UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI FACOLTÀ DI INGEGNERIA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA DEL TERRITORIO TESI DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE
Piano paesaggistico regionale: idee progettuali relative alla fascia costiera dall‘ambito di Alghero a quello di Oristano
Relatore:
Prof. Ing. CORRADO ZOPPI
Controrelatrice: Prof.ssa Ing. GINEVRA BALLETTO Candidata: ROSSANA GALANTI
ANNO ACCADEMICO 2008 – 2009
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Indice
Introduzione 1.
Evoluzione del quadro normativo urbanistico in Sardegna (alla luce di quella nazionale) 1.1 1.2 1.3
2.
Introduzione Adeguamento dei PUC al PPR
pag. 13 pag. 15
Introduzione Localizzazione della fascia costiera Focalizzazione della fascia costiera I comuni della fascia costiera Aree Protette Infrastruttura attuale e localizzazione spiagge Catalogazione spiagge Idrografia - Laghi, invasi e fiumi Ambito n° 9 (Oristano) Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre Ambito n°10 (Montiferru) Ambito n°11 (Planargia) Ambito n°12 (Monteleone) Ambito n°13 (Alghero) Area Marina Protetta Capo Caccia - Isola Piana
pag. 17 pag. 18 pag. 20 pag. 22 pag. 24 pag. 30 pag. 32 pag. 40 pag. 50 pag. 62 pag. 68 pag. 74 pag. 80 pag. 88 pag. 96
Risorse del territorio 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5
5.
pag. 7 pag. 8 pag. 11
Gli ambiti territoriali da Alghero ad Oristano 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9 3.10 3.11 3.12 3.13 3.14 3.15
4.
Introduzione La pianificazione del territorio in Sardegna Gli sviluppi recenti dalla “salva coste” in poi
L’adeguamento dei PUC al PPR 2.1 2.2
3.
pag. 5
Riconoscimento delle risorse nel territorio Risorse attive produttive Risorse attive culturali Risorse attive turistiche e del tempo libero Sovrapposizione grafica delle risorse nel territorio
pag. 101 pag. 103 pag. 104 pag. 106 Pag. 108
Progetto 5.1 5.2
Analisi delle infrastrutture esistenti Studio finale e proposta di scenario
pag. 111 pag. 117
Conclusioni
pag. 135
Bibliografia
pag. 139
Introduzione
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Introduzione Lo studio in esame ha come obiettivo la rappresentazione di idee progettuali miranti allo sviluppo del territorio oggetto del caso di studio anche con l‘osservanza dei limiti e dei contenuti del P.P.R. Infatti è stato effettuato uno studio ―mirato‖, conducendo per ciascun ambito territoriale una analisi di tutto ciò che il P.P.R. ―espone e propone‖, dopo aver effettuato una ricognizione e uno studio dei beni ambientali, storico-culturali e insediativi che identificano l‘ambito territoriale medesimo. Ciò anche prendendo in considerazione le potenzialità dei comuni presenti negli ambiti che formano la fascia costiera in oggetto, ciascuno con le proprie peculiarità e le proprie potenziali ricchezze di tradizioni, di cultura, di storia oltre che territoriali. La proposta di progetto nel rispetto dei ―vincoli‖ vigenti nel territorio, cerca di riqualificare il medesimo e creare un maggior sviluppo economico e socio-culturale delle popolazioni interessate. Per ottenere tale risultato viene compiuta un‘analisi globale delle specificità che caratterizzano la fascia costiera oggetto del presente studio in modo da evidenziare i limiti del territorio che la costituisce, gli ostacoli allo sviluppo economico delle popolazioni per poter individuare gli strumenti più idonei al superamento dei limiti stessi.
Al contempo l‘analisi mira a localizzare i punti di maggior interesse e ad evidenziare le risorse del territorio, siano esse economiche, culturali, ambientali e turistiche, onde individuare le principali attività che possano rivitalizzare l‘economia della fascia costiera. Il principale progetto ritenuto idoneo, sulla base di tutte le indagini svolte è quello di debellare l‘isolamento causato dalla carenza e, talvolta, dalla mancanza dei necessari mezzi di collegamento.
1. Evoluzione del quadro normativo urbanistico in Sardegna (alla luce di quella nazionale)
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1. Evoluzione del quadro normativo urbanistico in Sardegna (alla luce di quella nazionale) 1.1 Introduzione In questo capitolo si analizza il quadro di partenza della pianificazione territoriale della Sardegna, al quale si aggiunge il procedimento di trasformazione basato sul Piano Paesaggistico Regionale. Partendo dalla Legge urbanistica regionale 45/89, che rappresenta uno schema gerarchico di competenze e strumenti dell‘urbanistica regionale, dove la Regione esercita delle importanti competenze riguardanti i territori costieri attraverso i Piani Territoriali Paesistici (PTP). Il PTP è stato introdotto nella nostra normativa dalla Legge 1497/39 (in chiave ―facoltativa‖), la sua formazione era di competenza statale (art. 5); l‘obiettivo è quello di porre a specifico ordinamento d‘uso e valorizzazione le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, inserite in speciali elenchi che comprendono un insieme di beni identificati tra ―i complessi di cose immobili, che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale‖ e tra ―le bellezze panoramiche considerate come quadri naturali e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze‖ (art. 1 legge 1497/39). In conseguenza di ciò è stato anche introdotto come strumento qualificato rispetto a quelli propriamente urbanistici. Le Regioni hanno la competenza di redigere il PTP sin dal 1972 (D.P.R. n. 8/72), inserendolo tra gli strumenti urbanistici; ed è proprio a causa di questo fuorviante affiancamento che alla legge 1479/39 viene accostata la Legge 431/85 (Galasso) che ha introdotto la possibilità di optare tra il vero e proprio Piano Territoriale Paesistico e il Piano Territoriale ―con specifica considerazione dei valori paesaggistici e ambientali‖; la stessa legge ha reso obbligatoria, per le Regioni, la pianificazione paesistica con potere di sostituzione da parte del Ministero dei Beni e le attività culturali in casi di inadempienza. La pianificazione paesistica è sempre sovraordinata agli strumenti di pianificazione urbanistica e prevale in caso di contrasto con essi. Il recente DLgs 42/2004 ―Codice dei Beni culturali del paesaggio‖ (CBCP – che ha abrogato il DLgs 490/99, ―Testo Unico in materia di Beni culturali e ambientali‖ nel quale erano state raccolte le leggi 1497/39 e 431/85) ha distinto la scissione tra PTP e Piano urbanistico-territoriale ―con valenza paesistica‖ annunciando un‘unica tipologia di piano definito semplicemente ―Piano paesaggistico‖ che, alla luce di una ―qualità paesaggistica diffusa‖, deve tenere in considerazione l‘intero territorio regionale, prevedendo anche interventi di riqualificazione delle aree degradate.
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1. Evoluzione del quadro normativo urbanistico in Sardegna (alla luce di quella nazionale)
1.2 La pianificazione del territorio in Sardegna La legge 45/89, ―Norma per la tutela e per l‘uso del territorio Regionale‖, individua vari strumenti per la pianificazione, secondo la categoria cui appartiene il territorio di riferimento. Lo strumento appartenente a un livello di pianificazione regionale è definito dai Piani Territoriali Paesistici (PTP), mentre a un livello di pianificazione provinciale troviamo i Piani Urbanistici Provinciali (PUP) e sub provinciali, così come a un livello di pianificazione comunale si trova il Piano Urbanistico Comunale (PUC) e Intercomunale. La regione disciplina l‘uso del territorio regionale e le norme per la predisposizione dei piani urbanistici delle province e dei comuni. Al fine di tutelare gli insediamenti storici, istituisce i ―laboratori di recupero‖, che hanno il compito di catalogare e definire le tipologie edilizie e le tecnologie edilizie (modifica tipologica e funzionale). La Provincia con i PUP deve assicurare la coerenza degli interventi alle direttive e vincoli regionali dei PTP. I Comuni con i PUC devono assicurare ed equilibrare l‘espansione dei centri abitati in coerenza con le direttive regionali. Con il PTP si individuano le zone ambientali da sottoporre a tutela e vengono anche stabilite le norme da seguire per quelle aree di tutela riguardanti il lavoro dei laboratori di ricerca. Si dice inoltre cosa deve essere contenuto nei piani paesistici: Analisi storico-morfologica del territorio e del paesaggio; Individuazione di scenari paesaggistici; Definizione dei criteri di utilizzazione e definizione degli ambiti
del territorio (con re-
lativa norma); Vengono esplicitati i contenuti dei PUC: - Analisi della popolazione; - Attività insediative e produttive; - Prospettive di fabbisogno abitativo; - Infrastrutture; - Normativa d‘uso del territorio per le diverse destinazioni di zona; - Individuazione aree di tutela; - Norme e procedure per misurare la compatibilità ambientale dei progetti. Gli strumenti di applicazione del PUC sono i piani attuativi. Sia la legge 45/89 che i successivi piani paesistici seguono la procedura di approvazione tipica delle leggi regionali:
Approvazione della Giunta Regionale; Ratifica con Decreto del Consiglio Regionale; Ratifica del Governo nazionale (atto necessario affinché la legge assuma efficacia).
1. Evoluzione del quadro normativo urbanistico in Sardegna (alla luce di quella nazionale)
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Dei quattordici Piani Territoriali Paesistici approvati con i Decreti del Presidente della Giunta regionale del 3 e 6 agosto 1993, solo il n. 7, appartenente alla zona dell'Oristanese (Sinis), non è stato annullato dai Decreti del Presidente della Repubblica del 29 luglio 1998 e 20 ottobre 1998, neanche a seguito delle sentenze del T.A.R. Sardegna dal n. 1203 al n. 1208 del 6 ottobre 2003, e rappresenta perciò l'unico ambito territoriale sottoposto a tutela paesistica generale. I PTP non erano all‘altezza di compiere l‘incarico che la legge assegnava loro, cioè di essere un riferimento generale di coordinamento e di orientamento delle scelte per l‘organizzazione del territorio, creando per lo più una sorta di confusione sul territorio regionale suddividendo in parti che, evidentemente, da un lato valgono di più (quelle comprese nella fascia dei due chilometri dalla linea di costa) e dall‘altro di meno (tutte le altre). Le parti considerate di minor valore sono state abbandonate dall‘interesse Regionale a una disordinata pianificazione comunale, venendo a creare un territorio scomposto, quasi del tutto privo di peculiarità e riconoscibilità. Nell‘art. 10 bis, comma 1 della Legge 45/89 è definito il vincolo di “integrale conservazione dei singoli caratteri naturalistici, storico-morfologici e dei rispettivi insiemi‖ in riferimento ai ―terreni costieri compresi in una fascia di profondità di trecento metri dalla linea della battigia‖, si può dire che questo sia stato il vero limite della possibilità di pianificazione. Pareva che la Regione ritenesse meritevoli di un‘adeguata considerazione, che andasse oltre il limite comunale, solo le zone comprese nella fascia dei due chilometri; inoltre, all‘interno della stessa fascia sovra citata, era tenuta ancora più in considerazione un‘ulteriore fascia, più pregiata, dove veniva esercitato un coordinamento che si limitava a collocare un vincolo essenzialmente ed ingiustificatamente rigido che esprimeva un assoluto rifiuto all‘assolvimento di qualunque ulteriore pratica di coordinamento ed orientamento degli sviluppi del territorio. Si può così dire che la Regione ha delimitato a una fascia di 1,7 chilometri in prossimità della costa l‘assetto, presente e futuro, del territorio isolano nella fase di coordinamento ed orientamento della pianificazione. Dalla banca dati del SITAP (Sistema Informativo Territoriale Ambientale e Paesaggistico) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sono stati estrapolati ed elaborati dei dati, presentati nella tabella seguente (Tab. 1), che indicano i valori delle superfici interessate dalle diverse norme e le diverse tipologie di superfici sottoposte a vincolo ai sensi del DLgs 490/99. È possibile rilevare una mancata corrispondenza tra il totale della superficie vincolata riportato e la sommatoria dei dati disaggregati, questo a causa della sovrapposizione tra le superfici vincolate in base alla Legge 1497/39 e quelle vincolate dalla Legge 431/85 (Ministero dell‘Ambiente, Autorità Ambientale, 2002). Da un‘indagine eseguita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, basata sulla raccolta d‘informazioni necessarie per ottenere un quadro generale degli strumenti legislativi regionali prodotti in materia di pianificazione territoriale (costituendo sul piano degli adempimenti formali, esecuzione del disposto articolo 1 bis della Legge n. 431 del 08/08/85 confluito nel D.Lgs. n. 490 del 29/10/99), si è potuto capire quali fossero le Regioni ancora inadempienti, nelle quali quindi si esercita il potere sostitutivo statale, e ha dato un contributo alla definizione di un quadro comparativo delle esperienze inerenti la pianificazione paesistica maturata dalle varie realtà regionali.
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1. Evoluzione del quadro normativo urbanistico in Sardegna (alla luce di quella nazionale)
REGIONE SARDEGNA D.LGS . 490/99 (EX LEGE 1497/39)
D. LGS. 490/99 (EX LEGE 431/85)
SUPERFICIE VINCOLATA
KMQ
4.187,54
%
17,50
KMQ
2.895,11
%
12,10
KMQ
2.988,41
%
12,49
KMQ
122,41
%
0,51
KMQ
0,00
%
0,00
KMQ
151,36
%
0,63
SUPERFICIE VINCOLATA
KMQ
8.505,63
SUPERFICIE REGIONALE
KMQ
23.931,47
SUPERFICIE VINCOLATA
%
35,54
BOSCHI
FASCE MARINE, LACUSTRI.
ZONE UMIDE
PARCHI
AREE MONTANE
TOTALE AREA VINCOLATA
Tab. 1 - Aree di interesse paesaggistico - ambientale tutelate ai sensi del DLgs n. 490 del 29/10/99, (superficie e % di territorio), anno 2000
La Regione non si è mai servita di altri strumenti che potessero essere sfruttati per esercitare le proprie competenze. La direttiva sulle zone agricole rappresenta l‘unico intervento di vincolo, disposizione e sistema di ordinamento. Solo una piccola parte dei Comuni che avrebbero dovuto adeguarsi al recepimento dei PTP ha conformato il proprio PUC ai PTP della Regione, e questo si può ricondurre al fatto che la pianificazione comunale debba ancora fare riferimento al decreto n. 2266/U/1983 (decreto Floris) ormai ritenuto uno strumento rigido e di difficile interpretazione. La pianificazione provinciale, in base all‘art. 16 comma 2, della legge 45/89, è subordinata agli atti di pianificazione regionale e non ha valore in assenza di essa, però le vengono conferite delle competenze più estese dal DLgs 267/2000 (“Testo unico delle leggi sull‘ordinamento degli enti locali‖) che, dunque, poteva rappresentare una nuova opportunità in quanto l‘art. 20, comma 2, del suddetto Testo stabilisce che l‘amministrazione provinciale adotta il Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP) che non può essere subordinato a quello territoriale paesistico, come indicato nella 45/89, ma equiparato gerarchicamente se non sovraordinato.
1. Evoluzione del quadro normativo urbanistico in Sardegna (alla luce di quella nazionale)
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Un‘altra questione importante, in merito alla pianificazione del territorio nella regione Sardegna, è rappresentata dalle aree protette regionali. L‘art 10, comma 2, della legge 45/89 stabilisce che il piano del parco o della riserva naturale possa sostituire il PTP, nel caso in cui quest‘ultimo non sia stato ancora approvato, in attinenza al territorio cui si riferisce l‘area protetta e che questo abbia i contenuti definiti per il PTP e ne possa assumere la valenza. I piani delle aree protette sono elaborati dalla Giunta regionale (Legge 31/89, art. 12) in perfetta coerenza con la Legge nazionale 394/91 che individua parchi e riserve come condizioni rivoluzionarie nell‘organizzazione del territorio regionale. Neanche in questo caso, però, si nota un interesse nell‘esercitare, da parte della Regione e degli ambiti locali, il recepimento di queste istituzioni, forse anche per la difficoltà di comprendere e interpretare, più che di condividere, le chiavi di lettura delle scelte organizzative per il proprio territorio. Dopo l‘annullamento pressoché totale dei PTP proposti, la giunta regionale, nel 2004, ha ripreso in mano le carte per cercare di attuare una pianificazione volta alla tutela di tutto il territorio regionale, sia costiero sia interno. Con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 33/1 del 10 agosto 2004 (―Provvedimenti cautelari e d'urgenza per la salvaguardia e la tutela del paesaggio e dell'ambiente della Sardegna‖) si è fatto il primo passo verso un intervento legislativo di riordino e l‘assetto di un piano paesaggistico, seguendo ciò che è richiesto nel DLgs 22 gennaio 2004 n. 42 (CBCP - ―Codice dei Beni culturali del paesaggio‖). Con i suddetti Provvedimenti cautelari, vengono revocate le precedenti deliberazioni che dovessero risultare in contrasto con la medesima deliberazione. Questo primo passo verso una nuova pianificazione regionale portò, qualche mese dopo, alla elaborazione della Legge regionale 8/2004 detta anche ―Legge salva coste‖ (LSC). Quest‘ultima stabilisce restrittive misure di salvaguardia dei territori costieri, inserite nella fascia dei due chilometri dalla linea della battigia; queste misure rimarranno in vigore fino alla vera e propria approvazione del Piano Paesaggistico Regionale (PPR), il cui processo di Definizione, Adozione e Approvazione (DAA) è stabilito dalla stessa LSC.
1.3 Gli sviluppi recenti dalla “salva coste” in poi L‘art. 1 della ―Legge salva coste‖ (LSC – LR 8/2004), avente ad oggetto ―Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale‖, ha abrogato l‘art. 10 della LR n. 45/1989 (che prevedeva i contenuti dei piani territoriali paesistici) e l‘art. 11 (che ne determinava la procedura di approvazione), introducendo invece il Piano Paesaggistico Regionale e stabilendone la procedura di approvazione (art. 2 LR n. 8/2004). Con la sentenza n. 51 del 6 febbraio 2006 la Corte costituzionale ha ―promosso‖ la legge regionale Sardegna 25 novembre 2004, n. 8 (la c.d. legge ―salva–coste‖), a fronte di un ricorso del Governo (n. 15/2005). Il CBCP stabilisce che i piani paesaggistici debbano avere determinati requisiti da rispettare, ed è anche per queste peculiarità che il PPR risulta essere il vero nuovo strumento rispetto ai PTP della Legge 45/89.
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1. Evoluzione del quadro normativo urbanistico in Sardegna (alla luce di quella nazionale)
Un primo elemento distintivo è che il Piano Paesaggistico sia riferito all‘intero territorio regionale. Citando il comma 1 dell‘art. 135 del CBCP: ―Lo Stato e le regioni assicurano che tutto il territorio sia adeguatamente conosciuto, salvaguardato, pianificato e gestito in ragione dei differenti valori espressi dai diversi contesti che lo costituiscono. A tale fine le regioni sottopongono a specifica normativa d'uso il territorio mediante piani paesaggistici, ovvero piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici, entrambi di seguito denominati: "piani paesaggistici"[…]‖. E questo fatto è evidenziato dalle varie LSC (art. 1, comma 2), NTA (art. 1, comma 3; art. 4, comma 1 - ―Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale‖ allegate alla Delibera della Giunta regionale n. 36/7 del 5 settembre 2006) e NLUR (art. 15, comma 1 e 2 - ―Nuova Legge Urbanistica Regionale‖ in riferimento al testo del Disegno di Legge n. 204 del 3 gennaio 2006). Dunque il PPR è, a tutti gli effetti, un piano paesaggistico e viene assunto come strumento sovraordinato della pianificazione del territorio con i suoi contenuti descrittivi, prescrittivi e propositivi (art. 143, comma 3, del CBCP e art. 2, comma 2, delle NTA); esso riguarda l‘intero territorio della Sardegna, perciò non ci sono più quelle aree più o meno pregiate a seconda della zona in cui ricadevano, come precedentemente detto in riferimento all‘interpretazione della Legge 45/89. Un secondo elemento caratteristico, molto importante, è che il PPR si attua per ambiti territoriali omogenei (LSC art. 1, comma 3). L‘art. 4, comma 4, delle NTA dice che ―Le disposizioni del piano paesaggistico sono immediatamente efficaci per i territori comunali in tutto o in parte ricompresi negli ambiti di paesaggio costiero di cui all‘art. 14‖. Gli ambiti territoriali omogenei sono 27 e si riferiscono alle aree di interesse paesaggistico, compromesse o degradate. La terza caratteristica riguarda la classificazione che il PPR, confacente al CBCP, individua per i beni paesaggistici (art. 5, commi 2 e 3 delle NTA), classificandoli in: Beni paesaggistici individui: ―quelle categorie di beni immobili i cui caratteri di individualità ne permettono una identificazione puntuale‖; Beni
paesaggistici d‘insieme: ―quelle categorie di beni immobili con caratteri di diffusività spaziale, composti da una pluralità di elementi identitari coordinati in un sistema territoriale relazionale‖. I primi, definiti ―immobili‖, sono identificati ai sensi dell‘art. 136, per il riconoscimento dei quali, come beni paesaggistici, è necessario il procedimento definito dagli artt. 137141 del CBCP; ai sensi dell’art. 142; ai sensi del comma 1, lettera i, dell’art. 143 del CBCP. I secondi non sono altro che le ―aree‖ dove i primi ricadono ai sensi dei medesimi articoli. Questi richiedono particolari misure di salvaguardia, gestione ed utilizzazione (comma 2, lettera b, dell’art. 8 delle NTA, e comma 1, lettera i, dell’art. 143 del CBCP). Le aree e gli immobili di cui all‘art. 136 hanno bisogno di una procedura d‘individuazione;
2. L’adeguamento dei PUC al PPR
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quelli ai sensi dell‘art. 142 non richiedono tale procedura; quelli ai sensi dell‘art. 143 possono essere individuati solamente all‘interno del piano paesaggistico. Il PPR ha valore di piano urbanistico sovraordinato, rispetto a tutti gli altri strumenti della pianificazione regionale, giacché vi è un‘effettiva conformità tra l‘art. 2, comma 1, delle NTA e quelli del piano paesaggistico ai sensi dell‘ art 143, comma 1, del CBCP. La quarta peculiarità del PPR è che esso si applica, come già detto in precedenza, agli ambiti di paesaggio costieri individuati nelle sue cartografie, articolati in:
Assetto ambientale; Assetto storico-culturale; Assetto insediativo.
Invece, per gli ambiti di paesaggio costieri, il PPR impone una disciplina temporanea rigidamente conservativa, con un approccio alla futura pianificazione e gestione delle aree marine e costiere impostato su un‘azione concordata tra Comuni costieri, Province e Regione in cui i primi potrebbero essere i più limitati nella propria autonomia alla pianificazione e nella gestione delle scelte urbanistiche concernenti i proprio territori. Le problematiche legate al recepimento del PPR negli strumenti di pianificazione comunale sarà l‘argomento affrontato nel prossimo capitolo.
2. L’adeguamento dei PUC al PPR 2.1 Introduzione L‘adeguamento al PPR dei PUC degli ambiti di paesaggio costieri (ai sensi dell‘art 1 comma 3 della Legge Salva Coste, e dell‘art. 15 comma 2 della Nuova Legge Urbanistica Regionale), rappresenta il problema del processo di pianificazione compartecipata tra PPR, le proprie NTA e la NLUR. Le problematiche si presentano anche in termini di conflitto tra Regione ed Enti Locali sia per quanto riguarda la procedura di adeguamento generale al PPR, prevista per tutti gli ambiti di paesaggio, sia costieri che interni, sia per il regime di pianificazione attuativa specifica previsto dal PPR unicamente per gli ambiti di paesaggio costieri. L‘art. 20 delle NTA dice: ―1. Fatto salvo quanto previsto dall‘art. 15, fino all‘adeguamento degli strumenti urbanistici, nella fascia costiera di cui all‘art.19 si osserva la seguente disciplina: a) Nelle aree inedificate all‘entrata in vigore del PPR è precluso qualunque intervento di trasformazione, ad eccezione di quelli previsti dall‘art. 12; […]‖ ―2. Nell‘adeguamento al PPR degli strumenti urbanistici comunali, le trasformazioni all‘interno della fascia costiera di cui all‘art. 19, escluse le zone di cui al comma 3 del me-
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2. L’adeguamento dei PUC al PPR
desimo art. 19, vengono sottoposte all‘intesa tra Regione, Province e Comuni competenti per territorio, e sono attuate anche tramite Piani di azione paesaggistica di cui all‘art 11, che in considerazione della valenza strategica dei territori costieri per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo, valutano le esigenze di gestione integrata delle risorse, assicurando un equilibrio sostenibile tra la pressione dei fattori insediativi e produttivi e la conservazione dell‘habitat naturale, seguendo le indicazioni della Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 maggio 2002 relativa all‘attuazione della ―Gestione integrata delle zone costiere‖ (GIZC) in Europa (2002/413/CE) e del ―Mediterranean Action Plan‖ (MAP), elaborato nell‘ambito della Convenzione di Barcellona. 3. Nei piani di azione paesaggistica, previo adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al PPR, possono essere previsti i seguenti interventi: a)trasformazioni finalizzate alla realizzazione di residenze, servizi, ricettività solo se contigui ai centri abitati e frazioni; b) risanamento e riqualificazione urbanistica e architettonica degli insediamenti turistici esistenti; c)
riuso e trasformazione a scopo turistico e ricettivo di edifici esistenti;
d) nuovi insediamenti turistici solo con destinazione ricettiva e alberghiera con standard di qualità elevata, in aree già antropizzate, subordinati alla preventiva verifica della compatibilità del carico sostenibile del litorale e del fabbisogno di ulteriori posti letto; e)
infrastrutture finalizzate a migliorare e/o completare la fruibilità dei litorali;
f)interventi di conservazione, gestione e valorizzazione dei beni paesaggistici; g) infrastrutture puntuali o di rete, purché previste nei piani settoriali, preventivamente adeguati al PPR. L‘art. 11 (Strumenti di attuazione del PPR) delle NTA afferma che: ―1. Le previsioni del PPR si attuano attraverso: a)
i Piani degli enti gestori delle aree protette;
b)
la pianificazione provinciale e comunale;
c)
i Piani di azione paesaggistica.
2. I Piani di azione paesaggistica relativi ai territori di uno o più comuni, disciplinano le trasformazioni ed il recupero urbanistico del territorio in attuazione delle previsioni del PPR, e orientano gli interventi ammissibili verso obiettivi di qualità paesaggistica basati sul riconoscimento delle valenze storico culturali, ambientali e percettive dei luoghi, coordinandoli con le istanze di trasformazione destinate alla riqualificazione paesaggistica e allo sviluppo socio economico.
2. L’adeguamento dei PUC al PPR
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3. Con legge regionale verranno disciplinate le modalità attuative dei Piani di azione paesaggistica e i relativi rapporti fra enti locali‖. Quanto citato nei precedenti articoli indica che, anche quando sia stato compiuto l‘adeguamento, i Comuni costieri dovranno far corrispondere qualsiasi intervento che riguardi una trasformazione della condizione esistente con la Regione e la Provincia. Perciò ci si trova di fronte a due casi di pianificazione territoriale che potrebbero far insorgere dei conflitti: la prima riguarda l‘adeguamento dei PUC al PPR; la seconda mette in riesame le aree non edificate della fascia costiera.
2.2 Adeguamento dei PUC al PPR L‘Art. 107 (Adeguamento della disciplina urbanistica comunale) delle NTA definisce i compiti dei Comuni nell‘adeguamento del proprio strumento urbanistico al PPR, così come l‘art. 15 comma 12 della NLUR (Pianificazione territoriale, direttive e vincoli regionali) indica l‘obbligo per i comuni di adeguarsi entro 12 mesi dall‘approvazione del PPR tenendo conto delle direttive indicate nel comma 7 del medesimo articolo. L‘adeguamento riguarda il pieno recepimento dei contenuti descrittivi, prescrittivi e propositivi relativi agli assetti degli ambiti territoriali e alle indicazioni riportate in ogni scheda tecnica di riferimento ad essi. L‘art. 23 della NLUR che riguarda la ‗Formazione, adozione e approvazione del piano urbanistico comunale‘ indica che per la formazione del PUC ―può essere attivata una procedura di pianificazione concertata tra comune, provincia, regione e altri soggetti pubblici interessati‖. Un documento preliminare, redatto dalla Giunta comunale, che fa riferimento a ciò che è indicato nell‘art. 21 della NLUR, è proposto agli enti interessati come un accordo di pianificazione per la preparazione dello strumento urbani stico comunale. Dopo l‘accordo di pianificazione viene recepito il documento preliminare a cui segue la sottoscrizione dell‘accordo per poi finire con la redazione del piano. Entro 15 giorni dall‘adozione del piano da parte del Consiglio comunale, questo viene depositato presso la segreteria del Comune e messo a disposizione del pubblico per 30 giorni; viene data notizia dell’avvenuto deposito con qualsiasi forma di divulgazione ritenuta opportuna dal Comune, oltre che mediante avviso pubblicato all‘albo del Comune, mediante l‘affissione di manifesti e la pubblicazione su almeno un quotidiano regionale. Il comma 11, qualora non ci sia stata una procedura di concertazione precedente, indica che la Provincia può effettuare una istruttoria all‘atto entro 45 giorni dal ricevimento del PUC, facendo accompagnare questo da un parere di valutazione trasmesso sia al Comune che alla Regione che ha la facoltà di approvarlo, rimandarlo o respingerlo, imponendo dei cambiamenti o delle integrazioni (comma 13). L‘accordo di pianificazione consente di evitare il controllo preventivo sul PUC da parte della Provincia, lasciando comunque alla Regione la valutazione e l‘approvazione finale dell‘adeguamento dello strumento urbanistico comunale al PPR. L‘amministrazione regionale si trova quindi al vertice della gerarchia delle competenze di valutazione.
