Arcireport numero 21-2011

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d e l l ’ A r c i

anno IX - n. 21 31 maggio 2011

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Ha vinto la buona politica

Il tempo sta cambiando

+ Non c'è dubbio. Il risultato straordinario di queste elezioni cambia veramente tutto. Una valanga di voti ha travolto il centrodestra, la maggioranza di governo è ormai minoranza nel Paese. Non hanno pagato i toni di una campagna elettorale che Berlusconi ha voluto trasformare nell'ennesimo referendum su se stesso. Non hanno pagato la strategia della paura, la demonizzazione dell'avversario, la disarmante assenza di idee e di progetti della destra. Non è servito nemmeno invadere le televisioni in spregio alle regole del gioco. Da Milano a Napoli, da Trieste a Cagliari a Novara è arrivato un segnale chiaro di riscossa civile. Gli elettori hanno dimostrato di saper ragionare con la propria testa, di essere capaci di scegliere, tributando ai candidati del centrosinistra un consenso netto, di proporzioni inattese, addirittura clamorose in alcune città. Hanno capito che cambiare è possibile, che l'entusiasmo e la passione civile possono essere anche più forti di poteri che parevano imbattibili. I successi di Pisapia, Zedda, De Magistris sono la prova che è possibile convincere a tornare a votare anche chi non ci credeva più. Bisogna solo dargli la possibilità di schierarsi davvero, non per un'appartenenza ma per un obbiettivo concreto; lasciare da parte i tatticismi e affrontare i problemi reali, provare a parlare alla testa e al cuore delle persone, tenere insieme ragione e sentimento; avere il coraggio di scegliere i candidati migliori, i più efficaci e convincenti, a prescindere dalle convenienze di bottega. Ha vinto l'Italia onesta che non ne può più di questa notte buia e chiede di voltare pagina. Questo voto è una sferzata di energia, ci dice su quale forza può contare la sinistra se solo decide di ascoltare e coinvolgere il suo popolo. La partecipazione entusiasta di tanti giovani alla campagna elettorale lo conferma. Non è vero che la gente non voglia sentir parlare di politica: rifiuta una politica in cui non ha spazio per esprimersi, in cui vede troppi attori preoccupati solo di se stessi. Ma ha bisogno di un'idea di società per cui valga la pena di battersi, e non si tira indietro quando sente che può contare davvero. E una grande lezione, che tutti dobbiamo saper cogliere. Per rinnovarci e tornare a credere in una politica autentica, che si nutre di partecipazione popolare, capace di mobilitare passioni ed energie per cambiare davvero le cose. Il 12 e 13 giugno avremo un'altra occasione per dimostrarlo, anzitutto a noi stessi.

L’arcobaleno si alza su piazza del Duomo a Milano nel giorno della chiusura della campagna elettorale di Giuliano Pisapia - Articoli sulle amministrative a pagina 2

La Carovana si ferma a Corleone roprio in queste ore la Carovana è arrivata in Sicilia per chiudere, sabato 4 giugno, a Corleone, il suo lungo e straordinario viaggio. Oltre 18000 chilometri, attraverso l'Italia e l'Europa, con due furgoni e i tanti carovanieri che si sono avvicendati dalla partenza romana, il primo marzo. Giornalisti, volontari, operatori sociali, sindacalisti e amministratori, di ogni genere ed età, comunque appassionati dagli incontri avuti, dalle storie che sono state raccontate. Un appello, quello di carovana, raccolto da tanti territori che ne hanno compreso il senso più autentico. Il viaggio, dunque, quello vero, faticoso, fatto di materiali da scaricare quotidianamente dai mezzi, dalle vie che non si trovano, dai volti e dai nomi da ricordare. Quasi 100 giorni dedicati a saldare territori, a cucire - attraverso le

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strade - una storia all'altra, a contaminare differenze tramite le buone pratiche. In poche battute è impossibile descrivere il patrimonio prezioso acquisito, saranno i tanti diari raccolti a narrare la Carovana 2011 ma le persone incontrate non vanno deluse, i racconti non vanno dispersi. La memoria, il lavoro, i diritti, devono essere il nostro respiro quotidiano: lo dicono i familiari di vittime di mafia o di incuria, come i genitori dei ragazzi morti nel crollo delle scuole, lo dicono gli operatori delle cooperative sociali che lavorano sui beni confiscati (e che si sentono meno soli da quando c'è l'abbraccio dei tanti ragazzi che da tutta Italia partecipano ai campi antimafia), lo dicono i lavoratori sfruttati e malpagati. Sono loro che si fanno benzina e motore, sono loro che spingono i nostri furgoni.

Il 12 e 13 giugno vota e fai votare SÌ ai referendum


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