LECOSEFANNOMALE
rubens convertino
Indice bisogna morire. tavolo con maniglia? katĂ phasis ekpirosis trinitĂ faentina nuovo: kali yuga esegesi di un punto kali yuga ii kundalini
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bisogna morire. Ah! Dannato me, dannata esistenza, dannato mio venire al mondo, cosĂŹ nato sono giĂ morto.
tavolo con maniglia? Dentro queste ceneri si è costretti, mentre quel qualcosa si cerca introvato, eternamente sfuggito, atteso illibato. Quella è la maniglia, questo il canto, e ogni resto le redini, quel qualcosa su di un tavolo bianco.
katàphasis Tu, insondabile ipseità, t’acquieti silente all’ombra del tuo sublime essere, che anche illumini di incausato splendore, senza antenati, poichè esistente, eterno presente.
ekpirosis Ricordo ancora quel nulla, gioconda illusione, un'ampio giardino, le chiuse di un porto, dove irrequieto mi cullava il tormento, l'attesa della fine, quale fine? Venne il giorno, l'ora. E' il momento: ecpirosi!
trinitĂ faentina Non convieni, ma tutto accogli, Sei sordo, eppure ascolti.
nuovo Scende, caduco senza moto, non implode, poi l’ignoto.
kali yuga Mi guardi, eppur non ti vedo, non sei nascosto, mai celato, Tu sei manifesto! Sono io, pallida escrescenza, che cammino incerto, e rifuggo Te, illibato sempiterno, giacendo in questo arido, sterile deserto. Sia fatta grazia di me, poichĂŠ, caduca foglia nel rivo, cieco, seguo la corrente.
esegesi di un punto Frapposto tra me e Te l'empio è manifesto, poichè empio è parlare di me e di Te, in quanto non vi è differenza alcuna.
kali yuga ii Seme, ebrezza della creazione, principio che tutto raggiunge, sbiadisci ora in infermo dolore, oscura coltre, tenebra impalpabile. Notte sei, invisto approdo dei navigatori, senza ormeggi, faro caliginoso. CosĂŹ tu, perduta anima, muovi incerta nell'oblio dell'ombra, e attendi solitaria, sicura del levar del Sole.
kundalini All’eclissi Tu mi salvasti, poichè Tu, fermo divenire, mi portasti in alto, destando me fuori da me.
Aum!