Portfolio IUAV

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PORTFOLIO Universitá IUAV di Venezia Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura Laurea triennale Sofia Mattesini #273608




Istituto Universitario di Architettura di Venezia Facolta di Architettura Portfolio di Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura (ClaSa) Ordinamento D.M. L - 17 Marzo 2015

Informazioni Personali Sofia Mattesini Matricola #273608 Nata a Roma il 28/04/1993 Residente a Roma Nazionalita’ Italiana e Americana Telefono +39 3920896204 Email s.mattesini54@gmail.com

Sulla copertina, figura della ricostruzione del tempio di Agrippa. Tratta dal libro “Pantheon” di Flaminio Lucchini


SOFIA MATTESINI

Tirocini Ott. 2014 - Dec. 2014 Studio dell’Architetto Daniela Proietti, Roma Ott. 2013 - Feb. 2014 Comune di Portogruaro, Ufficio Urbanistica e Ufficio Ediliza Privata Formazione Sett. 2007 - Giu 2011 Liceo Robinson Secondary School Fairfax, Virgina (USA) IB Diploma 2011 Ott. 2011 - Marz. 2015 Istituto Universitario di Architettura Venezia (IUAV) Laurea Triennale in Scienze dell’Architettura Lingue Italiano - Madrelingua Inglese - Madrelingua Capacita’ tecniche e artistiche Disegno a mano libera, Autocad 3D, Archicad, Illustrator, Photoshop, 3D Studio Max, Rhinoceros


Introduzione Così come ogni processo di apprendimento, anche il mio percorso di studio si é sviluppato in fasi che mi hanno permesso di arrivare a completare questo portfolio. Questo processo è assimilabile alla preparazione di una tazza di thé. Anche se all’apparenza semplice, la preparazione di una buona tazza di thé, cosi come la preparazione di un buon architetto, sta nell’utilizzare gli ingredienti e gli strumenti giusti. E allo stesso modo è un processo che richiede tempo. ACQUA – L’acqua è essenziale nella preparazione del thé. Anche se il tipo di acqua, può cambiare, è un elemento di base, fondamentale. Nel mio portfolio, essa rappresenta i corsi di base, senza i quali una comprensione dell’architettura quale materia artistica e scienfica sarebbe stata impossibile. PENTOLINO – Oggetto forse dall’aspetto commune e banale, è invece un importante strumento nella preparazione del thé, poichè riscalda l’acqua che fa infondere il thé. Il processo si rispecchia nel mio percorso formativo, dove gli strumenti appresi permettono di applicare le conoscenze di base alla creazione dei progetti. THE’- Il thé deriva da un’unica pianta la Camellia Sinensis, che presenta una serie di variazioni a seconda della “fermentazione” della foglia che determinano poi il sapore e l’odore della tazza di thé. Allo stesso modo, i corsi di progettazione variano, dando allo studente una serie di capacità che sono diverse le une dalle altre. Alla fine ogni tazza di thé è diversa da quella precedente. Con questa organizzazzione dei diversi corsi e delle esperienze che ho seguito allo Iuav, non voglio intendere che il mio percorso formativo sia stato diretto e semplice come la preparazione di una tazza di thé. Questa metafora serve soprattutto a illustrare la logica del percorso che ho seguito in questi tre anni. Naturalmente ci sono vari modi di preparare una tazza di thè. Essi spaziano dal tipo di teiera o tazza usata, alla durata del tempo d’infusione, all’utilizzo di thè in bustina o sfuso. Quello che ho scelto di usare è il mio processo personale di preparazione, che sento rispecchi di più la mia esperienza allo IUAV.


INDICE

Conoscenze

Pagine

Storia dell’Architettura

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Storia dell’Architettura Contemporanea

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Viaggio Studio

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Viaggi Personali

25

Strumenti Teorie e Tecniche delle Costruzioni Storiche

35

Rappresentazione e Rilievo dell’Architettura

45

Laboratorio Integrato 1

53

Progetti Workshop 2012

75

Workshop 2014

85

Restauro

111

Laboratorio Integrato 3

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CONOSCENZE Storia dell’Architettura Storia dell’Architettura Contemporanea Viaggio Studio Viaggi Personali



Storia dell’Architettura Prof. Massimo Bulgarelli

La storia dell’architettura è un corso essenziale nel processo formativo, perchè serve ad acquisire una conoscenza di base dei diversi aspetti che compongono l’architettura, quale l’interpretazione e la comprensione di una disciplina figurativa, lo sviluppo delle forme nello spazio e il riflesso di un periodo storico su una struttura. E’ necessaria perche permette di vedere come l’architettura rispecchi i diversi posti e i diversi periodi storici, e come la cultura abbia influenzato la città e le strutture che la compongono, permettendo quindi di comprendere perchè l’architettura sia giunta fino ai nostri giorni in questa forma. Il corso includeva il periodo storico dalla fine del Trecento fino agli inizi del Seicento, focalizzandosi soprattutto sull’Italia. Nel percorso di studio sono state approfondite diverse architetture e il ruolo dei personaggi che hanno contribuito a formare l’Italia cosi come la vediamo oggi. Attraverso questo studio sono risultati evidenti i motivi dietro il permanere di queste strutture, quali la loro stabilità e resistenza nel tempo, il modo di adattarsi alle più disparate esigenze, la bellezza e la purezza delle forme.

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Pantheon

27 a.C. - 128 d.C. Per l’esame, ci è stato chiesto di approfondire una particolare architettura studiata in classe. Io ho scelto di approfondire il Pantheon romano. Anche se l’architettura non è compresa nel periodo storico approfondito nel corso, questa struttura è stata oggetto di lezione ed è stata spesso menzionata come punto di riferimento per molti architetti che costruirono tra il trecento e il seicento. La data esatta della costruzione del Pantheon è incerta ma si stima che sia stata commissionata da Agrippa nel 27 a.C. Nell’antichità venne distrutto e costruito più volte; si suppone quindi che in Pantheon nel suo aspetto attuale sia quello ricostruito dall’imperatore Adriano nel 128 d.C. Per l’epoca era una costruzione talmente spettacolare che la leggenda narra che l’interno del pantheon fosse riempita di terra per appoggiarvisi la cupola mentre veniva costruita. Poi una volta finita la costruzione, il popolo portava via la terra che si diceva fosse piene di monete d’oro. Per allora questa era l’unico modo per comprendere come una cupola di quelle dimensioni si reggesse in piedi. Le tecniche costruttive Romane per la costruzione del Pantheon furono molto ingegnose : anche se non si direbbe, il muro circolare che compone l’edificio è cavo, e all’interno si susseguono una serie di archi e pilastri che si basano su fondamenta continue circolari. Gli archi che compongono l’interno sono anche visibili dall’esterno, come corsi di mattoni disposti ad arco. In seguito venne trasformato continuamente a causa della cristianizzazzione di Roma e, durante il V secolo rischiò di essere demolito poichè visto come un simbolo alla vecchia religione pagana. Fortunatamente, nel 608 d.C. venne convertito in una chiesa cristiana, Santa Maria ad Martyres, essenzialmente un luogo dedicato a tutti i martiri e poi tutti i santi. Fino a X secolo il pantheon fu saccheggiato, soggetto ad alluvioni e usato anche come fortilizio. Fu restaurato, usato come tomba per gli artisti (infatti all’interno è seppellito Raffaello) e in un certo senso, usato come supporto per altri edifici che gli furono ammassati contro, come le torri del Bernini. Fu solo nel 1923 che vennero avviati dei restauri, dopo che divento la basilica Palatina dei reali d’Italia. Molti architetti del Rinascimento furono enormemente ispirati dalla struttura del Pantheon, tra cui Palladio e Piranesi che rappresentarono la struttura in più di un’occasione. Il Pantheon è un archetipo dell’architettura, modello indiscusso dello spazio circolare. All’interno si sperimenta la sensazione dello spazio vuoto, uno spazio dove cielo e terra si compenetrano; è una struttura simbolica, costruita per evocare sensazioni e pensieri, effetto che fa tutt’oggi. L’enorme cupola crea una sensazione di meraviglia; è fantastico che una struttura cosi immensa possa essere rimasta in piedi per così tanto tempo, come se fosse sorretta dall’aria. Il Pantheon è probabilmente l’unico edificio che risale all’antichità ad essere ancora in uso; un’opera veramente incredibile. 5


I luoghi del Pantheon nell’antichita’

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DOCUMENTAZIONE STORICA

Sezione longitudinale

Il Pantheon nel XVI secolo rappresentato da M. van Heemskerck

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Pianta del piano terra

*Tutte le figure qui riportate provengono dal libro “Pantheon”, di Flaminio Lucchini


Il Pantheon disegnato da Piranesi

Sezione del pronao secondo Palladio

Il Pantheon del XVIII secolo rappresentato da Piranesi

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ARCHITETTURE STUDIATE

Da sinistra verso destra: Filippo Brunelleschi 1377 - 1446 : Cupola di Santa Maria del Fiore, Ospedale degli Innocenti, Sacrestia Vecchia della Basilica di San Lorenzo Leon Battista Alberti 1399 - 1472 : Tempio Malatestiano, Facciata del palazzo Ruccellai, Facciata di Santa Maria Novella, Sant’Andrea a Mantova Donato di Angelo di Pascuccio (Bramante) 1444 - 1514 : Chiostro di Santa Maria della Pace, Tempietto di San Pietro in Montorio, Palazzo Caprini, Belvedere Michelangelo Buonarroti 1475 - 1564 : Facciata di San Lorenzo, Vestibolo della Biblioteca Laurenziana, Piazza del campidoglio Andrea di Pietro della Gondola (Palladio) 1508 - 1580 : Villa Trissino a Cricoli, Villa Almerico, Redentore Francesco Castelli Brumino (Borromini) 1599 - 1667 : San Carlo alle Quattro Fontane, Sant’Ivo alla Sapienza Architetture studiate degli architetti del periodo : Colosseo, Battistero di Firenze, San Marco a Venezia, Architetture con piu autori : Palazzo Ducale di Urbino, San Pietro a Roma 9


*Le figure sono state prese da internet, mentre le informazioni sono appunti del corso.

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Storia dell’Architettura Contemporanea Prof. Marco Pogacnik Così come lo studio delle forme architettoniche del passato, anche lo studio di opere contempornee è fondamentale per la formazione dell’architetto. Il corso di Storia dell’Architettura Contemporanea approfondisce temi e osservazioni che spesso si ritrovano nell’architettura di oggi, così come l’inserimento di un’opera architettonica in un contesto urbano, la riqualificazione delle città attraverso opere urbanistiche, la risposta a esigenze sociali, economiche e igeniche in condizioni di continuo cambiamento e l’abitabilità dei complessi dedicati non solo all’elite sociale, ma a tutta la popolazione. Sotto questi aspetti, l’architettura contemporanea risulta più comprensibile e più immediata all’architetto moderno e offre soluzioni piu facilmente applicabili alle questioni del giorno d’oggi. Il corso studiava il periodo storico incluso tra il Settecento e il Novecento, particolarmente riguardo all’Europa e all’America. Sono state approfonditi temi come l’iundustrializzazione e l’aumento della popolazione e come questi fenomeni hanno influenzato l’abitazione e la viabilità nei centri urbani; la creazione di nuove città all’esterno di grandi città pre-esistenti e l’impiego di nuovi materiali come il metallo e il vetro.

