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d e l l ’ A r c i
anno IX - n. 17 3 maggio 2011
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Con la Cgil per i diritti e la democrazia + Non c’è dubbio che uno sciopero generale nazionale sia un evento pubblico rilevante nella vita del paese. Eppure sulla mobilitazione indetta dalla Cgil per il 6 maggio è calato il silenzio dei grandi media, occupati da valanghe di notizie sulle nozze dei reali d’Inghilterra o sulla beatificazione di Papa Wojtyla. Neppure la festa del primo maggio è servita a superare la rimozione collettiva del tema del lavoro, che la Costituzione pone a fondamento del patto di cittadinanza. Sono altre le priorità dell’agenda politica, come lo scontro surreale dentro il governo fra guerrafondai doc e pseudo pacifisti xenofobi. Arcireport ha scelto invece lo sciopero di venerdì come appuntamento centrale di questa settimana. L’Arci condivide e sostiene le ragioni che hanno indotto la Cgil a convocarlo. Ragioni che vanno ben oltre l’ambito delle sacrosante rivendicazioni dei lavoratori e riguardano il futuro di tutti i cittadini e della nostra democrazia. La crisi sta producendo effetti pesanti sulle condizioni materiali di vita delle persone: crescono le disuguaglianze, la povertà e il disagio di larga parte del paese; la disoccupazione giovanile tocca livelli ormai insostenibili, di vera emergenza. Urge una seria politica di redistribuzione delle risorse e il rafforzamento del sistema di welfare con adeguate misure a sostegno delle fasce più deboli. Ma il governo continua a negare la gravità della situazione e scaricare il costo della crisi su lavoratori, giovani, pensionati. Taglia la spesa in tutti i settori del welfare, riduce i fondi per la scuola e la cultura, toglie risorse a Regioni e Comuni privando milioni di famiglie dei servizi essenziali. È intollerabile che si chiedano ancora sacrifici a chi ha poco mentre non si fa niente per recuperare risorse dagli evasori e non si toccano rendite e grandi patrimoni. È scandalosa l’assenza di una strategia di uscita dalla crisi. Non ammettere gli errori di una politica che ha favorito gli speculatori a danno dell’economia produttiva, che ha perseguito la competitività del Paese sulla pelle dei lavoratori. Serve un’inversione di rotta verso la riconversione ecologica dell’economia e delle politiche energetiche, investire su ricerca e formazione, sull’economia sociale e la valorizzazione dei beni comuni. Per questo saremo in piazza, contro le scelte di chi sta svendendo il futuro del paese, per rimettere al centro dell’agenda il lavoro e i diritti, i valori della democrazia e della coesione sociale.
Il 6 maggio lo sciopero generale proclamato dalla Cgil Articoli a pagina 2
La vendetta non costruisce la pace n Tunisia una delle tre nuove commissioni istituzionali discute di verità e giustizia per le vittime della dittatura. Nel paese si tengono riunioni affollate, si studia, si guarda nel dettaglio l’esperienza sudafricana e le altre che, con risultati alterni, hanno provato a sostituire la vendetta con la giustizia. Si respira aria di civiltà. La stessa aria c’è dentro le Convenzioni di Ginevra. Sono parte integrante del diritto internazionale e affrontano un paradosso che pare irrisolvibile. Una lunga serie di trattati impongono ai combattenti il rispetto dell’umanità. La prima se la inventò Henri Dudant dopo aver visto gli orrori della battaglia di Solferino nel 1859. Quella sul trattamento dei prigionieri di guerra è del 1849. Molto più antica è la discussione sul tirannicidio, aperta dal filosofo Giovanni di
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Salisbury che visse nel 1100. Scrisse che il popolo poteva uccidere il sovrano se egli avesse violato il patto con le leggi divine. E in questa discussione si sono impegnate menti eccelse per quasi mille anni. L’Occidente del Terzo Millennio consegnerà invece ai posteri le foto taroccate di Bin Laden massacrato, i video con il sangue di un figlio di Gheddafi, il clip di Saddam Hussein appeso al cappio. Ha risolto così, come in un telefilm di bassa lega, interrogativi etici, giuridici, politici su cui si sono arrovellati secoli di Storia. I ragazzi di New York fanno festa per la morte del nemico. Non è colpa loro se il messaggio culturale di questo nostro mondo dice che l’unica alternativa all’ingiustizia e alla violenza è la guerra, la vendetta e l’assassinio.
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scioperogenerale
Uno sciopero generale per ripartire. Al centro i temi del fisco e del lavoro Un articolo di Enrico Panini, segretario nazionale Cgil
non tanto (o non solo) alla Cgil, ma a tutto il mondo del lavoro. Non è un caso che da importanti ministri si continuino a sentire affermazioni sul lavoro e sulla ‘voglia di lavorare’ che non sono credibili neppure nei repertori più scontati del pregiudizio e del luogo comune. È poi uno sciopero difficile perché deve ottenere qualcosa di tangibile per i lavoratori e per i giovani precari. Ma questo è forse il punto di novità rispetto al recente passato. Nonostante la divisione sindacale e i ripetuti tentativi di isolamento politico, la Cgil ricomincia a portare a casa risultati importanti come è stato nel caso della vittoria sulla richiesta di rielezione delle Rsu del pubblico impiego, del contratto delle Poste - che ha invertito la tendenza che sembrava ineludibile agli accordi separati - e perfino lo sciopero unitario del commercio contro la provocazione dei negozi obbligatoriamente aperti anche il primo maggio, nonché le tante cause vinte contro la ministra Gelmini. Poca cosa? Forse, ma sono primi segnali concreti che possono riaprire i giochi.
l bilancio dei 36 mesi di governo Berlusconi è assolutamente negativo. L'economia è depressa e mentre gli altri paesi hanno investito in ricerca e formazione, l'Italia stenta ad agganciare la flebile ripresa. Così la disoccupazione aumenta, insieme alla pressione fiscale. Il governo del ‘meno tasse per tutti’ ha infatti reso più ricco solo chi già lo era. I lavoratori subiscono l'abbassamento delle loro tutele e i diritti non solo sono messi a repentaglio, ma vengono ormai usati come 'merce di scambio' per ottenere un lavoro purché sia. Per non parlare dello stato sociale, che è stato tagliato indiscriminatamente. Il fondo per la non autosufficienza cancellato insieme a tagli immorali alle persone con disabilità, messe tutte nel grande calderone mediatico dei 'falsi invalidi'. Sono penalizzati i pensionati 'normali' (si salvano solo le poche pensioni d'oro), ma soprattutto viene negato il futuro ai giovani, umiliato il lavoro e la dignità delle donne. Contro tutto ciò la
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Cgil chiama i lavoratori a scioperare il 6 maggio per ribadire la richiesta di nuove risorse finanziarie per la ripresa, l'investimento sul futuro, la regolarizzazione dei precari e una prima redistribuzione della ricchezza in un paese ormai ai primi posti nelle classifiche mondiali della ineguaglianza e dove continua a farla da padrone la rendita finanziaria e immobiliare. Per questo, il fisco come «strumento di giustizia sociale» e il lavoro come «via per la crescita» saranno i due grandi temi al centro di uno sciopero che ha come obiettivo prioritario la svolta nelle politiche economiche. È ora di cambiare aria e di mobilitare tutte le risorse sane del Paese che sono state umiliate in questi anni di governo-non governo del centro destra. Si tratta di uno sciopero molto difficile perché ancora una volta la Cgil è stata costretta ad organizzarlo da sola. Ed è difficile perché l'interlocutore naturale, il governo, in questo momento non è credibile, è sempre più distratto, se non dichiaratamente ostile
Disoccupazione e inattività al 18%
Dalla protesta alla proposta: 12 punti per costruire un paese diverso
I dati ufficiali sul mercato del lavoro non raccontano tutto. Ne è convinta la Cgil, secondo la quale le ultime rilevazioni dell'Istat sulla situazione occupazionale restituiscono una versione più realistica, ma manca ancora un tassello, cioè i lavoratori in cassa integrazione. L'istituto ha infatti reso nota la cifra di un esercito di scoraggiati pari a 1,5 milioni di italiani che vorrebbero lavorare ma non cercano attivamente lavoro perché convinti di non trovarlo. Un numero che va sommato ai 2,1 milioni di disoccupati ufficiali. Nel complesso coloro che si percepiscono in cerca di occupazione sono quindi 4.397.000. Una platea che porta il dato di disoccupazione del 2010, pari all'8,42%, al 16,55%. Inoltre, considerando i cassintegrati a zero ore pari a oltre 576mila persone, si determina una percentuale complessiva di disoccupazione e inattività del 18,32%. Per la Cgil, se non si interverrà al più presto, questo dato che contempla inattivi e cassintegrati sarà quello vero a tutti gli effetti. Questi numeri vanno infatti letti in relazione alle tante aziende in crisi che ancora non trovano soluzioni, dove quindi il passaggio potrebbe essere dalla cig alla disoccupazione.
