Report - Tra Uomo e Ambiente: i servizi ecosistemici nel Parco Naturale Adamello Brenta

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Tra Uomo e Ambiente: i servizi ecosistemici nel Parco Naturale Adamello Brenta - il Capitale Naturale del Parco -

“La maggior parte dei problemi del mondo sono il risultato della differenza tra come la natura lavora e il modo in cui le persone pensano�. (Gregory Bateson)


SCRITTO E EDITATO DA: Rocco Scolozzi, PhD. Carlo Detassis, Ing. E.C.O. Linkage Building bridges through Ecologies, Communities and Organisations www.ecolinkage.it

GRAFICA E LAYOUT: Maira Ribeiro, dott.ssa FINANZIATO DA: Parco Naturale Adamello Brenta

foto copertina: Ilaria Ross (Flickr)


Indice: 1. 2. 3.

4.

5.

6.

7.

Sintesi per decisori: Quanto vale il Parco – prospettive per il suo futuro p.5 Introduzione: I valori del Parco oltre‌ il Parco p.11 Il Capitale Naturale del Parco: i servizi ecosistemici p.17 3.1. Definizioni p.18 3.2. Classificazione dei servizi ecosistemici p.19 3.3. PerchÊ valutare i servizi ecosistemici p.23 Visione d'insieme: Le dinamiche del Parco p.27 4.1. La popolazione dei comuni del Parco p.28 4.2. Attività economiche nei comuni del Parco p.28 4.3. Il cambiamento climatico: Alpi senza genziane e stelle alpine p.30 Per capire il metodo: Valutazione dei servizi ecosistemici p.33 5.1. Metodi di valutazione: tre metodi complementari p.36 5.2. Mappa dell'offerta e domanda di servizi ecosistemici p.36 5.3. Il valore economico potenziale dei servizi ecosistemi p.38 5.4. Componenti del Valore Economico Totale p.42 Risultati: I valori del Parco Adamello Brenta p.43 6.1. Mappa dell'offerta e domanda di servizi ecosistemici p.43 6.2. Il valore economico potenziale dei servizi ecosistemi p.47 6.3. Componenti del Valore Economico Totale p.48 Conclusioni p.51



Sintesi per decisori

1. Quanto vale il Parco: prospettive per il suo futuro Il Parco Naturale Adamello Brenta ha un ruolo fondamentale nella tutela degli elementi ambientali del suo territorio, nella promozione della ricerca scientifica e nello sviluppo del benessere delle comunità locali e adiacenti. Il presente studio, come la mostra Uomo - Ambiente presso la rinnovata Casa Grandi a Tuenno, intende essere un contributo nel valorizzare questo ruolo attraverso una prima valutazione dei servizi ecosistemici.

L’uomo dipende dai servizi ecosistemici, dagli ambienti naturali ricava ogni anno una serie di risorse e di benefici, ma non sempre ciò entra nelle decisioni. Nonostante la nostra conoscenza del loro funzionamento sia ancora limitata, la valutazione dei servizi ecosistemici può portare a decisioni più consapevoli. Nel noto caso della gestione delle risorse idriche nella città di New York quando

Figura 1.1 Numerosi fattori determinano il valore del Parco. La valutazione dei servizi ecosistemici può orientare decisioni e piani in una prospettiva integrata, confrontando gli esiti di della gestione attuale e di scenari futuri (ridisegnato da Figueroa and Aronson 2006). 5


l’amministrazione decise di proteggere il suo bacino idrografico piuttosto che costruire costosi impianti di filtrazione per garantire acqua in quantità e qualità adeguate, i pianificatori valutarono che il piano di protezione, quindi il ripristino dei servizi ecosistemici, era l’opzione meno costosa (ca. 1.5 miliardi $ contro i 6 miliardi $ dell’alternativa ingegneristica). Le attività umane stanno rapidamente alterando la capacità degli ecosistemi di fornire una serie di servizi ecosistemici, mentre le stesse variabili ambientali stanno cambiando a scala globale (vedi mutamento climatico). I piani e le decisioni territoriali possono portare a risultati negativi inattesi se non si considerano le dinamiche in atto nei sistemi ecologici e in quelli socio-

economici e le reciproche interazioni. Diventa urgente sviluppare una migliore comprensione delle basi ecologiche e allo stesso tempo integrare queste conoscenze nelle decisioni ambientali. Una serie di fattori determina il valore economico del Parco ma anche il suo futuro. Le persone percepiscono i costi e benefici del Parco in base alla propria formazione, attività, esperienza personale e conoscenza della natura (ecologia, idrologia, ecc.). Le decisioni e le azioni dei singoli e delle comunità locali determinano il destino del Parco. Infatti, la conservazione delle specie, degli habitat e dei servizi ecosistemici richiede una gestione attiva così come un sostegno da parte delle comunità locali. Per i gestori di un’area protetta è cruciale

creare un legame tra il

territorio e le comunità locali per supportare la conservazione e gli sforzi di mantenimento (e recupero). Questo legame richiede un impegno per informare appropriatamente le persone sui benefici che ricevono dalla conservazione dell’ambiente, dall’area protetta e dal ripristino del capitale naturale. Da tempo la conoscenza sulla distribuzione delle specie ha guidato la pianificazione e definizione di aree protette per conservare la biodiversità. Un approccio alla conservazione focalizzato a perpetuare status quo, in altre parole a mantenere componenti ambientali come fossero “oggetti fissi” in una “riserva” da cui

I servizi ecosistemici considerati nel valore potenziale: 1. Regolazione clima e gas atmosferici 2. Mitigazione e prevenzione eventi dannosi 3. Regolazione e fornitura acqua 4. Assimilazione rifiuti e residui 5. Regolazione nutrienti 6. Funzione habitat per la biodiversità 7. Servizi ricreativi 8. Servizi estetico - percettivi 9. Mantenimento e formazione dei suoli 10. Impollinazione


escludere attività umane può fallire la sua missione.

Con la valutazione (e valorizzazione) dei servizi ecosistemici cambia la prospettiva nella conservazione. L’attenzione si sposta sui processi, sulle relazioni tra componenti, e include la variabile temporale. Confrontare il valore attuale, esito delle recenti attività umane, con quello passato e/o con quello in diversi scenari di pianificazione e di cambiamento climatico è determinante per il mantenimento del Parco stesso. Il valore economico monetario e il valore di conservazione non sono in competizione, il primo può essere interpretato come una misura quantitativa del

secondo, determinata dalla preferenza individuale e sociale, espressa tramite un’unità di misura comune. In altre parole, i valori monetari possono essere un indicatore per evidenziare l’importanza relativa di componenti ambientali e supportare una politica territoriale più efficace ed efficiente. Gli individui allocano le loro risorse limitate per ottenere il massimo benessere possibile; per prendere decisioni necessitano di stabilire i valori relativi delle risorse per scegliere quelle che forniranno il valore più alto. Ne segue che la conservazione, la gestione o dove necessario il recupero di componenti ambientali sarà più facilmente supportata dai singoli e dalle comunità quanto maggiore è il valore attribuito e riconosciuto a quelle aree. Il valore di un parco può crescere se le persone

percepiscono che i beni e i servizi ricevuti sono maggiori che in passato, e viceversa, i vari soggetti possono attivarsi qualora i valori attesi dovessero scendere sotto una certa soglia. Ci si può aspettare addirittura che un’area protetta possa crescere: una sua crescita in generale sarà più facilmente fattibile economicamente e accettabile socialmente quanto più sviluppati e riconosciuti saranno questi benefici e legami. L’insieme di servizi e beni ecosistemici forniti dal Parco costituisce il suo Capitale Naturale. Per i beni e servizi che hanno un mercato (che possono avere un valore commerciale) il loro prezzo definisce il loro valore, ma per altri beni e servizi è possibile solo stimare dei valori potenziali. Nel presente studio

si sviluppa un approccio basato su più tecniche per includere le differenti dimensioni dei valori del Parco e ottenere diversi tipi d’informazione: qualitativa, spaziale, monetaria. La scelta

del metodo, tra le varie tecniche disponibili, ha privilegiato la semplicità di applicazione, la richiesta di dati facilmente disponibili, la semplicità d’interpretazione dei risultati, con l’intento di proporre una metodologia facilmente replicabile. Gli specifici vantaggi dell’approccio proposto sono di essere:  spazialmente esplicito,

quindi sensibile ai cambiamenti di uso del suolo,  essere facilmente

aggiornabile, incorporando 7


eventuali nuove conoscenze economiche o ecologiche che siano successivamente disponibili

mappe è possibile evidenziare le aree di maggior produzione e i localizzare i principali beneficiari dei servizi citati.

 essere spazialmente

La prospettiva spazio temporale aiuta a riconoscere la dimensione pubblica dei servizi ecosistemici, la rilevanza per l’economia locale e la sua dipendenza dagli ecosistemi adiacenti e non.

scalabile, la risoluzione spaziale della valutazione dipende da quella della cartografia di uso del suolo usata, l’intera procedura può essere applicata e dettagliata a diverse scale spaziali (dal livello nazionale, a quello di bacino, fino al singolo comune). La valutazione geografica (spazialmente esplicita) ha prodotto la cartografia tematica dell’offerta e della domanda dei seguenti servizi ecosistemici: regolazione del clima, ricarica delle falde e sorgenti, protezione idrologica, supporto alla biodiversità faunistica, supporto alla biodiversità floristica e servizio culturale (valore estetico). Tramite queste

La valutazione economica è stata basata su due approcci: una stima del valore potenziale tramite il metodo indiretto detto “benefit transfer” di dieci servizi ecosistemici e un calcolo del valore reale di alcune componenti del Valore Economico Totale. Dalla

stima indiretta emerge che gli ecosistemi del Parco ogni anno erogano servizi e beni per un valore potenziale di circa 140

milioni di €/anno. Nel calcolo del valore reale sono stati esaminati sei componenti per i valori d’uso diretto e due per i valori d’uso indiretto. Tale calcolo fornisce

un’approssimazione per difetto del valore reale del Parco pari a quasi 86 milioni €/anno. Le coperture che contribuiscono maggiormente alla fornitura dei servizi ecosistemici sono i boschi di conifere e le praterie alpine (che concorrono a più dell’80% del valore monetario complessivo); seguono i boschi di latifoglie e quelli misti. Altre coperture come ghiacciai, aree umide, corpi d’acqua e anche rocce nude forniscono

Componenti incluse nel calcolo del valore reale: Valori d’uso  produzione di legname,  produzione di funghi,  produzione di selvaggina,  fornitura di acqua potabile  fornitura di acqua a scopi idroelettrici  opportunità attività ricreativa-caccia  valore ricreativo (disponibilità a pagare)

Valori d’uso indiretto  regolazione del clima (assorbimento Co2)  protezione dai dissesti idrogeologici


un contributo molto minore ma assolutamente non trascurabile, con un valore potenziale di circa 1,6 milioni €/anno. Tra i vari servizi ecosistemici quello di regolazione e fornitura delle acque costituisce il maggior contributo al Capitale Naturale del Parco, secondo entrambi i metodi di calcolo. La disponibilità d’acqua nel territorio del Parco è storicamente riconosciuta essere tra le principali risorse naturali del territorio, oggi forse data per scontata. Entro i prossimi decenni, il cambiamento climatico registrato nelle Alpi modificherà in modo significativo questo servizio. Nella classifica dei servizi ecosistemici seguono la protezione dagli eventi dannosi (dissesto idrogeologico), la funzione di habitat per la

biodiversità, la regolazione del clima locale e globale (assorbimento della CO2), e i servizi ricreativi. In questo studio sono state considerate solo alcune componenti del Valore Economico Totale del Parco. La scarsità di dati rende difficoltosa una valutazione più esaustiva. Successive indagini possono partire dai risultati di questo studio, utili come riferimento di base, da affinare con nuovi dati. La valutazione dei servizi ecosistemici se ripetuta periodicamente può costituire un efficace strumento di monitoraggio di un territorio e della sua gestione, nell’ottica del perseguimento di uno sviluppo sostenibile. Lo stesso

interpretato e misurato come quello sviluppo (o politica,

gestione, pianificazione) del territorio che non incide sul Capitale Naturale o che addirittura lo accresce.

Contributo delle coperture al valore complessivo 70%

61,01%

60% 50% 40% 30%

21,35%

20% 10% 0%

8,90%

7,03% 0,04%

0,02%

0,07%

0,35%

0,24%

0,43%

concetto di “sviluppo

sostenibile”, spesso ambiguo e vago, può essere re-

Grafico 1.1 Elaborazione da cartografia Uso del Suolo-PAT 2000 e dati economici attualizzati al 2007. 9



Introduzione

2. I valori del Parco oltre il Parco

Da secoli nel territorio del Parco Naturale Adamello Brenta permane uno stretto rapporto tra attività umane e ambiente: le risorse naturali, usate e allo stesso tempo gestite e salvaguardate , sono ancora oggi alla base dell'economia dei comuni del PNAB. Lo sviluppo di economie locali durevoli basate su una consapevole gestione di pascoli, foreste e paesaggi sono esempi di una forte e sostenibile relazione tra uomo e ambiente. Lo stesso paesaggio può essere considerato come risultato di una coevoluzione di usi e pratiche, da una parte, e di processi ecologici, dall'altra, nel corso di una storia di risorse collettive. Oggi gli usi del territorio sono cambiati e in contina evoluzione, si pensi alle attività ricreative e al turismo (relativamente recenti rispetto alla storia delle Regole di Spinale Manez) e il valore del territorio del Parco è destinato a crescere per una molteplicità di ragioni.

