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FUN of FUN Resoconto di Piermario Ciani PARCO Fundation (Padiglione ARte COntemporanea) è un luogo magico, circondato dall’acqua del Fiume Sile, creato e abitato da artisti. Un’utopia realizzata su un’isola a Casier, alle porte di Treviso. Non poteva esserci posto migliore dove riunire una moltitudine di spiriti creativi e dare spazio alla loro espressività. Il 18 e 19 Settembre 2004 c’è stato FUN of FUN (First Universal Nexus of FUNtastic United Nations), un incontro tra spiriti liberi provenienti da ogni continente sommerso od emergente. Un piacevole week-end in un’altra dimensione, un Tour All Inclusive sull’Isola-che-c’è, un tableau vivant impressionante per chi è stanco di fare il voyeur in gita organizzata accontentandosi di vedere gli impressionisti nel museo di turno. Non si paga per assistere agli spettacoli o fruire le mostre, perché in questo caso non ci sono né palcoscenici né gallerie. Gli abitanti di FUN non vogliono essere spettatori passivi e neanche attivi, preferiscono vivere le situazioni, partecipare agli eventi e collaborare alla riuscita dei progetti. Prima tu ascolti me che suono, poi io guardo te che leggi, insieme gustiamo il cibo preparato da un terzo e così via, riducendo il più possibile il divario tra la casta dei creativi creatori e la massa informe di pubblico, pur mantenendo accesa l’intelligenza, per non farsi ingurgitare nello schermo dalle veline e dai grandi fratelli di turno. Sono arrivati artisti da varie nazioni per creare installazioni, recitare poesie, proporre performance musicali, opere multisensoriali, cibi e bevande d’artista. Tutto ciò è avvenuto autofinanziandosi e contando sulla collaborazione di tutti. In queste pagine tento un sintetico resoconto di quanto è accaduto a FUN of FUN. Sono arrivati molti altri testi, alcuni video e quasi un migliaio di foto. La scarsità di mezzi unita al desiderio di lasciare una valida ed equa testimonianza ci hanno portato a selezionare drasticamente il materiale da montare, affidato poi a Raffaele Chiandussi e Vittorio Vella senza il cui contributo questo videocatalogo non avrebbe potuto essere realizzato. * AAA Assenti giustificati o meno, alcuni hanno dato la loro adesione ma non sono venuti e quasi nessuno ha notato la loro assenza. * ALBERO DELLA POESIA è un progetto pluriennale di Giancarlo DA LIO e Tiziana BARACCHI che si è sviluppato durante i due giorni nel giardino interno, con interventi di Piergiorgio BERALDO, Yolaine CARLIER, Carmela CORSITTO, Gianni DONAUDI, Alfio FIORENTINO, Mariagrazia GALATA, Karl Friedrich HACKER, Valentino MONTANARI, Alex NASI, Gianni NOLI, Costantino SPATAFORA, Stefano ZANUS.