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2. L’adeguamento dei PUC al PPR
Tutto ciò sembrerebbe però in disaccordo con quanto enunciato dall‘art. 1 (Oggetto e finalità), comma 3 lettera a, della NLUR: ―3. Le finalità di cui al comma precedente sono perseguite, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, adeguatezza ed efficienza, mediante: a)l‘attribuzione ai Comuni di tutte le funzioni relative al governo del territorio non espressamente conferite dall‘ordinamento e dalla presente legge alla regione ed alle province‖. Il principio di sussidiarietà è quel principio sociale e giuridico amministrativo che stabilisce che l'intervento degli organi dello Stato (Stato, Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni), […] debba essere attuato esclusivamente come sussidio (ovvero come aiuto, dal latino subsidium) nel caso in cui il cittadino o l'entità sottostante sia impossibilitata ad agire per conto proprio. L‘art. 4 del DLgs 267/2000 Testo Unico EE LL che riprende l‘Art. 4, comma 3 lettera a, della L. 59/1997 ―Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa‖: ―3. I conferimenti di funzioni di cui ai commi 1 e 2 avvengono nell'osservanza dei seguenti principi fondamentali: a)il principio di sussidiarietà, con l'attribuzione della generalità dei compiti e delle funzioni amministrative ai comuni, alle province e alle comunità montane, secondo le rispettive dimensioni territoriali, associative e organizzative, con l'esclusione delle sole funzioni incompatibili con le dimensioni medesime, attribuendo le responsabilità pubbliche anche al fine di favorire l'assolvimento di funzioni e di compiti di rilevanza sociale da parte delle famiglie, associazioni e comunità, alla autorità territorialmente e funzionalmente più vicina ai cittadini interessati‖. Il principio di sussidiarietà implica quindi che le principali funzioni del potere debbano essere decentrate quando possibile. In altre parole, le funzioni del potere devono essere esercitate al livello più basso possibile, a meno che non esistano ragioni convincenti per assegnarle a livelli più elevati. Tutto questo rende evidente quanto i Comuni siano poco coinvolti nella fase decisionale di approvazione dei PUC volti all‘adeguamento di questi ultimi al PPR.
3. Gli ambiti territoriali da Alghero ad Oristano
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3. Gli ambiti territoriali da Alghero ad Oristano 3.1 Introduzione In questo capitolo si localizzano e analizzano i cinque ambiti che vanno a formare la fascia costiera presa in considerazione per il caso di studio. Ogni ambito sarà esplorato per quanto riguarda le relazioni tra il proprio territorio e l‘ecosistema, i comuni che ne fanno parte, il sistema economico, quello sociale e quello culturale. Prima di tutto si individuerà la fascia costiera nella sua interezza, focalizzando la posizione che occupa nella regione Sardegna, poi verranno elencati i comuni facenti parte di ciascun ambito territoriale che forma la fascia costiera presa in esame, per poi entrare nello specifico degli ambiti territoriali. Verranno prese in esame anche l‘Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre (Malu Entu) e quella di Capo Caccia - Isola Piana, per vedere come queste zone sono integrate con il territorio circostante e con la popolazione. Di seguito si introduce l‘argomento ―Aree protette‖ che illustra le principali leggi (regionale, nazionale ed europea) che regolamentano la materia ambientale in Sardegna; esse sono: la Legge Regionale 7/06/89 n° 31, la Legge quadro 394/91, la Direttiva 43/92/CEE e la Direttiva 97/62/CEE. Dopodiché, con l‘inquadramento delle infrastrutture presenti nella fascia costiera focalizzata, si individuano le spiagge presenti nel territorio che verranno catalogate in: spiagge urbane, spiagge semi-urbane e spiagge isolate secondo la loro posizione rispetto ai centri urbani più vicini e i servizi presenti. Si tratterà anche l‘argomento dell‘ Idrografia della fascia costiera assieme ai laghi, gli invasi e i fiumi che ne fanno parte, catalogandoli secondo la tipologia e le caratteristiche principali, secondo la superficie che occupano e se sono facenti parte di zone protette e nel caso quali. Questa sorta d‘indagine approfondita della fascia costiera permetterà di costruire un‘analisi globale del territorio per poi poter affrontare le soluzioni che si proporranno nella conclusione del caso di studio.
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3.2 Localizzazione della fascia costiera
3.2 Localizzazione della fascia costiera
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3.3 Focalizzazione della fascia costiera
3.3 Focalizzazione della fascia costiera
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3.4 Comuni della fascia costiera
I comuni presenti nell‘ambito territoriale n° 13 (Alghero) sono cinque, per un totale di 165736 abitanti: 1. 2. 3. 4. 5.
Alghero (94, 84% del territorio); Olmedo (100% del territorio); Putifigari (56,63% del teritorio); Sassari (17,30% del territorio); Uri (33,11% del territorio).
Quelli appartenenti all‘ambito territoriale n° 12 (Monteleone) sono nove, 63948 abitanti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.
Alghero ( 5,16% del territorio); Ittiri (10,32% del territorio); Padria (3,50% del teritorio ); Putifigari (11,31% del territorio); Romana (6,04% del territorio); Thiesi (2,26% del teritorio); Villanova Monteleone (91,70% del territ.); Bosa (47,88% del territorio); Montresta (69,22% del territorio).
Quelli appartenenti all‘ambito territoriale n° 11 (Planargia) sono quattordici, 23017 abitanti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14.
Monteleone Rocca Doria (100%); Padria (44,90% del territorio); Pozzomaggiore (2,87% del territorio); Romana (93,96% del territorio); Thiesi (6,51% del territorio); Villanova Monteleone (8,29% del territorio); Bosa (52,10% del territorio); Flussio (16,62% del territorio); Magomadas (100%); Modolo (100%); Montresta (30,73% del territorio); Suni (28,97% del territorio); Tinnura (5,50% del territorio); Tresnuraghes (99,94% del territorio).
Quelli appartenenti all‘ambito territoriale n° 10 (Montiferru) sono otto, 14789 abitanti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
Bonarcado (52,23% del territorio); Cuglieri (97,54% del territorio); Milis (40,58% del territorio); Narbolia (35,67% del territorio); Santu Lussurgiu (37,34% del territorio); Scano di Montiferro (39,58% del territorio); Seneghe (96,24% del territorio); Sennariolo (100%)
3.4 Comuni della fascia costiera
Infine, appartenenti all‘ambito territoriale n° 9 (Oristano) risultano trentacinque comuni e 133101 abitanti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35.
Arborea (100%) Arbus (17,01% del territorio); Baratili San Pietro (100%) Bauladu (22% del territorio); Cabras (100%); Cuglieri (2,45% del territorio); Gonnosfanadiga (2,68% del territorio); Guspini (36,35% del territorio); Marrubiu (100%); Masullas (42,93% del territorio); Milis (38,12% del territorio); Mogoro (47,57% del territorio); Morgongiori (50,30% del territorio); Narbolia (64,33% del territorio); Nurachi (100%); Ollastra (60,19% del territorio); Oristano (100%); Palmas Arborea (100%); Riola Sardo (100%); San Nicolò d‘Arcidano (100%); San Vero Milis (100%); Santa Giusta (100%); Seneghe (3,75% del territorio); Siamaggiore (100%); Siamanna (6,15% del territorio); Siapiccia (20,88% del territorio); Simaxis (100%); Siris (16,42% del territorio); Solarussa (76,25% del territorio); Terralba (100%); Tramatza (100%); Uras (100%); Villanova Truschedu (21,97% del terr.); Zeddiani (100%); Zerfaliu (93,95% del territorio).
In rosso sono evidenziati i comuni presenti al 100% della loro estensione territoriale in uno degli ambiti considerati nel caso di studio. In blu sono evidenziati quei comuni che, pur non appartenendo al 100% ad uno degli ambiti territoriali presi in considerazione dal caso di studio, sono comunque presenti nella loro estensione territoriale, anche se suddivisi fra più ambiti. Un esempio lo troviamo nel caso del comune di Alghero che risulta per la gran parte del territorio facente parte dell‘ambito territoriale n° 13 e in minima percentuale facente parte dell‘ambito territoriale n° 12. I comuni sottolineati sono quelli il cui centro urbano ricade all‘interno dell‘ambito.
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3.5 Aree Protette
3.5 Aree Protette Legge Regionale 7 giugno 1989, n. 31 È lo strumento che regolamenta la materia ambientale in Sardegna; essa in particolare definisce il concetto di parco di riserva e di monumento naturale (articoli 1, 2, 3, 4) e indica, col supporto di studi, rilevamenti, censimenti già predisposti, le aree di particolare interesse e che andranno a formare il sistema regionale dei parchi. La legge regionale 31/89 recante ―Norme per l‘istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, nonché delle aree di rilevanza naturalistica ed ambientale‖ si configura come una vera e propria legge quadro, in quanto non si limita a normare alcuni aspetti connessi alla istituzione di aree protette, bensì delinea i fondamenti di una vera e propria strategia regionale in materia. Questa impostazione trova ampi riscontri nelle esperienze concrete di molte regioni italiane e fa esplicito riferimento alla impostazione del progetto MAB (Man and Biosphere) dell‘UNESCO nonché ad una serie di proposizioni dell‘IUCN; per la Sardegna, si avvale delle numerose ricerche condotte in precedenza sulla materia e in particolare dello studio del Sistema regionale dei parchi della Sardegna, promosso dal Centro Regionale di Programmazione, (Cagliari 1972-74). La L.R. 31/89 costituisce quindi non soltanto un insieme di prescrizioni da rispettare, ma anche un contributo essenziale per la formulazione di un ―modello‖ di parco che risulti da un lato pienamente funzionale alle esigenze della tutela ambientale e dall‘altro aderente alla realtà territoriale e culturale della Sardegna. I contenuti principali: 1.Ogni parco od area protetta fa parte di un sistema regionale; di conseguenza, si dovrà operare tenendo conto, congiuntamente, di una logica di gestione della singola area protetta e di una logica di sistema. In sede di prima applicazione della legge sono stati individuati e classificati 9 parchi regionale, 60 riserve naturali, 22 monumenti naturali e 16 aree di rilevante interesse naturalistico. 2.L‘istituzione di un‘area protetta ha come obbiettivi prioritari la tutela dei valori ambientali, culturali, storico-culturali e paesaggistici, ma anche, nel caso dei parchi regionali, obbiettivi di sviluppo delle attività umane ed economiche compatibili. In tale logica - confermata ampiamente dalle esperienze concrete italiane ed europee - si supera il concetto di riserva integrale ove è interdetto perentoriamente l‘intervento antropico, e si propone piuttosto una valutazione differenziata delle compatibilità d‘uso in funzione dei diversi valori ambientali. In questa ottica assume quindi significato rilevante anche la conservazione della più ampia gamma possibile di aspetti ambientali, collegati ad un diverso uso del territorio, seppure con valori intrinseci differenti dal punto di vista naturalistico. In tal senso habitat come la gariga e la macchia, - frutto di un‘atavica incidenza antropica, nella maggior parte dei casi degradativa rispetto alla situazione climatica - assumono comunque un valore ambientale significativo perché ospitano specie animali e vegetali che ivi trovano la loro ideale nicchia ecologica. 3.La gestione dei parchi viene affidata a Consorzi costituiti dai Comuni interessati, dalle Comunità Montane, dalle provincie e, ove proprietaria dei terreni dall‘Azienda Foreste Demaniali della Regione Sardegna. 4.Gli strumenti e le procedure necessari al conseguimento degli obbiettivi della legge, in sintesi, possono essere così riassunti:
3.5 Aree Protette
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la Legge istitutiva, elaborata dalla Giunta Regionale, sentiti i Comuni interessati e pubblicata sul BURAS. Raccolte le osservazioni degli Enti locali, la Giunta delibera conseguentemente l‘adozione e trasmette la proposta di istituzione al Consiglio Regionale che approva la legge; il Regolamento del parco, predisposto e adottato dal Consorzio di gestione è approvato dall‘Assessorato Regionale della difesa dell‘ambiente; il Piano del parco, redatto dalla Giunta Regionale e pubblicato all‘albo dei comuni interessati; raccolte osservazioni il Piano è approvato dal Consiglio Regionale, o, nel caso di preesistente piano paesistico, dalla Giunta Regionale; il Programma di gestione, predisposto e adottato dal Consorzio di gestione è approvato dall‘Assessore Regionale della difesa dell‘ambiente;
Per il Regolamento e Programma di gestione, la responsabilità primaria è del Consorzio di gestione del Parco; la Legge istitutiva è ovviamente di competenza regionale, il Piano resta di valenza regionale, ma per ambedue questi strumenti è prevista una concreta partecipazione degli Enti locali. 5.La scelta (art.6) di maggiorare i contributi regionali già previsti dalla legislazione vigente sia per settori produttivi quali l‘agricoltura, la silvicoltura e il turismo, sia per la difesa del suolo e per le attività di tutela dall‘inquinamento, e sia, infine, per interventi volti a migliorare la qualità insediativa (recupero centri storici, edilizia rurale, opere igienicosanitarie). 6.Il ruolo della Regione, che promuove e coordina il riconoscimento dei valori ambientali, interviene negli aspetti operativi e gestionali delle aree protette attraverso il ―Comitato tecnico consultivo per l‘ambiente naturale‖ (aperto a rappresentanti dei governi locali ed a consulenti scientifici esterni), e articola le azioni programmatiche in funzione delle esigenze di protezione ambientale. La legge quadro 394/91 La legge quadro sulle aree protette detta i principi fondamentali per l'istituzione e la gestione delle aree naturali protette, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese. Le aree protette devono rispondere a determinati requisiti che vengono riconosciuti dalla legge la quale stabilisce che presso il Ministero dell'Ambiente sia tenuto un Elenco ufficiale delle stesse (art. 5). L'iscrizione nell'elenco avviene secondo criteri definiti dal Comitato per le aree naturali protette (art. 3) ed è condizione per l'assegnazione di finanziamenti da parte dello Stato, attraverso il Piano triennale delle aree protette. Il primo Elenco è stato approvato dal Comitato per le aree naturali protette con Deliberazione 21 dicembre 1993, il secondo con Deliberazione 18 dicembre 1995, il terzo con deliberazione dicembre 1997. Attualmente il sistema delle aree naturali protette è suddiviso come segue: Parchi nazionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacunari o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o
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3.5 Aree Protette
nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future. Parchi naturali regionali e interregionali: sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacunari ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali. Riserve naturali: sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacunari o marine che contengono una o più specie di rilevanza naturalistica della flora e della fauna, ovvero che presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati. Zone umide di interesse internazionale: sono costituite da aree acquitrinose, paludi, torbiere oppure zone naturali o artificiali d'acqua, permanenti o transitorie comprese zone di acqua marina la cui profondità, quando c'è bassa marea, non superi i sei metri che, per le loro caratteristiche, possono essere considerate di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar (firmata a Ramsar, in Iran, il 2 febbraio 1971 da un gruppo di paesi, istituzioni scientifiche ed organizzazioni internazionali partecipanti alla Conferenza internazionale sulle zone umide e gli uccelli acquatici). Altre aree naturali protette: sono aree (oasi delle associazioni ambientaliste, parchi suburbani, ecc.) che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti. Aree di reperimento terrestri e marine: sono indicate dalle leggi 394/91 e 979/82, che costituiscono aree la cui conservazione attraverso l'istituzione di aree protette è considerata prioritaria. A sua volta la Legge 394/91 e la Legge 979/82 e con gli ampliamenti previste dalle Leggi n. 344 dell'8 ottobre 1997 e la Legge n. 426 del 9 dicembre del 1998 hanno definito le Aree Marine protette, vale a dire: "Le riserve naturali marine sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l‘importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono" (tit. V - art. 25 - L. 979/82). Direttiva 42/93 CEE Il Consiglio delle Comunità Europee approvò in data 21 maggio 1992 la Direttiva 43/92/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della fauna e la flora selvatiche, conosciuta anche come Direttiva ―Habitat‖.
3.5 Aree Protette
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In Europa, le principali precedenti di questa Direttiva sono: la Direttiva 79/409/CEE, del 2 aprile 1979, relativa alla conservazione degli uccelli selvatici, conosciuta anche come Direttiva Uccelli, l'Accordo di Berna ed il Progetto CORINE (COoRdination de l' INformation sur l' Environnement). La Direttiva ―Habitat‖, insieme alla Direttiva Uccelli, rappresenta, attualmente, lo strumento più importante di applicazione in tutto il territorio dell'Unione Europea (UE) per la conservazione degli habitat, delle specie e della biodiversità. Posteriormente, il Consiglio delle Comunità Europee approvò la Direttiva 97/62/CE, del 27 ottobre 1997, che adatta al progresso scientifico e tecnico la Direttiva 92/43/CEE. Essenzialmente consiste in un miglioramento, modificazione e sostituzione degli allegati I e II della Direttiva ―Habitat‖. L'obiettivo globale della Direttiva ―Habitat‖ è "contribuire a garantire la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatici nel territorio europeo degli Stati membri". Per il compimento di questo obiettivo globale, la Direttiva si struttura in due grandi obiettivi più concreti: - La creazione della Rete ―Natura 2000‖ per la conservazione delle habitat naturali e degli habitat delle specie (articoli 3 al 11) ; - Il sistema di protezione globale delle specie (articoli 12 ai 16 e 22). La Direttiva ―Habitat‖ crea la rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione chiamata ―Natura 2000‖ (articolo 3). L'obiettivo della Rete ―Natura 2000‖ è quello di garantire il mantenimento, o il risanamento, in un stato di conservazione favorevole degli habitat e gli habitat delle specie nella sua area di distribuzione naturale dentro il territorio dell'UE (articolo 3). ―Natura 2000‖ si compone in due tipi di spazi: - Le zone speciali di conservazione (ZSC) - Le zone di protezione speciale (ZPS) Le ZSC sono designate dagli Stati membri in accordo con la Direttiva 43/92/CEE. Previamente a detta designazione, tuttavia, è necessario che la Commissione, in conformità con gli Stati membri, classifichi come siti di importanza comunitaria (SIC) gli spazi proposti (articolo 4.2). Le ZPS sono istituite dalla Direttiva 79/409/CEE sono costituite da territori idonei per estensione e/o localizzazione geografica alla conservazione delle specie di uccelli di cui all'allegato I della direttiva citata, concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Tutte le ZPS designate fino a questo momento, e quelle che possano designarsi in futuro, passano automaticamente a far parte di ―Natura 2000‖.
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3.5 Aree Protette
Riserve Naturali - LR 31/89
Legenda Ambito n° 13
Legenda Ambito n° 12
Legenda Ambito n° 11
Stagno di Calich
Valle del Temo
Valle del Temo
Lago di Baratz
Capo Marrargiu
Corona Niedda
Porto Palmas - Punta Lu Caparrori
Capo Nieddu e Foghe
Capo Caccia - Punta del Giglio
Legenda Ambito n° 10 Capo Nieddu e Foghe
Legenda Ambito n° 9 Pauli Majori S‘Ena Arrubia Marceddì (Corru S‘Ittiri e San Giovanni) Monte Arcu Entu e Riu Piscinas Isola Mal di Ventre - Scoglio del Catalano
Protezione Regionale
Legenda Ambito n° 13
Legenda Ambito n° 12
Legenda Ambito n° 11
Legenda Ambito n° 9
Stagno di Calich
Valle del Temo
Valle del Temo
Pauli Majori
Lago di Baratz
Capo Marrargiu
Monte Minerva
S‘Ena Arrubia
Porto Palmas - Punta Lu Caparrori
Corona Niedda
Marceddì (Corru S‘Ittiri e San Giovanni)
Capo Caccia - Punta del Giglio
Capo Nieddu e Foghe
Monte Arcu Entu e Riu Piscinas
Legenda Ambito n° 10
Isola Mal di Ventre - Scoglio del Catalano
Parco Regionale Sinis
Parco Regionale Sinis Montiferru
Capo Nieddu e Foghe
Parco Regionale Monte Arci Area di rilevante interesse naturalistico S‘Acqua e S‘Ollastu
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3.5 Aree Protette Protezione Speciale
Legenda
Le aree protette nazionali sono: il Parco Naturale Regionale di Porto Conte nell‘Ambito 13 e l‘Area Marina
Aree Protette Nazionali
Protetta penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre nell‘ambito 9.
Oasi Protezione Fauna
Oasi Protezione Fauna - Ambito 13, dall‘alto al basso: Bonassai; Calich; Tramariglio. Ambito 12, dall‘alto al basso: Monte Minerva; Scuola Agraria; Capo Marrargiu. APN + OPF Ambito 11, dall‘alto al basso: Colonia Agraria Avv. Lavoro; Capo NIeddu. Ambito 10, dall‘alto al basso: Capo Nieddu. Parchi Naturali Ambito 9, dall‘alto al basso: Pauli Majore, s‘Ena Arrubia, Marceddì, Corru s‘Ittiri e San Giovanni, Mistras, Mar’ e Pauli, Sale Porcus e Is Benas, Capo Mannu, Turre Seu, Isola Mal di Ventre. Parchi naturali - Ambito 10: Parco Regionale Sinis-Montiferru. Ambito 9: Parco Regionale Monte Arci, Parco Regionale Sinis-Montiferru.
Ambito n° 12 e 11
Ambito n° 13 CODICE SITO
“Natura 2000” (Direttiva 42/93 CEE)
DENOMINAZIONE SITO
SUPERFICIE ha
ITB011155
Lago di Baratz - Porto Ferro
1306,161
ITB010042
Capo Caccia e Punta del Giglio
7395,203
ITB020041
Entroterra e Zona Costiera tra Bosa, Capo Marrargiu e P. Tangone
29636,0 0
ITB020040
Valle del Temo
1947,06
Ambito n° 11 ITB032201
Riu Sos Molinos - Sos Lavros
26,002
Ambito n° 9
SUP. ha
DENOMINAZIONE SITO
CODICE SITO
DENOMINAZIONE SITO
SUP. ha
1282,876
Is Arenas
ITB032228
ITB032219
Sassu - Cirras
247,556
594,134
Putzu Idu (Salina Manna e Pauli Marigosa)
ITB030038
ITB030016
S‘Ena Arrubia
279,372
697,212
Sale ‗e Porcus
ITB030035
ITB030032
Corru S‘Ittiri
5699,046
4806,150
Stagno di Cabras
ITB030036
ITB030031
Monte Arcuentu e Riu Piscinas
11487,179
1614,170
Stagno di Mistras di Oristano
ITB030034
ITB032229
Is Arena S‘Acqua e S‘Ollastu
316,545
384,628
Pauli Majori
ITB030033
ITB030039
Isola Mal di Ventre
374,772
1144,539
Stagno di Santa Giusta
ITB030037
ITB030080
Catalano
122,036
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3.6 Infrastruttura attuale e localizzazione spiagge
Aeroporto
Elenco e numerazione delle spiagge da sinistra verso destra, cioè dall‘ambito territoriale di Oristano a quello di Alghero (da sud verso nord). 1
Porto Palma
11
Mare Morto
21
Cala Valdaro
2
La Caletta
12
San Giovanni di Sinis
22
S’ Arena Scoada
3
Torre dei Corsari
13
Funtana Meiga
23
Putzu Idu
4
S’Agua e s’Ollastu
14
Maimoni
24
Mandriola
5
Pistis
15
Is Aruttas
25
Sa Mesalonga
6
Sa Niedda
16
Mari Ermi
26
Sa Rocca Tunda
7
Punta Frasca
17
Su Tingiosu
27
Is Arenas
8
Marina di Arborea
18
Cala Libeccio
28
Spiaggia della Capanna
9
Cirra
19
Cala dei Pastori
29
Torre del Pozzo
Torregrande
20
Cala Maestra
30
Spiaggia Stella
10
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3.6 Infrastruttura attuale e localizzazione spiagge
Limiti ambiti Spiagge urbane
Spiagge semi-urbane
Spiagge isolate
31
S’ Archittu
41
Cumpultittu
51
Punta Negra
32
Spiaggia dell’Arco
42
Torre Argentina
52
Le Bombarde
33
Santa Caterina di Pittinuri
43
Capo Marargiu
53
Lazzaretto
34
Punta Foghe
44
Pòglina
54
Porto Conte
35
Torre Columbargia
45
Canal de l’Home Mort
55
Mugoni
36
Porto Alabe
46
Calabona
56
Tramariglio
37
Cala degli Albatros
47
Las Tronas
57
Cala Dragunara
38
Turas
48
San Giovanni
58
Cala di Porticciolo
39
Bosa Marina
49
Maria Pia
59
Porto Ferro
40
S’ Abba Drucche
50
Fertilia
60
Isola Foradada
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3.7 Catalogazione Spiagge
Spiagge Ambito n° 9 1. Porto Palma
2. La Caletta
3. Torre dei Corsari
4. S’Aqua ‘e s’Ollastu
5. Pistis
6. Sa Niedda
7. Punta Frasca
8. Marina di Arborea
9. Cirras - Santa Giusta
10. Torre Grande
11. Mare Morto
12.San Giovanni di Sinis
13. Funtana Meiga
14. Maimoni
15. Is Arutas
16. Mari Ermi
17. Su Tingiosu
Isola di Mal di Ventre
18. Cala Libeccio
19. Cala dei Pastori
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3.7 Catalogazione Spiagge
1. Porto Palma
2. La Caletta
3. Torre dei Corsari
4. S’Aqua ‘e s’Ollastu
5. Pistis
6. Sa Niedda
7. Punta Frasca
8. Marina di Arborea
Si estende all‘interno del Poligono Militare di Capo Frasca; l‘accesso da terra è vietato, quello dal mare consentito solo a luglio e ad agosto; occorre una propria imbarcazione. Deserta anche in alta stagione, presenza di posidonie spiaggiate.
Si estende all‘interno del Poligono Militare di Capo Frasca; l‘accesso da terra è vietato, quello dal mare consentito solo a luglio e ad agosto; occorre una propria imbarcazione. Scarsamente affollata anche in alta stagione con presenza di posidonie spiaggiate e soprattutto di impressionanti residui delle esercitazioni militari.
9. Cirras - Santa Giusta
10. Torre Grande
11. Mare Morto
12. San Giovanni di Sinis
13. Funtana Meiga
14. Maimoni
15. Is Arutas
16. Mari Ermi
17. Su Tingiosu
Isola di Mal di Ventre (Malu Entu)
18. Cala Libeccio
19. Cala dei Pastori
Situata di fronte alla penisola del Sinis, l'isola di Mal di Ventre, si estende per una superficie di 80 ettari, oggi tutelati dall'Ente che l'ha qualificata area marina protetta. Fanno parte dell'area protetta anche il piccolo scoglio Catalano, detto anche Coscia di donna, e i fondali marini circostanti. Per raggiungere l'isola di Mal di Ventre è necessario raggiungere l'abitato di Cabras tramite la strada statale 131.
Raggiungibile solo con imbarcazioni da Putzu Idu, Mandriola, Su Pallosu e Torregrande, la spiaggia, molto bella e ospitale, si apre su un mare limpidissimo piuttosto profondo che lascia intravvedere il fondale molto vario e da cui emergono diversi scogli scuri. Il fondale ricco di pesci si presenta come il luogo ideale per le immersioni subacquee e lo snorkeling.
Raggiungibile solo con imbarcazioni da Putzu Idu, Mandriola, Su Pallosu e Torregrande. Questa piccolissima e solitaria caletta è quasi interamente coperta di posidonie spiaggiate e deve il suo nome a piccole capanne di muretti a secco dove i pastori alloggiavano nel periodo invernale, portando con sé le proprie greggi. Il fondale ricco di pesci si presenta come il luogo ideale per le immersioni subacquee e lo snorkeling.
