Il Polesine Mag-Giu 2016

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Giornale degli agricoltori e degli interessi economici della provincia di Rovigo

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Foto: Š European Communities, 2001

Anno LXXII - N. 5-6 Mag-Giu 2016

Dove sono i soldi della PAC? L’attesa degli anticipi deve finire. Intollerabile il tergiversare di Regione e Avepa



In questo numero

■AGRICOLTURA BIOLOGICA

Il Piano nazionale

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■ PAC Guidi: “Bisogna davvero avere il coraggio di cambiare” ■ACCONTI PAC Casalini: “L’ultima fiducia alla Regione e ad Avepa”

■GLIFOSATO Il Parlamento europeo chiede altri sette anni

■GEORGOFILI Come sta la nostra agricoltura? ■FITOSANITARI E se il patentino non c’è? I quattro casi

Il “Piano strategico nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura biologica” è stato recentemente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni (è in pubblicazione sul sito ministeriale del SINAB). Pur non essendo ancora chiara la dotazione economica per ogni singola misura, il piano rappresenta il frutto del lavoro congiunto tra associazioni agricole, Mipaaf e Regioni, e prevede una serie di obiettivi per la crescita del settore, in termini di mercato e superficie, da centrare entro il 2020 attraverso una decina di azioni specifiche. Si va dal biologico nei piani di sviluppo rurale alle politiche di filiera, alla promozione del made in Italy e soprattutto del Green public procurement, ovvero l’opportunità di introdurre prodotti biologici nella ristorazione ospedaliera e nelle mense scolastiche. A livello normativo si punta alla semplificazione burocratica, mentre a livello di formazione saranno promossi percorsi formativi sul biologico in ambito universitario e corsi di aggiornamento nelle scuole superiori. Fra le azioni messe in campo ci sono inoltre lo sviluppo del sistema di informazione del biologico, previsto dal Piano Agricoltura 2.0, la revisione normativa sui controlli e l’intensificazione delle attività di monitoraggio sulle importazioni di biologico. Infine viene predisposto un piano nazionale per la ricerca e l’innovazione in agricoltura biologica.

■ PARCO DEL DELTA No all’ampliamento e ad altri vincoli ■PSR Agroambiente, termini aperti per le conferme ■ASSICURAZIONI Polizze entro maggio, Pai entro luglio

■NUOVE ASSUNZIONI Sgravi per contratti a tempo indeterminato

■GASOLIO AGRICOLO Aggiornate le tabelle, resta la riduzione ■ITA MUNERATI Viaggio di istruzione in Friuli Venezia-Giulia

■NUOVO CONTO TERMICO Contributi diretti e più veloci

■GUSTA VENETO Dodici aziende polesane nel circuito ■SOGGIORNO PENSIONATI In Campania incontro con l’Anga

■PICCOLA PROPRIETÀ CONTADINA Eredi, attenzione a vendere il fondo anzitempo

Anno LXXII - N. 5-6 - Maggio-Giugno 2016 Periodico mensile

Editore: Agricoltori Srl - Rovigo Direttore responsabile: Luisa Rosa Direttore: Massimo Chiarelli Redazione: Luisa Rosa Direzione, redazione e amministrazione: Piazza Duomo, 2 - Rovigo Tel. 0425.204411 - Fax 0425.204430 redazione@agriro.eu - www.confagricolturaro.it Progetto grafico: Ideal Look - Rovigo Stampa: Tipografia Piave Srl - Belluno Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - 70% NE/RO - Contiene I.R. Registro della stampa Tribunale di Rovigo n. 39/53 in data 10.03.1953 - Roc 10308 del 29.08.2001 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Avviato alla stampa in data 22 aprile 2016. On-line www.confagricolturaro.it

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PAC■IL PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA NELL’INCONTRO ALL’EUROPARLAMENTO SULLA REVISIONE

“Dobbiamo davvero avere il coraggio di cambiare” “Gli strumenti della Pac decisi nemmeno due anni fa dimostrano di essere inadeguati se non addirittura fallimentari. In vista dell’appuntamento della riforma della politica comune per il post-2020, è il momento di dire basta restyling, ripartiamo da zero”. Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, intervenendo a Bruxelles all’incontro organizzato al Parlamento europeo sulla revisione della Politica agricola comune da “Farm Europe”, l’Osservatorio sulle politiche agroalimentari europee. L’incontro, aperto dall’intervento del commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan, è proseguito con una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Guidi, il presidente della Fnsea (l’Organizzazione professionale degli agricoltori francesi) Xavier Beulin, l’europarlamentare italiano Paolo De Castro, il direttore del Gruppo Südzucker (grande realtà cooperativa saccarifera tedesca) Markus Neundörfer.

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“Non ha più ragion d’essere il garantire un pagamento diretto generalizzato e per tutte le produzioni indipendentemente dall’andamento di mercato” ha detto Guidi. “Si rischia di sovracompensare gli agricoltori nelle fasi positive degli scambi e di non compensarli adeguatamente nei momenti di crisi. È questo il problema centrale del ‘disaccoppiamento’, che dobbiamo davvero avere il coraggio di cambiare. Con quali fondi e attraverso quali strumenti lo si dovrà decidere, certo è che occorre riflettere sul non successo degli strumenti presenti oggi nello sviluppo rurale. E anche sul rapporto tra pagamenti diretti e strumenti assicurativi. In tale contesto le aziende agricole sono impegnate non solo nella produttività e competitività, ma anche nel welfare, nella sostenibilità e nel greening”.

Mario Guidi propone: una revisione della Pac per il disaccoppiamento, gli strumenti assicurativi, il greening Sul tema della sostenibilità, il presidente di Confagricoltura ha ancora una volta ribadito la necessità di proporre agli imprenditori obiettivi precisi e non imposizioni generalizzate, complesse, incoerenti con gli obiettivi della Pac (la sicurezza alimentare) e di dubbia efficacia: “Il greening, nel primo anno di applicazione, ha portato in Italia ad una riduzione della superficie a mais e grano duro a favore di leguminose e terreni a riposo”. Una proposta precisa da concretizzare nella “Pac da rifondare”, Guidi l’ha spiegata così: “Si potrebbe assegnare a ciascuna impresa agricola, per come è strutturata e per come viene condotta, una sorta di punteggio simile a quello utilizzato per l’efficienza energetica delle abitazioni, che identifica il contributo alla sostenibilità ambientale e alla tutela dell’ecosistema che quella unità produttiva è in grado di garantire. E quindi stabilire una soglia al di sopra della quale l’azienda è ‘greening conforme’”. A margine dell’evento il presidente di Confagricoltura ha avuto un incontro con il commissario europeo Hogan, al quale ha evidenziato come la gravità della situazione di mercato di certi comparti necessiti “di risposte più incisive e tempestive che coinvolgono anche le politiche commerciali dell’UE, con particolare riferimento agli accordi con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

■IL PARERE DELL’EUROPARLAMENTARE PAOLO DE CASTRO SULLA GESTIONE DELLA CRISI IN AGRICOLTURA

Una lenta ri-nazionalizzazione all’orizzonte “Il rischio che stiamo correndo è che per andare oltre la crisi, si vada oltre la PAC, con una lenta e inesorabile rinazionalizzazione”: ha affermato il coordinatore S&D della commissione Agricoltura del parlamento europeo, Paolo de Castro, nell’incontro a Bruxelles sulla revisione della PAC. “La reazione europea alla crisi, i 450 milioni varati in autunno, a cosa sono serviti?” ha sottolineato De Castro, secondo il quale “La dispersione della somma nei rivoli delle decisioni nazionali ha di fatto mortificato il potenziale che si sarebbe potuto sviluppare con un uso organizzato a livello europeo di quelle risorse: l’eccesso di flessibilità concesso agli Stati membri, non contribuisce a far inquadrare la UE come parte della soluzione”.

E ancora: “Se avessimo la possibilità di fare una revisione di medio termine della PAC, come a mio avviso sarebbe necessario, si dovrebbe guardare, da un lato, a modelli diversi di gestione del rischio per reagire in modo rapido e efficace alle crisi perché gli strumenti che abbiamo oggi non bastano, e dall’altro a come migliorare il trade-off tra effetti ambientali, complessità amministrativa e condizionamenti aziendali causato dal pagamento verde”, ovvero il cosiddetto greening. E per superare le complessità del greening ha proposto alcune ipotesi di lavoro, come una domanda poliennale per i pagamenti diretti, in modo da poter recuperare le pratiche della rotazione, “Che sono più efficaci della diversificazione in termini di performance ambientale e, generalmente, sono meno onerose per gli agricoltori”.


ANTICIPI PAC■DOPO IL CONFRONTO DEL 18 APRILE CON L’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA

Diamo fiducia per l’ultima volta a Regione e Avepa Stefano CASALINI Presidente di Confagricoltura Rovigo Organizzare una manifestazione di protesta non è mai piacevole. Rappresenta l’ultima possibilità che un’organizzazione di rappresentanza ha per ottenere un risultato. É evidente che quando si chiede agli associati di partecipare si è provato in tutti i modi ad ottenere una risposta positiva. In questo caso è da mesi che ci rapportiamo prima con i tecnici di Avepa, poi con il direttore Fabrizio Stella e infine con l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan. Mai come quest’anno abbiamo verificato l’inefficienza della macchina amministrativa, incapace di soddisfare le legittime richieste delle aziende agricole. Mai come quest’anno i contributi Pac sono necessari per la vita delle aziende. Mai come quest’anno abbiamo vissuto una tale incertezza nella coltivazione e vendita delle produzioni agricole. Quello che fino ad oggi rappresentava in un modo o nell’altro una certezza - il premio Pac - oggi non lo è più. É vero,

Sospesa, per ora, la manifestazione di protesta

Inaccettabile e gravissimo il ritardo degli acconti. E ancor di più le promesse non mantenute questa rappresenta l’ultima chance per gli organismi pagatori per effettuare i pagamenti dovuti alle aziende. Non si può più continuare così. A noi non interessa capire a chi addossare le responsabilità: desideriamo solo ricevere quanto è in nostro diritto senza dover aspettare oltre. Ne va della tenuta di tutto il sistema agricolo veneto e nazionale. Certamente, come avevamo più volte ribadito, sarebbe stato opportuno agire come altre regioni limitrofe nell’erogare un acconto a tutte le aziende in attesa della soluzione dei problemi Agea. Ora anche il Veneto ha deciso di farlo! Certamente si poteva anticipare di tre mesi dimostrando come anche la nostra Regione avrebbe potuto annoverarsi tra le più virtuose ed attenta alle aziende che operano in Veneto. Forse l’attenzione mediatica che la bolla Prosecco sta generando in questi mesi ha fatto dimenticare che la maggior parte delle aziende venete produce mais, soia, frumento mele, pere, ortaggi, bestiame da carne e latte, suini e altre produzioni non a marchio che, guarda caso, stanno vivendo forti tensioni speculative. In questi tre mesi queste aziende oltre a non ricevere un euro hanno vissuto settimane di sconforto, incertezza e pessimismo. Anche questo ha un valore. Ora diamo ancora una volta fiducia alla Regione Veneto e ad Avepa. Come concordato con i colleghi regionali è nostra intenzione verificare giorno per giorno quanto verrà realizzato. Vi posso assicurare che per quanto ci riguarda Rovigo è stato sempre in prima linea, a volte anche con forza, per risolvere questa paradossale situazione.