* ApARTe è un collettivo che ha proposto il concerto per contrabbasso solo di Roberto BARTOLI, gli interventi di Paola BROLATI, Rino e Marco DE MICHELE, Malek PANSERA, Fabio SANTIN e la strabordante azione “rossa” di YETTA che ha saziato il corpo e lo spirito di tutti i presenti. * ARTESUPERCRITICA è un progetto collettivo ideato da Walter Criscuoli con l’assistenza tecnica di Ennio Baroni. Tra le Fantastic United Nations ve ne sono alcune dove il senso dell’Arte non si esplora, dove ogni giudizio estetico è assente, dove il Critico d’Arte è inutile poiché la sua opera non ha accoliti. Anche i pochi Curatori sopravvissuti appartengono a una specie praticamente estinta che, negli esemplari rimasti, mendica presso gli artisti un poco di considerazione, domandando solamente di tradurre in forme qualche appunto già scritto. Così qualche pittore, soltanto se qualche recensione lo attrae, trasforma quei concetti in opera. Hanno collaborato: Emanuela Biancuzzi + Gaetano Bodanza + Mauro Ciani + Anna Lombardi + Marotta & Russo + Fulvia Spizzo. * Vittore BARONI ha presentato alcune Azioni Oscure ma non sono state viste da nessuno. * Carlo BATTISTI è arrivato da Viareggio col suo carico di biciclette funtastiche che hanno allietato il corpo e lo spirito di chi usciva dal percorso obbligatorio della gita fluviale in mountain bike. * BAU, il gruppo di artisti della Versilia, ha presentato il numero 0 dell’omonimo Contenitore di Cultura Contemporanea. * Emanuela BIANCUZZI ha distribuito a tutti i Royal Biscuits (spuntino antivivisezionista). * Antonino BOVE ha collocato alcuni dei suoi Cerebri. * Alessandra CARRARO e Piergiorgio SACCOMANO all’ingresso hanno allestito il FUNtastic Universal Food Store. Raffaele CHIANDUSSI ha mostrato il video Duality, parte conclusiva di un progetto in quattro fasi. * COCO GORDON è una arzilla e sorridente settantenne proveniente da New York che si è esibita nelle azioni Making Medicine Wheels with SuperSkyWoman e Book of Water (in assenza di Angelo RICCIARDI). * Ryosuke COHEN è arrivato da Osaka per realizzare le silhouette dei partecipanti su fogli del suo ventennale progetto Brain Cell. * Allegra CORBO ha allestito un altare pagano coi suoi dipinti e ha dormito nel suo furgone in riva al fiume. * Gioia DANIELIS come rappresentante della Stazione di Topolò ha presentato il video Vrnitev, sequenza di cortissimi creati da un centinaio di topolomanti. * Adolfina DE STEFANI ha preparato un’opera eroticommestibile, poi ha dipinto un corpo nudo e ha proposto altre azioni col gruppo OPEN, composto da Donato, Luca Callice, LIIBAAN, Roberta, Gaia Zebelin, Susanna Pavan, Elvezia Allari, Mavry Lorrà Corradin lei stessa e altri. * Guglielmo DI MAURO mi ha contattato varie volte ma non ho ancora capito cosa volesse dire o fare. * Alessandra GHIRARDELLI ha creato dei pasticcini di cacao e li ha disposti in modo da formare la frase I Believe. Poi ha invitato i presenti a gustarli.


