VIVI OSTIENSE

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Ostiense è il decimo quartiere di Roma, indicato con Q.X. ...

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Il complesso è situato nel rione Testaccio e copre un’area ...

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Sempre su Via del Porto Fluviale troviamo “Fish ‘n Kids” ...

TESORI

DI

2021 Ostiense

ROMA



Una rivista guida che introduce l'area Ostiense



VIVI OSTIENSE

UNO DEI TESORI DI ROMA

Relatore

Prof. Enrico Pusceddu

Redazione Mingzhi Zhao

Ringraziamento romeguide.it mattatoioroma.it anamericaninrome.com rerumromanarum.com

Accademia di Belle Arti di Roma Grafica editoriale


007 008

INDICE

PREFAZIONE

012

OSTIENSE

I MONUMENTI

008 Introduzione 009 Posizione geografica 010 Storia

014 018 022 032 036 040 046 050 052 054

Piramide Porta San Paolo Cimitero acattolico di Roma Cimitero del Commonwealth Monte Testaccio Mattatoio Gazometro Ex Magazzini Generali Ponte dell’Industria Centrale Montemartini


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L’ARTE DEL GRAFFITO 062 Murales I Mille volti di BLU Ex magazzino dell’Aeronautica Militare Via del Porto Fluviale

076 Murale Cartoon Network di OMINO71 e Mr.KLEVRA Via dei Magazzini Generali

064 Murales di BLU II Via del Porto Fluviale

078 Murale Alberto di STEN&LEX Via delle Conce

066 Murale antismog di Iena Cruz Via del Porto Fluviale

079 Murale Silvio’s House di MTO Via delle Conce

068 Graffito Fish'n Kids di Agostino Iacurci Via del Porto Fluviale

080 Murales di Herbert Baglione Via delle Conce

069 Murales di Axel Void Via del Porto Fluviale

082 Murales Paint Over the Cracks di KID ACNE Via del Commercio

070 Wall of Fame da JB ROCK Via dei Magazzini Generali

084 Murales di BLU III Via Ostiense

074 Murale gli spettatori di Wall of Fame di STEN&LEX Via dei Magazzini Generali

086 Murale di Sam3 Via Ostiense 087 Mura del lupo che salta di Roa Via Galvani


GASTRONOMIA

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090 Viva Via Sicilia, 45

097 Eataly Piazzale 12 Ottobre 1492

091 Trattoria Pennestri Via Giovanni da Empoli, 5

098 Porto Fluviale Ristrorante Via del Porto Fluviale, 22

092 Ramen Bar Akira Via Ostiense, 73

099 La Dogana Food Via del Porto Fluviale, 67/b

093 Gelateria La Romana Via Ostiense, 48

100 Cuochi e Pescatori Via del Porto Fluviale, 7D/7E

094 Andreotti Via Ostiense 54/b

101 Marigold Via Giovanni da Empoli, 37

095 Romeow Cat Bistrot Via Francesco Negri, 15

102 Sushisen Via Giuseppe Giulietti, 21A

096 HopSide Via Francesco Negri, 39

103 Il Pangocciolaio Via dei Magazzini Generali, 15


Prefazione

L

’Ostiense è un ricco territorio percorso da una vicenda millenaria e dove è possibile leggere tutta la storia di Roma. La via Ostiensis era una strada commerciale che collegava la città con il mare; quando Roma si indebolì vennero costruite le mura a sua difesa. Nel Medioevo divenne meta dei pellegrini cristiani. E poi ancora possiamo trovare singolari e solitari cimiteri, rovine monumentali del passato e rovine del passato recente delle fabbriche abbandonate, opifici, mercati a ricordare la trasformazione della città nel Novecento. L’Ostiense è quindi una specie di puzzle dove ogni pezzo è un pezzo speciale e immancabile per comprendere in modo completo tutte le sue dimensioni: storiche, antropologiche, artistiche, urbanistiche. Non solo: è nell’Ostiense del XXI secolo che si racconta e rappresenta l’espressione più dinamica della società contemporanea attraverso l’arte murale e di strada dove artisti, spesso anonimi e sconosciuti, lasciano la loro viva e colorata traccia. Questo è quindi l’Ostiense: un’imperdibile opportunità per conoscere in modo singolare Roma. E per facilitare questa possibile visita, da organizzare anche per un breve viaggio, conosciamo insieme attraverso un percorso suggerito tutti i luoghi che lo caratterizzano sfogliando insieme la rivista guida “VIVI OSTIENSE”. 007


OSTIENSE Introduzione

d’Europa. Insomma, né Venezia, Firenze o qualsiasi altra città, tanto meno Ostiense è il decimo quartiere di Roma, Trastevere o indicato con Q.X. Il toponimo indica i Parioli, anche la zona urbanistica 11A del l’unico Municipio Roma VIII di Roma Capitale. quartiere Fino al 1930 esisté anche un suburbio italiano omonimo indicato con S.O. presente nella Posizionato all’ottavo posto, il quartiere lista è quello romano, ex zona industriale dell’inizio che ospita la del 1900, arriva davanti a città come Basilica di San Belgrado e Parigi. Secondo quanto Paolo fuori le mura. riportato dal quotidiano inglese, la sua importanza risiederebbe nelle sue origini. Il quartiere di Ostiense, proprio sul fiume Tevere, un tempo era il sito di una centrale elettrica, un porto fluviale inquieto e un gasometro, il cui scheletro si profila ancora. Una volta era il sito di una centrale elettrica, un porto fluviale irrequieto, il cui scheletro si profila ancora. Prende il nome da Via Ostiensis, una strada arteriosa che anticamente correva dal mercato del bestiame della città alla città portuale di Ostia. Da Piramide a Marconi passando per la Garbatella. Il quartiere Ostiense di Roma, secondo il giornale inglese The Guardian, si è guadagnato un posto tra i 10 quartieri più cool 008


Posizione geografica Si trova nell'area sud della città, a ridosso delle Mura aureliane e del fiume Tevere. Metro B È raggiungibile dalle stazioni Piramide, Marconi, Garbatella e Basilica San Paolo. Tram linea 1 È raggiungibile dalla stazione di: Roma Ostiense.

“Oggi Ostiense si è scrollato di dosso il suo passato, per diventare un bastione di nuovi ristoranti, street art e bar. Figurano diversi Campus (Università Roma Tre, ndr), vi è una grande popolazione studentesca, ma anche una folla internazionale, attratta da affitti ragionevoli e da un collegamento diretto della metropolitana con il centro città. Vieni qui per mangiare sontuosamente e ammirare siti lontani dalle masse” — The Guardian 009


La zona dell'odierno Quartiere Ostiense, al di fuori della Basilica di San Paolo, fu un'area principalmente campestre e rurale fino all'inizio del Novecento. A partire dal 1907, e soprattutto sotto l'impulso del Piano Regolatore del Sanjust del 1909, e dell'amministrazione guidata da Ernesto Nathan, questa zona inizierà a prendere forma come un quartiere industriale: per questa ragione viene infatti inizialmente chiamata "Quartiere dei Gasisti e dei Conciatori", proprio per la presenza inizialmente di questo tipo di industrie.