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Michaelerplatz

1909 - 1911 Per completare il corso ci e stato chiesto di approfondire alcuni soggetti studiati a lezione. Uno dei personaggi che ho approfondito è stato Aldof Loos e, in particolare, la sua opera piu importante : la casa sulla Michaelerplatz di Vienna. L’edificio venne commissionato nel 1909 da Leopold Goldman ed Emmanuel Aufricht, due sarti ebrei. La sartoria trattava merce di alta qualità che veniva usata nel palazzo reale e infatti sulla facciata sono posizionati stemmi reali e pubblicitari disegnati per attrarre la clientela e indicare uno stile di vita moderno. Poiche l’edificio si trova davanti alla Hofburg, il palazzo reale, è in una posizione piuttosto delicata. All’epoca uno dei grandi progetti di Vienna era di allargare le strade in modo da permettere una circolazione più agevolata. Quest’obiettivo veniva perseguito tramite la “Bauline”, un limite massimo all’occupazione della strada da parte dell’edificio. La parte dell’edificio in eccesso veniva demolito e il proprietario indennizzato(?). Lo stesso processso accadde con la sartoria di Goldman & Salatsch, che con l’indennizzo pagato riusciurono essenzialmente a ripagare i lavori di costruzionie. L’interno della sartoria fu costruito su più livelli, ma la facciata non tradisce la pianta. Il basamento è interamente rivestito di marmo cipollino, così come le colonne che sono interamente composte dello stesso materiale. Queste hanno l’apparente compito di reggere la fascia marcapiano in metallo che sembra inserita all’interno della muratura e svolge la funzione di separare il piano di lavoro e quello privato. Sulla facciata sono anche presenti degli stemmi di metallo: lo stemma araldico degli arciduchi e arciduchesse, lo stemma araldico del regno di Baviera, lo stemma della “k.k.Marine und Yachtgeschwaders”, e lo stemma del Club Automobilistico Austriaco di Vienna. Questi stemmi servivano come pubblicita, mostrando che la sartoria era frequentata dall’elite sociale Viennese, e anche per promuovere uno stile di vita sano e sportivo. Per completare l’opera vennero fatti numerosi disegni alcuni dei quali sono riportati qua sotto, per adattarsi alle legislazioni edilizie dell’epoca. Tuttavia, tutta l’opera di Loos mostra il suo stile lussuoso e imperituro. 13


Proposta di modifica della linea di costruzione della Herrengasse

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DOCUMENTAZIONE STORICA

18 gennaio 1910

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11 marzo 1910

4 aprile 1910

25 luglio 1910

25 luglio 1910

27 settembre 1910


11 novembre 1910

11 novembre 1910

14 novembre 1910

27 dicembre 1910

14 luglio 1911

3 maggio 1912

Le diverse soluzioni per i dettagli della facciata *Le figure sopra presenti derivano dal libro “Adolf Loos e Vienna� di Marco Pogacnik

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ARCHITETTURE STUDIATE

Da sinistra verso destra: Giovanni Battista Piranesi 1720 - 1778 : Carceri, Basilica di Massenzio Claude Nicolas Ledoux 1738 - 1806 : Chateaux de Benouville, edificio per le guardie agricole, Saline di Chaux Karl Fredrich Schinkel 1781 - 1841 : Gendarmentmarkt, Altes Museum Otto Wagner 1841 - 1918 : Majolikahaus, Post Parkasse, Villa Wagner, Adolf Loos 1870 - 1933 : Haus Steiner, Haus Muller, Haus Honer, Haus Moller Frank Lloyd Wright 1867 - 1959 : Frederick C. Robie House, Johnson Wax Administration Building, Hauffman House Ludwig Mies van der Rohe 1886 - 1969 : Padiglione di Barcellona, Tugendhat house, Seagram Building Opere in metallo : Coalbrookdale Bridge, Fourth Bridge America : Manhattan Bulding, Guaranty Building 17


*Le figures ono state prese da internet, mentre le informazioni sono appunti del corso.

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Viaggio Studio Prof. Marco Pogacnik Il viaggio studio è un’esperienza importante per la formazione architettonica, perchè permette di toccare con mano ciò che si è stato studiato in classe, e mostra le infinite e piccole differenze tra il progetto cartaceo e il progetto nella realtà. Il viaggio prevedeva un giro nel sud dell’italia, con la visita di città come Fiuggi, Sabaudia, Marcianise, Pozzuoli, Potenza, Matera, Terni, e delle varie opere architettoniche che si trovavano lungo il percorso appartenenti al periodo dell’immediato dopoguerra. Le particolari strutture che abbiamo visitato erano per lo più abbandonate e in certi casi totalmente sommerse dalla natura, o semplicemente ignorate dalle persone che vivono nella loro prossimità. Tuttavia, ad un’occhio appena piu esperto appare evidente che sono stutture di grande importanza per quanto riguarda l’utilità, la forma e il materiale. Qualche esempio potrebbe essere il Villaggio Matteotti a Terni, una struttura abitativa che promuove un senso di communità anche se purtroppo è oggi abitato solo in piccola parte, o le fabbriche di ceramiche, stutture importanti per via della forma innovativa, le grandi luci che sono in grado di coprire senza sostegni e la luminosita naturale che filtra all’interno; anche queste quasi completamente abbandonate. Con questa visita abbiamo avuto modo di conoscere importanti autori dell’ingegneria e dell’architettura italiana del dopoguerra come Giovanni Michelucci, Luigi Moretti, Angelo Mangiarotti, Marco Zanuso Olivetti, Sergio Musmeci e Giancarlo de Carlo.

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Ponte sul Basento, Potenza 1971 - 1975

Prima di partire per il viaggio studio, ad ogni coppia di studenti è stato richiesto di studiare un’opera che avremmo visitato, per poi poterla spiegare ai compagni di corso. La stuttura che è stata assegnata a me e alla mia compagna era quella del Ponte sul Basento a Potenza, ideato dall’ingeniere Sergio Musmeci come risposta al bisogno di nuove infrastrutture nel dopoguerra. Questo è stato un periodo di grande sviluppo per l’ingegneria italiana, in cui si è potuto sperimentare con nuovi concetti quale la copertura di grandi luci, l’inserimento di nuove strutture nel contesto urbano e l’utilizzo del cemento armato precompresso. Il ponte è fatto in calcestruzzo, ed e frutto di una serie di calcoli matematici che Musmeci applico per trovare la “superfice minimale”, cioe la forma ideale che permette il minor uso di materiale possibile mantenendo comunque la struttura stabile. La bellezza della forma sta nel fatto che esprime con chiarezza la propria funzione, mostrando le forze intene che la compongono. Non c’e niente di superfluo nell’architettura di Musmeci. Questa forma ideale quindi non e un dato di partenza ma il risultato di calcoli sulle forze esterne che agiscono sulla struttura e dell’ambiente circostante, quali il peso delle macchine e lo sforzo del vento. Si sviluppa su quattro campate di 69,20 metri ed è interamente ricoperta da una membrana di calcestruzzo di 30 cm; il tutto è stato pensato come una superfice a compressione uniforme. Il progetto originiale consisteva anche di un passaggio pedonale sotto il ponte che pero’ non e mai stato realizzato. Per trovare questa forma, Musmeci provò a ricreare una serie di plastici usando materliali facilmente malleabili, come il sapone, persplex e microcemento.

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*Le figure in bianco e nero derivano dall’articololo “il Ponte sul Basento di Sergio Musmeci. Il progetto della forma strutturale prima dell’avvento del calcolo automatico” di Rinaldo Capomolla

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ARCHITETTURE VISTE

Da sinistra verso destra: Fabrizio de Miranda : Ponte dell’Indiano Luigi Moretti : Terme di Fiuggi Luigi Piccinato con Gino Cancellotti, Eugenio Montuori, Alfredo Scalpelli : Piano Urbanistico di Sabaudia. Angiolo Mazzoni : Palazzo delle Poste di Sabaudia Figini - Pollini : Stabilimento Ceramiche Pozzi Luigi Cosenza : Fabbrica Olivetti a Pozzuoli Cave di Matera Ludovico Quaroni : Quartiere e chiesa della Martella, Matera Mario Ridolfi, Wolfgang Frankl : ricostruzione della citta di Terni Giancarlo de Carlo : Villaggio Matteotti Giovanni Michelucci : Chiesa dell’Autostrada

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*Documentazione fotografica da repertorio personale

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Viaggi Personali Durante questi tre anni, lo studio dell’architettura mi ha indotto a esplorare di persona i soggetti studiati in classe, scegliendo mete ricche di architettura antica o contemporanea. Solo in questo modo é davvero possibile capire come avviene la creazione di una struttura o di un oggetto architettonico, così come l’unico modo veramente efficente di imparare una lingua é andare in un posto e cominciare a parlarla. La lingua dell’architettura cambia in ogni posto, addirittura ogni quartiere e ogni strada; solo immergendosi in questo flusso continuo di parole e di espressioni, è possibile comprendere come fare architettura. In questi viaggi, ciò che ho notato in modo più immediato non sono state le singole strutture, ma la loro combinazione nel contesto urbano. Quello che si coglie camminando per le strade, è il carattere del luogo stesso, in un certo senso la sua personalità, quello che filtra tra le stratificazioni di epoche diverse, i rimasugli di una storia passata o l’anticipazione di qualcosa che dovrà essere costruito. Anche le aree di degrado sono importanti per una localitá quanto lo sono le strutture di cui è più orgogliosa. Tutto ciò che avviene nel contesto urbano caratterizza profondamente un luogo e di conseguenza anche le architettura dalle quale è costruita. Con questo non voglio implicare che le singole strutture si perdono in un contesto piu ampio; dopotutto sono loro che determinano il carattere della città. Nei luoghi che ho visitato, ogni struttura è come la gemma di una corona: unica ed essenziale.