* Aldo GHIRARDELLO insieme a Fabrizio ZAMERO ci ha servito Il tè delle cinque – Difficile slegarsi dai nodi dell’etichetta! * IL GRUPPO SINESTETICO (Albertin, Perseghin, Sassu) ha contagiato molti dei presenti. * Peter KUSTERMANN partendo da Minden e girando l’Europa per realizzare un progetto artistico, è giunto poi a Casier per proporre l’azione Clown’s Performance. * Susanna LAKNER è venuta dalla Germania col marito Thomas Hoffman per allestire lo showroom di Planet Susannia. * Tania LORANDI ha organizzato un affollato convegno en plein air sull’Apatafisica e dintorni. I membri dell' Collage de 'Patafisique: Andrea Alberti, Mauro Rea, Cecilia Guastaroba, Massimo Odoardo Geranio, Antonello Quarta, Stefano Sanzogni, Tania Lorandi, Emily Joe, Domenico Quaranta, Mauro Zanchi, Sandro Omassis. I membri del Simposio Permanente dei Ventilati Patafisici Benacensi: Roberto Pulita, Enrico Tavernini, Domenico Tavernini. Il membro dell'Istituto Patafisico Vittellianense: Afro Somenzari. I membri dell'Institutum Patafisicum Parthenopeium: Annabella Lullo, Giacomo Faiella, Luigi Urso, Rosa Panaro, Rosaria Matarese. * LUCKA KREMO BARONCINIJ ha esposto le banconote e i francobolli Avatar, presentando la nazione Kaos SF. * OPLA’ è un gruppo di architetti, coordinati da Marco PASIAN, che ha realizzato un’installazione nel parco. * Angelo PRETOLANI non ha potuto essere presente ma mi ha inviato le istruzioni per realizzare la performance Hero. * Giancarlo PUCCI aiutato dalla moglie ha dato vita a Partorirarte. * Roberto SCALA ha inscenato Guanti Blu ma soprattuto ha interagito attivamente con molte altre proposte. * Dino SILEONI completamente vestito, con la solita eleganza, nonostante il caldo si portava in giro il cane giallo per poi travestirsi e trasformarsi lui stesso in cane-poeta e abbaiare al vento versi sciolti. * Fulvia SPIZZO ha distribuito degli attraenti Pasticcini di gesso non commestibili. * Giovanni e Renata STRADA continuavano a chiedere a tutti: Chi li ha visti? * Alda TEODORANI, la Dark Lady della letteratura italiana contemporanea, ha letto il testo L’Isola, da lei scritto appositamente per questa occasione, mentre Le Forbici di Manitù fornivano il sottofondo sonoro. * Vittorio VELLA ci ha deliziato le orecchie con le sue tastiere e i suoi gadget elettronici, garantendo anche il supporto tecnico per Vittore Baroni e Le Forbici di Manitù. * Carlo VIDONI ha riordinato la casa con Ironman e altri suoi elettroaddomesticati. * Valerio VIVIAN e Rodolfo LA PORTA, Stanchi d’Arte, con molti altri si sono riposati sul divano di Carlo Fontana. * Debora VRIZZI aiutata dalla fedele Miriam NONINO ha proposto due performance gastronomiche: Spiedini di Ficozza e Un minuto da Star.


Sicuramente ho dimenticato qualcuno ma mi giustifico col fatto che nessuno è perfetto e lo spazio-tempo è tiranno. In conclusione: è stata una magnifica vacanza fuori dagli schemi e dagli angusti spazi delle gallerie d’arte e Claudio Massini, a nome di PARCO Fundation, è rimasto entusiasta e mi ha chiesto di ripetere l’esperienza. Chi ha proposte mi contatti: piermario_ciani@libero.it così potremo migliorare ulteriormente. ---------

Speculazione precoce di Ferruccio Giromini

A caldo, l’impressione lasciata dal First Universal Nexus of FUNtastic United Nations è calorosa. Non è solo un gioco di parole (anche se lo resta, e così gli piace). È la testimonianza di un segno che tarda lentamente a scomparire, come un livido sul ginocchio, o un succhiotto sul collo. Al di là della piacevolezza estrema di trascorrere due giornate tra le quinte naturali di una favola, circondati da specchi d’acqua che duplicano anatre canneti cigni salici piangenti, nitidissimi, contro sfondi trascoloranti celesti e poi arancio e poi viola, al di là della dolcezza del clima ancora estivo e già autunnale, al di là dei piaceri molteplici dell’incontro e della conversazione, è proprio l’idea che soddisfa, è la mente che si stuzzica, lo spirito che si pasce. Ora, non vogliamo esagerare. Però una grata lezione ne abbiamo tratto. Il riunirsi delle tribù ha sempre un effetto utile: naturalmente non tutto può piacere, e ci mancherebbe altro!, ma è evidente che il confronto è sempre stimolante, da una parte, e che il riconoscersi tra mattocchi è sempre rassicurante, dall’altra. Non nascondiamoci dietro un dito (il medio?): il gusto di questo raro genere di raduni, happening di delizioso retrogusto Fluxus, dove puoi intrecciare land art e concettuale, musica e patafisica, body art e scultura, letteratura e mail art, minimal e concettuale, situazionismo e arte povera, poesia e provocazione, distrazione e malinconia, atarassia e allupamento, tutte tutte manifestazioni d’effetto, anche fine a se stesse, anzi proprio perché fine a se stesse, ebbene, è insieme eccitante e tranquillizzante, al contempo liberatorio e consolatorio. Soprattutto, ecco il bello, perché lo si fa gratis. Nessuno (o quasi) cerca di venderti qualcosa. Si è lì solo per dare e per prendere così come capita, in un dilatato rituale potlach non obbligatorio e non ossessivo, basandosi su di una libera e naturale e condivisa e reciproca curiosità dell’altro. Al diavolo la competizione e l’invidia. All’inferno le sgomitate e gli arruffianamenti. E che piacere per il critico poter rinunciare ad essere critico! Non c’è nulla da criticare, del resto, c’è solo da prendere atto. Come ti chiami? Piacere. Arrivederci. Salute! Ti telefono. Quanto tempo! Scusa. Prego. Ciao! Saluti cordiali alla famiglia. E chi se ne frega dell’arte. Se è arte, bene; se non lo è, benissimo lo stesso. I talenti utenti non si pongono il problema. Anzi, una certa distanza da una certa arte la prendono pure volentieri. E hanno perfettamente ragione. A quella certa arte lì è di molto preferibile quest’arte incerta qui: è di sicuro più amichevole e sorprendente.