Palazzo Ferro-Fini, sede della Regione Veneto

Voglio essere positivo e avere fiducia nella politica e nell’amministrazione regionale. Spero di non ricredermi.

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GLIFOSATO■DOPO IL PARERE DEL PARLAMENTO UE, L’ULTIMA PAROLA SPETTA ALLA COMMISSIONE EUROPEA

Autorizzazioni all’uso per altri 7 anni, solo in agricoltura Per il glifosato una richiesta di proroga per 7 anni: a proporla alla Commissione Ue è il Parlamento europeo, con 374 voti a favore, 225 contrari e 102 astensioni, e con la precisazione che l’impiego sarà possibile per i soli usi professionali, tra i quali quello in agricoltura. Secondo la risoluzione del Parlamento di Strasburgo, il glifosato dovrebbe essere quindi eliminato dai prodotti per il fai-da-te impiegabili in aree verdi pubbliche e private. Ora la questione passa alla Commissione comunitaria, che a maggio dovrà emettere la decisione definitiva. Il parere di IARC e quello di EFSA Ricordiamo che l’erbicida è stato inserito nella lista delle “probabili” sostanze cancerogene dalla IARC (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, la stessa che si espresse qualche mese fa sul potenziale cancerogeno della carne), e come tale non dovrebbe essere rinvenuto neppure in tracce negli alimenti, mentre con parere opposto si è

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La richiesta di Strasburgo non è vincolante espressa l’EFSA (European food safety authority, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma), pervenuta a conclusioni opposte, secondo le quali il glifosato “probabilmente non è cancerogeno”. In questo contesto gli eurodeputati, chiamati a votare una risoluzione contro il rinnovo dell’autorizzazione per il glifosato, hanno ritenuto di proporre una proroga di 7 anni anziché i tradizionali 15, chiedendo al contempo una revisione indipendente e la pubblicazione di tutte le prove scientifiche che l’EFSA ha utilizzato per valutare l’erbicida, esortando l’Autorità per la sicurezza alimentare e la stessa Commissione a rivelare immediatamente tutte le prove scientifiche alla base per la classificazione del glifosato

Glifosato. L’opinione di Confagricoltura nella lettera Riportiamo i passaggi principali della lettera inviata il 15 marzo scorso dal presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi ai ministri Gianluca Galletti (Ambiente), Maurizio Martina (Agricoltura), Beatrice Lorenzin (Salute), Federica Guidi (Sviluppo economico), presidenti delle Regioni e assessori all’Agricoltura. Nel documento si avanzava tra l’altro la necessità di un piano di controllo quinquennale. A fronte di un quadro scientifico ancora incerto che divide la comunità scientifica sul rischio di cancerogenicità, la posizione assunta da alcuni Stati tra cui l’Italia non facilita l’adozione di scelte razionali che possano salvaguardare sia i consumatori che la produzione agricola italiana. Nel quadro delineatosi c’è il rischio che la valutazione sul glifosate si basi esclusivamente sul parere della IARC, che ha classificato la molecola come “probabile cancerogeno”, senza tener conto delle conclusioni a cui sono pervenute le altre Istituzioni scientifiche europee ed internazionali, preposte alla valutazione del rischio delle sostanze chimiche, che sono pervenute a conclusioni totalmente diverse. Il BfR, l’ente per la valutazione del rischio in Germania, paese che agisce come Rapporteur Member State per il glifosate all’interno del processo di ri-valutazione della molecola, ha stabilito che la sostanza non è cancerogena (BfR Communication N. 007/2015, 23 March 2015). Nel novembre scorso, l’EFSA, dopo la revisione di un numero enorme di studi e di dati sul glifosate (più di 800), inclusa

la monografia IARC, ha concluso che è improbabile che la sostanza sia genotossica o che presenti una minaccia di cancro per l’uomo. Tuttavia, l’EFSA per ulteriore tutela dei consumatori, ha proposto nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui di glifosate negli alimenti. La differenza con la valutazione dello IARC è dovuta al fatto che, mentre il processo di valutazione dell’EFSA considera individualmente ogni sostanza chimica, il rapporto IARC ha esaminato sia il glifosate, sia i formulati a base di glifosate, raggruppandoli tutti senza tener conto della loro composizione.

Ri-autorizzare, controllare, limitare

È dunque importante porre la classificazione IARC nella giusta prospettiva; ciò è confermato dal fatto che lo IARC ha classificato anche numerose sostanze/alimenti di uso quotidiano nella categoria 2A (probabile agente cancerogeno per gli uomini), come il caffè, l’estratto di aloe vera, le verdure sottaceto, le carni rosse. Lo stesso sistema di valutazione ha portato ad inserire in categoria 1 (sicuramente cancerogeno) altre sostanze o agenti con cui siamo quotidianamente in contatto o facciamo comunemente un uso moderato, come la luce solare, l’alcol e gli insaccati. Il quadro delineato pertanto evidenzia che la molecola del glifosate è soggetta a un rigoroso processo di valutazione


Casalini: “Prima di demonizzare questo erbicida, servono certezze scientifiche” mento europeo” commenta il presidente di Confagricoltura Rovigo Stefano Casalini, ricordando inoltre che “Il prodotto chimico non viene usato sulle piante, ma sul terreno, senza perciò comportare tossicità del raccolto”. In Italia intanto, non valutando attentamente il dossier glifosato, i ministri Martina e Lorenzin hanno già anticipato il loro parere negativo. “Non facciamo come abbiamo fatto con la carne, demonizzando e lanciando proclami senza un’appropriata valutazione degli effettivi rischi” ammonisce Casalini. “Prima di togliere l’autorizzazione a un erbicida come il glifosato servono certezze scientifiche, bisogna assolutamente salvaguardare l’uso di questo erbicida sul terreno, altrimenti si crea un grosso danno ai produttori e all’ambiente”.

e della proposta di nuova autorizzazione, visto l’interesse pubblico prevalente alla divulgazione. Attenzione a non ripetere l’esperienza della carne “Confagricoltura valuta positivamente l’azione del Parla-

“Sappiamo bene di andare controcorrente ma – conclude Casalini - siamo consapevoli che l’eliminazione del glifosato, non supportata da motivi fondati, comporterebbe l’utilizzo di altre molecole a volte più invasive a livello ambientale, oltre a ridurre drasticamente la competitività dell’agricoltura italiana. Confidiamo quindi che vi siano valutazioni ulteriori, auspicando il coinvolgimento del comparto agricolo”.

del presidente Mario Guidi ai ministri da parte delle Autorità europee, che tiene conto dell’effettivo rischio a cui possono essere esposti gli operatori, i consumatori e l’ambiente, prevedendo anche in fase di utilizzo ulteriori precauzioni. Il pacchetto di misure attuative della strategia sull’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, difatti, detta regole ben precise circa l’utilizzo degli agrofarmaci relativamente alla manutenzione delle macchine irroratrici, alla manipolazione dei prodotti, alle tecniche di difesa integrata, ed in particolare alla formazione degli operatori, prevedendo che anche i prodotti a base di glifosate, siano impiegabili esclusivamente da utilizzatori professionali dotati di patentino. Attraverso un corretto utilizzo è possibile minimizzare, se non annullare del tutto, le possibili vie di esposizione degli utilizzatori e della popolazione agli agrofarmaci, tanto è vero che in Italia il monitoraggio dei residui di prodotti fitosanitari sugli alimenti da anni non riscontra irregolarità in oltre il 99,5% dei campioni. In relazione alle prossime decisioni da prendere, occorre tenere presente che nel caso non dovesse essere confermata l’autorizzazione sul glifosate, le aziende agricole verrebbero private di uno strumento indispensabile per il loro lavoro, rendendole meno competitive rispetto alle aziende di Paesi extra UE. Il glifosate, difatti, in agricoltura, contribuisce al controllo delle infestanti in maniera efficiente ed il suo divieto farebbe lievitare i costi di gestione per le aziende

agricole italiane rendendole pertanto non più competitive. E ciò non solo dal punto di vista economico, ma anche ambientale, visto che il glifosate è utilizzato nelle tecniche di agricoltura conservativa, apportando benefici come la diminuzione delle emissioni di CO2, una minor erosione del suolo, un maggior contenuto di sostanza organica, trattenendo maggiormente l’acqua nel suolo ed aumentando le capacità di stoccaggio del carbonio. In relazione al quadro delineato, Confagricoltura esprime forte delusione per la posizione assunta dai Ministeri competenti su un argomento tanto delicato, in un contesto incerto, senza peraltro essersi confrontati con le associazioni di categoria. Pertanto riteniamo indispensabile che l’Italia proceda ad ulteriori approfondimenti, tenendo conto di tutti gli studi redatti sul rischio del glifosate, al fine di riconsiderare la propria posizione in vista della prossima votazione in cui la Commissione europea dovrà decidere se mantenere o meno il glifosate nell’elenco delle sostanze attive approvate nell’UE. In tale contesto si può anche verificare l’ipotesi di ri-autorizzare il glifosate, condizionando la nuova autorizzazione ad un piano di controllo quinquennale e ad una limitazione del campo di impiego per prevenire eventuali contaminazioni dei prodotti nella fase di raccolta, nonché a controlli più stringenti sui residui come richiesto dall’EFSA.

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INTERVISTA■AL PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA DEI GEORGOFILI GIAMPIERO MARACCHI

Per sostenere l’agricoltura si fa abbastanza? Letizia MARTIRANO* Pubblichiamo l’interessante intervista rilasciata dal presidente dei Georgofili (climatologo di fama internazionale e appassionato uomo di cultura) alla vigilia dell’inaugurazione dell’Anno Accademico, svoltasi l’8 aprile; sono sintetizzati i temi che avrebbe affrontato nella sua relazione, “Scenari del futuro”. Cosa dirà ai Georgofili per l’apertura del loro Anno Accademico? Non dirò cose eccezionali. Partirò dal fatto che il mondo è in crisi; una crisi strutturale che riguarda il clima e tutto l’ambiente perché già da 20 anni usiamo più risorse di quelle disponibili e i rischi erano noti da prima, tanto che la commissione Brundtland, insediatasi a fine anni ‘80, coniò il termine sviluppo sostenibile. Il mondo si riempie di rifiuti e il suolo perde fertilità per colpa dei fertilizzanti. La crisi è determinata dal rapporto tra centri urbani e centri rurali: Shangai ha 25 milioni di abitanti.