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*Documentazione fotografica da repertorio personale



BERLINO 2013

Da sinistra verso destra Museo Ebraico, Reichstag, Gendarmenmark, Monumento dell’Olocausto, Potsdamer Platz, Altes Museum 27


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ATENE 2014

Da sinistra verso destra Agora’ Romana, Portico delle Cariatidi, Teatro di Epidauro, Tempio di Apollo a Delfi, Tempio di Poseidone a Capo Sounion, muratura nel Santuario di Delfi 29


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BARCELLONA 2014

Da sinistra verso destra Casa Batlllo, Hommage a la Barceloneta, Sagrada Familia, Palau della Musica Catalana, La Pedrera, Padiglione di Mies Van Der Rohe 31


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STRUMENTI Teorie e Tecniche delle Costruzioni Storiche Rappresentazione e Rilievo dell’Architettura Laboratorio Integrato 1



Teorie e Tecniche delle Costruzione Storiche Prof. Paolo Faccio Uno degli strumenti fondamentali per l’architetto è la conoscenza dell’edificato che lo circonda. Con questo corso, lo studente impara le tecniche e gli strumenti per decodificare l’elemento che ha davanti, che si tratti di una facciata o una muratura storica. In questo modo è possibile capire le ragioni per l’aspetto della struttura, gli interventi che ha subito e finalmente il motivo per cui giunge fino ad oggi in questa forma. Il corso approfondiva la relazione tra l’idea progettuale e le tecniche di realizzazzione nel tempo, notando come nell’architettura storica questi due aspetti sono fortemente legati mentre nell’architettura contemporanea le due cose sono percepite separate. Questo fraintendimento sia dell’idea progettuale originale che dell’aspetto tecnico strutturale causa danni soprattutto quando si tratta di interventi di restauro. In questo corso quindi l’obbietivo è stato di comprendere l’idea progettuale e le struttura tecnica dell’edificio basandosi sul,l’aspetto fisico comprensibile all’esterno.

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C’a d’Oro 1412 - 1436

Per comprendere meglio la tecnologia e le metodologie costruttive di un’edificio storico, ci e stato chiesto di scegliere un’elemente architettonico come una muratura e scoprire il perchè e stata costruita in quella maniera. Personalmente, sono sempre stata affascinata dall’architettura di Venezia e per questo ho scelto di analizzare la Ca d’Oro, uno degli edifici piu rilevanti affacciato sul Canal Grande. La ricerca bibliografica sulla C’a d’Oro e stata estremamente utile perchè esiste una documentazione estensiva sugli interventi che ha subito e perchè oggi è arrivata a noi nella sua forma attuale. Il palazzo precedete sul sito, Palazzo Zeno, fu comprato da Marino Contarini nel 1412 che lo distrusse ma riutilizzò alcuni elementi nella Ca d’oro. La costruzione della facciata finí nel 1436. Dopo il suo completamento, l’edificio fu pesantemente modificato finchè il Barone Giorgio Franchetti lo comprò nel 1894 e lo ripristinò al suo stato originale e, in seguito, lo donò allo stato italiano. La mappatura dei materiale non solo ci permette di ottenere una migliore comprensione dell’aspetto estetico della facciata ma anche della fortuna e dello status sociale di Contarini. La facciata infatti è costruita principalmente da marmi preziosi e, in alcuni punti, era dipinta e ricoperta d’oro. Tutta la facciata rifletteva l’ambizione di Marino Contarini di diventare Doge di Venezia. L’aspetto asimmetrico della facciata è dovuta soprattutto al fatto che su di essa hanno lavorato maestri diversi, ognuno con un suo specifico bagaglio culturale che ha influenzato la loro percezione estetica. Questo perchè l’Italia del ‘400 era assai frammentata e ogni città aveva una cultura specifica. Giovanni e Bartolomeo Bon per esempio erano Veneziani, per cui si riferivano soprattutto a edifici Veneziani come il Palazzo Ducale. Matteo Raverti invece era di origine Milanese per cui faceva riferimento alle architetture tipiche della sua città. Altro motivo del perchè la facciata ha un aspetto cosi frammentario è che fu costruta essenzialmente separata dal resto della struttura e fu ancorata alla massa principale. L’aspetto della facciata riflette anche il carattere volubile di Contarini che cambiava spesso idea riguardo al suo palazzo. Anche se la C’a d’Oro rimane un gioiello veneziano, fu pensantemente modificata alla fine della sua costruzione per via della decadenza, mancanza di mantenimento e l’intervento dell’architetto Giambattista Meduna. In alcuno punti é ancora possibile vedere questi interventi nell’edificato.

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L’ala Ovest è costruita soprattutto in pietra, occupata quasi interamente dalle logge di Raverti e le finestre al lato, che le donano un’aspetto leggero ed elegante.

Elemento di divisione delle due ali, decorato con pannelli di pietra derivanti dal precedente palazzo Zeno.

L’ala Est è fatta interamente di mattoni e ricoperta di lastre di marmo attaccate tramite dei giunti di metallo. Le finestre sono semplicemente delle aperture nella massa muraria.

Pianta piano terra

Pianta primo piano

Pianta secondo piano 38


MATERIALI

Colore

Foto

Denominazione Pietra d’Istria

Broccatello Veronese Marmo Bianco

Marmo Striato Pre-esistenze del palazzo Zeno Ferro

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MAESTRI

Bottega di Giovanni e Bartolomeo Bon

Bottega di Matteo Raverti

Niccoló Romanello

Antonio di Martini

Marco d’Amadio

Antonio Buranello

Bartolomio e Curim

Stefano Fasan

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MODIFICHE

Cambiamenti avvenuti entro il 1844

Cambiamenti avvenuti dopo il 1846 (dall’architetto Giambattista Meduna

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Numero

1

2

3

4

Foto

Oggetto

Merlatura

Archetti

Esafore logge inferiori

Esafore logge superiori

Descrizione

Un’aquarello di J.B. Waring del 1844 ci mostra che la parte della merlatura nell’estremitá destra era andata perduta. Venne poi ripristinata nel 1900, ma è difficile vedere l’esatta posizione dell’intervento dato che i nuovi pinnacoli sembrano uguali agli originali.

Gli archietti di Bon sotto la merlatura furono tamponati e ripristinati nel 1900 dal Baron Franchietti. E’ tuttavia difficle vedere i segni dell’intervento e del ripristino anche se è possibile che la profonditá degli archetti sia cambiata rispetto alle specifiche indicazioni di Contarini che era di “3/4 di un piede”.

Le esafore della loggia inferiore di Raverti vennero tampontate, anche se prima del 1900 vennero ripristinate. Non sono visibili i segni del tamponamento. I giunti di malta che sono visibili in determinate parti delle esafore sono conseguenza della posa in opera delle pietre. Considerato che la loggia deve mantenere un peso consistente, è probabile che le armature di ferro siano state ripristinate una volta tolta la tamponatura.

Anche le esafore della loggia superiore vennero tamponate e poi ripresintate nel 1900. Come nella loggia inferiore è difficile distinguere tra segni del tamponamento e i giunti di malta che sono una conseguenza della posa in pera delle pietre.

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5

6

7

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Balconi

Arcate sulla riva

Finestre inferiori dell’ala Est

I balconi di Niccoló Romanello furono completamente distrutti e modificati negli anni successivi alla costruzione del palazzo. Differenze principali includono la base dei balconi che originariamente erano fatte di marmo rosso e le decorazioni delle colonnine, che sono particolarmente meno erose del resto della facciata.

Parte del “Canton di Buranello” si staccó prima del 1844, probabilmente a seguito del tamponamento delle due arcate all’estremitá sinistra della riva. in seguito è stato ripristinato utilizzando la pietra, ma l’elemento decorativo è stato scolpito in modo grezzo che rende evidente un successivo intervento

L’architetto Meduna aggiunse due finestre nella parte inferiore dell’ala Est. il Baron Franchetti rispristinó le finestre originali e tappó le finestre aperte da Meduna. L’intervento è visibile per via della colorazione piu accentuata nella parte inferiore delle finestre e per la diversitá del livello di corrosione tra le pietre sotto il balcone e quelle che invece sono al posto delle finestre tamponate.


DOCUMENTAZIONE STORICA

The C’a d’Oro and the Grand Canal, 1833, E. Lessore (Victoria and Albert Museum, London)

The C’a d’Oro, 1844, J.B. Waring (Victoria and Albert Museum, London)

The C’a d’Oro and the Grand Canal, 1850, Lefevre (Victoria and Albert Museum, London)

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Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura Prof. Emanuele Garbin

Il rilievo e la rappresentazione dell’architettura é forse il corso nella quale si conosce piu intimamente l’architettura. Il corso si concentrava nella comprensione della rappresentazione dell’oggetto architettonico, considerando come gli strumenti di disegno influenzano la percezione dell’oggetto. Il disegno non viene considerato con una descrizione ma come un processo di interrogazione, ragionando sull’”essere” delle cose non tramite parole ma tramite immagini. In questo senso il disegno si mette in relazione non solo con le tecniche costruttive ma anche con il pensiero filosofico e artistico con la quale l’oggetto architettonico viene creato. Assieme all’aspetto teorico di quello che vuol dire rappresentare un oggetto architettonico, il corso ha esplorato le applicazioni pratiche dei metodi moderni di ricostruzione, usando come esempio una delle architetture piu interessanti di Carlo Scarpa : la Tomba Brion a San Vito d’Altivole in Veneto.

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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

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*Documentazione fotografica da repertorio personale

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Tomba Brion 1970 - 1978

Poichè la Tomba Brion è così piena di simboli, temi e pecularità dell’architetto, l’esercizio era quello di scegliere una parte significativa della Tomba e trovare un tema attraverso la quale spiegare quella parte dell’architettura. Il tema che ho scelto è stato quello dei passaggi pedonali. Ho usato questo tema per mostrare come Scarpa guida il visitatore attraverso la Tomba Brion. Un esempio è il modo in cui all’ingresso le scale non sono centrali ma sono posizionate leggermente a sinistra, invitando quindi il visitatore a girare a sinistra davanti agli anelli nella muratura. Il rilievo è stato completato in quattro fasi: la fase di apprendimento effetuata attraverso ricerca bibliografica, misurazioni in loco e fotografie; la fase di approfondimento, che consiste nello scegliere un tema e cercare di capire i motivi di una particolare rappresentazione; la ricostruzione dell’oggetto architettonico attraverso programmi come Autocad; e la comprensione dei materiali usati per creare quell’oggetto specifico e la loro mappatura con 3D Studio Max.

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PIANTA

2

3 1

4

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1

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RILIEVO

3

4

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Laboratorio Integrato 1 Maison le Sextant Prof. Esther Giani Prof. Matteo Guardini Prof. Agostino De Rosa

Laboratorio Integrato 1 è il primo vero approccio all’architettura che ho avuto allo IUAV. Una disciplina completa che spazia dall’analisi dell’edificato pre-esistente ai primi tentativi di pianificazione. Le basi fondamentali insegnate nel corso riguardano la triade Vitruviana, Utilitas, Firmitas e Venustas, concetti fondamentali ma che con il passare di questi anni mi sono accorta spesso vengono ignorati. Il corso ha insegnato il rispetto per il contesto naturale e urbano assieme alle sue architetture precedenti, norme riguardo all’aspetto abitativo, la differenza tra spazio servito e servente e una serie di infite cose senza la quale diventare un’architetto risulta impossibile. Il corso é costituito a sua volta da tre corsi strettamente collegati: Elementi Costruttivi, Elementi di Progettazione architettonica e Caratteri Tipologici, Elementi Geometrici della Rappresentazione. Tutti e tre I corsi convergono per costruire un’unico progetto. L’obiettivo del corso è stato quello di studiare un’opera di Le Corbusier, comprenderne la sua struttura e il modulo usato per costruirla, e infine progettare una casa per una badante. Io e la mia compagna abbiamo scelto di approfondire la Maison Sextant, che si trova a Palmyer Les Mathes in Francia e fu costruita nel 1935. Nella prima fase di progetto era necessario capire come la struttura venne costruita e che materiali furono utilizzti. Anche se la casa ha un aspetto semplice all’esterno, il modo in cui le murature di pietra e la carpenteria di legno lavorano insieme è in realtà molto complesso. Poichè la documentazione relativa a questi elementi strutturali è assai scarsa, abbiamo ricreato le piante e I prospetti della Maison Sextan cercando di risalire alle sue particolarità e al modulo usato per costruirla.