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Libertà e FUNdamentalismo a Casier

di Vittore Baroni Arrivo a Casier con l’amico Antonino intorno alle 11 del giorno 18/9, dopo un’alzataccia e cinque ore di autostrada. L’avventurosa ricerca del paesino, con omonimo hotel per pernottamento e isola utopica annessa, si è rivelata più facile del previsto. Il tiepido clima settembrino è stupendo e così pure la minuscola (pen)isola, un verde lembo di terra che incornicia l’inconsueta costruzione rettangolare con ampia corte interna della Parco FUNdation, quasi un moderno Forte Alamo a protezione e difesa della creatività. Subito Piermario mi mette in mano una cartellina con un paio di fogli, “ecco il programma delle performance, ora dirigi tu”. Io - che pure figuro come quasi-coorganizzatore del First Universal Nexus per via della mia onorata militanza in F.U.N., AAA Edizioni, Luther Blissett Project, TRAX, Stickerman e tutte quelle robe lì - di dirigere alcunché in questa minivacanza di agognato riposo proprio non ci penso lontanamente. La cartellina la dimentico subito da qualche parte, ed è meglio così per tutti. Difatti, gli eventi della due giorni in riva al fiume Sile si susseguono comunque nella più totale spontaneità e leggerezza, senza intoppi o sovrapposizioni di sorta: una festa-festival autogestita al 100% dai singoli partecipanti (e coppie, gruppi, aggregazioni), finalmente liberi da pressioni e disposizioni di capetti e capoccia, come accade in simili ma disuguali kermesse multimedia. Inconsapevolmente e casualmente, o forse merito della sublime arte italica dell’arrangiarsi, tutto fila per il verso giusto. Questo era del resto l’unico modo logico di coordinare un convegno di scocomerati spiriti liberi: lasciare che ognuno si coordinasse da solo, adattandosi per osmosi eco-anarchica a spazi e tempi a disposizione. Tutti uniti in una dis-organizzazione FUNtastica e rilassatamente zen, senza barbosa introduzione del critico di nome, senza presentazioni ufficiali e obbligo di applauso ad ogni piè sospinto, senza strumentalizzazioni e paternalismi calati dall’alto (anche l’arte sociale è oggi un’etichetta mercificabile come tante altre!). Se non sai chi è quel tipo che si è fatto punzonare punti metallici sul petto nudo, o quell’altro che latra come un cane vestito da gladiatore fai-date, glielo puoi comodamente chiedere di persona ad azione finita. Una rassegna d’arti varie a misura d’uomo/donna, senza intrighi da