Tante proposte concrete per il lavoro e per il Paese: così la Cgil ha deciso di caratterizzare la chiamata allo sciopero generale del 6 maggio. Il primo punto è dedicato all'uscita dalla crisi. Viene proposto un sistema di ammortizzatori sociali che copra tutti coloro che hanno perso il lavoro, promuovendo al contempo nuova e buona occupazione e potenziando l'economia con investimenti in opere pubbliche, innovazione e ricerca. Per un fisco più giusto, si chiede una vera lotta all'evasione, un alleggerimento della tassazione a famiglie di lavoratori e pensionati, un aumento del prelievo su transazioni speculative, rendite e grandi ricchezze. Per una nuova politica industriale si propone il riordino degli incentivi, puntando su innovazione e ricerca specie al sud e su misure che favoriscano la riconversione verso produzioni sostenibili. Per la formazione, si chiedono investimenti sul diritto allo studio, puntando sulla qualità dell'offerta formativa, sulla cultura, sulla valorizzazione del patrimonio artistico. Per un welfare più efficace si chiede di finanziare adeguatamente il sistema sani-
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tario, il fondo per le politiche sociali, quello per la non autosufficienza, e di definire un piano nazionale contro la povertà e l'esclusione sociale. Per i giovani, si chiedono interventi straordinari per creare occupazione e sradicare la precarietà; per le donne incentivi fiscali all'occupazione, garanzie concrete per il diritto alla maternità, una legge che impedisca le c.d. dimissioni in bianco. Per una vera politica di accoglienza è necessario, secondo la Cgil, regolarizzare i lavoratori immigrati oggi in nero, fornire livelli essenziali di welfare, regolare i diritti di cittadinanza a partire dal diritto di voto. Sul federalismo, il sindacato chiede che vengano definiti i livelli essenziali delle prestazioni sociali, garantendo risorse adeguate agli enti locali. Infine, sul tema della democrazia sindacale, la Cgil chiede di eleggere le Rsu in tutti i settori privati, misurare la rappresentatività dei sindacati in base agli iscritti e ai voti ricevuti nell'elezione delle Rsu, garantire ai lavoratori di poter esprimere un voto vincolante sugli indirizzi e sugli esiti contrattuali. Info: www.cgil.it
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internazionali
Nasce lo spazio Euro-Maghreb-Mashrek. Il resoconto del dibattito e delle decisioni assunte i è svolta ad Hammamet la riunione del comitato di coordinamento del Forum Sociale Maghreb-Mashrek. Erano presenti organizzazioni sociali di Tunisia, Egitto, Marocco, Algeria, Palestina, Giordania; per Siria e Libia persone dell'esilio; per l'Europa Arci, Attac Francia e diverse associazioni di maghrebini all'estero. C'erano il Grap (il comitato brasiliano dei fondatori del Fsm) e Alternative Canada. Il comitato ha costituito al suo interno un gruppo di lavoro Euro-MaghrebMashrek per coordinare l'iniziativa sulle questioni comuni a tutta l'area. Si tratta di uno spazio importante perché permette di accrescere le relazioni e favorire il lavoro comune, ma soprattutto perché è basato a sud, a differenza di tutte le reti Euromed esistenti. Può dunque diventare il contenitore unitario internazionale di tutte le iniziative già in cantiere. Nei prossimi mesi si terranno diversi Forum tematici nella regione. Intanto si verificherà se esistono le condizioni per tenere in Egitto il prossimo anno un Forum Mondiale per la Palestina, accogliendo la richiesta dei palestinesi di organizzare un grande evento che gli permetta di ritrovarsi tutti insieme e di lanciare, con i movimenti di tutto il mondo, una campagna unitaria. Sempre nel 2012 si terrà il Forum Sociale del Maghreb e si è aperta la discussione sulla possibilità di avanzare la
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candidatura del Maghreb per ospitare il Forum Sociale Mondiale del 2013. La proposta, che troverebbe ampio consenso, richiede però una riflessione sulla concreta possibilità di realizzare un Forum in una regione alle prese con cambiamenti epocali, dove è difficile prevedere quale sarà la situazione tra due anni. Nel dibattito politico ha avuto grande spazio la questione tunisina. Tutti considerano molto importanti gli sviluppi di quella situazione: da lì è partita la sollevazione nel mondo arabo e il paese è percepito come un termometro di ciò che le rivolte potranno produrre nell'area. La situazione è molto complessa. Si sta lavorando alle regole per l'elezione della Assemblea Costituente, ma il tema politico è la necessità di costruire un fronte democratico per evitare di consegnare il paese agli islamisti e/o alle forze riciclate del regime. Si avverte la mancanza di un programma, di un progetto di società, non ci sono leader politici e sociali. La fragilissima società civile organizzata da un lato partecipa alla commissione politico-istituzionale, dall'altro lavora per non disperdere la partecipazione popolare. È urgente dare risposte all'emergenza sociale, al tema del lavoro, della laicità dello stato, al ruolo che i giovani devono continuare a esercitare, alla richiesta di giustizia per le vittime della repressione, al proble-
ma dei diritti dei migranti, sia quelli diretti in Europa sia quelli in transito nel Paese. Gli egiziani hanno sottolineato le differenze della loro esperienza rispetto alla Tunisia. La rivoluzione in Egitto è nata nei centri urbani. Il suo cuore sono stati i giovani della classe medio alta. Il ruolo di Internet e dei blogger è stato più importante. Uno degli elementi fondamentali di Piazza Tahrir è stata l'unità interreligiosa, fondamentale in un paese dove il regime ha sempre cercato di indirizzare i conflitti sociali verso quello religioso. L'esercito ha avuto e ha un ruolo centrale e condizionante, mentre è in atto un tentativo di limitare la partecipazione alla vita politica. Per quel che riguarda la Libia, infine, è stata unanime la solidarietà con il popolo in rivolta e unanime la convinzione della necessità per tutta l'area di liberarsi da Gheddafi, ma quasi tutti hanno anche osservato che la scelta dello scontro armato è stata controproducente, mentre l'intervento occidentale getta un'ombra sul futuro del paese. L'unico libico presente ha voluto sottolineare che il problema dell'interessata ingerenza occidentale si sarebbe potuta evitare se paesi non europei avessero raccolto la richiesta d'aiuto, come la risoluzione Onu d'altronde avrebbe consentito. Info: bolini@arci.it
Si chiude la prima parte del progetto di sostegno ai giovani palestinesi Durante la cerimonia ricordati Vittorio Arrigoni e Angelo Frammartino l 28 aprile si è tenuta a Gerusalemme la cerimonia di chiusura della prima parte del progetto del Youth Development Program (YDP), un progetto sostenuto dall'Youth Development Department (YDD), con il sostegno e finanziamento del Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme, il Palestinian Municipalities Support Program (PMSP), Arcs e Progetto Sviluppo della Cgil, la Fondazione Angelo Frammartino Onlus e una decina di realtà associative locali. Un importante progetto biennale di sostegno ai giovani palestinesi di Gerusalemme. Il progetto si prefiggeva diversi obiettivi, i principali erano quelli del recupero della dispersione scolastica, il sostegno alle famiglie degli studenti, l'orientamento dei giovani per la ricerca di lavoro e opportunità professionali, la riduzione del livello di disoccupazione giovanile.
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Il lavoro di Arcs si è rivolto soprattutto all'accrescimento della formazione e delle capacità del personale dei partner locali e degli operatori sociali delle associazioni coinvolte: African Community Society, Arab Chatolic Scout, Saraja, Nidal e Burj Al Luq Luq. La cerimonia è stata un misto di saluti ufficiali (sono intervenuti tra gli altri il console italiano Luciano Pezzotti, il direttore del YDD Mazen Ja'Bari, Sabrina Breveglieri della Cgil e di quello che - mi spiegano - è di fatto il sindaco di Gerusalemme est, oltre ai rappresentanti di varie associazioni e reti locali), inni nazionali con le bandiere e la retorica tipica di questo genere di cerimonie (compreso il mio intervento), intervallati da spettacoli di folklore, tra i quali hanno spiccato per motivi diversi, gli scout con le loro cornamuse, retaggio del protettorato britannico, una giovanissima compagnia di ballo composta da
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una decina di ragazze in abiti tipici e un'ensamble di ragazzi di origine africana, che hanno fatto uno straordinario spettacolo di percussioni con materiale di riciclo e che è riuscita ad infiammare la sala. Infine non potevano mancare le targhe commemorative con relative strette di mano. Forte e sentito l'omaggio dedicato a Vittorio Arrigoni, ucciso recentissimamente a Gaza e ad Angelo Frammartino, già annoverati tra i martiri della causa Palestinese. Una cerimonia in fondo molto sentita dalla folta platea soprattutto giovanile, e che ha testimoniato la bontà del progetto e dei risultati raggiunti, ed evidenziato la necessità di un ulteriore sforzo per la sua continuazione, per poter proseguire una difficile ma importante battaglia per il sostegno e i diritti delle nuove generazioni di studenti palestinesi. Info: patti@arci.it
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solidarietàinternazionale
La Fondazione Frammartino presenta le nuove borse di studio. Grande partecipazione all’evento
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opportunità di studio approfondito per giovani laureati sui temi della pace, dei diritti umani e della legalità. Al bando possono partecipare giovani di età inferiore ai trent'anni. La data di scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 24 giugno. Entro il 18 luglio saranno resi noti i nomi dei vincitori, ognuno dei quali sarà accompagnato nel suo percorso da un tutor altamente qualificato. Pierangelo Frammartino, presidente della Fondazione, ha introdotto la conferenza ed illustrato i risultati raggiunti. «In questi anni abbiamo ricevuto diverse centinaia di domande di partecipazione al bando. Segno che c'è nel nostro paese un forte desiderio di approfondire le tematiche legate alla nonviolenza. In tanti casi le borse hanno consentito ai giovani vincitori di iniziare un percorso di studi che li ha portati a conseguire master o dottorati all'estero. Sono risultati che ci riempiono di soddisfazione perché viene data una possibilità a chi, ancorché meritevole, spesso deve rinunciare per mancanza di risorse». Tra il pubblico erano presenti molti studen-
ti, ma anche esperti di cooperazione internazionale e rappresentanti delle istituzioni. Ha chiuso i lavori il presidente della Fondazione Camera dei Deputati Fausto Bertinotti, confermando la sua vicinanza umana ma anche istituzionale alle attività promosse dalla Fondazione. Info: www.angeloframmartino.org
CIRIE’ (TO) Dopo l’inaugurazione, che si è tenuta il 9 aprile al circolo Insieme - Casseta Popular di Grugliasco (To), prosegue la presentazione della mostra Over the wall con le fotografie di Jacopo Sant e Luca Culeddu. Il 5 maggio alle 21 presentazione presso il circolo Arci Soce, in via Matteotti 16, a seguire, serata palestinese. È possibile visionare la mostra fino al 26 maggio, ingresso riservato ai soci Arci. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Arci Valle Susa, Arcs e Associazione Red House
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ala del Consiglio Provinciale colma a Palazzo Valentini a Roma per assistere all'annuale conferenza della Fondazione intitolata ad Angelo Frammartino, giovane pacifista ucciso nel 2006 durante un campo di lavoro con i bambini della città vecchia di Gerusalemme. L'incontro, giunto quest'anno alla quarta edizione e fortemente partecipato, si è proposto come occasione di presentazione delle attività svolte durante l'anno 2010/2011, e, in particolare, dei lavori relizzati nell'ambito del 3° concorso per Borse di studio Angelo Frammartino, Giovani pensieri per una cultura di pace. Nella stessa occasione è stato lanciato il nuovo bando per l'assegnazione delle borse di studio per l’anno 2011/2012. La continuità che la Fondazione ha scelto di dare a questo progetto, insieme a molte realtà istituzionali e associative, è sintomo di una specifica scelta, quella di investire nella formazione dei giovani, nella convinzione che la cultura sia il primo fondamentale strumento di dialogo e partecipazione. Finalità del progetto è, infatti, promuovere
Frammaday 2011, la Dal 15 al 24 luglio il campo di lavoro giornata conclusiva in Palestina. Iscrizioni fino al 31 maggio Sabato 7 maggio il parco Arcobaleno di Monterotondo (RM) ospiterà l'edizione 2011 del FrammaDay, una giornata di festa e solidarietà promossa dalla Fondazione Angelo Frammartino Onlus. L'appuntamento, nato per ricordare Angelo nei giorni più vicini al suo compleanno, è espressione della convinzione che fare festa possa essere l'inizio del ‘fare pace’. Alla giornata è legata anche l'iniziativa di solidarietà NonUnoDiMeno! che ha come destinatari gli studenti in difficoltà delle scuole di Monterotondo. A partire dal primo pomeriggio si alterneranno momenti dedicati allo sport, alla musica, al cinema, al teatro, alle arti figurative e tante altre modalità di espressione della creatività giovanile. In particolare, dalle 14 ci saranno un torneo di street basket e una lezione aperta di ginnastica artistica circense; dalle 17 proiezione di cortometraggi e Monterocktondo, e infine, dalle 20, il Frammaday sarà chiuso dall'attesissimo FrammaWave: un concerto che quest'anno sarà dedicato alla musica reggae e alla musica popolare, con Alla Bua, pizzica salentina, e Reggae circus con Adriano Bono.
