile. Esemplari per chiarezza, oltre che per competenza, i vari relatori; dai loro interventi è emersa l’importanza della buona integrazione tra esami strumentali e clinica.
ALL’AUDITORIUM SAN ROCCO UN IMPORTANTE CONVEGNO INTERREGIONALE SULLA CARDIOLOGIA PEDIATRICA
Piccoli cuori malati Carlo Ratti
La Cardiologia di Carpi vista con gli occhi di chi sta fuori è risultata un vero gioiellino; il complimento più bello – e certamente più
“Sono circa mille le visite che facciamo a neonati e bambini, 2.300 gli ecocardiogrammi. C’è poi un progetto che mi sta a cuore, la collaborazione con il tecnopolo di Mirandola; stiamo studiando insieme per realizzare un device da usare esternamente”.
Stefano Cappelli
ambito – è stato quello di Marco Bonvicini, professore associato dell’Università di Bologna e, fino a 15 giorni fa, direttore dell’Unità operativa di Cardiologia pediatrica e dell’età evolutiva del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, centro di III livello e riferimento regionale di rilevanza nazionale per la cardiologia e la cardiochirurgia pediatrica. “A Carpi – ha sottolineato Bonvicini – Cappelli ha creato
un gruppo efficientissimo. Lui, poi Ratti e tutti gli altri che seguono questa strada stanno facendo un ottimo lavoro. Sono in grado di fare diagnosi precoce ed è questo che serve; se e quando si presenta la necessità, subentriamo noi. Questi medici hanno fatto e continuano a fare un’importante esperienza sul campo e, assieme ai master che organizziamo noi, è questo quello che conta. Non esiste la specialità di Cardiologia pediatrica, ma poco importa, è solo in Italia che servono le etichette, in Europa e nel resto del mondo non è così. Noi siamo in grado di formare eccellenti professionisti e a Carpi ci sono”. Parole nette che, indubbiamente, fanno piacere ma che implicano anche un’ulteriore assunzione di responsabilità da parte di Cappelli e dei suoi. Oltre a lui e a Ratti, Lorenzo Bonetti, Francesca Sciarra e Claudia Borghi a cui va aggiunto Paolo Lanzoni, primario della
Pediatria del Ramazzini. Un gruppo di medici che opera in sinergia con la Cardiologia pediatrica del Sant’Orsola-Malpighi e che, negli ultimi tre anni, registra un costante aumento d’attività. “Sono circa mille le visite che facciamo a neonati e bambini, – ha precisato Cappelli - 2.300 gli ecocardiogrammi. Ma, oltre a questo, c’è un progetto che mi sta particolarmente a cuore, la collaborazione con il tecnopolo di Mirandola; stiamo studiando insieme per realizzare un device da usare esternamente. In Medicina è importante la collaborazione con i colleghi, compresi quelli di altre specialità ed è fondamentale il dialogo con i ricercatori e con chi produce tecnologia”. Oltre alle indiscusse capacità professionali, Stefano Cappelli ha una dote caratteriale determinante per raggiungere buoni risultati: sa fare squadra, come solo i veri capitani sanno fare. A.B.
IL ROMANZO-VERITà SULL’ITALIA DEI GIORNI DEL RAPIMENTO MORO SARà PRESENTATO IL 2 DICEMBRE, ALLE 17, ALLA LORIA
Il Caso Moro nell’ultimo appuntamento di Ne vale la pena Ultimo appuntamento dell’anno con la rassegna Ne Vale la Pena. Sabato 2 dicembre, alle 17, all’Auditorium Loria si torna a discutere del caso Moro. Un romanzo, rimasto nel cassetto per 35 anni, ripercorre l’intera vicenda del rapimento del leader della Democrazia Cristiana (l’anno prossimo saranno 40 anni dai fatti) svelando intrighi e verità nascoste. L’ha scritto l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Ferrari. La pubblicazione de Il segreto allora fu sospesa ma oggi è in libreria per Chiarelettere.
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“CHE LA CITTADINANZA ABBIA CAPITO E APPREZZATO IL NOSTRO PROGETTO è DIMOSTRATO DAL FATTO CHE SEMPRE PIù PRIVATI SIANO DISPOSTI A PAGARE DI TASCA PROPRIA LA REALIZZAZIONE DI MURALES”. SEBASTIANO MATARAZZO, IDEATORE DEL FESTIVAL TOT ART, RISPONDE COSÌ ALL’ASSESSORE ALLA CULTURA ELISA MONTANARI
Stop di un anno al progetto Murales a Novi Novi si sta arricchendo di nuovi murales. Ne sono appena stati terminati altri due: uno realizzato da Francesco Bevini sulla parete esterna del bar Arci Taverna di via Bigi Veles e l’altro sul muro accanto all’ingresso de La Bottiglieria, Trafficanti di vino realizzato da Mat e finanziato dal locale e dalla famiglia Righi. Ma che farà il Comune con il festival Tot Art? Ha deciso di valorizzarlo e darne seguito o di bloccarlo? Lo abbiamo chiesto al neo assessore alla cultura, Elisa Montanari. “Ci siamo presi un anno di tempo per capire come muoverci, soprattutto nelle frazioni, dal momento che nel capoluogo non ci sono più muri disponibili negli edifici pubblici. Se i privati vogliono realizzare murales sulle proprie abitazioni ben venga, come in effetti sta accadendo. Per questo abbiamo deciso di presentare il progetto nel novembre del prossimo anno”. Come pensate di procedere? “Faremo un bando aperto a tutte le associazioni da sottoporre poi alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, che finanzia i progetti”. Perché aspettare un anno intero e quindi di fatto interrompere un’iniziativa tanto interessante? “Perché vogliamo realizzare un percorso partecipato per coinvolgere la cittadinanza in disaccordo con questo progetto. In tanti non hanno capito che attraverso quelle opere si è voluto realizzare un percorso. Chi c’era prima non lo ha spiegato. Il progetto è bello ma va valorizzato. Era stato chiesto all’associazione Tot Art di pensare a un modo
per spiegare alla cittadinanza che si trattava di un vero e proprio festival, di una rasse-
gna e non di muri buttati lì. La gente non l’ha compreso. Purtroppo da Tot Art non ci è
ancora arrivata alcuna risposta. Una cosa che mi preme sottolineare è che la cultura
non va imposta, ma condivisa. E questo sinora è mancato”. Sebastiano Matarazzo
I libri da non perdere
Randagi - Di Katia Durazzi E’ uscito in questi giorni Randagi il libro di Katia Durazzi, medico di base di 41 anni, a Novi di Modena, ed edito da Radiolondra. Katia, perché ha deciso di scrivere un romanzo? “Il tutto è partito da un’idea che pian piano si è fatta strada in me fino a diventare dominante. Un’idea che poteva diventare un personaggio, una situazione e un’ambientazione e che
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affiorava nei miei pensieri prepotentemente”. E’ il suo primo libro? “Sì, sinora ho scritto e pubblicato soltanto racconti” Il tema centrale del libro è quello sociale, il dramma di chi vive ai margini della società è un argomento molto attuale e anche complesso. Perché questa scelta? “Il mio lavoro mi porta a un contatto quotidiano con le persone. E’ così che ho
scoperto l’importanza dell’ascolto e dell’osservazione degli altri, per andare oltre la superficie e cogliere il lato positivo in ogni situazione, anche quelle all’apparenza più complicate”. Cosa si aspetta da questa esperienza? “Un bella avventura, frutto di un interessante percorso sulla realtà umana esteriore e interiore”. F.B.