retrobottega ed egocentrismi che si gonfiano al punto di rottura, hai visto mai? Sarà stato forse un balzo quantico, o anche solo un piacevole diversivo, per coloro avvezzi a circostanze più consumistiche e meglio pianificate, mentre per i nomadi della mail art (e dintorni) si è trattato di rinnovare l’ormai consolidata tradizione di open festival e “congressi de-centralizzati”: collaborazioni orizzontali e spontanee, scambi di ruoli, sagre caserecce ma veraci del FUNtastico nel/del quotidiano. Le rare note stonate, i pochi che non hanno voluto comprendere la logica dell’autogestione, si perdono nelle generali buone vibrazioni del clima amichevole, umorale oltre che atmosferico. Non ci sono censure perché non ci si pone neppure il problema, nonostante i monti di Venere in grandezza e materiali variabili già al padiglione d’ingresso. Niente servizio d’ordine, buttafuori o caramba d’ordinanza in utopia (is)land. E neppure fast food, bar o tavole calde. Quello di chiedere ai partecipanti di concepire anche creazioni commestibili si rivela quindi un’ottimo e pratico stratagemma. Particolarmente gradite, il primo giorno, le valigie ricolme di succulente sorprese del collettivo ApARTe di Mestre, che ci ha allietato con articolate azioni teatral-poetico-musicali tra centinaia di scarpette rosse: il viaggio verso la libertà non finisce mai, “l’utopia non è l’irrealizzabile ma soltanto l’irrealizzato”. La varietà di proposte multisensoriali, compresse ma non affastellate in 48 ore dense di rapidi incontri ravvicinati, ha l’effetto di un patchwork multicolore, un collage di eventi che tesse un’unica frastagliata figura mnemonica, di cui ciascuno focalizza dettagli diversi: la dolce ed eterea supereroina SuperSky Woman che conduce danze propiziatorie mentre le sue Twin Towers in burro si sciolgono al sole, Giovanni e Renata Strada che con tenerezza covano il loro uovo nell’ampio nido d’amore, i visitatori deliziati nel collaudare le poetiche meta-biciclette di Carlo Battisti, il tedesco Peter Netmail incongruamente travestito da clown (un Patch Adams per gli affetti da seriosità museale?), e poi i versi che crescono come foglie sull’albero della poesia, la jazzata ambient music di Vittorio Vella, gli inquietanti aspirapolvere antropomorfi di Carlo Vidone, i “baccelli” del Gruppo Opla+ per leggere il cielo come telescopi umani, il padiglione (a)patafisico col fantasma di Pere Ubu e del compianto Baj, l’installazione di Enrico Michieletto che offre in vendita a civiltà aliene l’intera FUNdazione… Ciascuno riordina e taglia-e-cuce come meglio crede i ricordi dell’evento, di cui questo catalogo è traccia altrettanto frammentaria e opinabile. Se c’eravate, saprete come ricomporre i tasselli mancanti; se non c’eravate, li potete comunque immaginare. Un’isola, anche se minuscola e attaccata con cordone ombelicale auto-transitabile alla terraferma, è pur sempre una bella metafora di libertà e indipendenza. Senza scomodare l’Utopia di Tommaso Moro o l’Erewhon di Samuel Butler, più vicino a noi George Maciunas ha a lungo cercato la sua Fluxus Island in cui insediare un’autonoma comunità di artisti, e l’aveva pure trovata, se con John & Yoko e altri amici non si fosse addormentato sotto piante esotiche dalle esalazioni nefaste (una bella storia, da cercare altrove). L’intento di FUN of FUN era quello di chiamare a raccolta delegazioni delle più diverse e lontane Nazioni Immaginarie, dalle isole galleggianti di Tui-Tui ai torridi altopiani del Dao Badao al mitico continente