Per continuare a testimoniare la verità, per sostenere la società civile palestinese e stare dalla parte della dignità e dei diritti, per continuare a portare avanti le idee e i sogni di Vittorio Arrigoni e di tutti coloro che per raccontare la verità hanno speso la vita, anche quest'estate l'Arci organizza il campo di lavoro in Palestina. Il campo si terrà dal 15 al 24 luglio; i volontari avranno la possibilità di conoscere da vicino la realtà di diverse città dei territori palestinesi occupati. Nei primi cinque giorni il gruppo prenderà parte al campo internazionale organizzato da OPGAI (Occupied Palestinian and Golan Advocacy Initiative) a Beit Sahour, Betlemme. Insieme ad altri giovani palestinesi i volontari parteciperanno a workshops sulla situazione dei giovani in Palestina e a lavori di rivalutazione di alcune aeree (giardini pubblici, quartieri e villaggi). Si recheranno a Gerusalemme, Hebron e Jericho visitando campi profughi e siti interessanti per capire più a fondo la situazione palestinese. Nei giorni seguenti, al campo internazionale i volontari incontreranno le orga-
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nizzazioni partner di Arcs in Palestina, che si occupano principalmente di diritti dei minori e delle condizioni dei giovani. In particolare, conosceranno il Defence for Children International-Palestina, che si occupa di diritti dei minori, con un focus particolare sulla condizione dei minori palestinesi detenuti nelle carceri israeliane; lo Youth Development Department, entità di riferimento su Gerusalemme per quanto riguarda le attività rivolte ai giovani e ai bambini nell'area; la Beit Doqqu Development Society, che si occupa di coordinare le attività nel villaggio di Beit Doqqu dove Arcs ha un progetto di sviluppo agricolo legato alla partecipazione delle fasce della popolazione più deboli, in modo particolare donne e giovani. La quota di partecipazione al campo è di 1150 euro: comprende vitto, alloggio, spostamenti interni e il viaggio dall'Italia. Le iscrizioni rimarranno aperte fino al 31 maggio. Per maggiori informazioni e per l’iscrizione è possibile contattare l'indirizzo email campidilavoro@arci.it Info: damelio@arci.it
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migranti
No a un sistema d'accoglienza parallelo, privo di competenze, regole e risorse certe e trasparenti arrivo dei giovani tunisini ha messo in difficoltà il governo italiano che ha risposto in maniera scomposta e contraddittoria. L'abbiamo denunciato più volte e a tutti i livelli. Quelli che prima erano pericolosi clandestini da espellere, d'un tratto e senza fare una piega, sono diventati persone da proteggere. Salvo poi tentare di liberarsene invitandoli a lasciare il paese per lidi migliori. Nel frattempo, coloro che fino a gennaio erano trattenuti dal regime di Gheddafi e considerati indesiderabili dal ministro Maroni, sono diventati profughi, nel discorso pubblico, e quindi persone da accogliere. Una serie di voltafaccia di cui i nostri governanti non si vergognano affatto. Adesso si
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MESSINA Il 5 maggio alle 18 presso il punto arte Orientale Sicula 7 il circolo Thomas Sankara presenta La letteratura ci salverà dal pregiudizio? conversazione con Amara Lakhous
è aperta un'altra partita, nella quale si stanno buttando alle ortiche anni di esperienza territoriale diffusa sull'accoglienza che fa capo al sistema SPRAR e di cui lo stesso Maroni si vantava all'estero. Prima si sono inventati una emergenza e adesso mettono in piedi un piano d'accoglienza senza aver fissato regole e ruoli, accantonando completamente lo SPRAR, che pur nei suoi limiti ha dato buoni risultati. Affidano alla Protezione civile, organizzazione priva di competenze specifiche ed esperienza in materia, un'attività delicata come l'accoglienza e l'assistenza dei richiedenti asilo. E così i richiedenti asilo che arrivano a Lampedusa - e che fino a poche settimane fa seguivano una procedura nota con modalità e tempi certi - adesso vengono smistati sul territorio senza alcun criterio, se non quello della disponibilità, in progetti che prevedono al momento il solo albergaggio, senza che sia stata firmata alcuna convenzione, senza la disponibilità di risorse certe, senza regole trasparenti. Viene da chiedersi il perché di simili scelte, che si contraddicono o addirittura si cancellano a vicenda. A che scopo un'esperienza previ-
sta dalla legge e che ha dato risposte, parziali ma certe, per dieci anni, oggi viene boicottata da un'iniziativa che formalmente si chiude il 31 dicembre? L'unica risposta che viene in mente a chi come noi vede i problemi nella loro completezza, ma anche nella loro concretezza, è che si tratti di pura cialtronaggine aggravata dall'ansia da prestazione elettorale. Il nuovo sistema d'accoglienza affidato alla protezione civile non ha linee guida, non ha risorse certe, non ha regole e metodologie. L'Arci sul territorio ha sempre fatto la sua parte. Ma in questa vicenda è necessario di più. Dobbiamo stare dalla parte dei rifugiati e denunciare i rischi che comporta la scelta del nuovo sistema d'accoglienza. Va bene la ripartizione regionale del piano nazionale, così come va bene che ci siano posti disponibili in casi di flussi in tempi brevi. Ma tutto questo dev'essere gestito in maniera civile, trasparente e unitaria, senza creare sistemi paralleli e rifugiati di serie A e serie B, assicurando la piena integrazione con i servizi territoriali e la tutela dei richiedenti asilo, come prevede la legge. Info: miraglia@arci.it
Visita a un girone infernale, dove la L’Europa boccia ribellione è l'unica forma di umanità rimasta ancora l’Italia Il 2 maggio, dopo un lungo tira e molla con la Prefettura, siamo riusciti ad entrare in Corelli per tre ore. Alle 12.30 ci hanno espulso dal centro per questioni di ordine pubblico. È scoppiata una rivolta, con materassi bruciati, rumori di vetri frantumati e poi silenzio. La gestione dell'ordine pubblico si è palesata in pochi minuti: 3 camionette di carabinieri in assetto antisomossa, caschi e manganelli usciti dagli armadietti della polizia di Stato, vigili del fuoco, ambulanze e l'ordine di uscire per gli osservatori esterni. Risultato: 7 arresti per danneggiamento e resistenza. Prima della rivolta, Corelli ha aperto le sue viscere e reso visibili storie di uomini e transessuali dimenticati e celati, lacrime e tagli sul corpo per i tentativi ordinari di suicidio. Dai muri ammuffiti emergono 3 ragazzi tunisini, con la stessa maglietta e sguardo, a cui hanno revocato il permesso umanitario per aver partecipato (forse) a una rissa davanti a un centro commerciale di Genova. In un angolo della sala benessere della sezione A un ragazzino tunisino piange in continuazione. Ci mostra il taglio alla gola che si è provocato e ci butta in faccia un pezzo della sua
storia: «Sono arrivato a Lampedusa il 10 aprile, ho mangiato l'erba del mare e bevuto acqua salata per 20 giorni, poi una grande barca mi ha portato vicino a Roma e un pullman a Corelli». Piange. Tutti lo guardano e con imbarazzo ci dicono «Noi lo controlliamo ma a volte dormiamo anche noi». La richiesta di avvocati veri e di comunicare con l'esterno è comune a tutte le persone, ridotte a non persone. Alcune non persone alle 12.30 hanno deciso di essere 'persone' e di agire con l'unica cosa che il Centro non è ancora riuscito a spegnere: il diritto di protestare e manifestare la rabbia e l'indignazione assumendosene i rischi. Cinicamente penso che la rivolta sia una diretta conseguenza della politica di chiusura totale del Centro: divieto dei cellulari, il meccanismo folle per le richieste di visite dei parenti, il braccio di ferro che un'associazione come l'Arci deve fare per svolgere la sua funzione di tutela dei migranti. Ogni volta che mettiamo piede in un Cie, l'Arci si assume un preciso impegno politico, umano e di rispetto verso queste persone secretate. Ricordiamocelo. Info: scovazzi@arci.it
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La Corte di giustizia Ue ha stabilito che la direttiva 'rimpatri' contrasta con la normativa italiana che punisce con la reclusione lo straniero irregolare che non abbia ottemperato all'ingiunzione di lasciare il territorio nazionale. Secondo la Corte, la sanzione penale compromette la possibilità di instaurare un'efficace politica di rimpatrio nel rispetto dei diritti umani fondamentali. Insomma, l'ennesimo schiaffo dell'Europa alla politica di Maroni, uno schiaffo che fa male perché la pronuncia della Corte prevale sulla normativa interna e il giudice nazionale dovrà disapplicare ogni disposizione contraria alla direttiva e tener conto del principio della retroattività della pena più mite. Ma il ministro non si arrende e già ha annunciato la presentazione di «un decreto che ripristini la possibilità di espulsione diretta dei clandestini, che la sentenza ha reso di fatto impossibile». Anche con la Corte Costituzionale Maroni ha qualche conto da regolare, dato che non intende digerire la bocciatura dei maggiori poteri di ordinanza affidati dal governo ai sindaci. Quindi, «per ovviare alla sentenza», farà approvare un decreto urgente sulla sicurezza urbana. E sì, perché le sentenze sgradite si aggirano, mica si applicano.