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L’Italia è ugualmente in crisi? In Italia il fenomeno è meno avvertito e ciò sarebbe un punto di forza per il nostro paese. Ma c’è il problema della crisi della politica per cui lo schema classico liberale della politica che controlla l’economia si è invertito e ora comandano le multinazionali. A ciò si aggiunge la crisi dei valori. Il mercato lasciato completamente libero non funziona. C’ è troppa dipendenza dal petrolio e le guerre per il petrolio agitano tutti! Cosa può fare l’agricoltura? L’agricoltura può essere la soluzione, magari parziale, di molti problemi perché il cambiamento climatico può essere attenuato da coltivazioni meno chimiche e meno meccaniche. Inoltre le piante non incidono sul bilancio delle emissioni, mentre per quanto riguarda i rifiuti organici l’agricoltura può essere un importante sistema di smaltimento che aiuta la fertilità dei suoli che sta diminuendo. Più gente vive nelle aree rurali, minore è il carico sulle città. Consiglia di vivere in campagna? Si. Oggi è più facile vivere in campagna grazie a internet. Non c’è più la distanza di trenta anni fa. E poi, in termini di valori, il mondo rurale è più integro perché è legato a sistemi più tradizionali. È una società più stabile rispetto alle società urbane. Una miglior ripartizione della popolazione avrebbe effetti positivi. Lei è sempre molto critico nei confronti della finanza, perché? L’economia si è trasformata in finanza che è improduttiva per definizione. La produzione industriale e agricola sta diminuendo nei paesi sviluppati e aumenta la finanziarizzazione con una moltiplicazione della ricchezza di pochi. Nel 1980 il rapporto tra il salario di un impiegato medio e il suo capo era di 46 a 1, ora è di 350 a 1.

Giampiero Maracchi all’inaugurazione dell’Anno Accademico

“Siamo deficitari per moltissimi prodotti. Se chiudessero le frontiere non ci sarebbe da mangiare” Preoccupato? I dati del Dipartimento di stato americano dicono che il Sud degli Stati Uniti ha il 20 per cento delle famiglie sotto il livello di povertà mentre la media europea è intorno al 15 per cento, peggiorata dal fatto che l’immigrazione non è gestita in alcun modo. Per questa ragione la povertà aumenterà. Per sostenere l’agricoltura si fa abbastanza? Alcuni dibattiti sono più presenti negli Stati Uniti che qui. Il piano di Obama per l’agricoltura sostiene fortemente il rilancio e si focalizza molto sull’agricoltore. Le parole d’ordine sono chiare, d’altra parte: every family needs a farmer, Usa needs farmers. Ci sono misure per l’agricoltura statunitense che trova particolarmente interessanti? Una misura interessante è l’accesso al sostegno al reddito in funzione della variabilità dei prezzi. Viene calcolata una base al disotto della quale il reddito agricolo non deve scendere. L’Europa in un certo senso proibisce questo orientamento, mentre questa è la soluzione più ragionevole anche se tutto andrebbe declinato per filiera. Qual è il punto debole dell’agricoltura italiana? La debolezza dell’agricoltura italiana è il fatto che siamo deficitari per moltissimi prodotti, con picchi che arrivano al 50 per cento. Il che significa che se chiudessero le frontiere non ci sarebbe da mangiare. Per esempio l’Inghilterra si è posta il problema della food security domestica. Ci sono altri problemi? C’è la diminuzione delle superfici coltivabili. Altri elementi di debolezza sono le basse percentuali d’esportazione nonostante l’alto numero di Dop e Igp. Poi c’è il costo dei trasporti e dell’energia elettrica. Il punto centrale è che gli elementi di debolezza


Foto: © iStocK

si combinano con la frammentazione delle aziende. Su 100 euro che il consumatore paga, all’agricoltore - che è il soggetto che corre i rischi maggiori - vanno tre euro. O si risolve questo problema, simile peraltro a quello che colpisce gli artigiani, o le aziende chiudono. Cosa può fare l’Accademia per l’agricoltura italiana? Ripristinare l’informazione tecnica. La mia idea è di fare con le

associazioni di categoria un portale di informazione tecnica, anche interattivo e facendo il punto della ricerca in corso. L’Accademia deve un po’ aprirsi, andare oltre il mondo accademico. C’è necessità, per esempio, di ricerche scientifiche sul reddito delle imprese agricole. Bisogna andare al dunque, servono numeri certi. * Letizia Martirano è direttrice di AGRAPRESS.

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SOSTENIBILITÀ■LE INDICAZIONI OPERATIVE DELLA REGIONE VENETO PER SEMPLIFICARE IL PAN

Fitosanitari: e se in azienda il patentino non c’è? Luisa ROSA La poca chiarezza del PAN (Piano d’azione nazionale) circa l’utilizzo dei fitofarmaci da parte di agricoltori e contoterzisti ha reso necessario un intervento di “semplificazione”, e in Veneto sono recentemente arrivate - dalla Giunta regionale - le risposte, sollecitate anche dalla nostra Associazione, sull’acquisto e sulle modalità tecniche per l’impiego dei fitosanitari relative ai nuovi obblighi del Piano nazionale (DM 22 marzo 2014) nonché sui rapporti tra impresa agricola e contoterzista, aspetto sul quale la stessa Regione ha ottenuto risposta dal ministero per l’Agricoltura. Le indicazioni sono contenute in una nota del Dipartimento regionale Agricoltura e sviluppo rurale, con tutta la modulistica da utilizzare in relazione alle diverse possibilità operative tra impresa agricola e contoterzista, compresa la cartellonistica da collocare in azienda con le caratteristiche del trattamento.

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Per chi non ha il patentino Dal 26 novembre 2015 sono entrate in vigore normative che stabiliscono che tutti gli “utilizzatori professionali di prodotti fitosanitari” devono essere in possesso della specifica abilitazione all’acquisto e all’utilizzo. Per ovviare a determinate casistiche - in primis, la mancanza della abilitazione stessa, ossia il famoso “patentino”, rilasciato dopo un corso di formazione e valido per cinque anni – Confagricoltura ha lavorato con gli uffici regionali per ottenere alcune deroghe, sotto forma di deleghe a soggetti in possesso di patentino valido, che elenchiamo: • delega del titolare dell’azienda a un suo dipendente, o coadiuvante, o partecipe famigliare, per il ritiro, trasporto, utilizzo, stoccaggio e successivo smaltimento dei contenitori vuoti

La nota del dipartimento regionale dell’Agricoltura: deleghe a soggetti con abilitazione valida • contratto d’appalto privato con contoterzisti per fornitura di prodotti e servizio di distribuzione • contratto d’appalto privato con contoterzisti per il ritiro, trasporto, utilizzo, stoccaggio presso le loro sedi, distribuzione e successivo smaltimento dei contenitori vuoti e delle rimanenze • contratto d’appalto privato con contoterzisti per il ritiro, trasporto, utilizzo, stoccaggio presso la sede dell’azienda agricola, distribuzione e successivo smaltimento dei contenitori vuoti e delle rimanenze. Importante: è obbligatorio esporre un cartello indicante l’esecuzione del trattamento, secondo un preciso schema e con le modalità previste. Un ulteriore obbligo, per il contoterzista, è quello di consegnare al cliente il modulo cosiddetto “di informativa preventiva”, con il quale egli dichiara di aver informato l’imprenditore agricolo sulle implicazioni sanitarie e ambientali derivanti dall’impiego dei fitosanitari. Ancora: le aziende agricole che svolgono l’attività connessa di distribuzione di prodotti fitosanitari sono equiparate alle aziende agromeccaniche, e pertanto devono possedere le attrezzature per la distribuzione con controllo funzionale eseguito ogni due anni. Infine, le stesse aziende non possono fornire il prodotto fitosanitario, in quanto non rientra nella normativa vigente. Nelle pagine seguenti i dettagli.

Le abilitazioni con il “patentino fitofarmaci” Uno dei principali capitoli del Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari è costituito dalla formazione, obbligatoria e necessaria per una gestione sostenibile e per fornire conoscenze e consapevolezza dei rischi potenziali per la salute umana e l’ambiente e delle misure per ridurli, in funzione dei diversi ruoli e responsabilità. La formazione, di base e di aggiornamento periodico, è dunque propedeutica al rilascio e al rinnovo delle specifiche abilitazioni per: • l’acquisto e l’utilizzo da parte degli “utilizzatori professionali”, cioè persone che impiegano fitosanitari nel proprio lavoro, compresi gli operatori e i tecnici, gli imprenditori e i lavoratori autonomi, sia nel settore agricolo sia in altri settori • la vendita da parte del distributore, cioè persona fisica o giuridica in possesso del certificato di abilitazione alla vendita, che immette sul mercato un prodotto fitosanitario, compresi i rivenditori all’ingrosso e al dettaglio • la consulenza di un professionista, ossia persona in possesso

del certificato di abilitazione a tale prestazione sull’uso sostenibile dei fitosanitari e sui metodi di difesa alternativi. I certificati di abilitazione sono: personali, validi su tutto il territorio della Repubblica italiana per cinque anni e rinnovabili previa partecipazione a corsi di aggiornamento. Dal 26 novembre 2015, il certificato di abilitazione (“patentino”) è indispensabile per l’acquisto e l’utilizzo di tutti i prodotti fitosanitari destinati all’uso professionale, a prescindere dalla loro classificazione ed etichettatura di pericolo. Il PAN prevede che siano fatte salve le abilitazioni all’acquisto rilasciate e rinnovate prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema di formazione. Pertanto i “patentini” rilasciati e rinnovati prima del 26 novembre 2014 mantengono la loro validità fino alla scadenza naturale dei cinque anni. Prima della scadenza, le abilitazioni sono rinnovate secondo le nuove modalità. Chi non è in possesso del certificato di abilitazione può acquistare solo prodotti destinati a un uso non professionale, nonché quelli per piante ornamentali.