53



DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

55


*Le figure presentate provengono da materiali del corso

56


DOCUMENTAZIONE STORICA

57


STRUTTURA

*Le figure seguenti sono scansioni di tavole fatte a mano e a matita

58


PIANTE

Piano terra

Primo piano

59

Modulo


PROSPETTI

Prospetto Nord - Est

Prospetto Sud - Ovest

Sezione delle scale

60


Laboratorio Integrato 1 Casa per la badante La seconda fase di progetto, una volta compresa la costruzione della struttura di Le Corbusier, era quella di progettare una casa per la badante, qualcuno che si prendesse cura degli abitanti all’interno della Sextant. Questa fase era individuale; il nuovo edificio da me progettato è attaccato alla casa di Le Corbusier, formando una struttura a L. l’idea dietro questo progetto era di riutilizzare alcuni elementi della Sextant, quale uno dei muri portanti e le scale che sono esterne alla casa. I materiali che ho usato in questo progetto sono gli stessi della casa originale, pietra per le murature e legno per gli infissi e la carpenteria in modo da dare al progetto un senso di continuita. Tutto il progetto è disegnato a mano, per cui la maggor parte delle immagini sono risultati di scansioni, mentre il plastico è in carton legno e carson bianco.

61


*Le figure seguenti sono tavole disegnate a a mano ricalcate utilizzando Autocad

Pianta copertura

62


Sezione Nord - Est

63


Pianta del secondo piano

64


Dettaglio della vetrata

65

Dettaglio della porta


Dettaglio infissi vetrata

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PLASTICO

67

Plastico in carton legno


Plastico in carton legno e canson bianco

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Laboratorio Integrato 1 Elementi Geometrici della Rappresentazione Prof. Agostino De Rosa

Mentre tutti e tre I corsi di Laboratorio Integrato 1 convergono per costruire un’unico progetto, il corso di Elementi Geometrici della Rappresentazione comprende anche una parte di studio separato, allo scopo di approfondire temi come la logica della costruzione di forme geometriche tramite strumenti di base di disegno. Questa parte del corso approfondisce la conoscenza dei metodi scientifici finalizzati all'interpretazione e alla rappresentazione dell'architettura. La disciplina si propone di tradurre forme e relazioni spaziali nelle corrispondenti forme e relazioni piane, secondo le leggi della Geometria proiettiva, per esemio le omologie di Monge e la costruzione attraveso strumenti di disegno quale squadra e matita di forme semplici rappresentate nelle diverse prospettive. La secondaria parte del corso approfondiva i fondamenti di geometria descrittiva tramite l’uso di programmi digitali come il programma Rinoceros. In questo modo abbiamo creato un capitello partendo da un’immagine della sua pianta e del suo prospetto, ricostruendolo insieme alla sua ombra. In questo corso abbiamo acquisito quelle nozioni teoriche e pratiche, necessarie e fondamentali al processo di lettura, comprensione e configurazione dello spazio architettonico.

69


70 Omologia del cono nel metodo di Monge


N'

M' O' A' B'

L'

P'

I'

U'

G' H' F'

Q' C'

N B A

P

O

C

M

Q

U G H

F

L

S

I

R E

71

Omologia del curvilineo nel metodo di Monge

D

S'

E' R' D'


RENDER

Render del capitello Mcgoodwin

72


PROGETTI Workshop 2012 Workshop 2014 Restauro Laboratorio Integrato 3



Workshop 2012 Urban Regeneration Prof. Jinyoung Chun Prof. Milena De Matteis Il Workshop estivo è un laboratorio che permette un’interazione più immediate con aree e metodologie di progetto e si sviluppa nell’arco di tre settimane. Il nostro Workshop aveva come obiettivo la riqualificazione di una delle isole che compone la Giudecca, Sacca San Biagio. L’isola in questione, come le altre sacche, è di natura artificiale costruita tra gli anni trenta e gli anni cinquanta. Vien chiamata “Isola delle Scoasse” per via dell’inceneritore che c’era tra il 1973 - 1985, ma che in seguito e’ stato demolito. L’isola si estemnde per 40.600 mq ed è considerata un sito inquinato che necessita una bonifica. Si trova a ovest di Sacca Fisola, connessa con il resto della Giudecca tramite un ponte. L’isola a cui Sacca San Biagio è connessa è attualmente occupata dalla strutture della VERITAS; un sopralluogo ha verificato che non e possibile ad accedere alle due isole. Il corso prpoponeva tre tipi d’intervento: “Greening Garbage”, “Interlude” e “Built Layering”. L’intervento assegnato al nostro gruppo di progetto e stato “Interlude” che consiste nel ricoprimento del terreno da bonificare con un cappa di terra di 1.5 m, rendendo lo spazio agibile ma incapace di sostenere strutture permanenti. Altri vincoli dell’area di progetto sono stati i margini dell’isola e lo sviluppo del progetto nel tempo. Su Sacca San Biagio quindi è stato necessario immettere strutture temporanee, come attrezzature da campeggio, sportive o culturali. Oltre al progetto stesso, il Workshop incoraggiava un’interazione tra studenti Italiani e Coreani che erano in viaggio studio a Venezia. In questo modo non solo abbiamo imparato a progettare in Inglese (poiche gli studenti Coreani non parlavano Italiano) ma anche di apprendere il modo in cui architettura viene studiata un un’ambiente totalmente diverso dal nostro e dunque di comprendere meglio quali sono le debolezze e le forze della nostra educazione rispetto a quella Coreana. Il plastico concettuale mostra diversi contenitori con un materiale, ogniuno la quale rappresenta una funzione diversa come l’aspetto naturalistico o l’aspetto strutturale. Ogni contenitore è connesso da un filo, i diversi fili sono i diversi gruppi della popolazione come il grafico nella pagina precedente. In questo modo e’ evidente che ogni aspetto del progetto e stato pensato in relazione alla comunità per creare un’ambiente diversificato ma unito e dinamico.

75



ANALISI DELL’AREA CIRCOSTANTE 1 - IUAV 2 - Magazzini IUAV 3 - Dipartimento linguistico, C’a Foscari biblioteca 4 - Campo da calcio 77

5 - Piscine comunali e altri luoghi per sport e tempo libero 6 - Verde attrezzato 7 - Residenze per studenti 8 - Residenze per studenti, e teatro

Linee del vaporetto nuove Linee del vaporetto esistenti


ANALISI DEI DIVERSI GRUPPI SOCIALI

78


APPROCCIO ALL’AREA DI PROGETTO

79


80


MASTEPRPLAN

81


PLASTICI

Plastico in carton legno Plastico concettuale

82


RENDER

83


Render del progetto

84


Workshop 2014 Marghera futura 2.0 Bvck Perović Arhitekti

Il Workshop estivo era incentrato su un’area piuttosto problematica e fonte di molti progetti : l’area di Marghera vicino a Venezia. In particolare, il progetto provedeva la riqualifiazione e il riutilizzo dell’isola dei gasometri a Marghera. Il processo di progetto dell’area è stato suddiviso in 3 fasi. La prima fase prevedeva la comprensione dei probemi dell’area, ovvero la storia dell’isola, la documentazione fotografica, la connessione dell’area al resto della laguna, flora e fauna e I problemi ecologici quale l’inquinamento. Queste informazioni sono state raccolte da gruppi di studenti; il mio gruppo era incaricato di raccogliere informazioni sulle questioni ecologiche. La seconda fase del progetto consisteva in interventi di pulizia dell’isola, tramite la vegetazione o metodi piu invasivi. Nel nostro gruppo abbiamo scelto di usare vegetazione sia acquatica che terrena per assorbere l’inquinamento dalle aree industriali ancora funzionali di Marghera. La terza fase trattava il riutilizzo dell’isola e volendo anche delle sue strutture pre-esistenti, in questo caso una serie di gasometri di diversa dimenzione. Il nostro gruppo ha decisio qui di riutilizzare l’isola come una nuova Biennale di Venezia. In questo modo, gli edifici che compongono la Biennale e che sono sparsi ai Giardini delle Biennale, all’Arsenale, al Lido e in giro per la citta’ di Venezia possono essere raccolte in un’unico spazio. Dato che la Biennale è chiusa per la maggior parte dell’anno ed è visitabile solo per alcuni mesi, anche questi spazi lo sono. Spostando la Biennale sull’isola di Marghera sarebbe possibile riprendere possesso di questi spazi per la popolazione veneziana e usarli durante tutto l’anno. L’isola viene scavata e frammentata in tante piccolo isole, formando un’arcipelago culturale. Il motivo dietro quest’intervento è quella di richiamare la particolarità di Venezia con I suoi canali, frammenti connessi tramite ponti. Altro motivo è quello di facilitare la depurazione dell’acqua tramite la vegetazione marina. Ogni isola risulta diversa dall’altra e crea così un’ambiente interessante e diversificato. La particolarità dei padiglioni e che ognuno ha una struttura esterna permanente mentre quella interna e’ temporanea e quindi può essere cambiata in base alla esibizioni o ai paesi che prenotano quello spazio. In questo modo è possibile riutilizzare l’isola per altri eventi culturali anche quando la Biennale è chiusa. Infine dato la grandezza dell’isola, è necessario progettare anche una linea di traghetti interna all’isola e che cominichi con Venezia. 85



INQUINAMENTO

Inquinamento terrestre di diossina

Inquinamento terrestre di piombo 87

Inquinamento terrestre e marino di diossina

Inquinamento terrestre e marino di piombo


Inquinamento terrestre di cloruro di vinile

Gravitå dell’inquinamento a Venezia e Marghera

88


SCHIZZI

1

4

89


2

3

5

6

100


PRODUCED BY AN AUTODESK EDUC

PROGETTO DI DEPURAZIONE DELL’ISOLA

requilified soil

algae

PRODUCED BY AN AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT 101

Popolus Pioppo ibrido

Helianthus Rigidus Girasole selvatico

Typha Latifolia Mazza sorda

Nymphaea Alba Ninfea comune

Thlaspi Alpestre Erba storna alpestre

Alyssum Wulfenianum Alisso

Schoenoplectus Lacustris Lisca lacustre

Nuphar Lutea Ninfea gialla

Sambucus Nicra Sambuco

Photinia Fotinia

Chrysopogon Zizabuiudes Vetiver

Potamogenton Crispus Lattuga ranina

Brassica Napus Colza

Cladium Mariscus Canneto

Carex Elata Carice spondicola

Trapa Natans Castagna d’acqua

Brassica Juncea Senape indiana

Phragmmites Australis Cannuccia di palude

Juncus Effusus Giunco comune

Lemna sp Lenticchia d’acqua


AUTODESK EDUCATIONAL PRODUCT

PIANTA DEPURAZIONE

102


ANALISI DELL’AREA DELLA BIENNALE

Area attualmente occupata dalla Biennale

Area occupata dalla Biennale sull’isola 103


CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Roofing with services and administration Types of pavilion

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Expo

Axonometric view Reference

CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK

Plan

PADIGLIONI

104


Alghe Le alghe hanno la capacita di ripulire e purificare l’acqua. Sono posizionate all’interno di Marghera dove i canali sono piu inquinati.