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referendum
Sì ai referendum per fermare un modello di sviluppo basato sul saccheggio dei beni comuni Un articolo del giurista Ugo Mattei, tra gli estensori dei quesiti referendari per la ripubblicizzazione dell’acqua tivi di inefficienze e di tragedie, ma richiedessero modelli di governo alternativi, informati all’accesso e alla partecipazione piuttosto che all’esclusione. Anche in Italia l’idea che occorresse ‘invertire la rotta’ rispetto alla privatizzazione e al saccheggio del patrimonio pubblico cominciava a essere tanto largamente condivisa (almeno fra chi si occupava di diritto) da dare il titolo a un volume di atti conclusivi di un triennale lavoro di ricerca condotto all’Accademia dei Lincei pubblicato con largo anticipo rispetto alla ‘grande crisi’. Sul fronte dell’acqua non erano i partiti ma i movimenti a cogliere appieno l’impatto largamente negativo dei primi esperimenti di privatizzazione condotti grazie alla Legge Galli. E più in generale furono i movimenti a monitorare la pervicacia con cui Governo, Parlamento, Confindustria, think tanks economici più o meno conservatori e giornali borghesi seguitarono, con appena una brevissima soluzione di continuità a cavallo fra il 2008 e il 2009, a proporre le stesse trite teorie liberiste destinate a portarci al tracollo globale. Il 27 novembre del 2009 in Parlamento si verificò un episodio singolare di schizofrenia istituzionale. Mentre in Senato veniva presentato dal Presidente della Corte Costituzionale Giovanni Conso (presenti diversi capigruppo e senatori di maggioranza e di opposizione, nonché i capigruppo regionali piemontesi di tutti gli schieramenti) l’ambizioso disegno di legge di riforma dei beni pubblici prodotto dalla c.d. Commissione Rodotà, alla Camera veniva approvato, senza discussione e L’ostruzionismo della maggioranza di centro destra in con voto di fiducia il Decreto Ronchi. commissione di Vigilanza Rai si sta ormai configurando Mentre il primo disegno di legge (che come l’ennesima ferita inferta alla nostra democrazia. oggi giace in Parlamento insieme alla Facendo mancare nella seduta di oggi pomeriggio il proposta di legge di iniziativa popolare numero legale, si è impedito – come succede ormai da sull’acqua bene comune) puntava a giorni - che la Commissione adottasse il regolamento per tracciare giuridicamente, valorizzare e l’informazione sui referendum, previsto dalla legge sulla difendere i beni comuni proprio al fine par condicio. In questo modo si lede, in spregio della di far tesoro dell’esperienza fallimenCostituzione e delle leggi, il diritto dei cittadini ad essere tare delle privatizzazioni, il Decreto informati e a formarsi liberamente un’opinione per poter Ronchi obbligava alla privatizzazione partecipare al voto con piena consapevolezza. entro la fine di quest’ anno dell’ intero Ci auguriamo che ciò non si ripeta nella nuova convocasettore dei servizi pubblici essenziali, zione prevista già stasera, anche se l’atteggiamento incluso quello idrico integrato, i trasporti, e la gestione dei rifiuti. In quel tenuto finora dalla maggioranza non induce certo all’otti27 novembre è risultato chiarissimo mismo. Il governo sta già tentando di scippare i referenche le condizioni per delegittimare dum per impedire l’espressione della volontà popolare. appieno la rappresentanza indiretta di Non possiamo permettere che ora si metta anche il bavaun Parlamento di nominati si erano glio al servizio pubblico. È necessario opporsi in tutti i verificate. modi a questo ennesimo furto di democrazia.
roprio con il centro-sinistra al potere, nel 1994, è iniziato anche in Italia l’assalto all’acqua e alle strutture di un servizio idrico che era nelle mani di aziende municipalizzate. La Legge Galli del ’94 in verità altro non faceva che declinare a proposito dell’acqua la politica bipartisan di privatizzazione dell’intero settore pubblico. Mettendo ‘sul mercato’ Iri, Eni, Anas, Autostrade, banche ecc., il settore pubblico non solo si spogliava di un patrimonio imponente, costruito nei decenni attraverso lo sforzo collettivo della fiscalità generale, ma soprattutto rinunciava a ‘fare’ e a ‘saper fare’, illudendosi che il privato potesse sostituirlo portando avanti insieme al proprio interesse privato anche quello pubblico. A dieci anni dalla caduta del muro, con l’apertura del nuovo millennio, il fallimento e la crudeltà della politica del profitto globale, a quel punto imposta senza scampo dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, divenne chiaro a tutti i movimenti, che da Seattle a Genova, fecero sentire la propria voce sfidando una repressione sempre più brutale. A Cochabamba si combatteva la guerra dell’acqua e cominciava a emergere perfino fra gli economisti la nozione che i ‘beni comuni’ incompatibili con la logica del profitto non fossero necessariamente produt-
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Ladri di democrazia
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Contro il bavaglio imposto dalla Rai Gli artisti del concertone del primo maggio imbavagliati sul palco da una liberatoria Rai in odore di ‘censura preventiva' - sul web dicono liberamente la loro sui referendum. Le dichiarazioni sono state raccolte nel retropalco su iniziativa delle 70 organizzazioni che compongono il Comitato Vota Sì per fermare il nucleare. Si parte con Subsonica, Gino Paoli, Ennio Morricone, Daniele Silvestri, Eugenio Finardi e Neri Marcorè. Nei prossimi giorni verranno pubblicate le brevi interviste rilasciate da Enzo Avitabile, Paolo Belli, Erica Mou, Autoreverse, Bandabardo', Luca Barbarossa, Edoardo Bennato, Andrea Rivera, Diego Bianchi e Caparezza. «Con una inaccettabile liberatoria, che oggi vogliono far passare come routine - spiega il Comitato - domenica agli artisti del primo maggio è stato impedito di parlare di referendum sul palco del concertone. Quello che non hanno potuto dire davanti a milioni di spettatori, lo hanno detto però davanti alle nostre telecamere. Le loro dichiarazioni sono da oggi sulla pagina facebook del Comitato Vota Sì per fermare il nucleare https://www.facebook.com/votasiperfermareilnucleare?sk=app_128953167177144. Apriamo un varco nella cortina fumogena antireferendum». A chi afferma che la liberatoria discende dalle regole della par condicio, il Comitato replica: «Ma quale par condicio? Magari la par condicio per i referendum fosse stata approvata! I comitati del Nucleare e dell'Acqua protestano da settimane per il ritardo nell’approvazione del regolamento da parte della Commissione di Vigilanza Rai. E pensare che la legge prevede che avrebbe dovuto già essere non solo approvato ma anche applicato. Quelle che abbiamo visto all'opera domenica sono regole a senso unico, che invece di informare nascondono i referendum del 12 e 13 giugno».
Era il momento costituzionale in cui il sovrano doveva riprendersi in mano la politica. Era il momento del Referendum. I Referendum su acqua e nucleare sono oggi l’ultima spiaggia, nel nostro paese, per cercare di invertire la rotta rispetto a un modello di sviluppo folle, che ha come unico motore lo sfruttamento delle persone e il saccheggio dei beni comuni. Non possiamo mancare questo appuntamento.