A tutte le aree protette viene riconosciuto, a livello mondiale, un alto valore per la loro funzione di conservazione della biodiversità e per l'uso ricreativo. Per il PNAB il valore di conservazione della biodiversità alpina è apprezzato, dal livello locale a quello europeo, dai numerosi visitatori locali e internazionali, e attraverso le varie norme di regolamentazione e protezione (es. leggi provinciali, direttive europee).

Oggi è sempre più attuale la valorizzazione complessiva di territori naturali anche in termini economici (es. attraverso il concetto di Valore Economico Totale di beni ambientali) così da poter avere riferimenti in grado supportare decisioni consapevoli tra scenari di sviluppo e la definizione di strategie lungimiranti di gestione del territorio. Per superare le distorsioni di una contabilità tradizionale, per il quale ogni 11


catastrofe ambientale è un aumento dell'economia (o del PIL), a livello planetario si stanno sviluppando iniziative di valutazione del Capitale Naturale (come il Millennium

servizi ecosistemici, erogati ogni anno e gratuitamente dagli ecosistemi a beneficio delle comunità locali e della società in generale.

Ecosystem Assessment o MEA , Economics of Ecosytems and 1

Biodiversity o TEEB ). Il capitale naturale include non solo i beni ambientali, quali materie prime (legno, cibo, acqua) ma anche le funzioni degli ambienti naturali che supportano la vita e il benessere dell'uomo, come ad esempio l'auto-depurazione delle acque, la regolazione del clima locale, la rigenerazione della fertilità dei suoli, l'impollinazione di piante coltivate. Queste funzioni sono veri e propri “servizi”, detti 2

1 www.maweb.org, Il Millennium Ecosystem Assessment è stato un grande progetto di valutazione dello stato degli ecosistemi mondiali che ha coinvolto più di 1300 ricercatori, commissionato dalle Nazioni Unite nel 2000 e terminato nel 2005. 2 www.teebweb.org

Le aree protette sono l'investimento più efficiente per garantire alcuni servizi ecosistemici in alternativa a costose soluzioni ingegneristiche. Un terzo delle 100 città più grandi al mondo dipendono per l'acqua potabile in modo significativo da foreste incluse in aree protette. I bacini imbriferi coperti da foreste proteggono anche dalle piogge intense e dalle inondazioni. Ma ancora oggi molti gestori di aree protette, gestori di servizi idrici e in generale molti gestori/pianificatori di territorio ignorano i benefici che la protezione degli ecosistemi assicurano. La valorizzazione dei servizi

Le aree protette mondiali attualmente coprono il 12% delle terre emerse, forniscono la più grande fonte unica di servizi ecosistemici insieme al loro più riconosciuto ruolo di conservazione della biodiversità e funzione ricreativa. Raramente la discussione sulle aree protette si focalizza sui servizi ecosistemici che esse forniscono a dai quali esse potrebbero trarne beneficio economico. Piuttosto che guardare solo alle aree protette come riserve da cui tagliare fuori attività umane (a parte le destinazioni turistiche), c'è la necessità di riconoscere il loro più ampio ruolo per le economie locali. da “National parks with Benefit - How protecting the Planet's Biodiversity also provide Ecosystem Services” Solutions - For a sustainable and desirable future, Nov-Dec 2011, Vol.2, pag.87-95.

ecosistemici, attraverso una loro comunicazione e divulgazione ai diversi portatori di interessi, può offrire anche nuovi e solidi argomenti per far comprendere l'importanza dell'esistenza di un’area protetta e delle sue attività ad eventuali oppositori. Le aree protette funzionano efficacemente nel lungo

periodo solamente se supportate da un ampio coinvolgimento e una trasversale responsabilità della società. L'economia dei comuni i cui territori ricadono nei confini del Parco, è strettamente legata al capitale naturale del Parco che ha per questo un ruolo importante ben oltre i suoi confini. Per mantenere il


Capitale Naturale e di conseguenza per avere un benessere sociale e uno sviluppo economico durevoli è essenziale conoscere e valorizzare i beni ambientali, con particolare attenzione alla Il riconoscimento di tutti i valori del Parco da parte delle comunità locali e dei diversi fruitori può favorire un supporto diffuso alla sua missione. In altre parole, definire, individuare e ove possibile quantificare le diverse dimensioni del capitale naturale del Parco (i diversi servizi ecosistemici) può risultare strategico per migliorarne l'immagine, aumentarne la rilevanza tra le altre risorse territoriali e supportare processi decisionali. La presente ricerca si accompagna allo studio per la realizzazione della mostra

permanente della: “nuova casa del Parco: Casa Grandi di Tuenno” e segue le linee guida per la ricerca scientifica promossa del PNAB , pur nella sua autonomia e indipendenza da centri universitari. Con il presente studio, si intende sviluppare una “nuova visione, che privilegia l'interpretazione sistemica del territorio, cioè non più basata su di una mera descrizione delle risorse e delle componenti, ma piuttosto su interpretazioni della sua funzionalità”. 3

L'obiettivo generale è superare la concezione di area protetta come enclave naturale da cristallizzare e conservare entro confini e limitazioni all'uso, che porta a vederla esclusivamente come onere per il territorio, poiché apparentemente “non 3 definite dal Prof. Franco Viola dell’Università di Padova.

produce”, rispetto ai settori produttivi col quale può entrare in conflitto nell'uso del territorio, e “costa” alla collettività per la sua manutenzione.

La prospettiva proposta è basata sul concetto di servizi ecosistemici quale ponte di significato tra l'ambiente - i sistemi naturali, processi e funzioni ecologiche - e il sistema socio-economico. Tale visione integrativa è necessariamente interdisciplinare e ha un valore aggiunto rispetto alle ricerche più approfondite ma spesso parallele e separate in sottodiscipline contrapposte delle scienze ambientali da una parte e delle scienze sociali ed economia dall'altra.

La protezione della natura da parte delle comunità locali risale all'inizio della storia documentata. Gli archeologi hanno dimostrato che spesso le società che ignorano o sottostimano l'importanza del mantenere i servizi ecosistemici, collassano; come accaduto per le comunità estinte delle Isole di Pasqua o alcune antiche culture dell'attuale centro America. 13


L’oggetto della ricerca, il valore economico di beni ambientali, inclusi gli ecosistemi e i processi, è spesso un tema controverso e al centro di considerazioni non esplicite. Il valore di un bene, e a maggior ragione di un bene ambientale, è sempre espressione di un giudizio soggettivo, molte volte questo è basato su criteri poco esplicitati (o addirittura non consapevoli). Il valore può essere legato

all'uso diretto (valori di prodotti degli ecosistemi, es. funghi, legno) o all'uso indiretto (valore di determinate funzioni ecologiche), o legato alla rilevanza di un determinato elemento per altri beni o valori (es. valore di una specie per l'equilibrio del suo ecosistema, il valore di una bellezza naturale per il turismo che promuove), infine, il valore può essere semplicemente intrinseco (valore d'esistenza).

Alle volte questi valori sono concomitanti nello stesso bene, un esempio è l’acqua, o più precisamente la costante disponibilità d’acqua di ottima qualità lungo il corso dell’anno. Gli ecosistemi del Parco accumulano, filtrano e rilasciano gradatamente le precipitazioni, fornendo acqua potabile anche ad acquedotti comunali. Non è semplice identificare sistematicamente tutti i valori del Parco, anche

CAPITALE NATURALE: qual è il valore annnuale di...?       

Pesca sportiva in mare negli USA: $20.000 milioni Impollinazione naturali per una singola piantagione di caffè in Costa Rica: $60.000 Turismo per vedere pipistrelli nella città di Austin, Texas: $8 milioni Osservazione della fauna selvatica (wildlife watching) in USA: $85.000 milioni Indotto per lavori generati dal wildlife watching: $27.800 milioni Entrate fiscali (in tasse statali e federali) dal wildlife watching: $6.100 milioni Servizio di controllo degli infestanti ad opera di specie utili per gli agricoltori USA: $54.000 milioni da National Wildlife Federation, www.nwf.org

perché non è facile giungere ad una definizione condivisa da tutti. Per l’economia la definizione di valore di un bene dipende dal soggetto che lo definisce, dalle sue motivazioni e dalle presenza di altri soggetti che abbiano lo stesso desiderio di goderne (appropriandosene o condividendone l’uso). Certamente tutto il territorio

del Parco fornisce valori al di fuori dei suoi confini. D’altra parte, i diversi valori non sono distribuiti omogeneamente nel territorio, alcuni luoghi possono avere un maggior valore rispetto ad altri per una particolare dimensione. In una gestione con risorse limitate, come è quella dei parchi italiani, è importante conoscere i diversi valori e definirne priorità di attenzione e di protezione o mantenimento.


In una prospettiva lungimirante risulta essenziale monitorare l’evoluzione dei beni ambientali, seguirne la dinamica, capirne le vulnerabilità e prevedere gli elementi che potranno essere a rischio o che dovranno essere ulteriormente sostenuti e protetti. La presente ricerca intende esplicitare i benefici e i valori potenziali che gli ecosistemi del Parco offrono alle comunità locali e ai diversi fruitori anche distanti. Le valutazioni proposte sono basate su analisi di documenti e dati esistenti, e su una integrazione di studi scientifici precedenti. Il metodo della valutazione monetaria indiretta dei servizi ecosistemici è stato sottoposto a referee internazionali, e ha

ricevuto un riconoscimento di validità scientifica, essendo ora pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Ecological Indicators . 4

Con tale studio si propone anche una metodologia di analisi idonea ad essere ripetuta ed affinata per arrivare ad un monitoraggio del Capitale Naturale del Parco.

“Un benessere durevole dipende essenzialmente da istituzioni in grado di gestire le relazioni tra individui, comunità e servizi ecosistemici”. Berkes et al. 2000

In conclusione, questa ricerca intende essere un punto di partenza per ulteriori e più sofisticati sviluppi e per supportare in modo sempre più solido decisioni consapevoli di una prospettiva di lungo periodo.

4*www.sciencedirect.com/science/article/pii/ S1470160X11002366

foto: Lago Ritorto di Alberto Cima (Flickr).

15



Il Capitale Naturale del Parco

3. I servizi ecosistemici

I servizi ecosistemici sono i benefici che le persone ottengono dagli ecosistemi. Esempi sono: cibo, acqua, legname, regolazione del clima, protezione dai rischi naturali, controllo dall'erosione, composti farmaceutici, opportunità ricreative. TEEB - The Economics of Ecosystems and Biodiversity, Commissione Europea per l'Ambiente

Ambiente Processi ecologici (es. ecosistema forestale, o produttività primaria)

Uomo-Società

Capitale Naturale Funzioni ecosistemiche (es. produzione legnosa o altri prodotti)

Servizi Ecosistemici

(es. prod. legnosi non-legnosi)

Benefici

(es. contributo alla Valore (econ.) salute, sicurezza (es. disponibilità a pagare per ecc.) protezione o prodotti)

Pressioni vs. Politiche di gestione/conservazione

Figura 3.1 Relazioni tra Ambiente, Capitale Naturale e Società (modificato da Kienast et al., 2009). 17


3.1.Definizioni L'insieme di relazioni tra organismi e il loro contesto ambientale formano i cosiddetti “ecosistemi”. Gli ecosistemi, attraverso il loro processi forniscono una serie di funzioni utili all'uomo, queste “funzioni ecosistemiche” supportano la

“capacità di fornire beni e servizi che soddisfano direttamente o indirettamente i bisogni umani” . I “servizi ecosistemici” sono quindi l'insieme dei benefici emergenti da processi (es. fotosintesi), componenti (come suolo, biomi, aria, acqua) e beni naturali (es. legno, piante commestibili); essi sono unanimemente riconosciuti come insostituibile supporto al benessere dell'uomo . Platone, nel 400 a.C. (Crizia, 110

ss.), aveva già intuito che la deforestazione può portare all'erosione del suolo e al prosciugamento delle sorgenti.