(Lo stemma di Ostiense)

Storia Il Quartiere Ostiense sorge lungo il primo tratto della Via Ostiense, che collega Porta San Paolo ad Ostia. La Via Ostiense, in origine, partiva dalla Porta Trigemina nelle Mura Serviane, e raggiungeva Ostia. Lungo questa Via, in Età Romana, sorgeva un cimitero, nel quale, secondo la tradizione, fu sepolto, dopo il martirio, San Paolo. Da quel momento il luogo fu meta di continui pellegrinaggi, e nel 324, sotto l'Imperatore Costantino e sotto Papa Silvestro I, vi fu costruita la prima Basilica di San Paolo. Nel IX Secolo Papa Giovanni VIII fortificò la zona della Basilica: questo insediamento sarà chiamato Giovannipoli, ed è ancora oggi ricordato da una strada della zona. Nel 1823 la Basilica fu colpita da un grave incendio, che la portò alla totale ricostruzione, che la porterà ad avere l'aspetto attuale. (Il primo nucleo del Quartiere in una mappa IGM del 1907)

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Vennero quindi costruiti il nuovo Porto Fluviale, la Centrale Montemartini, il Gazometro ed i Mercati Generali. Nel 1920, sui Colli di San Paolo, nacque la Borgata Giardino Garbatella, formata da case destinate agli occupati nelle industrie della Via Ostiense, secondo il modello della Città Giardino. Il quartiere è sorto inizialmente intorno a Via Guglielmotti, poi si è espanso negli anni Venti e Trenta con importanti edifici progettati da Innocenzo Sabbatini ed altri architetti. Nel 1924 l'area di Porta San Paolo divenne il terminale della ferrovia Roma-Lido, inaugurata quell'anno, vi fu costruita infatti la Stazione di testa, mentre nel 1928 venne inaugurata l'Autostrada Roma Ostia, chiamata anche Via del Mare.

(L'Ostiense nel 1943)

Negli anni a seguire la zona ha avuto ulteriore sviluppo urbano, oggi ancora in corso, soprattutto dopo l'abbandono delle industrie sull'Ostiense e dei Mercati Generali, che hanno portato ad interessanti opere di riconversione degli spazi come la nascita del Museo della Centrale Montemartini. Alla fine degli anni Trenta il Quartiere venne lambito dalla nuova Via Imperiale, l'odierna Cristoforo Colombo, che ne costituisce il confine orientale, e fu l'asse di espansione dopo la guerra.

(Mappa del Quartiere nel 1930)

Nel 1950 fu realizzato il Quartiere INA Casa Valco San Paolo, di De Renzi, Muratori, Paniconi e Pediconi. Oggi l'area vicino al Gazometro è un punto di riferimento della movida Romana, ricco di locali e luoghi di interesse. La Garbatella, ancora oggi luogo caratteristico e che ha saputo conservare il tessuto sociale storico, è di conseguenza un luogo dalla forte identità, e ricco di scorci ed esercizi commerciali caratteristici. Sorge poi nel quartiere l'Università "Roma Tre", il terzo polo universitario pubblico di Roma, che contribuisce alla frequentazione della zona da parte di giovani e studenti.

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012 - i monumenti


I MONUMENTI Il quartiere Ostiense si trova a sud del centro di Roma. E’ un quartiere poco visitato dai turisti. Il quartiere Ostiense nasce all’inizio del XX secolo con la volontà di costruire un nuovo quartiere industriale all’inizio di Via Ostiense. Vengono così progettati alcuni degli edifici che oggi sono il simbolo di questa zona di Roma: il Gasometro, la Centrale Montemartini, il Porto Fluviale e i Mercati Generali. Nessuno di questi edifici è più in uso, alcuni sono stati ristrutturati e oggi hanno trovato un nuovo utilizzo. Altri sono oggetto di piani di riqualificazione mai messi in atto e oggi sono ancora in stato di abbandono, ma dove vi consiglio di passare qualche ora, per scoprire un lato diverso di Roma. i monumenti - 013


Piramide Una piramide a Roma Via Raffaele Persichetti

014 - i monumenti


La Piramide Cestia (o Piramide di Caio Cestio, Sepulcrum Cestii in latino) è una piramide di stile egizio costruita a Roma tra il 18 e il 12 a.C. Si trova nelle immediate adiacenze di porta San Paolo ed è inglobata nel perimetro del posteriore cimitero acattolico, costruito tra il XVIII e il XIX secolo. La Piramide Cestia è l’unico monumento superstite di una serie presente a Roma nel I sec. a.C. quando l’edilizia funeraria fu interessata dalla moda sorta dopo la conquista dell’Egitto nel 31 a.C. Caio Cestio, uomo politico romano, membro del collegio sacerdotale degli

epuloni, dispose nel testamento che la costruzione del proprio sepolcro, in forma di piramide, avvenisse in 330 giorni. La tomba fu innalzata lungo la Via Ostiense, nel periodo tra il 18 e il 12 a.C. cioè tra l’anno di promulgazione della legge contro l’ostentazione del lusso che impedì di porre all’interno della cella alcuni pregiati arazzi, e quello della morte di Agrippa, genero di Augusto, menzionato tra i beneficiari del testamento. La Piramide fu successivamente inglobata nella cinta muraria costruita tra il 272 e il 279 su iniziativa dell’imperatore Aureliano.

i monumenti - 015


016 - i monumenti


La struttura, alta 36,40 metri con una base quadrata di 29,50 metri di lato, è composta da un nucleo di opera cementizia con cortina di mattoni; il rivestimento esterno è costituito da lastre in marmo lunense. La camera sepolcrale, di circa 23 mq, con volta a botte, fu murata al momento della sepoltura, secondo l’usanza egiziana. Al Medioevo risale probabilmente la prima violazione della tomba, attraverso un cunicolo scavato sul lato settentrionale, che ha determinato la

perdita dell’urna cineraria e di porzioni notevoli della decorazione. Le pareti sono decorate a fresco secondo uno schema decorativo a pannelli, all’interno dei quali si distinguono, su fondo chiaro, figure di ninfe alternate a vasi lustrali. In alto, agli angoli della volta, quattro Vittorie alate recano nelle mani una corona e un nastro; al centro in origine doveva essere una scena di apoteosi raffigurante il titolare del sepolcro.

i monumenti - 017


Porta San Paolo Una porta che sembra un castello Piazzale Ostiense

018 - i monumenti


i monumenti - 019


L a Po r t a S a n P a o l o è u n a d e l l e porte meridionali delle Mura aureliane a Roma, ed è tra le più imponenti e meglio conservate tra le porte originali dell’intera cerchia muraria. Il nome originale della porta era Porta Ostiensis, poiché si trovava all’inizio di via Ostiense, la strada che collegava Roma e Ostia. Via Ostiense era un’importante strada

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ar teriosa, come dimostra il fatto che entrando nell’omonima porta, la strada si spezzò, con una direzione che conduceva al famoso Emporium, il grande mercato di Roma. Il portone è fiancheggiato da due torri cilindriche e ha due ingressi, che erano stati coperti da un secondo cancello ad apertura singola, costruito di fronte al primo dal generale bizantino Belisario (530s-540s).


