S>Plus #1 2013

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S>Plus e-magazine

Il Ricordo

#1.2013


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S>Plus e-magazine

Editorial Team Editor in Chief: Federica Nardese edefstories.cleanfolio.com

In House Photographer: Stefano Casotto stefanocasotto.com

Fashion Editor: Aka Emma Pilsbury

Storytelling > fotografia, moda,

eventi, storie di vita, interviste

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Contents Editoriale 4 Dario Aka d-s-foto 7 Stefano Casotto 20 Featured Artist: Rona Keller 28 44

Giuliano Monterosso 45 dove andare

Cos'e' e perche' S>Plus

Stories of Daily Loneliness

Il profumo del ricordo

The Girl Who Makes It on Her Own The Man in the Arena

Gente di provincia

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Emma Pilsbury 58 Federica Nardese 66 72

Back and Forth: The 90s

Venezia: splendido rimpianto la casa consiglia...

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Editoriale La primavera e' nell'aria si sente un profumo nuovo, le rose sbocciano, gli amori rifioriscono. C'e' un'energia diversa che si puo' odorare, che si sente nelle vene, non e' solamente un fattore meteorologico-climatico. Vive nella stagione dei fiori un ciclico rinnovamento che dona a ogni azione un senso diverso. La depressione invernale, la clausura forzata per il freddo, la necessita' di trovare un riparo dalle intemperie va scemando. Qualche temporale, forse, potra' investirci ma cos'e' se non che una doccia benefica e rinvigoritrice?

Di fatto siamo una rivista che attraverso l'unione di intenti e di passioni vuole creare uno spazio di riflessione e condivisione di contenuti che possano creare delle suggestioni.

Il nostro e' un racconto in divenire. Per questo ogni uscita avra' un tema specifico, sviluppato dalla redazione in modo multidisciplinare e multi-strumentale.Â

E' qui che abbiamo deciso di andare alla ricerca di quella primavera nell'aria, odorandone il profumo a distanza, cercando qualche segno tra le stelle e lavorando insieme - condividendo.

Siamo una conversazione sul dato tema, aperta a suggerimenti e a osservazioni. Di fatto la narrazione diventa per noi contenuto e processo -

Fuor di metafora, questo e' il proposito di questa nuova rivista: S> sta per storytelling Plus sta per tutto quello che la narrazione puo' creare e aggiungere.

E' un modo per vivere delle emozioni, provare a elaborarle e restituirle in modo piacevole per gli occhi, la mente, per i sensi.

Uno storytelling potenziato, attivo - reale.

Siamo un gruppo di giovani conoscenti, alcuni amici, altri sconosciuti, altri che si sono solo virtualmente presentati, che hanno deciso che hanno voglia di navigare, se pur a vista e tra mille difficolta', insieme. La depressione porta alla creazione.

Stiamo unendo le nostre capacita' per creare qualcosa di valore che ha un proposito e che puo' generare altro valore. Valore intellettuale, s'intende, qualcosa che dia uno spunto a chi legge.

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Non siamo una rivista specialistica c'e' gia' da lungo tempo chi piu' autorevolmente tratta di moda, di fotografia, di musica, di stile e di arte.

fatta di fotografia, pensieri, musica...

Cosi' che ogni amato lettore possa ritrovarsi in qualcosa di quello che legge e voglia anche, perche' no, prenderne parte. ... un po' alla volta in modo che la nostra storia diventi

storia condivisa.


Raccontateci di voi: scriveteci se volete partecipare alla creazione di qualche servizio o se volete avere uno spazio dove potervi narrare. In relazione all'attinenza alla nostra linea editoriale saremo felici di condividere. splus.emagazine@gmail.com @S_Plus_Emag

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Stories of Daily Loneliness

foto e testo di Dario S. d-s-foto.deviantart.com


L’idea del ricordo viene spesso associata all’idea di fotografia. Soprattutto in passato le fotografie erano l’unico strumento per conservare il ricordo di come eravamo. Spesso si trattava di minuscoli pezzi di carta che riproducevano immagini sbiadite dei nostri nonni che dovevano farci vedere come erano loro quando erano bambini come noi. Ora il rapporto con i nostri ricordi e i ricordi di noi stessi è profondamente cambiato... nel giro di un paio di anni. Condividiamo i nostri ricordi più intimi sui social network, abbiamo dischi rigidi pieni di foto nostre e dei nostri cari che non verranno mai stampate.