SOSTENIBILITÀ■FITOSANITARI PER CONTO PROPRIO, PER TERZI, PER ALTRI O TRAMITE LA COOPERATIVA

I quattro casi generali per l’acquisto e l’utilizzo Per le aziende agricole, il certificato di abilitazione riguardante i fitofarmaci è obbligatorio per l’intero processo che va dal ritiro del prodotto presso il rivenditore allo smaltimento dei contenitori vuoti e delle rimanenze; tuttavia l’acquisto e le successive operazioni, in alcuni casi, possono essere delegati a soggetti diversi, in relazione alle diverse situazioni contestuali. Pertanto, se l’azienda agricola intende delegare a un contoterzista le attività connesse all’uso dei fitosanitari, questa delega potrebbe riguardare o solo alcune fasi della gestione dei prodotti oppure essere estesa a tutto l’intero processo. Occorre infatti considerare che i prodotti fitosanitari possono essere acquistati e utilizzati dal titolare dell’azienda o da altri soggetti da lui delegati, come ad esempio dipendenti, familiari o contoterzisti. In ogni caso, l’azienda che ricorre alla delega deve assicurarsi che il delegato sia in possesso di un valido certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo, e che svolga la delega affidatagli osservando tutte le prescrizioni legali. Riportiamo quindi le indicazioni operative messe a punto dalla Regione Veneto in un documento che ricompone le diverse situazioni di acquisto e utilizzo in quattro casistiche generali. 1. ACQUISTO E UTILIZZO DI PRODOTTI FITOSANITARI PER CONTO PROPRIO

Vi rientrano le seguenti situazioni: 1. Il titolare acquista e utilizza i prodotti e in azienda è presente un’abilitazione all’acquisto e utilizzo: in questo caso, il distributore fattura i prodotti al titolare con il riferimento del numero di patentino del titolare stesso. 2. Il titolare acquista e un suo dipendente o coadiuvante, o anche un famigliare che opera in azienda, utilizza il prodotto e in azienda sono presenti due abilitazioni (una del titolare per l’acquisto e un’altra del dipendente, coadiuvante o partecipe famigliare per l’utilizzo): in questo caso il distributore fattura al titolare dell’azienda agricola con il riferimento del numero di patentino del titolare; sul registro dei trattamenti dovrà essere riportato anche il numero del patentino di chi effettua i trattamenti. 3. Il titolare conferisce a un dipendente, coadiuvante o partecipe famigliare il titolo che lo legittima al ritiro per suo conto dei prodotti fitosanitari in seguito utilizzati dallo stesso o da altro soggetto, che può essere un dipendente o un coadiuvante o partecipe famigliare. In questo caso è presente nell’azienda agricola un documento di delega in tal senso, datato e firmato sia dal delegante che dal delegato al ritiro. Nell’azienda agricola possono essere presenti anche più abilitazioni (una del delegato al ritiro e altra o altre di chi utilizza i prodotti); il distributore allora fattura i prodotti al titolare dell’azienda agricola con il riferimento del numero di patentino del delegato (la delega del titolare collega l’azienda al delegato e quindi al numero della sua abilitazione). La delega riguarda la gestione del prodotto e lo stoccaggio temporaneo del rifiuto. La gestione del deposito temporaneo dei contenitori vuoti e dello smaltimento, rientra in ogni caso nelle responsabilità del delegante.

Le soluzioni individuate dalla Regione sulla base delle diverse situazioni reali 4. Il titolare dell’azienda agricola può conferire a un famigliare, che non opera stabilmente nell’azienda agricola, il titolo che lo legittima al ritiro per suo conto dei prodotti fitosanitari; anche in questo caso è presente nell’azienda agricola un documento di delega, datato e firmato sia dal delegante che dal delegato. È il caso ad esempio del figlio impiegato in altro settore che lavora nel tempo libero nell’azienda agricola dei genitori, generalmente anziani, e si occupa del ritiro dei prodotti fitosanitari: il distributore in questo caso fattura i prodotti al titolare dell’azienda agricola con il riferimento del numero di patentino del delegato. La delega del titolare collega l’azienda agricola al delegato e quindi al numero della sua abilitazione. Anche in questo caso la delega riguarda la gestione del prodotto e lo stoccaggio temporaneo del rifiuto. La gestione del deposito temporaneo dei contenitori vuoti e dello smaltimento, rientra comunque nelle responsabilità del delegante. Il titolare dell’azienda agricola o un suo delegato dovranno provvedere alla segnalazione del trattamento nei confronti della popolazione interessata e potenzialmente esposta ai prodotti fitosanitari nei seguenti casi: • il fondo è accessibile a persone estranee (per esempio: sentieri natura, percorsi salute eccetera) inserendo l’apposita segnalazione in corrispondenza del punto di accesso; • il trattamento viene eseguito nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili (parchi o giardini pubblici, alberature stradali); • quando espressamente riportato in etichetta. Continua a pagina 12 

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2. ACQUISTO E UTILIZZO DI PRODOTTI FITOSANITARI PER L’IMPIEGO PER CONTO TERZI

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Si configura come appalto di servizi tra un’azienda agricola e un’impresa di conto terzi. Vi rientrano le seguenti situazioni: 1. Il titolare dell’azienda agricola(o suo delegato: dipendente, coadiuvante, partecipe famigliare) acquista (o, nel caso di delegato, ritira) i prodotti fitosanitari e il contoterzista utilizza il prodotto: nell’azienda agricola è presente un’abilitazione all’acquisto e utilizzo; il contoterzista effettua il trattamento con i prodotti e annota sul registro il trattamento eseguito o rilascia il modulo specifico (Scheda E); il distributore fattura i prodotti al titolare dell’azienda agricola con il riferimento del numero di patentino del titolare stesso o del suo delegato (nel caso di delega vale quanto visto sopra: la delega riguarda la gestione del prodotto e lo stoccaggio temporaneo del rifiuto). La gestione del deposito temporaneo dei contenitori vuoti e delle eventuali rimanenze, nonché dello smaltimento, rientra in ogni caso nelle responsabilità del delegante. 2. Il titolare dell’azienda agricola appalta al contoterzista un servizio che prevede l’acquisto del prodotto e l’effettuazione dei trattamenti. Nel caso in cui questo appalto riguardi tutti i trattamenti necessari nell’azienda agricola si può configurare questa situazione: • il distributore fattura il prodotto al contoterzista, il quale a sua volta fattura all’azienda agricola, in modo distinto, il costo del prodotto (indicando tipo e quantità) e la prestazione; • il contoterzista medesimo annota sul registro il trattamento eseguito o rilascia il modulo specifico (Scheda E); in questo caso il contoterzista deve compilare anche un registro di carico e scarico riportante il tipo e la quantità dei prodotti acquistati e distribuiti presso i diversi clienti, entro un termine massimo di una settimana dal trattamento, avvalendosi anche delle annotazioni riportate quotidianamente in un brogliaccio; • il titolare dell’azienda agricola può non avere l’abilitazione all’acquisto ed all’utilizzo, né il deposito per lo stoccaggio in azienda. Nel caso invece in cui l’appalto riguardi solo alcuni trattamenti è necessario che in azienda vi sia un soggetto con l’abilitazione e sia presente il deposito dei prodotti fitosanitari. Il contoterzista dovrà provvedere a informare preventivamente il titolare dell’azienda agricola, o dell’ente presso cui effettua il trattamento, delle implicazioni sanitarie e ambientali derivanti dalla distribuzione dei prodotti fitosanitari. Attenzione: come nei trattamenti effettuati per conto proprio, il titolare dell’azienda agricola o un suo delegato dovranno provvedere alla segnalazione del trattamento nei confronti della popolazione interessata e potenzialmente esposta ai prodotti fitosanitari come nei casi già descritti. 3. Il titolare dell’ impresa agricola, non in possesso dell’abilitazione all’acquisto e utilizzo dei prodotti fitosanitari, mediante contratto di appalto incarica un contoterzista per l’esecuzione dei servizi di ritiro, trasporto, stoccaggio, miscelazione, distribuzione, nonché delle operazioni di smaltimento dei contenitori vuoti e delle rimanenze dei prodotti. Il distributore/rivenditore, presa visione del contratto di appalto, fatturerà i prodotti al committente titolare dell’azienda agricola, riportando in fattura il numero dell’abilitazione del contoterzista. I prodotti fitosanitari potranno essere immagazzinati: • presso la sede del contoterzista (lo stoccaggio dovrà essere

gestito in modo separato, azienda per azienda, rispetto all’eventuale deposito del contoterzista • oppure, presso la sede dell’azienda agricola(lo stoccaggio sarà effettuato in apposito locale( o armadietto) da adibire a magazzino dei fitosanitari, il cui accesso è consentito unicamente agli utilizzatori professionali . Il contoterzista dovrà provvedere a informare preventivamente il titolare dell’azienda agricola, o dell’ ente presso cui effettua il trattamento, delle implicazioni sanitarie e ambientali derivanti dalla distribuzione dei prodotti. Anche in questo caso, il titolare dell’azienda agricola o un suo delegato dovranno provvedere alla segnalazione con cartellonistica del trattamento nei casi già elencati. 3. DELEGA DEL SOCIO ALLA COOPERATIVA

”Nel caso di cooperative di produttori che acquistano prodotti fitosanitari con i quali effettuano trattamenti per conto dei loro soci, il registro dei trattamenti può essere conservato presso la sede sociale dell’associazione e deve essere compilato e sottoscritto dal legale rappresentante previa delega rilasciatagli dai soci” (D.Lgs. 150/2012, articolo 16, comma 4). Quindi, nel caso di cooperative di servizio, che hanno la possibilità di effettuare anche i trattamenti direttamente, con mezzi e personale proprio, sarà il personale della cooperativa incaricato e in possesso di patentino, a gestire i prodotti, dall’acquisto, stoccaggio, distribuzione, smaltimento delle rimanenze e dei vuoti; presso la cooperativa è presente un documento di delega, datato e firmato sia dal delegante che dal delegato. Nel caso in cui si avvalga di contoterzisti, la cooperativa affiderà loro il compito di effettuare il trattamento presso le aziende dei soci con prodotti da essa stessa forniti. In entrambi i casi, il contoterzista annota sui registri, tenuti presso la cooperativa, i trattamenti eseguiti o rilascia il modulo specifico (Scheda E). Rimangono in carico alla cooperativa, che acquista i prodotti e che deve disporre di personale abilitato, gli obblighi relativi allo stoccaggio e smaltimento delle rimanenze. In entrambi i casi al socio verrà fatturato distintamente il costo del prodotto e della prestazione: il socio che fa effettuare tutti i trattamenti dalla cooperativa non è tenuto ad avere il patentino né il deposito dei prodotti. 4. UTILIZZO DI PRODOTTI FITOSANITARI PER ALTRI

Il titolare di una azienda agricola (con abilitazione all’acquisto e utilizzo) può impiegare il prodotto fitosanitario acquistato da altra azienda agricola, ad esempio confinante e con abilitazione all’acquisto e utilizzo, per conto della stessa. L’utilizzo è normato dall’art. 2139 del Codice civile che prevede: “tra piccoli imprenditori agricoli è ammesso lo scambio di manodopera o di servizi secondo gli usi”. Si precisa che sono definiti piccoli imprenditori agricoli secondo l’art. 2083 del Codice civile “i coltivatori diretti del fondo, ... e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia”. L’utilizzo dei prodotti fitosanitari, inteso come esecuzione del trattamento fitosanitario può pertanto avvenire o con attrezzature proprie dell’utilizzatore stesso o con attrezzature dell’azienda in favore della quale viene fatto lo scambio di manodopera o di servizi. La responsabilità della conservazione e smaltimento è del titolare dell’azienda agricola. Nel registro andrà indicato il nominativo di chi effettua i trattamenti. Ogni informazione e i modelli da compilare: dai nostri tecnici, negli uffici zona.



