un inconsueto omaggio alla musica rock, una rivisitazione della cultura musicale e non, del XX secolo
progetto a cura di
Alessandra Pucci organizzazione
lettera aperta agli artisti
Con la presente desideriamo esprimere a tutti quegli artisti che già dal 2006 avevano manifestato interesse nella partecipazione al Progetto MAIL ART per “Musica Ribelle” (ma che, per alterne vicende non dipendenti dalla nostra volontà, non ebbe attuazione), le nostre personali scuse per non averne dato inizio. Il progetto, ideato, definito e pronto per l’attuazione, venne a cadere per una serie di situazioni che ne pregiudicavano la buona riuscita; pertanto, onde evitare che un evento al quale si teneva moltissimo, risultasse orfano di quelle caratteristiche cui Ars Oficina Artium difficilmente poteva rinunciare, fu preferita, seppur difficile da prendere, la decisione della non attuazione. Ora, a distanza di tempo, superate quelle difficoltà e sollecitati dal desiderio mai venuto meno, di porre in essere un progetto d’arte che (per le motivazioni che ci avevano mossi e per la specificità artistica) non poteva mancare nelle programmazioni dell’Associazione, ci accingiamo con nuovo slancio, determinazione e nuove finalità, a tagliare quel nastro di partenza rimasto troppo tempo nel cassetto. Ci auguriamo che anche gli artisti siano mossi dalle nostre stesse motivazioni e, con lo stesso interesse dimostrato allora, partecipino dando vita ad un evento che siamo certi risulterà di elevata validità culturale. Tra breve sarà di nuovo pubblicato su questo sito, l’invito di partecipazione riveduto ed aggiornato al quale vi preghiamo di fare riferimento in attesa della sua ricezione tramite posta tradizionale. Informiamo che è sempre attiva la casella email dell’Associazione info@arsoficina.it cui si può accedere per qualsiasi necessità. Grazie per l’attenzione e, nell’augurarvi un piacevole coinvolgimento, salutiamo molto cordialmente. Ars Oficina Artium Alberto Capotondo presidente
si invitano i mailartisti a prendere parte al progetto seguendo le indicazioni sottoriportate
● Forma di espressione libera (pittura, grafica, fotografia, poesia visiva...) •
Dimensioni: grandezza massima formato A4 su cartoncino o supporto rigido
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Invio opere: entro e non oltre il 15 giugno 2008
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No selezione, purché opere strettamente attinenti alle tematiche del progetto. In caso contrario, esse non verranno prese in considerazione né restituite.
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No fotocopie
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No restituzione
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Mostra di tutte le opere allestita nelle sale del Palazzo Mordini in Castelfidardo (AN) nel periodo luglio-agosto 2008
** Catalogo a colori a tutti i partecipanti contenente tutte le opere trasmesse ** Visibilità di tutte le opere sul sito dell’Associazione www.arsoficina.it
AVVERTENZA IMPORTANTE ogni lavoro datato e firmato dall’Artista dovrà essere accompagnato da: 1) una foto a colori e da un CD o floppy disc contenente una foto dell’opera formato jpg, ad elevata risoluzione (min 300 dpi) e su scala 1:1 2) una breve biografia e curriculum artistico con una foto recente dell’artista 3) una liberatoria in carta semplice, con la quale si autorizza Ars Oficina Artium alla pubblicazione dei dati personali dell'autore, dovrà pervenire insieme alle opere controfirmata dall'artista stesso. L’Associazione non si assume alcuna responsabilità sulla veridicità dei documenti inviati e pubblicati. **Le opere non accompagnate dai supporti richiesti non saranno pubblicate sul sito dell’Associazione nè inserite nel catalogo ufficiale della mostra e non verranno comunque restituite.