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cultura
Viva il live! 3.0: a Mantova dal 6 all’8 maggio c’è Arci Real Festival, per sostenere la musica dal vivo enerdì 6 maggio prende vita la terza edizione di Viva il Live!, quest'anno arricchita da importanti novità. Prima però è importante soffermarsi sul significato della manifestazione organizzata da Arci in collaborazione con Mei - Meeting degli Indipendenti, Rumore, Arci Tom, Progetto Play con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Mantova, Comune di Mantova, Anci. Viva il Live! (dal 6 all'8 maggio al Tom di Mantova, Piazza Tom Benetollo 1), rappresenta l'appuntamento nazionale per affermare l'interesse e l'impegno dell'associazione verso la musica live. L'Arci è l'unico operatore culturale in Italia che attraverso la sua rete di spazi associativi, ed in particolare di quelli che si dedica-
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SASSARI Per la rassegna culturale Trattas, parole senza tempo, promossa dal circolo Aggabachela in collaborazione con l’Arci di Sassari, il 7 maggio al Teatro Verdi si terrà il concerto di Giovanni Lindo Ferretti
no costantemente alla musica dal vivo (su tutti la rete del progetto Arci Real), propone tutto l'anno e su tutto il territorio nazionale musica dal vivo di qualità e spesso ad ingresso gratuito. Ce ne sarebbe a sufficienza per spiegare il perchè di un meeting di tre giorni che ha come fulcro la musica ed in particolare quella live, ma non basta. A fronte di una crisi strutturale della discografica la musica dal vivo è il futuro della musica del nostro Paese, la risposta al futuro di musicisti, autori e operatori ed uno strumento straordinario per il dialogo interculturale, l'inclusione sociale e la vivibilità di una comunità. Eppure vi è un'assenza di scelte strategiche e di sistema per lo sviluppo di politiche culturali organiche, assistiamo a tagli indiscriminati ai trasferimenti dallo Stato agli Enti Locali, nessun provvedimento legislativo a sostegno del settore, aumento insostenibile dei costi di gestione degli spazi per la musica. Tutto ciò si abbatterà pesantemente anche sulla musica dal vivo. Per questo l'Arci organizza dal 6 all’8 maggio a Mantova una tre giorni che affronterà diversi aspetti legati al sostegno della musica dal vivo. Abbiamo invitato media,
Il 3 maggio si celebra la Giornata mondiale per la libertà di stampa Quella di quest’anno sarà la diciottesima Giornata mondiale per la libertà di stampa proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite «per celebrare i principi fondamentali della libertà di stampa, per valutare la situazione della libertà di stampa in tutto il mondo, per difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza e offrire un tributo ai giornalisti che hanno perso la vita nell'esercizio della loro professione». La libertà di stampa è un diritto fondamentale e una garanzia delle altre libertà. Il diritto a informare ed essere informati è infatti condizione per partecipare in modo consapevole alla vita pubblica e ai processi decisionali. In occasione di questa giornata, la Federazione nazionale della stampa italiana ha promosso un incontro a Roma il 3 maggio alle 10, presso la propria sede in Corso Vittorio Emanuele II 349, dal titolo Nord Africa: l'informazione più forte dei regimi. Persone, lavoro, democrazia, diritti. Le voci saranno quelle di giornalisti provenienti dall'Egitto, dalla Tunisia, dall'Algeria e dalla Libia, una riflessione di operatori della comunicazione e di studiosi sulla stagione di rinnovamento, drammati-
ca ed esaltante, che stanno vivendo i Paesi della fascia Sud del Mediterraneo e del mondo arabo. Interverranno la giornalista egiziana Sahar Ramadan, la tunisina Nabila Zayati (Ansamed) e i suoi connazionali Faouzi Ezzeddine (direttore della tv) e Sofien Rejeb, l'algerino Mourad Slimani (caporedattore del quotidiano El Watan), il giornalista libico Farid Adly. Con loro alcuni colleghi italiani che in queste settimane hanno seguito come inviati le vicende nordafricane: Mimmo Càndito (La Stampa), Antonio Ferrari (Il Corriere della Sera), Duilio Giammaria (Tg1), Vincenzo Nigro (La Repubblica). Arricchirà il confronto un'analisi del professor Augusto Valeriani (docente di media e politica internazionale all'Università di Bologna) sui valori dell'informazione nelle regioni interessate da processi di crisi e di radicale cambiamento. Per la Fnsi parleranno il Segretario generale Franco Siddi (componente dell'ExCom della Ifj, la Federazione internazionale dei giornalisti), che introdurrà l'incontro, e il Presidente Roberto Natale (componente dello Steering Committee della Efj, la Federazione europea).
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artisti, etichette discografiche indipendenti, istituzioni locali a confrontarsi direttamente e condividere possibili proposte di sostegno alla musica dal vivo (per il programma vedi Arcireport n.16 del 26 aprile scorso). Su tutti segnaliamo Arci Real Festival, il primo meeting del progetto nazionale Real, con il meglio del roster 2011 che vedrà alternarsi artisti affermati come Meganoidi (sabato 7 alle 23.30) ed emergenti come i Tua Madre (sempre liguri, che aprono la kermesse degli emergenti venerdì 6 alle 22), i piemontesi Nebbia e Banda Fratelli e i partenopei Emiro (sabato 7 dalle 22) e per chiudere la domenica con i Deluded by lesbians e i Post no bills. Interviste e dirette live dei concerti in streaming su Arci Real Radio, la radio web virtuale che mette insieme il circuito delle web radio Arci (da Radio t.r.i.p. a Radio tutti liberi, Nova radio, Radio Cage, Border radio, Radio attiva, Toindie e molte altre). Accompagneranno il Festival le band del progetto Play promosso da Arci Mantova e Comune di Mantova. Info e streaming da www.arcireal.com Info: siviero@arci.it
In scena il rischio di fare informazione Il rischio di fare informazione è il filo conduttore del recital teatrale Uno scandalo italiano, storia di Cosimo Cristina, suicidato da Cosa Nostra, presentato a Roma il 2 maggio, che ha aperto il programma di celebrazioni della Giornata mondiale dell’informazione. Promosso da Ossigeno per l’informazione, Biblioteca nazionale centrale di Roma, Associazione Stampa Romana e Libera, lo spettacolo nasce per ricordare la memoria dei giornalisti uccisi in Italia da mafia e terrorismo e di tutti quelli che hanno perso la vita all’estero sui fronti di guerra e di gravi conflitti, ultimo, solo in ordine di tempo, Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza lo scorso 15 aprile. Scritto e interpretato da Luciano Mirone, lo spettacolo racconta la storia di Cosimo Cristina, 25enne, corrispondente dell’Ora, assassinato a Termini Imerese nel 1960. Primo degli otto cronisti uccisi dalla criminalità organizzata in Sicilia nel dopoguerra, non ha ancora avuto giustizia. È una delle vittime più dimenticate. La sua storia è una denuncia dei problemi che affliggono l’informazione ancora ai nostri giorni. Info: www.ossigenoinformazione.it
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legalitàdemocratica
Dopo il flash mob ‘I diritti si alzano in piedi’, la Carovana da Bari si muove verso i Balcani giustizia sociale sarà possibile realizzare quel modello di legalità democratica, principio fondante di Carovana. Il 2 maggio, in conclusione, scuole, cittadinanza e Autorità pugliesi hanno salutato simbolicamente i carovanieri, partecipando tutti insieme al flash mob intitolato I diritti restano in piedi, dedicato alle vittime innocenti di mafia e alle migliaia di persone disperse nel Mediterraneo durante le traversate verso la speranza. L'imbarco dal porto di Bari alla volta di Durazzo e poi verso i Balcani ha rappresentato anche il passaggio ideale della memoria di Hiso Thelaray e di tante esperienze di memoria e impegno civile dalla Puglia all'Albania. comunicazione.arcipuglia@gmail.com
iaggio: non c'è parola più adatta per esprimere quello che è la Carovana. Sono stati quasi 800 i chilometri che le ruote dei due furgoni hanno percorso in Puglia. Dal foggiano al Salento attraversando l'intero territorio barese, la Carovana Internazionale Antimafie ha toccato le piazze, le strade e i circoli Arci di tutta la regione. Un viaggio lungo e faticoso, ma «intenso ed emozionante in ogni momento»: lo ricordano Benny e Dario a bordo della Carovana. L'esperienza del lavoro di antimafia sociale, attraverso il viaggio a tappe della carovana, ha permesso loro di diventare anche ottimi amici. I carovanieri in Puglia hanno sentito l'odore della narrazione, gustato i sapori del sole, sentito il calore della gente, ma anche conosciuto le difficoltà di una terra in cui la mafia non è una leggenda. E lo dimostrano i numeri che, grazie al passaggio della Carovana Antimafie in Puglia, hanno fatto in modo che questa volta stampa e televisione parlassero dell'antimafia e della giustizia sociale. Quando il 27 aprile la Carovana Antimafie è arrivata a Cerignola, vicino Foggia, ad accoglierla c'era Daniela Marcone, una delle voci
della grande famiglia dell'antimafia e referente di Libera Memoria in Puglia. Insieme hanno incontrato le scuole e dedicato uno spazio all'interno del percorso formativo alla promozione della giustizia, la difesa dei diritti umani e della dignità della vita. Ad Andria, centinaia di palloncini hanno colorato il cielo sopra largo Giannotti, lì dove è stato espropriato il primo appartamento alla mafia locale. Giovedì 28 aprile la lezione magistrale I beni confiscati in Puglia tenutasi nell'aula Aldo Moro della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bari ha attirato le telecamere e i microfoni di tutte le televisioni locali. Secondo i dati forniti dall'agenzia nazionale per i beni confiscati sono 800 i beni confiscati in Puglia, di cui quasi 200 dislocati sulla città di Bari. Antonio Laudati, procuratore capo di Bari, si è rivolto soprattutto alle ragazze e ai ragazzi sottolineando che 55 sono le vittime innocenti per mafie sul territorio barese nell'ultimo anno, mentre 8 a Palermo e 16 a Reggio Calabria. In Puglia, a Calimera come a Bisceglie, Alessandro Cobianchi, coordinatore nazionale di Carovana, più volte ha ricordato che solo unendo l'impegno civile dei cittadini al senso di
Il bando di Musica contro le mafie
Circa 1000 volontari parteciperanno ai campi sui terreni confiscati alle mafie
La musica come efficace arma non violenta contro le mafie. È con questa profonda convinzione che il Mei - Meeting degli Indipendenti di Faenza, e Politicamente Scorretto lanciano la seconda edizione del bando Musica contro le mafie. Il concorso è rivolto a musicisti di qualsiasi età che abbiano trattato la tematica del contrasto alle mafie italiane, senza distinzione di territorio. Per partecipare è necessario compilare entro il 30 settembre 2011 il modulo di iscrizione presente nei due siti www.meiweb.it e www.politicamentescorretto.org. Il bando è aperto a tutti i generi musicali e gli artisti selezionati avranno la possibilità di esibirsi alla finalissima di Musica contro le Mafie in programma il 19 novembre a Casalecchio di Reno (BO) durante la rassegna Politicamente Scorretto 2011. Il vincitore si esibirà al MEI 2011 a Faenza. Oltre al concorso, il Mei e Politicamente scorretto hanno promosso momenti di riflessione e iniziative su questo tema con dialoghi in diretta web tra gli ospiti delle due manifestazioni che si svolgono nello stesso fine settimana di fine novembre, l'una a Casalecchio di Reno e l'altra a Faenza.