Ogni ecosistema ha una propria capacità di fornire servizi ecosistemici (SE). Per esempio, è un servizio ecosistemico l'azione di riciclo della materia organica in fertile humus da parte di funghi e batteri del suolo, da questa azione dipende la rigenerazione della fertilità di un pascolo e la produzione annuale di foraggio. Altri esempi di servizi ecosistemici sono: i) la fornitura di acqua potabile, ii) il mantenimento di un clima e un atmosfera vivibile, iii) l’impollinazione delle coltivazioni e della piante locali, iv) il controllo biologico delle specie infestanti e nocive, v) la protezione dagli eventi climatici estremi, vi) la

soddisfazione dei bisogni culturali, spirituali e intellettuali delle persone, vii) la disponibilità di opzioni o scelte per il futuro che non possiamo prevedere. Questi servizi possono essere valutati in termini economici come flussi di utilità, misurati in termini monetari per unità di superficie (es. euro/ha) o per contesto di analisi (una regione o un continente, vedi Costanza et al.,1997), fornendo una misura del Capitale Naturale del territorio. Nell'ultimo decennio il tema dei servizi ecosistemici (SE) ha avuto un’esponenziale diffusione con un generale consenso sulla loro importanza

territoriale (es. Daily et al., 2009; de Groot et al., 2010; Tratalos et al., 2007). Numerosi sono i progetti internazionali di ricerca e valutazione: The Economics of Ecosystems and Biodiversity, Millennium Ecosystem Assessment, DIVERSITAS , RUBICODE . La creazione, a cura delle Nazioni 1

2

Unite, dell' IPBES , un panel intergovernativo specificatamente dedicato alla biodiversità e ai servizi ecosistemici, analogo all'IPCC sui cambiamenti climatici, testimonia tale crescente attenzione. 3

e sulla necessità di una loro

integrazione nelle decisioni ambientali, in particolare nella gestione delle risorse naturali e nella pianificazione

1 www.diversitas-international.org 2 www.rubicode.net; per un inventario si veda www.fsd.nl/naturevaluation. 3 www.ipbes.net


A scala planetaria il Millennium Ecosystem Assessment ha evidenziato che il 60% dei servizi ecosistemici è a rischio e in forte declino nei prossimi 50 anni. Un esempio a livello nazionale è il Natural Capital Initiativelinking Environment and Policy, per il Regno Unito, e il lancio a gennaio 2012 di una rete di collaborazioni sui SE denominata Ecosystems Knowledge Network. A livello italiano sono ancora rare le valutazioni a scala di paesaggio (Goio et al. 2008, Gatto el at. 2009, Scolozzi et al. 2012a, Santolini et al. 2012), gli autori non conoscono precedenti applicazioni focalizzate su parchi naturali.

3.2.Classificazione dei servizi ecosistemici A partire dal lavoro di Costanza e colleghi (1997) sul valore degli ecosistemi a livello planetario (paragonato al PIL mondiale), un numero crescente di studi ha cercato di valutare o proposto metodi di valutazione economica dei SE (Villa et al. 2002, Hein et al. 2006, de Groot et al. 2010). Diverse sono le classificazioni dei SE , per cui il loro numero può variare in base alla classificazione, ognuna delle quali è adatta a supportare specifiche applicazioni o valutazioni (es. divulgazione ed educazione, analisi costibenefici, o pianificazione territoriale). Data la complessità dei SE alcuni autori propongono di considerare più schemi di classificazione allo stesso tempo (Costanza 2008).

In genere si distinguono quattro categorie di servizi ecosistemici: servizi di supporto, servizi di produzione, servizi di regolazione e servizi culturali. I servizi di supporto si riferiscono al fatto che gli ecosistemi naturali forniscono lo spazio e le condizioni di vita per tutte le specie vegetali e animali, da queste dipendono tutte le funzioni ecosistemiche.

Mantenere habitat funzionali è una precondizione, diretta o indiretta, necessaria alla fornitura di tutti gli altri servizi ecosistemici. Gli ecosistemi naturali e seminaturali forniscono una vasta serie di risorse e beni, dall'acqua potabile alle risorse genetiche includendo materie prime da costruzione, alimenti,

medicinali. La rigenerazione di queste risorse rientra nella categoria dei servizi di produzione; queste risorse sono rinnovabili nella misura in cui sono estratte o consumate entro i limiti della rigenerazione. I servizi di regolazione costituiscono un insieme di processi essenziali per la vita sul pianeta. Il mantenimento della biosfera, che altrimenti sarebbe un ambiente ostile, dipende da un delicato equilibrio di molti processi, tra i più importanti la trasformazione dell'energia solare in biomassa, l'accumulo e trasferimento di minerali ed energia attraverso le catene alimentari, i cicli biogeochimici. Spesso i benefici indiretti delle funzioni di regolazione non sono riconosciute fino a che non sono perse e danneggiate (es. ozono e incidenza malattie 19


cutanee, rettificazione di corsi d'acqua e perdita della capacità di auto-depurazione). Un recente caso diventato famoso con trasposizioni anche nel cinema è il servizio di

impollinazione: servizio di fecondazione che permette produzione di semi e frutti, risulta critico per la rigenerazione delle piante e la produzione ortofrutticola. Nel 2004 negli USA, a causa di epidemie ed inquinamento la disponibilità di colonie di api a noleggio per il servizio di impollinazione di piantagioni di frutticoltura ed orticoltura diminuì drasticamente (del 50% in alcune aree) con conseguenti perdite di produzione. I servizi culturali e cognitivi si riferiscono alle opportunità di arricchimento spirituale,

Servizi di supporto Funzioni di base per la vita

Funzione di habitat (funzionalità di aree di riproduzione, rifugio, alimentazione per specie stanziali e/o migratorie) Conservazione della biodiversità genetica (mantenimento della fitness biologica, conservazione di variabilità genetica)

Servizi di produzione Fornitura di beni primari, o beni intermedi trasformati dall’uomo

Cibo (piante, animali commestibili) Acqua (potabile) Fibre, legno, combustibili Composti medicinali e molecole (materie prime biochimiche) altre materie prime (incluso foraggio dai pascoli)

Servizi di regolazione regolano equilibri e processi

Servizi cognitivi/culturali contribuiscono al benessere psicologico e spirituale

Fotosintesi Regolazione dell’atmosfera e qualità dell’aria (es. protezione UV,a.assorbimenti inquinanti, polveri) Regolazione del clima (es. regolazione clima locale/globale, piogge, temperature massime e minime) Assorbimento del carbonio Pedogenesi (formazione suolo e rigenerazione fertilità) Protezione da eventi distruttivi naturali (es. inondazioni e frane) Regolazione delle acque (es. assorbimento e graduale rilascio) Assimilazione dei rifiuti (processi di rimozione e dissoluzione di residui, autodepurazione) Impollinazione Controllo infestanti Trattenimento del suolo/controllo dell’erosione Detossificazione e decomposizione dei residui Valore estetico e/o cognitivo Valore ricreativo (es. idoneità per attività all’aperto, opportunità per turismo) Eredità culturale e identità (presenza elementi storici e d’identificazione per la comunità) “Paesaggi terapeutici”

Tabella 3.1 Esempi illustrativi di servizi ecosistemici, suddivisi in quattro catego-rie (modificato da de Groot et al., 2002).

naturale, con il concetto di “paesaggi terapeutici” (Ghersi 2007). 4

Nella gestione di un dato territorio è importante considerare le caratteristiche spaziali dei SE. Comprendere, per esempio, la distribuzione spaziale della biodiversità, che non segue delimitazioni amministrative, risulta essenziale nel raggiungere obiettivi di conservazione.

Altrettanto importante per gestori e pianificatori è sapere quali altri servizi sono forniti dal territorio e come questi servizi fluiscono verso il territorio circostante.

sviluppo mentale e benessere che gli ecosistemi naturali forniscono. La natura è, infatti, una fonte d'ispirazione per

la scienza, la cultura e l'arte. Recenti filoni di ricerca stanno esplorando in modo sistematico la relazione tra benessere psicologico individuale o sociale (di comunità) e paesaggio

4 Il concetto è noto da immemorabile tempo, si pensi ai proverbi e aneddoti, ad esempio quando ci sentiamo a disagio, la prima cosa per sfuggire a questo disagio, se siamo in un edificio chiuso, è portarci ad un finestra per “prendere aria” (Farina 2006).


Sulla base delle caratteristiche spaziali sono definite le seguenti categorie che descrivono le relazioni tra i luoghi di produzione dei servizi ed i luoghi dove si realizzano i benefici:  in situ: i servizi sono erogati

e i benefici si concretizzano nello stesso luogo  omni-direzionale: i servizio

sono forniti in un luogo ma portano benefici in un vasto intorno senza una direzione preferenziale  direzionale: i servizi portano

benefici verso una specifica area seguendo un determinato flusso o percorso. Le possibili relazioni spaziali tra area di produzione di un servizio ecosistemico (P) e l'area dei benefici (B) sono esemplificate nella Figura 2. Altro aspetto rilevante è la scala spaziale alla quale è possibile

riconoscere il beneficio, il “raggio d'azione” del SE. Alcuni servizi sono esclusivamente “locali” (es. impollinazione), altri “regionali” (es. protezione dalle piene), altri ancora possono avere un valore esclusivamente globale (es. assorbimento del carbonio). Comprendere la

distribuzione dei servizi e dei benefici sul territorio informa i decisori su dove concentrare l’attenzione ed eventuali interventi. Tale classificazione può favorire nuovi legami tra territori in cui i beneficiari di servizi ecosistemici “compensanno” i fornitori (es. comunità montane e gestori di aree protette). Questa equipartizione delle risorse già avviene nei meccanismi di pagamento dei servizi

ecosistemici (payments for ecosystem services, PES), applicati in molte aree protette nel mondo. Due esempi sono: i pagamenti per il servizio di assorbimento del carbonio (es. Costa Rica, Pfaff et al. 2007), e le compensazioni da parte dei fruitori di risorse idriche a valle ai proprietari di aree a monte per mantenerle forestate e garantirsi il servizio di regolazione delle acque (es. New York, Postel e Thompson Jr. 2005) .

2

1

P

P-B

B

P P 4

B

B 3

Figura 3.2 Possibili relazioni spaziali tra aree di produzione del servizio ecosistemico (P) e le aree di beneficio (B): 1) produzione e benefici si realizzano nello stesso luogo (es. fertilità suolo, fornitura materie prime), 2) il servizio è omnidirezionale, erogato in tutte le direzioni (es. impollinazione, assimilazione del carbonio), 3) e 4) mostrano servizi che forniscono benefici direzionali (es. direzione monte-valle). (ridisegnato da Costanza, 2008) 21


Oltre alla caratterizzazione spaziale è essenziale individuare la specifica componente (o processo) dell'ecosistema che supporta l'erogazione di un dato servizio e l'unità minima funzionale. Per unità minima funzionale si intende un'entità ecologica (specie, popolazione, comunità o ecosistema nel suo complesso) per la quale è possibile evidenziare un ruolo rilevante nel mantenere un dato

Servizio

Componente/processo ecologico “fornitore”

Unità minima funzionale

Scala

Caratteristica spaziale

Estetico, culturale

Tutta la biodiversità

Popolazioni, specie, comunità, ecosistemi

Locale-globale

Beni/risorse ambientali

Varie specie

Locale-globale

Protezione raggi UV

Cicli biogeochimici, microrganismi, piante

Popolazioni, specie, comunità, ecosistemi Cicli biogeochimici, gruppi funzionali

Correlato al movimento del fruitore (attrazione di persone verso la particolarità naturalistica) In situ (nel punto d’uso)

Regionaleglobale

Omni-direzionale Non dipendente dalla prossimità

Purificazione dell’aria

Microrganismi, piante

Cicli biogeochimici, specie, gruppi funzionali

Regionaleglobale

Omni-direzionale

Mitigazione delle inondazioni Mitigazione della siccità

Vegetazione

Comunità, habitat

Local-regionale

Vegetazione

Comunità, habitat

Local-regionale

Stabilità del clima

Vegetazione

Comunità, habitat

Locale-globale

Impollinazione

Insetti, uccelli, mammiferi

Locale

Controllo infestanti

servizio. In effetti, ciascun

Auto-depurazione acque

Invertebrati parassitoidi e predatori, vertebrati predatori Vegetazione, microrganismi del suolo e acquatici, invertebrati acquatici Materia organica vegetale, invertebrati e microrganismi del suolo, micro Materia organica vegetale, invertebrati e microrganismi del suolo, pianti fissatrici di azoto, produzione animale di composti e residui organici Insetti, uccelli, mammiferi

Popolazioni, specie, gruppi funzionali Popolazioni, specie, gruppi funzionali

Direzionale (flusso da un punto di produzione a un punto di uso) Direzionale (flusso da un punto di produzione a un punto di uso) Omni-direzionale Non dipendente dalla prossimità Omni-direzionale Dipendente dalla prossimità Omni-direzionale Dipendente dalla prossimità

Popolazioni, specie, gruppi funzionali

Locale-regionale

Direzionale (flusso da un punto di produzione a un punto di uso)

Popolazioni, specie, gruppi funzionali

Locale-regionale

Omni-direzionale Dipendente dalla prossimità

Popolazioni, specie, gruppi funzionali

Locale

In situ (punto di uso)

Popolazioni, specie, gruppi funzionali

Locale

Omni-direzionale Dipendente dalla prossimità

servizio ecosistemico è legato ad uno specifico livello di organizzazione biologica, al di sotto del quale cessa di verificarsi. Ad esempio il servizio di mantenimento della fertilità dei suoli è dato dall'insieme di invertebrati e microrganismi del suolo, non di un singolo gruppo. D'altra parte, il servizio di

Detossificazione e decomposizione dei residui Formazione di suolo e fertilità del suolo

Dispersione di semi

Locale

Tabella 3.2 Classificazione dei Servizi ecosistemici secondo i “fornitori” (ecosystem services provider). La scala e la caratteristica spaziale (modificato da de Groot et al. 2002, Haines-Young and Potschin 2010).

impollinazione è supportato da specifici gruppi di specie, nel caso degli ecosistemi del Parco soprattutto da insetti imenotteri e lepidotteri.