La struttura è dovuta a Massenzio, nel IV secolo, ma le due torri furono accentuate da Onorio. Il suo nome originale - latino - era Porta Ostiensis, poiché si aprì sulla strada per Ostia. Successivamente, fu ribattezzato Porta San Paolo italiana, poiché fu l’uscita di Roma a condurre alla Basilica di San Paolo fuori le mura.

Nel 549, Roma era sotto assedio; gli Ostrogoti di Totila entrarono da questa porta, a causa del tradimento della guarnigione isaurica. Il 10 settembre 1943, due giorni dopo l’accordo tra l’armistizio tra gli Alleati e l’Italia, le forze militari e civili italiane tentarono di bloccare il sequestro tedesco della città, con 570 vittime.

i monumenti - 021


Cimitero acattolico di Roma Dove riposano tra rovine e violette Keats e Shelley Via Caio Cestio, 6 022 - i monumenti


i monumenti - 023


Il Cimitero Acattolico (‘Cimitero non cattolico’) di Roma, spesso indicato c o m e C i m i t e ro d e i p ro t e s t a n t i (‘Cimitero protestante’) o Cimitero degli Inglesi (‘Cimitero degli inglesi’), è un cimitero privato nel rione del Testaccio a Roma . È vicino a Porta San Paolo e adiacente alla Piramide di Cestio, una piccola piramide in stile egiziano costruita tra il 18 e il 12 a.C. come tomba e successivamente incorporata nella sezione delle Mura Aureliane che

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confina con il cimitero. Ha cipressi mediterranei, melograno e altri alberi e un prato erboso. È il luogo di riposo finale dei non cattolici compresi ma non esclusivi di protestanti o britannici. La prima sepoltura nota è quella di uno studente dell’Università di Oxford di nome Langton nel 1738. Qui sono sepolti i poeti inglesi John Keats e Percy Bysshe Shelley.


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Il cimitero acattolico di Roma è diviso in due parti: la parte più antica è quella che si trova alle spalle della piramide Cestia, una zona verde alberata dove spuntano le vecchie tombe del ‘700. Si fa quasi fatica a distinguere le epoche storiche che si sono stratificate su Roma, e mi ha ricordato un po’ quelle stampe inglesi con paesaggi e ruderi immaginari. La parte moderna,costruita a partire dalla prima metà dell’800, è circondata da mura ed è più grande e completamente diversa dall’altra. In confronto sembra una foresta con grandi alberi e piante verdi, fiori

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colorati e candide tombe di marmo, ed è sicuramente la parte più bella ed affascinante del cimitero. Proprio come una foresta è popolato di animali: insetti e farfalle che svolazzano tra i fiori e una colonia di gatti. Naturalmente sono i padroni indiscussi del giardino, vegliano sul sonno dei morti pisolando al sole sulle lapidi. Spesso le tombe sono molto romantiche, elaborate o originali, un eclettico catalogo di scultura dove gli artisti si sono sentiti più liberi di indulgere nel sentimentalismo, nelle allegorie o nell’astrazione.


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La tomba di Percy Bysshe Shelley (sinistra) La tomba di John Keats (sotto)

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I simboli dei cimiteri

Angeli

Gli angeli trovati nel cimitero sono un simbolo di spiritualità. Sorvegliano la tomba e si pensa che siano messaggeri tra Dio e l'uomo.

Libro

Un libro trovato su una lapide del cimitero può rappresentare molte cose diverse, incluso il libro della vita, spesso rappresentato come la Bibbia. Un libro su una lapide può anche rappresentare l'apprendimento, uno studioso, una preghiera, un ricordo o qualcuno che ha lavorato come scrittore, libraio o editore. Libri e pergamene possono anche rappresentare gli Evangelisti.

Clessidra

Ovviamente rappresenta lo scorrere del tempo, e anche la finitezza del tempo dell’uomo sulla terra. Spesso le clessidre sono alate, in questo caso il messaggio “il tempo vola” è ancora più chiaro.

Urna

Un simbolo funebre ereditato dall’antica Grecia, che rappresenta il corpo umano come contenitore dell’anima. Spesso le urne sono coperte da un velo o un drappo in segno di lutto.

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Colonna spezzata

Stretta di mano

Una colonna spezzata indica una vita abbreviata, un memoriale della morte di qualcuno che è morto giovane o nel pieno della vita, prima di raggiungere la vecchiaia.

Rappresenta un legame profondo che va oltre la morte, come il matrimonio o una grande amicizia. Di solito la mano che stringe l’altra è quella del defunto morto per primo.

Edera

Uroboro

Una delle piante più comunemente rappresentate nei cimiteri. Simboleggia amicizia, lealtà e fedeltà, oltre che immortalità e vita eterna, è una pianta sempreverde e molto resistente.

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Il serpente che si morde la coda, simbolo dell’eternità e della ciclicità del tempo.


Farfalla o falena

Corona di alloro

Simboleggia l’anima umana che fa la metamorfosi e ascende al cielo, dopo una vita da bruco sulla terra.

L’alloro, specialmente se modellato a forma di ghirlanda, è un simbolo comune trovato nel cimitero. Può rappresentare la vittoria, la distinzione, l'eternità o l'immortalità.

Croce celtica

Ramo d'ulivo

Un simbolo pagano incorporato nella cultura cristiana, che lo vede come la somma di una croce e del cerchio che simboleggia l’eternità. Poco comune nei cimiteri cattolici delle nostre parti, la croce celtica è un classico dei paesi del Nord Europa.

Il ramo di ulivo, spesso raffigurato nella bocca di una colomba, simboleggia la pace - che l'anima è partita nella pace di Dio.

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Cimitero del Commonwealth

Un memoriale di guerra che custodisce le spoglie dei militari appartenenti al Commonwealth caduti a Roma Via Nicola Zabaglia, 50 032 - i monumenti


i monumenti - 033


Il cimitero militare di Roma è un memoriale di guerra che custodisce le spoglie dei militari appartenenti al Commonwealth caduti a Roma durante la seconda guerra mondiale. Istituito nel 1947, si trova nel rione Testaccio in via Nicola Zabaglia, adiacente alle mura aureliane e non distante dal preesistente cimitero acattolico. Fu realizzato, come una cinquantina di altre analoghe strutture in Italia, dalla Commonwealth War Graves Commission che ancora ne cura la gestione e la manutenzione, su progetto dell'architetto Louis de Soissons.