(Mat), ideatore del Festival nonché socio dell’Associazione Culturale Tot Art non nasconde la propria amarezza per l’atteggiamento “ostile” dell’Amministrazione Comunale, nei confronti di chi si è impegnato per dare un nuovo volto a Novi. “Non abbiamo capito perché, nel momento in cui la nostra realtà stava prendendo forma grazie al nostro lavoro, all’impegno di volontari e di enti culturali che ci hanno dato il loro appoggio, è venuto completamente meno il sostegno dell’Amministrazione. Di certo ad averci penalizzato è stata l’elezione della nuova Giunta. Per quanto riguarda la promulgazione e divulgazione dei principi che stanno alla base della nostra rassegna è ovvio che è un aspetto fondamentale e che ci sta a cuore, ma il ritardo non è imputabile a noi. A luglio dell’Amministrazione non si trovava nessuno e così tutto quel che avevamo in programma in settembre e in ottobre è slittato. E’ innegabile: da parte del Comune non abbiamo avuto alcuna forma di collaborazione. Mi rincresce inoltre che facciano un bando aperto a tutti nonostante vi sia un’associazione di giovani novesi a disposizione: in questo modo, anziché valorizzare le risorse del territorio, si corre il rischio di affidare il progetto ad associazioni, sicuramente meritevoli e all’altezza, che nulla hanno a che vedere con Novi. Che la cittadinanza abbia capito e apprezzato il nostro progetto è dimostrato poi dal fatto che sempre più privati siano disposti a pagare di tasca propria la realizzazione di murales”. Federica Boccaletti
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Festa grande domenica 3 dicembre in Cattedrale per ricordare il 60° anniversario della scomparsa di Mamma Nina Saltini, fondatrice della Casa della Divina Provvidenza per ragazze sole o abbandonate, dichiarata Venerabile nel 2002 da Papa Wojtjla. Nel suo nome sono sorte negli ultimi anni anche case dell’Agape a Carpi e a Modena che ospitano e accolgono decine di ragazze madri o con maternità difficili, prevalentemente straniere; mamme abbandonate dai mariti e in gravi difficoltà economiche e sociali. Sarà il vescovo, monsignor Francesco Cavina, a celebrare in Duomo, alle 18, una messa solenne in ricordo di Mamma Nina alla presenza dell’attuale direttrice della Casa di accoglienza suor Teresa, del presidente della Pia Fondazione don Massimo Dotti, della responsabile dell’Agape Lisa Forghieri, delle religiose, delle ragazze cresciute nella stessa Casa e oggi divenute donne, delle operatrici, delle volontarie e delle mamme coi loro bambini ospiti delle Case di Agape che proseguono oggi il cammino indicato da Mamma Nina, al secolo Marianna Saltini, sorella di don Zeno, fondatore di Nomadelfia. La cerimonia religiosa sarà preceduta sempre in Cattedrale, con inizio alle 16, da un incontro-testimonianza con Paul Batthi, fratello di
L ’angolo
di Cesare Pradella
In ricordo di Mamma Nina
Shahbaz Bhatti, ministro del governo pakistano, assassinato nel 2011 da miliziani dell’Isis poiché difensore dei cristiani presenti nel Paese e, più in generale, dei diritti umani, nonché autore del libro Shahbaz, la voce della giustizia: sarà intervistato dalla collega Benedetta Bellocchio. Laureato in medicina all’Università di Padova, Paul si è subito dedicato all’attività di medico missionario dei poveri in diverse province del Pakistan, sfidando pericoli di ogni sorta. E proprio don Massimo Dotti, nella presentazione dell’evento che
ha per titolo Amore oltre le bandiere, ha sottolineato come “tra l’opera di Mamma Nina e quella di Shahbaz Batthi vi sia un denominatore comune rappresentato dalla consapevolezza che l’amore per Gesù crocifisso per la salvezza del mondo è capace di superare avversità, odi, violenze e sopraffazioni perché – scriveva Bhatti – non ho paura dell’avversario, non voglio popolarità o posizioni di potere, ma solo che la mia vita e le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo l’esempio e il sacrificio di Gesù. Una perfetta sintonia –
ha aggiunto don Dotti – tra la sensibilità di Marianna Saltini nei riguardi delle emergenze sociali non risolte dalla mano pubblica, che con le sue intuizioni profetiche si prese cura del disagio delle donne e delle ragazze del suo tempo (prima, durante e dopo la guerra mondiale) e quella del ministro pakistano la cui esistenza fu animata e caratterizzata dagli stessi sentimenti di solidarietà e attenzione per i poveri e i diseredati”. Al termine della messa celebrata dal vescovo, volontari della Divina Provvidenza, insieme a quelli del Moto Club Pinguino di Modena, allestiranno un punto di ristoro davanti alla Sala Duomo con specialità modenesi, crescentine, dolci e vin brulè: le offerte raccolte saranno devolute ai progetti e alle attività della Casa fondata da Mamma Nina.
LA SALA MENSA DELLA SCUOLA FIGLIE DELLA PROVVIDENZA PER LE SORDOMUTE HA CAMBIATO LOOk
In memoria di Rosanna Bulgarelli La sala mensa degli alunni della Scuola dell’infanzia e primaria Figlie della Provvidenza per le sordomute ha cambiato look! Le sedie, ormai usurate dal tempo e, soprattutto, dalla vivacità degli utenti, richiedevano un cambio. La scuola le ha perciò rinnovate, rendendo la sala più allegra, accogliente e ospitale, grazie anche alla generosità di una coppia di amici di Rosanna Bulgarelli,
nella ricorrenza dell’undicesimo anno della sua dipartita. Amici anche della scuola hanno voluto ricordare Rosanna, facendo un gesto di bontà: una donazione all’Istituto Figlie della Provvidenza di una somma che ha consentito la realizzazione dell’iniziativa, rendendo felici bambini e personale. “Un grazie molto particolare e grato alla generosità della
coppia di sposi e tanta preghiera per Rosanna Bulgarelli”, ha commentato Suor Maria Rosaria.
LA VISUALCHEF GABRIELLA GASPARINI HA SFIDATO UN DIPLOMATO DELLA SCUOLA DI ALTA CUCINA ALMA, NELLA TRASMISSIONE IL PRANZO DELLA DOMENICA ANDATA IN ONDA DOMENICA 26 NOVEMBRE
In Tv il pranzo della domenica di Gabriella
La cuoca limidese Gabriella Gasparini, esperta di VisualFood nonché autrice delle ricette della nostra rubrica Visualchef, è tornata in televisione per partecipare a Il pranzo della domenica, la trasmissione in collaborazione con Alma, giunta alla sua terza edizione, e condotta da Elenoire Casalegno insieme allo chef stellato Davide Scabin. Sono cinque le puntate di questa edizione del programma in onda la domenica, alle 10, su Canale 5, e in ciascuna di queste un cuoco amatoriale sfida tra i fornelli un diplomato di Alma. Mentre il concorrente prepara i suoi piatti, contemporaneamente un diplomato della scuola realizza lo stesso menù, proponendo le singole portate a regola d’arte. Alla fine della prova, il candidato ha l’opportunità di assaggiare i piatti realizzati dal diplomato per valutare e confrontare le proprie capacità con quelle
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Da sinistra Paola di Alma, lo chef Davide Scabin e Gabriella Gasparini
dell’esperto di cucina, anche se il giudizio finale spetta a una giuria composta da tre esponenti di Alma: lo chef Matteo Berti (direttore didat-
tico), lo chef Bruno Ruffini (docente) e Paolo Lopriore, riconosciuto come uno degli chef più avanguardisti del mondo nonché membro del
comitato scientifico di Alma. Lo chef Scabin ha invece preso il posto di Gualtiero Marchesi (fondatore della scuola) nel ruolo di aiutante e affianca
i protagonisti per consigliarli in previsione del premio finale: l’opportunità di partecipare gratuitamente a un corso di formazione di Alma, la prestigiosa Scuola Internazionale di Cucina Italiana di Colorno, in provincia di Parma. “E’ stata un’esperienza costruttiva - ha commentato Gabriella - potermi mettere in gioco con i dettami della cucina praticati ad alto livello e i tempi di una gara dove la tensione è alta e il minimo errore può pregiudicare l’esito della performance. Inoltre, ho avuto la possibilità di conoscere Scabin: una persona disponibile nel dare consigli e suggerimenti anche a telecamere spente”. Che menù hai dovuto preparare? “Ho cucinato delle ricette tipiche della nostra regione, che però non sono state scelte da me, bensì dalla commissione. Ho dovuto cucinare il tipico cassone romagnolo con pomodoro, mozzarella mercoledì 29 novembre 2017
ed erbette, tre secondi a base di carne di pollo (bocconicini al rosmarino e limone, cosce di pollo al forno con verdure e scaloppine all’aceto balsamico), e come dolce una rivisitazione del classico dolce mattone con crema di burro e cioccolato e palline di frutta serificate”. Purtroppo queste ricette non sono bastate a convincere la giuria. Quando conosceremo il nome del vincitore? “Occorrerà aspettare fino all’ultima puntata che andrà in onda domenica 17 dicembre. Io intanto non mi fermo mai e sono sempre alle prese con nuovi progetti culinari”. Di recente Gabriella è stata insignita dell’onorificenza del Cappello di Bronzo nell’ambito della prima edizione de Les Toques Blanches d’Honneur – Cappelli d’Onore, indetta dall’Associazione Professionale Cuochi Italiani. Chiara Sorrentino anno XVIII - n. 42