Sono già passati sei anni da quando l’Arci pensò che fosse importante dar vita ad una nuova modalità di impegno sociale che riuscisse ad incrociare la voglia di fare con la concretezza, il riflettere con il sognare. Così nacque Liberarci dalle Spine, questa esperienza di pratica sociale che non è solo volontariato e nemmeno solo teoria politica. Non molto tempo fa, questo progetto sarebbe stato definito un ‘percorso di militanza politica’, ma oggi un termine di questo tipo sarebbe considerato antiquato e demagogico. In questi anni molte cose sono cambiate, spesso trasformate e modificate dalla voglia di migliorare e dalla volontà di sperimentare, esplorare, scoprire e rinnovare. Al timone del rinnovamento ci sono le richieste, le critiche ma anche la tanta voglia di fare di una moltitudine di ragazze e ragazzi che spesso non superano l'età di venti anni. I nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno riscoperto la voglia e il valore dell'ascolto, l'impegno a chiedere il perché delle cose e tutto questo non attraverso una ricerca internet su un motore di ricerca, ma relazionandosi a chi certe storie le ha vissute. Con questa consapevolezza ci apprestiamo ad organizzare la settima edizione dei campi di lavoro e di stu-
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Il 4 maggio alle 16.30 presso l’Università degli Studi di Milano il dibattito su Strategie di contrasto e di repressione della criminalità mafiosa. Interviene Ilda Boccassini
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dio Liberarci dalle Spine, in cui si prevede una straordinaria partecipazione giovanile. Saranno infatti 1000 ragazze e ragazzi che sceglieranno di dedicare parte delle loro vacanze ad un impegno sociale particolare nei terreni confiscati alla ricerca di giustizia e verità. Questa nuova edizione vedrà una presenza dei nostri volontari anche in Calabria, Puglia e Campania. Altre cooperative, altre storie, altri luoghi, altri nomi, ma stesse dinamiche di sopraffazione dei diritti sociali, stessa difficoltà di vivere con serenità. Noi abbiamo scelto, appunto, luoghi come Corleone, Canicattì, Catania, Melito Porto Salvo, Riace, Bari, Minervino, Mesagne. Abbiamo pensato che i cooperatori , i sindacalisti e i cittadini onesti di quei luoghi potessero essere i nostri maestri; così come pensiamo che le comunità locali della Toscana, dell'Umbria, della Lombardia e dell'Emilia Romagna siano i luoghi ideali dove prevenire e contrastare l'infiltrazione mafiosa locale. La ricerca della felicità comune infatti, non può essere solo un sogno desiderato, ma deve divenire una pratica sociale, un nuovo stile vita caratterizzato da diritti e pari opportunità per tutti e per tutte. Info: pascucci@arci.it
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I risultati del IV Rapporto nazionale dell'Auser sulla relazione fra Enti Locali e Terzo Settore Un articolo di Giusy Colmo, responsabile comunicazione dell’Auser tagli inferti ai trasferimenti statali ai Comuni, la progressiva riduzione dei Fondi sociali, le nuove misure restrittive introdotte nel pubblico impiego, il dimagrimento degli organici pubblici imposto dal Patto di Stabilità, stanno provocando conseguenze devastanti nel sistema dei servizi sociali del nostro Paese. Un momento difficilissimo per il nostro welfare. Per il 2011 si va verso un impoverimento dei servizi pubblici dei Comuni o l'innalzamento delle tariffe dei servizi. Con i comuni che puntano sempre di più sull'affidamento all'esterno dei servizi socio assistenziali, soprattutto alle associazioni, allo scopo di abbassare i costi con il ricorso al volontariato. È il quadro allarmante messo in evidenza dal Quarto Rapporto nazionale di Auser sulla relazione fra Enti Locali e Terzo Settore, presentato a Roma mercoledì 27 aprile. Il 48,5% della spesa comunale per i servizi sociali, nei comuni con più di 50mila abitanti, è impiegata per affidare all'esterno, imprese sociali ed associazioni, la gestione di interventi e servizi sociali.
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Un fenomeno cresciuto negli ultimi due anni (era il 44,5%). Un fenomeno con caratteristiche più marcate nei Comuni del Centro e del Sud con punte del 75,5% in Basilicata. Quali servizi? Strutture residenziali e ricoveri per anziani, assistenza, servizi per l'infanzia e gli asili nido. Inoltre, circa il 15% delle gare per l'appalto dei servizi sono state indette sulla base del criterio di aggiudicazione al massimo ribasso, una formula volta a premiare esclusivamente i ribassi proposti dalle imprese sociali rispetto alla base d'asta o prezzo base progettato dal Comune, ignorando, in definitiva, le componenti tecniche e qualitative delle offerte. Tale prassi è adottata ancora dai Comuni nonostante che la legge 328/2000 e le norme regionali di settore sollecitino, ormai da anni, le amministrazioni pubbliche ad abbandonarla. Va sottolineato che il fenomeno risulta molto più consistente al Sud, con una percentuale di bandi interessati al criterio di aggiudicazione del massimo ribasso pari al
Roma Social Pride. La macelleria sociale della giunta guidata da Alemanno La giunta del sindaco di Roma Gianni Alemanno procede nell'operazione di macelleria del terzo settore. Un'operazione tutta politica, che nasconde, attraverso i tagli indiscriminati al fondo sociale, il progetto di eliminazione delle cooperative e associazioni di sinistra. Una dinamica di potere ricattatoria, in cui a farne le spese sono i cittadini che soffrono l'esclusione sociale e gli operatori che da anni lavorano nel settore. Il Roma Social Pride, mercoledì 27 aprile, ha riproposto il problema dell'emergenza sociale, organizzando un presidio presso la scalinata del Campidoglio a Roma. Il terzo settore denuncia il collasso delle politiche sociali al grido «Il welfare non è lusso». Centinaia di cittadini e operatori delle cooperative e delle associazioni sono scesi in piazza a Roma, in contemporanea con Genova e Napoli, per chiedere più risorse per un servizio che sta progressivamente scomparendo a livello nazionale. Per dare un'idea pratica, occorre sapere che il settore ha perso l'80% delle risorse. Ci sono operatori che non ricevono lo stipendio da quasi un anno, eppure continuano ostinatamente a resistere per mantenere il più alta possibile la qualità dei servizi erogati e certamente anche il loro
posto di lavoro, a cui hanno dedicato anni di formazione e sacrifici. Per non parlare delle famiglie che hanno problemi, come figli portatori di handicap, anziani, emigrati, poveri, tossicodipendenti che non possono più ricevere un'adeguata assistenza. Il messaggio che passa è che i servizi sociali debbano essere sempre gestiti in forma inadeguata e scadente, con forti limiti di gestione e di spesa. Insomma, per la mentalità politica corrente è solo uno spreco di risorse, mentre la casta si riproduce nei suoi privilegi. Piccolo appunto di cronaca: nel corso della manifestazione di Roma, le forze dell'ordine in tenuta antisommossa, come se ci fossero pericolosi terroristi, hanno fermato e ritirato una decina di documenti minacciando la denuncia. Una farsa, che si è risolta con un atto di resistenza pacifica: tutti i manifestanti hanno voluto consegnare i propri documenti, rendendo praticamente impossibile il lavoro di riconoscimento. Ma se la speranza è che gli operatori e le famiglie mollino per stanchezza, i politici andranno delusi. Sui diritti acquisiti non si negozia, la nuova resistenza è appena iniziata, in attesa del 25 aprile del terzo settore. Info: rogai@arci.it
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36% e nelle Isole (25%). Fra le novità del Rapporto di quest'anno l'analisi sul lavoro socio-assistenziale che diventa sempre più ‘flessibile’ e precario. Le assunzioni di lavoratori nei Comuni più grandi (con popolazione sopra i 5mila abitanti, dunque tenuti all'applicazione del Patto di Stabilità), per l'erogazione di servizi socio-assistenziali, si stanno indirizzando sempre più verso forme ‘flessibili’ di prestazioni occasionali: tempo determinato, collaborazioni coordinate e continuative, contratti di somministrazione di manodopera e altre forme ‘anomale’. Su 186 assunzioni esaminate solo in 24 casi si trattava di assunzione a tempo indeterminato; 53 a tempo determinato, 112 nella forma co.co.co. ampiamente utilizzata da Comuni piccoli e grandi. Insomma, questo mare di tagli, esternalizzazioni, riduzioni, snellimenti, ridimensionamenti stanno stravolgendo il sistema di welfare non nostro Paese ed a farne le spese sono i terminali di questa filiera: i cittadini che possono contare sempre meno su una efficace rete di servizi socio-assistenziali pubblici e locali.
Italia in coda negli aiuti alle famiglie L’Italia è al di sotto della media rispetto a tre indicatori fondamentali sulla famiglia: occupazione femminile, tasso di fertilità e tasso di povertà infantile. Peggio, nelle tre classifiche occupa le ultime posizioni. Sono i dati del primo Rapporto Ocse sulla famiglia: niente di nuovo, ma l’Italia, con numeri impietosi e imbarazzanti, ne esce con le ossa rotte. Rispetto a una media Ocse del 70,9%, la quota di donne al lavoro nella fascia 25-54 anni è infatti del 59,1%, la più bassa dopo Turchia, Messico e Cile. La Francia è al 76,6%. Aspetto che, paradossalmente, smentisce anche il dato che a una maggiore presenza delle donne in casa possa logicamente corrispondere una maggior propensione ad avere figli: il tasso di natalità in Italia è a 1,4 figli per donna, rispetto a una media Ocse di 1,74. A rendere ancora più drammatico lo scenario è il dato sulla povertà infantile arrivato al 15%, decimo posto su 34 paesi in elenco. Soluzioni? Secondo l’Ocse «per poter migliorare le condizioni di vita lavorativa e familiare è necessario rafforzare le politiche per l’infanzia e per il lavoro che contribuiscono a rimuovere gli ostacoli all’occupazione femminile». E secondo il nostro governo?