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PARCO DEL DELTA DEL PO■NO ALL’INSERIMENTO DI AREE CONTIGUE E ALTRI VINCOLI ALLE AZIENDE

Foto: L. Rosa

Modificare i confini? Mai. Sì al Piano già pronto

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“In questi giorni leggiamo di una proposta presentata tendente a modificare i confini del Parco regionale veneto del Delta del Po con l’inserimento di aree contigue. Si tratta di una proposta che nella sostanza tenta di stravolgere il lavoro presentato, condiviso ed adottato nel 2012”: Stefano Casalini, presidente di Confagricoltura Rovigo, esprime con forza la sua contrarietà all’inserimento di ulteriori aree e vincoli. “Non è un modo di operare che condividiamo! Sarebbe opportuno, invece di promuovere modifiche che riporterebbero tutto a anni indietro nel tempo, che gli sforzi delle amministrazioni interessate si concentrassero sull’approvazione definitiva da parte del Consiglio della Regione Veneto di un Piano del Parco in attesa da ormai quasi quattro anni”. Il Piano del Parco del Delta del Po è stato adottato dal Consiglio dell’Ente Parco il 17 dicembre 2012 e ad oggi è presso gli uffici della Regione Veneto in attesa della definitiva approvazione da parte del Consiglio Regionale. Confagricoltura Rovigo ha partecipato attivamente nel corso

negli anni antecedenti l’approvazione nel coordinare e far convivere le necessarie richieste dei propri associati agricoltori e vallicoltori del Delta con le richieste di gestione ambientale di un territorio fragile e naturalisticamente interessante. Con il presidente Geremia Gennari, il direttore Marco Gottardi, l’architetto Romeo Toffano dirigente della Regione Veneto come progettista del Parco, con consulenti dello IUAV di Venezia, in molteplici incontri, riunioni e convegni abbiamo condiviso un Piano che a nostro avviso soddisfa le esigenze di tutti cittadini, imprese, ambientalisti, turisti e operatori locali. Il Piano del Parco comprende relazioni, norme tecniche e una cartografia particolareggiata che evidenzia le zone a parco con vincoli e le zone a sviluppo imprenditoriale, turistico e sociale. È stata redatta una VAS VINCA - Rapporto ambientale a cura dello IUAV di Venezia. “È inutile attivarsi per un MAB UNESCO, addirittura promuovendone l’allargamento a zone che nulla hanno a che


Il presidente Casalini: “Altrimenti non esiteremo, come abbiamo fatto in passato, a tutelare gli interessi economici dei nostri associati” vedere con il Delta del Po – osserva Casalini - se non abbiamo ancora gli strumenti chiari e ufficiali per operare sul territorio. Parimenti non si capisce come si voglia modificare un piano che è in attesa di approvazione. Si vuole ricominciare ancora una volta da zero? Come rappresentanti di aziende agricole e aziende vallive che operano attivamente nell’area del Delta del Po riteniamo necessario che l’Ente Parco, la Giunta e il Consiglio Regionale Veneto e tutte le amministrazioni comunali si attivino per dare definitiva concretizzazione ad un piano del Parco a cui manca un’ultima certificazione regionale”. Prima di pensare a nuovi vincoli, il presidente di Confagricoltura Rovigo invita a considerare quelli già esistenti: “Ad esempio, è da febbraio 2016 che una legge regionale veneta, la n. 4/2016, obbliga i concessionari di una derivazione d’acqua sul Po, in zona parco, esistente, a presentare documentazioni redatte da professionisti attestanti l’assenza di danni alla flora e fauna locale, la cosiddetta procedura di Valutazione di Impatto Ambientale”. Il costo da sostenere per questo tipo di documentazione e per l’istruttoria regionale si aggira intorno a 20.000 euro, oltre naturalmente al giusto canone dovuto per il prelievo per derivazione. “Esistono aziende che da decenni derivano con una o più tubazioni dal fiume Po avendo sempre pagato il proprio canone e senza aver mai causato danni all’ambiente! Si tratta di cifre incredibili e improponibili per le aziende agricole locali”

sottolinea, aggiungendo che le stesse cifre valgono anche per i consorzi di bonifica che di fatto dovranno poi rigirarle negli oneri consortili che ogni cittadino e azienda è costretto a pagare. “È questo il Parco del Delta del Po che vogliamo? Oneri, vincoli amministrativi che ingabbiano le imprese e le sottopongono a maggiori spese? Non dovrebbe essere invece fonte di sviluppo del territorio?” Su queste considerazioni Confagricoltura Rovigo continua a mantenere alto il livello di osservazione sulle proposte che vengono presentate: “Il nostro obiettivo, garantendo comunque le peculiarità ambientali, rimane quello di non assecondare l’approvazione di ulteriori vincoli ad uno sviluppo imprenditoriale e turistico di un territorio unico al mondo. Con queste premesse, in una logica di crescita e confronto - conclude Stefano Casalini - la nostra associazione sarà sempre a fianco degli amministratori locali che condividono il nostro pensiero. Altrimenti non esiteremo, come abbiamo fatto in passato, a tutelare gli interessi economici dei nostri associati”.

Corsi di formazione Sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08) Sicurezza lavoratori autonomi e dipendenti fissi e stagionali (con più di cinquanta giornate annue o che usano macchine agricole). Obbligatorio per tutti i titolari di impresa individuale e per dipendenti di aziende, escluso RLS (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza).

12 ore A Rovigo, Taglio di Po, Lendinara

Responsabile servizio prevenzione e protezione.

32 ore a Rovigo

Corso antincendio (8 ore) e primo soccorso (16 ore).

24 ore a Rovigo

Corso di sola teoria per l’abilitazione all’uso delle macchine agricole (per persone con esperienza almeno biennale nell’uso delle macchine agricole). Obbligatorio per datori di lavoro, partecipi famigliari, dipendenti che hanno compilato l’autocertificazione.

4 ore per tipo di mezzo A Rovigo, Taglio di Po, Lendinara

Patentino fitosanitario: rinnovo e rilascio Corso di rinnovo (senza più esame).

12 ore

Corso di rilascio (con esame).

20 ore A Rovigo Taglio di Po, Lendinara

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AGROAMBIENTE■BIOLOGICO, BENESSERE ANIMALE, FORESTAZIONE

Foto: L. Rosa

Aperti i termini per le domande di conferma 2016 del Psr Veneto

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Tutti i bandi scadono il prossimo 16 maggio. Necessario fare domanda e rispettare gli impegni La Giunta Regionale del Veneto ha approvato tre deliberazioni che aprono i termini per la presentazione delle domande di conferma degli impegni sulle misure agroambientali del Programma di sviluppo rurale. I provvedimenti riguardano misure e beneficiari sia dell’attuale programmazione 2014-2020 che delle programmazioni precedenti. In totale i beneficiari coinvolti sono circa 12.000 per un sostegno complessivo di intorno ai 56 milioni di euro. Tutti i bandi scadono il prossimo 16 maggio. IMPEGNI AGRO-CLIMATICO-AMBIENTALI (Misure 10 e 11 del Psr 2014-2020)

Via libera alle domande di conferma a valere sulle misure 10 – Pagamenti agro-climatico-ambientali e 11 – Agricoltura biologica. Sono coinvolti i beneficiari che nel 2015 hanno presentato domanda di aiuto per gli impegni pluriennali nel quadro del Psr 2014-2020 a seguito del bando aperto con la deliberazione n.440 del 31 marzo 2015. Si tratta in particolare dei beneficiari dei tipi d’intervento: • 10.1.1 Tecniche agronomiche a ridotto impatto ambientale • 10.1.3 Gestione attiva di infrastrutture verdi • 10.1.4 Gestione sostenibile di prati, prati seminaturali, pascoli e prati-pascoli in zone montane • 10.1.7 Biodiversità - Allevatori e coltivatori custodi • 11.1.1 Pagamenti per la conversione all’agricoltura biologica • 11.2.1 Pagamenti per il mantenimento dell’agricoltura biologica del Psr 2014-2020 La presentazione della domanda di conferma e il rispetto degli impegni assunti inizialmente sono le due condizioni indispensabili per poter beneficiare dei premi per l’anno in corso.

PAGAMENTI AGROAMBIENTALI E BENESSERE ANIMALE (Misure 214 e 215 del Psr 2007-2013) La Giunta Regionale ha inoltre aperto i termini per le domande di conferma sugli impegni pluriennali sottoscritti nell’ambito del Psr 2007-2013. Il provvedimento riguarda quanti hanno presentato domanda per le misure 214 – Pagamenti agroambientali sottomisure a, b, c, d, e, g, i1-i2-i3 e 215 – Benessere animale del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, che nel 2015 hanno scelto di proseguire con gli impegni quinquennali e i premi rivisti della passata programmazione in base alla deliberazione n. 607 del 21 aprile 2015. La presentazione della domanda di conferma e il rispetto degli impegni assunti inizialmente sono le due condizioni indispensabili per poter beneficiare dei premi per l’anno in corso. AGROAMBIENTE E FORESTAZIONE (Misure 6 e 8 del Psr 2000-2006; Impegni Regolamenti CEE 1992; Misure 221 e 223 Psr 2007-2013) Sono aperti i termini per la presentazione delle domande di conferma relative agli impegni pluriennali sottoscritti nel corso delle programmazioni 2007-2013, 2000-2006 e con i regolamenti del 1992 in materia agroambientale. In particolare sono coinvolti quanti hanno assunto impegni pluriennali nell’ambito delle misure: • 221 – Primo imboschimento dei terreni agricoli e 223 – Primo imboschimento dei terreni non agricoli del Psr 2007-2013 • quanti hanno assunto impegni a valere sulle misure 6 – Agroambiente e 8 – Forestazione nel periodo 2000-2006 • quanti hanno assunto impegni nel quadro dei regolamenti europei sui programmi agroambientali n. 2078 e n. 2080 del 1992 La presentazione della domanda di conferma e il rispetto degli impegni assunti inizialmente sono le due condizioni indispensabili per poter beneficiare dei premi per l’anno in corso.