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Il periodo più bello e scintillante dell’anno è alle porte e, come tradizione esige, in occasione delle festività natalizie, il centro storico cittadino ha indossato il vestito della festa. Quello più sfavillante. Dopo la suggestiva accensione delle luminarie, il programma del Natale a Carpi, promosso dal Comune, in collaborazione con il Consorzio ConCarpi, animerà con un ricco calendario di eventi e iniziative per grandi e piccini, le piazze e le vie del centro. Ogni sabato di dicembre fino a Natale, buskers, artisti di strada, giocolieri e street band proporranno spettacoli e performance, mentre sabato 16 dicembre protagoniste itineranti del centro saranno le corali di Carpi. Tra gli appuntamenti di punta la serata di San Silvestro, con tre proposte spettacolari per tutti i gusti e tutte le età: al Teatro Comunale dalle 21 si esibirà Pino Insegno con il suo spettacolo Signori e signori Buona sera! mentre dalle 23 in Piazza Martiri andrà in scena, in prima nazionale, Pedaleando hacia el cielo, uno spettacolo di teatro aereo con la Compagnia belga Theater Tol, a cura di Ater. A seguire (fino alle due di notte) i dj set di Ema Stokholma e del rapper Emis Killa a cura di International Music & Arts, un appuntamento con nomi del panorama musicale internazionale e capace di richiamare in Piazza Martiri giovani desiderosi di far festa al nuovo anno da ogni dove. Natale a Carpi in centro storico proporrà alcune installazioni, visibili tutte fino al 7 gennaio; nel Cortile d’Onore col Presepio con le Un padre e un figlio guardano la storia svolgersi davanti a loro, nel mare di Lampedusa. Un romanzo che racconta ciò che sta accadendo nel Mediterraneo – le traversate, i soccorsi, gli approdi, le morti – ma anche i rapporti tra un figlio, un padre e la malattia del fratello, zio del narratore: tutto questo è Appunti per un naufragio, edito da Sellerio, con cui il drammaturgo e attore Davide Enia si è aggiudicato il premio Anima per il sociale 2017. Il testo sarà oggetto del reading che Enia terrà martedì 5 dicembre, alle 21, presso l’Auditorium San Rocco, nel corso di un appuntamento a ingresso gratuito per stimolare la riflessione sul tema dei migranti, promosso da Fondazione Casa del Volontariato e Comune di Carpi, nell’ambito del Natale del Volontariato. Lampedusa, da lepas, lo scoglio eroso dalla furia degli 16
RICCO CALENDARIO DI EVENTI IN OCCASIONE DEL NATALE, MENTRE IL 31 DICEMBRE PINO INSEGNO A TEATRO ED EMIS kILLA IN PIAZZA FESTEGGERANNO IL 2018
Il centro si accende di luci
figure a grandezza reale di Emanuele Luzzati (dall’8 dicembre), alla torre dell’Uccelliera con i giochi di ombre dove le sagome disegnate sempre da Luzzati potranno essere animate dal pubblico. A queste si accompagnerà poi un percorso promosso da Diocesi di Carpi, Ushac e Al di là del muro con decine di presepi artistici e artigianali che saranno visitabili nella sala della Fondazione CR Carpi in corso Cabassi, in Sala Duomo e in molti esercizi commerciali della città che hanno aderito all’iniziativa (sempre dall’8 dicembre). Anche quest’anno al Parco delle Rimembranze all’interno di un vero villaggio natalizio ci sarà la pista di pattinaggio su ghiaccio sintetico unitamente a un mercatino
Il costo totale della rassegna Natale a Carpi incide sulle casse comunali per 175mila euro. Poco, tanto… le polemiche si sprecheranno. L’onere delle luminarie, per il secondo anno in carico totalmente all’Ente Comunale, ammonta a 40mila euro: “le luminarie sono un elemento imprescindibile di arredo urbano. Arredare il centro di installazioni luminose in occasioni delle festività natalizie non è un dono fatto dall’Amministrazione ai commercianti, bensì alla città tutta”, sottolinea l’assessore alla Cultura, al Centro storico e alla Promozione Turistica Simone Morelli. “Anche le luminarie contribuiscono fortemente a rendere il centro pieno di bellezza ed è nostro dovere rilanciare Carpi da ogni punto di vista. In fondo, - prosegue Morelli - sono
I costi del Natale proprio queste piccole cose a dare il polso della nostra concretezza. Del nostro agire quotidiano”. I festeggiamenti legati al Capodanno in Piazza, “di cui si sentiva da tempo la mancanza”, rileva l’assessore, avrà un costo complessivo di 63mila euro, di cui circa 14mila per il dj set. “Lo spettacolo di teatro aereo (20mila euro) è pensato soprattutto per dare alle famiglie che resteranno in città l’occasione di vivere una serata diversa e straordinaria, mentre i dj set di Ema Stokholma e del rapper Emis Killa richiameranno un pubblico di ventenni: anziché girovagare per le strade della nostra regione o della Riviera potranno vivere la nostra bella
Piazza Martiri. Credo che per una città di oltre 70mila abitanti, un Capodanno che costa nemmeno un euro a cittadino, sia un investimento giusto. La cultura non è gratuita e io sono profondamente convinto che occorra continuare a scommettere e investire in tale ambito. Non è possibile limitarsi all’ordinaria amministrazione senza una strategia che guardi almeno ai prossimi dieci anni. Il tema - conclude Simone Morelli non è se l’investimento è troppo oneroso bensì se è utile. Se serve. Carpi merita questo e ben altro…”. Jessica Bianchi
IN AUDITORIUM SAN ROCCO, IL 5 DICEMBRE, APPUNTAMENTO COL READING DEL ROMANZO DI DAVIDE ENIA, SUL TEMA DEI MIGRANTI, NELL’AMBITO DEL NATALE DEL VOLONTARIATO
Appunti per un naufragio
elementi, che resiste nella vastità del mare aperto. Oppure Lampedusa da lampas, la fiaccola che risplende nel buio, che sconfigge l’oscurità. Su questa isola protesa a sud, tra Africa e Europa, Davide
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Davide Enia
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Enia guarda in faccia chi arriva e chi attende, e narra la storia di un naufragio individuale e collettivo. Da un lato una moltitudine in movimento, che attraversa intere nazioni e poi il Mar Mediterraneo,
in condizioni al di là di ogni immaginazione. Dall’altro, a cercare di accoglierla, un pugno di uomini e donne sul confine di un’epoca e di un continente. Nel mezzo si è posto l’autore, per raccontare la scoperta di ciò che accade davvero in mare e in terra, e il fallimento delle parole che si inabissano nel tentativo di comprendere i paradossi del presente. Enia dà poi voce ai volontari, agli amici d’infanzia, alle testimonianze dei ragazzi che approdano miracolosamente sull’isola. E mette a nudo le conseguenze emotive di questa realtà toccante e sconcertante, soprattutto nel rapporto con il padre, medico da poco in pensione, che accetta di recarsi con
lui a Lampedusa. Ritrovarsi insieme a testimoniare il dolore pubblico di quelli che approdano e di coloro che li salvano dalla morte, accanto a quello privato della malattia dello zio, li spinge a reinventare un rapporto, a forgiare un nuovo e inedito dialogo che si sostituisce ai silenzi del passato. “Ho frequentato Lampedusa per anni. Ho visto sbarcarvi qualche migliaio di persone, ho incontrato il personale medico e gli uomini della Guardia Costiera, ho mangiato a casa dei residenti, sono uscito in barca con i pescatori, ho ascoltato ragazzi sopravvissuti alla traversata e ho dialogato con i testimoni diretti”. In Appunti per un naufragio emerge la vera storia di
con le opere delle arti e dell’ingegno, mentre tornerà la giostrina per bambini in Piazza Garibaldi. In Piazza Martiri si potranno visitare nel weekend le bancarelle della solidarietà allestite dalle associazioni benefiche (dall’8 al 24 dicembre) e nelle stesse date di fronte a Palazzo Pio un vero e proprio Villaggio di Natale. I Musei di Palazzo Pio dal canto loro proporranno fino al 7 gennaio allo Spazio Blumarine la mostra Corpi e dal 3 dicembre al 25 febbraio l’installazione alla sala Khaled al Asaad, Tesori dai depositi. I Musei saranno poi la sede di un’altra installazione, dal titolo Red-Colour Experience, dal 1° dicembre al 28 gennaio. “Natale a Carpi 2017 - sottolinea l’assessore alla Cultura, al Centro storico e alla Promozione Turistica Simone Morelli - sulla falsariga degli anni passati non proporrà solo opportunità di divertimento e di svago sia per adulti che per bambini, insieme ad appuntamenti di valenza culturale, sociale e di solidarietà: il nostro impegno è quello di valorizzare il cuore della città, i suoi spazi, i monumenti e gli istituti culturali che qui hanno sede, proponendo anche eventi e momenti di aggregazione, che si aggiungono agli investimenti strutturali fatti sinora per migliorare l’illuminazione della piazza e la vivibilità dei portici, con gli interventi sulle tende e sulla pavimentazione della piazza, in attesa dell’avvio dei lavori sul Torrione degli Spagnoli per i quali è in corso la gara d’appalto e il termine a gennaio dei lavori ai giardini pubblici (la cui spesa è di 700mila euro)”. persone accomunate dall’esperienza della fragilità della vita, che come una rivelazione spinge ognuno verso un nuovo approdo, verso l’ascolto e la scoperta dell’altro. “La Fondazione Casa del Volontariato - sottolinea il presidente Nicola Marino - è lieta di poter proporre, insieme al Comune, questo reading, per stimolare una riflessione che si riallaccia sia allo spirito più autentico del Natale che a quello che anima le tante realtà del no profit del nostro territorio, ovvero quello di non dimenticarsi mai, e ancor meno in un momento di generale festa e letizia, di quanti, come i migranti, di quella felicità e letizia non possono godere. Il programma del Natale del Volontariato si apre insomma con un invito a non scordarsi degli ultimi, di chi vive ai margini, di chi, per poter festeggiare, ha bisogno del nostro aiuto e della nostra solidarietà”.