sommerso di Mraur. Il Nexus (lett. “nesso, connessione, legame”) rappresenta il naturale coronamento di quattro anni di intense attività FUNtastiche, che hanno visto l’emissione di una quantità di banconote e francobolli di paesi virtuali e il censimento degli artisti di FUN con relative (c)arte d’identità, in aggiunta ad un gran numero di azioni private e pubbliche, esposizioni para-filateliche all’interno e al di fuori dei confini ultra-nazionali, edizioni di kit postali di sopravvivenza, riviste e cataloghi. In realtà, a Casier non si sono viste banali bandiere o ministri su auto consolari, bensì rappresentanze estremamente informali di entità fantasmatiche come il Sultanato di Occussi-Ambeno o il galattico Pianeta Susannia. Più in generale, ciascun partecipante si è reso espressione del proprio Stato Mentale, un’entità perfettamente in grado di legiferare in piena autonomia, delimitando una sua seppur minima competenza territoriale (Antonino Bove ha esposto “un metro quadrato di cervello”: che sia quella la sostanza di cui è composta l’isola onirica di Phosgenia?). Nazioni immaginarie con monete e passaporti reali, ma senza scontri ideologici, fogli di via o guerre preventive. L’unico FUNdamentalismo approvato è quello ludico dell’utopia. Del piccolo lembo di terra circondato dalle acque si danno però anche accezioni meno rassicuranti. Il naufrago trova salvezza sull’isoletta tropicale, ma poi lancia il suo S.O.S. e comincia a rimpiangere affetti e comodità di casa. Il racconto L’Isola di Alda Teodorani, sonorizzato dalle Forbici di Manitù, si avventura in questo lato ombroso, metafora di una relazione sentimentale che naufraga nell’indifferenza, nel sospetto e nella follia. Complemento alla performance musical-letteraria è la mia “azione oscura”, consistente nel nascondere in tre punti dell’isola altrettante pagine di diario del personaggio maschile del racconto: nessuno o quasi se ne accorge, ma il fine è proprio quello di rimarcare il carattere intimo e autoterapeutico dell’espressione FUNtastica, “al crocevia tra rito sciamanico e happening, deriva psicogeografica e gag fluxus”. Siamo a Casier per un viaggio-vacanza nell’isola inesplorata dentro di noi e per creare criptiche connessioni con geografie affini, non per metterci in mostra di fronte ad un pubblico passivo. Una tantum, incredibilmente seppur solo per poche ore/istanti, l’alchimia funziona (e se è solo una proiezione mentale, fa lo stesso, l’illusione è perfetta). A FUN of FUN si è verificato un mix singolarmente fluido e coesivo delle più diverse espressioni (non chiamatela arte, se vi infastidisce) di autori outsider e insider, sotterranei e overground, amici e sconosciuti, presenti e assenti. Riparto dall’isola-che-c’è a metà pomeriggio del 19/9, dopo aver accompagnato Alda alla stazione di Treviso ed essermi un tantino perso sulla via del ritorno, dispiaciuto di non poter restare più a lungo, di aver perso alcune performance e di non aver trovato il modo di approfondire questa o quella conoscenza. Soddisfatto però di aver sperimentato, nell’intreccio di segni, segnali e identità, questo strano gioco che ci ha reso tutti temporaneamente liberi cittadini delle pacifiche Nazioni Unite Funtastiche. Lo rifacciamo?


Le foto del catalogo sono di Tiziana Baracchi, Vittore Baroni, Genny e Carlo Battisti, Roberto Bortoluzzi, Piermario Ciani, Alessandra Ghirardelli, Aldo Ghirardello, Alvise Vivian, Debora Vrizzi. Grazie a: Roberto Vidali, Claudio Massini, Annamaria Jodice, Franco Fontana, Ferdy Poloni e tutti quelli della PARCO Foundation; Miriam Nonino; ApARTe°/Venezia; il Consolato italiano del Sultanato di Occussi-Ambeno; Moreno Miorelli, Gioia Danielis e i Topolomanti; Next01; EtrA; Taukay Edizioni Musicali. FUN: Via Latisana n. 6 - 33032 Bertiolo – Ud - Italia piermario_ciani@libero.it vittorebaroni@libero.it Tel. 0432.917233 Cell. 348.2716360 http://www.aaa-edizioni.it


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