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Abbiamo filmini girati con telecamere comperate in offerta in qualche megastore, video postati su youtube e lasciati vagare nell’etere. L’idea di questo lavoro fatto da nove immagini composte da tre fotografie ciascuna si pone una serie di domande sul nostro rapporto con la fotografia di oggi, sul nostro modo di intendere l’immagine ed il nostro modo di condividerla. Tutto è partito dalla volontà di attraversare i luoghi che compongono la nostra vita. Il ricordo è un riflesso condizionato dei momenti speciali, di quei momenti che noi bolliamo come memorabili. Ma tra un momento memorabile e un altro abbiamo infiniti ricordi più piccoli, infiniti frammenti che creano il tessuto della nostra vita. Così il lavoro si dipana attraverso quei luoghi che nella maggior parte dei casi non amiamo frequentare:

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supermercati, parcheggi... ospedali.

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E’ difficile pensare alle corsie di un supermercato con la stessa intensitĂ con cui penseremmo al giorno della nostra laurea, ma ognuno di questi luoghi fa parte della nostra vita, fa parte del nostro modo di essere soli, anche dove la folla ci sovrasta, dove dobbiamo fare a spintoni per salire su un treno.Â

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CosÏ passiamo da un angolo all’altro delle nostre vite in bilico tra solitudine e bisogno di condivisione, tra la ricerca dell’oblio e la brama di ricordare.


Il pr 20


Stefano Casotto Ph.

Feat. Angela Bassetto

rofumo del ricordo 21


Ripenso il tuo sorriso

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Ripen scorta esiguo e su t

Codes se dal o vero e reca

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nso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida a per avventura tra le petraie d’un greto, o specchio in cui guardi un’ellera i suoi corimbi; tutto l’abbraccio d’un bianco cielo quieto.

sto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano, l tuo volto s’esprime libera un’anima ingenua, o tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua ano il loro soffrire con sé come un talismano.

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Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie sommerge i crucci estrosi in un’ondata di calma,

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e che il tuo aspetto s’insinua nella mia memoria grigia schietto come la cima d’una giovinetta palma...

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The Girl Who Makes It on Her Own Rona Keller

foto di Rona Keller Intervista curata e raccolta da Federica Nardese

ronakeller.carbonmade.com ronakeller.tumblr.com

Featured Artist: - nota editoriale -

Rona Keller è una giovane fotografa tedesca. A 22 anni ha già sviluppato una spiccata poetica personale, fatta di istanti, di natura, di amicizia e di passione. Rona è capace di creare immagini evocative, a volte senza mostrare il volto del soggetto fotografato, creando la tensione di un attimo fatto di luce e di dettagli. Il suo messaggio fotografico crea paradossi emozionali. Dà forma a un sentimento fatto di memorie passate che odorano del profumo dei tempi ipermoderni che stiamo vivendo. E’ nostalgica e attuale allo stesso tempo. Guardare le sue immagini fa sentire immediatamente bene. E’come partecipare di questa sua giovinezza, sentirne il senso, vedendo le stagioni che magicamente si mescolano una dentro l’altra, in un rapido incontro di anime.

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Ho intervistato Rona prendendo come spunto alcune frasi di un romanzo di Isabel Allende: Ritratto in Seppia. Ogni domanda inizia con la suggestione di una citazione dal libro, per ispirare il lettore a nuove scoperte. Federica: When did you start feeling passionate about photography?

Rona: I was sixteen, it was the beginning of summer, and I felt an increasing urge to find a way to reveal, and capture, more than we are often able to see. 2. What does photography mean for you?

R: Photography, in my eyes, is a way to remember all that would soon be forgotten otherwise, thus a way to document what is important to me. But even more so, it helps me to comprehend, as well as show others, what thoughts and words often can’t seem to express. Photography isn’t only a medium to forever keep the beauty of the world and our experiences, for me it is a constant companion and support in life. It is kind of a diary.