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3.7 Catalogazione Spiagge
20. Cala Maestra
21. Cala Valdaro
22. S’Arena Scoada
23. Putzu Idu
24. Mandriola
25. Sa Mesalonga
26. Sa Rocca Tunda
27. Is Arenas
Spiagge Ambito n° 10
1. Spiaggia della Capanna
2. Torre del Pozzo
3. Spiaggia Stella
4. S’Archittu
5. Spiaggia dell’Arco
6. Santa Caterina di Pittinuri
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3.7 Catalogazione Spiagge
20. Cala Maestra Raggiungibile solo con imbarcazioni da Putzu Idu, Mandriola, Su Pallosu e Torregrande, la spiaggia solitaria, nella costa settentrionale dell'Isola, è formata soprattutto da scogliere di granito. Quasi sempre battuta dal maestrale, la spiaggia è difficilmente raggiungibile dal mare a causa degli scogli affioranti, ma offre un fondale spettacolare, ricco di pesci, molto apprezzato dagli amanti delle immersioni subacquee e lo snorkeling.
21. Cala Valdaro
22. S’Arena Scoada
23. Putzu Idu
26. Sa Rocca Tunda
27. Is Arenas
Raggiungibile solo con imbarcazioni da Putzu Idu, Mandriola, Su Pallosu e Torregrande, la spiaggia si trova sul lato che si affaccia alla Sardegna. Questa suggestiva spiaggia, dalle acque trasparenti azzurrissime, è circondata da rocce e scogli, in parte coperti da posidonie spiaggiate. Il fondale sabbioso poco profondo e le caratteristiche del suo arenile la rendono particolarmente adatta al gioco dei bambini. Il fondale si presenta come il luogo ideale per le immersioni subacquee e lo snorkeling.
24. Mandriola
25. Sa Mesalonga
1. Spiaggia della Capanna
2. Torre del Pozzo
3. Spiaggia Stella
4. S’Archittu
5. Spiaggia dell’Arco
6. Santa Caterina di Pittinuri
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3.7 Spiagge
Spiagge Ambito n° 11 1. Punta Foghe
2. Torre Columbargia
3. Porto Alabe
4. Cala degli Albatros
5. Turas
6. Bosa Marina
7. S’Abba Drucche
8. Cumpultittu
9. Torre Argentina
Spiagge Ambito n° 12
1. Capo Marargiu
2. Pòglina
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3.7 Spiagge
1. Punta Foghe
2. Torre Columbargia
3. Porto Alabe
4. Cala degli Albatros
5. Turas
6. Bosa Marina
7. S’Abba Drucche
8. Cumpultittu
9. Torre Argentina
1. Capo Marargiu
2. Pòglina
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3.7 Catalogazione Spiagge
Spiagge Ambito n° 13 1. Canal dell'Home Mort
2. Calabona
3. Las Tronas
4. San Giovanni
5. Maria Pia
6. Fertilia
7. Punta Negra
8. Le Bombarde
9. Porto Conte
10. Mugoni
11. Spiaggia di Tramariglio
12.Cala Dragunara
13. Cala di Porticciolo
14. Lazzaretto
15. Porto Ferro
16. Isola Foradada
Ampio parcheggio
Accessibile ai portatori di handicap
Alta densità
Parcheggio ridotto
Noleggio ombrelloni
Media densità
Adatta ai camper
Noleggio pattìni
Bassa densità
Hotel
Bar
Punto raccolta rifiuti
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3.7 Catalogazione Spiagge
1. Canal dell'Home Mort
2. Calabona
3. Las Tronas
4. San Giovanni
5. Maria Pia
6. Fertilia
7. Punta Negra
8. Le Bombarde
9. Porto Conte
10. Mugoni
11. Spiaggia di Tramariglio
12.Cala Dragunara
13. Cala di Porticciolo
14. Lazzaretto
15. Porto Ferro
16. Isola Foradada È un imponente e suggestivo scoglio di biancheggiante calcare che deve il suo nome in sardo per essere di fatto "forato" da parte a parte da una gigantesca grotta scavata dal mare. Fa parte dell‘Area Marina Protetta di Capo Caccia, a pochi Km da Alghero ed è raggiungibile solo con imbarcazioni private. Rarità, un caso di endemismo: la brassica insulare; qui nidifica il raro Falco della Regina e si può vedere qualche cavallino della Giara. È apprezzata per le immersioni subacquee.
Adatta ai bambini
Attività subacquee
Ristorante
Adatta al Windsurf
Camping
Servizio salvataggio
Servizi igienici
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3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi
Idrografia
Lago Surigheddu
Lago di Monteleone Fiume Temo Stagno di Calich Lago di Baratz
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3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi
Fiume Tirso Rio Mare Foghe
Stagni di: Cabras e di Mistras
Stagni di: Is Benas, Sa Salina Manna, Sale Porcus
Stagno di: S'Ena Arrubia
Stagni di: Santa Giusta, Pauli Figu, Pauli Majori
Laguna di Corru S'Ittiri, stagno di MarceddĂŹ e S. Giovanni
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3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi Lago di Baratz (Zona Idrografica III; comune di Alghero SS - ambito n°13) Superficie: 46 ha Capienza: 2,5 Mmc Proprietà: Demanio Regionale Codice INFS: SS1601 Sito “Natura 2000”: SIC ITB011155 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Tipologia: Lago naturale di sbarramento ad opera di depositi sabbiosi di origine eolica e marina. Caratteristiche generali: Importante bacino idrico di acqua dolce formatosi in corrispondenza di un'antica valle fluviale. Acque eutrofiche ricche di fitoplancton e macrofite sommerse. Canneti e tamericeti crescono lungo i contorni del lago. Il Lago Baratz, unico lago naturale della Sardegna, è situato nella parte nord-occidentale della costa sarda (Nurra), in prossimità di Porto Ferro. Il bacino imbrifero che sottende il lago occupa una superficie di 11,250 kmq, e vede nel Rio Bastianeddu il suo immissario principale. Il lago in condizioni di massima capacità, raccoglie un volume d'acqua pari a 8.000.000 m3. Il livello medio del lago si colloca a circa 30 m s.l.m., mentre la sua massima profondità si colloca a 18 metri s.l.m. Le infiltrazioni delle acque del lago attraverso i depositi alluvionali determinano la genesi di numerose sorgenti in corrispondenza di Porto Ferro.
Stagno di Calich (Zona Idrografica III; comune di Alghero SS - ambito n°13) Superficie: 46 ha Proprietà: Demanio Regionale Codice INFS: SS1703 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Note:Incluso nello studio "Inventario dei Biotopi presenti nella fascia costiera della Sardegna", '94. Tipologia: Sistema stagnale e lagunare legato all'emersione di barre sabbiose. Caratteristiche generali: Presenza di un esteso cordone di spiaggia e di un sistema dunare. Ricche fitocenosi nella porzione palustre temporaneamente inondata, tra le quali diffuse formazioni al ofitiche. L'area umida del Calich ha tre collettori idrici principali: il Rio Barca, il Canale Oruni e il Rio Calvia. Il più importante è il Rio Barca, con gli affluenti Rio Filibertu, Rio Sassu e Rio Serra, che si immette quasi al centro della laguna. Il Canale di Oruni porta alla laguna le acque della bonifica della Nurra drenando il settore posto a settentrione del bacino imbrifero in esame, mentre il Rio Calvia, di modeste dimensioni, convoglia invece le acque nel settore sud-orientale del bacino.
Lago Surigheddu (Zona Idrografica III; comune di Surigheddu SS - ambito n°13) Superficie: 20 ha Capienza: 2,4 Mmc Proprietà: Demanio Regionale Tipologia: Lago artificiale creato mediante sbarramento del fiume Serra. Caratteristiche generali: Costruito nel 1967 sul fiume Serra con l‘unico scopo di utilizzare le acque per l‘irrigazione delle aziende di Mammuntanas e Surigheddu, ed anche parzialmente per usi potabili nella città di Alghero. Le sue acque sono attualmente inutilizzate.
3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi Lago Monteleone Roccadoria (Zona Idrografica III; comune di Monteleone Roccadoria SS - ambito n°12)
Superficie: 350 ha Capienza: 91,1 Mmc Tipologia: Lago artificiale creato mediante sbarramento del fiume Temo all‘altezza del comune di Monteleone Roccadoria. Caratteristiche generali: Il lago di Monteleone è un bacino artificiale di medie dimensioni e forma irregolare ottenuto dallo sbarramento del fiume Temo, con lunghezza di circa 7 Km e larghezza di poco più di 3 Km nella parte centrale. Si trova alle falde del Monte Minerva, di origine vulcanica, in un contesto di elevato valore paesaggistico e naturalistico. Il lago è poco noto e per questo motivo e ricchissimo di pesce.
Fiume Temo (Zona Idrografica III; nasce dal Monte Calarighe a Villanova Monteleone e sfocia a Bosa - ambito n°12-11) Lunghezza: 55 Km Proprietà: Demanio Regionale Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Caratteristiche generali: Il fiume incomincia ad identificarsi nel ruscello Sa Càita che attraversa la camionabile Villanova-Alghero, percorre un tratto del territorio di Putifigari, si dirige verso Monteleone Roccadoria, descrive un'ampia curva attorno al M. Minerva ed al massiccio di M. Faias, attraversa il territorio di Padria e si porta alla confluenza con la branca sinistra che avviene in regione Còatos. Il corso del fiume assume un carattere torrentizio; dalle quote iniziali, che superano i 700 metri, nelle campagne di Padria, a metà percorso circa, scende a m 160 segnati in regione Abbarghente, a m 110, segnati alla confluenza con il Riu Su 'Entale in regione Coas de Molas. Il bacino imbrifero complessivo del Temo è, per ampiezza, il sesto della Sardegna, ma è quello sul quale si registra il più elevato indice medio di piovosità ed il più alto coefficiente di displuvio. Il Consorzio di bonifica della Nurra, al fine di provvedere al fabbisogno irriguo del comprensorio di competenza, ha già realizzato uno sbarramento all'altezza di Monteleone, formando un serbatoio di 90 milioni di mc. Queste acque, attraverso una condotta in parte sotterranea, defluiscono nel serbatoio del Cuga e da questo vengono distribuite nelle zone irrigue della Nurra.
Stagni di: Is Benas (Zona Idrografica II; comune di San Vero Milis OR - ambito n°9) Superficie: 120 ha Proprietà: Demaniale Codice INFS: OR 0223 Sito “Natura 2000”: ZPS ITB034007; SIC ITB030035 Sito Ramsar: Sale Porcu - Is Benas D.M. 03/04/78 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Tipologia: Area stagnale legata all'emersione di una barra sabbiosa. Caratteristiche generali: Piccola area stagnale in comunicazione con il mare attraverso una bocca artificiale. Assenza di immissari naturali e bacino di raccolta delle acque della bonifica di Benetudie. La vegetazione caratteristica dell'area umida è quella ad alofite. Nel versante settentrionale lo stagno comunica con il mare attraverso una bocca artificiale costruita nel 1953 (lunga 600 metri, largo 6 metri e profondo 1 m) che tende periodicamente ad interrarsi in seguito all'accumulo di sabbie e resti vegetali marini.
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3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi Stagno di Sa Salina Manna (Zona Idrografica II; comune di San Vero Milis OR - ambito n° 9) Superficie: 65 ha Proprietà: Demaniale Codice INFS: OR 0223 Sito “Natura 2000”: ITB030038 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Tipologia: Sistema stagnale legato all'emersione di barre sabbiose. Caratteristiche generali: Lo stagno di Sa Salina Manna e la vicina area stagnale di Pauli Marigosa, che sono gli specchi d'acqua più estesi della zona, rappresentano dei residui di un antico braccio di mare rimasto chiuso dall'emersione di due cordoni sabbiosi che hanno riunito il Capu Mannu alla terraferma. Le due aree stagnali costituiscono dei piccoli bacini idrici profondi, in condizioni di massima capacità, circa 40 cm. Gli apporti idrici sono rappresentati esclusivamente dagli scarsi apporti meteorici che in essi si raccolgono, mancando infatti del tutto contributi di acque dolci da parti di immissari. L'eccessiva salinità presente nei suoli della penisola di Capo Mannu ed il drenaggio quasi assente impediscono qualsiasi utilizzazione agricola del territorio e determina lo sviluppo di una tipica vegetazione alofila. Esso possiede, d'altro canto, rilevanti valenze paesaggistiche ed ambientali rese ancora più importanti dalla presenza della torre spagnola del 700 che si colloca nell'estrema punta della penisola .
Stagno di Sale Porcus (Zona Idrografica II; comune di San Vero Milis OR - ambito n° 9) Superficie: 350 ha Proprietà: Demaniale Codice INFS: OR 0223 Sito “Natura 2000”: ZPS ITB034007; SIC ITB030035 Sito Ramsar: Sale Porcu - Is Benas D.M. 03/04/78 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Tipologia: Sistema stagnale di depressione interdunare. Caratteristiche generali: Bacino di raccolta delle acque meteoriche privo di comunicazioni con il mare e privo di immissari; soggetto a dissecamento estivo. La vegetazione alofila caratterizza il paesaggio vegetale. Sosta e nidificazione di una ricca avifauna di interesse comunitario. Lo Stagno di Sale Porcus si trova nella penisola del Sinis, vicino al paese di Riola Sardo, e rappresenta lo stagno temporaneo più vasto della Sardegna. Esso occupa una depressione interdunare a fondo piatto, in cui si raccolgono le acque piovane. IL bacino, di profondità massima di 1 metro e media di 40 cm, è caratterizzato dall'assenza di immissari e di emissari. Infatti dopo l'interruzione del canale di collegamento con lo stagno di Is Benas, lo stagno di Sale Porcus rappresenta un bacino indipendente dalle altre aree stagnali presenti nel Sinis.
Rio Mare Foghe (Zona Idrografica II; nasce dal Montiferru e termina nello stagno di Cabras - ambito n° 11-9) Lunghezza: 37 Km Caratteristiche generali: Il Rio Mare Foghe ha origine dal versante orientale del massiccio vulcanico del Montiferru. L‘idrografia è assai varia e complessa: nella parte alta del bacino, in coincidenza del complesso vulcanico, il reticolo idrografico è caratterizzato da corsi d‘acqua con pattern a raggiera, incanalati in valli profonde e strette dove il corso d‘acqua principale è proprio il Rio Mare Foghe. I suoi affluenti principali hanno origine nel Montiferru: il Rio Mannu di Santu Lussurgiu, il Rio Cispiri e il Rio Iscas. Tutti confluiscono nel tratto terminale del Rio Mare Foghe, il quale sbocca direttamente nello Stagno di Cabras nel golfo di Oristano.
3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi Stagno di Cabras (Zona Idrografica II; comune di Cabras, Nurachi e Riola Sardo OR ambito n° 9) Superficie: 2228 ha Capienza: 37 Mmc Proprietà: Demaniale Codice INFS: OR 0203 Sito “Natura 2000”: ZPS ITB034008; SIC ITB030036 Sito Ramsar: Stagno di Cabras D.M. 03/04/78 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura (Mare e Pauli) Tipologia: Sistema stagnale legato all'emersione di barre sabbiose. Caratteristiche generali: Lo stagno di Cabras si colloca nel settore settentrionale dell'ampio Golfo di Oristano. Esso rappresenta la più estesa superficie stagnale della Sardegna e occupa una vasta depressione separata dal mare dallo Stagno di Mistras e da una lingua di terra litologicamente costituita da arenarie tirreniane. Ad est dello stagno di Cabras si trovano numerosi centri abitati, quali Cabras, Nurachi, Riola Sardo e Baratile, mentre ad ovest si estende un territorio a copertura sabbiosa e morfologia collinare con quote mai aldisopra dei 100 metri, caratterizzato, oltre che dalla presenza di un gran numero di nuraghi, da vaste aree paludose. La quota massima di 93 metri s.l.m. viene raggiunta presso il N.ghe s'Argara.
Laguna di Mistras (Zona Idrografica II; comune di Cabras OR - ambito n° 9) Superficie: 450 ha Proprietà: Privata Codice INFS: OR 0206 Sito “Natura 2000”: ZPS ITB034006; SIC ITB030034 Sito Ramsar: Mistras D.M. 04/03/82 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Tipologia: Sistema stagnale legato all'emersione di barre sabbiose. Caratteristiche generali: Lo stagno di Mistras si trova nel settore settentrionale dell'ampio Golfo di Oristano e risulta confinante a nord con lo stagno di Cabras, da cui risulta separato tramite un ampio cordone sabbioso. Esso risulta compreso tra Capo S. Marco e S. Giovanni di Sinis a sud-ovest e Torre Grande a est. Lo stagno ha una forma stretta e allungata e si sviluppa parallelamente alla costa. L'origine dello Stagno di Mistras è da mettere in relazione con l'emersione di alcuni cordoni sabbiosi di recente formazione che hanno racchiuso tratti di mare durante la trasgressione versiliana avvenuta 6500 anni fa. L'area stagnale risulta separata dal mare da questi depositi sabbiosi, interrotti per 300 metri in corrispondenza della bocca a mare della Peschiera di Mistras, che assicura un discreto ricambio idrico, anche se durante i periodi estivi l'acqua marina stenta ad entrare dentro l'area stagnale con conseguente aumento della salinità.
Fiume Tirso (Zona Idrografica II; nasce a Punta Pianedda SS e sfocia nel Golfo di Oristano - ambito n°9) Lunghezza: 152 Km Caratteristiche generali: Il Tirso, il fiume più importante della Sardegna per lunghezza e ampiezza di bacino, nasce sull'altopiano di Buddusò e attraversa l'isola da Est verso Ovest. Prima della costruzione delle dighe che sbarrano il suo percorso (Sos Canales qualche chilometro a valle delle sorgenti; lago Omodeo formato nel 1924 dalla diga di Santa Chiara - ora sommersa con la costruzione della nuova diga di Sa Cantonera -; diga di Santa Vittoria tra Zerfaliu e Ollastra) e prima delle opere di arginatura nella piana di Oristano, era un fiume soggetto a piene rovinose e straripamenti frequenti, specie nei mesi primaverili.
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3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi Stagno di Santa Giusta (Zona Idrografica II; comune di Santa Giusta OR - ambito n° 9) Superficie: 839 ha Proprietà: Demaniale Codice INFS: OR 0211 Sito “Natura 2000”: ITB030037 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Tipologia: Vasto sistema stagnale impostato su un'antica valle fluviale, generato dall'emersione di barre sabbiose. stagnale legato all'emersione di barre sabbiose. Caratteristiche generali: Sistema fortemente antropizzato per quanto concerne le comunicazioni con il mare, la costruzione di opere di ingegneria (scogliere e moli) nel litorale antistante lo stagno, affetto da una grave forma di inquinamento urbano, agricolo, industriale. Sito per la sosta e riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario. Allo specchio d'acqua principale dello stagno (profondo in media dai 40 ai 120 cm) sono collegati, mediante stretti canali, alcuni piccoli bacini, tra cui vanno citati Pauli Maiori e Pauli Figu, situati sul lato orientale. Non esistendo più alcuna comunicazione con il Tirso, gli afflussi di acque dolci provengono dal Rio Pauli' e Figu, dal Rio Pauli majori e dal Rio Merd'e Cani. A questi si devono aggiungere le acque di drenaggio del Canale San Giovanni e di altri canali di bonifica e, i reflui agricoli, urbani e industriali che hanno compromesso notevolmente l'equilibrio dello stagno. Nel complesso il grado di salinità non raggiunge mai valori elevati.
Stagno di Pauli Majori (Zona Idrografica II; comune di Santa Giusta, Palmas Arborea OR ambito n° 9) Superficie: 200 ha Proprietà: Demaniale Codice INFS: OR 0210 Sito “Natura 2000”: ZPS ITB034005; SIC ITB030033 Sito Ramsar: Pauli Majori D.M. 03/04/78 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Tipologia: Sistema stagnale legato all'emersione di barre sabbiose. Caratteristiche generali: Lo stagno rappresenta un bacino di acqua dolce facente parte del grande complesso stagnale di Santa Giusta. Esso si è sviluppato lungo la paleovalle del Riu Merd'e Cani, che ne rappresenta ancora l'immissario principale. Il collegamento tra i due stagni avviene attraverso un emissario rappresentato dal Riu Nou, attraverso il quale all'interno di Pauli Majori entra acqua salmastra dello stagno di S. Giusta in concomitanza con le acque alte e le maree. Fitto e vasto canneto in fase di espansione che ospita per la sosta e la nidificazione una ricca avifauna di interesse comunitario.
Stagno di S’Ena Arrubia (Zona Idrografica II; comune di Arborea - ambito n° 9) Superficie: 190 ha Proprietà: Società Binifiche Sarde Codice INFS: OR 0212 Sito “Natura 2000”: ZPS ITB034001; SIC ITB030016 Sito Ramsar: S'Ena Arrubia D.M.: 17/06/77 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Tipologia: Sistema stagnale legato all'emersione di barre sabbiose lungo il paleoalveo del Rio di Mogoro. Caratteristiche generali: Lo stagno fa parte del complesso stagnale del Golfo di Oristano, ed è una zona umida fortemente condizionata dalla presenza dall'ampia zona di bonifica idraulica circostante.
3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi Più in particolare è ciò che rimane del grande complesso stagnale e lagunare di Sassu, di cui rappresenta la parte non bonificata. Lo stagno di Sassu era in gran parte alimentato dalle acque del Rio Mogoro che, per consentire la bonifica della piana di Terralba, venne deviato ed incanalato fino a sfociare nello Stagno di S. Giovanni Infatti questo importante corso d'acqua anticamente passava in prossimità dell'abitato di Terralba, poi di Marrubiu, ed infine lungo l'area di bonifica di Sassu per poi sfociare in corrispondenza di S'Ena Arrubia. Il prosciugamento dello stagno di Sassu è stato inoltre realizzato attraverso la costruzione di canali di drenaggio, idrovore e colmamenti di terra. La zona del litorale sabbioso che separa l'attuale area stagnale dal mare, caratterizzata da una esteso cordone di spiaggia ed una fascia di retrospiaggia, viene periodicamente aperta per consentire lo smaltimento ed il ricambio delle acque. Il cordone di spiaggia è costituito da sabbie litorali, con una componente grossolana, derivanti dallo smantellamento delle alluvioni oloceniche del fiume Tirso e del Rio Mogoro. Dal punto di vista genetico l'area occupata dallo stagno costituisce una depressione di retrospiaggia formatasi nell'Olocene in conseguenza della chiusura del paleoalveo del Rio di Mogoro.
Laguna di Corru s’Ittiri (Zona Idrografica II; comune di Arborea OR - ambito n° 9) Superficie: 240 ha Proprietà: Regionale Codice INFS: OR 0213 Sito “Natura 2000”: ZPS ITB034004; SIC ITB030032 Sito Ramsar: Corru s'Ittiri S. Giovanni e Merceddì D.M.:03/04/78 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Tipologia: Laguna legata allo sviluppo ed emersione di una freccia litorale disposta parallelamente alla costa. Caratteristiche generali: Sistema lagunare semiartificiale. Vegetazione di acque salmastre, salate, formazioni psammofile sul sistema dunare; tamericeti. Sosta e riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario. La laguna di Corru s'Ittiri si colloca nel settore meridionale del Golfo di Oristano, al confine con la vasta area bonificata di Arborea. Essa ha una forma allungata in direzione NE-SW e deve la sua origine alla presenza di una estesa freccia litorale che si è sviluppata parallelamente alla linea di costa determinando così la formazione di una stretta insenatura. La freccia litorale che chiude la laguna è stata originata dalla corrente di deriva litorale che, scorrendo da nord verso sud, trasporta grandi quantità di materiale detritico immesso in mare dal fiume Tirso e lo disperde lungo l'intero arco centro meridionale del Golfo di Oristano. Attualmente la realizzazione di importanti opere antropiche, quali il nuovo porto industriale di Oristano, hanno completamente alterato il regime delle correnti con conseguente tendenza del settore costiero ad un adeguamento alla nuova realtà energetica. Inoltre anche gli apporti del Tirso sono notevolmente ridotti in seguiti alla costruzione di diversi sbarramenti che ne ostacolano il deflusso.
Stagno di Marceddì e San Giovanni (Zona Idrografica II; comuni Terralba, Arbus e Guspini MC-OR ambito n°9) Superficie: 1600 ha Proprietà: Demaniale Codice INFS: OR 0215 Sito “Natura 2000”: ZPS ITB034004 Sito Ramsar: Corru s'Ittiri S. Giovanni e Merceddì D.M.:03/04/78 Riserva Naturale: ex L.R. 31/1989 Istituti venatori: Oasi di protezione faunistica e di cattura Tipologia: Sistema stagnale legato all'emersione di barre sabbiose. Caratteristiche generali: Sistema lagunare e stagnale che sottende un vastissimo bacino imbrifero (825 kmq). Ricambio idrico fortemente condizio-
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3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi nato dalla presenza di argini interlagunari. Serio problema di inquinamento derivante dall'immissione di concimi, diserbanti e fitofarmaci provenienti dai terreni circostanti. Sosta e riproduzione di una ricca avifauna di interesse comunitario. La vasta area stagnale costituita dallo stagno di Marceddì e da quello di San Giovanni occupa la parte più meridionale del Golfo di Oristano. Essa confina ad ovest con la penisola di Capo Frasca, a sud con le propaggini meridionali del complesso montuoso dell'Arcuentu, mentre nel settore nordoccidentale si estende l'area di bonifica di Arborea. Dal punto di vista genetico lo stagno di Marceddì e lo stagno di San Giovanni occupano una paleovalle wurmiana incisa dal rio Sitzerri e parzialmente colmata da alluvioni, fanghi neri e torbe di stagno, e successivamente invasa dal mare La profondità di questa paleovalle è di circa 25 metri sotto il livello attuale del mare. L'emersione di alcune barre sabbiose ha determinato la chiusura di tratti di mare. La laguna di Marceddì sottende un vastissimo bacino imbrifero, che nel suo settore meridionale attraverso il Monte Arcuentu, arriva fino all'imponente rilievo del Monte Linas. Attraverso le falde nord-orientali di questo massiccio la linea di spartiacque arriva a lambire il limite occidentale della Giara di Gesturi e ad abbracciare la quasi totalità del massiccio del Monte Arci. Il bacino idrografico afferente alla depressione di Marceddì occupa una superficie di circa 825.58 kmq. Esso è percorso da tre importanti corsi d'acqua: il Rio Mogoro, il Flumini Mannu e il Rio Sitzerri, che si immettono nel settore orientale dello stagno. I bacini di Marceddì e di San Giovanni sono separati da un argine interlagunare, mentre in corrispondenza delle foci dei suddetti corsi d'acqua è stata realizzato un piccolo bacino sfiorante. La funzione di questi argini è quella di guidare il deflusso delle acque dolci verso il mare e di isolare le acque dolci che provengono dall'entroterra dal resto della laguna. La laguna di Marceddì ha una comunicazione assai ampia con il mare. Nella laguna esiste un serio problema d'inquinamento legato alla grande quantità di concimi, diserbanti e fitofarmaci che raggiungono le acque della laguna. Nella fascia alluvionale del rio Sitzerri, invece, è presente un forte inquinamento da metalli pesanti e fanghi derivante dalle discariche dei residui di lavorazione della miniera di Montevecchio.
Rio Mogoro (Zona Idrografica II; nasce a Morgongiori e sfocia nel compendio lagunare San Giovanni-Marceddì OR - ambito n° 9) Lunghezza: 50 Km ca. Caratteristiche generali: Inizia il suo percorso dalle alture di Morgongiori, dopo la confluenza del Rio Mannu di Gonnostramatza con il Rio Flumineddu. In località Santa Vittoria, a sud di Mogoro, il Rio Mogoro è sbarrato da una diga che ha lo scopo di regolarne le piene che, prima della sua entrata in funzione, provocavano alluvioni nell‘area del basso Campidano di Oristano. Si tratta di una diga a gravità, alta 28,80m e lunga 310m, la cui capacità d‘invaso è di 11, 63 milioni di mc.