ulteriore evento Alcuni lavori, ad insindacabile giudizio degli esperti dell’Associazione, saranno inseriti in una pubblicazione edita da Ars Oficina Artium contenente i supporti seminariali dei relatori che hanno collaborato ai Progetti “Musica Ribelle, cinquant’anni di rock ed altre storie” e “Musica Ribelle, i protagonisti” onde formare un unico ed importante documento al quale verrà data la necessaria visibilità e circolazione. Entrambi i progetti sono consultabili al sito WWW.ARSOFICINA.IT >MUSICA
Inviare le opere tassativamente corredate di quanto sopra descritto a:
Alberto Capotondo Presidente Associazione culturale Ars Oficina Artium Via G.Oberdan 14 60022 Castelfidardo (AN)
contatti Alberto Capotondo
info@arsoficina.it
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Alessandra Pucci
pucci1938@libero.it
a.capotondo@alice.it
Invio fin da ora un ringraziamento a quanti vorranno partecipare al progetto arricchendolo in questo modo di ulteriore validità culturale a dimostrazione che l’arte, col suo linguaggio universale e in qualsiasi modo venga espressa, non conosce frontiere e supera barriere etnico-linguistico-religiose contaminando tutti in una osmosi emozionale e culturale di alta intensità a beneficio della collettività tutta. Ars Oficina Artium Alberto Capotondo presidente
Che cos’è il progetto “Musica Ribelle” di Gianluca Parnoffi ideatore del progetto
Il Novecento è stato un secolo ricco e meravigliosamente fertile dal punto di vista culturale ed è una verità oramai inoppugnabile ed acquisita, nonostante le molte “resistenze”, che la musica rock sia parte integrante e fondamentale di questo rigoglio. Il rock, oltre che un fenomeno musicale, è un vero e proprio ciclone che ha scosso il tessuto connettivo della società del dopoguerra proponendosi come fatto culturale e di costume,come un veicolo a cui intere generazioni hanno affidato il loro desiderio di cambiamento e di “liberazione”. “Musica ribelle” é un progetto dedicato al rock, alle sue note, ai suoi miti, alle sue tragedie ed allo straordinario impatto da esso avuto sulla cultura, sulla società e sul costume. Si è voluto proporre una lettura nuova di fatti, personaggi e sonorità del rock e della sua epopea riflettendo sulle ripercussioni e le interazioni con la società circostante. La musica, ed il rock in particolare proprio per la sua intensità e la sua “fisicità”, è una straordinaria fonte di emozioni ed è proprio questo uno dei propositi fondamentali di “Musica Ribelle”: condividere con i partecipanti agli incontri, attraverso suoni immagini e parole, la carica emotiva di questo fenomeno.
finalità Condivisioni e confronti sulle sensazioni e sull’emozionalità che la musica rock ha trasmesso per decenni e che è ancora in grado di donare. Un omaggio incondizionato ad un genere musicale che, da mera espressione dell’irrequietezza e della ribellione giovanile, si è trasformato in vero e proprio fenomeno sociale, politico e soprattutto culturale, influenzando e sconvolgendo la società del novecento.
Il progetto si è sviluppato nei seguenti incontri tematici di tipo seminariale aperto a tutti coloro che desideravano avvicinarsi al genere musicale, approfondirlo, amarlo
1) Il rock: urlo sovversivo o mera truffa? 2) Il sogno degli anni sessanta: suoni ed immagini di una rivoluzione culturale 3) Drugs’n’roll: rapporti tra musica e droghe 4) Sei corde magiche: frammenti di storia di uno strumento attraverso le note di musicisti straordinari 5) La stagione più bella del rock tricolore: analisi degli aspetti storici-politicisociali-culturali degli anni ’70 6) Gli anni settanta: trenta album per raccontare un decennio dorato del rock 7) Tra musica ed immagini: l’estetica del videoclip 8) Le ultime fiammate di ribellione: dall’incendio Punk all’età d’oro del Metal
Guida introduttiva al mondo della musica rock (da “Musica Ribelle” www.arsoficina.it)
“Un urlo sovversivo, un potente psicodramma del ciclo generazionale o la più clamorosa truffa perpetrata ai danni del consumo giovanile? Il rock è tutto questo e forse altre cose ancora. Da qualsiasi parte lo si maneggi, rimane comunque il fenomeno culturale più sfuggente e irriducibile dei nostri tempi, malgrado i falsi idoli che dilagano, malgrado la potentissima omologazione che ha reso il rock, almeno in parte, complice del sistema che ambiva a distruggere” (Gino Castaldo) Il Rock‘n’roll è stato una delle più belle speranze del secolo appena passato, una meravigliosa favola vestita di sana utopia che ha permesso a milioni di persone di vivere il sogno di un’isola felice, una favola