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3. You have a great “photographic eye”. Does your photography help you staying inspired and see the world differently? How?

R: I recently had a conversation with someone that made us realise that as photographers, we pay attention to so much more than we used to notice in the past. We see the sun that rises when we wake up in the morning a few hours before we’re supposed to actually get up. We see the beauty of a leaf in late autumn, falling from the tree in the golden light. We see the long ignored and very rusty bike around the corner, that someone left behind, and how pretty it is in its own way. We see not only the beauty of the sky when the sun goes down, but also the transience that comes with it, for it will soon be gone. We see the trees that blossom, every day, until suddenly they’re green. We see the moments that are worth capturing, and those we need to let go.
I can’t remember a time when I didn’t feel the need to capture every little thing in my life that I find importance in, although I know that it was once there. I have been a lot more attentive and observing, now that I know that every single second could bring a moment I might be missing, I might not be able to freeze. So yes, photography makes me see the world in a different light, and it inspires me daily for the sole reason that I want to grasp everything.

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*I seek truth and beauty in the transparency of an autumn leaf, in the perfect form of a seashell on the beach, in the curve of a woman’s back, in the texture of an ancient tree trunk,

but also in the elusive forms of reality.**


*I try desperately to conquer the transitory nature of my existence, to trap moments before they evanesce, to untangle the confusion of my past. Every instant disappears in a breath and immediately becomes the past;

reality is ephemeral and changing, pure longing.**Â



4. Your poetics is made of golden light, flowers, people and unseen people, animals and of all those little details of everyday life. You usually keep your diary on a typewriter and shoot on film... that may sound old-fashion, doesn’t it? Yet the results are incredibly magical, perfect in every detail, inspiring. Do you think that sticking with those “tools of the past” somehow helps your creativity and makes you able to recreate magical worlds in your pictures while keeping them so true and pure?

R: I don’t exclusively use my film camera, but it has indeed been a reminder of the important things for me ever since I purchased it a little over three years ago. Film photos feel a little more like memories than digital ones ever could, for whatever reason that might be. Sometimes I feel like my film camera captures a moment exactly in the way I experienced it, and sometimes gives it a magical touch indeed. With my digital camera, it is more often me who decides what I want to express with the photo I am going to take, or afterwards edit. And although I do think that I put a lot of myself into my film photos as well, I have a feeling it comes a lot more naturally than with digital photos, maybe even because it is so simple in the first place.
My typewriter, that I got from my mum one and a half years ago, somehow makes me put into words what I so often couldn’t understand. I love writings and people who write, and sometimes I even love what I have written myself, but for such a long time I used to make myself believe that I couldn’t write at all. Because I simply didn’t do it. I had thoughts that made sense for a moment there, but that vanished again before I could,


or actually would, write them down. Ever since I own my typewriter, I try to just bring myself do it, even though I still often think that it would be of no use. But the interesting thing about it is that when I go back to what I once wrote, I don’t really comprehend that those are my words, because they come from a place so far from my overflooded mind.
Film photography and my typewriter help me structure and simplify my thoughts, and thus I believe that I am able to be more creative again in all parts of my art indeed.


*Memory is fiction. We select the brightest and the darkest, ignoring what we are ashamed of, and so embroider the broad tapestry of our lives.** La memoria è invenzione. Selezioniamo il materiale più brillante e quello più buio, ignorando ciò che è fonte di vergogna, e così tessiamo il grande arazzo della nostra vita.


*With these photographs and these pages I keep memories alive. They are my grasp on a truth that is fleeting, but truth nonetheless; they prove that these events happened and that these people passed through my destiny.**


5. In a photographic world that’s so strongly affected by, sometimes really heavy, post production, how do you manage to create such wonderful images while enhancing their simplicity and beauty?