3.8 Idrografia - Laghi, invasi, lagune e fiumi Flumini Mannu (Zona Idrografica II; nasce dal Tacco del Sarcidano e sfocia nel compendio lagunare San Giovanni-Marceddì OR - ambito n° 9) Lunghezza: 42,14 Km Caratteristiche generali: Flumini Mannu, noto anche come Flumini Mannu di Pabillonis, è un fiume che scorre nella pianura del campidano in Sardegna formando l'omonimo bacino. Le sorgenti del Flumini Mannu si trovano nelle colline ad Est del comune di Sardara per sfociare nello stagno di San Giovanni. La superficie drenata da tale fiume è di 593,3 km² e l'estensione (compresi gli affluenti ed i bacini) è di 1710,25 km². Gli affluenti principali sono il Riu Bellu (chiamato anche Frummi Bellu o Terramaistus nella parte a monte) ed il Rio Sitzerri i quali drenano tutte le acque provenienti dal lato Est del massiccio del Monte Linas. Il Rio Sitzerri è incanalato in modo da defluire direttamente nello stagno di San Giovanni. Il secondo flusso d'acqua appartenente al bacino del Flumini Mannu è il "Riu Mogoro Diversivo" che nasce dalle pendici meridionali del Monte Arci per sfociare nello stagno di San Giovanni e di Marceddì.
Rio Sitzerri (Zona Idrografica II; nasce a Montevecchio e sfocia nel compendio lagunare San Giovanni-Marceddì OR - ambito n°9) Lunghezza: 24,5 Km Caratteristiche generali: Il Rio Sitzerri nasce dai monti ad est di Montevecchio e sviluppa un bacino idrografico che occupa una superficie di 113,57Kmq. Nel Rio Sitzerri si raccolgono le acque provenienti dalla zona mineraria di Montevecchio (adiacente a quella di Ingurtosu). Analisi effettuate dalla Soc. Samim hanno dato come risultati elevate concentrazioni di metalli pesanti (Pb Zn e Cd). Elevate concentrazioni di questi stessi metalli sono state trovate anche nelle acque degli stagni di San Giovanni e Marceddì, dove i pescatori denunciavano cali del pescato e morie di pesci a causa degli apporti inquinanti del Rio.
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Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 9 - Assetto Fisico
Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 9 - Immagine satellitare
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3.8 Ambito n° 9 (Oristano). Struttura L‘individuazione dell‘Ambito è legata alla stretta integrazione fra la struttura insediativa e quella ambientale. L‘Ambito comprende il Golfo di Oristano dal promontorio di Capo San Marco a Capo Frasca, é delimitato a nord dalla regione del Montiferru e verso est dal sistema orografico del Monte Arci-Grighine. Si estende all‘interno verso i Campidani centrali ed è definito a sud dall‘arco costiero del sistema dell‘Arcuentu e dal Capo Frasca. La struttura dell‘Ambito è articolata sui tre Campidani di Oristano e sul sistema idrografico del Tirso. Il sistema ambientale e insediativo è strutturato nella parte nord, dagli stagni e dal relativo bacino di alimentazione dello stagno di Cabras e nella parte centrale dalla rete idrografica e dal bacino fluviale del Medio e Basso Tirso. Il sistema così definito richiede necessariamente una gestione unitaria delle acque. L‘Ambito comprende una serie complessa di aree diverse: quelle dei bacini naturali, artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata. La particolare importanza di queste zone, risiede non solo nel fatto che rappresentano una risorsa ecologica di rilevante interesse in termini di conservazione della biodiversità in ambito mediterraneo (e per tale motivo molte di queste sono state inserite negli obiettivi di protezione di numerose direttive comunitarie), ma anche in relazione alle notevoli potenzialità di sviluppo economico delle diverse aree. Gli ambienti lagunari e stagnali che si sviluppano lungo la fascia costiera compresa tra Capo Mannu e Capo Frasca , oltre a costituire il naturale sistema di espansione idraulica dei corsi d‘acqua ed avere rilevanza paesaggistica ed ecologica, sono sede di importanti attività economiche quale l‘allevamento ittico. Questi sono ambienti produttivi che periodicamente vengono compromessi dallo stato in cui vertono questi ecosistemi, che richiedono un coordinamento nella gestione ambientale dei bacini di alimentazione. La struttura dell‘insediamento costiero presenta situazioni ibride (stagionali e permanenti) intorno ai principali centri: Oristano (borgata marina di Torre Grande), Arborea (Colonie Marine), Cabras (località marine di San Giovanni di Sinis e Funtana Meiga), San Vero Milis (S‘Arena Scoada, Putzu Idu, Mandriola, Sa Rocca Tunda), Terralba (villaggio di pescatori di Marceddì). Il Golfo è stato caratterizzato, a causa della concentrazione di risorse, dalla fondazione di tre distinti centri urbani di epoca fenicia, Neapolis, Othoca e Tharros. La città di Oristano rappresenta dal medioevo la sostituzione di un unico centro urbano, con sistema portuale sul golfo (Lo Barchanir alle foci del Tirso e Portus Cuchusius a Torre Grande), al posto del policentrismo dell'antichità e dell'alto medioevo. Nell' ambito della bonifica integrale del comprensorio dello stagno di Sassu, fu costituita con Regio Decreto del 29 dicembre 1930 la città di fondazione di Mussolinia di Sardegna, rinominata Arborea con R. D. del 17 febbraio 1944. L'urbanistica del centro urbano e di alcune strutture dell'area di bonifica (in particolare l'Idrovora di Sassu) rappresentano gli episodi più significativi dello spirito razionalista dell'architettura della Sardegna. Il sistema insediativo recente, incentrato su Oristano, richiede una riqualificazione ambientale delle relazioni tra Oristano e il suo Golfo, di raccordo ambientale della città con le foci del Tirso e Torre Grande, già porti del centro medievale. Le colture di tipo intensivo interessano inoltre la coltivazione di specie erbacee e di quelle arboree. Le aree agricole e i sistemi agroforestali delle zone sottoposte a interventi di bonifica sono diffuse sull‘intero territorio fatta eccezione per le superfici con caratteristiche geomorfologiche ed ambientali non adatte a un utilizzo agricolo.
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Ambiente Costituiscono elementi ambientali del sistema paesaggistico dell‘ambito: il sistema di spiaggia e dei campi dunari di Is Arenas; la penisola del Sinis, delimitata dal promontorio di Capo Mannu e Capo San Marco. Tra le spiagge più rappresentative emergono: Sa Mesalonga, Sa Salina Manna, S‘Arena Scoada, Maimoni - Is Arutas - Is Caogheddas, Funtana Meiga, San Giovanni; le zone umide del Sinis, che completano l‘articolato sistema marino-litorale della penisola, con lo stagno de Sa Salina, de Is Benas, di Sal'e Porcus e il più vasto compendio umido di Cabras e Mistras, a cui afferiscono le acque superficiali del bacino idrografico del Rio Mare e Foghe; gli isolotti di Mal di Ventre e di Catalano, che rappresentano le emergenze rocciose che interrompono la continuità dell‘orizzonte nel mare antistante la penisola del Sinis; il Golfo di Oristano, che si estende con un ampio arco ellittico, delimitato dai promontori basaltici di Capo San Marco a Nord e Capo Frasca a Sud. La continuità del cordone litoraneo è interrotta dalla presenza di diverse foci fluviali, in gran parte canalizzate, del Fiume Tirso, del Rio Mogoro e del Rio Flumini Mannu, che si alternano ai numerosi canali lagunari attraverso cui le acque marine del golfo si connettono con i sistemi umidi; la bassa valle del Rio Sitzerri, che convoglia i deflussi canalizzati nello stagno di Marceddi - San Giovanni dopo aver drenato le acque superficiali del bacino idrografico comprendente il settore minerario di Montevecchio; i versanti occidentali del Monte Arci, caratterizzati dalle falde pedemontane e segnati dall‘articolata rete di canali drenanti naturali che alimentano i corpi idrici superficiali e sotterranei della pianura di Oristano-Terralba; la piana colluvio-alluvionale di Santa Maria di Neapolis, che è caratterizzata da versanti che degradano dolcemente verso lo stagno di Marceddì e che raccordano a ovest il tavolato basaltico di Capo Frasca e verso sud il sistema delle conoidi detritiche che si distendono dalle falde nordoccidentali del massiccio vulcanico dell‘Arcuentu; i bacini di alimentazione del sistema lagunare di San Giovanni-Marceddì, che comprendono il sistema dei versanti occidentali del Monte Arci; il sistema costiero del Golfo di Pistis, che caratterizza a sud l‘estremità dell‘Ambito, è dominato dal sistema di spiaggia e dal complesso dunare di Is Arenas e di S‘Acqua e s‘Ollastu, racchiuso tra il sistema di costa alta rocciosa di Torre di Flumentorgiu-Torre dei Corsari e Punta de s‘Achivoni; la copertura vegetale delle aree non agricole, che è rappresentata da formazioni boschive, arbustive, a gariga, e in aree circoscritte, da biotopi naturali, riscontrabili anche negli ambienti acquatici dei rii, degli stagni, delle lagune che ospitano vegetazione riparia; i siti di importanza comunitaria: Is Arenas, S‘Acqua e S‘Ollastu, Stagno di Corru S‘ Ittiri, Stagno di S‘Ena Arrubia e territori limitrofi, SassuCirras, Stagno di Santa Giusta, Stagno di Pauli Maiori di Oristano, Catalano, Isola di Mal di Ventre, Stagno di Mistras di Oristano, Stagno di Cabras, Stagno di Putzu Idu (Salina Manna e Pauli Marigosa), Stagno di Sale ‗E Porcus, Is Arenas. Rurale Costituiscono elementi del sistema paesaggistico rurale: il sistema insediativo agricolo della bonifica integrale e città di fondazione di Arborea; l‘area della piana ArboreaTerralba raggiunge elevati valori economici e di integrazione di filiera. La pianura costituisce uno sviluppo agricolo di eccellenza in ambito regionale, rappresentato dalla filiera della bovinicoltura da latte (allevamento e caseifici) e la coltivazione di colture di tipo intensivo (pomodoro, barbabietola, riso) destinate anche all‘industria agroalimentare; la estesa coltivazione di agrumi, viti, olivo e mandorlo e l‘arboricoltura specializzata finalizzata alla produzione di legna da ardere (Eucalyptus); la rete di frangivento costituita da specie arboree dei territori oggetto di bonifica; il sistema dei caseifici e degli impianti per il trattamento dei reflui caseari.
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Storia Costituiscono sistema del paesaggio storico-culturale: il sistema territoriale della portualità fenicia i siti di Othoca, di Tharros e di Neapolis; il sistema storico insediativo unitario del centro storico murato e i borghi extra moenia di Oristano con le strutture dei portali barocchi e delle mura perimetrali dell'agro; il sistema unitario l‘insediamento religioso della chiesa di San Giovanni di Sinis e del villaggio cumbessias di San Salvatore di Cabras; il sistema, le trame degli orti, dei perimetri murati e di irrigazione degli aranceti dell'agro di San Vero Milis; il paesaggio delle aree umide, l'insieme di capanne, pontili, luoghi di lavorazione dei prodotti alimentari tipici, laboratori per la realizzazione delle imbarcazioni lagunari in giunco dette "Is Fassonis" e degli altri prodotti derivanti dalla lavorazione delle specie vegetali autoctone di ambito lagunare quali il falasco detto "su sessini" o "su cruccuri" e l'erba detta "s'anedda"; il carattere paesaggistico dell‘insieme della città di fondazione di Arborea, dei borghi ed il sistema delle case coloniche, nonché l‘assetto territoriale della bonifica; il territorio perilagunare l‘emergenza fisica e culturale della cattedrale di Santa Giusta. Insediamento In questo Ambito l'insediamento stabilisce rapporti diversificati con le matrici ambientali su cui si è strutturato. Si riconoscono alcuni sistemi insediativi lungo le direttrici fluviali del Rio Mare Foghe e del Riu Mannu, del Rio Tanui, del Tirso, nel Campidano di Milis, Campidano Maggiore e Campidano di Simaxis: lungo il Rio Mare Foghe si allineano i centri di: Nurachi, Riola Sardo, Baratili San Pietro, Zeddiani, Tramatza; sul Rio Tanui: Cabras, Solanas, Donigala Fenugheddu, Nuraxi Nieddu, Massama, Siamaggiore, Solarussa, Zerfaliu; sulle rive di sinistra del Tirso: Ollastra, San Vero Congius, Simaxis, Sili, Oristano; nella bassa valle del Flumini Mannu si localizza il centro urbano di San Nicolò d'Arcidano. In questi sistemi insediativi la forma dei villaggi, tendenzialmente compatta, si rapporta morfologicamente alla direzione prevalente dei corsi d'acqua, rispetto ai quali stabiliscono rapporti di contiguità. Profondamente diverso il rapporto stabilito con la matrice ambientale dai sistemi insediativi nelle bonifiche integrali : in diretta relazione con le zone umide del golfo si individuano i sistemi insediativi di Santa Giusta, il nucleo storico di Sant'Antonio di Santadi e Marceddì, sulle rive opposte degli stagni di San Giovanni di Marceddì, e Cabras sullo stagno di Cabras; il sistema insediativo dei centri di Terralba, Marrubiu, Uras, nella bonifica della piana di Terralba, localizzato nel bacino del Rio Mogoro, ormai deviato, e sull'alveo dell‘ex stagno di Sassu; il sistema insediativo delle bonifiche di Arborea: caratterizzato da una certa estraneità al contesto che l'accoglie e significativamente indifferente alla sua localizzazione prossima al capoluogo, rispetto al quale si mantiene fortemente indipendente quanto ai servizi e all'economia delle attività; l‘insediamento di Arborea che assume come condizioni strutturanti della forma dell‘insediamento attuale, i processi di trasformazione fondiaria e di bonifica. L'insediamento costiero, qui più rado che altrove, allinea alcune borgate marine in diretta relazione con le acque del golfo e la città consolidata: il centro di Torre Grande presso Cabras; il nucleo insediativo turistico di Ala Birdi, presso Arborea. Sul promontorio di capo Frasca si localizzano i nuclei insediativi turistici costieri di Torre dei Corsari, Porto Palma, Pistis. Sulla penisola del Sinis si riconoscono i centri di San Giovanni di Sinis, presso Capo San Marco; Putzu Idu, Porto Mandriola, Su Pallosu, Sa Rocca Tunda, in relazione ai sistemi sabbiosi intervallati da Capo Mannu. Sui campi dunari di Is Arenas, si insediano al-
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cuni nuclei di servizi ricettivi (campeggi) presso le foci del Riu Pischinappiu. L'intero Ambito è attraversato da sud a nord dal corridoio infrastrutturale regionale della SS 131 e dalla linea principale delle ferrovie dello Stato, che collega Cagliari a Sassari e Porto Torres. Questi elementi infrastrutturali determinano rilevanti cesure nella struttura del paesaggio intersecando i principali sistemi idrografici e i corridoi ecologici dei Campidani in senso trasversale. Relazioni costiere Relazioni con l'Arburese attraverso il bacino idrografico del Rio Sitzerri ed il sistema di alimentazione idrogeologica delle conoidi detritiche che si estendono alle falde nordoccidentali del complesso dell‘Arcuentu; relazioni con la pianura del Campidano e la Marmilla attraverso la piana di San Nicolò D‘Arcidano e i bacini di alimentazione del Rio Mogoro e del Rio Flumini Mannu di Pabillonis; relazioni con l‘Alta Marmilla attraverso il sistema pedemontano e i versanti occidentali del Monte Arci, sistema di alimentazione idrogeologico delle zone umide della piana di Oristano-Terralba; relazioni con il sistema territoriale di Barigadu-Montiferru attraverso il bacino della media valle del Tirso; Relazioni con la corona orientale del complesso del Montiferru, attraverso il bacino idrografico del Rio Mare e Foghe, afferente le zone umide del Sinis; Relazioni con il complesso orografico occidentale del Montiferru, attraverso il bacino idrografico del Rio Santa Caterina che sfocia nel golfo di Is Arenas; Relazioni storiche tra i sistemi portuali del Golfo di Oristano, il Monte Arci, il Montiferru e il bacino minerario di Guspini Montevecchio. Valori I principali valori sono individuati dalla complessa e articolata diversità delle componenti ecosistemiche che segnano la struttura ambientale dell‘Ambito, riconosciute anche dal recepimento di convenzioni internazionali e normative comunitarie nazionali e regionali. Proprio tra queste si possono citare: l‘Area Marina Protetta della ―Penisola del SinisIsola di Mal di Ventre; le ZPS e i SIC proposti per le principali zone umide costiere, i promontori e gli isolotti; le Oasi di Protezione Faunistica e le Zone di Ripopolamento e Cattura. Il parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna nel Monte Arci. L'unitarietà del sistema insediativo territoriale storico del Golfo e dei tre Campidani di Milis, Maggiore, di Simaxis. Il complesso delle testimonianze archeologiche costiere dell‘antica portualità. Le testimonianze materiali delle architetture e dell‘urbanistica storica medievali della città e dei borghi di Oristano. Presenza di un paesaggio agricolo che rappresenta elementi essenziali di riconoscibilità e di leggibilità dell‘identità territoriale. Criticità Contaminazione dei corpi idrici superficiali e progressiva riduzione della naturalità e biodiversità degli ecosistemi acquatici a causa delle attività umane. Processi di eutrofia, interrimento, alterazione chimico-fisica delle zone umide. Riduzione della capacità autodepurativa delle zone umide a causa delle difficoltà di ricambio idrico delle lagune e dell‘elevato carico di nutrienti e contaminanti veicolato attraverso i principali immissari fluviali, le falde freatiche e i suoli dalle attività civili, agricole e zootecniche. Riduzione e contaminazione delle falde idriche sotterranee della piana di Oristano-
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Arborea-Terralba. Le trasformazioni introdotte dalle ―bonifiche‖ hanno determinato modificazioni di alcuni ecosistemi riducendone l‘estensione e la loro naturalità. Il fenomeno si osserva, in particolare, attraverso l‘inquinamento prodotto dai reflui civili e industriali e dagli apporti dovuti alle attività agricole e zootecniche che giungono negli stagni e nelle lagune direttamente o attraverso i corsi d‘acqua, i quali hanno una ridotta capacità autodepurativa legata alla regimazione e cementificazione degli alvei fluviali. Indirizzi Il progetto dell‘Ambito assume l‘interconnessione tra il sistema delle terre e delle acque marine, fluviali e lagunari, matrice delle città storiche (Tharros, Othoca e Neapolis), come guida per la riqualificazione ambientale delle attività e degli insediamenti. 1. Riqualificare l'identità urbana antica del Golfo. Riconoscere il Golfo di Oristano come luogo per la realizzazione di strutture museali rilevanti collegate con la Civiltà Fenicia del Mediterraneo. 2. Conservare le “connessioni ecologiche” tra le piane costiere e le aree interne attraverso i corridoi di connettività. In particolare, qualificare la fascia di pertinenza del corso del Fiume Tirso e dei Rio Tanui, con finalità dedicata alla istituzione di un Parco Fluviale intercomunale che preveda l‘integrazione tra le aree rurali e i centri abitati di riva destra e sinistra. 3. Conservare la funzionalità della dinamica delle acque affinché sia garantito l’equilibrio tra acque marine e acque dolci, la capacità di depurazione naturale delle zone umide del Golfo di Oristano e della penisola del Sinis. 4. Conservare la funzionalità dei corsi d’acqua che confluiscono verso la piana del Golfo di Oristano garantendo il naturale scorrimento delle acque superficiali. 5. Riqualificare i sistemi di regimazione idraulica delle aree di bonifica sostenendo l’auto depurazione dei corpi idrici per favorire la diminuzione dei fenomeni d‘inquinamento rilevati ed evidenziati dai dati ufficiali e favorire così l‘uso produttivo per l‘allevamento ittico. 6. Conservare la funzionalità ecologica delle zone umide del Golfo di Oristano e della penisola del Sinis, riequilibrando in una prospettiva di sostenibilità gli usi produttivi dell'allevamento ittico e della pesca ed integrare le attività produttive con una potenziale fruizione turistico-culturale, naturalistica, ricreativa e antropologico-culturale dei luoghi attraverso un programma integrato. 7. Riqualificazione dei vuoti estrattivi dismessi finalizzata al processo di recupero naturalistico per una reintegrazione nel paesaggio o come occasione di una nuova riutilizzazione per fini diversi, che evidenzino la storia e la cultura dell‘attività estrattiva. 8. Riconoscere come atto di riqualificazione il recupero delle ex cave di arenaria di Cuccuru Mannu nel Sinis, che le individua come luogo funzionale all‘istituzione di un parco tematico per la musica.
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menti di paesaggio dell‘Ambito, fra insediamenti urbani e il paesaggio rurale, fra i sistemi agricoli e gli elementi d‘acqua presenti, fra sistemi agricoli e sistemi naturali o semi naturali. 10. Riqualificare la pineta litoranea di Arborea e di Torregrande e le zone umide retro litorali attraverso una progettazione unitaria mirata a ricreare i rapporti fra zone interne, insediamento e sistema sabbioso, anche attraverso il miglioramento della accessibilità e della fruizione dei sistemi litoranei con servizi e attrezzature. 11. Integrare le gestioni delle aree naturali protette (SIC, AMP, ZPS), con la gestione delle attività produttive agricole limitrofe, al fine di equilibrare la tutela e la salvaguardia con l‘utilizzo delle risorse naturali. 12. Riqualificazione delle borgate marine (Porto Palma, Torre dei Corsari, Marina di Torregrande, Putzu Idu, San Giovanni di Sinis, Marceddì, Mandriola) con l‘incentivazione alla realizzazione delle strutture ricettive (Bed & Breakfast, albergo diffuso) e dei servizi alla fruizione della spiaggia. 13. Riqualificare il corridoio infrastrutturale della strada statale n. 131, attraverso: la ricostruzione delle connessioni ecologiche, delle trame del paesaggio agrario, della morfologia dei movimenti di terra frammentate e modificate dal passaggio dell‘infrastruttura; la ricostruzione dei rapporti percettivi fra l‘infrastruttura e le sequenze paesaggistiche di contesto del Monte Arci, del Monte Arcuentu e Capo Frasca – Capo S. Marco; la ricostruzione dei margini dell‘infrastruttura. 14. Nei territori a matrice prevalentemente agricola modernizzare le forme di gestione delle risorse disponibili, con un supporto ed un incremento dell‘apparato produttivo e la gestione oculata e mirata dell‘habitat naturale. 15. Mantenere un ordinamento colturale diversificato, in quanto rappresenta un elemento centrale nella definizione della qualità ambientale di un territorio. 16. Attivare, da parte delle aziende agricole, programmi di miglioramento agricolo finalizzato all‘applicazione delle direttive comunitarie, di una agricoltura ecocompatibile che ricorra a tecniche biologiche anche in vista della conservazione del suolo. 17. Riordinare il sistema fondiario per la creazione di una dimensione aziendale capace di consentire un‘attività agricola professionale a tempo pieno. 18. Conservare il sistema delle coltivazioni degli agrumi, circoscritta ai territori delle falde di contatto tra Sinis e Montiferru e della parte terminale del Tirso attraverso il recupero e l‘innovazione delle tecniche colturali, mantenendo la sua peculiarità di risorsa legata all‘acqua del fiume che attraversa questi territori e ne permette la coltivazione. 19. Conservare e restaurare elementi del paesaggio agrario anche storico attraverso il mantenimento in efficienza delle reti di canalizzazioni preposte all‘irrigazione e indispensabili per il mantenimento delle coltivazioni intensive specializzate e al recupero dell‘edilizia rurale esistente. Riconoscere il valore paesaggistico dell‘insieme delle
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strutture della bonifica storica costituito dalla città di fondazione di Arborea, dai borghi, dal sistema delle case coloniche e dall‘assetto territoriale. 20. Riqualificare e migliorare la dotazione delle alberature e delle siepi costruendo un sistema interconnesso e collegato sia con le formazioni boschive contigue, sia con i corsi d‘acqua. L‘intervento ha carattere naturalistico, paesaggistico, produttivo, di difesa del suolo. 21. Conservare gli areali a copertura forestale e le fasce di riconnessione dei complessi boschivi e arbustivi, della vegetazione riparia e delle zone umide, al fine di garantire la prosecuzione delle necessarie attività manutentive dei soprassuoli, il loro consolidamento e la prevenzione antincendio. 22. Definire provvedimenti e azioni necessarie per la differenziazione delle funzioni connesse alle attività rurali e per la promozione e regolamentazione di eventuali integrazioni con funzioni agrituristiche. 23. Prevedere la ricostruzione dei paesaggi originari attraverso incentivi mirati rivolti alle colture risicole o agricole abbandonate. 24. Conservare il rapporto di rispetto ambientale e funzionale tra i centri abitati e i corsi d‘acqua, in particolare tra la città di Oristano e il fiume Tirso, con la creazione di una fascia verde che offra l‘occasione per una riqualificazione in termini generali dell‘abitato residenziale, attraverso la connessione di percorsi alberati, aree verdi e spazi di relazione. 25. Riconoscere e innovare la centralità della città di Oristano, nei servizi e nella localizzazione di attività di eccellenza, in modo tale da attribuirgli quella funzione di centralità territoriale che nella storia ha sempre svolto. 26. Conservare o ricostruire il rapporto fra la città di Oristano, il mare e il suo porto attraverso la realizzazione di spazi verdi progettati per la fruizione e il tempo libero, secondo una prospettiva anche didattica. 27. Razionalizzare e controllare le eventuali espansioni urbane nel pieno rispetto delle esigenze legate al mantenimento di una funzionalità ambientale ed alla restituzione di un livello alto della qualità del paesaggio urbano. 28. Progettazione e gestione integrata intercomunale degli spazi e dei servizi ai litorali appartenenti all‘Ambito, in relazione all‘accessibilità e fruibilità dell‘intera fascia di costa.
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La foto panoramica mostra la piana agricola, il golfo e il sistema delle zone umide di Oristano. Queste ultime si estendono dal centro del golfo di Oristano alla penisola del Sinis, fino ad arrivare al compendio sabbioso di Is Arenas. Da questa panoramica, osservando da sinistra verso destra, possiamo individuare: il centro abitato di Cabras e l‘omonimo stagno; il sistema delle trame agrarie sulle terre confinanti lo stagno di Cabras; il sistema orografico del Monte Arci; l‘impianto dei filari di eucalipti; la copertura vegetale spontanea prevalentemente erbacea che si sviluppa negli spazi non interessati dalle attività agricole intensive; il recinto sacro di San Salvatore nel Sinis, luogo della omonima festa annuale; il monte Arcuentu; lo stagno e la peschiera di Mistras. Guardando le altre immagini, in senso antiorario, possiamo ammirare: 1. Il sistema laguna/stagno di San Giovanni-Marceddì, che raccorda il territorio dell‘organizzazione rurale della piana di Arborea con l‘emergenza paesaggistico-ambientale del promontorio di Capo Frasca; 2. Organizzazione insediativa della struttura urbana di Riola Sardo. Il tessuto urbano è caratterizzato da un nucleo storico (edificazione densa e compatta) e dalle espansioni più recenti (edificato diffuso e ramificato di case unifamiliari). 3. Filari di eucalypto e di cipresso, usati come frangivento, disegnano la trama agricola delle coltivazioni specializzate in
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agrumi e viti. Gli edifici rurali e le serre caratterizzano il paesaggio agrario. 4. Bonifica storica della piana di Terralba. La trama del tessuto agrario è modulare ed identifica i poderi tutti della medesima forma e dimensione, delimitati dalla rete di frangivento realizzata con specie arboree. La presenza di edifici rurali legati alla attività agricolo-zootecnica dell‘azienda è significativa. 5. Area archeologica di Tharros nella penisola di S. Giovanni di Sinis è il sistema insediativo costiero punico-fenicio della Sardegna meridionale. Il sito è ancora più interessante vista la presenza di testimonianze nuragiche, fenicio-puniche, romaniche ed altomedievali. 6. Chiesa di Santa Corona nell‘insediamento di Riola Sardo. 7. Uso del territorio di Neapolis in linea con le tessiture delle trame agrarie. 8. Il sistema storico ed ambientale dei presidi costieri e delle borgate marine, turistico-residenziali di San Giovanni di Sinis. 9. Il fiume Tirso. 10. Il comparto prioritario del sistema economico territoriale, le attività agricole, capace di restituire e conservare una trama del paesaggio rurale unica. 11. Il sistema infrastrutturale del porto di Oristano realizzato sull‘arco costiero del golfo in prossimità della foce del fiume Tirso.
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La struttura della popolazione residente evidenzia differenti comportamenti all'interno dell'ambito: spostandosi dalla costa verso l'interno si registrano valori sempre più alti dell'indice di vecchiaia. Si passa dai valori inferiori al 70% di Santa Giusta e Arborea fino agli alti valori di Cuglieri per il quale, per ogni residente sotto i 15 anni, sono presenti tre anziani sopra i 65 anni. È da rimarcare che i valori più alti registrati a livello regionale si misurano per i comuni limitrofi all'ambito. Si individuano vari subambiti con differenti specializzazioni: il settore agricolo (Arborea), la pesca (Cabras, Santa Giusta, Oristano), il commercio e il terziario (Oristano). Il settore delle costruzioni è presente in quasi tutti i comuni. Il settore dell'agricoltura è fortemente rappresentato con una media provinciale dell'indice dell'occupazione in agricoltura del 47% contro la media regionale del 27%.