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C’è un arte che illustra la realtà e un’altra che crea immagini estranee alla nostra esperienza visiva, che però possono risultare molto familiari a quella emozionale, rendendo visibile ciò che spesso non lo è. Ed è proprio a questa seconda forma di espressione che appartengono gli acquerelli di Francesca Lugli, carpigiana classe ‘82 impiegata presso una tipografia della città che, a un certo punto della sua vita, ha sentito l’urgenza di prendere in mano il pennello e lasciarlo andare liberamente, senza un soggetto prestabilito né, tantomeno, un’ambizione particolare. Semplicemente l’ha fatto perché ne sentiva l’esigenza e da questa urgenza espressiva sono nati degli acquerelli freschi e raffinati che sabato 2 dicembre saranno esposti al pubblico a partire dalle 18,30 presso il Nic (New Italian Cafè), in via delle Magliaie n°13. Curatore della mostra è Mauro Filippini di Bottega di Pittura, che sarà affiancato dal professor Mario Bizzoccoli nella presentazione delle opere. “Un giorno ho comprato degli acquerelli per mio figlio - ha raccontato Francesca - e ho ricominciato
SABATO 2 DICEMBRE, LA CARPIGIANA FRANCESCA LUGLI ESPORRà I SUOI ACQUERELLI AL NIC IN VIA DELLE MAGLIAIE, 13
Emozioni in trasparenza
SABATO 2 DICEMBRE LA CATTEDRALE OSPITERà IL CONCERTO DI NATALE DEL GIOVANE TENORE MATTEO MACCHIONI. L’EVENTO è GRATUITO
Francesca Lugli - Ph Sogni di luce Photolab di Pignatti Enrico
a disegnare in modo primordiale con un solo colore, il blu, che in seguito ho scoperto rappresentare la comunicazione e la tranquillità. Forse era ciò che ricercavo inizialmente... E poi, senza uno schema preciso, sono subentrati anche il giallo, il verde e come un flusso inarrestabile tutti gli altri colori dello spettro visibile. E’ come se avessi compiuto su me stessa un percorso di cromoterapia artistica che, solo successivamente, ho deciso di condividere con gli altri. Inizialmente non riuscivo a disegnare altro che cerchi concentrici con un fulcro centrale pieno: ero io che parlavo a me stessa e richiamavo a me l’arte, la passione che avevo sempre confinato in un angolo, sommersa dalle varie priorità della vita”. Tra tutte le tecniche di pittura la tua scelta è ricaduta sugli acquerelli. Per quale motivo? “E’ stata una scelta dettata dell’istinto. Mi piace l’effetto
di trasparenza e indefinitezza che l’acquerello crea. Credo sia la forma pittorica più credibile per rappresentare tutto ciò che non si può vedere, ma solo cogliere intimamente. Mi piacciono le sfumature più o meno intense e le differenti gradazioni che si possono ottenere mischiando fra loro due colori, così come nella vita si mischiano le esperienze, i sentimenti e le emozioni delle persone, e non c’è mai nulla di perfettamente definito e immutabile. Nemmeno il progetto di partenza dei miei disegni lo è. Inizio a muovere il pennello e non so mai cosa ne verrà fuori. Mi faccio trasportare da ciò che sento in quel momento e lo lascio scorrere fuori spontaneamente. E’ una comunicazione molto diretta e spontanea. I miei disegni possono piacere oppure no, ma sono autentici. Sono il modo più sincero che ho per esprimermi. Dicono: questa sono io”. Le tue opere hanno una cornice di cartone che è
anch’essa una forma d’espressione... “C’è una frase su ogni cornice che spiega a parole ciò che ho espresso con le forme e i colori. Lavorando in una tipografia è stato facile, con l’aiuto del mio titolare, ideare e realizzare le cornici in cartone perfettamente in linea con il mio mood naturale e rispettoso della natura. Imprimo ogni singola lettera tramite uno stencil di plexiglas che intingo nell’inchiostro e ripulisco di volta in volta. E’ un lavoro certosino e dal risultato spesso imperfetto, ma questo lo rende ancora più personale”. La mostra del 2 dicembre al Nic non è la prima, vero? “Esatto. Ho tenuto la prima esposizione a ottobre ed è stata una bellissima esperienza. Mi aspettavo sorrisi, condivisione, scambio, curiosità, emozioni e ci sono stati! Ciò che invece non mi aspettavo, e mi ha reso ancora più felice, è stata la richiesta di poter acquistare i miei quadri. Questo ha messo in moto tutta una serie di progetti che avevo solo ipotizzato, e che invece adesso, voglio realizzare, senza però affrettare i tempi e, soprattutto, senza perdere il piacere e la magia di dipingere”. Chiara Sorrentino
ROCAMBOLIkA, LA RASSEGNA DI TEATRO DA 0 A 99 ANNI, IDEATA E OFFERTA DALLA FONDAZIONE CR CARPI, PER IL SUO PRIMO APPUNTAMENTO ESCE DALL’AUDITORIUM SAN ROCCO, DOMENICA 3 DICEMBRE, ALLE 17,30, PER INVADERE LE VIE DEL CENTRO, CON UNA ESIBIZIONE POETICA E GIOCOSA DI JEAN-BAPTISTE DUPERRAy E HAL COLLOMB
La musica torna ad abitare il Duomo
Un sogno a occhi aperti
“Questo è il primo concerto Matteo Macchioni di Natale dopo la riapertura del Duomo ed è per me un onore straordinario quello di riportare la musica tra queste preziose e antiche mura”. A parlare è il giovane tenore Matteo Macchioni: protagonista indiscusso del Concerto di Natale - che si terrà in Duomo il prossimo 2 dicembre - insieme al pianoforte del Maestro Mirca Rosciani e alla partecipazione del soprano Francesca Tassinari. “Sassuolo mi ha visto nascere ma Carpi ormai mi ha adottato - scherza Macchioni - ed è per me un grande piacere tornare in questa bella città per promuovere musica e cultura. Sono sicuro sarà una bella serata che attirerà molte persone non solo da Carpi, ma anche dal resto del territorio provinciale”. Fittissima la scaletta che spazierà dalla musica classica ai brani contemporanei più amati, con arie di Mozart, Schubert e Mascagni, senza dimenticare i canti di Natale. “Sarà un repertorio prettamente di musica sacra con vari inni mariani e una piccola incursione nel musical West side story. Vi sarà anche un prezioso cammeo del soprano Tassinari che canterà l’Ave Maria di Gomez, pezzo poco conosciuto ma davvero straordinario”. Entusiasta del grande evento - promosso da PartLab Eventi con il patrocinio della Diocesi e del Comune di Carpi - anche il vescovo, monsignor Francesco Cavina: “un’occasione capace di introdurre degnamente il percorso che porterà sino alla notte di Natale, in un anno molto importante per la Diocesi. Sarà una gioia per noi sentir risuonare la musica in Cattedrale”. J.B.
Rocambolika, la rassegna di teatro da 0 a 99 anni, ideata e offerta dalla Fondazione CR Carpi, per il suo primo appuntamento esce dalla cornice dell’Auditorium San Rocco, domenica 3 dicembre, alle 17:,30, per invadere le vie del centro storico di Carpi, con una esibizione poetica e giocosa di Jean-Baptiste Duperray e Hal Collomb. Lo spettacolo Fiers à Cheval si propone come una magica galoppata di figure gigantesche e incandescenti. Un’occasione, per grandi e piccini, per assistere a vere e proprie opere d’arte in movimento, realizzate dagli specialisti del teatro francese Compagnie des Quidams. Con partenza da Palazzo Brusati-Bonasi, sede della Fondazione, lo spettacolo cavalcherà lungo Piazza Martiri per proseguire, con tutta la sua capacità di generare stupore, lungo corso Alberto Pio e Piazza Garibaldi. Gli spettatori si troveranno dinnanzi a una sfilata di strani personaggi, baroccamente vestiti, ma basterà poco perché davanti a occhi increduli
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si celebri una misteriosa metamorfosi: come nella migliore tradizione mitologica, quegli stessi uomini si trasformeranno in cavalli, enormi e luminescenti, pronti a eseguire le evoluzioni richieste dal loro domatore. Lo spettacolo, gratuito, ha le sembianze di un sogno a occhi aperti, aspettando il Natale e la nuova stagione di Rocambolika, presso l’Auditorium San Rocco, che si svilupperà dalla fine di gennaio alla di fine marzo.
Tre mesi di proposte teatrali per bambini, ragazzi e l’intera famiglia. Un calendario 2018, curato dalla direttrice artistica Sandra Righi, caratterizzato da alcune novità rispetto al passato, per accontentare una fascia di età sempre più ampia, e parlare ai più piccoli così come ai preadolescenti, e per aumentare i posti disponibili della rassegna ricorrendo a repliche, per andare incontro alle numerose richieste pervenute durante la scorsa edizione, molto superiori mercoledì 29 novembre 2017
rispetto alla capienza reale dell’Auditorium. “Il successo di questa rassegna – spiega il presidente della Fondazione CR Carpi, Giuseppe Schena – ci induce a sperimentare e a proporre cose nuove e particolari. Il nostro scopo è quello di offrire ai giovani occasioni di incontro con linguaggi espressivi diversi e, attraverso le loro potenzialità, affrontare tematiche che possano anche contribuire a una crescita culturale e personale”. anno XVIII - n. 42
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Al cinema SPACE CITY - CARPI “Gli uomini vedevano chiarirsi nell’animo una cosa dopo l’altra, finché con le arti raggiunsero la vetta suprema”. Lucrezio, La natura delle cose
DETROIT
Regia: kathryn Bigelow Cast: John Boyega e Will Poulter La storia è ispirata alle sanguinose rivolte che sconvolsero Detroit nel 1967. Tra le strade della città si consumò un vero e proprio massacro ad pera della polizia, in cui persero la vita tre afroamericani e centinaia di persone restarono gravemente ferite. La rivolta successiva portò a disordini senza precendenti constringendo così, a una presa di coscienza su quanto accaduto durante quell’ignobile giorno di cinquant’anni fa. Orario proiezioni: Feriali: ore 20 - 22,30 - Festivi: ore 17,30 - 20 - 22,30