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Alla sua realizzazione - cominciata poco dopo la fine della guerra - fu dedicata l'area ancora demaniale degli antichi "prati del popolo romano" che intercorre tra il monte Testaccio e le mura aureliane, alla cui ombra fu creato il prato che ospita 426 sepolture. Inizialmente dedicato ai componenti della guarnigione di stanza di Roma, vi vennero in seguito accolte anche salme provenienti dalla provincia, e altre di alcuni aviatori e soldati morti in prigionia (1939-1945).


Il luogo è molto sereno, al riparo dalle correnti di traffico che rumoreggiano poco lontano. Si presenta come un vasto giardino ombreggiato da pini, molto ben tenuto, al quale si accede da un vestibolo circolare coperto, ma aperto, che ripara una cassetta di bronzo contenente i nomi dei caduti presenti. Non c'è muro, a separare l'area cimiteriale dal mondo esterno, ma solo una cancellata leggera.

Le tombe, allineate lungo le mura, sulla sinistra, sono segnalate da lapidi verticali che riportano date e luoghi di nascita e morte del defunto, lo stemma dell'entità militare di appartenenza, e in alcuni casi (ma non sempre), un motto o un pensiero. Al centro delle file è collocata la pietra della rimembranza, di fronte all'ingresso, in fondo al viale, una grande croce di pietra.

i monumenti - 035


Monte Testaccio Il “monte dei Cocci” ci racconta la ricchezza di Roma Antica Via di Monte Testaccio

036 - i monumenti


i monumenti - 037


Sito archeologico fatto interamente di anfore sopratutto olearie da periodo Augusteo fino al terzo secolo d.c. Si innalza per circa 49 metri ed è visitabile solo su prenotazione mediante le associazioni culturali , Roma sparita, Roma sotterranea ed altre.

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Vale sicuramente una visita oltre per l’importanza storica anche per godere di un bellissimo panorama sulla città eterna. Piccola collinetta formatasi col tempo grazie a numerosi pezzi di anfore che venivano usate in epoca romana x trasportare merci in nave.

Era una sorta di discarica a cielo aperto dove i commercianti buttavano le anfore fatte a pezzi. Per sicurezza crearono dei terrazzamenti visibili da via zabaglia. Da vedere anche per il meraviglioso panorama su Roma.

i monumenti - 039


Mattatoio

Un modello industriale d’avanguardia Piazza Orazio Giustiniani, 4

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L’ e x m a t t a t o i o d i R o m a , c h i a m a t o correntemente Mattatoio di Testaccio, era originariamente un complesso di padiglioni alle pendici del Monte dei cocci adibito alla macellazione ed alla distribuzione delle carni destinata alla capitale. Nel 1888 l’architetto Gioacchino Ersoch, che già aveva lavorato alla ristrutturazione della precedente area di mattazione fatta costruire alle spalle di piazza del Popolo da papa Leone XII, fu incaricato di progettare, a causa dei cambiamenti nell’assetto urbanistico della città e le nuove norme igieniche riguardanti gli edifici di mattazione, un più grande complesso che rispondesse alle nuove esigenze. Fu scelta una zona che, con l’approvazione di uno specifico progetto nel 1872, era già stata destinata all’edificazione di nuove residenze operaie nell’ambito dell’insediamento commerciale ed industriale più importante

nella Roma di allora. Al progetto partecipò l’ingegnere Filippo Laccetti che ideò tra l’altro un interessante sistema di eliminazione degli scarti alimentari nel vicino Tevere. Nei primi anni del Duemila da un’idea di Zoneattive nasce il progetto di restauro. Il cantiere è stato aperto nel 2006 e consegnato nel 2010, l’intervento conservativo ha riqualificato i padiglioni utilizzati per i serbatoi dell’acqua, per la pelanda e per la macellazione dei suini. La gestione, affidata ai Musei in Comune della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali fino al 2017, ha realizzato negli anni un percorso dedicato al contemporaneo arricchito anche dalla presenza, sempre all’interno del Mattatoio, dell’Accademia di Belle Arti e della Facoltà di Architettura di Roma Tre. Dal 2018 la gestione è affidata da Roma Capitale all’Azienda Speciale Palaexpo.

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Il vecchi mattatoio Il complesso è situato nel rione Testaccio e copre un’area di 25.000 m² compresa fra via Benjamin Franklin, dov’è collocato tuttora l’ingresso principale, il lungotevere Testaccio, dov’è collocato un padiglione adibito inizialmente a dazio per il controllo ed il peso del bestiame, via Aldo Manuzio e dal lato opposto dal viale del Campo Boario dove veniva mercanteggiata la carne. La tipologia del padiglione come volume rettangolare, con muri rifiniti in mattoni, tetto a doppia falda ed aperture arcuate ripetute a distanza regolare, si ripete per tutti gli ambienti del macello che vedevano al loro interno il frequente uso di elementi architettonici in ferro. La collocazione delle originarie funzioni

042 - i monumenti

nei diversi padiglioni, disposti nella vasta area con un disegno geometrico e razionale, rispondeva a chiari principi di funzionalità e di igiene che Ersoch assunse sin dall’inizio come linee guida del progetto. Il viale principale, sull’asse Franklin/Lungotevere, delimitava sui due lati gli ambienti adibiti alla macellazione affiancati dalle stalle, dai bagni e dagli stabilimenti per la lavorazione del sangue; nei padiglioni dietro la facciata principale erano state poste le funzioni che richiedevano l’ausilio di personale esterno mentre perifericamente, sul lato dell’attuale via Manuzio, erano collocate le funzioni più scomode come il macello della carne suina e delle carni tenere.


Il mattatoio oggi Il mattatoio è stato dismesso nel 1975, quando Roma aveva ormai raggiunto i tre milioni di abitanti, per essere sostituito da una nuova struttura su viale Palmiro Togliatti, al civico 1206, in zona Tor Sapienza. Da allora il complesso, considerato uno dei pezzi fondamentali dell’archeologia industriale romana, ha subito diverse ristrutturazioni nelle sue diverse par ti, ha ospitato manifestazioni temporanee e nuove funzioni stabilitesi permanentemente all’interno dei

vecchi padiglioni. Gli edifici ospitano alcuni uffici dei vigili urbani; nel 2000, otto anni dopo la nascita della terza università, il padiglione 7 lungo via Aldo Manuzio e quelli lungo via Franklin vengono ristrutturati e adibiti ad aule per la Facoltà di Architettura; nel 2002 un’area complessiva di 105.000 m² comprendente due padiglioni sono stati destinati alla seconda sede del MACRO denominata prima Macro Future poi Macro Testaccio.