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3.10 Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre
Inquadramento dell窶連MP del Sinis, isola Mal di Ventre - Immagine satellitare
3.10 Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre
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3.10 Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre La presenza umana nel Sinis è documentata dagli insediamenti risalenti al Neolitico di Cuccuru Is Arrius e di Cuccuru de Fuerras, al limite occidentale dello stagno di Cabras, oltre che da numerosi reperti rinvenuti in zona ed è comprovata anche dalla presenza di circa ottanta nuraghi sparsi sulle alture e a ridosso dei laghi. Tra le città la più nota e importante fu Tharros, almeno fino al 1070, quando poi la sua considerazione scemò, dopo essere stata città principale delle varie dominazioni susseguitesi all'era nuragica, come quella fenicia, punico-cartaginese, romana, vandala, fino a concludere con l'essere stata capitale del giudicato di Arborea. A testimonianza della caduta di Tharros, arrivano gli appunti di viaggio di Mahmud Ibn Djobair, del 1183, che la descirve già abbandonata e in rovina. Con la fine della città coincide lo spostamento dalle coste all'interno delle attività produttive ed economiche principali e del centro del potere giudicale a Oristano; si spezzò così l'equilibrio tra le attività costiere, come commercio e pesca, e quelle dell'entroterra, come caccia e agricoltura. A Cabras è sita la chiesa di San Salvatore, al di sotto della quale si trova l'ipogeo omonimo che rappresenta il fil rouge tra le culture succedutesi nell'area, essendo stato luogo di culto per tutte ed essendo, a tutt'oggi, fulcro religioso del Sinis. E rimane avvolto nel mistero il rito della corsa degli scalzi che ha luogo da tempo immemorabile nel santuario. La chiesa di San Giovanni segna invece la fine cronologica dell'importanza di Tharros. Le trasformazioni paesaggistico architettoniche furono influenzate dai cambiamenti economici e sociali, con lo sviluppo dell'agricoltura e l'avvento dei mezzi meccanici, i campi ora sono dleimitati da spiagge, pareti rocciose, stagni e laghi, ma la vecchia struttura campidanese dell'urbanistica di Cabras è ancora visibile. Sulle vecchie carte geografiche una scritta attraversava la penisola: deserto del Sinis. Tale doveva essere un tempo il territorio di circa 200 chilometri quadrati, il cui aspetto è mutato infinite volte sotto la pressione di eventi geologici e climatici sconvolgenti. Oggi rimangono le dune a testimonianza del passato, immobilizzate dalla vegetazione o tramutate in rocce calcaree; un paesaggio fortemente caratterizzato dalle eruzioni che hanno permesso al calcare, con le sue effusioni, di plasmare la struttura del Sinis al momento della sua emersione (strato di calcare formatosi nel Miocene tra 25 e 10 milioni di anni fa) e, allo stesso tempo, ad aver determinato l‘attività effusiva fino al ricongiungimento di Capo San Marco con la terra ferma per la formazione di accumuli di sabbie con la definitiva formazione delle lagune d‘oggi, che però hanno origini diverse. Sono gli stagni il grande tesoro del Sinis: oltre ad essere il motore economico della zona, sono una grande ricchezza naturalistica. L‘importanza di alcuni di essi, come Mistras e Cabras, è riconosciuta dal loro inserimento nelle zone umide protette in base alla Convenzione Internazionale di Ramsar e alle Direttive Europee (Habitat e Uccelli). Ovviamente ne configurano e delineano anche la conformazione geologica e paesaggistica, nonché quella economica.
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3.10 Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre
Ma è il mare che nasconde, senza riuscirci troppo, le bellezze più suggestive della penisola. Già dall'esterno le promesse che il fondo di posidonia visibile fa, le mantiene tutte una volta perlustrati i fondali, che non vanno mai oltre i quaranta metri e raramente superano i venti, ricchi di formazioni sabbiose e non e impreziosite, è proprio il caso di dirlo, dalla presenza del cosiddetto oro rosso, il corallo. L'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre", affidata al comune di Cabras come Ente gestore, è stata istituita secondo la Legge 979 del 1982, integrata dalla Legge 394 del 1991, con Decreto del Ministero dell'Ambiente, il 12 dicembre 1997 e successivamente modificato con il Decreto Ministeriale 17 luglio 2003. Occupa un‘area di mare di 24.800 ha, suddivisa in zone a diverso grado di tutela: 1.
2.
3.
4.
ZONA A - tutela integrale: Superficie di 529 ha e Linea di costa di 1356 m. Comprendono la parte settentrionale dell'Isola di Mal di Ventre e lo scoglio del Catalano per un raggio di 1000 m attorno ad esso. Le zone A hanno il più elevato livello di protezione degli habitat e delle specie ed in esse è consentito l'accesso ai soli mezzi ed al personale autorizzati per la ricerca e la sorveglianza. ZONA B - tutela generale: Superficie di 1031 ha e Linea di costa di 5236 m. In queste zone tutte le attività devono essere improntate a criteri di uso compatibile della risorsa, con il controllo del numero degli utilizzatori e dei suoi metodi di utilizzo. Sono consentiti: la pesca professionale, la pesca sportiva, la pescaturismo secondo il regolamento dell'Ente Gestore; le immersioni, le visite subacquee, l'ancoraggio e l'ormeggio disciplinati e autorizzati dall'Ente Gestore; la navigazione a motore, a vela e a remi secondo le modalità stabilite dall'Ente Gestore. ZONA C - tutela parziale: Superficie di 24113 ha e Linea di costa di 18507 m. Sono consentite quelle attività che non confliggono con le finalità istitutive: la navigazione a motore per le diverse tipologie di mezzi regolamentata dall'Ente Gestore; l'ancoraggio e l'ormeggio regolamentato dall'Ente Gestore ai fini della salvaguardia del fondale; la libera navigazione a remi e a vela, le visite subacquee e le immersioni; la pesca professionale, la pescaturismo, la pesca sportiva disciplinata dall'Ente Gestore.
Nell‘Area marina protetta è vietato asportare sabbia, roccia, organismi vegetali e animali, vivi o morti. Non è consentita la pesca subacquea.
3.10 Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre
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la torre di Capo San Marco
una delle necropoli puniche di Capo San Marco
Dall‘alto, in senso orario: la Peschiera Pontis; due fassois sulla riva dello Stagno di Cabras; le colonne di Tharros; pesca dei muggini alla Peschiera Pontis; il cardo maximus di Tharros; il nuraghe Angioa Corruda, nella campagna di Cabras; la corsa degli scalzi; la facciata della Basilica paleocristiana di San Giovanni di Sinis; pietre di Tharros con fregi; tipica capanna di falasco nella rada di Seu. A pag.58, veduta dall‘alto del sito archeologico di Tharros ai piedi della collina dove sorge la Torre di San Giovanni.
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3.10 Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre
Una delle boe che delimitano la zona A attorno allo scoglio del Catalano.
Veduta aerea della spiaggia di Cala Saline all‘Isola di Mal di Ventre.
Alcune delle meraviglie che popolano il mondo sommerso dell‘ AMP e che si possono incontrare facendo attivitĂ subacquea: tartarughe marine, delfini, il maestoso arco di roccia alla Secca del Carosello, meduse, coralli.
La sabbia composta da granuli di quarzite
3.10 Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre
Fenicotteri rosa, un marangone dal ciuffo, gabbiani corsi, aironi guardabuoi, conigli selvatici: alcune fra le specie animali che popolano l‘AMP. Alcune specie della flora presente nell‘ area marina protetta.
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3.11 Ambito n° 10
Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 10 - Assetto Fisico
Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 10 - Immagine satellitare
3.11 Ambito n° 10
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3.10 Ambito n°10 (Monti Ferru). L‘Ambito, fortemente caratterizzato sotto il profilo storico-ambientale, deve la sua riconoscibilità all‘identificazione delle aree interne e costiere con il massiccio del Montiferru, testata sud occidentale della dorsale montana che dispiegandosi dal Montiferru a sud ovest fino al Monte Nieddu a nord est, ritaglia la Sardegna settentrionale. La struttura dell'Ambito è definita dalla dominante ambientale del massiccio del Montiferru. La denominazione è derivante dal filone di ferro presente presso il Monte alle spalle della piana di Cornus. L'Ambito corrisponde all'esteso territorio che incorpora il profilo del cono vulcanico del Montiferru, con la maggiore culminazione del Monte Urtigu, così come è visibile dal Campidano e dall'altopiano di Abbasanta. Il paesaggio che ne deriva risulta essere molto vario nelle forme rocciose e capace di alternare superfici pianeggianti a raggiera con ampi piani minerali come l'espandimento basaltico sul versante occidentale verso Abbasanta. Queste caratteristiche hanno favorito le attività zootecniche in prevalenza legate all'agricoltura. Le coste del Montiferrru sono segnate da falesie pressoché continue da Punta di Foghe a Punta s'Archittu, la continuità della costa alta è raramente interrotta da esigue spiagge ciottolose poco profonde, da terrazzi marini di erosione e da piccole piane costiere. Struttura Il massiccio vulcanico, impostato su una grande faglia in direzione sud-ovest nord-est, con numerosi centri eruttivi, ha assunto una conformazione conica a base ampia, con valli a raggiera che si dipartono dalle zone più elevate. La litologia prevalente del massiccio alterna differenti masse vulcanitiche (trachiti e basalti) dalle suggestive morfologie e caratterizza il paesaggio, ospitando pregiate coperture boschive. Il sistema ambientale, proposto come parco regionale, è strutturato dall‘associazione tra la geolitologia del territorio e i paesaggi vegetali cacuminali (del tasso, dell‘agrifoglio) e di prossimità urbana (la corona degli oliveti storici di Cuglieri gestiti da ordini Monastici). Elementi Ambiente. Il sistema costiero delle baie di Santa Caterina di Pittinurri e di s‘Archittu; il complesso orografico vulcanico del Montiferru e le formazioni boschive che caratterizzano i versanti; la valle del Rio S'Abba Lughida; le numerose sorgenti, come Sa Funtana‘e s‘Otzu e Tiummemmere; il bacino idrografico del Rio Mannu di Cuglieri. Storia. Costituiscono sistema del paesaggio storico-culturale: le specificità del centro storico ed il Castello ‗Ezzu dell‘insediamento urbano di Cuglieri; Seneghe, il centro storico e le strutture connesse alla produzione e distribuzione dei prodotti tipici locali; Scano Montiferro, il centro storico ed il bosco di agrifogli preistorici di S‘Arroda Manna; Bonarcado: centro storico, chiese medievali; l‘area archeologica dell‘antica Cornus; il sistema storico degli oliveti di coltivazione monastica. Insediamento Nell'Ambito si distinguono alcune direttrici preferenziali di sviluppo dell'insediamento che si spiegano in relazione ad alcuni fattori di localizzazione determinati dal sistema ambientale del Montiferru. L‘organizzazione dell‘insediamento nell'Ambito articola i seguenti sistemi: la struttura insediativa costituita dai centri urbani di Cuglieri, Scano Montiferro, Sennariolo, Santu Lussurgiu, Seneghe e Bonarcado; gli insediamenti costieri di Santa Caterina di Pittinurri, S‘Archittu e Torre del Pozzo; l'insediamento turistico residenziale di San Leonardo di Siete Fuentes; la direttrice ambientale del Riu Sos Molinos con le testimonianze insediative
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3.11 Ambito n° 10
storiche agroindustriali dei mulini; gli insediamenti agricoli nelle alluvioni a sud del Riu S‘abba Lughida e nelle alluvioni del Rio Pischinappiu; le strutture rurali sparse dell'allevamento estensivo sul Montiferru. Relazioni Costiere
Relazioni ambientali con l‘Ambito costiero del Golfo di Oristano attraverso il Rio Pischinappiu per i processi di ripascimento del sistema sabbioso di Is Arenas e attraverso i bacini degli affluenti del Rio Mare Foghe (Rio Mannu e Rio Iscas) che alimentano le zone umide dello stagno di Cabras; Relazioni con l‘Ambito costiero del Golfo di Oristano attraverso i sistemi insediativi di Narbolia e Milis per gli usi agricoli del Campidano settentrionale di Milis; Relazioni con la Planargia tra la struttura insediativa costituita dai centri urbani di Scano Montiferro, Sennariolo e i centri di Tresnuraghes, Magomadas, Flussio e Suni; Relazioni ambientali con la Planargia attraverso il bacino idrografico del Rio Mannu, che definisce il confine tra i due ambiti di paesaggio.
Relazioni Interne Relazioni ambientali con gli altopiani di Abbasanta e di Campeda attraverso i versanti nord-orientali del massiccio del Montiferru. Valori Il valore principale e caratterizzante è quello legato alle risorse ambientali rappresentate in particolare dalle formazioni boschive e da quelle agricole, legate alle produzioni specializzate di colture legnose pregiate quali gli olivi, e alle attività zootecniche dell‘allevamento bovino della razza sarda-modicana e dei prodotti tipici agroalimentari ad esse collegati. Criticità Predisposizione ai processi di instabilità delle falesie e dei sistemi di costa alta; problemi locali di degrado della copertura vegetazionale per ripetuti incendi boschivi soprattutto durante la stagione arida; pericolo di depauperamento delle risorse idriche sotterranee per eccessivo sfruttamento. Indirizzi Il progetto dell‘Ambito assume il legame costitutivo tra Cornus, presidio antico e medievale sulla costa, e la regione interna del Montiferru come linea guida unitaria per indirizzare le dinamiche che intercorrono tra il sistema insediativo storico, il sistema ambientale geolitologico e orografico, le coperture forestali e le attività agropastorali. L'orientamento progettuale è volto a conservare il paesaggio rurale e naturale del Montiferru, riqualificando l'insediamento storico e le attività agro-pastorali locali, a garanzia del presidio di un ambiente emblematico della cultura materiale regionale. 1. Qualificare gli insediamenti storici e le attività di ospitalità e ricettività diffusa del Montiferru, integrando le iniziative di rilievo culturale presenti nell'Ambito con azioni volte ad attrarre ulteriori risorse ed iniziative. Organizzare ed espandere il sistema dell‘ospitalità diffusa e della ricettività anche attraverso l‘integrazione con il sistema delle attività rurali. 2. Riqualificare gli insediamenti costieri di Santa Caterina di Pittinurri, S'Archittu e Torre del Pozzo, in considerazione del legame con l'insediamento antico di Cornus, rafforzando nel contempo le relazioni con il sistema insediativo montano di Cuglieri, Scano Montiferro e Sennariolo. 3. 3. Conservare l’agrosistema storico delle coltivazioni degli olivi, attorno ai centri di Cuglieri, Santu Lussurgiu, Bonarcado, Seneghe e Narbolia, attraverso il recupero e l‘innovazione delle tecniche colturali, mantenendo il loro legame con la morfologia del paesaggio.
3.11 Ambito n° 10
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4.
Conservare le coperture forestali e le fasce di riconnessione dei complessi boscati e arbustivi del Montiferru, assicurando la prosecuzione delle necessarie attività manutentive dei soprassuoli, il loro consolidamento e la prevenzione anticendio.
5.
Qualificare sotto il profilo paesaggistico, le attività e le strutture rurali connesse all'allevamento bovino, integrando la promozione delle specie bovine locali e dei prodotti della filiera agro-alimentare ad esse collegati, con azioni volte al recupero dei caratteri tipologici e costruttivi degli elementi costitutivi del paesaggio agropastorale, quali muri a secco e ricoveri per il bestiame.
6.
Conservare il paesaggio naturale del sistema di coste alte rocciose da punta di Foghe a Torre di Pittinurri - Torre del Pozzo, attraverso un progetto unitario intercomunale che integri il recupero degli edifici storici delle torri costiere e della viabilità di accesso, anche ai fini di una fruizione controllata dell'area.
Il territorio del Montiferru si caratterizzava, fino agli anni ‗50, per l'articolazione della struttura sociale ed economica basata sull'allevamento bovino e ovino. Negli anni successivi l'area non saprà giovarsi delle nuove tecniche produttive e della modernizzazione in atto nei contigui territori della pianura arborense, ove si sviluppa l'allevamento stanziale e la produzione in irriguo. Negli anni ‗60, l'indebolimento di questo sistema produttivo, aprì la strada all'emigrazione intra ed extra regionale. L'agricoltura rappresenta ancora oggi l'attività più importante (settori olivicolo e zootecnico). Nel periodo 1951-2001 i comuni dell'Ambito considerato subiscono un forte calo demografico. Non si evidenziano particolari differenze fra i comuni dell'Ambito per ciò che riguarda la struttura della popolazione: in ciascuno di essi si registrano alti valori dell'indice di vecchiaia. In particolare Sennariolo, registra il valore più alto della Sardegna dopo quello di Semestene (oltre 500%).
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3.11 Ambito n° 10
Osservando la foto panoramica, da sinistra verso destra, possiamo individuare: l‘insediamento storico paleocristiano e altomedievale di Cornus; l‘insediamento costiero di S‘Archittu; Capo Mannu sulla penisola del Sinis; la copertura vegetale erbacea che definisce il paesaggio dei pascoli e dei seminativi legati all‘attività zootecnica, residuali raggruppamenti di specie arbustive sempreverdi che crescono verosimilmente dove le caratteristiche pedologiche non consentono lavorazioni; il centro serivizi e la strada d‘accesso all‘area archeologica di Cornus; il centro abitato di Santa Caterina di Pittinuri. Osservando le altre immagini, in senso antiorario, possiamo ammirare: 1. Complesso orografico del Montiferru e sistema boschivo dei versanti, che manifesta la sua integrità conservativa; 2. Sistema delle baie rocciose arenarie, calcareniti e biancastre del terziario lungo il sistema costiero di Santa Caterina di Pittinuri; 3. Insediamento costiero di Santa Caterina di Pittinuri, con il promontorio che disegna la baia e la torre omonima del sistema di presidio costiero. 4. Paesaggio agrario a campo chiuso nel retroterra costiero di Santa Caterina. Seminativi e pascoli interrompono la continuità delle aree seminaturali mantenendo spazi definiti in prossimità dei muri a secco che delimitano i poderi. 5. Area archeologica paleocristiana e altomedievale di Cornus situata nel retroterra di Santa Caterina di Pittinuri, in località
3.11 Ambito n° 10
Columbaris. Gli scavi hanno rivelato una serie di sepolture ed un complesso culturale i cui caratteri architettonici rivelano un utilizzo continuo dal IV al IX secolo d.C. 6. Torre di Pittinuri che, con la torre Su Puttu, costituisce parte del sistema difensivo costiero spagnolo del XVI secolo. Luogo di percezione visiva della costa costituita da baie modellate dal mare, è particolarmente evocativo del carattere paesaggistico dell‘Ambito; 7. Scogliera di calcari sedimentari del miocene medio che caratterizzano la costa dell‘Ambito; 8. Insediamento turistico residenziale litoraneo di Santa Caterina di Pittinuri interessato da processi erosivi del profilo di costa; 9. Ambito di coltivazione di materiali lapidei da costruzione, ai margini degli insediamenti turistico-residenziali di Santa Caterina di Pittinuri; 10. Insediamento turistico-residenziale di Santa Caterina di Pittinuri, con il profilo delle falesie modellate dagli agenti meteo marini sul tavolato basaltico del complesso vulcanico del Monti Ferru; 11. Basilica Collegiata di Santa Maria della Neve a Cuglieri, situata sul colle Bardosu da dove domina una vasta porzione di territorio. Da questa chiesa parte il simulacro di Santa Caterina d‘Alessandria che lungo la processione storica giunge fino al borgo di Pittinuri, come memoria della sua costruzione nel XV secolo.
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3.12 Ambito n°11
Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 11 - Assetto Fisico
Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 11 - Immagine satellitare
3.12 Ambito n°11
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3.12 Ambito n°11 (Planargia). Descrizione L‘Ambito, centrato su Bosa e sulla Planargia dei centri ad anfiteatro sul mare, si estende dalla foce del Temo fino alla media valle verso nord, caratterizzata dalle gole del fiume e dalle aree boscate di Montresta (colonizzata nel 1750 ad opera di un gruppo greco peloponnesiaco già residente in Corsica), mentre verso sud si protende fino alle colline terrazzate di Tresnuraghes. L'Ambito è definito dalla struttura ambientale della valle del Temo. Il sistema vallivo è strettamente confinato dalle cornici degli espandimenti ignimbritici da un lato e dagli altopiani basaltici dall‘altro, che dominano gli alti strutturali dei rilievi di quest‘Ambito. Ambiente Costituiscono elementi ambientali del sistema paesaggistico dell‘ambito: l‘articolato sistema costiero delle baie di Santa Caterina di Pittinurri e di s‘Archittu; Il complesso orografico vulcanico del Montiferru e le formazioni boschive che caratterizzano i versanti che si presentano come un mosaico di comunità vegetali diverse; la valle del Rio S'Abba Lughida; le numerose sorgenti; il bacino idrografico del Rio Mannu di Cuglieri; la testata del bacino idrografico del Rio Mare e Foghe; il paesaggio della vegetazione naturale che è rappresentato in prevalenza da importanti formazioni boschive (a s‘Arroda Manna bosco di agrifogli) e arbustive; i siti di importanza comunitaria: Rio Sos Mulinos-Sos Lavros, Is Arenas. Rurale Costituiscono elementi del sistema paesaggistico rurale:le attività agricole legate alla coltivazione delle viti e degli olivi, che rivestono un‘importante funzione di salvaguardia del paesaggio, intesa come difesa del suolo e del valore culturale ad esse collegato, nelle tecniche di coltivazione e nella produzioni di qualità. Storia Costituiscono sistema del paesaggio storico-culturale: la Chiesa campestre di Sant‘Antonio da Padova; il sistema storico di difesa costiera della torre cinquecentesca di Foghe e delle torri di S‘Ischia Ruggia e Columbargia; il Borgo rurale di Sagama; il Nuraghe Pascialos e tomba dei giganti Su Crasti Inscrittu; il Centro storico di Bosa, le concerie lungo il fiume (Sas Conzas) e la chiesa di Sant‘Antonio extra muros, la chiesa di San Pietro e la torre cinquecentesca a Bosa Marina; le chiese romaniche di Santa Maria di Corte e di San Pietro a Sindia. Insediamento Il sistema degli insediamenti urbani comprende diverse forme di integrazione tra elementi: il sistema di Bosa e Bosa marina alle foci del Temo; il sistema degli insediamenti di Tresnuraghes e Magomadas, Tinnura, Flussio e Suni, Modolo, ai bordi dell'altopiano della Planargia, lungo il tracciato della infrastruttura ferroviaria; l‘insediamento di Montresta sui rilievi boscati, alla base del Monte Navrino; la diffusione rurale delle strutture di presidio agricolo; il sistema dei nuclei costieri: Bosa Marina, Sa Lumenera, Santa Maria del Mare, Porto Alabe.
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3.12 Ambito n°11
Relazioni costiere Relazioni con l‘Ambito Montiferru tra i centri di Tresnuraghes, Magomadas, Flussio e Suni e la struttura insediativa costituita dai centri urbani di Scano Montiferro e Sennariolo; Relazioni con l‘Ambito di Monteleone e Alghero; Relazioni ambientali con il Monteleone attraverso il sistema di coste alte rocciose da Bosa a Capo Marargiu e attraverso la media valle del Temo. Relazioni interne Relazioni con l'altopiano di Campeda e Macomer attraverso il sistema degli insediamenti di Tinnura, Flussio e Suni. Valori Presenza di un paesaggio agricolo che rappresenta elementi essenziali di riconoscibilità; la specificità, la tessitura e la disposizione geografica del sistema insediativo costituiscono un ambito in cui emerge la coerenza fra gli insediamenti e le matrici ambientali. Il fiume Temo, oltre a conferire alla città di Bosa il suo carattere di unicità, sul territorio isolano, identifica e permea culturalmente e simbolicamente l‘Ambito. Criticità Problemi legati alla difesa del suolo nella sistemazione idraulica dei terreni; la dominante culturale e ambientale formata dal sistema insediativo della città di Bosa sul Temo; la riconoscibilità e lo spessore storico-culturale degli insediamenti definiscono un sistema ad alto valore di specificità culturale, in cui si rileva la carenza di un'organizzazione dei servizi. Indirizzi Il progetto assume come elementi fondanti il Fiume Temo, matrice della "città fluviale" di Bosa, e il paesaggio agrario della Planargia. la coerenza, particolarmente evidente, tra il sistema insediativo urbano e agrario e il sistema ambientale geolitologico, orografico -morfologico e idrogeologico, richiama indirizzi di conservazione e riqualificazione di livello intercomunale. 1. Conservare il sistema delle coltivazioni degli olivi e della vite e le trasformazioni morfologiche dei suoli rappresentate nei terrazzamenti. 2. Riqualificare paesaggisticamente gli argini del percorso fluviale dalla foce del Temo alla città di Bosa. 3. Conservare i valori percettivi del paesaggio, attraverso l’elaborazione, nelle fasi progettuali, di apposite analisi e valutazioni di inserimento. 4. Definire le azioni necessarie per la diversificazione delle attività rurali, per la promozione e la regolamentazione di eventuali integrazioni con funzioni agrituristiche per contribuire a garantire nel tempo il presidio del territorio. 5. Promuovere la predisposizione di un piano intercomunale fra i piccoli centri (Tresnuraghes, Magomadas, Modolo, Flussio, Tinnura, Suni) ad anfiteatro sul mare volto a creare opportunità di specializzazioni complementari, in particolare per i servizi di interesse collettivo. 6. Conservare il rapporto del sistema insediativo sparso di Magomadas, al fine di garantire l‘identità del luogo.
3.12 Ambito n°11
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7. Integrare, per la parte dell’alta valle del Temo, le azioni mirate a qualificare il sistema dell‘accessibilità con l‘obiettivo previsto per l‘Ambito di Paesaggio del Monteleone volto alla riqualificazione ambientale della rete delle infrastrutture esistenti, come miglioramento delle condizioni e come riqualificazione del tracciato ai fini di un integrazione con le valenze paesaggistiche ed ecologiche.
Nel periodo 1951-2001 si assiste ad un forte calo demografico che investe tutti i comuni. Il periodo intercensuario 1961 1971 è quello che registra globalmente i valori più bassi dei tassi geometrici: 10 comuni presentano una variazione annuale negativa inferiore a -20‰, tra questi Monteleone Roccadoria registra nello stesso periodo un tasso vicino al -40‰. Le caratteristiche del territorio si esplicitano nella peculiare articolazione della struttura sociale ed economica intorno all'allevamento ed alla trasformazione del comparto ovino, alla vitinicoltura e alle attività turistiche e della pesca. La funzione turistica evidenzia una ridotta capacità di penetrazione nel mercato nazionale ed internazionale nonostante gli sforzi degli ultimi anni dedicati al superamento della fruizione balneare grazie alla vicinanza del polo turistico di Alghero
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La foto panoramica mostra il sistema insediativo fluviale lungo la foce del temo a ridosso della spiaggia. Il sistema sabbioso è chiuso, verso nord, dall‘antica torre d‘avvistamento. Il Temo attraversa la vasta piana alluvionale di Bosa dominata dai rilievi tronco conici delle successioni vulcaniche piroclastiche. L‘ansa del fiume Temo motiva e struttura il quadro insediativo storico del paesaggio di Bosa. Nel tratto navigabile del Temo è situata l‘area urbana recente. All‘estremità dell‘immagine notiamo il centro storico di Bosa ai piedi del rilievo dominato dal castello dei Malaspina. Osservando le altre immagini, in senso antiorario, possiamo ammirare: 1. Particolarità della morfologia delle scogliere piroclastiche. La formazione di macchia, dove la specie più rappresentativa è l‘Euphorbia dendroides, caratterizza il paesaggio con le differenti colorazioni che assume il fogliame nel corso dell‘anno; 2. Nucleo urbano di Modolo sviluppatosi su una piana valliva, si caratterizza per uno sviluppo lineare influenzato dai principali assi viari. Il centro, in stretta relazione con la produttività agricola circostante, è parte di un paesaggio rurale ancora presidiato; 3. L‘insediamento di Bosa localizzato nell‘immediato entroterra costiero lungo le anse del fiume Temo. Le nuove espansioni della città sono in stretta continuità con l‘antico centro e in stretta relazione con il paesaggio della piana; 4. Coltivazioni di oliveti e vigneti coltivati in impianti chiusi su superfici piane e terrazzamenti, definiscono un tessuto agrario continuo;
3.12 Ambito n°11
5.