LA SIGNORA DELLO ZOO DI VARSAVIA
Regia: Niki Caro Cast: Jessica Chastain e Daniel Brühl. Sul finire del 1939, le truppe naziste bombardano la capitale polacca, riducendo il famoso zoo a un cumulo di macerie. Con l’inizio delle deportazioni, nel 1942, il direttore della struttura e sua moglie si mobilitano per nascondere famiglie di ebrei all’interno del giardino zoologico, mascherato da allevamento di maiali. La villa degli Zabinski e le vecchie gabbie ancora intatte diventano un rifugio segreto al riparo dai feroci nazisti. Orario proiezioni: Feriali e Festivi ore 20,15 - 22,30
JUSTICE LEAGUE
Regia: Joss Whedon, Zack Snyder Cast: Ben Affleck e Henry Cavill. Di fronte alla nuova minaccia in agguato, il miliardario Bruce Wayne rivaluta la scelta di lottare in solitaria e decide di fare squadra con un composito gruppo di supereroi, provenienti dai diversi angoli del pianeta. Con la squadra al completo, guidata da Batman, le forze della Justice League sono pronte a difendere il pianeta. Orario proiezioni: Feriali ore 20,15 - 22,30 - Festivi: ore 18 - 20,15 - 22,30
NUT JOB: TUTTO MOLTO DIVERTENTE
Dopo aver accidentalmente distrutto il negozio di noccioline conquistato in Nut Job, Spocchia e i suoi amici si trasferiscono in un accogliente parco, che il sindaco è intenzionato a trasformare in un parco divertimenti. In Nut Job 2 l’incorreggibile scoiattolo fa ancora una volta squadra con il topolino Buddy, la scoiattolina Andie e l’altezzoso Vanesio per sventare i piani del malefico primo cittadino. Orario proiezioni: Sabato: ore 18 - Domenica: ore 15,30 - 17,30
CINEMA CORSO - CARPI VASCO MODENA PARK – IL FILM
Regia: Giuseppedomingo Romano Al cinema arriva la versione inedita dell’evento che il 1° luglio a Modena ha visto Vasco protagonista assoluto assieme ai 220.000 spettatori accorsi da ogni parte per partecipare alla festa epocale dei suoi primi 40 anni al fronte del palco. Il film diretto da Giuseppedomingo Romano è arricchito da preziosi materiali inediti e dalle riflessioni dello stesso Vasco. Oltre due ore di rock e di energia pura, per rivivere un momento unico da ascoltare! Orari proiezioni: Da lunedì 4 a a mercoledì 6 dicembre: ore 21
CINEMA EDEN - CARPI GLI SDRAIATI
Regia: Francesca Archibugi Cast: Claudio Bisio e Antonia Truppo Giorgio è un giornalista di successo. Insieme alla ex moglie Livia si occupa per metà del tempo del figlio Tito, un adolescente pigro che ama trascorrere le giornate con gli amici, il più possibile lontano dalle attenzioni del padre. I due parlano lingue diverse ma Giorgio fa di tutto per comunicare col figlio. Quando nella vita di Tito irrompe Alice, la nuova compagna di classe che gli fa scoprire l’amore e stravolge la routine con gli amici, anche il rapporto col genitore pare migliorare. Ma l’entusiasmo non durerà a lungo perché il passato di Alice è in qualche modo legato a quello di Giorgio. Giorgio e Tito sono padre e figlio. Due mondi opposti in continuo scontro. Orari proiezioni: Feriali: ore 21 - Sabato: 20,30 - 22,30 - Festivi: 16,30 - 18,30 - 20,30
CINEMA ARISTON - SAN MARINO LA STORIA DELL’AMORE
Regia: Radu Mihaileanu Cast: Derek Jacobi, Gemma Arterton Leo, Bruno e Zvi crescono in un villaggio ebraico della Polonia di inizio Novecento innamorati della stessa ragazza, la bellissima e volubile Alma, che promette a tutti e tre di sposarli, uno dopo l’altro. In realtà Alma ama solo uno dei tre, e il fortunato è Leo. Quando Alma, davanti all’avanzare del nazismo, viene spedita dal padre negli Stati Uniti, Leo promette di raggiungerla e nel frattempo di spedirle, insieme alle sue lettere, i capitoli di un grande romanzo che sta scrivendo sulla loro storia d’amore… Orari proiezioni: Domenica 3 dicembre: ore 20.30 – Lunedì 4 dicembre: ore 21
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NUOVO CINEMA TEATRO ITALIA A SOLIERA
Al via la stagione di Arti vive habitat La stagione teatrale di Arti Vive è di nuovo ai nastri di partenza, più viva che mai. Dieci spettacoli per un pubblico adulto, nove dedicati ai ragazzi, sei workshop intensivi: in questo modo Soliera si conferma un polo con una sua forte identità, capace di attrarre pubblico anche da fuori provincia (Mantova, Bologna, Reggio Emilia), proponendo il teatro delle compagnie indipendenti, spesso acclamato dalla critica più esigente. “Come un serpente al contrario - spiega il direttore artistico Stefano Cenci commentando l’immagine della stagione - i nostri spettacoli in cartellone si muoveranno sinuosi per portarvi dall’autunno fuori dall’inverno e verso una nuova primavera, strisciando leggeri tra le bassezze e le banalità del quotidiano, pronti a farvi dono di una tentazione tutta nuova. Quella del bello, della meraviglia, dello stupore…”. Il 7 dicembre andrà in scena Otto barrato. Anche l’infinito ha un limite di Stefano Cenci con gli attori del Laboratorio permanente di Arti Vive Atelier, mentre a gennaio arriveranno la Piccola Compagnia Dammacco con Esilio (giovedì 18) e Giuliana Musso con La fabbrica dei poeti (30 gennaio). Sarà quindi la volta di Albania casa mia di Aleksandros Memetaj (8 febbraio, a ingresso
gratuito), del clownesco Plato di Andrea Menozzi (15 febbraio) e dell’altrettanto comico Kotekino riff di Andrea Cosentino (1° marzo). Il cartellone principale si avvierà poi alla conclusione con l’Odissea di Mario Perrotta nei panni di Telemaco (15 marzo), la commedia sarcastica Crisi. La pratica è perfetta di Stefano Pesce e Diego Ribon, per la regia di Gabriele Tesauri (21 marzo) e Signora Illusione
di Stefano Cenci e i Pensieri Acrobati, liberamente tratto dai Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello. Tra i laboratori si segnalano quelli con il coreografo e danzatore Giorgio Rossi, con Menozzi e Cosentino, entrambi sul clown, con Dammacco sul “corpo delle parole” e con Emanuela Dall’Aglio sulla costruzione di Pupazzi, oltre ai laboratori permanenti condotti da Stefano Cenci. La stagione di Arti Vive Young prenderà avvio il 23 gennaio con La bicicletta rossa, uno spettacolo della compagnia pugliese Principio Attivo Teatro.
Produzione: Musei di Palazzo dei Pio In collaborazione con Blumarine Musei di Palazzo dei Pio
Tavola Rotonda Saluto introduttivo di monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi Apertura lavori Carlo Alberto Rossi, segretario Lapam Presentazione dati Confartigianato Enrico Quintavalle, Ufficio Studi Confartigianato Nazionale Quali conseguenze sta avendo il cambiamento climatico sul tessuto imprenditoriale italiano e cosa lo attende nei prossimi anni? Quali misure sta prendendo il governo italiano e quali dati possono ritenersi affidabili? Se ne parla con Gianluca Galletti, ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Luca Lombroso, meteorologo e divulgatore Riccardo Cavicchioli, presidente Lapam Carpi Moderatore Paolo Seghedoni Sala delle Vedute - Palazzo Pio
appuntamenti Teatro Carpi
1-2 dicembre - ore 21 3 dicembre - ore 16 Stagione Prosa Da Fëdor Dostoevskij Con Daniele Russo e altri 7 attori Regia Gabriele Russo Teatro Comunale 2 dicembre Artisti da vicino Conversazione con Daniele Russo A proposito de Il giocatore da Fëdor Dostoevskij Teatro Comunale
Mostre CARPI
Fino al 7 gennaio Corpi
Fino al 7 gennaio I giochi d’ombra di Emanuele Luzzati Orari di apertura Sabato, domenica e festivi: 10/13 - 15/19 Torre dell’Uccelliera
Eventi CARPI
29 novembre - ore 15 Pomeriggio al cinema Lo stato contro Fritz Bauer Regia di Lars Kraume Space City 30 novembre - ore 20.30 Cambiamenti Climatici: quale impatto sulle imprese
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LA NOTA PITTRICE CARPIGIANA LORENA GHIZZONI IN MOSTRA A CORREGGIO
Movimenti di colore Ha preso il via presso la Sala Espositiva di Palazzo Contarelli di Correggio (in Corso Mazzini, 42) la mostra dell’acquerellista Lorena Ghizzoni. Nella personale sono esposti i suoi acquerelli, tra i quali gli scorci e i monumenti di Carpi e Correggio, accompagnati da soggetti floreali e paesaggi. Lorena Ghizzoni gestisce corsi di Acquerello presso enti e circoli locali, organizza e partecipa a mostre collettive e personali. Si è misurata con la rappresentazione di vari soggetti: floreale, figure, animali, paesaggi, Correggio, Carpi (piccole
realtà, immerse nella pianura, che spesso nascondono volti, scorci, incantesimi che solo l’artista riesce a palesare) e altre città. Nel testo di presentazione della mostra di settembre 2016 intitolata Un’altra Carpi si leggeva: “i miei acquerelli sono momenti e immagini che rappresentano le mie radici… mi è capitato spesso di pensare a come poteva essere il nostro piccolo borgo ai tempi in cui le porte indicavano le vie di accesso… il pensiero mi affascinava”. La caratteristica principale con cui interpreta la tecnica è la sfumatura
(ottenuta anche con continuo movimento della carta bagnata d’acqua e colore da cui il titolo della mostra). Questa le consente di muoversi in un insieme di emozioni che descrivono e comunicano all’osservatore, l’essenza di ciò che l’artista dipinge e rappresenta. L’esposizione continuerà fino al 3 dicembre coi seguenti orari: martedì, venerdì, sabato e domenica dalle 16,30 alle 19,30 mentre il mercoledì la mostra sarà visitabile dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. Ingresso libero e gratuito.