CAMPAGNA ASSICURATIVA 2016■DEROGA DEL MIPAAF PER LE DIFFICOLTÀ DI COMPILAZIONE DEL PAI

Sottoscrizione polizze entro il 31 maggio, PAI entro il 31 luglio Luisa ROSA La sottoscrizione delle polizze individuali e dei certificati collettivi agevolati è fattibile per tutte le colture e tipologie di polizza fino al prossimo 31 maggio, anche in mancanza del PAI (il Piano assicurativo individuale), previa sottoscrizione della manifestazione di interesse. In tal modo, il PAI potrà essere compilato successivamente alla stipula del contratto o della polizza, ma il suo rilascio dovrà avvenire obbligatoriamente entro il termine del 31 luglio. Qualora non venga effettuato il rilascio del PAI entro la data del 31 luglio 2016, la manifestazione di interesse si intende non confermata e la polizza/certificato è ritenuta inammissibile, con conseguente rinuncia di richiesta del contributo pubblico da parte del beneficiario. La deroga concessa dal Mipaaf con il decreto direttoriale del 31 marzo si allarga a comprendere anche i contratti riguardanti le colture a ciclo estivo, di secondo raccolto e trapiantate aventi una scadenza di copertura al 15 luglio nonché le colture a ciclo autunno-invernale e quelle vivaistiche con scadenza al 31 ottobre, colture che nel decreto del 29 marzo erano state escluse dalla disposizione; ricordiamo che tale decreto riguardava lo slittamento del PAI per le sole colture permanenti e a ciclo primaverile, mentre la relativa scadenza per la sottoscrizione dei certificati o polizze assicurative per queste colture resta comunque al 30 aprile, come stabilito nel Piano assicurativo nazionale 2016. Dopo tre decreti consecutivi del ministero dell’Agricoltura (uno del 29 marzo che integra il precedente dell’8 marzo, e l’altro, direttoriale, del 31 marzo), la deroga recepisce finalmente la pressante sollecitazione di Confagricoltura

Titoli PAC. Dal primo aprile sul portale Sian È giunto a compimento il processo di elaborazione del valore e del numero dei diritti spettanti ad ogni titolare. Con la circolare 180 dell’1 aprile 2016, AGEA ha infatti comunicato la pubblicazione dei titoli definitivi della nuova PAC. Pertanto, è possibile per chiunque sia interessato, accedere all’area pubblica del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) e verificare il valore e l’ammontare dei titoli in proprio possesso: http://www.sian.it alla voce Servizi, Consultazione, Consultazione pubblica Esito calcolo titoli 2015-2020. Eventuali successive rettifiche nel numero e nel valore dei titoli, verranno svolte in applicazione dell’art. 23 del Regolamento UE n. 809/2014.

Resta però al 30 aprile per le colture permanenti e quelle autunno-primaverili

Le due modalità

Le polizze assicurative agevolate o i certificati di adesione alla polizza collettiva possono essere sottoscritti mediante una delle seguenti modalità: PROCEDURA PAI ➨ POLIZZA Compilare il PAI e poi sottoscrivere la polizza assicurativa agevolata o il certificato di adesione alle polizza collettiva entro i termini previsti dal Piano assicurativo agricolo 2016. PROCEDURA MANIFESTAZIONE INTERESSE ➨ POLIZZA ➨ PAI Presentare la manifestazione di interesse entro il 31 maggio 2016, poi sottoscrivere la polizza assicurativa agevolata o il certificato di adesione alle polizza collettiva entro i termini previsti dal Piano assicurativo agricolo 2016 e successivamente presentare, entro il 31 luglio 2016, il PAI corrispondente a ciascuna polizza sottoscritta. e delle altre organizzazioni agricole per avere una proroga temporale a fronte delle difficoltà nella compilazione dei PAI, dovute principalmente alla metodologia di calcolo della resa da assicurare. Le procedure per la redazione della manifestazione d’interesse sono state definite da Agea; attive sul sistema informatico SIAN, sono sottoscrivibili tramite il CAA. Ogni assistenza presso i nostri uffici Zona.

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CONDIZIONALITÀ■OBBLIGATORIO IL CONFERIMENTO ALMENO UNA VOLTA ALL’ANNO

Calendario raccolta rifiuti agricoli 2016 Ricordiamo ai nostri associati che per poter essere in regola con gli obblighi della condizionalità è indispensabile che le aziende conferiscano - almeno una volta nell’anno solare, presso i punti di raccolta convenzionati Polaris - i rifiuti agricoli (contenitori dei fitofarmaci, flaconi di medicinali veterinari eccetera). Per informazioni: Polaris - Via San Francesco, 230 Lama Polesine - Ceregnano tel. 0425.937716-7, fax 0425.436930 e-mail info@polarisambiente.it DATA

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COMUNE

GIUGNO Lunedì 13 Impianto Polaris srl Giovedì 16 Bergantino Lunedì 20 Impianto Polaris srl LUGLIO Giovedì 7 Porto Tolle Lunedì 11 Impianto Polaris srl Lunedì 18 Impianto Polaris srl Giovedì 21 Canaro AGOSTO Lunedì 8 Impianto Polaris srl Martedì 16 Impianto Polaris srl SETTEMBRE Lunedì 12 Impianto Polaris srl Venerdì 16 Ariano nel Polesine Lunedì 19 Impianto Polaris srl Venerdì 23 Lusia OTTOBRE Lunedì 10 Impianto Polaris srl Giovedì 13 Ficarolo Lunedì 17 Impianto Polaris srl Giovedì 20 Rosolina NOVEMBRE Giovedì 10 Adria Lunedì 14 Impianto Polaris srl Giovedì 17 (da confermare fine giugno) Badia Polesine Lunedì 21 Impianto Polaris srl DICEMBRE Lunedì 12 Impianto Polaris srl Giovedì 15 Fratta Polesine Lunedì 19 Impianto Polaris srl

PRESSO

Area Comunale - Via Vaccara

Cosva - Via Pradon, 46

Cantina Sociale - Via Roma

Via San Basilio - Loc. Grillara - c/o Coop. Delta Mais Mercato Ortofrutticolo - Via Provvidenza, 25/3

Area Comunale ex piarda Mercato Ortofrutticolo - Via Po Brondolo, 43 Cooperativa Santa Maria Assunta - Via Cengiaretto Cooperativa Alto Polesine - Via Bronziero, 249

Cons. Maiscoltori - Via Vespara


STABILITÀ 2016■L’INPS HA AVVIATO L’ITER DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI SGRAVIO PER DUE ANNI

Contributi ridotti per assunzioni a tempo indeterminato Luisa ROSA Chi prima lo richiede, uno sgravio fiscale ottiene. È questa la filosofia delle indicazioni operative fornite dall’INPS per beneficiare dell’esonero contributivo sulle nuove assunzioni a tempo determinato fatte nel 2016. Il 29 marzo 2016, senza preavviso, è stata pubblicata sul sito dell’INPS la circolare n. 57 con la quale l’Istituto ha dato avvio a quanto disposto nella legge di Stabilità 2016 (art. 1, commi 178 e seguenti della legge n. 208/2015). La norma - come riportato nel precedente numero 3/4 de il Polesine - offre uno sgravio contributivo della durata di 24 mesi, pari al 40% dei contributi previdenziali dovuti dai datori di lavoro, per le nuove assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre 2016 (con un limite massimo di agevolazione fruibile per ciascun lavoratore di 3.250 euro su base annua).

2016

2017 2018 2019

Impiegati, quadri, dirigenti

1,1

2,8

1,8

1,8

Operai

1,6

8,8

7,2

0,8

Totale

2,7

11,6

8,9

2,6

I fondi, in milioni di euro, a disposizione per i quattro anni di agevolazioni fiscali per le nuove assunzioni nel settore agricolo.

Budget annuale distribuito con l’ordine cronologico di presentazione delle domande

Gli incentivi contributivi Riguardano tutti i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato, anche se part-time (tranne apprendistato e lavoro domestico), nonché le assunzioni di pensionati, le regolarizzazioni di rapporti di collaborazione e le trasformazioni di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. La soglia massima di contributi agevolati, nel part time, andrà ricalcolata nella misura di 270,83 euro mensili, ovvero 8,90 euro per ogni giorno di fruizione dell’esonero. La parte eccedente potrà essere oggetto di sgravio durante il resto dell’anno, entro la misura di 3.250 euro. Lo sgravio si applica anche al settore agricolo ma - a differenza di quanto previsto per gli altri settori - viene riconosciuto, su istanza dell’azienda, nei limiti di un budget annuale secondo l’ordine cronologico di presentazione. Il budget destinato al settore agricolo è distinto per categorie (in tabella). Dalla data di pubblicazione della circolare INPS è pertanto possibile per le imprese agricole presentare domanda di sgravio con le modalità indicate: l’Istituto di previdenza infatti non ha fissato, inspiegabilmente, il giorno e l’ora successivi alla pubblicazione della circolare a partire dai quali è possibile la presentazione delle domande(il cosiddetto click day), né ha preannunciato la pubblicazione della circolare. A prescindere da ogni considerazione in merito al comportamento dell’Istituto, le aziende associate interessate possono inoltrare al più presto la domanda di sgravio, tenendo presente che il beneficio sarà riconosciuto ai datori di lavoro agricolo in base all’ordine cronologico delle istanze pervenute all’INPS, fino al completamento delle risorse finanziarie stanziate per ciascuna categoria. Si segnala che, una volta prenotate le somme attraverso le procedure necessarie (per impiegati e dirigenti: modulo di istanza on-line “BIEN-AGRI”; per gli operai: modello “ASSUNZIONE OTI 2016”) l’INPS verifica la disponibilità delle risorse e comunica l’esito all’utente, entro tre giorni dall’invio dell’istanza. Dopo aver ricevuto la comunicazione, il datore di lavoro dovrà procedere al perfezionamento della domanda di ammissione al beneficio comunicando all’Istituto l’avvenuta stipula del contratto di assunzione a tempo indeterminato entro i quattordici giorni lavorativi successivi.