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R: Actually, I am a huge fan of what Photoshop can do myself. My photos are often very different from what they looked like in the beginning after I edited them, but the thing is that I always try to stick to reality, at least for the most part. I don’t want people to look at my photos and think that what I show is all imaginery. Instead, I’d like them to realise that beauty can be anywhere, whether it was actually there and I just photographed it, or whether we might have to create it ourselves.
While taking photos and editing, I do nothing more than putting all of what I would like to see in the end into the process, even if I can’t imagine how I could every really put into practice my concept in a satisfying way. But the key to why it still works is exactly what I mentioned before: We might not always be able to grasp, and imagine, what we are indeed able to achieve. So in the end, I just sit down and do whatever comes to my mind at that very moment, step by step. Not forgetting about the whole thing, but letting it free at times.

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6. Is there something you’re pursuing with photography? (e.g. your freedom? success? creativity? artistic needs? ...)

R: The comforting thought that whatever I desire is, in a way...

...always there.

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• • • • who strives valiantly • • enthusiasms • • daring• • greatly shall never be • • timid souls It is not the critic who counts; not the man who points out how the

strong man stumbles, or where the doer of deeds could

have done them better. The credit belongs to the man who is actually in the arena, whose face is marred by dust and sweat and blood; ; who errs, who comes short again and again, because there is no effort without error and shortcoming; but who does actually strive to do the deeds; who knows great

, the great

devotions; who spends himself in a worthy cause; who at

the best knows in the end the triumph of high achievement, and who at the worst, if he fails, at least fails while , so that his place

those cold and defeat.

with

who neither know victory nor Theodore Roosevelt

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GENTE DI PROVINCIA foto e testi di Giuliano Monterosso profcam.blogspot.it

nota editoriale: Giuliano Monterosso è autore di racconti fotografici che valorizzano il territorio, riscoprono i paesi d’Italia, forniscono uno sguardo fresco e inedito su borghi poco noti. Il suo modo di fotografare la gente di paese è attento ai dettagli e fedele alla realtà. Una abilità che nasce dal suo grande amore per le immagini che parlano le vere storie della gente semplice a cui basta uno sguardo per raccontare una vita. Giuliano conduce “Kodachrome”, un programma della neonata web-radio www.radiobarrio.it da lui ideato e condotto, che vedrà la messa in onda di tanti contributi sulla fotografia. La pagina della trasmissione è: radiobarrio.it/kodachrome/ Ogni sabato alle 20:00.


Sono qui. Seduto fra i ricordi. Il mio sguardo vaga lontano.


Va a quei giorni di giovinezza in cui bastava poco alla quotidianitĂ di strada per tingersi di teatrale drammaticitĂ .


Sorrido alla vita. Appoggio sicuro i miei ultimi anni all’esperienza vissuta nel genuino del mio paese. Luogo di giochi semplici, fonte di sano divertimento per quel bambino che anch’io son stato un tempo.



Correvo leggera. Non c’erano pensieri nei miei giorni di bimba felice.


Ora rifletto sugli anni passati, curva sul lavoro a cui tante ore le mie sapienti mani han dedicato nel trascorrere delle giornate.


Condividevamo lo stupore per le piccole scoperte. Come lo scorrere dell’acqua dal di dentro di una vecchia fontana. Qualcuno fra noi, invece, sfidava solitario la propria abilità con temerarie acrobazie, si trattasse quasi della propria esistenza.




Gli anni passano e siamo rimasti in due. Il tempo delle sfide è passato. Resta solo la volontà di comunione, e quell’acqua che scorre alla fontana.


dove andare Milano

londra Camden Fringe

Camden People’s Theatre, 58-60 Hampstead Road, Camden, London NW1 2PY Dal 29/07/2013 al 25/08/2013 Un evento estivo che offre più di 400 stravaganti performance nel nord di Londra. Potrete ammirare show di danza, poesia, commedia, teatro in un ambiente creativo e vivace, ricco di opportunità per mettere in mostra il proprio talento.

Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti Milano, Palazzo Reale Dal 21/02/2013 al 08/09/2013 Una mostra di pittura che raccoglie le opere della collezione Netter. Evento unico e imperdibile per apprezzare alcuni tra i dipinti più belli degli artisti “maudit” tra cui Amedeo Modigliani. E’ possibile ammirare opere come Elvira col colletto bianco (1918), Ritratto di Jeanne Hébuterne (1918) e Bambina in azzurro (1918) in cui lo stile del pittore livornese ritorna enfatizzando gli occhi grigi - “lo sguardo introspettivo”, le forme allungate e i colori saturi. Esposte anche opere di Soutine, Kisling, Utrillo e Krémègne.

www.mostramodigliani.it

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www.camdenfringe.com

Venezia Jazz Festival Venezia 16-31 luglio 2013

Un programma vario per questo Festival giunto alla 25a edizione: CONCERTI, pomeriggi letterari, JAZZ APERITIF, Laboratorio di Arte, Musica e Fotografia. Tutte le info su: www.venetojazz.com


Roma Cisternino (Brindisi)

Slow Emotion Weekender

Casalini di Cisternino, Cisternino (Brindisi) Sabato 22 Giugno 2013 CONTEMPORARY ENVIRONMENTAL ART VIDEO INSTALLAZIONI SONORIZZAZIONI IN VINILE Helmut Newton.

White Women / Sleepless Nights Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale , Roma fino al 21/07/2013 Una mostra che riunisce le fotografie di Newton raccolte nei suoi primi tre libri e divenute ormai pezzi d’arte contemporanea.

www.romeguide.it

Contaminazioni di linguaggi differenti, musica ed arte contemporanea insieme per sperimentare nuove dimensioni percettive in un contesto unico nel suo genere, i trulli di acquarossa, luogo di antiche radici

Barcellona Sant Joan

24/07/2013 La festa che celebra il solstizio d’estate, antica ricorrenza pagana per festeggiare la mezza estate - periodo di passaggio dentro la fase calante del sole, si festeggia a Barcellona con fuochi d’artificio e falò in spiaggia che durano tutta la notte. Riti propiziatori di fertilità e introspezione per celebrare l’inizio della seconda parte dell’anno solare. ...e dal 19/07/2013 al 04/08/2013 i campionati mondiali di nuoto.

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Back and Forth the 90's by

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Miss Emma Pilsbury


I ciclisti... Santo cielo i ciclisti! Aspettavo un’illuminazione ed eccola qui. Bershka mi pubblica una fotografia della campagna ss13 e...

PAM!

L’illuminazione!! I ciclisti non sono gli uomini che vanno in bici... cioè non solo! Sono i pantaloncini da ciclista che se sei nata come me negli “80-qualcosa” non puoi non avere indossato. Erano la versione estiva dei fuseaux,

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quelli che oggi chiamiamo leggings con una

elementari come tutte le mie compagne di scuola e mi sentivo ann o n c h a l a n c e inche dire da mia nonna credibile ma che una vol- che, rispetto alla mia ta trovavi al mercato sot- amica Angela “tanto mato il cartellone: FUSÓ. grolina” che persino i ciclisti non riuscivano a Eccoli, sono tornati. starle attillati, non ero Non sono l’unica cosa grassa, ma terrificante dei ‘90 che STAGNA. torna e nemmeno sono Molto bene... la cosa peggiore che ci potesse capitare, ma i Tutto somtempi sono bui e non mato non è ancora detta l’ultima sono creparola. State tutti pron- sciuta molti: potrebbero tornare i to nè in giubbotti dell’essenza. O lungo nè le buffalo (fatevi un giro in largo su topshop.com). Tremo e quindi al pensiero delle T-shirt molte delcon le impronte delle cose che le mani sul seno con la portavo scritta Don’t touch. potrebbero Ma torniamo a loro. andarmi ancora. Come la Indossavo i ciclisti alle

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meravigliosa tuta adidas in acetato rossa con strisce bianche che portava Robbie Williams nel video di, oddio cos’era?, never forget forse... Il video che avremo visto almeno un centinaio di volte perché Mark Owen baciava la telecamera e noi, di conseguenza, il televisore. Tralasciamo che il mio TT favorito era lui e che tutti mi prendevano in giro chiamandolo folletto, per favore! ^_^ Chissà se fra 20 anni riscopriremo la qualità degli

OneDirection come abbiamo rivalutato nell’ordine Duran, Spandau, TakeThat. Uno dei primi outfit di cui sono stata orgogliosa perché scelto contro il volere di mamma e nonna era così composto: una maglia multicolor a manica corta che lasciava scoperto l’ombelico e un paio di pantaloni con 5 tasche verdi.