LA GALLERIA DE’ BONIS IN VIALE DEI MILLE N. 44 A REGGIO EMILIA OSPITA LA PITTURA IN ITALIA, ANNI ’30 – ANNI ’50
Tre decenni di storia italiana su tela La Galleria de’ Bonis rinnova la sua sede, ampliando i propri locali di Viale dei Mille n. 44 a Reggio Emilia. Per l’occasione ospita La pittura in Italia, Anni ’30 – Anni ’50, una ricca collettiva che, fino al 13 gennaio, si propone di esplorare lo scenario artistico nazionale in tre decenni cruciali per la storia italiana. In quegli anni, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia vede la stabilizzazione del fascismo, lo scoppio della Guerra, l’uscita dal conflitto e una lenta ricostruzione. Molti artisti furono coinvolti o si impegnarono attivamente su fronti diversi: chi si mise al servizio del fascismo (come Sironi), chi entrò nelle file della Resistenza (come Guttuso, Morlotti, Birolli), chi rimase neutrale e proseguì la propria attività artistica in modo pressoché immutato, come Morandi, che continuò a dipingere le sue nature morte e i paesaggi familiari, quasi a proteggersi dallo sconvolgimento che scuoteva l’Italia. In mostra 30 novembre - ore 15.30 Dialettiamo! - Divertiamoci con il nostro dialetto A cura di Anna Maria Ori e Graziano Malagoli Chiarimenti, spiegazioni e approfondimenti Regole grammaticali e sintattiche del dialetto Parole, detti da salvare, lemmi arcaici Parte delle lezioni si terrà in dialetto, compatibilmente con le conoscenze degli iscritti Agli iscritti verrà fornita una copia del Dizionario del dialetto carpigiano a cura di Malagoli – Ori Archivio storico 30 novembre - ore 20.30 Il noi che non saremo Come affrontare il lutto perinatale A cura della Dottoressa Olga Paola Di Monaco, psicologa psicoterapeuta Casa del Volontariato
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saranno esposti importanti olii dei più grandi artisti figurativi del Novecento Italiano, che hanno scritto la storia della pittura soprattutto in quei tre decenni: Renato Guttuso, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Renato Birolli, Alberto 30 novembre - ore 21 Chiacchiere consapevoli Dalla notte al giorno Parole e racconti dalle ore proibite per entrare in relazione con noi stesse Spettacolo a cura di Benedetta Pisi, narratrice Accompagnamento musicale di Mariagrazia Baroni, musicoterapeuta Auditorium Biblioteca A. Loria 1° dicembre - ore 22 Gazebo Penguins kalinka 2 dicembre - ore 16 Papà mi prendi la luna per favore? Letture a tema per papà e bambini dai 3 ai 6 anni Centro Scubidù 2 dicembre - ore 20 Cena di Africa Libera Onlus Polisportiva sammarinese
Gianquinto, Mino Maccari, Ennio Morlotti, Alberto Sughi e Renzo Vespignani. Le opere saranno in parte inerenti agli eventi bellici, alla ricostruzione e alle relative conseguenze, e in parte del tutto avulsi, per osservare come si è sviluppato lo 2 dicembre - ore 22.15 Sophia Mattatoio 2 dicembre - ore 17 Presentazione del libro Il Segreto Di Antonio Ferrari Dialoga con l’autore Pierluigi Senatore Auditorium Biblioteca Loria 2 dicembre - ore 10 Continuare a essere genitori insieme: ostacoli, risorse e opportunità Marzia Dall’Olio, psicologa Spazio Giovani Mac’è 2 dicembre - ore 20.30 Concerto di Natale Col tenore Matteo Macchioni Duomo 3 dicembre 60° anniversario della morte di Mamma Nina
stile pittorico e il sentire personale di ciascuno di essi in quegli anni caldi. La guerra e l’attualità sociale e politica in anni particolarmente intensi, infatti, non sono sempre presenti nella pittura in modo diretto, ma influenzano fra le righe lo stile degli artisti. E’ dunque particolarmente interessante osservare la produzione dei principali artisti italiani durante questi anni di cambiamenti, di declino, di guerra, di ricostruzione. Nel trentennio ’30 – ’50, del resto, nacquero e si svilupparono importanti movimenti artistici dei quali alcuni degli artisti in mostra fecero parte, per esempio Corrente, cui aderirono Guttuso, Birolli e Morlotti, e il Fronte Nuovo delle Arti. Le
tensioni sociali infatti, come spesso accade, fecero da propulsore per lo sviluppo artistico e culturale del Paese. L’arte è stato uno strumento per esorcizzare gli spettri durante gli anni più duri per il nostro Paese e poi uno strumento di catarsi per il superamento del trauma bellico. L’arte negli Anni ’40 diede anche una grande spinta alla ricostruzione culturale del Paese su basi di rinnovata consapevolezza, nate dall’aver elaborato e metabolizzato gli eventi storici. La mostra sarà visitabile fino al 13 gennaio, con ingresso libero, secondo i seguenti orari: da martedì a sabato ore 10-13 e 16-19, giovedì ore 10-13. Per le festività natalizie la galleria sarà chiusa in data 24, 25, 26, 30, 31 dicembre 2017 e 1, 2, 6 gennaio 2018.
Programma Ore 16 Incontro-testimonianza Mio fratello Shahbaz Bhatti Intervento di Paul Bhatti, autore del libro Shahbaz, la voce della giustizia Intervista a cura di Benedetta Bellocchio, giornalista Brani musicali eseguiti all’organo Ore 18: Santa Messa presieduta dal vescovo Francesco Cavina Duomo
3 dicembre - ore 11 Presentazione del libro Ritual de lo Habitual di Andrea Saltini Nell’occasione Andrea Saltini dialogherà con Marta Santacatterina, direttore editoriale di Fermoeditore e il M° Enrico Pasini offrirà un accompagnamento musicale Biblioteca Loria
3 dicembre - ore 20 Cacao + Phill Reynolds Mattatoio 3 dicembre - ore 17 Dintorni natalizi Narrazioni, poesie e musiche da autori classici alle storie contemporanee Voce recitante: Barbara Corradini Musiche dal vivo: Laura Elmi Biblioteca loria
5 dicembre - ore 21 Appunti per un naufragio Davide Enia a Carpi Auditorium San Rocco 5 dicembre - ore 18/20 Quale Autonomia? Cosa ne pensano i bambini? La dottoressa Rita Tassi, Neuropsichiatra infantile, aiuterà a riflettere sul nostro ruolo educativo partendo dal punto di vista dei bambini Centro Bambini e Famiglie - Soliera
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PRIMA TAPPA, QUELLA CONTRO L’AVELLINO, DI UN RUSH FINALE DALL’ALTISSIMO COEFFICIENTE DI DIFFICOLTà PER UN CARPI A CACCIA DI PUNTI PREZIOSI E CONTINUITà
Il Carpi nella tana dei lupi
CARPI FC 1909
Dopo la bella vittoria interna contro il Parma, il Carpi domenica, dopo aver reso intrigante la settimana con la sfida di giovedì sera in Coppa Italia in casa del Torino, sfiderà un Avellino capace di racimolare solo tre punti nelle ultime cinque giornate. Una gara contraddistinta dai tanti ex presenti negli organici delle due contendenti: Luca Bittante e Nicolò Belloni, in passato si sono rivelati ottimi interpreti in Irpinia, mentre dall’altra parte della barricata saranno Emanuele Suagher, Salvatore Molina e Matteo Ardemagni a incrociare il loro recente passato. L’Avellino, compagine attualmente al quattordicesimo posto in classifica, a pari punti con il Perugia, è stato capace di cogliere ben 14 dei 19 punti in classifica proprio nella sua tana, al Partenio. Particolare attenzione il Carpi dovrà volgerla alla prolificità dei campani, in grado di segnare mediamente due reti in ogni gara nei La rosa biancorossa sta affrontando con efficacia, ma con poca continuità, un campionato cadetto con il chiaro obiettivo di cogliere il prima possibile la salvezza. Dalla porta all’attacco sono numerosi i profili che potrebbero cambiar aria o, addirittura, trovare ammiratori con possibilità economiche tali da provocare un divorzio con annessa plusvalenza per le casse biancorosse. Portieri: probabilmente il ruolo con la percentuale più elevata di conferma in blocco. Simone Colombi è un punto fermo imprescindibile. Alle sue spalle un ruolo fondamentale lo svolge Federico Serraiocco, con il quale Colombi ha un rapporto privilegiato che gli permette, non solo di allenarsi al massimo, ma anche di avere un complice prezioso. Il giovane Brunelli, ha ampi margini di miglio-
REBUS MERCATO IN CASA CARPI
Esodo o consolidamento?