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CARBURANTE AGEVOLATO■CON IL NUOVO DECRETO MINISTERIALE AUMENTANO COLTURE E LAVORAZIONI

Gasolio agricolo: aggiornate le tabelle, resta la riduzione Dal primo gennaio sono entrate in vigore - in seguito al decreto del Mipaaf del 30 dicembre 2015 - le nuove tabelle dei quantitativi di gasolio da assegnare alle imprese agricole. Sono state ampliate notevolmente sia le specie delle colture che le relative, singole operazioni colturali prese in considerazione, anche tenendo conto dell’evoluzione tecnologica del settore. Il decreto ministeriale (che cancella le precedenti disposizioni in materia*), non cancella tuttavia i tagli disposti dalle leggi di Stabilità 2014 e 2015, che avevano portato a una diminuzione complessiva del 23 per cento delle assegnazioni di carburante agevolato alle imprese agricole rispetto a quelle ottenute fino al 2013. Nel merito, il ministero dell’Agricoltura, rispondendo con la circolare del 23 marzo alle tante richieste di chiarimenti di tutte le Associazioni, ha chiarito purtroppo che, a partire dal 1 gennaio 2016, la riduzione del 23% “si applica all’allegato 1 del DM del 30 dicembre 2015”, cioè ai valori indicati nelle nuove tabelle ettaro/coltura. E le riduzioni si intendono automaticamente applicate dalle Regioni e Province autonome in sede di concessione del gasolio agricolo.

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Le nuove tabelle. Sono valide da inizio anno (anche se il DM è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 50 del 1 marzo 2016) e le Regioni, come in passato, dovranno procedere agli adempimenti tecnici per recepire la norma; potranno inoltre provvedere ad assegnazioni suppletive di carburante agricolo in caso di specifiche esigenze territoriali, emergenze climatiche, fitopatie o peculiarità colturali locali. Ad oggi comunque che la mancanza di coordinamento tra le norme, e quindi l’incertezza sull’applicazione della riduzione, ha fatto sì che le Regioni in via cautelativa abbiano comunque applicato la riduzione del 23% in attesa dei chiarimenti ministeriali.

Il 23% in meno stabilito dalla normativa precedente è comunque, in vari casi, attenuato perché applicato su valori aumentati Valori migliorativi. Di buono c’è che in diversi casi i valori riportati nell’allegato 1 sono migliorativi rispetto a quelli indicati nel DM 26 febbraio 2002, con aumenti che talora superano anche il 20%. Inoltre è previsto un maggiore dettaglio delle lavorazioni che possono essere effettuate, con il risultato che, anche a fronte della riduzione del 23%, le imprese agricole avranno a disposizione una maggiore quantità di gasolio agricolo agevolato rispetto alle pesanti riduzioni del 2015. In pratica, in diversi casi le riduzioni saranno contenute in valori inferiori al 15-18 %, con minor impatto sull’attività agricola rispetto a quanto avvenuto negli ultimi due anni. Ad esempio: per l’aratura nei cereali il DM 26 febbraio 2002 riportava un valore di 60 l/ha ridotto, con l’applicazione della riduzione del 23%, a 46 l/ha dal DM 17 novembre 2015, mentre il DM 30 dicembre 2015 ha fissato il consumo a 70 l/ha con un + 14% rispetto al 2002; il che significa che applicando la riduzione del 23% ai 70 l/ha si avranno a disposizione 53,9 l/ha con circa 8 litri in più rispetto al 2015. Pertanto il provvedimento, in via generale, si può valutare positivamente, dal momento che attenua la riduzione del 23% prevista dalla legge di Stabilità del 2015. . * Sono abrogati dal 1° gennaio 2016 i decreti del Mipaaf 26 febbraio 2002, 15 gennaio 2014, 8 agosto 2014 e 17 novembre 2015.

Lutti Sergio Veronese, nostro associato di Arquà Polesine, è mancato il 10 febbraio all’età di 87 anni. Lascia i figli Oriana e Oscar. Giuseppe Ferrari, nostro associato di Rovigo, è mancato il 26 febbraio all’età di 57 anni. Lascia la moglie Susanna, le sorelle Paola e Anna Rosa, la nipote Elena e i cognati. Franco Giovanni Prosdocimi, nostro associato di Adria, è mancato il 2 marzo all’età di 80 anni. Lascia la moglie Amalia, la figlia Carla, il genero Tiziano Rossin e le nipoti Valentina e Giulia.

Maria Elisa Lionello in Serain sorella di Antonio, nostro associato di Villadose, è mancata il 12 marzo all’età di 81 anni. Lascia i figli Stefano e Pierluigi e i nipoti. Lino Milan, nostro associato di Lendinara, è deceduto il 20 marzo all’età di 70 anni. Lascia la moglie Wanda, le figlie Michela, Stefania e Valeria, i generi, i fratelli Luciano e Luciana e i cognati. Domenico Brognara papà di Rosella, nostra associata di Pincara, è mancato il 30 marzo all’età di 88 anni. Lascia la moglie Blandina Muraro, i 7 figli e i nipoti.


ITA MUNERATI■VIAGGIO DI ISTRUZIONE TRA REALTÀ PRODUTTIVE E DI TRASFORMAZIONE

“Vino, prosciutto e formaggio: dal Friuli spunti per il futuro” Il report degli studenti delle classi 4aA e 4a B

Beatrice, Martina e Matteo* Questo viaggio di istruzione è stato diverso dalla solita gita scolastica, è stato un’ottima occasione per noi studenti di osservare le realtà agricole e produttive di una diversa regione, il Friuli Venezia-Giulia. All’azienda Vivaistica Vitis a Rauscedo (PN), società cooperativa agricola nata nel 1985, oggi costituita da 11 soci, che si occupa della produzione di barbatelle di vite, abbiamo potuto osservare tutte la fasi di produzione delle giovani piante di vitis vinifera e i successivi metodi di confezionamento e spedizione, che avviene oggi in tutto il mondo. Ci è stato offerto un ottimo pranzo con assaggio di prodotti locali. Al Consorzio Formaggio Montasio, a Codroipo, abbiamo assistito alla lavorazione e trasformazione del latte vaccino e visitato i grandi locali di stagionatura e di commercializzazione; numerose sono state le domande da noi fatte ai tecnici, che ci hanno spiegato nei dettagli le tecniche di caseificazione. Bellissima anche la Cantina Castelvecchio, azienda vitivinicola e agrituristica di 40 ettari, a Sagrado (Go), che produce vini bianchi come il Pinot grigio e il Sauvignon e vini rossi come Cabernet Sauvignon e Franc, ma anche spumanti e un vino Federica Manfrin figlia di Luciano, nostro associato di Crespino, ha conseguito il 24 febbraio la laurea magistrale in Scienze e tecnologie agrarie presso l’Università degli Sudi di Padova, con la tesi “Relazioni tra pasto di sangue, struttura genetica e paesaggio nel complesso Culex pipiens in aree endemiche per la West Nile Virus”, relatore il prof. Luca Mazzon, riportando il punteggio di 110 con lode.

dolce passito, il Molcese, fatto con uve di malvasia istriana. A San Daniele del Friuli siamo stati ospiti del prosciuttificio Morgante; dopo aver osservato le fasi di lavorazione di questi famosissimi prosciutti, ne abbiamo assaggiato e apprezzato la qualità. Questi quattro giorni sono stati certamente intensi ma senza dubbio estremamente interessanti perché ci hanno dato l’opportunità di conoscere nuove produzioni agricole altamente specializzate, perciò al nostro ritorno molti saranno gli spunti per approfondire sui libri con i nostri insegnanti quanto visto e appreso. Forse qualcuno di noi in futuro potrà trarre ispirazione da queste realtà per realizzare una azienda agricola innovativa qui in Polesine. Un grazie ai nostri docenti accompagnatori prof. Marchetti, Ciccone e Rizzato e alla nostra dirigente prof.ssa Sgarbi. * Studenti dell’Istituto tecnico agrario Munerati di Sant’Apollinare

Lauree Mara Desiderati nipote di Romano e Massimo Desiderati, nostri associati di Stienta, ha conseguito il 13 aprile la laurea in Infermieristica presso l’Università degli Studi di Ferrara con la tesi ‘’Tumori della Tiroide, aspetti assistenziali dalla diagnosi alla terapia e qualità di vita della persona’’ riportando il punteggio di 103/110.

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

ENERGIE VERDI■NEL NUOVO DECRETO INCENTIVI PER SOSTITUIRE O INSTALLARE CONDIZIONATORI

Conto Termico 2.0, contributi diretti e più veloci A partire dal 40% della spesa, sul conto corrente del beneficiario, in rate uguali da due o cinque anni Pensato per agevolare l’accesso di imprese, famiglie e soggetti pubblici ai contributi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, entrerà in vigore il 31 maggio 2016* il nuovo “Conto termico 2.0” (DM 16 febbraio 2016, “Aggiornamento della disciplina per l’incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 51 del 2 marzo 2016). Tra le novità introdotte, la semplificazione delle modalità di accesso e l’innalzamento della soglia per l’erogazione con rata unica. Per la produzione di energia termica da rinnovabili, la taglia massima degli impianti passa da 1 MW a 2 MW.

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Il decreto mette a disposizione 900 milioni di euro annui: 700 per privati e imprese e 200 per le amministrazioni pubbliche, includendo tra i beneficiari anche le cooperative sociali e le società di patrimonio pubblico. Non esiste una scadenza per la presentazione delle domande, i fondi sono disponibili come descritti fino ad esaurimento. Sul sito www. gse.it a breve sarà disponibile una pagina dedicata. Il Gse ha inoltre aggiornato il “contatore”, che consente di visualizzare il numero di richieste pervenute con il meccanismo incentivante del “vecchio” Conto termico introdotto dal DM 28 dicembre 2012. Gli interventi Gli interventi dedicati ai privati restano gli stessi del Conto termico precedente, che sono: 1. sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con altri dotati di pompe di calore (anche combinati per la produzione di acqua calda) 2. sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti o di riscaldamento delle serre e dei fabbricati rurali con impianti dotati di generatore di calore a biomassa (come le caldaie a pellet, le stufe, i termocamini) 3. installazione di impianti collettori solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, anche in integrazione all’impianto di climatizzazione invernale, anche abbinati a sistemi di solar cooling, per la produzione di energia termica per processi produttivi o immissione in reti di teleriscaldamento o teleraffrescamento 4. sostituzione di scaldacqua elettrici con altri a pompa di calore 5. sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con sistemi ibridi a pompa di calore.

Per le sole aziende agricole Si segnala che per le sole aziende agricole è prevista l’incentivazione oltre che nei casi di sostituzione, anche nei casi di nuova installazione di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori alimentati con biomassa. Nel caso particolare delle serre, per le sole aziende agricole, è consentito il mantenimento dei generatori esistenti a gasolio solo per la funzione di backup, ossia per garantire la produzione in serra nell’eventualità di fermo della caldaia a biomasse. Conto termico o Ecobonus 65%? Ricordiamo che gli investimenti previsti dal nuovo Conto termico possono usufruire anche della detrazione fiscale del 65% (ecobonus) prevista dalla Finanziaria 2016 per la riqualificazione energetica: mentre l’Ecobonus prevede uno “sconto fiscale” in 10 rate annuali, il Conto termico, invece, eroga un contributo, direttamente sul conto corrente del beneficiario, in rate uguali da uno, due o cinque anni, in base al tipo di intervento e al destinatario. Quando l’incentivo non superi i 5 mila euro, viene corrisposto in un’unica rata. * Sostituisce il DM 28 dicembre 2012.