Castello dei Malaspina a Bosa, edificato nel XIII secolo sul colle di Serravalle. La sua posizione è strategica per la difesa del territorio. La scalinata de S’iscala ‘e sa rosa, disposta lateralmente al rione di Sa Costa, costituisce l‘accesso al complesso architettonico che caratterizza uno dei più significativi centri medievali isolani; 6. Torre Argentina, edificata lungo l‘omonimo promontorio basaltico intorno al 1570. E‘ un riferimento territoriale in quanto la struttura di difesa costiera ha preservato e valorizzato la natura del litorale; 7. Sistema di presidio costiero costituito dalle torri, oggi visibile per lo più nelle forme strutturate dal dominio spagnolo del XVI secolo che caratterizzano i paesaggi litoranei dell‘isola; 8. Specificità degli habitat fisici ed ambientali caratterizzati dalle vegetazioni a macchia dei versanti costieri; 9. Infrastruttura per il diporto nautico lungo il corso del Fiume Temo, localizzata in prossimità della foce e dei quartieri che circondano la Bosa storica; 10. Insediamento storico di Bosa lungo il versante destro del Fiume Temo, con l‘ottocentesca cattedrale intitolata alla immacolata sorta sul luogo della chiesa del XII secolo ed il ponte oltre il quale vi sono le antiche concerie e, non lontano, sorge San Pietro la più antica chiesa romanica dell‘isola; 11. Costa rocciosa modellata sulle formazioni vulcaniche in prossimità della Torre Argentina, testimone del sistema difensivo storico costiero.
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3.13 Ambito n° 12
Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 12- Assetto Fisico
Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 12 - Immagine satellitare
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3.13 Ambito n°12 (Monteleone). Struttura L‘Ambito, fortemente caratterizzato sotto il profilo storico-ambientale, si estende sulla costa dalla Torre di Poglina alle falesie di Porto Managu, a sud di Capo Marargiu. È incentrato sul sistema ambientale dell‘alta valle del Temo, che introduce l‘ambito verso la Planargia. Il territorio è interessato dall'insediamento preistorico, nuragico, punico e romano, con il grande complesso nuragico di Nuraghe Appiu (Villanova Monteleone) e con il centro punico di Sa Tanca 'e Mura (Monte Leone Rocca Doria). Il sistema ambientale dell‘entroterra è strutturato sull‘alta valle del Temo, dal rilievo di Monteleone Roccadoria e dal rilievo tabulare di Monte Minerva, ampio ripiano vulcanico in posizione dominante. Il sistema ambientale marino-costiero è dominato dal vasto promontorio di Capo Marargiu, dalla fascia costiera che va da Punta Tangone sino all‘insediamento urbano di Alghero, con un primo tratto costituito da un versante a falesia, che in alcuni punti, come a Monte Mannu, raggiunge altitudini di 800 m sul livello del mare, definendo gli habitat tipici del Grifone. La localizzazione del sistema insediativo orientato sia verso Alghero, sia verso il sistema ambientale della valle del Temo, richiama indirizzi orientati alla valorizzazione di un sistema ambientale costiero ed interno di particolare rilevanza. Ambiente Costituiscono elementi ambientali del sistema paesaggistico dell‘ambito: i ripidi versanti costieri terrazzati dalle testate dei banchi rocciosi degli spandimenti lavici affioranti, incisi trasversalmente dai corsi d‘acqua poco sviluppati ed a regime torrentizio; la sommità dei versanti costieri; il promontorio di Capo Marargiu, estrema propaggine rocciosa di origine basaltico-ardesitica; il sito di interesse comunitario: Entroterra e Zona Costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Punta Tangone, che comprende quasi tutto l‘Ambito, caratterizzato dalla presenza dell‘habitat del grifone. Rurale Costituiscono elementi del sistema paesaggistico rurale: il paesaggio della vegetazione naturale rappresentato in prevalenza da importanti formazioni boschive (Quercus suber) e da formazioni arbustive. Storia Costituiscono sistema del paesaggio storico-culturale: l‘ Azienda di Monte Minerva (pendici) in agro di Villanova Monteleone; Monteleone Roccadoria: borgo e sito della fortificazione medievale dei Doria; la vasta zona archeologica del Nuraghe Appiu; poco distante la tomba di giganti di Laccaneddu; la necropoli ipogeica di Pubusattile e la necropoli di Puttu Codinu, costituita da nove domus de janas pluricellulari scavate lungo un banco calcareo, utilizzata dal Neolitico recente (3500 a.C.) sino all'età romana.
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3.13 Ambito n° 12
Insediamento Costituiscono elementi rilevanti dell'assetto insediativo dell'Ambito i seguenti sistemi: l‘insediamento strutturato di Villanova Monteleone che rappresenta una singolarità insediativa del territorio provinciale; l‘insediamento rurale diffuso che si localizza prevalentemente in prossimità del centro urbano (in particolare nella parte settentrionale); la rete della viabilità, incentrata secondo uno schema radiale sul comune di Villanova Monteleone, istituisce le relazioni con il territorio di Alghero, con l‘Ambito della Planargia, con il sistema degli insediamenti di Monteleone Roccadoria e Romana sul lago del Temo, con il policentro insediativo del Meilogu e con le risorse naturalistiche faunistiche, geologiche e vegetazionali del territorio dell‘interno. Al sistema della rete viaria appartiene il tratto costiero che collega Bosa con Alghero, in cui emerge la dominante naturale del Capo Marargiu. Relazioni costiere Relazioni con l'Ambito di Alghero attraverso la rete della viabilità, incentrata sul comune di Villanova Monteleone; Relazioni ambientali con l'Ambito di Alghero attraverso il sistema di coste alte rocciose di Poglìna; Relazioni con la Planargia attraverso la strada litoranea provinciale da Bosa ad Alghero e attraverso la connessione viaria tra Bosa e Montresta; Relazioni ambientali con la Planargia attraverso il sistema di coste alte rocciose da Bosa a Capo Marargiu e attraverso la media valle del Temo. Relazioni interne Con il sistema insediativo di Ittiri e del Meilogu attraverso la rete della viabilità, incentrata sul comune di Villanova Monteleone. Valori La peculiarità è rappresentata dalle risorse ambientali caratterizzate da zone aspre popolate da importanti specie avifaunistiche, boscose e impervie (Sa Tanca e‘ sa Mura) legate ad attività silvopastorali e alla caccia. Il complesso delle risorse storico-ambientali, in relazione alle condizioni di elevata naturalità, di permanenza di tradizioni che testimoniano il rapporto delle comunità locali con il territorio, costituiscono i cardini della identità dell‘Ambito. La struttura della rete della viabilità rappresenta una valenza strategica per la fruizione del territorio. Criticità Le criticità dell‘Ambito risiedono prevalentemente nella conformazione del sistema dell‘accessibilità. La condizione di isolamento, pur avendo favorito il mantenimento dell‘integrità dei caratteri paesaggistici, ambientali, insediativi e delle tradizioni locali, ha innescato e alimentato processi di spopolamento, di impoverimento delle risorsa demografica e di vetustà del patrimonio edilizio.
3.13 Ambito n° 12
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Indirizzi La progettualità dell‘Ambito del Monteleone si fonda sul riconoscimento delle specificità che tale Ambito rappresenta, in relazione ai caratteri di naturalità e di elevata valenza paesaggistica, nonché sul rafforzamento delle relazioni istituite con le centralità storiche di Alghero, Bosa e con i territori interni del Meilogu e di Coros. Il complesso delle specificità del patrimonio naturalistico dei paesaggi suggerisce il rafforzamento delle relazioni esistenti, attraverso una qualificazione ambientale del sistema infrastrutturale dell‘accessibilità. 1. Qualificare il sistema dell’accessibilità da organizzare attraverso interventi integrati sulla rete delle infrastrutture e dei servizi per la fruizione delle risorse presenti nell‘Ambito. L‘obiettivo si fonda sulla riqualificazione della rete delle infrastrutture esistenti. 2. Identificare i siti per la localizzazione dei servizi funzionali alla fruizione del territorio, realizzando un sistema di luoghi di sosta come punti privilegiati di percezione e osservazione. Ad integrazione del sistema dei luoghi di sosta, riorganizzare la rete degli insediamenti rurali attraverso l‘attivazione di funzioni complementari e alternative (pernottamento, ristoro, etc.) che svolgano un ruolo nel progetto d‘Ambito. 3. Diversificare l’organizzazione della rete. 4. Qualificare i sistemi urbani degli insediamenti, attraverso il recupero integrato del patrimonio edilizio con l‘organizzazione dell‘ospitalità diffusa, più precisamente: - Prevedere che il recupero del patrimonio edilizio esistente si combini con la individuazione di funzioni e servizi complementari alla residenza. - Organizzare l‘ospitalità diffusa attraverso un modello che prevede l‘integrazione delle funzioni ricettive con forme di promozione delle produzioni locali in senso lato. - Integrare le forme di ―esplorazione e conoscenza del territorio‖ con il modello organizzativo della rete dell‘ospitalità, innovando il ruolo territoriale di tale Ambito come nodo strategico di comunicazione fra i territori della costa e dell‘interno, come attrattore dei flussi turistici verso la fruizione delle risorse, ma anche come fattore di connessione delle stesse entro una rete integrata che collega le risorse del Monteleone con i sistemi insediativi dell‘Algherese, della Planargia e del Meilogu. 5. Qualificare le attività agricole e zootecniche dell’alta valle del Temo e del Monteleone, in modo da favorire il ripristino della copertura vegetale e il mantenimento della funzionalità ecologica del sistema fluviale e lacustre Temo.
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Nel periodo 1951-2001 si assiste ad un forte calo demografico che investe la maggioranza dei comuni considerati. Fanno eccezione Alghero e Bosa. Per tutti i comuni dell'ambito si registrano, nell'ultimo decennio, valori negativi del tasso di variazione medio annuale, compresi tra -1,6‰ di Alghero e 20‰ di Montresta. Il territorio del sistema Monteleone si caratterizza per la peculiare articolazione della struttura sociale ed economica intorno alle attività agricole. Il sistema produttivo dell'Ambito risulta caratterizzato da una bassa dimensione d'impresa. La forte rilevanza del settore agricolo si deve soprattutto al segmento della trasformazione agroalimentare del distretto produttivo di Thiesi. Altri settori produttivi nei quali si rinvengono gli addetti sono quelli del manifatturiero leggero e del commercio.
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Osservando la foto panoramica, da sinistra verso destra, possiamo individuare: le trame agrarie dei pascoli scandite dai cuiles ; la morfologia ondulata e collinare del territorio caratterizza il paesaggio dei pascolativi che si alternano alle formazioni boschive chiuse in continuità ai pascoli arborati; il paesaggio rurale nelle depressioni vallive a un‘altitudine di circa cinquecento metri s.l.m.; il promontorio di Capo Caccia; affioramenti di rocce calcaree; l‘asse viario di scorrimento, fra il centro di Alghero e Villanova Monteleone, che attraversa i territori interni all‘ambito. E‘ un ambito di grande valore naturalistico e di interesse comunitario, per le specificità floristiche e faunistiche presenti. Osservando le altre immagini, in senso antiorario, possiamo ammirare: 1. L‘insediamento urbano di Villanova Monteleone, sviluppatosi lungo le pendici di un sistema collinare, attorno al quale si diffonde la rete di viabilità a schema radiale; 2. Pascoli legati all‘allevamento ovino che si estendono anche nelle zone collinari, lasciando alla copertura spontanea arbustiva gli spazi in prossimità dei muretti a secco che delimitano le tanche e le superfici con rocce affioranti; 3. Formazioni boschive con ricco sottobosco costituito da specie erbacee nel territori di Montresta. I boschi si sviluppano sui rilievi, mantenendo elevati valori di naturalità; 4. Sistema di costa alta fra Bosa ed Alghero; 5. Il nuraghe Appiu, appartenente al sistema storico archeologi-
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co di Villanova Monteleone, è attorniato da querce e lecci. Area archeologica del nuraghe Appiu, caratterizzata da strutture insediative e difensive della civiltà arcaica e nuragica dove si notano anche i ricoveri pastorali e ovili; Paesaggi rurali nell‘entroterra del Monteleone. I passaggi dei pascolativi interrompono la copertura vegetale spontanea delle formazioni boschive e di quelle arbustive della macchia; Valli interne attraversate da rii a carattere torrentizio che costituiscono corridoi ecologici strategici per la continuità fra componenti paesaggistiche; Il sistema dei centri storici dell‘ambito costituisce una risorsa culturale e la possibilità di generare una potenzialità ricettiva e residenziale in equilibrio con i paesaggi circostanti.
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Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 13- Assetto Fisico
Inquadramento dell‘ambito territoriale n° 13 - Immagine satellitare
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3.14 Ambito n°13 (Alghero). Struttura L‘Ambito è individuato dai golfi di Alghero e di Porto Conte, dalle bonifiche di Fertilia e dai sistemi idrografici del Rio Calic e Rio Barca. L‘assetto insediativo è strutturato da più sistemi: il sistema insediativo storico di Alghero e del centro di Olmedo, il sistema di fondazione di Fertilia e delle bonifiche della piana, l‘insediamento diffuso nell‘Ambito territoriale. La dominante ambientale costiera si presenta come una successione di tratti rocciosi intervallati dal sistema della Punta del Giglio e dai litorali sabbiosi della Spiaggia di Maria Pia e del Lido di Alghero con la zona umida retrodunare dello Stagno del Calich. Il paesaggio agrario si articola: nel sistema della piana della Nurra, in cui è leggibile l‘impianto strutturato dei paesaggi della Bonifica, nel quale si sviluppano attività agricole intensive e sul quale si articolano nuclei insediativi e componenti infrastrutturali-viarie; nelle aree delle colture estensive negli ambiti collinari dei territori di Olmedo, Putifigari, Uri, Usini contigui al territorio di Villanova Monteleone, nella dominante presenza delle colture arboree specializzate dell‘olivo e della vite. Ambiente Costituiscono elementi ambientali del sistema paesaggistico dell‘ambito: il sistema costiero dei promontori calcarei di Capo Caccia, dominato a sua volta dal Monte Timidone, e Punta del Giglio che racchiudono l‘ampia baia di Porto Conte; la rada di AlgheroFertilia, definita dal cordone sabbioso e dallo Stagno di Calich; la piana alluvionale di Santa Maria La Palma e di Fertilia, trasformate dalle bonifiche storiche e dalla riforme agraria dell‘ETFAS; i siti di importanza comunitaria: Capo Caccia e Punta del Giglio, Lago di Baratz e Porto Ferro. Rurale Costituiscono elementi del sistema paesaggistico rurale: la risorsa agricola del territorio rappresentata dalla filiera olivicola (San Pasquale), la filiera vitivinicola (cantina Sella e Mosca, cantina di Santa Maria La Palma) e l‘allevamento ovino sui pascolativi; la vegetazione alofita, igrofila nello stagno del Calich, i residui isolati di boschi di lecci, i ginepreti, le garighe a palma nana con i numerosi endemismi presenti a Capo Caccia; le macchie termofile e garighe delle aree calcaree a Monte Doglia; la vegetazione lacustre nel Lago di Baratz-Porto Ferro, e inoltre i ginepreti, le macchie e le garighe costiere, le pinete artificiali e la specie endemica Genista sardoa; la cintura olivetata intorno alla città di Alghero che rappresenta un elemento caratteristico del paesaggio e della cultura locale legata alla produzione dell‘olio. Storia Costituiscono sistema del paesaggio storico-culturale: Alghero, elemento catalizzatore dell‘Ambito, con il centro storico e la cinta muraria cinquecentesca anche per gli aspetti percettivi della città da terra e dal mare; il sistema difensivo storico costituito da mura e torri di elevata qualità architettonica; le testimonianze archeologiche delle necro-
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poli ipogeiche di Santu Pedru e di Anghelu Ruju; i Villaggi nuragici di Palmavera e di Sant'Imbenia con i resti della Villa rustica Romana di S. Imbenia; il santuario lustrale romano della Purissima insistente su di un precedente Tempio a Pozzo di età nuragica dedicato al culto delle acque il cui l'impianto si inserisce all'interno di un abitato del I sec. a.C.; le testimonianze storiche del riformismo agrario: il centro di fondazione di epoca autarchica di Fertilia, l‘impianto di colonizzazione agraria, i borghi pianificati della riforma agraria dell‘ETFAS (Santa Maria La Palma, Sa Segada); Sant‘Imbenia e la tenuta Mugoni per il porto romano delle Ninfe. Insediamento Il territorio è caratterizzato da diversi ambiti di organizzazione dell‘insediamento: l‘insediamento strutturato di Alghero; l‘insediamento della città compatta, sede della residenza permanente, si sviluppa attorno al centro storico ed alle zone di completamento con una distribuzione periurbana di servizi di carattere primario che costituiscono il raccordo fra la città compatta e le zone destinate all‘espansione urbana e alle residenze turistiche; l‘insediamento strutturato di fondazione di Fertilia, il porticciolo turistico, e l‘area aeroportuale. Lungo la fascia costiera l‘insediamento di Fertilia è raccordato alla città compatta attraverso una zona destinata a servizi. L‘insediamento di Fertilia presenta caratteri di contiguità con gli ambiti turistici e di servizi della pineta di Arenosu, dello Stagno di Calich e della zona Maria Pia; l‘insediamento diffuso nell‘Ambito territoriale, rappresenta uno dei fattori rilevanti dell‘organizzazione insediativa della città. La diffusione insediativa si distingue secondo alcune modalità: l‘insediamento diffuso di periurbanizzazione, che si dispone in prossimità del centro urbano di Alghero; l‘insediamento diffuso nella Bonifica di Fertilia; l‘insediamento con diffusione più rada, a carattere rurale, prevalentemente localizzata lungo le infrastrutture viarie principali e le strade di penetrazione agraria; i centri e i nuclei rurali: Santa Maria La Palma e di Sa Segada; i centri e i nuclei turisticoresidenziali: l‘insediamento turistico di Maristella, Porto Conte; Tramariglio e di Pischina Salida, con dimensioni insediative più modeste e fortemente connotati dalla stagionalità turistica. Gli insediamenti di Tramariglio, Porto Conte e Maristella. Relazioni costiere Relazioni con il Monteleone e la Planargia attraverso la strada litoranea provinciale verso Bosa e la viabilità interna; Relazioni ambientali con l'Ambito del Monteleone attraverso il sistema di coste alte rocciose di Poglìna, per le dinamiche marino-litorali; relazioni con l'Ambito del Golfo dell'Asinara; relazioni con l'area urbana di Sassari-Porto Torres attraverso le connessioni viarie e ferroviarie; relazioni con la Nurra attraverso i sistemi insediativi di Palmadula e l'Argentiera. Relazioni interne Relazioni con il sistema insediativo interno dell'area di Ittiri, Uri e Usini attraverso le SS 127 e 131 bis, per la fruizione delle risorse costiere dell'Ambito di Alghero. Valori Il contesto ambientale determina condizioni favorevoli allo sviluppo dell‘agricoltura ecosostenibile legata all‘aumento delle richieste dovute al costante afflusso turistico, nell‘
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arco di tutto l‘anno. Le potenzialità dell‘Ambito risiedono nella presenza del sistema delle dominanti naturali ed insediative su cui si sviluppa l‘identità del paesaggio. Al sistema delle attività presenti nell‘Ambito, che costituiscono l‘assetto strutturale del territorio, si sovrappongono le attività della ricerca specializzata (centro di ricerca Tramariglio-Porto Conte, Centro Sperimentale di Ricerca di Bonassai, Facoltà di Architettura di Alghero), che esprimono un potenziale di innovazione e di qualificazione (ambientale, architettonica, produttiva) se integrate con i processi in atto sul territorio. Le peculiarità storiche in termini di patrimonio architettonico, urbanistico e demo-etnoantropologico legate alla permanenza di elementi culturali catalani esprimono un potenziale di relazioni internazionali sia per la valorizzazione dei beni e delle attività culturali sia per l‘evoluzione del sistema turistico. Criticità La diversa capacità di sostenere le attività agricole nelle differenti superfici dell‘Ambito determina spesso problemi di degrado ambientale. Il progressivo incremento della pressione insediativa nella rada di Alghero, con la conseguente sottrazione delle funzionalità ambientali portanti del sistema spiaggia, delle dune e del sistema umido. L‘impatto ambientale derivante dalle attività agricole si ripercuote nelle acque lacustri, di falda e marine. Le precarie disponibilità idriche delle aree irrigue. Le criticità dell‘Ambito risiedono nel potenziale rischio di inadeguatezza del sistema urbano e territoriale in corrispondenza di periodi in cui la domanda turistica subisce consistenti incrementi. A questo si accompagna l‘oscillazione negli usi del patrimonio edilizio urbano che subisce l‘oscillazione della stagionalità. Indirizzi L‘Ambito di Alghero assume le relazioni fra il paesaggio naturale, agrario ed insediativo come fondamento strutturale su cui impostare il progetto di paesaggio. La diversità dei paesaggi si sviluppa su grandi centralità insediative e ambientali che si attestano come capisaldi dell‘organizzazione del territorio. Il progetto si organizza attraverso interventi che si sviluppano sui tre cardini dell‘organizzazione del territorio: paesaggio naturale, paesaggio agricolo, paesaggio insediativo. 1.
Conservare il complesso ambientale di Porto Ferro, Lago di Baratz, Capo Caccia, Porto Conte, attraverso le seguenti azioni: integrare la qualità ambientale e la dominante naturalità; recuperare la continuità ecologica e paesaggistica del sistema ambientale del Lago di Baratz, dei sistemi dunari fra Porto Ferro e il Lago, del territorio costiero; rafforzare le funzioni di servizio esistenti, orientate alla ricerca in campo ambientale e insediativo, alla educazione ambientale ed alla fruizione delle risorse; integrare le pratiche colturali agricole con le esigenze di tutela del sistema naturale del Lago di Baratz.
2.
Identificare e conservare la centralità ambientale e paesaggistica del Calich e del cordone sabbioso litoraneo di Maria Pia attraverso le seguenti azioni coordinate: riequilibrare e riqualificare i sistemi di paesaggio, ambientale e insediativo, intorno al riconoscimento del ruolo strategico del Calich, quale perno ambientale da cui si diramano le reti idrografiche del Rio Barca e degli altri immissari dello stagno, il sistema dei collegamenti fra la città di Alghero e Fertilia, le strutture aeroportuali ed il
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sistema naturale di Capo Caccia, Porto Conte, nonché il sistema di accessi alla città ed al litorale; favorire la riqualificazione della copertura vegetale attraverso la conservazione o ricostruzione della vegetazione di ripa lungo le aste torrentizie di raccolta delle acque e la riqualificazione delle pinete costiere; riqualificare il sistema sabbioso litoraneo della rada di Alghero attraverso il risanamento del cordone di spiaggia ed il recupero delle componenti dunari; integrare e razionalizzare, con i servizi e le agevolazioni necessarie, la mobilità fra centri abitati e attrezzature alla scala urbana o territoriale (aeroporto, etc.), migliorare l‘accessibilità al centro storico e alla fruizione del litorale, al fine di evitare eccessivi carichi e distorsioni agli equilibri fra i diversi contesti dell‘Ambito. Conservare le emergenze naturali di Monte Zirra e Monte Doglia, come elementi di connessione fra il paesaggio agricolo della piana ed il paesaggio naturale, qualificare la specificità insediativa e produttiva del sistema di S. Maria La Palma e dei nuclei agricoli adiacenti. Qualificare dal punto di vista paesaggistico ed ecologico l‘area della bonifica di Fertilia e delle aree agricole nelle zone di Maristella, Guardia Grande, Tottubella. Le azioni si sviluppano attraverso: la conservazione e ricucitura della trama del paesaggio agricolo storico, nel quale permane un equilibrio nella rappresentazione di una particolare concezione culturale dello spazio geografico; la definizione di una nuova ruralità nella quale è richiesta non solo un‘attività legata alla domanda di prodotti agricoli, ma anche di servizi ecologici, turistici, educativi, orientati alla fruizione e alla conoscenza del sistema della bonifica e delle preesistenze storico-nuragiche; la conservazione degli assetti fondiari al fine di evitare la parcellizzazione delle proprietà e il recupero delle strutture edilizie esistenti funzionali all‘uso agricolo del fondo sia come residenza legate anche alla ricettività; la conservazione e il recupero dell‘infrastrutturazione rurale irrigua e viaria; la conservazione o la ricostituzione delle reti ecologiche agroforestali. Recupero e rigenerazione della qualità urbana delle centralità storiche di Alghero e Fertilia, attraverso interventi orientati al consolidamento dell‘immagine e del ruolo dei centri, quali: riqualificazione dell‘insediamento periurbano della città di Alghero, attraverso il recupero ambientale e urbano delle situazioni esistenti, ridefinendo l‘organizzazione dell‘insediamento e della rete dell‘accessibilità al centro urbano e riqualificando le porte della città; individuazione e riqualificazione del sistema dei punti di osservazione del paesaggio storico costiero della città di Alghero, del centro storico e della cinta muraria cinquecentesca, attraverso la selezione di luoghi e servizi che favoriscano la percezione e l‘degli elementi di riferimento del paesaggio urbano; riqualificazione del sistema della ricettività urbana, basata sulla modernizzazione delle strutture e dei servizi esistenti, la loro integrazione con i flussi della mobilità urbana verso il litorale, il recupero delle relazioni con il sistema del Calich e delle pinete costiere e con l‘insediamento di Fertilia; integrazione dello spazio della cintura olivetata che si sviluppa intorno alla città di Alghero, con attività innovative e compatibili con i caratteri agricoli del territorio extraurbano; tale azione è finalizzata alla conservazione della valenza storica, ecologica ed estetica delle colture dell‘olivo, al presidio e manutenzione del paesaggio rurale, della tradizione produttiva e insediativa, alla conservazione delle produzioni di elevata qualità e degli oliveti come elemento di connessione tra città e campagna. Connettere il sistema dell’insediamento di Fertilia con il porto turistico e ricostruire in termini ambientali la continuità delle relazioni fra il sistema del Calich e dell‘insediamento di Alghero.
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Nel periodo 1951-2001 si assiste ad una crescita demografica generalizzata: Alghero e Sassari registrano tassi geometrici di variazione annuale superiori al 10‰, mentre per il periodo 19912001 mostrano un leggero decremento. L'indice di vecchiaia mostra valori superiori 100% solo nei 2 centri maggiori, Olmedo e Putifigari hanno valori inferiori all'80%. L'attività del turismo e del suo indotto, l'agricoltura specializzata (vitivinicolo, olivicola - oleario), la presenza di infrastrutture (porto ed aeroporto) e di servizi superiori (Università, Polaris) hanno nel tempo consolidato la leadership di questa comunità all'interno del contesto regionale. L'ambito ha superato in parte, rispetto ad altre località, il problema della stagionalità, grazie a politiche legate al miglioramento dell'accessibilità (voli low cost).
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La foto panoramica mostra il sistema costiero del Golfo di Porto Conte fino al promontorio calcareo di Capo Caccia visto dal monte Doglia. Osservando la foto panoramica, da sinistra verso destra, possiamo individuare: il promontorio e le falesie calcaree di Capo Caccia; la baia di Porto Conte; il profilo del monte Timidone.; la piana agricola di Maristella: coltivazioni specializzate di olivi e viti; il sistema insediativo agricolo poderale di Guardia Grande nell‘alta Nurra; la copertura vegetale che si estende sui rilievi: è costituita da specie della macchia mediterranea con Chamerops humilis e numerosi rimboschimenti anche sulle coste realizzati con conifere, sulle falesie si sviluppa la gariga e numerosi endemismi. Osservando le altre immagini, in senso antiorario, possiamo ammirare: 1. Sistema insediativo storico della città di Alghero con le mura fortificate dei bastioni contigue al sistema portuale; 2. Tessuto edilizio storico del centro di Alghero, costruito in stretta relazione con il mare e con il porto. La torre campanaria della cattedrale cinquecentesca di Santa Maria è il punto centrale per eccellenza della città antica; 3. Piana alluvionata di Santa Maria la Palma: la trama del tessuto agricolo è disegnata dalle bonifiche storiche degli anni ‗30 e dalla riforma agraria dell‘Etfas (i poderi sono delimitati da specie arboree del genere Eucalyptus che mitigano l’azione del vento sulle colture agricole specializzate);
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Profilo sul mare dell‘insediamento urbano storico di Alghero connotato dal sistema cinquecentesco dei bastioni e delle torri di difesa costiera. La parte terminale del profilo corrisponde al primo nucleo di fondazione che risale al X-XI secolo; 5. Sistema ambientale della rada di Alghero definito dal cordone litorale e dal retrostante compendio umido del Calich, racchiusa a sud dal promontorio dolomitico su cui sorge la città di Alghero. In primo piano i rilievi calcareo-dolomitici mesozoici del complesso orografico del Monte Doglia che dominano la piana agricola di Fertilia; 6. Esempio di equilibrio ambientale naturale: la spiaggia di Porto Ferro delimitata dalla macchia mediterranea e gariga costiera; 7. Alta frequentazione da parte dei fruitori del Lido, il cui sistema naturale rischia di entrare in crisi per l‘eccessivo carico antropico e per l‘insistere della zona urbanizzata; 8. Spazio pubblico sul fronte mare di Fertilia da cui parte l‘asse viario di simmetria che struttura l‘insediamento fondato nel 1935; 9. Coltivazione della vite nell‘azienda Sella e Mosca: la coltivazione vitivinicola rappresenta un‘importante fetta economica; 10. Il lago di Baratz, unico lago naturale della Sardegna, privo di un fiume emissario, rappresenta un fragilissimo elemento eco sistemico, in stretta relazione con la vegetazione lacustre e la macchia mediterranea.