3.3.Perchè valutare i servizi ecosistemici I servizi ecosistemici sono poco conosciuti e spesso troppo sofisticati perché si possano riprodurre artificialmente anche con le più avanzate tecnologie, e in ogni caso sono un alternativa meno costosa rispetto ad alternative ingegneristiche. I territori più

dotati di servizi ecosistemici sono, in genere, più resilienti e meno vulnerabili a fronte di eventi naturali estremi (es. piogge intense, ondate di calore), in altre parole, possono meglio tollerare gli impatti e recuperarsi più velocemente da quelli subiti. In accordo con il Millennium Ecosystem Assessment, ecosistemi funzionali sono un supporto al raggiungimento di

obiettivi di sviluppo, sia in termini diretti di contributo alla salute, protezione dai rischi, sia indiretti (e meno evidenti) come l'adattamento al cambiamento climatico. In effetti, il

cambiamento climatico altera la qualità, la quantità e la stagionalità di molte risorse naturali. Ecosistemi funzionali sono in grado di ridurre gli impatti di tali cambiamenti. Servizi di regolazione delle acque, di protezione dall'erosione e da altri rischi naturali, possono

I servizi ecosistemici sono una rilevante misura dell'efficacia della conservazione e della prestazione ambientale del governo. National Center for Environmental Economics, U.S. Environmental Protection Agency

aiutare le comunità locali a fronteggiare eventi indotti dal cambiamento climatico. Il Capitale Naturale di un territorio è una sorta di “assicurazione” contro gli impatti dei cambiamenti in atto, tra cui quelli climatici.

I territori in grado di conservare o ripristinare maggiormente il proprio capitale naturale avranno maggiori possibilità di un benessere duraturo. Se gli ecosistemi sono in buona 'salute' (= funzionali) saranno maggiormente in grado, per esempio, di assorbire inquinanti atmosferici (qualità dell'aria), di auto-depurare le acque (qualità delle acque), di ricaricare le falde e di regolare il ciclo idrologico (disponibilità d'acqua), di offrire spazi ricreativi e possibilità di

benessere psicologico. Studi indicano che in molti sistemi agricoli una maggiore biodiversità porta ad un suolo più fertile, a un naturale controllo delle malattie e dei parassiti, ad un minore bisogno di fertilizzanti, pesticidi e acqua. Sta diventando sempre più chiaro che il mantenimento di servizi ecosistemici ha un notevole potenziale economico, un beneficio sociale ed ecologico. Il legame tra servizi ecosistemici e benessere è biunivoco: è provato che comunità con un buon livello di benessere (o di felicità interna lorda5) sono in grado di proteggere o migliorare i servizi ecosistemici, e che 5 Il concetto è stato definito dal Governo del Bhutan nell’impegno di costruire un’economia basata sulla felicità e sul benessere piuttosto che sui consumi.

23


comunità con benessere limitato possono anche dover affrontare un relativo declino nei servizi ecosistemici (ciò è ben documentato soprattutto per le malattie “ambientali” croniche, come la malaria). Nella prospettiva dei servizi ecosistemici, emerge la necessità di non limitarsi a proteggere singole specie di un territorio e

nemmeno singoli habitat, ma di spingersi a individuare e conservare i loro processi, a scala di paesaggio. Le gestione e pianificazione Categorie di servizi e beni ecosistemici Servizi di produzione (cibo, acqua, materie prime, ecc.)

Servizi di regolazione (regolazione del clima, delle acque, protezione da eventi distruttivi, ecc.)

Servizi culturali (ricreazione, educazione, ecc.)

Salute

Influenzano la salute attraverso migliori condizioni sanitarie e la possibilità di sviluppare nuove medicine, fornire alimenti

Influenzano la capacità degli ecosistemi di controllare patogeni e infestanti, qualità e quantità delle acque

Influenzano la condizione emotiva, psicologica, forniscono fonte di ispirazione e benessere generale (paesaggi terapeutici)

Relazioni sociali

influenzano le relazioni sociali ma possono generare conflitti in caso di crollo di funzionalità (es. acqua per irrigazione)

Influenzano le relazioni sociali possono generare conflitti (es. cambiamenti climatici, tra comunità danneggiate e non)

Influenza nelle culture che hanno una speciale connessione con l’ambiente

Sicurezza

possono influenzare la sicurezza sociale rispetto le proprietà materiali in casi di scarsità di risorse primaria

Effetti rilevanti sulla sicurezza in termini di protezione dagli eventi estremi di origine naturale e/o umana (cambiamento climatico), ecosistemi funzionali possono generare sinergie positive

Bassa influenza

Disponibilità beni

influenzano il benessere materiale attraverso la fornitura (o meno) di beni e prodotti

Influenza sul benessere materiale attraverso gli effetti sugli altri servizi e sulle relazione tra servizi (es. impollinazione, protezione dall’erosione: migliori raccolti)

Bassa influenza

Componenti del benessere

Tabella 3.3 Relazioni tra servizi ecosistemici e componenti del benessere umano (elaborazione da de Groot et al. 2002, Millennium Ecosystem Assessment 2005).


del territorio del Parco dovrebbe considerare questi aspetti per avvicinarsi all'obiettivo di benessere durevole in un durevole mutualismo tra uomo e l'ambiente.

L'esistenza del Parco costituisce una garanzia di conservazione dei servizi ecosistemici erogati dai suoi ecosistemi. I benefici conseguenti a questi servizi vanno, ovviamente, oltre i confini del Parco. I SE, per definizione, non sussistono se non c'è un fruitore che ne gode, e hanno valore (anche economico) in quanto c'è una domanda (di mercato o non). L'importanza dei servizi ecosistemici per le economie locali è raramente riconosciuto nelle politiche amministrative e nella gestione territoriale, per lo

meno in Italia. La valutazione dei SE in termini economici e valori monetari (Costanza et al. 1997) non cerca di associare un prezzo a ecosistemi, processi o parte di essi per una reale (s)vendita o scambio. L'obiettivo e l'utilità di riconoscere un valore monetario a beni e processi ecologici consiste nell'includerli in modo esplicito nelle analisi e nelle valutazioni (per il valutatore) e nella definizione di strategie e scelte tra costi e benefici (per il decisore). La valutazione degli servizi ecosistemici può aiutare a costruire un ponte tra questioni ambientali e sviluppo economico, fornendo una robusta e credibile informazione sui legami tra la gestione degli ecosistemi e gli obiettivi economici e sociali. I decisori possono meglio

comprendere come le loro scelte potrebbero cambiare tali servizi, considerando trade-off, tra opzioni e scegliere le politiche che sostengano un appropriato mix di servizi. La valutazione dei servizi ecosistemici richiede di considerare sia gli ecosistemi dai quali dipendono i servizi derivati sia il benessere e gli interessi delle persone, che dipendono e sono influenzati dai cambiamenti nella fornitura dei servizi. La valutazione non dà solo risultati e dati ma può Il valore di un territorio può essere molto diverso se sono conteggiati I servizi ecosistemici inclusi. Per esempio, le foreste trentine: per la loro funzione protettiva ricreativa ed ecologica, oltre che produttiva, valgono da 2 a 7 volte di più che per la sola produzione legnosa (Goio et al. 2008).

supportare una più efficace comunicazione con le comunità del parco e altri portatori di interesse, e portare ad un processo di costruzione più partecipata di scelte. Una volta riconosciuti i diversi valori dei servizi forniti dal Parco sarà più facile aggregare risorse aggiuntive per la manutenzione degli stessi. La valutazione dei servizi ecosistemici fornisce informazioni utili per evidenziare i costi e benefici di determinate decisioni, stimare scenari futuri dello stato del Capitale Naturale per evitare conseguenze inattese a lungo termine.

In Italia, gli attuali strumenti di pianificazione hanno numerosi limiti nel considerare e mantenere il proprio capitale naturale. 25


Pur non basandoci su un'esaustiva revisione a scala nazionale (che richiederebbe uno studio ad hoc), si può generalizzare che i vari approcci ed esperienze di pianificazione (incluse quelle dei parchi) si focalizzano principalmente sull'analisi delle necessità e delle domande, quindi sull'idoneità d'uso, sull'elenco di beni naturali e paesistici, trascurando i processi ecologici e le funzioni ecosistemiche (se non in particolari applicazioni), spesso ignorando le relazioni tra queste e i fattori economici e sociali. I “valori” ambientali, citati e usati nei diversi documenti e strumenti della pianificazione e della valutazione ambientale (Rapporti Stato dell'Ambiente, VAS, VIA), si riferiscono per lo più a valori di conservazione naturalistica attribuiti ad aree

naturali protette e non o a valori paesaggistici legati a particolarità locali, elementi identitari e culturali. L'attenzione è quindi focalizzata sugli “oggetti” fissi o aree del territorio più che ai processi socio-ecologici (e relativi feedback). D'altra parte, la pianificazione è ripetutamente di tipo settoriale (es. “piano” dell'agricoltura, della mobilità, della gestione delle acque) e frammentata da una suddivisione di responsabilità tra soggetti, livelli amministrativi e settori di governo. Queste suddivisioni impediscono di fatto la necessaria visione integrata del territorio. La prospettiva dei servizi ecosistemici permette di integrare le diverse dimensioni e i diversi sistemi. Figura 3.3 Iniziativa di Vancouver: la pianificazione territoriale è basata sul riconoscimento dei diversi servizi ecosistemici che il territorio fornisce (www.metrovancouver.org/planning/development/ecologicalhealth).


Visione d'insieme

4. Le dinamiche del Parco

Il Parco, con i suoi 65 piccoli e grandi ghiacciai, i suoi 51 laghi, le sue 16 valli è ben conosciuto sia a livello nazionale sia internazionale, e riconosciuto come risorsa dalla popolazione locale. Popolazione comuni del Parco 43.000 42.000 41.000 40.000 39.000 38.000 37.000 36.000 35.000 34.000 1981

1991

2001

Grafico 4.1 Popolazione comuni del Parco (dati Serv.Stat.-PAT).

2009

Qui è interessante riportare alcuni dati riguardo le dinamiche in atto in questo territorio e in quelli limitrofi. I territori limitrofi costituiscono un bacino d'utenza (la domanda) spesso inconsapevole dei vari servizi ecosistemici del Parco. L'ambiente e la società sono in continua trasformazione, riconoscere e analizzare le dinamiche ci aiuta a immaginare meglio i futuri possibili e a prepararci per gestire in modo consapevole i cambiamenti. I dati qui

riportati mostrano che possiamo aspettarci che un numero crescente di persone premerà sugli ecosistemi del Parco e allo stesso tempo aumenterà la domanda di territorio di qualità. Nel frattempo il cambiamento climatico, previsto essere particolarmente rilevante sulle Alpi, potrebbe ridurre drasticamente alcune risorse. Così i servizi ecosistemici del Parco sono destinati a diventare una risorsa contemporaneamente sempre più scarsa e più richiesta. 27


4.1.La popolazione dei comuni del Parco Analizzare la dinamica della popolazione residente è utile per comprendere la domanda di servizi ecosistemici e la pressione sugli stessi ecosistemi (attraverso il loro uso e consumo). La popolazione dei comuni del Parco e delle comunità limitrofe è in continua crescita e continuerà a esserlo in futuro. Dalla sua nascita (1988) il Parco ospita una popolazione che è passata dai 37 mila abitanti (nel 1981) a poco più di 42 mila (nel 2009). I dati riguardanti la Valle di Non e le Giudicarie mostrano che la crescita risale e continua almeno dagli anni 1980. Per il futuro tale crescita sembra confermata dalle proiezioni: al 2050 I comprensori interessati vedranno un aumento della popolazione di ca. 39% rispetto

40.000 39.000

Valle di Non - C.6

38.000

Giudicarie - C.8

4.2.Attività economiche nei comuni del Parco

37.000 36.000 35.000 34.000 33.000 32.000 31.000 30.000

Grafico 4.2 Popolazione nei comprensori C8 C9 (dati Serv.Stat.-PAT). Proiezioni popolazione 2050 140.000 Valle di Non 120.000 100.000

al 1985 (con un aumento maggior per le Giudicarie, +43%).

Valle di Sole Giudicarie

80.000 60.000 40.000 20.000 0

Grafico 4.3 Proiezioni popolazione dei comprensori interessati al 2050 (dati Serv.Stat.-PAT).

Le attività economiche adiacenti o nel Parco sono per la maggior parte dipendenti dal territorio, quindi dai suoi servizi ecosistemici, essendo principalmente legate all'agricoltura-silvicoltura e pesca (34.9% delle imprese), e al turismo, mentre è di rilievo la filiera del latte, che connette i pascoli ai formaggi, anche riconosciuti con marchio DOP. Tali attività stanno cambiando rapidamente. Dal 1982 al 2000 si registra un modesto aumento delle superfici utilizzate (+8%) ma una generale diminuzione del numero di aziende agricole (-20%). A diminuire sono soprattutto le aziende dedicate ai pascoli permanenti, ai


seminativi, e alla coltivazione della patata, mentre in crescita sono soprattutto le superfici a bosco e a prato permanente. Nel settore

allevamento, nei recenti 20 anni si registra un crollo tra il 60 e 80% del numero di aziende con bovini, nei vari comuni, con una minore diminuzione del numero totale di capi. Mentre l'età media degli allevatori e degli agricoltori si sta alzando, le aziende agricole scompaiono o si fondono, con lo sviluppo di poche ma relativamente grosse aziende zootecniche. Le piccole aziende avendo sempre meno ricavi dalle attività zootecniche o agricole sono portate a sviluppare attività economiche parallele.

2000 50%

40%

30%

20%

10%

0% Agricoltura, silvicoltura pesca

Costruzioni

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazioni

Attività dei servizi alloggio e ristorazione

Attività manifatturiere

Attivita' immobiliari

Altre attività di servizi

Grafico 4.4 Variazione del numero di aziende, nei comuni del parco, nei principali settori economici nel periodo 2000 - 2010.