Vino. La giunta regionale: in Veneto vanno a ruba le risorse per aziende Nella nostra Regione le risorse stanziate a fine 2015 per gli investimenti delle aziende del settore vitivinicolo sono andate letteralmente a ruba: alla scadenza del bando, il 22 febbraio, AVEPA ha conteggiato 274 domande pervenute per un importo complessivo di 13,925 milioni di aiuti richiesti. La Giunta regionale, in un comunicato stampa, ha reso noto di aver dato indicazione all’ente pagatore di approvare tutte le domande ammesse, precisando che così il Veneto potrà richiedere a Roma di poter usufruire delle eventuali risorse del programma nazionale di sostegno per il settore vitivinicolo non utilizzate dalle altre regioni, a decorrere dal 16 ottobre 2016 e, nel caso in cui le risorse 2016 del programma nazionale di sostegno non fossero sufficienti per dare una risposta a tutte le domande di aiuto, si utilizzerà parte dei fondi per investimenti dell’annualità 2017.


TURISMO ENOGASTRONOMICO■L’INIZIATIVA DI CONFAGRICOLTURA VENETO CONTA 310 AZIENDE ADERENTI

Dodici imprese polesane nel circuito Gusta Veneto

Agriturismo Corte Carezza Bella a San Martino di Venezze

“Gusta Veneto” è l’iniziativa di promozione territoriale di Confagricoltura Veneto che, per valorizzare la gastronomia e le naturali bellezze del territorio e promuovere l’offerta turistica, ha “messo in rete” le proprie eccellenze coinvolgendo le aziende agricole. L’obiettivo principale è quello di creare una solida col-

I venerdì di Gusta Veneto • 13 MAGGIO - AGRITURISMO TENUTA LA PILA (VR) Serata a tema: VegetariAMO • 20 MAGGIO - AGRITURISMO LE ZERCOLE (BL) Serata a tema: Erbe e fiori in tavola • 27 MAGGIO - AGRITURISMO RECHSTEINER (TV) Serata a tema: Punte del Piave • 3 GIUGNO - AGRITURISMO ALBA (PD) Serata a tema: Corte di Primavera • 10 GIUGNO - AGRITURISMO MILLEFIORI (RO) Serata a tema: Eccellenze polesane • 24 GIUGNO - AGRITURISMO ORMESANI (VE) Serata a tema: Profumi e colori d’estate • 1 LUGLIO - AGRITURISMO TENUTA CIVRANA (VE) Serata a tema: La campagna in tavola • 8 LUGLIO - AGRITURISMO VALGRANDE (RO) Serata a tema: Passeggiata di sapori tra l’Adige e il Po • 15 LUGLIO - AGRITURISMO MILLEFIORI (RO) Serata a tema: Le meraviglie dell’orto • 22 LUGLIO - AGRITURISMO CORTE CAREZZABELLA (RO) Serata a tema: 100% locale • 30 SETTEMBRE - AGRITURISMO LA BUONA TERRA (PD) Serata a tema: Zucca barucca • 7 OTTOBRE - AGRITURISMO ORMESANI (VE) Serata a tema: Il maialino come da tradizione • 5 NOVEMBRE - AGRITURISMO TENUTA CIVRANA (VE) Serata a tema: I sapori dell’autunno

Da maggio a novembre serate a tema negli agriturismi da Belluno a Rovigo laborazione tra gli imprenditori per offrire al turista, oltre alla possibilità di conoscere e acquistare i cibi e i vini direttamente dai produttori, anche di essere messo al corrente di iniziative come itinerari del gusto, attività escursionistiche o sportive, incontri culturali. Ad oggi sono oltre 310 le aziende che hanno aderito al progetto, delle quali 143 aziende agricole con vendita diretta (incluse cantine e fattorie didattiche) e 135 agriturismi, ma anche 40 tra ristoranti, punti vendita e botteghe artigiane. Nel portale di Gusta Veneto si trovano dunque consigli di viaggio, itinerari del gusto e percorsi in bici, ricette tradizionali e informazioni sulle produzioni tipiche di qualità, eventi e appuntamenti in cui le aziende del circuito sono protagoniste, comprese le giornate nelle fattorie didattiche, le degustazioni nelle cantine, gli aperitivi e le serate culturali negli agriturismi. Si potranno anche prenotare itinerari e visite guidate. “L’iniziativa è gratuita per le aziende ed è intenzione di Confagricoltura Veneto allargarla anche agli operatori del mondo dell’artigianato in generale” spiega Clarissa Gulotta, responsabile del progetto. Tra i nostri associati polesani, hanno già aderito a Gusta Veneto dodici aziende: Agriturismo Il Bosco a Rovigo; Agriturismo La Presa a Taglio di Po; Consorzio Nogalba a Pettorazza Grimani; Agriturismo i Quarti a Guarda Veneta; Agriturismo La Frattesina a Fratta Polesine; Agriturismo 555ranch a Badia Polesine; Il Porco del Parco ad Ariano Polesine, Società agricola Ca’ Dolfin a Porto Tolle; Agriturismo Principe Pio a Crespino; Agriturismo Corte Carezzabella a San Martino di Venezze; agriturismo Millefiori Corte delle Rose a Fenil del Turco e Azienda agrituristica Valgrande a Bagnolo di Po. La prima delle molte iniziative è a maggio: “I venerdì di Gusta Veneto”, una serie di cene a tema negli agriturismi con descrizione e degustazione dei vini abbinati e schede, per far conoscere la cucina stagionale e i prodotti Dop, Doc, IGT e IGP.

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37° SOGGIORNO PENSIONATI■IN CAMPANIA, TRENTA I SOCI POLESANI CHE HANNO PARTECIPATO

L’incontro tra generazioni fa progredire l’agricoltura Allegretti e Santori su pensioni, previdenza, sanità e sicurezza

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Dal 2 al 10 febbraio sono stati “al centro della penisola italiana”, con altri amici di tante regioni, per rinnovare come ogni inizio d’anno il piacere di visitare assieme luoghi ameni e ricchi di storia: al viaggio in Campania organizzato dal Sindacato pensionati di Confagricoltura hanno preso parte anche quest’anno una trentina di nostri soci, alloggiati a Sorrento. Capitanati dal presidente Rodolfo Garbellini, sono stati raggiunti per un veloce saluto dal direttore di Confa Rovigo, Massimo Chiarelli. “Il nostro obiettivo – hanno detto il presidente nazionale del Sindacato Bruno Allegretti e il segretario Angelo Santori – è assicurare ai pensionati un’esistenza libera e dignitosa”. Il

presidente nazionale dell’Anga Raffaele Maiorano, ha parlato delle “società di affiancamento”, norma prevista nel collegato agricolo che ha avuto il placet del Senato e sta proseguendo il suo iter normativo. Permette l’incontro tra anziani che hanno la terra ma non nipoti a cui trasmettere i saperi e giovani che non hanno famiglie con tradizioni agricole e hanno bisogno di imparare sul campo. “Il progresso dell’agricoltura - ha concluso Maiorano - passa anche dall’incontro tra generazioni”.

La sicurezza urbana. Marchetto relatore a Forlì

Il dr. Pasquale Marchetto, nostro socio di San Bellino, esperto in criminologia, ha presentato il 14 aprile al seminario “La sicurezza urbana in Europa, modelli a confronto”, al Campus Universitario di Forlì, la ricerca “Comparazione tra modelli di sicurezza urbana: il caso Nord Irlandese- la PSNI di Newry”, di cui è autore. Nella foto: Il prefetto di Forlì Salvatore Mulas, l’ispettrice della Police Service of Northern Ireland Jacqui Gillespie, Antonio Berlanga, ufficiale della Policia local di Valencia, Pasquale Marchetto e Antonio Mazzei, esperto e storico delle Forze di Polizia.


PICCOLA PROPRIETÀ CONTADINA■LA RECENTE SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE

Ereditieri di fondi PPC: attenzione a vendere prima del tempo La vendita di un terreno acquistato con le agevolazioni per la piccola proprietà contadina (PPC), effettuata prima del termine del vincolo dei cinque anni, fa sempre perdere i benefici, anche nel caso in cui a vendere siano gli eredi del beneficiario. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3108 del 17 febbraio 2016. Vengono pertanto a decadere tutti i vantaggi previsti dalla disciplina relativa alla PPC*: la riduzione delle imposte di registro e ipotecaria in misura fissa, nonché l’imposta catastale pari all’1%, per tutti gli atti di trasferimento a titolo oneroso di terreni e relative pertinenze qualificati come agricoli. Questi infatti sono benefici che vengono concessi in quanto l’acquirente è un coltivatore diretto o uno IAP (ovvero il coniuge o i parenti conviventi di questo a partire dal 1° gennaio 2016) iscritti nelle relative liste previdenziali e assistenziali. E in quanto sono agevolazioni concesse per la PPC, sono soggetti a decadenza se l’acquirente, entro il termine di cinque anni, cede il fondo o i diritti parziali su di esso acquistati, ossia smette di coltivarlo direttamente. La sentenza della Cassazione afferma che a tali obblighi suben-

I cinque anni di conduzione diretta vanno rispettati anche se l’erede è un figlio tra l’erede, in caso di morte del titolare degli stessi; se chi accetta in eredità beni acquistati con le agevolazioni spettanti per la piccola proprietà contadina, decide - entro il termine quinquennale - di vendere il terreno data l’impossibilità di proseguire l’attività che veniva svolta dal de cuius (ad esempio dal padre), automaticamente per lui decadono i benefici. In caso di successione mortis causa, infatti, l’erede subentra in tutti i rapporti attivi e passivi del dante causa, con la conseguenza che, a pena di decadenza, deve rispettare i termini minimi di possesso e conduzione richiesti dalla norma. * La PPC è attualmente disciplinata dal D.L. 194/2009 convertito con la L. 25/2010.

Pranzo Pensionati. Nonni, padri, figli e... nipotini C’erano anche i giovani agricoltori della nostra associazione al consueto pranzo del sindacato pensionati polesano in occasione della festa pasquale: Federico Visentini e Matteo Corrain (rispettivamente presidente Anga e vicepresidente vicario Anga Alto Polesine) con le mogli e i figlioletti, che hanno naturalmente calamitato per la loro simpatia l’attenzione delle signore presenti.

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