2° Test semiotica e linguaggi
Domanda unica: Tenendo presente la classificazione dei codici semiologici di De Mauro, quali sono le caratteristiche distintive delle lingue storico-naturali? Le classificazioni dei codici sono quattro: materiale, pragmatica, semantica e semantico-sintattica. Una buona classificazione di un linguaggio deve tenere conto sia della dimensione semantica ma anche di quella sintattica. Per linguaggio difatti intendiamo una famiglia di codici omogenea dal punto di vista semantico-sintattica. Il linguaggio verbale fatto di parole, come lo sono le lingue storico-naturale, è una famiglia di codici. In una lingua sia la dimensione pragmatica sia la dimensione semantica sono difficilmente limitabili, in quanto l’insieme dei segni producibili è potenzialmente infinito. In altre parole l’insieme del contenuto del linguaggio verbale coincide con il sapere stesso dell’uomo e a ciò si lega il ruolo centrale che le lingue hanno avuto nell’evoluzione dell’uomo e nella formazione di civiltà e culture. Altra distinzione che rende il linguaggio verbale unico è la possibilità di contemplare tutto ciò che è contenuto nelle altre semiotiche. Quest’ultimo punto non è vero applicato a qualsiasi altro linguaggio, quello dei numeri ad esempio non può contemplare il linguaggio verbale pur rimanendo vero il contrario. Una lingua è composta da segni chiamati monemi o morfi, questi sono segni decomponibili dove ciascuna delle parti scomposta è portatrice di significato complessivo del segno. Esempio la parola #tappo# è scomponibile in ‘tapp’ (morfo lessicale) e ‘o’ (morfo grammaticale) che sta a significare che la parola è singolare maschile. Con questo criterio possiamo definire le lingue storico-naturali come codici articolati o linguaggi dell’analisi, proprio perché sono scomponibili. Il secondo criterio detto della finitezza, non può essere applicato alle lingue, essendo codici articolati e ammettendo quindi un numero infinito di segni. In una lingua, pur basandosi su un numero finito di entità di base, il numero dei monemi è potenzialmente infinito essendo un codice semiotico combinatorio dove il numero di posizioni di una parola o di una frase non è limitato da nessuna regola. Altro criterio applicabile alle lingue è la sinonimia poiché, i segni che costituiscono il codice, possono contenere sensi appartenenti a più classi. Ad esempio questo non può essere vero per molti altri codici come quello dei segnali stradali o di classificazione tipo quello delle targhe automobilistiche ma è sicuramente un tratto distintivo delle lingue. A differenza del linguaggio algebrico che
consente di verificare in maniera oggettiva la sinonimia delle singole entità attraverso delle regole certe e costituite a priori. Questo è piÚ complicato per altri linguaggi dove le regole che stabiliscono i rapporti di sinonimia sono piÚ liquide e cambiano in base al contesto, un gesto fatto a Napoli in un dato periodo storico può avere un senso mentre il suo sinonimo riprodotto in altri contesti ne ha un altro.