Andamento n- aziende per tipo prod. 2500

2010

Andamento superfici per tipo prod. 50000,0

2000

45000,0

Superficie a bosco

Coltivazioni legnose agrarie

40000,0

Prati permanenti e pascoli

Melo

35000,0

Superficie improduttiva

1500

Prati permanenti e pascoli Seminativi 1000

0

Seminativi 20000,0

Cereali

15000,0

Ortive

Superficie improduttiva

25000,0

Patata Vite

500

Melo

30000,0

Patata Cereali

10000,0

Vite

5000,0

Ortive

0,0 1982

1990

2000

1982

1990

2000

Grafico 4.5 - 4.6 Dinamica del numero di aziende e delle superfici agricole nei comuni del Parco (elab. dati Servizio Statitica PAT). 29


700

Bovini totale Conigli Ovini Suini

600 500 400

350 Bovini 50 capi e oltre Bovini da 1 a 4 capi Bovini da 10 a 49 capi Bovini da 5 a 9 capi

300 250 200

3500

2500 2000

300

150

1500

200

100

1000

100

50

500

0

0 Aziende 1982

Aziende 1990

Bovini da 1 a 4 capi Bovini da 5 a 9 capi Bovini da 10 a 49 capi Bovini 50 capi e oltre

3000

Aziende 2000

Aziende 1982

Aziende 1990

Aziende 2000

0 Capi 1982 Capi 1990 Capi 2000

Grafico 4-7 - 4.8 - 4.9 Andamento 1982-2010 del numero di aziende e di capi bovini nei comuni del Parco (elab. dati Servizio Statitica PAT).

L'altro settore fortemente dipendente dalla qualità del territorio, il turismo, è in generale crescita. La ricettività turistica nei territori del Parco e nei comuni inclusi è notevole, più che doppia rispetto la popolazione locale. N°

Posti letto

Alberghi

341

21’816

Affittacamere, C.A.V. e Bed & Breakfast

69

1’363

Agritur e agricampeggi

28

318

Alloggi privati

6’675

30’773

Campeggi

6

2’956

Case per ferie

16

709

Colonie e campeggi mobili

52

2’268

Rifugi

25

1’293

Seconde case

9’033

42’507

Totale

16’245

104’003

Tabella 4.1 Capacità ricettiva dei comunì del Parco (dati: Servizio Statitica PAT).

4.3.Il cambiamento climatico: Alpi senza genziane e stelle alpine II cambiamento climatico sarà particolarmente rilevante per le Alpi. Le Alpi sono la

regione più ricca di flora dell'Europa centrale, ma anche quella già più colpita dai cambiamenti climatici, in quanto qui il riscaldamento risulta leggermente superiore alla media globale e i suoi effetti più gravi. Secondo il primo

studio paneuropeo (progetto di ricerca internazionale GLORIA ) tra gli effetti del cambiamento climatico potranno sparire specie come genziane, stelle alpine. Le specie più minacciate, infatti, sono quelle di alta quota; così l'androsace alpina, presente anche nel PNAB, ed altre specie nivali sono tra le specie a maggior rischio di estinzione. Entro il 2100 aumenterà il rischio di estinzione per il 45% delle specie vegetali. 1

1 www.gloria.ac.at


Se, come previsto, nei

prossimi 100 anni la temperatura s'innalzerà di 3° C, nell'emisfero settentrionale le aree di vegetazione si sposteranno di circa 600 chilometri da sud a nord e di 600 metri verso l'alto. Molte specie non potranno partecipare a questa migrazione, semplicemente perché sono troppo lente. Gli oltre 100 ricercatori del progetto GLORIA hanno analizzato le comunità vegetali a portamento prostrato sopra il limite della vegetazione arborea in sessanta cime di tutti i principali gruppi montuosi d'Europa. Sono emersi indizi che segnalano come molte piante adattate al freddo vengono soppiantate da specie più termofile. I ricercatori avevano previsto una maggior presenza delle

piante termofile ad alta quota, ma sono rimasti sorpresi della rapidità della loro diffusione tra il 2001 e il 2008, anni in cui sono state effettuate le campagne di rilevamento. Il CIPRA auspica un aumento dell'estensione delle attuali aree protette, la loro connessione e

una migliore protezione della biodiversità al di fuori di queste, per “pensare al di là del proprio naso" e considerare le conseguenze ecologiche ed economiche di questi cambiamenti. Ad esempio, i fiumi alpini riforniscono di acqua 170 milioni di persone. Il

cambiamento climatico ridurrà di molto la disponibilità di acqua sia nelle Alpi sia al di fuori. La domanda di risorse idriche aumenterà drasticamente e probabilmente anche il conflitto tra i diversi gruppi di utenti (acqua per l'agricoltura, per l'idroelettrico o per i pescatori?).

I cambiamenti climatici rappresentano una grande sfida anche per il turismo alpino, che sarà costretto ad adattarsi e, al contempo, essere più compatibile con il clima.

Figura 4.1 Aumento delle temperature medie minime giornaliere di giugno tra i due periodi 2003–2007 e 1996–2000 (fonte Nature - Climate Change 2012, 2, 111–115)

Secondo la relazione del CIPRA sull'impatto del cambiamento climatico, la rinaturalizzazione delle torbiere, la rivitalizzazione dei fiumi e la creazione di sistemi di reti ecologiche, la protezione della natura possono contribuire alla 31


protezione del clima, e allo stesso tempo migliorare lo spazio vitale alpino dal punto di vista ecologico, proteggendo anche l'uomo dai rischi naturali. In questo quadro di riduzione di ecosistemi alpini, il PNAB ha un speciale ruolo di habitat rifugio per specie di alta quota di rilevanza continentale. Con la riduzione della precipitazioni aumenterà la sua importanza anche come serbatoio di acqua per i differenti utilizzi in tutti i suoi territori a valle.

1 cipra.org/it/alpmedia/notizie-it/4537

“In cima al monte e alla lista rossa: l'habitat delle piante d'alta quota come l'androsace alpina si sta ritirando sempre più”. CIPRA 2012 1

foto: Androsace alpina di Apollonio Tottoli (Flickr).


Per capire il metodo

5. Valutazione dei servizi ecosistemici I servizi ecosistemici sono unanimemente considerati importanti fattori per la sopravvivenza e il benessere umano, ma la questione che ne segue è: quanto importanti? A quale scala spaziale e temporale? A quale costo possono essere sostituiti da artefatti e ingegno umano?

Nella gestione di un territorio le scelte e i compromessi che riguardano gli ecosistemi implicano sempre una valutazione, in altre parole una scelta tra alternative in competizione che implica che quella selezionata abbia il “valore” più alto. Aggregare e pesare differenti valori in un processo decisionale è una questione complessa, che richiede un quadro integrativo di conoscenze e un'ampia prospettiva di analisi. Nella maggior parte dei problemi ambientali emerge la necessità di pesare e aggregare una molteplicità di valori differenti connessi ai supposti benefici di una determinata azione e successivamente confrontarli con i relativi costi. Spesso nelle decisioni ambientali benefici e costi sono

scarsamente conosciuti e limitatamente quantificati. La stessa strategia per determinare un futuro “desiderabile” (spesso sinonimo non espresso di “sostenibile”) è raramente esplicitata e la prospettiva temporale delle decisioni è solo eccezionalmente definita in modo chiaro (a parte per le eventuali scadenze amministrative). Allo stesso tempo, non si tiene conto che gli obiettivi sociali (delle comunità) si modificano continuamente e possono evolversi con i cambiamenti provocati dalle azioni programmate. Nel presente studio ci si propone di iniziare

una valutazione integrata (ispirata allo schema nella Figura 5.1) con l'intento di fornire all'amministrazione del Parco strumenti di analisi idonei a risolvere alcuni dei problemi sopra. 33


Per valutare il valore complessivo degli ecosistemi del Parco si possono distinguere sommariamente tre categorie di valore: ecologico, socio-culturale ed economico (de Groot et al. 2002).

Il valore ecologico di un ecosistema può essere determinato sulla base della capacità di erogare determinati servizi ecosistemici. Tale capacità dipende dai processi ecologici supportati e può essere misurata da parametri tipici dell'ecologia degli ecosistemi come ricchezza di specie, diversità, produttività primaria, complessità delle reti trofiche. Per ciascuna risorsa ambientale si dovrebbe definire un livello di uso sostenibile, quello che non incide negativamente sui valori attuali e futuri, ma ciò

esula dall'attuale studio. Il valore socio-culturale degli ecosistemi si fonda sulla percezione dei singoli (es. valore estetico o paesaggistico), sui benefici per la salute mentale e fisica, ma anche sui valori della comunità locale (es. quando l'ambiente costituisce la base della sua identità culturale) e di quella internazionale (il riconoscimento dell'UNESCO

fa riferimento proprio a un patrimonio dell'intera umanità). La valore economico delle risorse naturali ha una lunga storia nello sviluppo della teoria economica : dal puro valore d'uso dell'economia classica del 19° sec., al concetto di completa sostituibilità e al valore di scambio dell'economia neoclassica di inizio 1900, fino allo sviluppo di tecniche e concetti (es. Valore Economico

Beni e Servizi Ecosistemici

Valori socio-culturali salute, valore d’opzione, (basati sulla percezione, cultura, equità)

prospettiva della cosiddetta

“sostenibilità forte” in cui il capitale naturale è complementare al capitale umano quindi non sostituibile. Numerose sono le

Valori ecologici valore di conservazione, valore di esistenza

Ecosistemi

Totale) dell'economia ambientale. A partire dagli anni 1960, l’economia ambientale cerca di estendere la valutazione monetaria a componenti dell'ambiente che non hanno mercato. Recentemente, con gli anni 1990 si è differenziata un'area disciplinare detta economia ecologica (ecological economics) che propone la

Valore Totale

Decisioni

Valori economici basati sul valore di scambio , valore d’uso produttivo

Figura 5.1 Schema di valutazione integrata (ridisegnato da de Groot et al., 2002)

tecniche disponibili di valutazione economica di beni ambientali, di cui si possono riconoscere quattro categorie generali. Ciascun gruppo di tecniche si presta alla stima di una particolare componente del


Valore Economico Totale . 1

L’attribuzione di valori economici all’ambiente non è priva di limitazioni e contestazioni, ed è tuttora aperto il dibattito sull’utilità e sull’affidabilità di valutazioni inevitabilmente riduzioniste (Nunes and van den Bergh 2001). Il concetto di Valore Economico Totale cattura molti dei benefici degli ecosistemi ma non tutti (Emerton and Bos

A complicare la valutazione sono la limitata conoscenza e l’inevitabile incertezza delle scienze ambientali, ad esempio le relazioni quantitative tra servizi ecosistemici e biodiversità, con i diversi livelli di complessità in cui si esprime (geni, specie, comunità, ecosistemi, paesaggi) sono ancora poco note. Solo in casi particolari si è in grado di stimare soglie critiche di consumo o di prelievo. Se l’offerta di servizi ecosistemici è poco conosciuta lo è anche la domanda, che determina il valore finale. Infatti, la definizione di variabili soggettive, sociali, culturali dell’agente economico ha un’alta indeterminatezza. Nonostante le incertezze dei suoi risultati, la valutazione economica di servizi ecosistemici rimane un esercizio importante.

2004). Per esempio, la

biodiversità ha un valore teoricamente infinito, poiché teoricamente infinito (o indeterminabile) è il prezzo per cui un soggetto sarebbe disposto a pagare per avere risorse necessarie alla sua sopravvivenza.

1 dalla definizione iniziale di VET (Pearce and Turner 1990, Turner et al. 1996) si sono evolute versioni che possono differire da quella usata.

Figura 5.2 Flusso annuale di benefici provenienti dalle foreste in alcuni paesi: i valori di mercato degli ecosistemi associati a legname e combustibili legnosi sono meno di un terzo del valore economico totale (che include valore non di mercato come assorbimento del carbonio, protezione delle falde, e valore ricreativo).

Diversamente il rischio è che

le decisioni ambientali vengano influenzate solo dai valori di mercato posti sul tavolo dei decisori e di conseguenza che i servizi ecosistemici senza valore d’uso diretto possano essere del tutto trascurati, nonostante possano contribuire in modo significativo al capitale naturale. La valutazione economica può essere vista come un metodo per determinare l’importanza relativa di componenti ambientali, per questo può aiutare i decisori a intraprendere decisioni informate riguardo la conservazione. In altre parole i valori monetari possono essere un indicatore per trasformare una questione ambientale in una politica territoriale (Bräuer 2003). 35


Metodi comunemente usati

Esempi di oggetti di valutazione

Tecniche dirette di mercato quando è possibile definire un valore di scambio (commerciale)

Servizi di produzione (es. legname, altre materie prime, selvaggina, funghi)

Tecniche indirette di mercato si stimano i costi evitati (dei danni potenziali) o costi di sostituzione (di alternative ingegneristiche), oppure i costi che un soggetto affronta per godere del servizio (costi di viaggio, prezzo edonico). Tecniche non di mercato, es. valutazione contingente si valutano scenari ipotetici attraverso indagini (interviste, questionari) sulla disponibilità a pagare per avere un miglioramento (un dato aumento del servizi ecosistemici es. qualità d’acqua in un torrente, o quantità di pesci pescabili) o della disponibilità a essere compensati per un eventuale diminuzione del SE. Valutazione partecipativa approccio più recente che prevede la definizione collettiva di valori, che può coinvolgere pareri di esperti (conoscenza esperta) o/e pareri di attori locali (conoscenza locale), in sinergia.