Mobilita’ interna Poiche’ l’area dell’arcipelago è cosi vasta è necessario avere una linea di traghetti assieme ad aree di parcheggio per le barche dedicati a visitatori privati.

Isole Sud Le isole posizionate a Sud sono coperte di vegetazione per agire come zona di protezione dall’inquinameno che proviene dalla isole di Marghera che sono ancora produttive.

105


MASTERPLAN

Cinema e Teatro Oltre alla Biennale, l’isola puo anche ospitare il Film Festival di Venezia che si tiene a Settembre. Quest’area è dedicata alle arti rappresentative e come il resto dell’isola è accessibile tutto l’anno.

Servizi Ogni padiglione è accessibile con un biglietto individuale, permettendo cosi al visitatore di vedere tutta la Biennale nell’arco di qualche giorno. Tutti i padiglioni offrono servizi diversi come bagni, aree ristoro e negozi.

Padiglioni Tutti i padiglioni della Biennale hanno una disposizione interna diversa per creare un percorso di visita diverso e dinamico. La struttura esterna è una griglia che permette di creare partizioni interne modificabili.

106


FOTOMONTAGGI

107


108


ESPOSIZIONE

109


PLASTICI

Plastico in carton legno, plastica e metallo

110


Restauro

Prof. Eugenio Vassallo Restauro, assieme alla storia, insegna il valore del nostro passato architettonico. Una combinazione tra storia e progettazione, il corso include aspetti significativi di entrambe le discipline, insegnando il rispetto per le strutture esistenti e il valore di ogni piccola parte di quella struttura. Assieme a questo aspetto, il corso considerava questioni come il rilutilizzo e la riqualificazione, spronandoci a considerare cosa vogliono dire da un punto di visto teorico i diversi interventi di restauro. L’oggetto di questo corso era l’analisi e il riutilizzo di una serie di spazi sotto un cavalcavia in prossimità della stazione ferroviaria di Treviso. Come nella maggior parte dei corsi che ho fatto, anche qui la prima fase trattava la comprensione della composizione strutturale e materiale di questi ambienti. Poichè si tratta una struttura in decadenza, è stato impossibile entrare in questi spazi, ma attraverso sopralluoghi e ricerche è stato possibile ricreare la pianta interna e capire che la struttura è costituita principalmente di travi e pilastri prefabbricati in calcestruzzo secondo il metodo di Hennebique. La seconda fase è stata la mappatura, sulla superficie dell’edificio, dei I diversi materiali in colori diversi così che fosse possibile comprendere il tipo di degrado subito dalla superfice dell’edificio, dato che tutti I materiali si consumano in modo diverso. Le diverse mappe nell’immagine seguente mostrano I diversi tipi di degrado. Abbiamo creato queste immagini usando Autocad e Photoshop. Nelle tabelle successive abbiamo identificato i materiali, il tipo di degrado e l’intervento necessario per ricostituire il materiale. In questo processo abbiamo acquisito una profonda comprensione riguardo ai diversi tipi d’intervento necessari, da semplici processi di pulizia alla rimozione completa della parte decaduta.

111



DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

113


*Documentazione fotografica da repertorio personale

114


SCHIZZI

115


116


STRUTTURA

3,184

1,116

6,810

1,399 0,15

1,997

3,002

2,198

5,937

117

1,023 1,116

0,505

7,986 2,786

Prospetto Nord

2,570

3,959

2,980 0,499 0,500

7,414

6,967

0,970

6,044

1,945

Area del cavalcavia presa in analisi

0,500

8,005 2,755

2,496

2,739

7,993 1,816

2,965

0,502 0,521

0,991 1,126

3,199

Prospetto Ovest

0,600

1,964

1,600 1,587

1,126 1,584

0,800

1,754 8,431

0,800


0.29 0.50

Prospetto Nord

2.50

1.03

1.23

2.50

1.03

2.50

0.50 0.10

1.91

2.50

0.50 0.74

1.12

0.40

0.60

0.71 0.29 0.50 0.50

1.27

0.50

7.99

0.40

5.00 1.95

0.22

5.44

0.60 1.12

0.60

0.40

Prospetto Ovest

0.40

0.23

1.12

8.37

0.60

0.40

1.75

0.10

0.50 0.50 0.29

1.79

0.9

2.50

1.81

1.12

2.50

0.99

2.50

1.00

1.01

0.50

2.50

1.02

1.01

2.50

1.11

0.50 0.50 0.25

0.50

Prospetto Sud

1,914

0,496

2,709

6,019

1,890

5,429

1,785 0,896 1,116 0,901

6,508

6,936 0,428

2,024

0,970 2,184

5.937

7,314

Pianta

0,785

2,709

0,902

0,891

0,790

0,903

0,912

0,804

0,894

Prospetto Sud

0,600

0,507 0.895

8,011

0,502

8,007

0,504

8,187

0,447

0,512

118


SEZIONI

119


120


MAPPA DEI MATERIALI SUL PROSPETTO SUD

121


122


DEGRADO DEI MATERIALI SUL PROSPETTO SUD RIMt1 RIM 1

PL2 APP 1

RIF 1

APP 2

COP1

PL3

DP

DP

DP

PL1 INT2 123

LAV2

CON

RIM 2

RIMt1 NO 3

BIO

BIO

ASP2

ASP1

LAV1

LAV1


PL1

PL1

APP 1

APP 1

APP 2

APP 2

ASP RIMt1

PL2

NO 3

INT1

RIMt1 LAV2

ASP

PRC PL3

NO 3

PL2 INT1

TINT

DP

DP

DP

DP

DP

DP

RIMt1

RIM 1

RIMt2

PL4

RIMt1

NO 3

RIM 2

NO 1

TINT

NO 2

INT2

BIO

BIO

ASP1

ASP2

LAV1 LAV1

RIMt3

124


MAPPA DEI MATERIALI SUL PROSPETTO OVEST

ȯɄȽȺȯΎ̱Ύ˹ΎƬȯȰȳȺȺȯΎȯȼȯȺȷɁȷΎȲȳȵɀȯȲȽΎȾȯɀɂȳ̱

ȽɀȯɂȽɀȷȽΎȲȷΎƪȳɁɂȯɃɀȽ˴ΎȾɀȽȴȳɁɁȽɀȳΎƝɃȵȳȼȷȽΎƮȯɁɁȯȺȺȽ˴Ύƙ˷ƙ˷Ύ̱̯̰̲˹̱̯̰̳ΎΎ Mappatura ed analisi dei materiali 125

Foto

Colore

Denominazione

Descrizione

Patologia

Foto


PL2

ASP

RIM 1

APP 1

PL1

RIF 1

APP 2

INT1

PL3

PL4

LAV2 COP1

DP DP

DP

DP

DP

DP DP DP

̱ΎΎ

o

DEGRADO DEI MATERIALI SUL PROSPETTO OVEST

RIMt1

DP

ƟȷɃȺȷ ƜȯɄȷ ƫȽ˛ȯ

DP

DP

DP

BIO ASP2

Retino

DP

RIMt1

PL1 BIO RIMt2 CON Mappatura ed analisi dei degradi

NO 4

LAV1 Descrizione

ASP1 LAV1

INT2

RIM 2

* La tabella nelle pagine successive e’ stata fatta per tutti i materiali che compongono la parte dell’edificio analizzata. La tabella presente e’ un’esempio dell’analisi condotta

Interventi

126


TABELLA DEI MATERIALI E DEI DEGRADI

Patina biologica

Mappatura ed analisi dei materiali

Foto

Colore

Denominazione

Legno

Descrizione DĂƚĞƌŝĂůĞ ĚĞƌŝǀĂƚŽ ĚĂůůĂ ůĂǀŽƌĂnjŝŽŶĞ ĚĞů ůĞŐŶŽ ŶĂƚƵƌĂůĞ͘ Ζ ƐƚĂƚŽ ƐŽƩŽƉŽƐƚŽ Ă ƚĂŐůŝŽ͕ ůĂǀŽƌĂnjŝŽŶĞ Ğ ƚƌĂƩĂŵĞŶƚŽ ĐŽŶ ǀĞƌŶŝĐŝ ĐŽůŽƌĂŶƟ Ğ ƉƌŽƚĞƫǀĞ͘

Presenza di Patologia vegetazione Degrado antropico Patina biologica Deposito superficiale Esfoliazione

Lega di ferro

ůĞŵĞŶƟ ĐŽƐƟƚƵŝƟ ĚĂ ƵŶĂ ůĞŐĂ ŝŶ ĨĞƌƌŽ͘

Corrosione

elementi primari e secondari

127

Deposito superficiale

F


Foto

Strato ƐŽƫůĞ͕ ǀŝƐĐŝĚŽ ed ŽŵŽŐĞŶĞŽ͕ aderente alla ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ e di evidente natura ďŝŽůŽŐŝĐĂ͕ di ĐŽůŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ƉĞƌ lo Ɖŝƶ ŐƌŝŐŝŽͲǀĞƌĚĂƐƚƌŽ͕ ĐŽƐƟƚƵŝƚŽ ƉƌĞǀĂůĞŶƚĞŵĞŶƚĞ da ŵŝĐƌŽŽƌŐĂŶŝƐŵŝ͘ Si ƌŝƐĐŽŶƚƌĂ tale ĨĞŶŽŵĞŶŽ di ƉĂƟŶĂ ďŝŽůŽŐŝĐĂ͕ ƉĞƌ lo Ɖŝƶ ƐƵůůΖŝŶƚŽŶĂĐŽ della ĨĂĐĐŝĂƚĂ nord a livello del ƚĞƌƌĞŶŽ͕ ŵĂ ĂŶĐŚĞ nelle zone ĚΖŽŵďƌĂ ĐƌĞĂƚĞ dai ĚĂǀĂŶnjĂůŝ͘ >Ă ĐĂƵƐĂ ƉƌŝŶĐŝƉĂůĞ ůΖƵŵŝĚŝƚă ĚĞůůĂ ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ Ğ ůĂ ƉŽƌŽƐŝƚă ĚĞůůΖŝŶƚŽŶĂĐŽ͘