ramento e può sfruttare questa stagione per imparare molto. Difensori: Al fianco del capitano Fabrizio Poli, unico giocatore di movimento sempre in campo
Sotto una pioggia battente e un primo tempo a senso unico la prima conclusione a rete è di Guidi al 14” su torre di Maiola. Al 20’ è Incerti a provare la battuta su assist di Maiola ma il pallone sfila a lato. Passa un minuto e Oro impegna il portiere alla deviazione in angolo su appoggio di Guidi. Sul corner Gandolfi non riesce con il tap in sul primo palo a inquadrare lo specchio. Al 27’ proteste vibranti per un fallo di mano di Corradini che anticipa Bergamini ma l’arbitro sorvola. Accelera il Carpi e alla mezz’ora Bergamini riesce a inserirsi tra difensore e portiere in uscita ma il suo tocco si alza sopra la traversa. Al 35’ gran destro di Maiola dopo una bella azione manovrata ma il pallone termina sopra la traversa. Al 40’ ancora decisivo l’estremo di casa a deviare in angolo un pallone ben calciato da Guidi. Passa un primo 20
turni casalinghi con Ardemagni, attuale capocannoniere stagionale con sei reti. Peserà, e non poco, per il tecnico Walter Novellino, l’assenza del trequartista Leonardo Morosini: a causa del grave infortunio al ginocchio, ha terminato anzitempo la propria stagione. Nel Carpi rebus modulo con Mister Calabro che potrebbe confermare il 3-5-2 ammirato contro il Parma, o modificare l’assetto in esterna allo scopo di impermeabilizzare la porta di Simone Colombi. Poche, anzi pochissime le reti segnate lontano dal Cabassi sin qui: entrambe da Mbakogu a La Spezia e a Cremona, valse quattro dei sette punti racimolati sinora dai biancorossi lontano dallo stadio di casa. Prima tappa di un rush finale dall’altissimo coefficiente di difficoltà per un Carpi a caccia di punti preziosi e continuità. Enrico Bonzanini
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sinora, c’è oggettivamente grande incertezza. Alessandro Ligi e Riccardo Brosco altalenanti ma certezze per la categoria, rimarranno sino al termine della sta-
gione. Alessio Sabbione ha mercato e potrebbe cedere alle lusinghe della B e a un tiepido interessamento della A. Medesima situazione, ma con interessamenti
dall’estero per il possente esterno bavarese Tobias Pachonik, seguito da Spagna e Inghilterra. Anìbal Capela ha saputo rendersi utile quando chiamato in causa e, salvo offerte dell’ultimo minuto, rimarrà anche lui all’ombra di Palazzo Pio. Luca Bittante, quando rientrerà, e Luca Calapai verranno valutati ma potrebbero partire, mentre sono certi gli addii di Davide Vitturini e Armando Anastasio. Leonardo Blanchard, con tutta probabilità, raggiungerà Sean Sogliano a Bari. Centrocampisti: Malik Mbaye, Luca Verna, Enej Jelenic e Lorenzo Pasciuti paiono gli unici intoccabili. La rivelazione Dario Saric ha, complice un talento straripante malgrado la giovane
età, notevoli estimatori, anche in Serie A con Udinese, Atalanta, Bologna, Sassuolo, Napoli e Fiorentina a cui non sono sfuggiti i lampi di genio del talento italo - bosniaco. Saber Hraiech, fra i pupilli di Mister Calabro, Daniele Giorico e Nicolò Belloni saranno attentamente valutati il prossimo mese mentre per Mario Prezioso, Antonio Romano e, un po’ a sorpresa, Fabio Concas, potrebbero aprirsi le porte per la cessione al Cesena in pole. Attaccanti: Grande, anzi enorme punto di domanda in attacco, dove chi ha convinto ha offerte importanti, impossibili da non valutare già a gennaio. Attorno all’inamovibile Jerry Mbakogu, che piace, e non poco, a
Chievo Verona e Crotone in Serie A e al Parma in B, Cristian Carletti potrebbe essere l’unico sicuro della conferma, almeno sino a giugno. Mbala Nzola non ha ancora convinto e potrebbe essere ceduto per ritrovare lo smalto e la vena realizzativa messe in luce nella passata stagione a Francavilla. Il “franco angolano” piace a Salernitana e Ascoli, a caccia di un attaccante per sostituire lo sfortunato Andrea Favilli. Jacopo Manconi è il principale indirizzato a cambiare aria con Ternana (che ha in uscita Finotto) e Foggia a caccia di un giocatore con quelle caratteristiche. Discorso complesso per Giancarlo Malcore: per l’attuale capocannoniere stagionale biancorosso vi è letteralmente la fila, soprattutto in Serie A con il Chievo che avrebbe già mosso i primi passi per intavolare la trattativa. Enrico Bonzanini
CALCIO FEMMINILE: LA SCONFITTA RIMEDIATA CONTRO PGS SMILE (2 A 1) RIMETTE IN DISCUSSIONE IL PASSAGGIO ALLA FASE SUCCESSIVA DELLA COPPA EMILIA SERIE C
Le Biancorosse cedono e la vittoria va alle formiginesi e questa volta Incerti viene salvata dalla traversa su palla inattiva di Maiola, sulla palla si avventa Montanari ma il portiere blocca. Prima della fine del tempo Coppelli e Incerti hanno sui piedi la palla del vantaggio ma concludono sul portiere. La partita cambia a inizio ripresa: le biancorosse rimangono negli spogliatoi con la testa e al primo giro di lancette il PGS passa in vantaggio con un inserimento centrale di Lanzi che sorprende la difesa ospite. Reazione del Carpi che dopo pochi minuti rimette in parità l’incontro con un bel destro di Oro dal limite ma la formazione biancorossa non ha la giusta anno XVIII - n. 42
concentrazione e al 50’ sbanda concedendo la seconda conclusione a rete dell’incontro alle formiginesi. Dopo il 65’ le biancorosse creano almeno tre chiare occasioni da rete che avrebbero consentito di ribaltare l’esito del match ma prima Balestri poi Coppelli due volte non inquadrano lo specchio da posizione molto favorevoli. Infine su due palle inattive Bergamini e Incerti non riescono a superare il portiere biancoazzurro a pochi metri dalla linea di porta. L’incontro si chiude così con una sconfitta che rimette in discussione il passaggio alla fase successiva della Coppa Emilia di categoria.
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CARPINE SETTORE PALLAMANO
I risultati A due giornate dal termine della prima fase l’Under 15 targata Trasporti Stefani coglie la sesta vittoria di fila ed espugna il palazzetto di Casalgrande con il risultato di 24 a 18. Campo che aveva visto i giallorossi uscire sempre sconfitti. Questa volta i ragazzi di Mister Venturi, pur faticando, hanno sempre condotto la gara e la vittoria non è mai stata in discussione. L’Under 17 targata Centro Lattonieri Carpi invece incappa nella quarta sconfitta della stagione nello scontro diretto con il Secchia Rubiera con il risultato di 46 a 34. I giallorossi riescono a stare in par-
tita per i primi 20 minuti, poi la maggior prestanza fisica e il miglior gioco di squadra premiano la formazione di casa che chiude in vantaggio il primo tempo per 26 a 20. La ripresa è la fotocopia del primo tempo: i giallorossi iniziano alla grande e riescono ad avvicinarsi al Rubiera di 3 lunghezze, due contropiedi non sfruttati mettono in crisi la Carpine che in pochi minuti da un possibile pareggio vede i locali di nuovo tornare sulle 6 lunghezze di vantaggio. A questo punto non credono più alle possibilità di riagguantare gli avversari e i locali, passato lo spavento di essere ripresi, trovano nuove energie
per incrementare il divario delle reti segnate. Comunque una buonissima gara, nonostante la sconfitta. Il Rubiera mantiene la seconda posizione e la Carpine mantiene la propria come terza in classifica. Da due mesi è nata per l’Us Carpine l’Under 13: chi volesse farne parte può provare a cimentarsi nei giorni di lunedì e mercoledì dalle 17 alle 18.30 presso la palestra Fassi. Le prossime gare si terranno presso la palestra Fassi di Carpi: domenica alle 15.30 l’Under 15 Us Carpine scende in campo contro il Romagna.
PALLAMANO - PRIMO PUNTO ESTERNO DI QUESTO CAMPIONATO CONQUISTATO DA TERRAQUILIA CONTRO TAVARNELLE
PALLAVOLO FEMMINILE SERIE B - TExCART TORNA A CASA DALLA TRASFERTA DI MASSA CARRARA CON UNA VITTORIA NETTA
Terraquilia ultima in classifica
Pronto riscatto
Non basta il primo punto esterno di questo campionato a evitare a Terraquilia Handball Carpi di trovarsi sola in fondo alla classifica del Girone B, abbandonata da un sorprendente Romagna, capace di vincere in casa del quotato Teramo. Una gara, pareggiata per 27-27, bella ed equilibrata, che ha visto l’esordio in biancorosso della giovane ala Francesco Ceccarini, finalmente prelevato in prestito dalla Valentino Ferrara Benevento, dopo un’estenuante trattativa durata oltre tre mesi. A due secondi dalla fine, una rete di
Pesci ha condannato la Terraquilia al pareggio finale. Un punto sfumato dopo aver condotto il secondo tempo di tre gol. Quando sul cronometro c’erano 18 minuti, ospiti sul 19-22, e 20-23 con 600 secondi ancora da giocare. La Terraquilia aveva cominciato benissimo il match, conducendo 3-6 e 7-10, grazie alla verve dell’ultimo arrivato Ceccarini a segno in 3 occasioni nei primi minuti. Dopo la fiammata biancorossa, i toscani non hanno mollato di un millimetro e all’intervallo sul tabellone c’è stampata la parità: 12-12. La
ripresa viaggia sugli stessi binari del primo tempo, si va avanti punto a punto. Fino a quando la Terraquilia non ha spezzato l’incantesimo guadagnando un vantaggio di tre reti in due circostanze. Negli ultimi 30 secondi gli emiliani sono avanti di una rete (26-27) e hanno palla in mano. Però la perdono, Pesci va in contropiede e segna la beffa del pareggio (27-27). Un punto perso. Nel prossimo turno, scontro interno per coach Sasa Ilic e i suoi ragazzi contro una Cologne, seconda in classifica. E.B.
Texcart torna a casa dalla trasferta di Massa Carrara con una vittoria netta (3 a 0) contro una squadra giovane che, forse, non gioca nella categoria di merito. L’importante per la truppa di Davide Furgeri era tornare immediatamente al successo, per risalire la classifica e prepararsi al meglio al prossimo difficilissimo incontro. La partita si presentava sulla carta abbordabile come in realtà è stato, ma la giornata era iniziata nel modo peggiore, con le assenze forzate di Dallari e Fiorini che hanno ridotto la rosa ai minimi termini. Le giocatrici presenti hanno giocato con grande determinazione, spirito di
gruppo e hanno portato a casa 3 punti importanti. Fra le singole 14 i punti per Corsi, 9 per Faietti, 8 Marazzini, 6 per la regista Capitana Francesca Galli Venturelli, altrettanti per Campana, 4 Gennari e 1 a testa per Foresti e Roberta Galli Venturelli. La squadra
ancora non si esprime al meglio e la rosa corta non aiuta ma le ragazze sono pronte alla prossima battaglia: sabato, alle 17,30, al Palazzetto Margherita Hack, arriva Imola, una delle squadre più forti del campionato!