Componenti del Valore Economico Totale Valore d’uso diretto

Servizi di regolazione (es. impollinazione, protezione dalle inondazioni)

Valore d’uso indiretto

Servizi di regolazione (es. auto-depurazione delle acque) Valore ricreativo Disponibilità risorse genetiche Funzione di habitat per specie (target)

Valore di opzione

Servizi culturali Funzione di habitat per specie (target) Soddisfazione che la risorsa esista

Valore d’esistenza

Valore d’uso

Valore di nonuso

Tabella 5.1 Tecniche di valutazione economica e componenti del Valore Economico Totale (elaborato da Bräuer 2003, Millennium Ecosystem Assessment 2003).

5.1.Metodi di valutazione: tre metodi complementari Nel presente studio si applicano tre metodi complementari per valutare i servizi ecosistemici: il primo, spazialmente esplicito, per localizzare nel territorio del Parco Naturale Adamello Brenta le aree da cui emergono i diversi servizi ecosistemici, il secondo per giungere a una stima monetaria indiretta ma esaustiva dei valori economici potenziali, attraverso il metodo cosiddetto “benefit

transfer”; il terzo per quantificare in modo diretto alcuni servizi, in termini di componenti del Valore Economico Totale del Parco. La scelta dei tre approcci è giustificata dall’intenzione di sperimentare diverse tecniche e tenere una prospettiva multipla dei diversi valori. La ridondanza dei risultati permette di osservare gli intervalli di variazione (range), quindi di avere almeno un idea dell’incertezza (che non sarebbe possibile ottenere con un solo metodo che portasse a un solo valore per ciascun servizio ecosistemico). Si ricorda che l’obiettivo di questo esercizio è supportare decisioni, quindi

l’ideale applicazione è per il confronto tra esiti di gestione o tra ipotesi di pianificazione.

5.2.Mappa dell’offerta e domanda di servizi ecosistemi Differenti ecosistemi hanno una differente capacità di erogare servizi ecosistemici, in funzione della loro funzionalità ecologica o integrità. A parità di ecosistema, la funzionalità di diverse aree dipende dalle condizioni biofisiche (es. quota, clima locale, pendenza) e dalle pressioni antropiche come disturbo, inquinamento, ecc. Mappare gli ecosistemi in funzione della loro potenziale fornitura di servizi ha l’utilità di aggregare informazioni complesse e se ripetuto nel tempo può costituire un metodo di monitoraggio. Un approccio rapido per mappare aree sorgenti (offerta) di servizi ecosistemici è proposto da Burkhard e


colleghi (2012) in cui ad ogni categoria di uso del suolo o copertura si associa un valore da 0 a 5, in base alla capacità di ciascuna copertura di fornire un determinato servizio. In modo analogo si possono mappare le aree che beneficiano dei vari servizi ecosistemici o le aree di uso (domanda). Si ricorda, che per definizione, secondo Fisher e colleghi (2009), un servizio ecosistemico è tale solo se c’è l’uomo a beneficiarne, senza beneficiari la funzione ecosistemica (o il processo ecologico) non è considerata un servizio (Fisher et al. 2009). Nel caso del Parco si applicano in parte i pesi derivati da Burkhard e colleghi e in parte informazioni di valore precedenti. Per i servizi culturali si adotta una procedura originale con lo scopo di produrre una

cartografia di valori sfumati (fuzzy). I valori percepiti per definizione sono spazialmente sfumati: la bellezza di un

bosco non si limita ai confini della superficie occupata da alberi. Per la precisione, si distinguono dei valori relativi interni allo stesso Parco, sulla base di attribuzione di valori alle diverse coperture, attraverso il calcolo di kernel density sui valori proposti da Scolozzi et al., 2012 e Burkhard et al., 2012 per il valore “estetico”, con una riclassificazione a intervalli geometrici. L’ utilizzo del kernel density per mappare valori di paesaggio secondo una scala di valori “sfumati” è già stato applicato ad alcuni paesaggi dell’Umbria (per i dettagli più tecnici si rimanda a Vizzari 2011). Per la biodiversità si specificano

i valori relativi per la componente faunistica e floristica. Per la componente faunistica si considerano la presenza potenziale e i valori assegnati a 15 specie, alcune d’interesse strettamente conservazionistico (lince, orso, marmotta) altre di interesse anche venatorio (cervo, capriolo, camoscio, muflone, stambecco, gallo cedrone, francolino, gallo forcello, pernice bianca, lepre). Ciascuna specie è “pesata” secondo criteri ecologici: livello trofico, stenoecìa, vulnerabilità, rarità naturale e sensibilità (grado di rischio d’estinzione). Le specie e i relativi valori erano stati precedentemente definiti da un gruppo di 24 esperti, nel corso del progetto SISA, Sistema Informativo della Sensibilità Ambientale, a cura dell’Università di Trento (Diamantini et al. 2007, Scolozzi

2007). L’informazione spaziale è derivata dall’habitat potenziale definito dalle coperture più idonee per ciascuna specie e dalla presenza di elementi di disturbo (es. strade, aree urbane, coperture non idonee o fonti di disturbo). La componente floristica è definita considerando 45 specie appartenenti alla lista rossa regionale e nazionale (Pignatti et al. 2001, Prosser 2001), e 20 endemismi stretti trentini (Prosser 1998) presenti nel parco, utilizzando l’informazione sul rischio di estinzione associata a ciascuna specie. Le specie di lista rossa sono cartografate dal Parco stesso (nel layer “presenze_semplificate”). L’habitat potenziale degli endemismi è stato definito sulla base della letteratura, quindi sulla selezione delle coperture, 37


esposizioni e quote più idonee per ciascuna delle 20 specie endemiche.. L’informazione qualitativa considera la classe di rischio di ciascuna specie (Rischio Relativo, Vulnerabile, Minacciato, Gravemente Minacciato) applicando l’Indice di Rischio di Erosione della Biodiversità (BER) (Fattorini e Giacanelli 2004).

L’approccio semplificato ma facilmente utilizzabile intende definire un dato di partenza da sostituirsi successivamente con la mappatura di specifici indicatori di funzionalità ecosistemica. La rappresentazione spaziale che ne risulta potrebbe essere successivamente integrata da una modellazione e quantificazione dei processi ecologici.

5.3.Il valore economico potenziale dei servizi ecosistemi Gli approcci alla valutazione economica dei servizi ecosistemici possono essere suddivisi in due macrocategorie: stime indirette, che possono essere spazialmente esplicite e valutazioni dirette, basate sulla raccolta di valori di mercato o indagini appositamente sviluppate per determinati siti. Il metodo di stima indiretta più comune è il cosiddetto metodo “benefits transfer” (Wilson and Hoehn, 2006) che si basa su una generalizzazione controllata a nuovi contesti di una serie di valutazioni esistenti (Bateman et al. 1999, Johnston and Rosenberger 2010). Questo metodo ha il grosso limite di generalizzare dei valori assumendo che ogni ettaro di

uno stesso tipo di habitat (o copertura del suolo) assuma lo stesso valore a prescindere dal suo contesto socio-economico e ambientale (ignorando la sitospecifica funzionalità ecologica). L’alternativa è una misura diretta (es. valutazione contingente) che può dare una maggior affidabilità e minore incertezza dei risultati, ma che richiede notevoli risorse in termini di tempo, competenze e persone coinvolte. La valutazione contingente obbligatoriamente si focalizza su singoli aspetti (o valori), per cui una valutazione esaustiva necessiterebbe di numerose campagne di questionari/interviste. Il metodo benefit transfer è adatto ad essere applicato e ripetuto per vaste aree, arrivando a costituire un supporto alla pianificazione e alla gestione territoriale (es. Kreuter et al.

2001). Il “benefits transfer”

è adatto nei casi quando si hanno pochi dati a disposizione e l’area di studio è ampia; tale approccio recentemente è stato utilizzato, per esempio, per valutare il Capitale Naturale del New Jersey (Liu et al. 2010). Qui si applica una versione migliorata del benefit transfer, che in parte compensa alcune limitazioni del metodo, considerando il contesto spaziale di ogni porzione di territorio valutato, recentemente pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Ecological Indicators (Scolozzi et al. 2012a), pubblicato in Italia sulla rivista Territorio (Scolozzi et al. 2012b). In dettaglio, la procedura comporta tre passi (Figura 5.3):


1. Raccolta e organizzazione di dati economici: definizione dei valori medi per ettaro di copertura (Tab.2) sulla base della letteratura economica e aggiornamento di database disponibili (Wilson et al., 2004), questi definiscono un mercato “surrogato” (o potenziale) per i servizi ecosistemici del territorio; 2. Raccolta e definizione dei dati ecologici: a. definizione di variabili “locali”, per ponderare il “contesto” di erogazione dei servizi ecosistemici da parte delle coperture; b. definizione (basato sul parere esperto) della produttività potenziale (da 0 a 1) dei diversi servizi ecosistemici per ogni singola copertura rispetto alle variabili locali (es. erogazione del servizio di regolazione del clima di un ettaro di bosco di latifoglie a una certa quota);

In particolare, i valori medi €/ha sono dedotti da una selezione di 63 studi pubblicati su riviste peer reviewed (per i riferimenti di letteratura si rimanda all’Allegato 1). La definizione delle variabili locali e dei fattori di produttività potenziale sono stati definiti coinvolgendo 46 esperti tramite il metodo Delphi (MacMillan and Marshall 2006). Gli esperti sono provenienti da 10 istituti di ricerca italiani e da differenti discipline. Considerando 10 servizi ecosistemici, 27 categorie di uso del suolo, in totale sono state definite 626 regole (if-then-else) di produttività potenziale (riportati nell’Allegato 2), queste sono applicate a ogni poligono di uso del suolo (cartografia scala 1:10.000, PAT, da volo ITALIA2000,

3. Calcolo e aggregazione a livello di Parco. In sintesi il metodo si basa su una somma pesata (Equazione 1), in cui il valore per un i-esimo servizio ecosistemico di una copertura k (singolo poligono uso del suolo) caratterizzata dall’appartenenza a una data fascia altimetrica (0-400 m, 400-800 m , 800-1200 m, 1200-1600 m, >1600 m) e un definito intervallo di distanza (0-1 km, 1-3 km, 3-5 km, 5-10 km, >10 km) da aree urbane (> 100 ha) è definito dalla sua area (A) moltiplicata per il fattore di produttività potenziale (P), funzione della quota o della distanza da aree urbane, e per il valore medio (€/ha) del servizio ecosistemico in quella copertura definito dal mercato surrogato.

Figura 5.3 Approccio "benefit transfer" per la stima spazialmente esplicita dei valori economici dei servizi ecosistemici. 39


intersecato con buffer di distanza dalle aree urbane e con la fascia altimetrica) tramite un geo-database dedicato (sviluppato in ambiente PostGIS-Postgresql). E’ importante sottolineare che l’intento della valutazione non è quello di definire esattamente i prezzi di

componeneti ambientali, ma guidare le decisioni, quindi confrontare ipotesi o scenari e analizzare dinamiche.

Aree agricole Regolazione clima e gas atmosferici Mitigazione e prevenzione eventi dannosi Regolazione e fornitura acqua Assimilazione rifiuti e residui Regolazione nutrienti Funzione habitat biodiversità Servizi ricreativi Servizi estetico - percettivi Mantenimento e formazione dei suoli Impollinazione

€ 23,00 (14÷32)1

Praterie di alta quota € 7,50* (6÷9)

(2)

€ 58,00 (39÷77)

€ 3,00* € 76,00

€ 145,00 (102÷187) € 1.548 € 27,90 € 31,45 (15÷48) € 3,97 (3,6÷4,3) € 30,62 (15÷46)

€ 2,00*§

Boschi € 124,00 (13÷382) € 163,00 (97÷228) € 3.988 (8÷20.550)

Verde urbano € 623,30 (47÷1.519)

Aree umide interne

Acque interne

€ 232,00 € 6.346,00 € 4.047,50 (1÷9.740)

€ 640,00 (51÷1.191)

€ 76,00

€ 1.454,00

€ 583,00

€ 317,00

€ 212,00

€ 629,33 (2÷1.720) € 107,46 (0,2÷854)

€ 80,37 (9÷210) € 1.310,00 (0,4÷2619) € 3.484,00 (54÷7.306)

€ 1,00*§

€ 1,51

€ 5,00

€ 9,05

€ 24,00

€ 301,66

€ 10,00

€ 4.609,00

€ 685,00 (1÷2.368) € 129,00 € 1.067,00

1. Se disponibili più studi è riportata la media e l'intervallo di valori. 2. Le caselle vuote indicano assenza di studi specifici non mancanza di funzionalità e/o valore. * inclusi ghiacciai, § incluse rocce nude

Tabella 5.2 Valori economici per ettaro medio (€2007 ha-1 anno-1) per macrocategorie di coperture e per i diversi servizi ecosistemici (i riferimenti di letteratura per ciascun valore sono riportati in Allegato 1).