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Musica in Carcere. Con la chiave di violino, la più grande evasione di massa (lecita) dalle carceri nizia sabato 7 maggio, presso la Casa Circondariale di Terni, il progetto Musica in Carcere che mira a portare negli Istituti penitenziari dell'Umbria e del Lazio la musica dei conservatori e delle scuole musicali popolari. In un momento di forte crisi, che colpisce da un lato le Amministrazioni penitenziarie, causando una riduzione delle iniziative organizzate, e dall'altro il vasto mondo della cultura, questa iniziativa si propone di tenere accesi i riflettori su due mondi apparentemente lontani che, grazie al supporto del volontariato, possono interagire per mettersi uno a disposizione dell'altro e insieme richiamare l'attenzione di una società colpevolmente distratta. Carcere è sinonimo di sconfitta per
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ALASSIO (SV) Al circolo Arci Brixton l’8 maggio alle 21 si terrà un dibattito tra i quattro candidati sindaco presieduto da Lorenzo Peruzzo, presidente del circolo
chi lo subisce, ma anche per la società che lo impone; va individuato un campo neutro dove fare crescere la fiducia reciproca, evitando di buttare la chiave. Unire il dentro e il fuori può sembrare arduo e, forse, lo è davvero. Ma ne vale la pena (!?) - sempre - e la musica è la materia di cui si servono i sogni. E Musica in Carcere vuole dare il suo piccolo contributo affinché questo sogno diventi una realtà di libertà… Il progetto, sviluppato da Arci Umbria, nasce da un'idea di Andrea Di Mario, docente dell'Istituto superiore di studi musicali G. Briccialdi, Federica Porfidi, Presidente Arci Ora d'Aria, Francesco Dell'Aira, ex direttore della Casa circondariale di Terni, Francesco Camuffo, Presidente Arci Umbria e Pier Giuseppe Arcangeli, ex direttore dell'Istituto superiore di studi musicali G. Briccialdi. Ha riscontrato il generoso sostegno da parte di numerose realtà musicali nazionali, personaggi della cultura ed artisti: Istituto superiore di studi musicali G. Briccialdi di Terni; Conservatorio F. Morlacchi di Perugia; Scuola comunale di musica e danza A. Onofri di Spoleto (PG); Scuola di musica comunale di Orvieto (TR); Scuola di musica
del Trasimeno (PG); Orchestra Roma Sinfonietta; Banda nazionale Garibaldina di Poggio Mirteto (RI); Lucilla Galeazzi (cantautrice); Tubilustrium Ensemble (ottoni); Marco Quaranta e il Quartetto Pessoa (archi) - Angelo Colone (chitarra); The David Short Ensemble; Mike Applebaum Jazz Project; Jet Lag (pop-leggera); BBB (Black Brass Band); Alda Caiello (soprano); Anna Rollando e il Quartetto Controtempo (archi); Massimo Ceccarelli recitar/suonando (contrabbasso e voce); Francesco Marini (sax). Anche il Maestro Ennio Morricone ha voluto dare il suo graditissimo contributo, inviando una lettera di sostegno al progetto. Gli incontri musicali, previsti, oltre a Terni, presso le Case circondariali di Perugia, Spoleto, Orvieto, Civitavecchia, Rieti e il carcere minorile di Roma, sono patrocinati dalla Regione Umbria, dal Garante regionale dei detenuti del Lazio, dal Provveditore regionale Amministrazione penitenziaria e dalla Conferenza regionale Volontariato Giustizia Umbria, mentre l'organizzazione è a cura di Arci Ora d'Aria Terni, Arci Solidarietà Perugia, Arci Rieti, Arci Terni e Arci Viterbo. Info: terni@arciserviziocivile.it
Notizie Brevi Italian History X VITERBO - Fino al 4 maggio presso la Sala Gatti è possibile visionare la mostra Italian History X 150 anni di rivoluzioni mancate a cura di Marco Trulli e con l'allestimento di Stefano D'Alessandro. La mostra, che si inserisce tra gli appuntamenti della rassegna Resist, promossa dall’Arci di Viterbo, sviluppa diversi livelli di analisi della storia d'Italia, una storia conflittuale, di saccheggi e dittature ma anche di resistenza, di utopie irrealizzate e di volti, tanti volti, corpi cancellati, rimossi, misconosciuti, volti che denunciano la parte irrisolta del nostro presente. Info: festivalresist.blogspot.com
Questa città GRUMO NEVANO - Il 6 maggio alle 19 presso il chiostro di Santa Caterina Arci Punto99 invita alla presentazione del libro e dvd Questa città firmato da Letti sfatti & Erri De Luca con Patrizio Trampetti. La città unisce la forza della poesia – Erri De Luca – con il vigore della musica – Letti Sfatti con Patrizio Trampetti: il risultato è Questa città, racconto in
video di Erri De Luca e il videoclip della canzone, in cui lo scrittore è presente nel doppio ruolo di voce narrante e di protagonista prestando la sua immagine nel video. Intervengono all’incontro Letti sfatti (Jennà Romano, Mirco Del Gaudio, Roberto Marangio), Patrizio Trampetti e Giuseppe Reccia, vicepresidente di Arci Punto99. Ingresso libero. Info: arcipunto99@libero.it
Mostra sulla Palestina GENOVA - Fino al 14 maggio alla Biblioteca Berio sarà possibile visionare la mostra fotografica di Hamde Abu Rahme Bil'in My Love. Viaggio nella non violenza palestinese, promossa da Arci Genova - settore immigrazione e BcB. La mostra riguarda la realtà e il movimento del paesino di Bil'in nei territori occupati palestinesi. Tutti i primi martedì del mese è in programma una visita della durata di un'ora. Info: www.arcigenova.org
Appuntamento con Astradoc NAPOLI - Al Cinema Astra il 6 maggio
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penultimo appuntamento con la rassegna Astradoc promossa dall’Arci Movie. Interviene il regista Gianfranco Rosi che presenterà il suo ultimo film El sicario room 164, che ha vinto 3 premi all'ultimo Festival del Cinema di Venezia e il premio come miglior film al Festival di Lisbona e a quello di Vienna. Appuntamento alle 20.30, ingresso 2 euro. Info: www.arcimovie.it
non hanno trovato un'adeguata distribuzione negli scorsi mesi. Il prossimo appuntamento della rassegna è con Kill me please di Olias Barco, in programma mercoledì 4 e giovedì 5 maggio alle ore 21. La settimana successiva sempre alle 21 sarà proiettato Ladri di cadaveri - Burke & Hare di J. Landis. Info: www.arciferrara.org
Diritto alla non discriminazione
SANT’AGATA DEI GOTI - Il 6 maggio Alex Zanotelli sarà ospite del comitato locale Acqua Bene Comune di cui fa parte anche il circolo Arci Aut. L'incontro si terrà a partire dalle 19 presso i locali dell'Auditorium Italia, nel centro storico di Sant'Agata. Zanotelli, padre comboniano da anni impegnato nelle battaglie per l'acqua pubblica, incontrerà la cittadinanza ed i comitati territoriali della provincia di Benevento. Non si parlerà solo di acqua pubblica, all'ordine del giorno anche gli interventi dedicati agli altri due quesiti referendari contro nucleare e legittimo impedimento. Ed ancora momenti di musica e teatro. Info: arciaut@virgilio.it
VERONA - L’Arci territoriale, in collaborazione con Cgil, Cisl, Uil, Anolf, promuovono l’incontro pubblico Diritto alla non discriminazione nel mondo del lavoro delle persone immigrate, che si terrà il 4 maggio alle 20.30 presso la Sala Africa dei Comboniani. Coordina l’incontro Michela Faccioli, Presidente Arci Verona. Info: verona@arci.it
Inediti alla Sala Boldini FERRARA - Presso la Sala Boldini prosegue la rassegna cinematografica Inediti realizzata da Arci Ferrara, che permetterà agli spettatori la visione delle pellicole di qualità che
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Incontro con Zanotelli
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Con il Treno ad alta lentezza dell’Arci Pistoia ha preso il via il progetto Binari d’Italia
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per far conoscere anche ai più giovani il valore storico-culturale della linea sia nel versante toscano che emiliano. Domenica 1 maggio si è tenuta la manifestazione di avvio, il Treno ad alta lentezza, organizzata dall'Arci di Pistoia: l'ormai storica gita in treno a Pioppe di Salvaro nata in modo estemporaneo quattro anni fa per unire genti e generazioni è arrivata quest'anno a 500 presenze. L'arrivo è presso la stazione della piccola frazione di Marzabotto, il cui ex-magazzino è da tempo gestito da associazioni che lo animano di eventi sociali e culturali. Negli splendidi giardini retrostanti la struttura, in un luogo quasi magico in quanto accessibile soltanto dalla via ferrata, due circoli hanno offerto un generoso pranzo ‘fusion’ toscoemiliano. A seguire sul palco esterno la compagnia teatrale romana La nave dei folli ha raccontato in modo diverso l'Unità italiana, mettendo in scena I Cumparielli, storie di amori e di briganti. Per finire nell'anfiteatro naturale dove centinaia di giovani, bambini e signore hanno ballato per ore a piedi nudi sull'erba alle note dei filuzzi emiliani di Dall'Omo e Stragapede, passando attraver-
so la pizzica salentina dei Senzaterra, fino ad arrivare a ‘cantare il maggio’ con le canzoni popolari toscane del Collettivo folcloristico montano. L'Unità d'Italia al suon dell'organetto, per l'appunto. Il prossimo grande evento si terrà domenica 29 maggio, quando due treni storici a vapore di oltre un secolo di vita partiranno al mattino, uno da Bologna e uno da Pistoia alla volta di Porretta Terme. Sui treni saranno presenti musicisti e teatranti in costume ottocentesco, i quali all'arrivo interpreteranno l'inaugurazione della linea prima del pranzo offerto dal Comune. Per informazioni sui biglietti e sulle iniziative in programma fino ad ottobre contattare il comitato provinciale Arci. Info: www.losnodo.net
ROMA Fino al 9 maggio, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.30, presso la sede di Arci Solidarietà in via Goito 35/b è possibile visionare la mostra fotografica Esodo della fotoreporter María Ibáñez Valero
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a preso il via Binari d'Italia. Un secolo e mezzo di Ferrovia Porrettana, il progetto che vede capofila la Provincia di Pistoia, insieme ai Comuni di Pistoia e Sambuca, all'Arci provinciale, a Ucca, a molte proloco ed altre associazioni per festeggiare i 150 anni dell'unità d'Italia. Un'iniziativa che muove dalle celebrazioni nazionali, con l'intento di riscoprire e valorizzare un'esperienza locale, fatta di storia, personaggi, manodopera e insieme professionalità: è il grande patrimonio rappresentato dalla Ferrovia Porrettana, oggi in grave crisi assieme alle sue comunità per via dei tagli operati dalla Regione Toscana e dello scarso interesse di Trenitalia per un tratto non proprio redditizio. La linea, la prima in Italia ad aver valicato gli Appennini, è al contempo un gioiello ingegneristico e il simbolo stesso dell'Unità d'Italia: progettata da stati diversi che volevano essere più vicini, fu inaugurata da Vittorio Emanuele II sotto un'unica bandiera. Ripercorrerne insieme le vicende storiche e riscoprire aspetti e peculiarità attraverso eventi, manifestazioni e con il contributo di esperti e testimoni, sarà l'occasione
Amara Lakhous in due incontri a Messina A Torino la sesta edizione di Re-writing discute di discriminazioni e pregiudizio Torna Re-writing, la rassegna dedicata al mondo dei graffiti, del writing e della street art promossa dal circolo Amantes di Torino. Giunta alla sesta edizione, quest’anno l’attenzione si concentra sul panorama locale, in una città riuscita a ‘sdoganare’ il fenomeno street art, prima autonomamente con rassegne e mostre promosse da gallerie e associazioni culturali e poi a livello istituzionale in musei e a cielo aperto. Tre gli appuntamenti per scoprire, dal vivo e in galleria, dal tardo pomeriggio all’una di notte, le tecniche e gli strumenti che generano un intervento artistico stradale. Il 6 maggio aprono la rassegna Mauro149 dei Truly Design insieme a Mr. Fijodor, componente dell’associazione Il cerchio e le gocce e El Euro, artista di Trino Vercellese. Il 13 maggio Luca Valli, in arte L, tra i precursori del fenomeno del graffitismo a Torino, realizzerà la tela insieme ai giovanissimi F-Oberz dei Monkeys Evolution e Skià. Il 20 maggio chiudono la sesta edizione di Re-writing gli artisti Jaman, Hide, Deep e Ruas, componenti la crew Knz-Clan. Le tele restano esposte fino al giovedì successivo alla performance. Info: www.arteca.org
Continuano a Messina gli appuntamenti del ciclo Abitare una lingua raccontare storie, organizzati dal circolo Arci Thomas Sankara nell'ambito del progetto Spunti di vista che si interroga sulle condizioni e sulla discriminazione delle nuove generazioni di origine straniera. Ad affrontare il tema delle discriminazioni e del pregiudizio in Italia, il rapporto tra letteratura contemporanea e migrazione sarà lo scrittore e giornalista algerino Amara Lakhous, vincitore del Premio Flaiano, che il 5 maggio sarà protagonista di due 'conversazioni in pubblico'.