che ha celebrato proprio di recente il suo cinquantesimo compleanno. In occasione di una “celebrazione” simile (circa dieci anni fa) Gino Castaldo regalò al “festeggiato” un bellissimo libro intitolato “La terra promessa. Trent’anni di cultura rock”. A sentire accostare il termine cultura a quelle quattro lettere molti accademici trasalgono ancora oggi, eppure, piaccia o non piaccia, quel meraviglioso motore emozionale ed onirico che risponde al nome di rock’n’roll è oggi a pieno diritto un aspetto fondamentale delle espressioni artistiche del novecento. Castaldo apriva il suo volume ponendosi proprio il lapidario quesito che abbiamo citato in calce a questa introduzione. Il rock è animato da una genuina propulsione sovversiva o è solo un colossale affare da cui l’industria discografica continua ad attingere denaro? Purtroppo con il passare degli anni l’ago della bilancia si sta spostando con sempre più velocità dalla parte del versante meno nobile ma più redditizio ma, nonostante ciò, il rock continua ad essere un terreno di studio maledettamente interessante ed affascinante La leggenda vuole che in un caldo luglio del 1954 uno sconosciuto ragazzotto del Tennessee decise di passare alla storia incidendo con la sua voce graffiante e sensuale il primo di una lunga serie di inni generazionali. Il ragazzo in questione si chiamava Elvis Aaron Presley ed il pezzo era “That’s all right mama”. Nell’anagrafe della storia questo è l’atto di nascita del rock. Probabilmente la deflagrazione socio-culturale (prima ancora che musicale) scatenata da Elvis “the pelvis” fu solo l’atto conclusivo e culminante di una lunga gestazione. Il rock è discendente diretto del blues, di quella forma di espressione straordinaria con cui un intero popolo, strappato dalla propria terra dall’uomo bianco, seppe gridare il proprio dolore. La musica che ha influenzato e sconvolto la società del novecento, che è stata idolatrata e ha fatto sognare ed emozionare milioni di persone è nata proprio dall’anima africana dell’America, da quelle piantagioni di cotone , da quel delta del Mississippi pregno di sofferenza e di desiderio di libertà.
Proprio il blues ha espresso per la prima volta degli eroi, dei personaggi sospesi tra leggenda e realtà come ad esempio Robert Johnson, il grande bluesman “maledetto”, chitarrista dal tocco luciferino capace di influenzare intere generazioni di musicisti rock. Una seconda fotografia di questo immaginario percorso verso le note di Elvis la scattiamo negli anni quaranta. Le città europee sono orrendamente segnate dalla devastazione della guerra, le jeep ed i blindati dell’esercito alleato sfilano per le strade colme di gente in festa, è la liberazione dall’incubo del nazifascismo. La colonna sonora ideale che fa da supporto a queste immagini è quella delle grandi orchestre di Glenn Miller, di Duke Ellington, di Count Baise. Il modello di vita americano pone le basi per la sua egemonia sociale e culturale sul mondo occidentale del dopoguerra. Proprio l’humus sociale del dopoguerra costituisce la scenografia ideale alla nascita del rock’n’roll attraverso l’affermazione di un nuovo e fondamentale soggetto: la gioventù. Le inquietudini dei giovani americani negli anni cinquanta (ben distanti dai rassicuranti quadretti di Happy days) sono idealmente raffigurate da alcune icone cinematografiche del periodo, in particolare dal Marlon Brando de “il selvaggio” ma soprattutto dal James Dean di “Gioventù bruciata”. Proprio quest’ultimo (morto giovane e bello) incarna quello spirito di ribellione generazionale, quel voler vivere velocemente ed intensamente che rappresenta uno del fili rossi che legano tante schiere di artisti che hanno fatto grande questa musica. Gli Who nel 1965 nel loro inno “My generation” urlarono a squarciagola di voler “morire prima di diventare vecchi” e, con la stessa rabbia carica di lucida disperazione, il cantante-chitarrista dei Nirvana Kurt Cobain scrisse che era “meglio bruciare in un istante che spegnersi lentamente” nella lettera che lasciò prima di suicidarsi nell’aprile del 1994. Probabilmente lo straordinario fascino che consente al rock di sopravvivere ancora nonostante i suoi cinquant’anni deriva anche dalle sue numerose ed apparenti contraddizioni. Incongruenze che invece che ucciderlo (malgrado ci sia chi periodicamente si affretti a denunciarne la morte) hanno reso il rock ancora più forte ed in grado di resistere a questo mezzo secolo.
ritagliare e incollare dietro l’opera. Si prega di scrivere in stampatello
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