BIO >Ă ƌŝŵŽnjŝŽŶĞ ĚĞůůĂ ƉĂƟŶĂ ďŝŽůŽŐŝĐĂ ǀĞƌƌă ĞīĞƩƵĂƚĂ ŵĞĚŝĂŶƚĞ ĂƉƉůŝĐĂnjŝŽŶĞ Ěŝ ďŝŽĐŝĚĂ ƚƌĂŵŝƚĞ ƐƉƌƵnjnjŽ Ž ƉĞŶŶĞůůŽ͘

Presenza di ƉŝĂŶƚĞ ŝŶĨĞƐƚĂŶƟ sul lato nord della ĨĂĐĐŝĂƚĂ͘ Si ĨŽƌŵĂŶŽ nelle zone Ɖŝƶ ƵŵŝĚĞ͕ ŶŽŶ ĞƐƉŽƐƚĞ ĚŝƌĞƩĂŵĞŶƚĞ ĂůůĂ ůƵĐĞ ƐŽůĂƌĞ͕ ŶĞŝ ƉƵŶƟ Ěŝ ĚŝƐĐŽŶƟŶƵŝƚă ĚĞŝ ŵĂƚĞƌŝĂůŝ͘

BIO >Ă ƌŝŵŽnjŝŽŶĞ ĚĞůůĂ ǀĞŐĞƚĂnjŝŽŶĞ ǀĞƌƌă ĞīĞƩƵĂƚĂ ĂŶĂůŽŐĂŵĞŶƚĞ Ă ƋƵĞůůĂ ĚĞůůĂ ƉĂƟŶĂ ďŝŽůŽŐŝĐĂ͕ ŵĞĚŝĂŶƚĞ ĂƉƉůŝĐĂnjŝŽŶĞ Ěŝ ďŝŽĐŝĚĂ ƚƌĂŵŝƚĞ ƐƉƌƵnjnjŽ͘

Mappatura ed analisi dei degradi

Retino

Descrizione

ASP ƐƉŽƌƚĂnjŝŽŶĞ ŵĂŶƵĂůĞ ĚĞůůĂ ƉĂƟŶĂ͘ LAV1 >ĂǀĂŐŐŝŽ ĐŽŶ ĂĐƋƵĂ ĚĞŝŽŶŝnjnjĂƚĂ͘

ƐƉŽƌƚĂnjŝŽŶĞ ŵĂŶƵĂůĞ ĚĞůůĂ ǀĞŐĞƚĂnjŝŽŶĞ͘

Interventi

>ĂǀĂŐŐŝŽ ĐŽŶ ĂĐƋƵĂ ĚĞŝŽŶŝnjnjĂƚĂ͘

L'alterazione del ĐŽůŽƌĞ e dello stato di ĐŽŶƐĞƌǀĂŵĞŶƚŽ degli ĞůĞŵĞŶƟ ůŝŐŶĞŝ͕ è ĐĂƵƐĂƚŽ da Ăƫ ǀĂŶĚĂůŝĐŝ͘

T Strato ƐŽƫůĞ͕ ǀŝƐĐŝĚŽ ed ŽŵŽŐĞŶĞŽ͕ aderente alla ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ e di evidente natura RIM ZŝŵŽnjŝŽŶĞ ƚŽƚĂůĞ ĚĞŐůŝ ŝŶĮƐƐŝ͘ ďŝŽůŽŐŝĐĂ͕ di ĐŽůŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ƉĞƌ lo Ɖŝƶ ǀĞƌĚĂƐƚƌŽ͕ ĐŽƐƟƚƵŝƚŽ ƉƌĞǀĂůĞŶƚĞŵĞŶƚĞ da N I WŽƐŝnjŝŽŶĂŵĞŶƚŽ Ěŝ ŶƵŽǀŝ ŝŶĮƐƐŝ͘ ŵŝĐƌŽŽƌŐĂŶŝƐŵŝ͘ Si ƌŝƐĐŽŶƚƌĂ tale ĨĞŶŽŵĞŶŽ di ƉĂƟŶĂ ďŝŽůŽŐŝĐĂ͕ su ƚƵƫ gli ŝŶĮƐƐŝ ĞƐƉŽƐƟ a nord. Per le ĮŶĞƐƚƌĞ͕ la ƉƌĞƐĞŶnjĂ della ƉĂƟŶĂ è ĚŝīƵƐĂ͕ ŵĞŶƚƌĞ ƉĞƌ le ƉŽƌƚĞ͕ la ƉĂƟŶĂ͕ si è ƐǀŝůƵƉƉĂƚĂ ƉƌĞǀĂůĞŶƚĞŵĞŶƚĞ nella ƉĂƌƚĞ ŝŶĨĞƌŝŽƌĞ del ƐĞƌƌĂŵĞŶƚŽ͕ Ɖŝƶ a ĐŽŶƚĂƩŽ ĐŽŶ il terreno.

DP

ĐĐƵŵƵůŽ di ŵĂƚĞƌŝĂůŝ estranei di varia ŶĂƚƵƌĂ͕ quali ƉŽůǀĞƌĞ͕ ƚĞƌƌŝĐĐŝŽ͕ ƐŵŽŐ͕ ŐƵĂŶŽ͕ ĞĐĐ͘​͘​͘ Ha ƐƉĞƐƐŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ŐĞŶĞƌĂůŵĞŶƚĞ ĐŽŶ ƐĐĂƌƐĂ ĐŽĞƌĞŶnjĂ e ƐĐĂƌƐĂ aderenza al ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ƐŽƩŽƐƚĂŶƚĞ͘ Il ĨĞŶŽŵĞŶŽ interessa ƚƵƩĞ le ƐƵƉĞƌĮĐŝ͕ sulla quale si ĚĞƉŽƐŝƚĂŶŽ ƉĂƌƟĐĞůůĞ di varie ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ e origini. E' ĐĂƵƐĂƚŽ da: ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ del ŵĂŶƵĨĂƩŽ in zone ƚƌĂĸĐĂƚĞ͕ ƐĐĂƌƐĂ ŵĂŶƵƚĞŶnjŝŽŶĞ Ğ ǀŽůĂƟůŝ͕ ĐŚĞ ƵƐĂŶŽ ůĂ ĨĂďďƌŝĐĂ ĐŽŵĞ ƌŝƉĂƌŽ͘

Degradazione ĐŚĞ si ŵĂŶŝĨĞƐƚĂ ĐŽŶ ĚŝƐƚĂĐĐŽ͕ in ƐĨŽŐůŝĞ͕ ƐƉĞƐƐŽ seguito da ĐĂĚƵƚĂ degli ƐƚƌĂƟ ƐƵƉĞƌĮĐŝĂůŝ͕ ĚĞůůĂ ǀĞƌŶŝĐĞ͘ /ů ĚĞŐƌĂĚŽ ğ ĐĂƵƐĂƚŽ ĚĂůůΖĂƩĂĐĐŽ Ěŝ ĂŐĞŶƟ ĂƚŵŽƐĨĞƌŝĐŝ͘

/ů ĚĞŐƌĂĚŽ ğ ĐĂƵƐĂƚŽ ĚĂ ĂŐĞŶƟ ŽƐƐŝĚĂŶƟ ŝŶ ƉĂƌƟĐŽůĂƌĞ ĂĐƋƵĂ Ğ ŽƐƐŝŐĞŶŽ͘ ƐĞĐŽŶĚĂ ĚĞůůΖŝŵƉŽƌƚĂŶnjĂ ŝů ŵĂƚĞƌŝĂůĞ Ăǀƌă ƵŶ ƚƌĂƩĂŵĞŶƚŽ ĚŝǀĞƌƐŽ͘

RIM dƵƫ Őůŝ ĞůĞŵĞŶƟ ƐĞĐŽŶĚĂƌŝ ǀĞƌƌĂŶŶŽ ƌŝŵŽƐƐŝ͘ T PL2 WƵůŝƚƵƌĂ Ă ĮĂŵŵĂ͕ ĚĞĐĂƉƉĂŐŐŝŽ Ğ ƐĂďďŝĂƚƵƌĂ ĚĞů ĨĞƌƌŽ͘ APP ƉƉůŝĐĂnjŝŽŶĞ ĚĞů ƉƌŝŵĞƌ ĂŶƟƌƵŐŐŝŶĞ͕ ŵĞĚŝĂŶƚĞ ƉĞŶŶĞůůŽ͘ 1 APP 2 ƉƉůŝĐĂnjŝŽŶĞ del ƉƌŝŵĞƌ njŝŶĐĂŶƚĞ͕ ŵĞĚŝĂŶƚĞ ƉĞŶŶĞůůŽ͖ il quale oltre a ŝŵƉĞĚŝƌĞ la ĐŽƌƌŽƐŝŽŶĞ ŶĞ ĂƌƌĞƐƚĂ ŝů ƉƌŽĐĞƐƐŽ͘

DP

ĐĐƵŵƵůŽ di ŵĂƚĞƌŝĂůŝ estranei di varia ŶĂƚƵƌĂ͕ quali ƉŽůǀĞƌĞ͕ ƚĞƌƌŝĐĐŝŽ͕ ƐŵŽŐ͕ ŐƵĂŶŽ͕ ĞĐĐ͘​͘​͘ Ha ƐƉĞƐƐŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ŐĞŶĞƌĂůŵĞŶƚĞ ĐŽŶ ƐĐĂƌƐĂ ĐŽĞƌĞŶnjĂ e ƐĐĂƌƐĂ aderenza al ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ƐŽƩŽƐƚĂŶƚĞ͘ Il ĨĞŶŽŵĞŶŽ interessa ƚƵƩĞ le ƐƵƉĞƌĮĐŝ͕ sulla quale si ĚĞƉŽƐŝƚĂŶŽ ƉĂƌƟĐĞůůĞ di varie ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ e origini. E' ĐĂƵƐĂƚŽ da: ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ del ŵĂŶƵĨĂƩŽ in zone ƚƌĂĸĐĂƚĞ͕ ƐĐĂƌƐĂ ŵĂŶƵƚĞŶnjŝŽŶĞ Ğ ǀŽůĂƟůŝ͕ ĐŚĞ ƵƐĂŶŽ ůĂ ĨĂďďƌŝĐĂ ĐŽŵĞ ƌŝƉĂƌŽ͘

LAV2 Pulitura ŵĞĚŝĂŶƚĞ ƐƉƌƵnjnjŝŶŝ ŵĂŶƵĂůŝ e ĂĐƋƵĂ deionizzata. La ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ da ƚƌĂƩĂƌĞ ƐĂƌă invasa da ŐĞƫ ĚΖĂĐƋƵĂ ƉƌŽŝĞƩĂƟ ĐŽŶ l'ausilio di augelli o di irroratori ŵĂŶƵĂůŝ ŝŶĚŝƌĞƩĂŵĞŶƚĞ dall'alto verso il basso.