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La gestione, affidata ai Musei in Comune della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali fino al 2017, ha realizzato negli anni un percorso dedicato al contemporaneo arricchito anche dalla presenza, sempre all’interno del Mattatoio, dell’Accademia di Belle Arti e della Facoltà di Architettura di Roma Tre. Dal 2018 la gestione è affidata da Roma Capitale all’Azienda Speciale Palaexpo. Il 29 settembre 2007, sul lato di via del Campo Boario, è stata inaugurata una sede permanente di 3500 m² per la Città dell’altra economia. Il 18 febbraio 2010 dopo tre anni di restauri ed al termine di un cantiere aperto nel novembre del 2006 è stata inaugurata La Pelanda, un ulteriore spazio espositivo che comprende 5 fabbricati organizzati intorno ad una grande galleria che coprono rispettivamente un’area di circa 5000 m² e 1400 m² in uno spazio centrale nell’area del progetto originario dedicata ai serbatoi dell’acqua e alla pelanda dei suini. Il 12 marzo 2010 la facoltà di Architettura dell’università

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Roma Tre ha inaugurato ed aperto a studenti e docenti il padiglione 15A, sul lato del Lungotevere. Nel 2013 è terminata la trasformazione dei padiglioni 2B,4 e 8 che ha permesso il già previsto trasferimento completo della didattica, degli uffici e dei laboratori del Dipartimento di Architettura (che dall’anno accademico 2013/2014 ha sostituito la Facoltà in base alla Legge n.240/2010, alias “Riforma Gelmini”) dalla storica sede dell’Argiletum dove sono rimasti i corsi post lauream, gli uffici dei docenti e gli uffici di area ricerca. Nel complesso si è inoltre insediato il centro sociale Villaggio Globale. L’ e x M a t t a t o i o h a i n o l t re v i s t o nascere Muccassassina, la serata di autofinanziamento del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma, a cui peraltro deve l’ironico nome, ed ha ospitato, a partire dal 2002 le prime tre edizioni del Gay Village, evento organizzato nell’ambito dell’Estate romana.


i monumenti - 045


Gazometro

Si staglia nel cielo una nuova icona per Roma Via del Commercio, 9/11 046 - i monumenti


Graziella Mazzaglia Un “gigante” in ferro nel quartiere Ostiense. Ricordi di storia recente, il gazometro è un esempio di archeologia industriale, risalente al 1935. I gasometri di Roma: le quattro strutture risalenti agli inizi del Novecento ormai non sono più utilizzate e rappresentano un monumento del passato della città. Il gazometro fu progettato nel 1909 insieme allo stabilimento del gas (oggi sede romana di Italgas) voluto dal sindaco Ernesto Nathan. La struttura ferrea del Gazometro è stata montata dalla società genovese Ansaldo e dalla

tedesca Klonne Dortmund tra il 1935 e il 1937 ed è affiancato da altri tre gasometri, di cui due inutilizzati e uno adibito a parcheggio. I tre gasometri “minori” sono stati costruiti dalla Samuel Cuttler & Sons di Londra tra il 1910 e il 1912 ed hanno rispettivamente una capacità di 25 000 e 60 000 m³. Al momento del suo posizionamento si contano un’altezza di 89,10 m, un diametro di 63 m e una lunghezza complessiva di 36 km per i 1 551 pali infissi. Il volume del gasometro maggiore è di 200 000 m³.

i monumenti - 047


Un gasometro (o gazometro) è una struttura ideata nel XIX secolo con lo scopo di immagazzinare il gas di città (o gas illuminante), cioè una miscela gassosa che include tra gli altri i seguenti gas: metano, monossido di carbonio, propano, butano e acetilene. L’ingegnere scozzese William Murdoch, che per primo ottenne il syngas, coniò nel 1800 anche il nome della struttura destinata a contenerlo. Attualmente i gasometri sono sempre meno usati e rappresentano più dei monumenti di archeologia industriale che delle vere e proprie infrastrutture. In passato infatti i gasometri venivano utilizzati per accumulare il gas di città che in un primo periodo veniva prodotto prima per gassificazione del carbone e successivamente tramite cracking del petrolio. Questo gas veniva utilizzato sia per usi domestici, sia per l’illuminazione 048 - i monumenti


pubblica delle città. Con la diffusione del gas metano l’utilizzo del gas di città è via via scomparso e così anche i gasometri hanno perso il loro ruolo. Queste strutture venivano utilizzate anche in ambito industriale in molti impianti tra cui le acciaierie, come per esempio quello nelle ex acciaierie di Cornigliano, ormai abbattuto, e quello dell’acciaieria di Taranto. Il gasometro ha funzione di contenitore a pressione costante, non è quindi in grado di ospitare grandi quantità di gas, nonostante le dimensioni spesso ragguardevoli, e non si presta quindi ad un uso come serbatoio per lo stoccaggio a lungo termine di gas. La sua funzione è la regolazione a breve termine tra produzione e consumo e immagazzinamento di gas, permettendo di rispondere ai picchi di richiesta, di sopperire ad uno stop di produzione o a

una produzione di tipo ciclico. Il volume del serbatoio si adatta alla quantità di gas immagazzinata e la pressione a cui il gas è sottoposto all’interno di esso deriva dal peso di un tetto mobile. Volumi tipici per gasometri di grandi dimensioni sono di 50.000 m³ circa, con un diametro della struttura di 60 m. Attualmente l’uso dei gasometri è quasi completamente tramontato. Tuttavia nell’ambito degli impianti elettrici a biogas si sta sviluppando l’uso di gasometri, solitamente di piccole dimensioni, destinati allo stoccaggio di questo tipo di gas.

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Ex Magazzini Generali Da Roma Antica a Roma Moderna: La storia si ripete Via dei Magazzini Generali, 27 050 - i monumenti


Ex Magazzini è la discoteca di Ostiense che rappresenta la vera grande novità della stagione 2016 – 2017 della capitale. Una delle poche location modulari che vanta le migliori serate organizzate, con musica di ogni tipo con un pubblico easy ed un artistico quasi incomparabile. Nella discoteca Ex Magazzini Roma ogni fine settimana è possibile partecipare a degli eventi sempre unici, caratterizzati sempre da grandi novità in campo musicale, visivo e artisitico. Infatti i Dj che stendano in consolle agli Ex Magazzini riescono ad intrattenere il proprio pubblico come pochi locali a Roma riescono attualmente a fare ultimamente. Ex Magazzini è strutturato in vari sale, che rende la discoteca modulare e sempre con una percezione di riempimento in tutte le serate, il locale infatti è parte integrante e figlio del Planet di cui si serve comodamente in caso di eventi di grande capienza. Gli eventi più gettonati agli ex Magazzini di Ostiense sono ad oggi il venerdì ed il sabato. Ogni serata ha un proprio format dedicato e non si troverà mai un evento uguale al precedente, la creatività ne fa infatti da padrona. Questo 2018 – 2019 sarà di certo l’anno da non perdere. i monumenti - 051