La sobrietà non è mai stata il mio forte, lo so. Comunque, di certo i FUSÓ. non sono pantaloni, non mi convincerete del contrario!

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Avete presente quei profumi che evocano istantaneamente un ricordo? Una fotografia del vostro passato? Per me, oltre ai profumi, esistono vestiti. Quando mi capita di ritrovare qualcosa che non indosso da tempo e magari nemmeno indosserò più, si aprono

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i ricordi: quando l’ho comprato, quando l’ho messo la prima volta, chi era con me. Pochi giorni fa mi è capitato di riaprire il baule dei vestiti stivati nella cantina di casa dei miei ed è incredibile la quantità di “questo lo teniamo per ricordo!” gridati all’unisono con mia madre.


Mi sono tornati in mente un sacco di episodi di me bambinaragazzina che andavo a fare shopping con mamma e nonna. La nonna ai tempi era amica di tutte le commesse di Coin a Bergamo e l’andare in città mi faceva sentire grande. La nonna è sempre stata una fonte d’ispirazione enorme, oggi è un po’ meno attenta ma fino a pochi anni fa sapeva trovare nei meandri di casa quell’oggetto pazzesco

che potesse dare un tocco in più al mio abbigliamento del giorno. Anelli, occhiali, spille, tutto rigorosamente eccentrico... come lei.

Le cose trovate in cantina mi hanno ricordato quanto tempo sia passato e non solo perché EFFETTIVAMENTE è passato tanto tempo, ma anche perché sono vestiti che potrebbero tranquillamente essere indossati anche da una ragazzina oggi... Questo discorso è vecchio, la moda si ricicla e si

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reinventa, ma in questo ...e poi se Damon caso, la banalità lascia Albarn mi mette la spazio all’angoscia di avere davvero qualcosa tuta Umbro (anche se nell’armadio che possa vista la stagione magari essere definito vintage. Non sarà che sono diventata vec… ehm,

io

vintage anche ? Ora, voglio chiude-

re il cerchio back

and forth

dagli anni ‘90 e ovviamente sarà al concerto dei blur a luglio. Non mi farò mancare niente e vorrei tanto proporre un bell’outfit

comefosseilnovantacinque. 64

è più probabile una maglia del Manchester United) per una sera potrei anche


dimenticarmi che quelli che sono nati in quegli anni adesso sono

maggiorenni. 65


Venezia splendido rimpianto foto e testo di Federica Nardese

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Venezia.

Venezia.

Come definire Venezia? Un sogno tra le calli più nascoste, un ricordo per molti, una foto, un libro, una cartina per capire dove sei.

cos’è

Ma veramente Venezia? Venezia era un treno preso alle 7:09, era arrivare al dopo lavoro ferroviario per fare colazione, appena fuori dalla Venezia

Zattere

era

camminare

stazione.

veloci

per

andare

alle

con un freddo cane…

Come si fa a sapere cos’è Venezia se Venezia ti offre sempre qualcosa di sfuggente che si perde nel riflesso del canale? Ricordo quel giorno, tornando indietro dai Giardini a piedi - freddo e nebbia e buio così vivo nella memoria.

insolito

Il campanile ha un aspetto da quell’angolazione, perché lì ci vai solo se ti serve davvero, ma l’aspetto insolito dona a tutto un ulteriore fascino. 67


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Non si può sapere cos’è Venezia se Venezia non ti accoglie e ti offre la via come deve essere percorsa. Ti puoi perdere e non amarla davvero come merita di essere amata.

Perché è ostica e cattiva a volte e fredda, umida e faticosa.

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Non ha mezze misure nel suo essere roccaforte

danzante di un passato glorioso che filtra da ogni fessura. O la odi o la ami. Ma quando la ami è come tutti i più grandi amori,

anima

ti strugge l’ e ti rendi conto che Venezia è fatta di orgoglio, dolcezza, passione e, perché no...