128


Malta cementizia

E' un ĐŽŶŐůŽŵĞƌĂƚŽ ĐŽƐƟƚƵŝƚŽ da una ŵŝƐĐĞůĂ di ůĞŐĂŶƚĞ͕ ĂĐƋƵĂ͕ ŝŶĞƌƟ ĮŶŝ ed eventuali ĂĚĚŝƟǀŝ͖ in ƉƌŽƉŽƌnjŝŽŶŝ tali da ĂƐƐŝĐƵƌĂƌĞ ůĂǀŽƌĂďŝůŝƚă quand'è bagnato e resistenza ŵĞĐĐĂŶŝĐĂ ĂůůŽ ƐƚĂƚŽ ĂƐĐŝƵƩŽ͕ ĚŽƉŽ ůĂ ƉƌĞƐĂ Ğ ůΖŝŶĚƵƌŝŵĞŶƚŽ͘

Deposito superficiale

Alluminio

Metallo ĚƵƫůĞ͕Ěŝ ĐŽůŽƌ argento ad alta resistenza all'ossidazione. hƟůŝnjnjĂƚŽ ƉĞƌ realizzare una ŵŽůƚĞƉůŝĐŝƚă di ĞůĞŵĞŶƟ ƐĞƌƌĂŵĞŶƟ͕ ŵĂŶŝŐůŝĞ e ƐĞƌƌĂƚƵƌĞ͕ ŝŵƉŝĂŶƟ di ŝůůƵŵŝŶĂnjŝŽŶĞ ƉƵďďůŝĐĂ͘

Deposito superficiale

Vetro

Materiali che sono ottenuti tramite la solidificazione di ossido di silicio, impiegati come materiale da costruzione negli infissi.

Lamiera zincata verniciata

E' una lastra ottenuta dalla laminazione di bramme a loro volta ottenute mediante una colata continua di acciaio liquido.

Deposito superficiale Alterazione cromatica Deposito superficiale Deposito superficiale

Materiale plastico primario e secondario

Degrado antropico Pietra artificiale 129

Materiale edilizio di ĐŽůŽƌĞ ďŝĂŶĐŽ e grana ŵĞĚŝĂ ĐŚĞ ŝŵŝƚĂ la ƉŝĞƚƌĂ ĐŚĞ nella ƉĂƌƚĞ di ĐĂǀĂůĐĂǀŝĂ ƉƌĞƐĂ ŝŶ ĞƐĂŵĞ ğ ƐƚĂƚŽ ƵƐĂƚŽ ĐŽŵĞ ĚĂǀĂŶnjĂůĞ ĚĞŐůŝ ŝŶĮƐƐŝ͘

Deposito superficiale


DP

DP

DP

ĐĐƵŵƵůŽ di ŵĂƚĞƌŝĂůŝ estranei di varia ŶĂƚƵƌĂ͕ quali ƉŽůǀĞƌĞ͕ ƚĞƌƌŝĐĐŝŽ͕ ƐŵŽŐ͕ ŐƵĂŶŽ͕ ĞĐĐ͘​͘​͘ Ha ƐƉĞƐƐŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ŐĞŶĞƌĂůŵĞŶƚĞ ĐŽŶ ƐĐĂƌƐĂ ĐŽĞƌĞŶnjĂ e ƐĐĂƌƐĂ aderenza al ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ƐŽƩŽƐƚĂŶƚĞ͘ Il ĨĞŶŽŵĞŶŽ interessa ƚƵƩĞ le ƐƵƉĞƌĮĐŝ͕ sulla quale si ĚĞƉŽƐŝƚĂŶŽ ƉĂƌƟĐĞůůĞ di varie ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ e origini. E' ĐĂƵƐĂƚŽ da: ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ del ŵĂŶƵĨĂƩŽ in zone ƚƌĂĸĐĂƚĞ͕ ƐĐĂƌƐĂ ŵĂŶƵƚĞŶnjŝŽŶĞ Ğ ǀŽůĂƟůŝ͕ ĐŚĞ ƵƐĂŶŽ ůĂ ĨĂďďƌŝĐĂ ĐŽŵĞ ƌŝƉĂƌŽ͘

ĐĐƵŵƵůŽ di ŵĂƚĞƌŝĂůŝ estranei di varia ŶĂƚƵƌĂ͕ quali ƉŽůǀĞƌĞ͕ ƚĞƌƌŝĐĐŝŽ͕ ƐŵŽŐ͕ ŐƵĂŶŽ͕ ĞĐĐ͘​͘​͘ Ha ƐƉĞƐƐŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ŐĞŶĞƌĂůŵĞŶƚĞ ĐŽŶ ƐĐĂƌƐĂ ĐŽĞƌĞŶnjĂ e ƐĐĂƌƐĂ aderenza al ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ƐŽƩŽƐƚĂŶƚĞ͘ Il ĨĞŶŽŵĞŶŽ interessa ƚƵƩĞ le ƐƵƉĞƌĮĐŝ͕ sulla quale si ĚĞƉŽƐŝƚĂŶŽ ƉĂƌƟĐĞůůĞ di varie ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ e origini. E' ĐĂƵƐĂƚŽ da: ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ del ŵĂŶƵĨĂƩŽ in zone ƚƌĂĸĐĂƚĞ͕ ƐĐĂƌƐĂ ŵĂŶƵƚĞŶnjŝŽŶĞ Ğ ǀŽůĂƟůŝ͕ ĐŚĞ ƵƐĂŶŽ ůĂ ĨĂďďƌŝĐĂ ĐŽŵĞ ƌŝƉĂƌŽ͘

LAV2 Pulitura ŵĞĚŝĂŶƚĞ ƐƉƌƵnjnjŝŶŝ ŵĂŶƵĂůŝ e ĂĐƋƵĂ deionizzata. La ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ da ƚƌĂƩĂƌĞ ƐĂƌă invasa da ŐĞƫ ĚΖĂĐƋƵĂ ƉƌŽŝĞƩĂƟ ĐŽŶ l'ausilio di augelli o di irroratori ŵĂŶƵĂůŝ ŝŶĚŝƌĞƩĂŵĞŶƚĞ dall'alto verso il basso.

LAV2 Pulitura ŵĞĚŝĂŶƚĞ ƐƉƌƵnjnjŝŶŝ ŵĂŶƵĂůŝ e ĂĐƋƵĂ deionizzata. La ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ da ƚƌĂƩĂƌĞ ƐĂƌă invasa da ŐĞƫ ĚΖĂĐƋƵĂ ƉƌŽŝĞƩĂƟ ĐŽŶ l'ausilio di augelli o di irroratori ŵĂŶƵĂůŝ ŝŶĚŝƌĞƩĂŵĞŶƚĞ dall'alto verso il basso.

ĐĐƵŵƵůŽ di ŵĂƚĞƌŝĂůŝ estranei di varia ŶĂƚƵƌĂ͕ quali ƉŽůǀĞƌĞ͕ ƚĞƌƌŝĐĐŝŽ͕ ƐŵŽŐ͕ ŐƵĂŶŽ͕ RIM ZŝŵŽnjŝŽŶĞ ƚŽƚĂůĞ ĚĞŐůŝ ĞůĞŵĞŶƟ T ĞĐĐ͘​͘​͘ Ha ƐƉĞƐƐŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ŐĞŶĞƌĂůŵĞŶƚĞ ĐŽŶ ƐĐĂƌƐĂ ĐŽĞƌĞŶnjĂ e ƐĐĂƌƐĂ aderenza al ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ƐŽƩŽƐƚĂŶƚĞ͘ Il ĨĞŶŽŵĞŶŽ interessa ƚƵƩĞ le ƐƵƉĞƌĮĐŝ͕ sulla quale si ĚĞƉŽƐŝƚĂŶŽ ƉĂƌƟĐĞůůĞ di varie ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ e origini. E' ĐĂƵƐĂƚŽ da: ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ del ŵĂŶƵĨĂƩŽ in zone ƚƌĂĸĐĂƚĞ͕ ƐĐĂƌƐĂ ŵĂŶƵƚĞŶnjŝŽŶĞ Ğ ǀŽůĂƟůŝ͕ ĐŚĞ ƵƐĂŶŽ ůĂ ĨĂďďƌŝĐĂ ĐŽŵĞ ƌŝƉĂƌŽ͘

Variazione ĐƌŽŵĂƟĐĂ della ǀĞƌŶŝĐĞ͕ ƌŝĐŽƉƌĞŶƚĞ ůΖŝŶĮƐƐŽ͕ ĐĂƵƐĂƚŽ da ĂŐĞŶƟ ĂƚŵŽƐĨĞƌŝĐŝ e ŝŶƋƵŝŶĂŵĞŶƚŽ͘ Interessa gli ŝŶĮƐƐŝ Ɖŝƶ ĞƐƉŽƐƟ agli ĂŐĞŶƟ ĂůƚĞƌĂŶƟ͘ Si ŵĂŶŝĨĞƐƚĂ ĐŽŵĞ ĂůƚĞƌĂnjŝŽŶĞ ĚĞůůĂ ĐƌŽŵŝĂ ƉƌŽƉƌŝĂ ĚĞů ŵĂƚĞƌŝĂůĞ͘

PL4 Pulitura ŵĞĚŝĂŶƚĞ lavaggio a ƐĞĐĐŽ della ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ ƚƌĂŵŝƚĞ ƐƉĂnjnjŽůĞ ŵŽƌďŝĚĞ di ƐĂŐŐŝŶĂ͕ in ŵŽĚŽ ĐŚĞ si ĐŽŶƐĞŶƚĂ la ƌŝŵŽnjŝŽŶĞ di ƐĐŝĂůďĂƚƵƌĞ ŝŶĐŽĞƌĞŶƟ͕ ĚĞƉŽƐŝƟ ed ŝŶĐƌŽƐƚĂnjŝŽŶŝ Ɖŝƶ Ž ŵĞŶŽ ĂĚĞƌĞŶƟ ĂůůĂ ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ͘ TNT dŝŶƚĞŐŐŝĂƚƵƌĂ͕ ƉƌĞĐĞĚƵƚĂ dalla stesura di uno strato di ĮƐƐĂƟǀŽ ƉĞƌ ĞƐƚĞƌŶŽ͕ dato in ƵŶĂ Ž ĚƵĞ ŵĂŶŝ͘