Fu costruito tra il 1862 e il 1863 da una società belga per congiungere la linea ferroviaria di Civitavecchia alla stazione centrale Termini. La società belga effettuò il lavoro in Inghilterra, poi il ponte fu trasferito in pezzi a Roma, dove fu montato. Nel 1911, con l’apertura della nuova stazione di Trastevere, il tracciato ferroviario fu trasferito sul nuovo ponte San Paolo, poco più a monte. Completamente in metallo, presenta tre luci a travate metalliche ed è lungo circa 131 metri. Il 7 aprile 1944 dieci donne, Clorinda Falsetti, Italia Ferracci, Elvira Ferrante, Eulalia Fiorentino, Elettra Maria Giardini, Assunta Maria Izzi, Silvia Loggreolo, Esperia Pellegrini, Concetta Piazza e Arialda Pistolesi, vennero giustiziate dai soldati tedeschi nei pressi del ponte. Le truppe di occupazione avevano sottratto alla popolazione il pane e la farina per destinarli ai soldati e queste donne, nel tentativo di procurare cibo alle loro famiglie, assalirono il Forno Tesei su via del Porto Fluviale. Per rappresaglia furono catturate e uccise. Nel 1997, su iniziativa dell’allora Commissione delle Elette, il Comune di Roma ha apposto sul ponte una lapide a ricordo delle dieci donne. 052 - i monumenti


Ponte dell’Industria Quando Roma passò dal Papa al Re Ponte dell'industria i monumenti - 053


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Centrale Montemartini Marmi e turbine: Nuova vita all’archeologia Via Ostiense, 106

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Era una centrale termoelettrica sulla via Ostiense a Roma. A seguito della sua dismissione come impianto di produzione di energia elettrica è oggi adibita a museo facente parte del sistema museale di Roma Capitale denominato Musei in Comune. Ospita circa 400 statue romane, già esposte ai Musei capitolini o recuperate dai ricchissimi depositi comunali, insieme a epigrafi e mosaici, in una straordinaria ambientazione di archeologia industriale. La centrale termoelettrica Montemartini fu inaugurata dalla giunta Nathan il 30 giugno 1912: era il primo impianto pubblico di produzione elettrica dell’allora “Azienda elettrica municipale” (oggi Acea). Fu intitolata a Giovanni Montemar tini (Montù Beccaria, 1867 - Roma, 1913), teorico delle municipalizzazioni delle aziende di servizi di interesse pubblico e assessore al tecnologico, morto durante una seduta del consiglio comunale nel 1913.

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L’azienda è situata appena fuori dalle mura e fuori dal rione Testaccio, in un comprensorio in cui l’amministrazione comunale aveva individuato l’area di sviluppo industriale della città, per la vicinanza del Tevere, della ferrovia e dell’asse viario Ostiense. Nella zona furono insediati nel 1910 i mercati generali e l’officina del gas (fino ad allora prodotto in un’officina situata nella zona in cui fu poi scavato il Circo Massimo). Lì erano attive aziende manifatturiere e laboratori artigiani. Dopo mezzo secolo di attività l’impianto fu riscontrato essere obsoleto; la produzione di energia elettrica fu interrotta nel 1963. Seguirono più di vent’anni di decadenza degli immobili, smontaggio delle macchine e vari riusi degli ambienti, finché l’Acea non decise di restaurare il corpo centrale del complesso, comprendente fra l’altro la sala macchine e la sala caldaie, conservando e restaurando le strutture


murarie e alcuni dei macchinari che vennero ricollocati in situ (una turbina a vapore del 1917, i grandi motori diesel, altri macchinari), destinandolo a spazio per ser vizi direzionali e culturali. I macchinari furono forniti dall’azienda metalmeccanica Franco Tosi. L’intervento di recupero costituì un episodio di salvaguardia dell’archeologia industriale della città. Nel 1995 la galleria lapidaria e diversi settori del palazzo dei Conservatori nei Musei capitolini in Campidoglio dovettero essere chiusi al pubblico, per permettere i lavori di ristrutturazione: le sculture furono esposte in alcuni ambienti dell’ex centrale elettrica Montemar tini, inizialmente come sistemazione temporanea. Nel 2005, conclusi i lavori ai Musei Capitolini, molte sculture rimasero nella sede della centrale , che divenne sede museale permanente. Oggi Centrale Montemartini rappresenta uno dei più particolari musei del mondo grazie all’unicità della sua esposizione: opere classiche dell’epoca romana esposte a Roma nel suo primo impianto per la produzione di elettricità. L a m a g g i o r p a r t e d e i re p e r t i è costituita da pezzi provenienti dagli

scavi portati avanti dopo l’Unità d’Italia, in particolare scavi relativi agli antichi horti romani. L’ordinamento espositivo mette in evidenza l’area di ritrovamento dei reperti e si articola in tre tematiche principali: il centro monumentale di Roma (area del circo Flaminio, tempio di Apollo Sosiano, Campidoglio, area sacra di largo Argentina, teatro di Pompeo), nella “sala Macchine”; i giardini, le residenze imperiali e le domus (horti dell’Esquilino, horti Sallustiani, horti Spei Veteris a Porta Maggiore, mosaico di Santa Bibiana), nella “sala Caldaie”. L’allestimento è caratterizzato dall’intreccio di immagini di archeologia classica e immagini di archeologia industriale, con i macchinari della centrale che fanno da sfondo alle sculture (o viceversa, secondo i punti di osservazione all’interno della sala). Molto suggestiva la presenza inquietante dei due giganteschi ed ormai silenziosi motori Diesel della centrale, ognuno dei quali è solidale ad un alternatore, tutti simboli di quel secolo che ha visto l’avvento della maggior parte delle più straordinarie tecnologie dell’era moderna.