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3.15 Area Marina Protetta di Capo Caccia - Isola Piana
Inquadramento dell窶連MP di Capo Caccia - isola Piana - Immagine satellitare
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3.15 Area Marina Protetta di Capo Caccia - Isola Piana Siamo nella costa ovest, vicino ad Alghero, nell‘ampia insenatura di Porto Conte, che va dalla rocciosa penisola di Capo Caccia, sino a Capo Galera, di fronte ci sono le isola Piana e Foradada. I fondali sono ricchi di colonie di corallo rosso, praterie di poseidonie, fra archi e volte formati dall‘erosione del mare nuotano indisturbati dentici, gronghi, ricci, crostacei e molluschi. In cielo si possono avvistare i falchi pellegrini e i grifoni che nidificano nelle pareti rocciose. Nata con il Decreto istitutivo del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio emesso il 20 settembre 2002, ed affidata in gestione al Comune di Alghero, è oggi una realtà di grande interesse. Il Parco e l'Area marina protetta ricadono interamente nel territorio di Alghero. Il Parco ha inizio a sud-est con la laguna del Calich per proseguire verso la costa, includendo il sistema del Monte Doglia, fino all‘ampio golfo di Porto Conte che è protetto dai promontori di Punta Giglio e Monte Timidone-Capo Caccia . L'area marina protetta abbraccia il prospiciente tratto di mare, fino alla Punta Cristallo a nord-ovest. Il golfo di Porto Conte (il ―porto delle ninfe‖ dei romani) è uno dei tratti di costa più belli dell‘isola e per questo ampiamente pubblicizzato da e per i turisti; accanto ai numerosi insediamenti vacanzieri vi sono però tratti ancora impervi e inaccessibili che conservano un importante patrimonio floro-faunistico. Ugualmente notevoli, all‘interno del parco, le formazioni calcaree mioceniche, in parte con falesie, che sono interessate da un carsismo diffuso di grotte emerse e sommerse tra i più vasti del Mediterraneo. Celeberrima, nello sperone roccioso di Capo Caccia, la Grotta di Nettuno, che si sviluppa per 2500 m. e che è resa suggestiva dal lago salato che l‘attraversa, dal colonnato, dalle spiaggette interne, dalle concrezioni, dai saloni e dai cunicoli, frutto del lavorio delle acque marine e dello stillicidio sulla roccia calcarea. Davanti alle alte, spettacolari falesie dello stesso Capo Caccia si staglia l‘Isola Foradada, un frammento di costa staccatosi in tempi geologici, dall‘aspetto impervio, ―forata‖ da parte a parte da una grotta scavata dal mare (Grotta dei Palombi); più a nord, l‘Isola Piana, dal tipico profilo tabulare. Il patrimonio floristico dell‘area del Parco è caratterizzato, nei promontori che chiudono Porto Conte, dalla macchia con la spinosa Centaurea horrida, endemismo sardocorso, e la palma nana, unica palma spontanea europea presente nel Mediterraneo; nelle acque del golfo, da vaste praterie di Posidonia oceanica, pianta estremamente delicata e insostituibile quale luogo di rifugio e riproduzione per la fauna marina costiera. Sono state infine segnalate 35 specie di mammiferi e ben 150 di uccelli, fra i quali ultimi rivestono particolare importanza gli uccelli marini che nidificano tra le falesie (berta maggiore e minore, uccello delle tempeste, gabbiano corso, marangone dal ciuffo) ed i rari esemplari di falco pellegrino e di grifone. Nell‘area del parco è presente la Foresta Demaniale Porto Conte (―Le Prigionette‖), all‘interno della quale ricade l‘oasi faunistica di specie quali i cavallini della Giara, i daini e gli asini. Il territorio del parco, frequentato già nel neolitico antico (Grotta Verde, VI millennio a.C.), restituisce importanti monumenti di età nuragica (Palmavera, Sant‘Imbenia), resti di ville signorili romane (Sant‘Imbenia), torri litoranee di età spagnola. Un sobrio neoclacissismo è rappresentato dalla struttura penitenziaria dismessa del ‗900 a Tramariglio.
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3.15 Area Marina Protetta di Capo Caccia - Isola Piana
L‘area marina protetta occupa 2631 ha, interessando 36144 metri di linea di costa. Come tutte le AMP è suddivisa in zone a diverso grado di tutela:
ZONA A - tutela integrale: Superficie di 38 ha e Linea di costa di 1960 m. Sono due e comprendono i seguenti tratti di mare: a) il tratto di mare ad Ovest dell' Isola Piana per una distanza di 200 m dalla costa; b) il tratto di mare in corrispondenza di Punta Sant' Antonio, nei pressi di Porto Agra. È il cuore dell' Area Marina Protetta. A tal fine, all'interno del suo perimetro, sono consentite unicamente le attività di ricerca scientifica e le attività di servizio quali sorveglianza e soccorso; è interdetta qualsiasi altra attività.
ZONA B - tutela generale: Superficie di 547 ha e Linea di costa di 17965 m. Sono due e comprendono i seguenti tratti di mare: a)
la zona occidentale della penisola di Capo Caccia da Punta delle Gessiere al promontorio di Capo Caccia e una porzione della parte orientale fino a Cala del Bollo;
b)
b) la zona orientale di Porto Conte compresa tra la Punta del Cerchio e Punta Giglio, e la falesia di Punta Giglio dall'omonimo capo a Capo Galera.
Sono consentiti: la balneazione; le immersioni subacquee con e senza autorespiratore, ad eccezione di quelle relative alle grotte sottomarine, che devono essere autorizzate e disciplinate dall‘Ente Gestore; la navigazione a motore ai natanti e alle imbarcazioni a velocità non superiore a 5 nodi; nonché navigazione a vela e a remi; navigazione a motore, alle navi adibite al trasporto collettivo che effettuano visite guidate, autorizzata e disciplinata dall‘Ente Gestore, a velocità non superiore a 8 nodi; l‘ancoraggio in zone appositamente individuate dall' Ente Gestore; l‘ormeggio in zone individuate dall' Ente Gestore e opportunamente attrezzate con gavitelli; la pesca professionale, disciplinata dall‘Ente gestore, con gli attrezzi della piccola pesca e con gli altri attrezzi selettivi di uso locale, riservata ai pescatori residenti nel Comune di Alghero e alle cooperative di pescatori aventi sede legale nel Comune di Alghero; la pescaturismo solo con gli attrezzi della piccola pesca (disciplinato dall‘Ente gestore) riservato ai pescatori e alle cooperative residenti nel Comune di Alghero; la pesca sportiva solo con lenza e canna riservata ai residenti nel Comune di Alghero mentre ai non residenti (con gli stessi attrezzi) previa autorizzazione dell'Ente Gestore. È vietata: la pesca subacquea.
ZONA C - tutela parziale: Superficie di 2046 ha e Linea di costa di 16209 m. Comprende la maggior parte della Baia di Porto Conte e la fascia di mare attorno alla zona B.
3.15 Area Marina Protetta di Capo Caccia - Isola Piana
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Sono consentiti: le immersioni subacquee; la balneazione; la navigazione a motore a natanti ed imbarcazioni,disciplinata dall‘Ente Gestore, a velocità non superiore a 10 nodi; nonché la navigazione a vela e a remi; la navigazione a motore libera a natanti e imbarcazioni nel corridoio di lancio (vedi zonizzazione); l‘ormeggio in zone individuate dall'Ente Gestore e opportunamente attrezzate con gavitelli; l‘ancoraggio disciplinato dall‘Ente gestore in zone appositamente individuate; libero con ―mazzera‖ di pietra locale; la pesca professionale, disciplinata dall‘Ente gestore, con gli attrezzi della piccola pesca e con gli altri attrezzi selettivi di uso locale, riservata ai pescatori residenti nel Comune di Alghero e alle cooperative di pescatori aventi sede legale nel Comune di Alghero; la pescaturismo solo con gli attrezzi della piccola pesca (disciplinato dall‘Ente gestore) riservato ai pescatori e alle cooperative residenti nel Comune di Alghero; la pesca sportiva solo con lenza e canna ai residenti nel Comune di Alghero mentre ai non residenti (con gli stessi attrezzi) previa autorizzazione dell'Ente Gestore. È vietata: la pesca subacquea. Le attività sopra elencate per le zone B e C sono provvisoriamente consentite e, laddove previsto, disciplinate dall'Ente gestore fino all‘entrata in vigore del Regolamento dell'Area Marina Protetta.
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4. Risorse nel territorio
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4.1 Riconoscimento delle risorse nel territorio L'analisi della fascia costiera presa in esame rivela la presenza di vari elementi attivi diffusi in tutto il territorio, alcuni di essi di alto valore artistico e culturale. Si effettua una catalogazione di detti elementi per i distinti settori di interesse: agricoltura e allevamento, industria, artigianato, archeologia, castelli e torri, chiese, modernismo, musei, gastronomia, marina, attività diportistiche, rurale, sport e tempo libero. Economia - I metalli, l'agricoltura e la pastorizia sono da sempre le tre principali risorse della Sardegna. Attualmente, le prospettive per le miniere sarde sono molto limitate e le zone minerarie si stanno convertendo al turismo. Oltre al commercio e al pubblico impiego, l'attività trainante dell'economia Sarda è il turismo, sviluppatosi in principio lungo le coste settentrionali dell'isola. Agricoltura e Allevamento - L'agricoltura sarda è legata alle produzioni vinicole e del carciofo. Le bonifiche e l'irrigazione hanno permesso di estendere le colture e di introdurre coltivazioni come ortaggi e frutta (accanto a quelle tradizionali dell'ulivo e della vite). Tra gli ortaggi, oltre ai carciofi, sono di un certo peso la produzione di barbabietole e di arance. Il patrimonio boschivo è oggi limitato alla quercia da sughero. L'allevamento rappresenta poi una fonte di reddito importante. Attualmente nell'isola si trova circa un terzo dell'intero patrimonio ovino e caprino italiano. Oltre alla carne, dal latte ricavato si produce una grande varietà di formaggi. L'altra forma di allevamento molto diffusa è quella del cavallo (la Sardegna vanta una tradizione secolare nell'allevamento dei cavalli sin dalla dominazione Aragonese). Pesca - La pesca è oggi un'attività su cui i Sardi contano molto. È molto sviluppata a Cagliari, ad Alghero e nelle coste del Sulcis: da queste zone proviene la maggior parte del pescato sardo. Tale attività ha una certa rilevanza anche in Gallura e soprattutto nell'Oristanese. Ottima è anche la produzione di mitili. Nelle zone di Alghero, Bosa e Santa Teresa è molto attiva la pesca alle aragoste insieme alla raccolta del corallo. Di antica tradizione sono ancora molto importanti le tonnare di Carloforte e di Portoscuso. Costituiscono un pezzo di storia dei pescatori sardi, e certi riti sono rimasti immutati nel tempo, come la lavorazione stessa delle bottarghe e delle frattaglie. L'industria - La nascita del settore industriale sardo contemporaneo è dovuta all'apporto di finanziamenti statali. La politica economica finalizzata all'accrescimento industriale nell'Isola si è caratterizzata con la formazione dei cosiddetti "poli di sviluppo" industriali. Sono sorti così i complessi petrolchimici e le grandi raffinerie per la lavorazione del greggio. Nell'Ogliastra e nel Nuorese si trovano stabilimenti specializzati nella produzione di fibre tessili sintetiche e industrie della carta. L'energia viene prodotta da centrali idroelettriche alimentate dai bacini che raccolgono le acque dei fiumi e da centrali termoelettriche. La Sardegna è la regione italiana con il sottosuolo più ricco di minerali. Alcuni centri minerari erano sfruttati per l'estrazione di piombo, zinco, rame e argento. A partire dal 1800, furono aperte miniere di carbone, antimonio e bauxite. Da una quindicina d' anni la Sardegna è stata caratterizzata da una corsa alla ricerca di giacimenti auriferi. L'Artigianato - L'artigianato sardo è un insieme di arti popolari estremamente vario, sviluppato in campi molto diversi. Alcune di queste forme artistiche sono di origine molto antica ed hanno subito l'influenza delle diverse culture che hanno segnato la storia della
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4.1 Riconoscimento delle risorse nel territorio
Isola (la ceramica è diffusa in diverse zone). La tessitura è in larga parte ancora praticata a mano con telai di concezione molto antica. I gioielli rappresentano una delle testimonianze artigianali più autentiche dell'isola. La lavorazione del legno è poi caratterizzata da prodotti originali e tipicamente sardi. Altra antica tradizione artigianale sarda è quella della resolza o resordza (dal termine latino rasoria che indicava un genere di coltello con la con la lama pieghevole). La localizzazione dei punti di maggiore interesse nel territorio, ci permette di identificare immediatamente alcuni poli che si distinguono per avere una serie di elementi di distinti ambiti che serviranno per rinforzare queste aree come potenziali attrattori di nuovi circuiti ed attività. Può dedursi facilmente quali sono le aree più forti: in termini di industria, l'area di Alghero ed Oristano concentra un gran numero di imprese, ed è ad Alghero che appartengono anche le maggiori ricchezze culturali moderniste. L'area di Alghero e Bosa concentra un'offerta elevata di servizi turistici e sportivi, mentre l'area di Santu Lussurgiu possiede una forte presenza nell‘artigianato. Lo studio dei potenziali della fascia costiera, ci permette di scoprire le attività principali sulle quali puntare per riattivare l'economia sarda, seppur in riferimento al territorio considerato. Gli elementi strategici del territorio si raggrupperanno in: RISORSE ATTIVE PRODUTTIVE
agricoltura e allevamento industria e artigianato
RISORSE CULTURALI
archeologia castelli e torri chiese musei
RISORSE TURISTICHE E DEL TEMPO LIBERO
gastronomia marina rurale
Si tenga presente che verranno esaminate le città i cui centri urbani ricadono nei territori degli ambiti considerati nel caso di studio e che verranno tenute in considerazione quelle di maggior importanza. L‘unico comune il cui centro urbano ricade in un ambito (n° 12) e il cui territorio è presente con una percentuale di appartenenza del 91,70% ma non eccelle in nessun campo nonostante la presenza in quasi tutte le attività considerate, è Villanova Monteleone, che nonostante la forte presenza del comune di Bosa al 47,88% del proprio territorio (ma che ha il proprio centro urbano nell‘ambito n° 11), viene comunque riportato nei grafici per importanza storico-culturale e, riqualificato, è considerato un potenziale polo attrattivo.
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4.2 Risorse attive produttive AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO santu lussurgiu
marrubiu
villanova monteleone olmedo
cuglieri
montresta
terralba
oristano
bosa
arborea
cabras alghero
olmedo
vitivinicola, mirto, miele, carciofi, asparagi, ortaggi; allevamenti ovini e bovini;
alghero
vitivinicola, olivicola, frumento, orzo, avena, granturco; allevamenti ovini e capi vaccini;
villanova monteleone
allevamento di ovini e caprini e coltivazioni agricole associate all'allevamento;
montresta
vitivinicola, olivicola, allevamento ovino;
bosa
vitivinicola, olivicola, allevamenti;
cuglieri
cereali, ortaggi, foraggi, vite, olivo, frutteti, allevamento bovini, ovini, caprini, suini ed equini;
santu lussurgiu
foraggi, vite, olivo, frutteti, allevamenti ovini, suini, equini e, allo stato brado, del Bue Rosso;
cabras
cereali, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi, allevamenti ovini, caprini, suini ed equini;
oristano
cereali, ortaggi (carciofi), foraggi, vite, olivo, agrumi, allevamenti ovini, caprini, suini, avicoli ed equini;
arborea
cereali, ortaggi (carciofi), foraggi, vite, agrumi, allevamenti bovini (razze bruna e frisona), suini, ovini, caprini, avicoli ed equini;
marrubiu
cereali, ortaggi (carciofi), foraggi, vite, agrumi, frutteti; allevamenti bovini, suini, ovini, avicoli
terralba
cereali, ortaggi (carciofi), foraggi, vite, olivo, agrumi, frutteti; allevamenti bovini, suini, ovini, caprini, avicoli ed equini.
INDUSTRIA E ARTIGIANATO santu lussurgiu santa giusta
villanova monteleone olmedo
marrubiu
cuglieri
montresta
terralba
oristano
bosa cabras
arborea
alghero
olmedo
costruzioni, manifatturiera (cucito, intaglio legno, ricamo intreccio), estrazione bauxite, turismo (buona offerta ricettiva), casearia (produzione del formaggio Bonassai), liquorificio Zedda Piras Srl(mirto), miele, erbe e piante officinali, istituto zootecnico e caseario per la sardegna;
alghero
costruzioni, manifatturiera (lavorazione del corallo, lavorazione artistica del vetro), aeroporto di Fertilia, polo universitario, turismo (buona offerta ricettiva), agricoltura e pesca, cantina tenute Sella e Mosca, acquacoltura, attività estrattiva;
villanova monteleone
costruzioni, manifatturiera;
montresta
vitivinicola, allevamento ovino;
bosa
costruzioni, manifatturiera (orafo, concia delle pelli, il famoso "filet", intaglio del legno, filigrana in oro e argento, la raccolta e la lavorazione del corallo), turismo, attività estrattiva, energia-gas-acqua, agricoltura (Malvasia) e pesca;
cuglieri
costruzioni, manifatturiera (antiche e tradizionali tecniche di lavorazione per la tessitura dei tappeti, degli arazzi e dell e coperte realizzate in cotone o in lino; lavorazione del legno, con le tipiche cassepanche intagliate), agricoltura, attività estrattiva;
santu lussurgiu
costruzioni, manifatturiera (tessitura dei tappeti, intaglio del legno, in particolare delle cassapanche, sughero, lavorazione del ferro battuto, produzione di coltelli, stivali, selle), agricoltura ("Casizzolu", formaggio a pasta filata dalla tipica forma a pera, acquavite locale ―abbardente‖);
cabras
costruzioni, manifatturiera (ceramica, vetro e concerie), turismo, agricoltura e pesca (bottarga), tipica vernaccia e olive del Sinis, azienda vinicola Contini;
oristano
costruzioni, ceramica, porto industriale e commerciale, aeroporto di Fenosu, Consorzio Uno (università di Oristano), energia-gas-acqua, attività estrattiva, agricoltura (riso) e pesca(lavorazione prodotti ittici);
santa giusta
porto industriale, produzione energia elettrica, lubrificanti (bentonite), lavorazione del bitume, scatole di cartone ondulato, agricoltura (riso);
arborea
costruzioni, manifatturiera, casearia, agricoltura (sagre dedicate alla fragola e all'anguria, riso) e pesca;
marrubiu
costruzioni, manifatturiera, attività estrattiva (granulati: pietrisco, sabbia terre), agricoltura (vini Nuragus, Bovale e Monica );
terralba
costruzioni, manifatturiera, attività estrattiva, agricoltura; e pesca
Da citare le città di Ittiri e Thiesi che non compaiono nei grafici in quanto il loro centro urbano non ricade all‘interno di alcun ambito e il territorio occupa gli ambiti facenti parte del caso di studio in bassa percentuale (<10%) ma sono di notevole importanza per le produzioni nel campo dell‘agricoltura ,dell‘allevamento (a Thiesi raccolta e trasformazione del latte, alta produzione formaggi) e dell‘industria,
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4.3 Risorse attive culturali
ARCHEOLOGIA necropoli di Sa Figu
bonarcado
necropoli di Mandra Antine
suni
cuglieri
padria olmedo
putifigari nuraghe Appiu
uras
complesso baumendula
scano montiferro
villanova monteleone
uri
villanova truschedu
Praetorium di Muru de Bangiu
Othoca
bosa
S‘Archittu
neapolis
alghero
Tharros
olmedo
complesso prenuragico di Monte Baranta, necropoli di Santu Pedru, menhir, 20 nuraghi (Talia, Mannu, Coinzolu), Terme Romane di Talia;
uri
tomba dei giganti Sa Pedra Longa, complesso di Santa Catrina;
alghero
complesso nuragico di Sant‘Imbenia, complesso nuragico di Palmavera, necropoli di Anghelu Ruju, ponte romano di Fertilia;
putifigari
necropoli Monte Siseri—S‘Incantu (domus de janas);
villanova monteleone
necropoli di Puttu Codinu, nuraghe Appiu;
padria
Su Palattu, complesso del Longu;
bosa
sito archeologico S‘Abba Drucche, necropoli di Coroneddu;
suni
necropoli di Chirisconis (domus de janas), area del Nuraddeo, area del Seneghe, nuraghe Lighedu;
scano montiferro
nuraghe e necropoli di Abbauddi, nuraghe Nuracale, 5 tombe dei giganti tra le quali quella di Pedras Doladas;
cuglieri
Cornus Columbaris (insediamento paleocristiano: ruderi di tre basiliche ed un complesso cimiteriale con numerosissimi sarcofagi in pietra);
bonarcado
nuraghi: Bronku, Nàrgius, Serra Crastula A, Quàu;
san vero milis
complesso di S‘Uraki;
cabras
resti della città punico-romana di Tharros;
villanova truschedu
nuraghe Santa Barbara;
uras
complesso di Domu Beccia
Fra i reperti archeologici viene citato anche S‘Archittu, unico monumento naturale della fascia costiera.
CASTELLI - MONUMENTI STORICI -TORRI COSTIERE monteleone roccadoria
santulussurgiu
bonarcado uras baratili s. pietro
cuglieri bosa villanova monteleone
milis
tresnuraghes
tramatza oristano
san vero
cabras
terralba arbus
alghero Castelli e monumenti Torri costiere alghero
bastioni e cinta muraria, palazzi aragonesi, torre degli Ebrei o di Porta Terra; torri costiere: Bianca, Negra, di Bantine ‘e Sale, di Porticciolo, della Pegna, del Buru, di Tramariglio, di Porto Conte, del Giglio, del Lazzaretto;
villanova monteleone
torri costiere: di Poglina e di Badde Jana;
monteleone roccadoria
resti Castello dei Doria;
bosa
san vero milis
torre delle Saline; torri costiere: di Scala de Sali, di
baratili san pietro
borgo medievale;
oristano
quartiere medievale ―Sa Costa‖, castello dei Malaspina o di Serravalle; torri costiere: Torre Argentina, di Bosa;
mura e torre di Mariano, palazzo comunale, torre Portixedda; oratorio dello Spirito Santo, torre costiera: Torre Grande;
cabras
cuglieri
castello di Montiferru p Casteddu Ezzu; torri costiere: di Capo Nieddu, di Pittinuri, del Pozzo (de su Puttu);
torri costiere: del Sevo o Mosca, di San Giovanni di Sinis, torre Vecchia di Capo San Marco, di Cabras;
terralba
torri costiere: Nuova e Vecchia di Marceddì;
tresnuraghes
torri costiere: di Columbargia, Ischia Ruja, di Foghe;
uras
castello di Uras;
santu lussurgiu
case-torri, centro storico;
tramatza
ponte romano;
bonarcado
borgo medievale;
arbus
milis
Palazzo Boyl;
torri costiere: di Flumentorgiu o dei Corsari, di Capo Frasca;
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4.3 Risorse attive culturali CHIESE (architetture religiose) romana
bonarcado padria
uras
milis
magomadas olmedo
villanova monteleone
santa giusta
suni
oristano
bosa cabras alghero
olmedo
chiesa di Nostra Signora di Talia;
alghero
chiesa dell‘Angelo Custode, chiesa di Sant‘Efisio, chiesa di N. S. di Bonaria, chiesa di Sant‘Anna; chiesa di N. S. di Valverde, chiesa della Speranza;
villanova monteleone
chiesa di Coa de su Chescu, S. Chirigu, S. Eneittu, San Giovanni, N.S. di Interrios, S‘Istasi, Sant‘Elia, N.S. di Curos, Santu Sederinu, Santa Maria de Badde Bessighes, S. Donadu, Santu Nigola, San Michele, Sant‘Iscolastica, S. Imbiligu, S. Ittoria;
bosa
chiesa di San Francesco; convento dei Cappuccini, SS. Cosma e Damiano, Madonna degli Angeli, Convento del Carmine, N.S. de sos Regnos Altos, S. Giusta, chiesa del Rosario, Cattedrale dell‘Immacolata, S. Croce, San Pietro Extramuros, S. Antonio, Santa Teresina, S. Filomena, S. Maria del Mare, Sant‘Eligio, San Giorgio, San Martino (queste ultime due sono chiese campestri);
monteleone roccadoria
chiesa di Sant‘Antonio Abate, Santo Stefano;
padria
chiesa di San Giorgio de Thori; San Pietro, Santa Maria de Ena Vilde, chiesa di Santa Giulia;
montresta
chiesa di Sant‘Antonio, di Santa Croce;
suni
chiesa di S. Ippolito;
cuglieri
chiesa della Madonna della Neve
modolo
chiesa di Santa Croce;
magomadas
chiesa di Santa Maria del Mare, Santa Croce, San Giovanni Battista, Santa Sofia;
bonarcado
chiesa di Santa Maria;
milis
chiesa di San Sebastiano, si San Paolo, di Santa Vittoria, di San Giorgio, di San Pietro in Vincoli di Milis pizzinnu;
cabras
chiesa di San Giovanni, Ipogeo di San Salvatore, Tempio Fenicio Punico, basilica e battistero di Tharros;
oristano
chiesa di Santa Maria Assunta, Oratorio dello Spirito Santo
santa giusta
basilica di Santa Giusta;
uras
Abbazia di San Michele in Thamis, chiesa campestre di San Salvatore, di Sant'Antonio;
MUSEI santu lussurgiu
padria scano montiferro
milis
oristano
suni
villanova monteleone
cuglieri bosa
arborea
nurachi cabras
alghero
alghero
museo archeologico e storico-etnografico Sella&Mosca, museo Diocesano dell‘Arte Sacra, museo naturalistico Mare Nostrum Acquarium, collezione mineralogica;
villanova monteleone
museo etnografico comunale ―Sa Domo Manna‖;
padria
museo civico archeologico;
bosa
Pinacoteca Antonio Atza, collezione etnografica Stara, museo casa Deriu;
suni
museo della casa tecnologica contadina ―Tiu Virgiliu‖;
Scano montiferro
museo naturalistico Parco degli Uccelli;
cuglieri
museo dell‘olio ―Giorgio Zampa‖;
santu lussurgiu
museo della tecnologia contadina;
milis
museo del gioiello e del costume sardo;
nurachi
museo di etnografia ―Peppetto Pau‖;
cabras
museo archeologico comunale ―Giovanni Marongiu‖;
oristano
Antiquarium Arborense;
cabras
chiesa di San Giovanni, Ipogeo di San Salvatore, Tempio Fenicio Punico, basilica e battistero di Tharros;
oristano
chiesa di Santa Maria Assunta, Oratorio dello Spirito Santo
arborea
collezione museale archeologica;
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4.4 Risorse attive turistiche e del tempo libero
GASTRONOMIA santu lussurgiu
romana
mogoro palmas arborea
milis modolo
uri
cuglieri
olmedo
bosa
seneghe
sennariolo
marrubiu
baratili
san vero milis
oristano arborea cabras
alghero
olmedo
miele e dolci sardi, formaggio Bonassai, pane (vari tipi di pane tipici e delle feste), carciofo sardo, asparago;
alghero
corallo, aragosta, riccio, bottarga, pomodoro corallino, cardi, vini (Anghelu Ruju) olio d‘oliva;
uri
carciofo (sagra dedicatagli), formaggi tipici, olio, uva, vino;
romana
pane (covazzas, turriones, muddizzolu, simolinu, loturas, pane 'e cariga con i fichi secchi tagliati a pezzi e miscelati con la pasta, cicciones, succu);
bosa
vino ―malvasia‖, moscato, pane (consumo giornaliero: sos tundos, sas kovattsas, su bistokku, sas paltsidas; per le ricorrenze solenni: sa rughe, sa corona, s'iskala, os kokkorrois kun s'ou);
modolo
ciliegie;
cuglieri e seneghe
olio;
sennariolo
formaggi e vini;
santu lussurgiu
formaggio tipico ―casizzolu‖, mirto, acquavite ―fil‘ e ferru‖;
milis e san vero milis
vini biologici, arance;
baratili san pietro
vernaccia, moscato, malvasia, liquori;
cabras
bottarga, vini, olive;
oristano
uve (monica, vernaccia), dolce tipico ―mostacciolo‖, carciofo sardo;
arborea
latte, formaggi (Dolce Sardo, Provola), riso;
marrubiu
uve (Nuragus, Bovale e Monica), vini;
mogoro
pasta tipica fatta dalla semola di grano duro (malloredus, cruguxionis, fregola), uve (semidano, monica, cannonau, vermentino, nuragusa, bovale, moscato);
MARINA
oristano tresnuraghes bosa
san vero milis, narbolia e riola sardo
cabras
arbus
alghero
alghero
Porti turistici: marina di alghero, marina di porto conte, base nautica usai; scuole di vela, scuole di immersione, immersioni guidate di diversa specialità, grotta, relitto, profonda, notturna, pareti; pesca turismo e pesca sportiva; tonnara dell‘Isola Piana; trekking sulle rocce a strapiombo sul mare;
bosa
Porto turistico Marina di Bosa; porto fluviale; circolo nautico: pesca turismo, kayak e canoe sul Temo; trekking sulle rocce a strapiombo sul mare;
tresnuraghes
pesca turismo, canoa e kayak nella zona di Columbargia;
san vero milis e narbolia
windsurf e del surf da onda, litorale adatto per attività subacquea; dalle zone di Putzu Idu e s‘Arena SScoada si organizzano escursioni per immersioni nell‘Isola di Mal di Ventre;
riola sardo e cabras
Immersioni, turismo nautico, pesca turismo, ittiturismo e pesca sportiva (anche nel Riu Mare Foghe);
oristano
Porto turistico di Torregrande, porto industriale di Oristano, pesca sportiva nel fiume Tirso, federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee;
arbus
Tonnara di Flumentorgiu (Porto Palmas), pesca turismo nella marina di Arbus, Piscinas e Torre dei Corsari;
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4.4 Risorse attive turistiche e del tempo libero RURALE
Villanova monteleone terralba
cuglieri bosa
arborea
alghero
La zona rurale dell‘ambito n° 9 è quella zona caratterizzata dal disegno modulare della trama del tessuto agrario dovuto alla bonifica storica della piana di Terralba e che identifica i poderi tutti della stessa forma e dimensione. Nella zona di Arborea, i filari di eucalipto e di cipresso, usati come frangivento, disegnano la trama agricola delle coltivazioni. Gli edifici rurali e le serre caratterizzano il paesaggio rurale. Nell‘ambito n° 10 la zona rurale è identificata all‘altezza di Santa Caterina di Pittinuri (Cuglieri), nel retroterra costiero . Il paesaggio agrario dei seminativi e pascoli interrompono la continuità delle aree seminaturali mantenendo spazi definiti in prossimità dei muri a secco che delimitano i poderi. La coltivazione della vite e dell‘olivo sui terrazzamenti collinari caratterizza la zona rurale dell‘ambito n° 11. Il paesaggio rurale, nell‘ambito n° 12, risulta caratterizzato dalla vegetazione naturale, in prevalenza zone boschive ed arbustive. Le caratteristiche morfologiche del territorio e la sua copertura vegetale determinano attività riconducibili all‘alleva mento ovino ed equino di tipo estensivo. La piana alluvionale di Santa Maria la Palma caratterizza il paesaggio rurale dell‘ambito n° 13. la rama del tessuto agricolo è disegnata dalla bonifica storica degli anni ‗30 e dalla riforma agraria dell‘Etfas.