DP

DP

ĐĐƵŵƵůŽ di ŵĂƚĞƌŝĂůŝ estranei di varia ŶĂƚƵƌĂ͕ quali ƉŽůǀĞƌĞ͕ ƚĞƌƌŝĐĐŝŽ͕ ƐŵŽŐ͕ ŐƵĂŶŽ͕ ĞĐĐ͘​͘​͘ Ha ƐƉĞƐƐŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ŐĞŶĞƌĂůŵĞŶƚĞ ĐŽŶ ƐĐĂƌƐĂ ĐŽĞƌĞŶnjĂ e ƐĐĂƌƐĂ aderenza al ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ƐŽƩŽƐƚĂŶƚĞ͘ Il ĨĞŶŽŵĞŶŽ interessa ƚƵƩĞ le ƐƵƉĞƌĮĐŝ͕ sulla quale si ĚĞƉŽƐŝƚĂŶŽ ƉĂƌƟĐĞůůĞ di varie ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ e origini. E' ĐĂƵƐĂƚŽ da: ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ del ŵĂŶƵĨĂƩŽ in zone ƚƌĂĸĐĂƚĞ͕ ƐĐĂƌƐĂ ŵĂŶƵƚĞŶnjŝŽŶĞ Ğ ǀŽůĂƟůŝ͕ ĐŚĞ ƵƐĂŶŽ ůĂ ĨĂďďƌŝĐĂ ĐŽŵĞ ƌŝƉĂƌŽ͘

ĐĐƵŵƵůŽ di ŵĂƚĞƌŝĂůŝ estranei di varia ŶĂƚƵƌĂ͕ quali ƉŽůǀĞƌĞ͕ ƚĞƌƌŝĐĐŝŽ͕ ƐŵŽŐ͕ ŐƵĂŶŽ͕ ĞĐĐ͘​͘​͘ Ha ƐƉĞƐƐŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ŐĞŶĞƌĂůŵĞŶƚĞ ĐŽŶ ƐĐĂƌƐĂ ĐŽĞƌĞŶnjĂ e ƐĐĂƌƐĂ aderenza al ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ƐŽƩŽƐƚĂŶƚĞ͘ Il ĨĞŶŽŵĞŶŽ interessa ƚƵƩĞ le ƐƵƉĞƌĮĐŝ͕ sulla quale si ĚĞƉŽƐŝƚĂŶŽ ƉĂƌƟĐĞůůĞ di varie ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ e origini. E' ĐĂƵƐĂƚŽ da: ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ del ŵĂŶƵĨĂƩŽ in zone ƚƌĂĸĐĂƚĞ͕ ƐĐĂƌƐĂ ŵĂŶƵƚĞŶnjŝŽŶĞ Ğ ǀŽůĂƟůŝ͕ ĐŚĞ ƵƐĂŶŽ ůĂ ĨĂďďƌŝĐĂ ĐŽŵĞ ƌŝƉĂƌŽ͘

>ΖĂůƚĞƌĂnjŝŽŶĞ ĚĞůůĂ ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ ĚĞů ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ğ ĚŽǀƵƚŽ ĚĂ Ăƫ ǀĂŶĚĂůŝĐŝ͘

DP

ĐĐƵŵƵůŽ di ŵĂƚĞƌŝĂůŝ estranei di varia ŶĂƚƵƌĂ͕ quali ƉŽůǀĞƌĞ͕ ƚĞƌƌŝĐĐŝŽ͕ ƐŵŽŐ͕ ŐƵĂŶŽ͕ ĞĐĐ͘​͘​͘ Ha ƐƉĞƐƐŽƌĞ ǀĂƌŝĂďŝůĞ͕ ŐĞŶĞƌĂůŵĞŶƚĞ ĐŽŶ ƐĐĂƌƐĂ ĐŽĞƌĞŶnjĂ e ƐĐĂƌƐĂ aderenza al ŵĂƚĞƌŝĂůĞ ƐŽƩŽƐƚĂŶƚĞ͘ Il ĨĞŶŽŵĞŶŽ interessa ƚƵƩĞ le ƐƵƉĞƌĮĐŝ͕ sulla quale si ĚĞƉŽƐŝƚĂŶŽ ƉĂƌƟĐĞůůĞ di varie ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ e origini. E' ĐĂƵƐĂƚŽ da: ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ del ŵĂŶƵĨĂƩŽ in zone ƚƌĂĸĐĂƚĞ͕ ƐĐĂƌƐĂ ŵĂŶƵƚĞŶnjŝŽŶĞ Ğ ǀŽůĂƟůŝ͕ ĐŚĞ ƵƐĂŶŽ ůĂ ĨĂďďƌŝĐĂ ĐŽŵĞ ƌŝƉĂƌŽ͘

LAV2 Pulitura ŵĞĚŝĂŶƚĞ ƐƉƌƵnjnjŝŶŝ ŵĂŶƵĂůŝ e ĂĐƋƵĂ deionizzata. La ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ da ƚƌĂƩĂƌĞ ƐĂƌă invasa da ŐĞƫ ĚΖĂĐƋƵĂ ƉƌŽŝĞƩĂƟ ĐŽŶ l'ausilio di augelli o di irroratori ŵĂŶƵĂůŝ ŝŶĚŝƌĞƩĂŵĞŶƚĞ dall'alto verso il basso.

LAV2 Pulitura degli ĞůĞŵĞŶƟ ƉƌŝŶĐŝƉĂůŝ͕ ŵĞĚŝĂŶƚĞ ƐƉƌƵnjnjŝŶŝ ŵĂŶƵĂůŝ e ĂĐƋƵĂ deionizzata. La ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ da ƚƌĂƩĂƌĞ ƐĂƌă invasa da ŐĞƫ ĚΖĂĐƋƵĂ ƉƌŽŝĞƩĂƟ ĐŽŶ l'ausilio di augelli o di ŝƌƌŽƌĂƚŽƌŝ ŵĂŶƵĂůŝ ŝŶĚŝƌĞƩĂŵĞŶƚĞ ĚĂůůΖĂůƚŽ ǀĞƌƐŽ ŝů ďĂƐƐŽ .

RIM T ZŝŵŽnjŝŽŶĞ totale degli ĞůĞŵĞŶƟ ƐĞĐŽŶĚĂƌŝ͕ in quanto solo ƋƵĞƐƟ sono ĚĂŶŶĞŐŐŝĂƟ da ĚĞŐƌĂĚŽ ĂŶƚƌŽƉŝĐŽ͘

LAV2 Pulitura ŵĞĚŝĂŶƚĞ ƐƉƌƵnjnjŝŶŝ ŵĂŶƵĂůŝ e ĂĐƋƵĂ deionizzata. La ƐƵƉĞƌĮĐŝĞ da ƚƌĂƩĂƌĞ ƐĂƌă invasa da ŐĞƫ ĚΖĂĐƋƵĂ ƉƌŽŝĞƩĂƟ ĐŽŶ l'ausilio di augelli o di irroratori ŵĂŶƵĂůŝ ŝŶĚŝƌĞƩĂŵĞŶƚĞ dall'alto verso il basso.

130


Progetto La terza fase consisteva nel rimpiegare l’area, riutilizzandola e approfittando del fatto che si trova accanto alla stazione ferroviaria. Dopo un’analisi dell’area circostante, siamo giunti alla conclusione che dovrebbe essere usata come un’internet café’, dove tutti gli studenti pendolari possono fermarsi ad aspettare il treno in un luogo accogliente, adatto allo studio. Altri tipi di interventi che non fossero commerciali erano inadatti per via della posizione della struttura nel contesto urbano e sotto il cavalcavia, e presentavano il rischio di un degrado peggiore. Questa fase di progetto contenteva anche nel considerare se fosse necessaria una rimodellazione della struttura e se alcuni interventi, anziche di restauro, potessero invece considerarsi distruttivi. Un’esempio riguarda i graffiti presenti sulla muratura, simbolo rappresentativo dell’epoca in cui viviamo. In questo senso ci siamo chieste se era davvero necessario rimuovere questa controversa forma d’arte. Altro esempio riguarda gli infissi, che sebbene lignei e quidi per lo più degradati, rimangono una parte integrante della struttura che comunica qualcosa riguardo a proposito del tempo in cui sono stati creati.

131


PIANTE

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FOTOMONTAGGIO

133


134


Laboratorio Integrato 3 Prof. Roberto Sordina Prof. Antonio Musacchio

Tra tutti i corsi frequentati in questi tre anni, Laboratorio integrato 3 é stato il corso piu completo. Prevedeva la realizzazione di un progetto dal punto di vista compositivo, spaziale e figurativo, complesso e articolato per forme, funzioni e relazioni con il luogo, sviluppato dal punto di vista costruttivo, sia sotto l’aspetto della definzione strutturale che tecnologica. Il progetto prevedeva una stuttura abitativa e terziaria realizzata in una zona di Mestre, più un parcheggio accanto al centro commerciale le Barche. La zona, oltre a essere piuttosto degradata, ospitava anche un ufficio postale storico, che era in fase di restauro o demolizione dato che era completamente coperto. L’area del progetto è assai dinamica, poichè da una parte si trova il centro commerciale di piazza Barche, dall’altro lato Via Gugliermo Pepe, una delle arterie principali di Mestre, e infine è posta a chiusura di un isolato residenziale e terziario a forma di U. Oltre agli aspetti abitativi e terziari, il progetto doveva anche includere la casa e lo studio di un’architetto, facendo in modo che questi due spazi fossero comunicanti. Essenzialmente la casa e lo studio che avremmo voluto noi come architetti. Nel progetto e possibile vedere il grado di dettaglio maggiore dedicato a questi due spazi. Il progetto si è sviluppato su molti livelli, dalla ricerca al disegno e alla composizione. I temi approfonditi sono stati sopratuttutto l’inserimento del progetto in un contesto urbano dinamico, l’abitabilità degli spazi e l’agibilità degli ambienti terziari, il basamento e la permeabilità delle strutture, il verde urbano e la riqualificazione del degrado. Con questo progetto ho coperto una grande gamma di aspetti, partendo dalla planimetria generale in scala 1:1000 fino ad arrivare alla partizione architettonica in scala 1:20. Il lavoro tra il corso di progettazione e quello di elementi costruttivi è stato essenziale per la realizzazione del progetto più completo che ho sviluppato in questi tre anni.

135



SCHIZZI DI PROGETTO

Lavoro sulla massa

137

Scavo della massa nella zona centrale

Articolazione delle altezze

Lavoro sul tema del basamento

Lavoro sul tema della pavimentazione


138


PIANTE

139

Planimetria Generale


140


141

Piano interrato Diagramma funzionale


Piano terra

142


143

Primo piano


Secondo Piano

144


SEZIONI

Sezione A - A’

145

Sezione B - B’


Sezione C - C’

Sezione D - D’

146


PROSPETTI

147

Prospetto Ovest


Prospetto Nord

148


149

Studio dell’architetto (Terzo piano)


Casa dell’architetto (quarto piano)

150


SEZIONI

Sezione E - E’ (casa e studio dell’architetto) 151


152


153

Sezione F - F’ (casa e studio dell’architetto)


154


D3

D2

D1

PARTITO ARCHITETTONICO

155


156

D5

D4


PLASTICO

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Plastico in canson bianco e cartono legno *Documentazione fotografica da repertorio personale

158



Alla mia famiglia che mi ha sostenuto in questi tre anni, e agli amici con cui ho condiviso questa esperienza.


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