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Centrale Montemartini Via Ostiense 106 - 00154 Roma

Orario

Dal martedì alla domenica 09.00 -19.00 24 e 31 dicembre 09.00 -14.00 Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura

Giorni di chiusura

Lunedì, 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre

Biglietti

Intero € 7,50 Ridotto € 6,50 Per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): Intero € 6,50 Ridotto € 5,50

Consulta sempre

La pagina avvsi centralemontemartini.org/it/servizi/avvisi Prima di programmare la tua visita al museo

Call center

060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00

Email

info.centralemontemartini@comune.roma.it

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L’ARTE DEL GRAFFITO La zona senz’altro più underground della Capitale è quella del quartiere Ostiense tra San Paolo e la Piramide Cestia: con tutte le sue ex aree industriali dismesse, gli ex mercati generali e il Gasometro è ricca di grande fascino e ha ispirato artisti romani ed internazionali nella realizzazione di vere e proprie opere d’arte ad ogni angolo del quartiere. Era già accaduto in molte metropoli in giro per il mondo: i primi quartieri a diventare “street art district” sono quasi sempre le aree dal passato industriale, le cui fabbriche si sono trasferite in zone più periferiche lasciando vacanti i loro ampi spazi dall’irresistibile fascino urbano. l'arte del graffito - 061


Murales I Mille volti di BLU Ex magazzino dell’Aeronautica Militare Via del Porto Fluviale

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La prima tappa di questo tour per Roma Ostiense è sicuramente l’ex caserma dell’aeronautica in via Porto Fluviale. Qui l’artista BLU ha dipinto un enorme murales, chiamato poi I mille volti di BLU, che ha ricoperto l’intera facciata dell’edificio di volti umanoidi c o l o r a t i . L’aspetto p i ù

interessante è la fusione dell’opera con l’architettura: le finestre diventano infatti gli occhi di questi volti mostruosi, in un bellissimo gioco di forme e colori. Questa interessantissima opera è considerata dallo stesso artista una delle esperienze migliori della sua vita. Ogni personaggio racconta una storia diversa: di ingiustizia sociale, di sfruttamento delle risorse ambientali o di disuguaglianze causate dal capitalismo, senza tralasciare i riferimenti alla storia e alle architetture tipiche del quartiere Ostiense.

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Murales di BLU II Via del Porto Fluviale

Nel 2014 lo street artist BLU è tornato ad arrampicarsi sullo stesso edificio per dipingerne la facciata laterale. Questa volta BLU ha realizzato un veliero con sopra un cantiere attaccato dai pirati mentre naviga attraverso una tempesta, quale metafora della metropoli urbana sul punto di affondare.

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Murale antismog di Iena Cruz Via del Porto Fluviale

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Tra i murales di Roma Ostiense ce n’è uno che detiene un record molto particolare: è il più grande murales “ecologico” d’Europa. Ideato dallo street artist milanese Iena Cruz nel 2018, questo murales su via del Porto Fluviale è stato dipinto con pitture ecosostenibili al 100% che purificano l’aria, ossia una pittura che “mangia” le polveri inquinanti di uno dei più trafficati quartieri romani e le trasforma in sali inermi.

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Graffito Fish'n Kids di Agostino Iacurci Via del Porto Fluviale Sempre su Via del Porto Fluviale troviamo “Fish ‘n Kids”, dipinto nel 2011 da Agostino Iacurci: una scena idilliaca di pacifica convivenza che mostra un uomo che nuota felicemente tra pesci colorati. Il murales può essere anche letto in relazione alla pescheria sottostante, dove i pesci -ormai privi di vita-

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attendono di essere comprati, cucinati e serviti dai tanti ristoranti della zona. Il graffito è una “metafora di pacifica convivenza” e vuole essere un invito a creare un ambiente nuovo, un cosiddetto “acquario urbano”, in cui vivere in pace e perfetta sintonia.


Murales di Axel Void Via del Porto Fluviale D i e t ro l ’ a n g o l o, t ro v i a m o u n nostalgico murales di Axel Void. Lo street artist di Miami ha dipinto nel suo tipico stile iperrealistico la proprietaria di un ferramenta che si trovava in quell’edificio ai tempi in

cui Ostiense era ancora il motore industriale della città, un personaggio ricordato con molto affetto dai vecchietti del quartiere.

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Wall of Fame da JB ROCK Via dei Magazzini Generali

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Proprio su questa strada ha avuto inizio il celebre festival di arte urbana Outdoor, uno tra i primi eventi di street art a Roma. Tra gli interventi della prima edizione (2010) ci sono due murales che dialogano dai due lati della strada, entrambi ad opera di street artist di Roma. Realizzato da JB ROCK, “Wall of Fame” è un tappeto rosso per le icone del nostro tempo. Primo grande murales di Roma Ostiense, ne è stato a lungo il simbolo della rigenerazione urbana. l'arte del graffito - 073


Murale gli spettatori di Wall of Fame di STEN&LEX Via dei Magazzini Generali

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Dall’altro lato, il duo STEN&LEX ha dipinto gli spettatori di questa galleria di personaggi famosi: una serie di ritratti di abitanti immaginari del quartiere Ostiense. La tecnica usata testimonia un periodo ormai passato per il duo, che ora dipinge ampie facciate in stile astratto (di cui un magnifico esempio si trova nel vicino quartiere Garbatella).

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Murale Cartoon Network di OMINO71 e Mr.KLEVRA Via dei Magazzini Generali

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Su questa strada troviamo anche un murales pubblicitario commissionato da un’azienda: Car toon Network, la cui sede romana è proprio in questo edificio. L’opera è stata dipinta dagli street artist di Roma OMINO71 e Mr.KLEVRA e raffigura i personaggi più amati del canale televisivo.

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Murale Alberto di STEN&LEX Via delle Conce 078 - l'arte del graffito


Murale Silvio’s House di MTO

Via delle Conce

Un altro murales nella zona Ostiense testimone del passato di STEN&LEX raffigura uno studente (“Alberto”) la cui immagine è stata presa da un annuario universitario. Gli artisti lo hanno realizzato nel 2011 usando la loro tecnica caratteristica dello ‘stencil poster’: dopo aver affisso al muro lo stencil come fosse un poster, STEN&LEX vi dipingono sopra e poi distruggono la matrice, o lasciano che siano gli agenti atmosferici a farlo. Dall’altro lato della porta d’ingresso del locale notturno ‘Rising Love’, lo street artist francese MTO ha dipinto nel suo stile iperrealistico una bodyguard dall’aria poco accomodante. Intitolata “Silvio’s House”, l’opera risale al periodo in cui Berlusconi teneva alta l’immagine del paese.

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Murales di Herbert Baglione Via delle Conce

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Proseguendo verso via della Conce, ci si trova di fronte a un murales in bianco e nero. Si tratta di un’opera di Herbert Baglione, in cu sono raffigurate delle tetre e surreali figure. L’opera è una critica alla società contemporanea: i personaggi si trovano in un mare scuro e denso, in cui galleggiano da soli e lontani gli uni dagli altri. Secondo la visione dell’artista, nella società in cui viviamo siamo isolati e distratti, spesso sovrastati da una nube di pensieri grigi. Alienazione e isolamento sono dunque gli elementi centrali di questo potente graffito monocromatico.

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Murales Paint Over the Cracks di KID ACNE Via del Commercio

Pur essendo stati realizzati, rispettivamente, nel 2011 e nel 2012 (entrambi per Outdoor Festival) questi due murales sotto al gazometro sono ancora tra le più importanti opere di street art a Roma Ostiense. L’artista di fama mondiale KID ACNE si è ispirato al detto romano “Mettice ‘na Pezza” per il suo murales lungo 65 metri che recita “Paint Over the Cracks”. Oltre ad un’esortazione a riempire con arte e creatività le crepe della città, l’opera è anche un manifesto della trasformazione del quartiere Ostiense: da area industriale a museo a cielo aperto.