Componente Valore Economico Totale

Dati o indicatori usati

Fonte

Valore d’uso diretto Legno

Funghi

Servizio produttivo (usato) Selvaggina

Servizio culturale

Prezzo macchiatico per produttività delle particelle forestali (come da piano economico forestale) Provvigione media per formazione forestale Tre metodi complementari: 1) numero di permessi alla raccolta1, somma del loro costo2 2) funghi freschi (potenzialmente) raccolti x ogni permesso giornaliero equivalente: 2 kg/permesso3 x prezzo mercato 3) produttività media dei boschi x prezzo mercato di funghi freschi Prezzo medio3 al kg (media tra finferli e porcini) fresco: 22.50 €/kg

Numero capi abbattuti, prezzo stimato4 al kg della carne di selvaggina (5€/Kg)

Acqua potabile Acqua per idroelettrico

prelievi da sorgenti per uso domestico, prezzo indicativo5 consumo acqua potabile (esclusi servizi): 0.40€/m3 Produttività dati di costruzione, fattore di correzione cautelativo (0.5), valore medio di 1kWh secondo “tariffa omnicomprensiva” per fonti rinnovabili: 0.222€ KWh6

Valore ricreativo

Valore ricreativo - turistico dei boschi trentini: € 47,55 €2012/ha

Valore ricreativo caccia

- Stima spesa totale annua per l’esercizio di caccia: media permessi/licenza caccia in Trentino + spesa media nazionale armi/munizioni + spesa media nazionale abbigliamento = 1720€ per cacciatore - Numero di licenze di caccia relative al territorio del Parco

Servizio Foreste PAT Comuni, PNAB Mercati periodici (Trento) Goio et al. 2008 (produttività boschi) Dati Servizio Foreste, dati PNAB, Parere esperto (Associazione cacciatori trentini, valori di mercato austriaco, tedesco, sloveno) Servizio Statistica, Comuni PNAB Tariffa Omnicomprensiva D.M. 18/12/2008 (Goio et al. 2008) valore rivalutato al gennaio 2012 Dati PNAB Associazione Cacciatori Trentini Federcaccia 2011- Ricerca “ I cacciatori Italiani e la caccia”7

Valore d’uso indiretto Servizio di regolazione

Servizio di protezione

Assorbimento del carbonio come accrescimento medio di formazioni forestali -Prezzo atteso 20208: t CO2 (nel mercato crediti di carbonio): 31€/ t CO2 Costi di sostituzione con soluzioni equivalenti di ingegneria naturalistica per boschi in aree a diverso rischio: - ad alto rischio idrogeologico: 254,27 €2012/ha - a rischio valanghivo: 608,89 €2012/ha - a moderato rischio idrogeologico: 159,86 €2012/ha Più costo evitato di imbrigliamento torrenti per limitare il trasporto solido (vedi Notaro e Paletto, 2004)

(Tonolli and Salvagni 2007) (Tvinnereim et al. 2011) (Notaro and Paletto 2004) Prezzi 2004 rivalutati al gennaio 20129

Tabella 5.3 Componenti, metodologia e riferimenti utilizzati nel calcolo del valore reale del Parco. 41


Note per la Tabella 5.3 1.essendo rilasciati dai comuni, i quali possono avere territorio fuori parco, si stima il numero di permessi di raccolta funghi “nel parco” in proporzione all'area del comune inclusa nel parco. 2.si considera il valore giornaliero massimo consentito (2Kg) poiché è supposto essere il più frequente; i permessi di 3 giorni, settimanali o mensili sono convertiti in permessi giornalieri equivalenti; queste due scelte sono da intendersi a parziale inclusione dei raccoglitori locali che non necessitano di permesso. 3.stima a partire dai 15-17€/kg finferli freschi, 25-30€/kg porcini freschi nei mercati trentini, e 1335€/kg misti e porcini vendita online (provenienza Appennino) 4.non esiste un mercato registrato in Trentino per carne di selvaggina, il valore è “stimato” sulla base di 5 kg/€ ipotizzati per il Trentino dai cacciatori stessi, di 7€/kg nelle spedizioni di caccia ungulati in Slovenia e Serbia, e di 10€/kg nel mercato (esplicito) austriaco e tedesco.

5.il prezzo finale al consumatore varia in funzione dei consumi e del fornitore del servizio, il valore usato si basa su un prezzo minimo in bolletta Trentino Servizi e rassegna di prezzi in altre province d'Italia. 6.il dato di costruzione, il fattore di correzione cautelativo, e il prezzo “omnicomprensivo” per KWh sono introdotti per ovviare alla forte fluttuazione dei prezzi nel mercato dell’energia e della produzione. Un calcolo più preciso richiederebbe una modellazione basata su una serie storica di dati del mercato dell'energia e dei KWh effettivamente prodotti. 7.www.federcaccia.org/progetti_rice rche.php?idn=12 8.tale valore è rimasto stabile negli ultimi anni, nonostante le fluttuazioni nel breve periodo, e si può considerare come indicatore del valore d'opzione (valore futuro) 9.tramite algoritmo di calcolo ISTAT, sito: rivaluta.istat.it .

Il metodo è: a) spazialmente esplicito, in funzione dell’uso del suolo, b) facilmente aggiornabile, con nuove valutazioni economiche successivamente disponibili c) spazialmente scalabile, può essere applicata e dettagliata a diverse scale spaziali (dal livello nazionale, fino al singolo comune).

5.4.Componenti del Valore Economico Totale La stima diretta si basa su una valutazione parziale del Valore Economico Totale (VET). Una valutazione di tutte le componenti necessiterebbe di una raccolta sistematica dei valori di mercato di tutti i beni e servizi del Parco, del consumo e deprezzamento del capitale naturale, delle spese

ambientali di prevenzione e di protezione, oltre a dover integrare la valutazione con una serie di considerazioni contingenti riguardo i diversi valori d’opzione e valori di esistenza (es. per habitat, per specie carismatiche e/o specie focali). Tale valutazione è resa complessa soprattutto dalla scarsità di dati disponibili: molti dati non sono riferibili al solo territorio del Parco o sono gestiti da molti soggetti diversi, come enti comunali, associazioni di categorie produttive (es. filiera del legno), associazioni locali (es. pesca, caccia). In molti casi manca una raccolta sistematica e un’archiviazione centralizzata (es. permessi raccolta funghi, permessi di pesca, produttività del sottobosco). Qui si calcolano alcune voci del VET considerando i dati al momento disponibili.


Risultati

6. I valori del Parco Adamello Brenta

6.1.Mappa dell'offerta e domanda di servizi ecosistemi Ciascun servizio ecosistemico diventa visibile e apprezzabile ad una determinata scala spaziale, per questo necessita di una specifica e adeguata rappresentazione. Servizio di regolazione: regolazione del clima locale e globale Per tale servizio la scala di rappresentazione è 1:450.000. La mappa include i territori fuori del parco, poiché i processi interessati influenzano verosimilmente le variabili climatiche dei bacini dei torrenti Noce, Sarca, Idro, e Oglio. Infatti, la presenza dei ghiacciai all'interno del Parco determina il regime idraulico dei relativi torrenti (la stagionalità dei flussi), mentre la presenza di massici montuosi relativamente alti influisce sul regime locale delle piogge e sulla circolazione locale di aria fredda e calda (es. il regime della brezze di valle e di monte). In gradazioni di verde sono evidenziate le aree più produttive per questo servizio. Nella mappa sono visibili anche le aree (in rosso) che principalmente ne beneficiano. In realtà, i benefici vanno oltre considerando il contributo, pur ridotto, al bilancio energetico dell'atmosfera e all'assorbimento del carbonio. 43


Servizio di regolazione: protezione dai dissesti idrogeologici

Servizio di produzione: ricarica di falde e sorgenti

La rappresentazione di questo servizio tipicamente direzionale monte-valle, alla scala 1:400.000, è estesa ai bacini che nascono all'interno del Parco o ne sono influenzati per adiacenza. L'influenza su questi ultimi può essere supposta considerando eventuali collegamenti sotterranei di falda tra impluvi adiacenti (si ricorda che i bacini sono qui definiti sulla base delle sole altimetrie). Tali collegamenti possono essere relativamente frequenti in regioni a substrato calcareo e la norma in presenza di carsismo. La differenza con la precedente mappa riguarda soprattutto il ruolo dei ghiacciai (qui trascurabile), mentre le foreste come nel servizio precedente danno il contributo maggiore.

La rappresentazione, alla scala 1:250.000, evidenzia la presenza di 494 sorgenti dipendenti dai territori del Parco, la portata complessiva registrata è di 1.821,05 l/s (equivalente a un volume teorico di ca. 57 milioni m3/anno). Oltre alle sorgenti anche corsi d'acqua, ghiacciai, laghi e pozzi all'interno del parco forniscono acqua ai vari utilizzi. In tabella si mostrano i diversi utilizzi e relativi volumi delle numerose derivazioni situate nel territorio del Parco. La distribuzione dei contributi al servizio tra le varie coperture è simile ai precedenti due casi, con un massimo ruolo da parte dei boschi e dei ghiacciai. La disponibilità d'acqua pulita per le comunità locali è tra i servizi ecosistemici più rilevanti,


storicamente riconosciuto, oggi forse dato per scontato. Entro i prossimi decenni, il cambiamento climatico registrato nelle Alpi modificherà in modo significativo questo servizio.

N° Volume medio derivazioni annuo (m3) Altri usi (vari) 79.314 Antincendio 1 630.720 Fontana Pubblica 2 17.040 Idroelettrico - piccoli impianti 21 39.516.388 Idroelettrico - grandi impianti 41 n.d. Igienico e Assimilati 60 803.898 Industriale per usi vari 2 208.224 Irriguo 16 14.830.288 Uso Potabile 135 15.187.811 Stabilimenti pescicoltura 4 n.d. Zootecnico 7 790.675 Tipo derivazione

Servizio culturale: amenità e valore estetico Questo servizio emerge a livello locale e dipende dalla posizione e movimento del fruitore (visitatore, turista, residente), attratto dalla particolarità naturalistica e paesaggistica, così la rappresentazione, alla scala 1:200.000, include strettamente il territorio del parco (ove il servizio si esplica). La domanda qui non è evidenziata poiché i fruitori, in cerca dei famosi paesaggi del Brenta e dell'Adamello, provengono da molte regione d'Italia e d'Europa, rappresentare il bacino d'utenza per questo servizio significherebbe include almeno tutta l'Europa. 45


La valutazione è da interpretarsi come valore “locale”, come potenzialmente “percepito” dal fruitore. In altre parole, un visitatore, in media e verosimilmente, assegnerà un valore più alto al “paesaggio” se situato nelle aree fucsia, piuttosto che in quelle blu. Ovviamente anche queste ultime hanno un valore non trascurabile. Servizio di supporto: habitat per la biodiversità faunistica Tutto il territorio del Parco ha un alto valore di funzionalità per la biodiversità, si possono tuttavia distinguere delle differenze relative. Considerando che la funzione di habitat di una copertura si fonde (sfuma) con quella di altre coperture adiacenti, anche qui si utilizza il calcolo di kernel density per ottenere

classi qualitative spazialmente sfumate. Le aree in blu scuro sono da interpretarsi come quelle che supportano l'habitat di un maggiore numero di specie e tra quelle più sensibili, rare, vulnerabili, di più alto livello trofico (del gruppo predefinito). La mappa è particolarmente interessante poiché i valori evidenziati dipendono dalla singola copertura (in ciascun pixel) ma anche dall'intorno, interpretati dal punto di vista delle specie. Servizio di supporto: habitat per la biodiversità floristica Come nel precedente caso tutto il territorio del Parco ha un notevole valore di funzionalità di habitat per la flora, allo stesso modo sono distinti valori relativi. Nello specifico. la funzione di habitat per la flora è stata mappata alla scala


1:10.000 considerando 61 specie (45 di lista rossa più 20 endemiche strette trentine, alcune delle quali già incluse anche in lista rossa). Il maggiore dettaglio rispetto alle precedenti mappe è richiesto dal tipo di processo valutato: gli habitat di specie floristiche, che possono consistere in poche decine di metri quadrati, sono nettamente delimitati dalle condizioni fisiche, chimiche e

biologiche locali (es. ombra, umidità, esposizione, substrato, utilizzo dell'area). I valori più alti rappresentano i siti in cui sono presenti un numero maggiore di specie, tra quelle selezionate, e/o a più alto rischio di estinzione. I siti di maggior valore sono dovuti alla presenza di endemismi nella parte meridionale e centrale del Parco, o a particolari ecosistemi come torbiere e aree umide.

6.2.Il valore economico potenziale dei servizi ecosistemi Il maggiore contributo al Capitale Naturale del Parco sembra provenire dalla funzione di regolazione delle acque. Altri servizi significativi sono il servizio di habitat per la biodiversità, la regolazione dei nutrienti (ciclo dell'azoto), l'impollinazione. In figura è mostrata la distribuzione dei valori totali medi per ettaro, data dalla somma dei 10 servizi ecosistemici per ciascun poligono di uso del suolo. Poiché l'ecosistema bosco è quello che eroga un numero maggiore di servizi ecosistemici emerge che i valori più alti evidenziano proprio la sua presenza. Questi valori sono da interpretarsi come indicatore generale,

47


poiché il metodo non considera la specifica domanda locale. La mappa dei valori emersa non intende “declassare” le aree con valore minore. Si ribadisce che l’applicazione più idonea del metodo sarebbe un confronto tra scenari. Una replica della valutazione richiede solo una nuova mappa di uso del suolo.