La prima con studenti e docenti del Liceo E. Ainis, partner del progetto, dove nel corso dell'anno si sono svolti stage e laboratori di lettura sul tema dell'identità e delle migrazioni a partire dal primo libro pubblicato in Italia dall'autore Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio. La seconda alle 18 nei locali della Galleria Orientale sicula, dove si svolgerà l'incontro dedicato al tema La letteratura ci salverà dal pregiudizio? che prenderà spunto dal nuovo libro di Lakhous Divorzio all'islamica in viale Marconi. Info: arcisankara.blogspot.com
Al circolo Asylum c’è ElettronicaMente ElettronicaMente è il titolo della rassegna 2011 di Suggestioni jazz, iniziata il 1 maggio, che proseguirà fino al 17 giugno al circolo Arci Asylum di Collegno (To). ElettronicaMente ospita una selezione dei più interessanti musicisti sperimentatori jazz che usano volentieri le attuali tecnologie elettroniche: dal dub jazz prodotto e suonato live, a performers di fama internazionale. La rassegna nasce con la direzione artistica
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del trombettista e compositore Ivan Bert in collaborazione con l'associazione culturale MAP MusicArtPerformance e il circolo Arci Asylum, prendendo spunto anche dalla location dell'ex manicomio di Collegno quale luogo di confine, di sperimentazione e di superamento delle consuetudini. Prossimo appuntamento il 6 maggio con Igor Sciavolino short sentence trio. Info: asylum.mail@gmail.com
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società
A rischio un esempio valido di sperimentazione di autopromozione sociale avanzata Un intervento di Riccardo Troisi, presidente Consorzio dell’Altraeconomia l progetto Città dell'Altra Economia rappresenta una delle prime sperimentazioni in Italia di Distretto Urbano di Economia Solidale, dove è possibile ritrovare assieme pratiche economiche che si caratterizzano per l'utilizzo di processi a basso impatto ambientale, che garantiscono un'equa distribuzione del valore, che non perseguono il profitto e la crescita a ogni costo e che mettono al centro le persone e l'ambiente. La Città nasce come luogo di promozione di tutta l'altra economia romana, offrendo a tutte le imprese del settore spazi espositivi, luoghi di incontro, formazione, ricerca e sviluppo. In questi anni è stata un laboratorio permanente di costruzione di un’altra società, equa, partecipata e sostenibile. Una società capace di valorizzare la creazione di pensiero libero e indipendente; una società che cerca di ritrovare nei beni comuni la comunanza del vivere collettivo. Insomma, uno ‘luogo’ di democrazia attiva. Questo spazio non è stato infatti un semplice ‘centro commerciale sostenibile’, un aggregato di uffici e luoghi di lavoro innovati-
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vo e di consumo responsabile. È stato un vero laboratorio, secondo un preciso progetto avviato dalle oltre sessanta organizzazioni che hanno animato più di dieci anni fa il Tavolo dell’altra economia cittadino e condiviso con il Comune un ‘luogo’ pubblico importante per Roma. Sale, piazzale, spazi di mostra e di vendita sono stati frequentati da decine di migliaia di persone, ospitando più di 200 eventi. Centinaia di bambini e ragazzi delle scuole hanno imparato in queste occasioni come crescere, studiare, vivere in modo più consapevole e sostenibile. Nonostante tutto questo, il Comune di Roma sembra intenzionato a chiudere questa progettualità definitivamente; infatti ha pubblicato un bando per riassegnare gli spazi malgrado gli impegni assunti personalmente dal Sindaco con le realtà dell’economia sociale e solidale per un forte rilancio del progetto Cae. Se il bando non sarà fermato questa esperienza finirà. In realtà, la vicenda della Cae suggella il disinteresse di questa amministrazione verso l’economia solidale: sono state interrotte le comunicazioni con il Tavolo
Cultura... scontata i tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci
dell’altra economia, è stato abbandonato il Regolamento comunale per gli ‘sponsor etici’, sono mancate politiche serie contro le privatizzazioni, per la mobilità alternativa, per il risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili, per la raccolta differenziata porta a porta. La difesa della Cae è diventata per tutti noi un’occasione per avviare contaminazioni con altre reti e per avvicinare tanti cittadini ai temi dell’economia solidale. La forte mobilitazione di questi mesi ha visto l'adesione di più di 15.000 persone a sostegno della petizione lanciata dal Consorzio CAE e il coinvolgimento di oltre 50 organizzazioni al Tavolo di Progettazione per il rilancio della CAE. Se il bando non verrà ritirato continueremo a far sentire le nostre ragioni, certi che tutti comprenderanno che occorre mobilitarsi per difendere quello che crediamo sia il nostro bene comune.
Hanno collaborato a questo numero Fabio Barbini, Raffaella Bolini, Elena Cavassa, Giusy Colmo, Moira D’Amelio, Enzo Di Rienzo, Ugo Mattei, Filippo Miraglia, Enrico Panini, Maurizio Pascucci, Alessia Rogai, Ilaria Scovazzi, Marzia Papagna, Lorenzo Siviero, Federico Tasselli, Riccardo Troisi In redazione Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini Direttore responsabile Emanuele Patti
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Artigianato e Palazzo. Botteghe artigiane e loro committenze
La rivoluzione dello sguardo. Capolavori impressionisti e post-impressionisti
FIRENZE - Giardino Corsini, via della Scala 115. Dal 13 al 15 maggio, ore 10/20.30. La XVII edizione della mostra riunirà i più capaci artigiani toscani e italiani. Si potranno ammirare i gesti quotidiani degli artigiani come il restauro di un prezioso bicchiere di cristallo molato, la trasformazione di un pezzo di ferro in un oggetto d’uso quotidiano, il restauro di arazzi e tessuti, i maestri sbalzatori che eseguono un complesso disegno su una brocca in argento, la lavorazione attenta delle scarpe fatte a mano, la creazione di strumenti musicali o di oggetti di alta ebanisteria. Info: www.artigianatoepalazzo.it
ROVERETO (TR) - Mart di Rovereto, fino al 24 luglio. Oltre settanta dipinti provenienti dalla più importante collezione del XIX Secolo del mondo, custodita al Musée d’Orsay di Parigi. Monet, Cézanne, Pissarro, Sisley, Renoir, Degas, Toulouse-Lautrec, Van Gogh, Gauguin, Morisot, Vuillard, Bonnard, Denis, Courbet e molti altri saranno presenti nella mostra del Mart, occasione unica per conoscere il più entusiasmante periodo della ricerca pittorica tra Ottocento e Novecento. Info: www.mart.trento.it
Direttore editoriale Paolo Beni
L’Italia s’è desta 1945 - 1953
Registrazione Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005
L’imprevedibile leggerezza della materia ROMA - Casina delle Civette, fino al 25 settembre. Mascheroni con sembianze umane o mostruose, leoni che ruggiscono, satiri e fauni con volti animaleschi, un bellissimo drago sovrastato da una colomba e da un serpente che si fronteggiano e tanto altro: l’arte della ghisa tra Ottocento e Novecento. Info: www.museivillatorlonia.it
RAVENNA - MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna, fino al 26 giugno. In una manciata d'anni, dal 1945 al 1953, il fervore innovativo delle ultime generazioni cambia decisamente volto all'arte italiana, da Milano a Roma, da Venezia a Torino. Sono gli anni del Fronte nuovo delle Arti, di Forma 1, dello Spazialismo, del MAC, del Nuclearismo, del Gruppo degli Otto. Sono oltre 160 le opere esposte. Info: www.museocitta.ra.it
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Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Progetto grafico Sectio - Roma Cristina Addonizio Editore Associazione Arci Redazione Roma, via dei Monti di Pietralata n.16
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specialecampagnaarci2011
Pubblichiamo il terzo dei cinque manifesti realizzati per la campagna istituzionale dell’Arci
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