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...splendido rimpianto. 74


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la casa consiglia

Fantasma

Ossi di Seppia

Everything Changes

Baustelle - 2013

Eugenio Montale - Mondadori 2003 - 1ª ed. originale 1925

Take That - 1993

Per cullare la visione delle immagini di Dario S., consigliamo l’ultimo album di Baustelle - Fanstasma. Temi importanti della vita narrati in musica da un gruppo che ama ricercare atmosfere del passato per darne una rivisitazione in chiave attuale. L’incertezza di tutte le certezze, la solitudine anche nei luoghi più affollati, la malinconia di vivere un presente sfuggente accompagnano il flusso delle canzoni, come un’onda continua d’ascolto.

Una raccolta di poesie in cui tutta la visione del mondo e delle cose, begninamente pessimista, di Montale trova espressione. La natura è arida, torrida e aspra. Gli ossi di seppia rigettati dal mare e lasciati a essicare sulla sabbia parlano del disagio esistenziale del poeta non più aulico, non più in sintonia con la natura, come nella tradizione a lui precedente. Eppure nell’antilirismo e nel quotidiano troviamo spunti di speranza e sprazzi di luce, ne I Limoni

e Ripenso al tuo sorriso (pag. 22) che ci accompagnano alla ricerca di un equilibrio diverso, per leggere il passato non con nostalgia ma in chiave critica, per pensare - anche - al miglioramento.

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Lo sappiamo: siamo dei provocatori. Non si può accostare Montale a un disco dei Take That, dite? Ma lo vogliamo fare perché la leggerezza del pop è fondamentale per darci l’energia di vivere positivamente. Una ragione in più per cedere alla tentazione della frivolezza: ripensare a come eravamo (chi c’era...) nel 1993 e vedere che, alla fine, ora non è poi così male. Trovando motivi per rendere tutto ancora più speciale.


SEI TU!!

Venezia è un pesce. Una guida Tiziano Scarpa - Feltrinelli 2000 La città che non è una città. La città unica, senza macchine, con ponti da salire e scendere, angoli da scoprire, odori da annusare. Scarpa ci regala un dipinto sensoriale di Venezia, raccontandola attraverso i 5 sensi. Un autore innamorato della sua città che la descrive con affetto, intelligenza, leggerezza al lettore. Un regalo inatteso, non una guida per turisti ma una poesia in prosa dedicata alla viaggiatrice che voglia andare per calli con occhi diversi... Con la voglia di stupirsi.

Qui mettici il tuo consiglio! scrivici e suggeriscici un libro, un testo, una canzone, una poesia, una fotografia, un autore, un album, un gioco, un dolce, una ricetta porta la tua storia dentro a quel suggerimento, diccelo con parole tue e noi saremo felici di pubblicarlo.

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La redazione ringrazia tutti gli ospiti tecipato a questo primo numero con entu volgimento.

E’ una sfida importante che ci avvolge Un’attività che vogliamo portare avan tezza che queste pagine potranno esse piene, sempre più interessanti... e so sempre più ricche di storie, emozioni, sigli, eventi.

Abbiamo bisogno di tutti voi: non limit ma mandateci le vostre idee e contribut pare insieme a questa esperienza.

Ci rivediamo in autunno col secondo nu AL SOGNO, in tutte le sue straordinari

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S >Plus e-magazine

i che hanno parusiasmo e coin-

e e appassiona. nti con la cerere sempre pi첫 oprattutto: immagini, con-

tatevi a leggere ti per parteci-

umero dedicato ie accezioni! Un particolare riconoscimento va a Total-Photoshop

http://www.youtube.com/user/TotalPhotoshop

senza i loro tutorial questo lavoro non avrebbe visto la luce.

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S>Plus

your +storytelling e-magazine.

torniamo in autunno con un numero dedicato

al Sogno... stay tuned:

scrivici: splus.emagazine@gmail.com twittacii: @s_plus_emag followaci: issuu.com/s-plus


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