Di seguito l‘elenco dei comuni i cui centri urbani ricadono nei territori degli ambiti considerati nel caso di studio. Si specificano: la provincia, i comuni, l‘ambito territoriale di appartenenza e la percentuale del territorio occupata dai comuni nell‘ambito. PROVINCIA COMUNE
AMBITO % APPARTENENZA
PROVINCIA COMUNE
AMBITO % APPARTENENZA
Oristano
Arborea
9
100%
Oristano
Bonarcado
10
52,23%
Oristano
Baratili San Pietro
9
100%
Oristano
Cuglieri
10
97,54%
Milis
10
40,58%
Oristano
Cabras
9
100%
Oristano
Oristano
Marrubiu
9
100%
Oristano
Narbolia
10
35,67%
Oristano
Nurachi
9
100%
Oristano
Santu Lussurgiu
10
37,34%
Oristano
Ollastra
9
60,19%
Oristano
Scano di Montiferro
10
39,58%
Seneghe
10
96,24%
Oristano
Oristano
9
100%
Oristano
Oristano
Palmas Arborea
9
100%
Oristano
Sennariolo
10
100,00%
Oristano
Riola Sardo
9
100%
Oristano
Bosa
11
52,10&
Oristano
San Nicolò d'Arcidano
9
100%
Oristano
Flussio
11
16,62%
Magomadas
11
100%
Oristano
San Vero Milis
9
100%
Oristano
Oristano
Santa Giusta
9
100%
Oristano
Modolo
11
100%
Oristano
Siamaggiore
9
100%
Sassari
Monteleone Rocca Doria
11
100%
Oristano
Simaxis
9
100%
Oristano
Montresta
11
30,73%
Sassari
Romana
11
93,96%
Oristano
Solarussa
9
75,25%
Oristano
Terralba
9
100%
Oristano
Suni
11
28,97%
Oristano
Tramatza
9
100%
Oristano
Tinnura
11
5,50%
Oristano
Uras
9
100%
Oristano
Tresnuraghes
11
99,94%
Villanova Monteleone
12
91,70%
Oristano
Zerfaliu
9
93,95%
Sassari
Oristano
Zeddiani
9
100%
Sassari
Alghero
13
94,84%
Oristano
Villanova Truschedu
9
21,97%
Sassari
Olmedo
13
100%
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4.5 Sovrapposizione delle risorse nel territorio
padria scano montiferro romana
modolo monteleone rocca doria
uri
suni
montresta
se nn ar iol o
putifigari
tresnuragh magomadas
olmedo
villanova monteleone
bosa
alghero
La sovrapposizione grafica delle risorse dei centri urbani nella fascia costiera conferma le città di Alghero, Oristano, Bosa e Cabras come punti saldi dell’economia e delle attività socio-culturali; fa emergere la città di Cuglieri, con le vicine Santu Lussurgiu, Milis e San Vero Milis, e la città di Villanova Monteleone, con le vicine Montresta ed Olmedo come anelli mancanti in una nuova catena di riattivazione del territorio. Il sud dell’oristanese presenta un livello medio-alto delle attività che producono risorse mentre la zona di Villanova (ambito n°12) risulta quella con buone potenzialità di sviluppo e nonostante la vicinanza con Alghero è comunque la più isolata.
hes
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4.5 Sovrapposizione delle risorse nel territorio
villanova truschedu
uras bonarcado milis
tramatza
marrubiu santa giusta
santu lussurgiu terralba
seneghe San vero milis cuglieri
narbolia
oristano arborea
riola sardo
nurachi
cabras
agricoltura industria archeologia castelli - torri - monumenti chiese musei gastronomia marina rurale
5. Progetto
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5.1 Analisi delle infrastrutture presenti Quello che si sta analizzando in questa parte finale è una possibile ripianificazione del sistema della mobilità e delle infrastrutture della fascia costiera considerata nel caso di studio - Ferrovia, Super Strada, Viabilità interne e Aeroporti. Ciò che si vuole creare è una configurazione infrastrutturale che generi nuovi scenari "peculiari" di organizzazione territoriale. Dalle analisi dei capitoli precedenti, il territorio offre grandi potenzialità sia a livello ambientale sia a livello economico che socio-culturale. Vediamo ora le offerte dei trasporti nella regione Sardegna in riferimento agli ambiti che formano la fascia costiera presa in esame. Super Strada. La SS131, che collega le maggiori città della Sardegna, attraversa la fascia costiera nel solo ambito n° 9 collegando la città di Oristano a Cagliari verso sud e ad Abbasanta verso nord (nodo da dove poi si possono raggiungere le città di Nuoro o Sassari). Entra nell‘ambito territoriale all‘altezza di Uras, attraversa Marrubiu fino a Santa Giusta per poi arrivare ad Oristano da dove poi prosegue il suo percorso giungendo ad Abbasanta passando per: Solarussa, Tramatza e Bauladu, ed uscendo così definitivamente dall‘unico ambito territoriale del caso di studio attraversato.
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5.1 Analisi delle infrastrutture presenti
Ferrovia. La linea ferroviaria attualmente presente nel territorio della Sardegna è scarsa, si necessita di più tipologie di trasporto (su ferro e gomma) per raggiungere città importanti e questo, oltre che ampliare il fattore tempo, aumenta i costi di mobilità. La rete ferroviaria attraversa la fascia costiera nei tre ambiti ma in maniera frammentaria. Partendo da Cagliari verso Oristano (linea Fs - RFI) entra nell‘ambito territoriale all‘altezza di Uras, attraversa Marrubiu, Sant‘Anna per poi arrivare ad Oristano da dove poi prosegue il suo percorso giungendo ad Abbasanta e poi a Macomer (nodo) passando per: Solarussa, Bauladu e Milis, uscendo così dall‘ambito territoriale n° 9. Il tratto da Uras a Bauladu/Milis è di circa 65 Km. Da Macomer parte il tratto della linea verde FdS che porta esclusivamente a Bosa, entrando nell‘ambito n° 11 per circa 20 Km. Il tratto ferroviario che unisce Alghero a Sassari (nodo di scambio con la linea FsRFI) è quello delle FdS, attravesa l‘ambito n° 13 per circa 25 Km e serve la città di Olmedo, unica tappa. Aeroporti (fonte Piano Regionale dei Trasporti - Parte Prima: stato di fatto). Nel territorio in esame sono presenti due aeroporti: quello di Alghero-Fertilia nell‘ambito territoriale n° 13, e quello di Oristano-Fenosu nell‘ambito n° 9. Il primo nasce durante la seconda guerra mondiale come scalo militare, successivamente venne utilizzato anche per scopi civili.
Isocrone dall’aeroporto di Cagliari, di Alghero e di Olbia.
5.1 Analisi delle infrastrutture presenti
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Nel corso degli anni ottanta esso divenne completamente di uso civile. Nel 1994, per volontà della Camera di Commercio di Sassari, della SFIRS e con il sostegno della Regione Sardegna, nasce la SO.GE.A.AL. S.p.A., che da allora gestisce l‘aeroporto. Lo scalo è diventato negli ultimi anni punto di riferimento del traffico aereo della Sardegna nord occidentale e per una parte delle province di Nuoro e Oristano, soprattutto grazie all‘offerta low cost. L‘aeroporto dista 12 Km dal centro della città di Alghero e circa 25 Km da Sassari. I collegamenti al resto del territorio regionale sono realizzati principalmente attraverso la strada che collega Alghero con Sassari (la S.S. 291) e attraverso la rete di strade provinciali che collegano l‘aeroporto con Alghero e con il litorale (S.P. 5, S.P. 42 e S.P. 44). Sono del tutto assenti i collegamenti alla rete ferroviaria, seppure la tratta a scartamento ridotto collega Sassari con Alghero ma non raggiunge l‘aeroporto. L‘aeroporto di Oristano è classificato dal punto di vista aeronautico come ―aeroporto civile aperto al traffico di aviazione Generale‖. Situato nella zona occidentale della Sardegna, sorge a circa 4 Km ad est del nucleo abitato di Oristano, in località Fenosu. Lo scalo è gestito dalla SO.GE.A.OR, società per azioni i cui maggiori azionisti sono nell‘ordine: la Provincia di Oristano, la C.C.I.A. Oristano e il comune stesso, ricade sotto la giurisdizione del D.C.A. (Direzione Circoscrizione Aeroportuale) di Cagliari. Esso risulta non operativo per i voli commerciali, è infatti in fase di riqualificazione, attualmente è dotato di un unico raccordo con la pista, una piazzola di sosta per aeromobili, un hangar e un fabbricato per viaggiatori. L‘aeroporto è collegato ottimamente col territorio regionale attraverso i vari innesti alla S.S.131, attraverso la S.S 388, la S.S.442, la S.S. 292 e la S.S. 126 L‘ottimo posizionamento geografico di Fenosu, unitamente all‘elevato grado di accessibilità della zona, lo colloca potenzialmente come lo scalo il cui bacino d‘utenza potrebbe riguardare tutta la Sardegna. Come già detto però, non essendo operativo per i voli di aviazione commerciale, tale risorsa è per il momento solamente potenziale. L‘analisi dell‘Isocrone mettono in risalto come l‘aeroporto di Oristano-Fenosu, presenti i valori più alti di accessibilità nei confronti del territorio regionale. Infatti all‘interno dell‘isocrona dell‘ora si raggiungono diversi comuni, tra i quali la stessa Nuoro, gran parte del Medio campidano per arrivare sin quasi a Cagliari. L‘area di sedime dello scalo è di 136 ettari, ha una forma regolare ed è in massima parte non utilizzata; la pista di volo denominata: RWY 14/32 è lunga 1.300m e larga 30m con strip da 40m per lato lungo tutta l‘estensione della pista; la sovrastruttura è in conglomerato bituminoso. La pista è al momento priva di segnaletica orizzontale, di illuminazione e di strumentazione di radioassistenza per le operazioni di volo per cui è inagibile per il volo ed è chiusa al traffico da oltre due anni. Lo scalo ha una classificazione I.C.A.O. 1B (traffico aviazione generale) ma sono già appaltati i lavori necessari (impianto luci AVL notturno, rifacimento manto pista, adeguamento bretelle etc) per il passaggio alla categoria 2C, che tuttavia, seppur superiore alla precedente, non consente comunque l‘apertura dello scalo al traffico civile. Attualmente esiste un unico raccordo di collegamento tra la pista e un piccolo piazzale di sosta per aeromobili; su quest‘ultimo, nella zona nord, si affacciano un hangar e un fabbricato destinato ad aerostazione; la ―torre di controllo‖ è ubicata sul lato sud- ovest.
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5.1 Analisi delle infrastrutture presenti
5.1 Analisi delle infrastrutture presenti
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Aeroporto Alghero-Fertilia
5.1 Analisi delle infrastrutture presenti
Aeroporto Oristano-Fenosu
Il porto di Oristano (fonte Piano Regionale dei Trasporti - Parte Prima: stato di fatto). Il porto di Oristano è stato classificato come porto di rilevanza economica nazionale e quindi inserito nella categoria II classe II (L. 84/94). Attualmente, in considerazione della rilevanza, che la quota di traffico internazionale sta assumendo nel porto di Oristano, l‘Autorità Marittima sta avviando le procedure per il riconoscimento della classe I internazionale. Nel retroterra del porto di Oristano, operativo da circa 20 anni, vi è una vasta area industriale in espansione, dove nel tempo hanno trovato localizzazione numerose attività produttive. Negli anni il porto si è specializzato nella movimentazione di merci alla rinfusa e si è mostrato in grado di soddisfare anche le esigenze del movimento marittimo in genere, con banchine atte a ricevere traffico in imbarco e sbarco per gli insediamenti produttivi industriali. Gli alti fondali e le dotazioni delle banchine permettono l'attracco di navi porta rinfuse di grande stazza che attualmente non possono trovare ormeggio in nessun altro porto della Sardegna. I prodotti movimentati da Oristano riguardano prevalentemente: cereali, semola, mangimi, concimi, carbone, fibre acriliche, prodotti chimici, Klinker, cemento, bentonite, argilla espansa, ferro, zolfo. Il Porto industriale di Oristano è inserito all‘interno di un golfo, protetto in modo naturale dalla penisola del Sinis rispetto ai venti predominanti; il fondale medio è di 11,50 m e consente l‘attracco di navi fino a 40.000 tonnellate di stazza lorda; possiede circa 2.240 m di banchina per 9 accosti, con una superficie totale a terra di circa 55 ha. Nel porto di Oristano sono presenti un terminal per prodotti chimici e per rinfuse.
Il porto di Oristano visto dal satellite (Sardegna 3D).
5.2 Analisi finale e proposta di scenario
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5.2 Analisi finale e proposta di scenario Dalle analisi fatte nei capitoli precedenti e queste ultime sulla situazione dei trasporti che riguardano la fascia costiera del caso di studio, lo scenario che si vuole proporre è:
nuovo ramo ferroviario, per servire l‘interno degli ambiti territoriali, da Oristano per Bosa e da Bosa ad Alghero, in modo da sfruttare le parti ferroviarie esistenti della rete sarda e riuscire a creare un modello come quello che serve la Costa Azzurra; potenziamento dell‘aeroporto Oristano-Fenosu per consentire l‘apertura dello scalo al traffico civile; ampliamento e realizzazione di una zona per il traffico civile nel porto di Oristano.
Tutto ciò attiva il territorio considerato, relazionando i corridoi ambientali longitudinali e i centri urbani (mare-terra-montagna) e affrontando differenti tematiche: dal recupero del sistema spiagge semi-urbane, fino alla possibile formazione di nuovi alvei funzionali. Inoltre si consideri che la fascia costiera è caratterizzata dal fenomeno della dispersione urbana (SPRAWL), il cui segno caratteristico è la bassa densità abitativa in città di medie e grandi dimensioni; gli effetti includono la riduzione degli spazi verdi, il maggiore utilizzo delle autovetture a causa della maggiore distanza dai mezzi di trasporto pubblico locale e lo scoraggiamento del traffico non motorizzato o pedonale nel tragitto casalavoro a causa della maggiore distanza dal posto di lavoro e per la mancanza di infrastrutture come piste ciclabili, marciapiedi o attraversamenti pedonali adeguatamente connessi. La dispersione urbana è un sinonimo di suburbanizzazione: l'espansione geografica di aree urbane oltre i propri confini. Nel caso di studio si nota come soprattutto le città più importanti abbiano diverse ―frazioni‖ al seguito; ad esempio, Alghero (ambito n° 13) ha una popolazione di 40.887 abitanti per 224,42 Kmq di espansione con una densità di 182,2 ab/Kmq e 16 frazioni. La città di Oristano, invece, ha una popolazione di 32.378 abitanti per 86,63 Kmq di espansione, con una densità di 382,6 ab/Kmq e 7 frazioni.
Edificato diffuso di Alghero ed Oristano nella fascia costiera.
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5.2 Analisi finale e proposta di scenario
Lâ&#x20AC;&#x2DC;edificato sparso nella fascia costiera.
Lâ&#x20AC;&#x2DC;edificato nella fascia costiera.
Diagramma della viabilitĂ attuale della fascia costiera e nodi dei trasporti extra viari
5.2 Analisi finale e proposta di scenario
Schema di macchie dell‘urbano + trasporti attuali nella fascia costiera
―Bolle‖ di concentrazione urbana + diagramma dell‘attuale vibilità
Corridoi naturali terra-mare
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―Bolle‖ di concentrazione urbana connesse con gli attuali collegamenti
―Bolle‖ di concentrazione urbana connesse con gli attuali collegamenti
Diagramma della viabilità attuale della fascia costiera
Linea di costa
5.2 Analisi finale e proposta di scenario
5.2 Analisi finale e proposta di scenario
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Schema della catalogazione delle spiagge
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5.2 Analisi finale e proposta di scenario
villanova monteleone
cuglieri montresta bosa
alghero
Il nuovo tratto ferroviario Alghero-Oristano, che si integra con la rete esistente nei punti internodali delle città di Alghero Bosa ed Oristano, percorre la fascia costiera lungo la costa, in nove fermate, per 114 Km. Partendo da Alghero, la ferrovia segue un andamento quasi parallelo alla SS 292 e la prima tappa che si incontra è Villanova Monteleone da dove poi prosegue per Montresta , quasi con lo stesso andamento della SP12, fino ad arrivare a Bosa dove si avrà l‘interscambio con la rete ferroviari esistente che da Bosa porta a Macomer. Da Bosa si prosegue per la quarta tappa, Cuglieri, attraversando i comuni di Tresnuraghes e Sennariolo riprendendo il percorso della SS 292. Da Cuglieri si arriva alla frazione di Santa Caterina di Pittinuri, quinta tappa, dove si può ammirare l‘unico monumento naturale della fascia costiera, S‘Archittu, un arco naturale modellato nei secoli dall‘azione del mare e dei venti. Da qui si procede per Riola Sardo, sesta tappa, dove il treno fa una sorta di circonvallazione per raggiungere la zona costiera di Putzu Idu, aggirando lo stagno di Sale ‗e Porcus e tornando a Riola Sardo, evitando così lo Stagno di Cabras. La scelta di Putzu Idu come settima tappa è stata quasi un obbligo perché da qui è
5.2 Analisi finale e proposta di scenario
i
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oristano riola sardo
santa caterina di pittinuri cabras
putzu idu
Più facile usufruire del servizio turistico per raggiungere l‘Isola di Mal di Ventre. Tornati a Riola Sardo ci si muove verso Cabras, ottava tappa, costeggiando da un lato l‘omonimo Stagno e dall‘altro il comune di Nurachi. Siamo così arrivati a percorrere l‘ultimo tratto ferroviario ed arrivare alla nona ed ultima fermata, Oristano, città di scambio internodale dei trasporti, con la presenza della linea ferroviaria statale Fs, il riqualificato aeroporto di Fenosu e il nuovo porto, secondo le proposte di progetto.
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5.2 Analisi finale e proposta di scenario
Oristano: Abitanti: Superficie: Densità: Frazioni:
32378 84,63 Kmq 382,60 ab/Kmq 7
Cabras: Abitanti: Superficie: Densità: Frazioni:
9092 102,18 Kmq 89 ab/Kmq 3
L‘evidenziazione dei comuni più vicini al comune di Oristano, appartenenti all‘ambito territoriale n° 9, nuovo nodo di mobilità intermodale.
5.2 Analisi finale e proposta di scenario
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5.2 Analisi finale e proposta di scenario
I nuovi punti di snodo dei trasporti nellâ&#x20AC;&#x2DC;ambito territoriale n° 10, Montiferru, e la di un circuito di rivitalizzazione dei comuni limitrofi.
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5.2 Analisi finale e proposta di scenario
Cuglieri: Abitanti: Superficie: DensitĂ : Frazioni:
2977 120,54 Kmq 24,7 ab/Kmq 2
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5.2 Analisi finale e proposta di scenario
Il nodo di interscambio di Bosa e il nuovo scalo ferroviario di Montresta, appartenenti allâ&#x20AC;&#x2DC;ambito territoriale n° 11, potranno dare nuovi input per una nuova vitalitĂ dei comuni che verranno serviti dalla nuova linea ferroviaria.
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5.2 Analisi finale e proposta di scenario
Montresta: Abitanti: Superficie: DensitĂ : Frazioni:
Bosa: Abitanti: Superficie: DensitĂ : Frazioni: 567 23,79 Kmq 23,8 ab/Kmq 0
8126 135,67 Kmq 59,9 ab/Kmq 2
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5.2 Analisi finale e proposta di scenario
La vicinanza con Alghero potrebbe portare a Villanova Monteleone, comune dellâ&#x20AC;&#x2DC;ambito territoriale n° 12, nuovi input per implementare lâ&#x20AC;&#x2DC;economia ed il turismo nel proprio territorio e nei comuni limitrofi.
5.2 Analisi finale e proposta di scenario
Villanova Monteleone: Abitanti: 2444 Superficie: 202,58 Kmq DensitĂ : 12,1 ab/Kmq Frazioni: 0
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Olmedo: Abitanti: Superficie: Densità: Frazioni:
5.2 Analisi finale e proposta di scenario
3616 33,71 Kmq 107,3 ab/Kmq 0
Alghero: Abitanti: Superficie: Densità: Frazioni:
40887 224,43 Kmq 182,20 ab/Kmq 16
Il polo intermodale di Alghero, comune già ben avviato sia da un punto di vista economicoambientale che socio-culturale, facente parte dell‘ambito territoriale n° 13, omonimo, farà da canalizzatore e smistatore allo stesso tempo per lo svolgersi di tutte quelle attività
5.2 Analisi finale e proposta di scenario
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6. Conclusioni
6. Conclusioni Alla luce delle analisi effettuate si può dire che le città considerate come nuovi centri da sviluppare, insieme a quelle già consolidate, possono entrare a far parte di quella teoria urbanistica e dei trasporti chiamata Crescita Intelligente (Smart Growth) che consiste nel concentrare la crescita nel centro di una città evitando episodi di sprawl. Il risultato è quello di generare una città compatta, pedonale, favorevole all'utilizzo di biciclette, che contenga scuole di vicinato, strade a permeabilità mista e quartieri con mix di destinazioni d'uso. Possiamo dire che le città prese in esame si possono comportare come dei clusters, dei gruppi di unità simili o vicine tra loro, dal punto di vista della posizione o della composizione e che perciò, collegandole, connettendole fra loro, con dei sistemi di trasporti adeguati e intermodali, si raggruppano, si compattano, per uno sviluppo omogeneo, intelligente e non dispersivo.
centro comune espansioni negli ultimi 50 anni espansioni recenti
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6. Conclusioni
centro comune espansioni negli ultimi 50 anni espansioni recenti sprawl
6. Conclusioni
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In conclusione, quello che si vuole proporre, è lo scenario di un possibile sviluppo del territorio considerato nella presente tesi come una rete interattiva composta di multi-città:
Un territorio dalla grande capacità naturale e di costa. Incremento della relazione mare-terra-montagna. Paralizzazione dello sviluppo urbanistico di sprawl localizzato in tutta la fascia costiera ma con alti valori nell’ambito territoriale n° 12. Costruzione di una nuova linea di treno sulla costa, adeguamento dell‘aeroporto di Oristano-Fenosu e del porto di Oristano a favore del traffico civile, per favorire gli interscambi economici e socialculturali, ovvero sfruttare e potenziare le numerose risorse che già sono consolidate nel territorio e facilitarne la distribuzione. Rivalorizzazione del litorale tematizzando, a seconda delle caratteristiche, le spiagge urbane e semi-urbane. Sfruttare i potenziali delle zone umide e di montagna minimizzandone gli effetti negativi e valorizzandoli come spazi naturali per lo sport e il tempo libero.
7. Bibliografia
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7. Bibliografia
L.R. 25 novembre 2004, n°8;
L.R. 25 novembre 2004, n°8 - Norme Tecniche di Attuazione;
L.R. 7 giugno 1989, n° 31;
Legge 6 dicembre 1991, n. 394. LEGGE QUADRO SULLE AREE PROTETTE;
Direttiva 92/43/CEE;
Direttiva 79/409/CEE;
R.A.S. - P.P.R. - Ambiti di paesaggio - Scheda d‘Ambito n° 9 Golfo di Oristano;
R.A.S. - P.P.R. - Ambiti di paesaggio - Scheda d‘Ambito n° 10 Monti Ferru;
R.A.S. - P.P.R. - Ambiti di paesaggio - Scheda d‘Ambito n° 11 Planargia;
R.A.S. - P.P.R. - Ambiti di paesaggio - Scheda d‘Ambito n° 12 Monteleone;
R.A.S. - P.P.R. - Ambiti di paesaggio - Scheda d‘Ambito n° 13 Alghero;
R.A.S. Piano Paesaggistico Regionale - Atlante degli ambiti di paesaggio;
R.A.S. Piano di tutela delle acque (Piano Stralcio di Settore del Piano di Bacino - Linee generali [art. 2 L.R. 14/2000]);
R.A.S. Piano Regionale dei Trasporti - Parte prima – Stato di Fatto - Parte seconda – Scenari Futuri - Rapporto di sintesi - allegati
R.A.S. - Il Sistema Informativo Territoriale e Cartografico della Sardegna;
Area Marina Protetta (Ed. Taphros) - Penisola del Sinis Isola Mal di Ventre;
Giovanni Lilliu - I Nuraghi Torri Preistoriche di Sardegna;
Gianni Montaldo - Schede delle Torri Costiere di Sardegna;
Siti internet: Regione Sardegna: www.sardegnaterritorio.it; www.sardegnacultura.it; www.sardegnadigitallibrary.it; www.comunas.it; www.regione.sardegna.it/argomenti/ Zone Umide: www.apmolentargius.it/mappa_zone_umide.php; http://www.ise.cnr.it; Area Marina Protetta Capo Caccia - Isola Piana: www.ampcapocaccia.it; Dati ISTAT: www.census.istat.it; http://dawinci.istat.it;