RUGBy CARPI
Fabio Fava è il nuovo coach della prima squadra
Il nuovo ingaggio Francesco Ceccarini
• Edizione di Carpi •
In seguito alla conclusione del rapporto con Marco Bandieri, che società e staff del Rugby Carpi salutano e ringraziano per il percorso di crescita svolto assieme, l’incarico è stato affidato a Fabio Fava. Fava, classe 1964 e bolognese doc, ha giocato nel Bologna 1928 dall’Under 17 fino alla Serie A. Comincia la carriera da allenatore nel
2008 con esperienze nella u17 del Bo 1928 e come vice nella Unione rugby Bolognese. Diventa quindi head coach a Castel San Pietro e in Serie B con la Reno Rugby fino al 2016. Nella stagione 2016/2017 guida invece gli Highlanders Formigine in C1. Un ben arrivato a Fabio e un augurio di buon lavoro!
mercoledì 29 novembre 2017
anno XVIII - n. 42
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Appuntamento a Carpi alle Piscine Campedelli domenica scorsa per la prima prova del Circuito Regionale di Nuoto Master del Csi Emilia Romagna. Oltre 200 nuotatori della regione si sono sfidati nelle diverse categorie di età, dagli over 20 agli over 55. Nel programma una gara per ciascuno dei quattro stili, 50 m. dorso e rana, 100 m. farfalla e 200 m. stile libero oltre alle staffette combinate per somma di età dei componenti. Hanno gareggiato le società Asd Tricolore Reggio, Cloromania SSD, Accademia Militare Modena, Uninuoto, Olympia SSDR, Podium Nuoto, Csi Nuoto Ober Ferrari, Eden Sport, Sweet Team Modena, Reggiana Nuoto e naturalmente Csi Carpi Sport
NUOTO REGIONALE MASTER
Buona la prestazione dei ragazzi del Csi Carpi Sport Campionato Regionale, portando in vasca circa 30 atleti e ottenendo buoni risultati in più prove con Andrea Albertin nel dorso, Massimiliano Arbizzi nella rana, Francesco Cucconi e Matteo Freddi nello stile libero. Da segnalare in particolare il successo delle due staffette
la nuova società sportiva legata al Comitato Csi Carpi che ha sostituito la storica asd Scuola Nuoto Carpi.
di Csi Carpi Sport nella categoria 120-160 con Leonardo Leonelli, Andrea Albertin, Francesco Cucconi e Roberto Pivetti in campo maschile e Carlotta Martinelli, Anna Gandolfi, Cecilia Carretti e Carolina Mirandola in campo femminile. “Tutto si è svolto con grande regolarità
E la nuova società carpigiana ha continuato la tradizione che spesso ha visto i nostri portacolori aggiudicarsi il
e impegno – sottolinea la responsabile nuoto Csi Carpi, Simona Canti – e come tutti gli anni la gara master a Carpi si è confermata una tappa importante per il numero e la qualità degli iscritti; contiamo di ottenere lo stesso successo quando torneremo nel nuovo impianto Campedelli con il settore giovanile”. La gara regionale è stata anche l’occasione per testimoniare l’adesione del Csi alla campagna contro la violenza sulle donne: la scritta Nemmeno con un Fiore campeggiava a bordo vasca per ricordare a tutti questo impegno di civiltà e di amore.
BASkET PROMOZIONE - I BOLOGNESI BATTONO LA CARPINE DI MISURA (56 A 53)
Rosmarino Carpine sfiora l’impresa Sfiorata l’impresa per la Rosmarino Carpine che gioca una bellissima partita allo stesso livello degli imbattuti e più quotati bolognesi. Il match vede sempre la Carpine rincorrere la compagine bolognese che però non riesce a esprimere il suo miglior gioco grazie a una buona difesa carpigiana. Nella seconda parte del match i ragazzi di coach Lugli aggiungono mordente
offensivo e riescono a riagguantare il match con i felsinei che prendono tecnici a spron battuto e innervosiscono la gara. Si arriva sul finale punto a punto con Meschiari: a 30’’ dalla fine, sotto di due lunghezze, fa 1 su 2 dalla linea della carità. Liberati sul ribaltamento di campo usa tutti i 24’’ senza trovare il canestro e Carpi chiama il timeout. A 4’’ dalla fine, sulla rimessa, Piuca
sbaglia le misure e la palla rimbalza sulle gambe di Zanoli e finisce fuori. Fallo sistematico e 2su2 dei bolognesi, ma i timeout per Carpi sono finiti e il lancio lungo per l’ultimo tiro svanisce nel nulla. Una grandissima occasione sfumata sul finale per la Carpine che poteva prendere due punti importantissimi contro la capolista. Miglior giocatore in campo: Meschiari.
UTENTI DEL CENTRO BENESSERE E SOCI POTRANNO INVIARE FINO A TRE IMMAGINI DEGLI ANGOLI PIù BELLI DEL CLUB GIARDINO: PREMI IMPERDIBILI PER GLI SCATTI PIù VOTATI DAL PUBBLICO
CAPONETTO, 86 ANNI A DICEMBRE, HA OTTENUTO LA VITTORIA DEL CAMPIONATO ITALIANO DI CATEGORIA OVER 85
Al via il primo social contest del Club Giardino
Caponetto sugli scudi alla Maratona di Verona
Uno scorcio del giardino, un salone della villa, una vista dalla piscina coperta o dal ristorante, un angolo del parco: sono tante le location che si presteranno a essere immortalate da quanti, utenti del Centro benessere o soci, parteciperanno a Vita da Club, il primo social contest del Club Giardino di Carpi. Prendervi parte è semplice: basta scattare una foto con qualsiasi supporto, smartphone compresi, dello spazio preferito del Club, inviarla tramite messaggio privato alla pagina Facebook Club Giardino A.S.D. oppure via mail a info@clubgiardinocarpi.it. Gli scatti saranno poi pubblicati sulla pagina Facebook del Club, nell’album #vitadaClub, sul quale potranno essere visionate e votate attraverso il Mi piace. A fine gennaio 2018, le immagini che avranno ottenuto più voti si aggiudicheranno i 10 premi in palio, tra cui, per i primi tre classificati, un abbonamento annuale al Golf Practice Centre Giardino e una lezione per 2 persone con il Maestro di Golf Andrea Romano, 22
In occasione della Maratona di Verona che ha avuto luogo domenica scorsa nella città veneta l’Ambasciatore dello Sport carpigiano Antonino Caponetto, 86 anni a dicembre, ha percorso i 42 km e 195 metri della competizione nel tempo di 4 ore, 20 minuti e 11 secondi. Il maratoneta, che era anche il più anziano in gara, ha ottenuto la vittoria del Campionato italiano di categoria over 85, con tanto di Medaglia d’oro, e ha fatto fermare i cronometri sulla migliore prestazione europea di sempre per la medesima categoria. A Verona Caponetto ha letteralmente sbriciolato il precedente limite della miglior prestazione europea M85 di 4 ore 47 minuti e 50 secondi stabilito dal tedesco Josef Galia nel 1984. L’inossidabile carpigiano di origine siciliana, classe 1931, detiene adesso due primati continentali: è ancora imbattuto il limite da lui fissato nel 2011 nel giorno dell’ottantesimo compleanno a Reggio Emilia (3 ore 46 minuti e 3 secondi) per quel che riguarda gli atleti Master di Maratona over 80. Il sindaco di Carpi Alberto Bellelli ha già espresso a nome della città a “Toni” i suoi rallegramenti per l’ennesimo successo di quella che è ormai davvero una straordinaria figura di atleta senza età e di ambasciatore della città nel mondo.
un abbonamento trimestrale e uno mensile full al Centro Benessere. Ogni partecipante potrà inviare fino a un massimo di tre immagini, mentre sì potrà vincere un solo premio a testa, indipendentemente dal numero di voti raccolti dalle altre eventuali foto scattate dal medesimo autore. Inoltre, il Club ha deciso di indire, in parallelo, anche un analogo contest riservato ai giovani al di sotto dei 14 anni. I premi, oltre che dal
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Club Giardino, sono messi a disposizione anche da Ristorante Narciso, Centro estetico Energheia, Giglioli 1921, Focherini Sport, Libreria Mondadori di Carpi ed Emporio Giocattoli. “Anche questa iniziativa del Club Giardino – commenta il presidente Carlo Camocardi – vuole favorire la partecipazione attiva non solo dei soci, ma di tutti i carpigiani, e non solo, che utilizzano gli spazi aperti del Club per le proprie
attività di benessere, salute e relax. Con questo concorso vogliamo far sì che chiunque possa testimoniare, attraverso uno strumento semplice e immediato come la fotografia, il proprio punto di vista sul Club, mostrando a tutta la comunità gli spazi che più gli piacciono, e dove più ama trascorrere i propri momenti di relax, sempre più preziosi in una società spesso frenetica come quella in cui viviamo”.
• Edizione di Carpi •
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VINI PREMIATI 2017
SABATO 9
Dicembre dalle 09.00 alle 13.00
DEGUSTAZIONE VINI PREMIATI 2017, accompagnati da prodotti tipicidel territorio. Per l’occasione, a tutti i clienti, verrà offerto un omaggio CANTINA DI S. CROCE - STRADA STATALE 468 DI CORREGGIO, 35 - 41012 S. CROCE DI CARPI (MO)
TEL. 059.664.007 - WWW.CANTINASANTACROCE.IT