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Leggermente distanziato dagli altri murales di Ostiense , ma imperdibile se siete a caccia delle più belle opere di BLU a Roma, è il murales sulla facciata del centro sociale Alexis. Dipinto in onore di Alexis Grigoropoulos, lo studente ucciso dalla polizia greca nel 2008 che vediamo ritratto in basso a destra, questo murales di BLU denuncia il traffico intenso della metropoli, rappresentato da un intreccio di lucchetti fatti a forma di auto.

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Murales di BLU III Via Ostiense

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Murale di Sam3 Via Ostiense

Di fronte alla Basilica di S.Paolo Fuori le Mura (Via Ostiense, 195) è possibile vedere l’Opera Onirica di Sam3. Su uno sfondo nero si staglia una silhouette maschile fatta di stelle, che tiene tra le mani una luna, al cui interno si muovono altre figure nere di uomini.

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Mostra una silhouette nera vestita di stelle che guarda innanzi a sé una sfera di luce, forse una luna, all’interno della quale si muovono senza sosta altri uomini privi d’identità.


Mura del lupo che salta di Roa Via Galvani

Il dono del celebre street artist belga alla capitale é un inno all’istinto alto 30 metri. In questo dipinto monumentale nel quartiere Testaccio di Roma, Roa celebra il simbolo di Roma con una lupa

contemporanea pronta a saltare per liberarsi dal disagio nello spazio che la costringe. Un’opera straordinaria per qualità realizzativa, frutto anche del coraggio dei condomini dell’edificio che la ospita e dell’amministrazione municipale, un’opera destinata a far discutere ma non é questo il dovere delle avanguardie culturali?

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GASTRONOMIA Dopo (e durante) le lunghe camminate per il quar tiere Ostiense, dovete fermarvi a mangiare da qualche parte. La scelta è vastissima, da queste par ti c’è un’ampia scelta di ristoranti adatti a tutti i gusti. Per fare colazione vi potete fermare da Andreotti, storica pasticceria di Roma in attività dal 1931. Ottimi posti per fare colazione sono anche Marigold e Romeow Cat Bistrot. Entrambi però sono aperti anche per pranzo e cena e ve li consiglio vivamente. Da Merigold trovate il pane fatto in casa appena sfornato, un menù fatto di prodotti semplici e naturali di produzione italiana e spesso a km 0. Romeow Cat Bistrot è invece un luogo per gli

amanti della cucina vegetariana e vegana con influenze da tutto il mondo. Ma non solo, è un posto speciale anche perchè è la casa di 6 gatti che vi faranno compagnia durante la vostra permanenza qui. Se amate la cucina giapponese dovete assolutamente mangiare da Sushi Sen, probabilmente il ristorante di sushi più buono di tutta Roma. Ma potrebbe anche interessarvi Ramen Bar Akira dove mangiare la tipica zuppa giapponese di ramen con pasta fatta in casa e anche altri piatti tradizionali. Se invece volete mangiare in una tipica trattoria di cucina romana, allora potete scegliere tra l’Hostaria da Enzo che si trova all’inizio di Via Ostiense.

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Viva

Via Sicilia, 45

Viva è l'esclamazione che accompagna ogni nostro giorno, ma è anche ristorante, cocktail bar ed enoteca. Fatti cullare dai profumi della cucina mediterranea e i sapori della nostra terra.

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090 - gastronomia


Trattoria Pennestri Via Giovanni da Empoli, 5 Profumi, sapori e colori della cucina tradizionale romana ispirati dalla fantasia e dalla capacità di sperimentare reinventando i grandi classici.

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gastronomia - 091


Ramen Bar Akira Via Ostiense, 73

Il vero ristorante di RAMEN a Roma, gestito da Akira Yoshida. Non serviamo solo cibo, ma anche storia e tradizione.

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092 - gastronomia


Gelateria La Romana Via Ostiense, 48 Nel laboratorio di ciascuna gelateria La Romana prepariamo il gelato come vogliono le ricette di una volta. L'amore per il gelato da due generazioni

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gastronomia - 093


Andreotti Via Ostiense, 54/b

Andreotti Dal 1931, è una delle pasticcerie storiche di Roma, nota per il vasto assortimento di pasticcini, gelato artigianale, e torte personalizzate sempre fresche. FASCIA PREZZO 2 € - 15 €

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094 - gastronomia


Romeow Cat Bistrot Via Francesco Negri, 15 Romeow Cat Bistrot é il primo nel suo genere a Roma. Una reinterpretazione del cat café giapponesi, con una raffinata cucina vegana plant based. FASCIA PREZZO 15 € - 35 €

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gastronomia - 095


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096 - gastronomia


Eataly

Piazzale 12 Ottobre 1492 Il più grande mercato al mondo dove poter comprare, mangiare e studiare cibi e bevande di alta qualità. FASCIA PREZZO xx € - xxx € CUCINE Italiana, Romana, Laziale, Italiana (nord), Italiana (centro), Italiana (sud)

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gastronomia - 097


Porto Fluviale Ristrorante Via del Porto Fluviale, 22 Un approccio nuovo a cibo, tempo e spazio. Attenzione alle materie prime, prezzo, etica, divertimento.

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098 - gastronomia


La Dogana Food Via del Porto Fluviale, 67/b

" Il piacere non ha limiti " Menù fisso - sushi - griglia - ravioleria - dolci

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CUCINE Italiana, Cinese, Giapponese, Pesce, Mediterranea, Sushi, Asiatica

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Cuochi e Pescatori Via del Porto Fluviale, 7D/7E

Cuochi e Pescatori, un ristorante che offre una formula esclusiva con pesce di alta qualità che proviene direttamente dalle nostre barche.

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PASTI Pranzo

CUCINE Pesce, Salutistica, Italiana, Mediterranea

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100 - gastronomia


Marigold Via Francesco Negri, 39

Un posto per la colazione, ci sono molti tipi di colazione. Può ordinare il nostro caffè dal nostro negozio.

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CUCINE Italiana, Caffè, Mediterranea, Europea

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Sushisen

Via Giuseppe Giulietti 21A Il migliore Ristorante Giapponese della capitale con cuochi altamente qualificati Giapponesi.

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102 - gastronomia


Il Pangocciolaio Via dei Magazzini Generali, 15 Dalla colazione, pranzo, merenda, cena e spuntino notturno. Dolce Notte ti accompagna in ogni momento del giorno e della notte! FASCIA PREZZO 5 € - 15 €

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CUCINE Caffè, Spuntino

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