6.3.Componenti del Valore Economico Totale In questo studio si considerano solo alcune componenti del Valore Economico Totale (VET) del Parco Naturale Adamello Brenta. La scarsità di dati rende difficoltosa una valutazione più esaustiva, soprattutto per i valori d'uso indiretto e per quelli di non uso, con uno sbilanciamento della valutazione verso i servizi ecosistemici di Valori €2007/anno € 2.554.726,87

1,8%

€ 3.994.785,67

2,8%

€ 99.899.687,17

70,6%

Assimilazione rifiuti e residui

€ 2.223.936,73

1,6%

Regolazione nutrienti

€ 7.417.362,79

5,2%

€ 13.866.918,32

9,8%

€ 2.508.130,56

1,8%

Servizi estetico - percettivi

€ 225.070,21

0,2%

Mantenimento e formazione dei suoli

€ 609.428,39

0,4%

€ 8.104.528,84

5,7%

Servizi ecosistemici Regolazione clima e gas atmosferici Mitigazione e prevenzione eventi dannosi Regolazione e fornitura acqua

Funzione habitat biodiversità Servizi ricreativi

Impollinazione Totale

€ 141.404.575,56

%

100,0%

produzione (5 voci, contro le 2 sole per i servizi di regolazione e di protezione). Il servizio di

fornitura di acqua per utilizzi idroelettrici costituisce il principale contributo del VET: più di 70 milioni di €/anno, considerando la “tariffa omnicomprensiva” attribuita alle fonti rinnovabili. Tale valore nella realtà è molto variabile, dipendendo da un mercato dell'energia, caratterizzato da forti fluttuazioni, ma anche utilizzando un diverso prezzo di base, il peso di questo servizio rimane prevalente. Negli anni 1950, durante l'epopea dell'Italia del boom, l'idroelettrico era considerato il “petrolio del Trentino”. Se si trascura la fornitura di acqua per l'idroelettrico, il servizio di protezione diventa quello con il

maggiore valore annuo (poco più di 16 milioni €/anno), per via degli alti costi di sostituzione del servizio con alternative di ingegneria naturalistica (es. terrazzamenti a palificata, messa a dimora di alberi e arbusti). Altri voci significative sono l'assorbimento di carbonio (ca. 6.5 milioni €/anno), la produzione legnosa (4 milioni €/anno) e il valore ricreativo (quasi 3 milioni €/anno se inclusa anche la caccia). Nell'insieme, il flusso annuale dei benefici erogati dal Parco supera i 100 milioni €/anno, un valore paragonabile anche se inferiore a quello derivante dalla stima indiretta (ottenuta tramite il metodo benefit transfer). La differenza tra i due valori è dovuta al diverso numero di servizi ecosistemici considerati nei due metodi.


Componenti del Valore Economico Totale Valori

Dati utilizzati Valore d’uso diretto

Servizio produttivo (usato)

Legno

Funghi

Selvaggina 1

Acqua potabile Acqua per idroelettrico

Servizio culturale

Valore ricreativo Valore ricreativo caccia

Prezzo macchiatico (media tra valori (2009 – 2010) X volume prelevato nelle particelle forestali Parco 80.153 m 3 X 50.04 €/ m 3 = Metodo 1 (Ricavo totale permessi 2011 raccolta “nel” parco) € 94.329,12 Metodo 2 (N° tot permessi giornalieri equivalenti 2011 x quantità max. permesso raccolta x prezzo mercato) 43.879 giornate x 2 kg/giornata x 22.50 €/kg = € 1.974.555,00 Metodo 3 (produttività media dei boschi per valore di mercato di funghi freschi) 19.892,58 ha x 1.5 kg/ha x 22.50 €/kg = € 671. 374,58 Numero capi abbattuti 2 x stima kg/capo x prezzo €/kg Camosci: 892 capi x 20 kg/capo x 5 €/kg = € 89.200,00 Caprioli: 505 capi x 15 kg/capo x 5 €/kg = € 37.875,00 Cervi: 172 capi x 50 kg/capo x 5 €/kg = € 43.000,00 Volume derivazioni medio annuo (2001-2011) x prezzo indicativo consumo acqua in bolletta (escluse voci di servizi) 1.256.794,45 m 3 x 0.40€/ m 3 = Produzione potenziale centrali (dati progetto) S. Massenza, Ponte Pià, Nembia x fattore correzione x prezzo (650 + 9 +39) Milioni KWh/anno x 0.5 x 0.222€/KWh Sup. boschiva x Valore ricreativo - turistico dei boschi trentini 19.892,58 ha x 47,55 €/ha = Numero licenze caccia (sezioni nel Parco, 2011) x costo annuale medio esercizio caccia 1.129 x 1.720€/anno =

Valore d’uso indiretto Servizio di regolazione Servizio di protezione

85.962.840,64 €/anno 4.010.856,12 €/anno

913.419,57 €/anno (media 3 metodi)

170.075,00 €/anno

502.717,78 €/anno 77.478.000, 00 €/anno 945.892,18 €/anno 1.941.880,00 €/anno

22.927.687,53 €/anno

Tonnellate equivalenti CO2 x prezzo atteso nel 2020 214.128,06 t CO2 x 31€/ t CO2 =

6.637.969,86 €/anno

sup. boschi a elevato rischio idrogeologico x costo sostituzione + costo briglie evitato 4997,61 ha x 254,27 €2012/ha + 4997,61 ha x 219,55 €2012/ha = € 2.367.967,57 Sup. boschi a rischio valanghivo x costo sostituzione + costo briglie evitato 3.035,80 ha x 608,89 €2012/ha + 3.035,80 ha x 219,55 €2012/ha = € 2.514.978,15 Sup. boschi a moderato rischio idrogeologico x costo sostituzione + costo briglie evitato 30.064,50 ha x 159.86 €2012/ha + 30.064,50 ha x 219,55 €2012/ha = € 11.406.711,94

16.289.717,67 €/anno

Valore Economico Totale

108.890.528,17 €/anno

1. non sono calcolati mufloni, lepri e tetraonidi cacciabili. 2. media 2011-2008-2007-2006

49



7. Conclusioni

Un approccio alla conservazione focalizzato a perpetuare uno status quo, ovvero a mantenere componenti ambientali come fossero “oggetti fissi” in una “riserva” da cui escludere attività umane può fallire la sua missione. Per una conservazione efficace di ecosistemi e specie, numerosi autori sottolineano la necessità di considerare i territori adiacenti le aree protette e le relative componenti economiche, sociali e culturali. Nella prospettiva dei servizi ecosistemici emergono evidenti i legami tra i territori fornitori di servizi e beni e le comunità di utilizzatori e beneficiari (locali ma anche internazionali!). Con la valutazione (e valorizzazione) dei servizi ecosistemici cambia la prospettiva della stessa conservazione, che diventa una voce di sviluppo nella misura in cui si manifesta come opportunità di salvaguardia e (eventuale) ampliamento del Capitale Naturale. L'attenzione si sposta sui processi, sulle relazioni tra componenti, include la variabile temporale, le dinamiche (le variazioni, i trend) diventano più importanti degli “oggetti fissi” e dei valori assoluti.

I recenti sviluppi dell'ecologia applicata e dell'economia ambientale permettono di stimare, pur con qualche approssimazione, l'erogazione di servizi ecosistemici da parte dei nostri territori e il loro valore economico. Nel presente studio sono stati cartografate la domanda e l'offerta di diversi servizi ecosistemici, e sono stati misurati il valore potenziale e il valore reale di una parte di essi. Queste informazioni costituiscono un dato di base importante per le prossime scelte e strategie nella gestione del Parco, e si integrano e completano i numerosi dati già in possesso, risultati di una decennale ricerca scientifica e gestione pratica del suo territorio. Il maggior valore aggiunto dello studio è la proposta di un metodo e di una nuova (per le aree protette italiane) prospettiva. Gestire i territori per i servizi ecosistemici che questi possono erogare apre ad opportunità di sinergia per gli obiettivi di benessere delle comunità e gli obiettivi di conservazione della biodiversità. Un'ampia letteratura scientifica evidenzia come una gestione integrata e una conservazione dei servizi ecosistemici supporta economie locali più robuste nel lungo periodo (più 51


resilienti di fronte ai possibili shock esterni o interni), porta ad una qualità diffusa del territorio e ad una migliore qualità di vita per le comunità locali. Si tratta di studiare, capire e definire i compromessi tra le politiche e le pratiche che promuovono i diversi servizi, e di sviluppare piani di conservazione e gestione a livello di intero ecosistema, definendo soglie di uso che non danneggino la capacità degli ecosistemi di erogare beni e servizi. Per arrivare a questo è necessario una diffusa consapevolezza dell'importanza dei servizi ecosistemici e delle risorse necessarie alla loro conservazione.

Prossimi passi Per una pianificazione e una gestione sostenibile dei servizi ecosistemici di un territorio è

essenziale comprendere quali specie, o quali gruppi funzionali o quali tipi di habitat collettivamente producono i vari servizi ecosistemici (cosiddetti “fornitori di servizi”). Capire a quali scale temporali e spaziali i servizi ecosistemici operano sarà essenziale per sviluppare una conservazione a scala di paesaggio. Ad esempio, quanta parte di un bacino deve essere mantenuta a bosco maturo per fornire acqua pulita per le comunità a valle? Quali differenti usi del suolo possono deteriorare la capacità di foreste e suoli di purificare l'acqua o la capacità di habitat naturali di supportare l'attuale biodiversità faunistica? La prospettiva dei servizi ecosistemici apre opportunità ma anche ulteriori domande e questioni, per le quali si possono già immaginare prossime

applicazioni e i possibili futuri sviluppi. Ovviamente, non spetta al Parco risolvere tutte le questioni aperte, ma può giocare un ruolo importante e fungere da esempio di

sinergia tra sviluppo e conservazione. Per questi obiettivi in apparentemente in conflitto il Parco può sperimentare e raggiungere un compromesso soddisfacente con le componenti sociali del suo territorio se saprà:

informare il pubblico riguardo i benefici erogati dagli ecosistemi (quindi dell'esistenza del Parco stesso) e promuoverne la sensibilità,

attribuire un valore economico ai servizi erogati per confrontare costi e benefici di specifiche decisioni, integrare la gestione

del territorio dentro e fuori il parco sulla base delle minacce o opportunità per gli stessi servizi ecosistemici. La prospettiva dei servizi ecosistemici può risultare particolarmente utile anche nel caratterizzare il contesto ambientale, paesaggistico e territoriale nell'ambito di una Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Rispetto a questo quadro la legge urbanistica provinciale del 4 marzo 2008 n.1 ha declinato la valutazione strategica dei piani come autovalutazione ed esplicitato che i piani dei parchi naturali provinciali sono elaborati sulla base di una

rendicontazione urbanistica al fine di garantire una scelta ponderata tra le possibili alternative.


Un applicazione del metodo proposto per la valutazione dei servizi ecosistemici permetterebbe già di individuare le criticità e le potenzialità del territorio in modo da orientare le azioni da intraprendere e la strategia per definire le azioni stesse. La valutazione economica degli ecosistemi, nella dimensione del loro valore d'uso diretto e indiretto, permette di supportare confronti tra alternative sulla base di un unità di misura comune e riconosciuta da tutti. Gli stessi servizi ecosistemici possono essere considerati veri e propri indicatori per qualificare e quantificare gli effetti sull'ambiente delle scelte pianificatorie. L'eventuale variazione del Capitale Naturale può costituire un indicatore integrato su cui basare piani di monitoraggio

atti a verificare il livello di attuazione dei piani e gli effetti delle azioni e di fornire indicazioni per un eventuale riorientamento dei piani stessi.

 costruire dei modelli di

A lato di eventuali prossime applicazioni operative rimangono una serie di sfide per la ricerca, in generale e all'interno del Parco:

Per mantenere in futuro il Capitale Naturale del Parco è importante definire una gestione “ottimale”, con soglie di uso e definite condizioni di funzionalità ecologica, che possa garantire un desiderato mix di servizi ecosistemici e una resilienza sia della comunità sia degli ecosistemi. Tutto questo non deve coinvolgere solo gli esperti, i tecnici, i ricercatori, ma richiede una mutua collaborazione tra l'amministrazione del Parco, le amministrazioni territoriali adiacenti, le comunità locali e gli altri beneficiari o utilizzatori dei servizi ecosistemici del Parco, in un processo apprendimento sociale e

 studiare e integrare in un

quadro conoscitivo multidisciplinare i diversi fattori che governano i servizi ecosistemici, sia quelli ecologici sia quelli socio-economici  sviluppare un approccio

multi-scalare per incorporare i fattori che alle diverse scale spaziali influenzano la produttività di servizi ecosistemici de Parco (dalla scala globale, es. il cambiamento climatico, al micro livello, es. il carico di nutrienti nei pascoli alpini)

simulazione di fornitura dei servizi ecosistemici in funzione degli interventi di gestione e dei processi ecologici.

gestione adattativa. Allora il Parco, sarà riconosciuto non come una limitazione allo sviluppo, un enclave da tutelare, “un onere perché non produce e costa dei soldi mantenerlo” ma un valore collettivo e una risorsa non scontata.

53



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Osservandola con attenzione, questa foto riassume bene importanti servizi ecosistemici del Parco Naturale Adamello Brenta: energia idroelettrica, acque cristalline, boschi maturi e produttivi pascoli.

foto: Piana di Nambrone di Nic Criscuolo (Flickr).



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