Arcireport numero 21-2011

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d e l l ’ A r c i

anno IX - n. 21 31 maggio 2011

www.arci.it report@arci.it

Ha vinto la buona politica

Il tempo sta cambiando

+ Non c'è dubbio. Il risultato straordinario di queste elezioni cambia veramente tutto. Una valanga di voti ha travolto il centrodestra, la maggioranza di governo è ormai minoranza nel Paese. Non hanno pagato i toni di una campagna elettorale che Berlusconi ha voluto trasformare nell'ennesimo referendum su se stesso. Non hanno pagato la strategia della paura, la demonizzazione dell'avversario, la disarmante assenza di idee e di progetti della destra. Non è servito nemmeno invadere le televisioni in spregio alle regole del gioco. Da Milano a Napoli, da Trieste a Cagliari a Novara è arrivato un segnale chiaro di riscossa civile. Gli elettori hanno dimostrato di saper ragionare con la propria testa, di essere capaci di scegliere, tributando ai candidati del centrosinistra un consenso netto, di proporzioni inattese, addirittura clamorose in alcune città. Hanno capito che cambiare è possibile, che l'entusiasmo e la passione civile possono essere anche più forti di poteri che parevano imbattibili. I successi di Pisapia, Zedda, De Magistris sono la prova che è possibile convincere a tornare a votare anche chi non ci credeva più. Bisogna solo dargli la possibilità di schierarsi davvero, non per un'appartenenza ma per un obbiettivo concreto; lasciare da parte i tatticismi e affrontare i problemi reali, provare a parlare alla testa e al cuore delle persone, tenere insieme ragione e sentimento; avere il coraggio di scegliere i candidati migliori, i più efficaci e convincenti, a prescindere dalle convenienze di bottega. Ha vinto l'Italia onesta che non ne può più di questa notte buia e chiede di voltare pagina. Questo voto è una sferzata di energia, ci dice su quale forza può contare la sinistra se solo decide di ascoltare e coinvolgere il suo popolo. La partecipazione entusiasta di tanti giovani alla campagna elettorale lo conferma. Non è vero che la gente non voglia sentir parlare di politica: rifiuta una politica in cui non ha spazio per esprimersi, in cui vede troppi attori preoccupati solo di se stessi. Ma ha bisogno di un'idea di società per cui valga la pena di battersi, e non si tira indietro quando sente che può contare davvero. E una grande lezione, che tutti dobbiamo saper cogliere. Per rinnovarci e tornare a credere in una politica autentica, che si nutre di partecipazione popolare, capace di mobilitare passioni ed energie per cambiare davvero le cose. Il 12 e 13 giugno avremo un'altra occasione per dimostrarlo, anzitutto a noi stessi.

L’arcobaleno si alza su piazza del Duomo a Milano nel giorno della chiusura della campagna elettorale di Giuliano Pisapia - Articoli sulle amministrative a pagina 2

La Carovana si ferma a Corleone roprio in queste ore la Carovana è arrivata in Sicilia per chiudere, sabato 4 giugno, a Corleone, il suo lungo e straordinario viaggio. Oltre 18000 chilometri, attraverso l'Italia e l'Europa, con due furgoni e i tanti carovanieri che si sono avvicendati dalla partenza romana, il primo marzo. Giornalisti, volontari, operatori sociali, sindacalisti e amministratori, di ogni genere ed età, comunque appassionati dagli incontri avuti, dalle storie che sono state raccontate. Un appello, quello di carovana, raccolto da tanti territori che ne hanno compreso il senso più autentico. Il viaggio, dunque, quello vero, faticoso, fatto di materiali da scaricare quotidianamente dai mezzi, dalle vie che non si trovano, dai volti e dai nomi da ricordare. Quasi 100 giorni dedicati a saldare territori, a cucire - attraverso le

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strade - una storia all'altra, a contaminare differenze tramite le buone pratiche. In poche battute è impossibile descrivere il patrimonio prezioso acquisito, saranno i tanti diari raccolti a narrare la Carovana 2011 ma le persone incontrate non vanno deluse, i racconti non vanno dispersi. La memoria, il lavoro, i diritti, devono essere il nostro respiro quotidiano: lo dicono i familiari di vittime di mafia o di incuria, come i genitori dei ragazzi morti nel crollo delle scuole, lo dicono gli operatori delle cooperative sociali che lavorano sui beni confiscati (e che si sentono meno soli da quando c'è l'abbraccio dei tanti ragazzi che da tutta Italia partecipano ai campi antimafia), lo dicono i lavoratori sfruttati e malpagati. Sono loro che si fanno benzina e motore, sono loro che spingono i nostri furgoni.

Il 12 e 13 giugno vota e fai votare SÌ ai referendum


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amministrative

A Milano il sogno è diventato realtà

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state per prime le donne, tutte, a credere in Pisapia, le prime a fare campagna nei comitati cittadini per Pisapia Sindaco. Perché avremo sicuramente un Vicesindaco donna. Giovani tanti, belli, impegnati, sempre in prima fila. Linfa nuova e vitale. Il vero colpo in più. Hanno riempito le piazze, colorato di idee e iniziative le strade, lavorato nelle scuole e nelle università, impegnati e vincenti nelle liste elettorali. Musica e Spazi per la cultura e l'aggregazione, sono stati la vera colonna sonora di queste elezioni. La musica ovunque, piazze gremite di giovani e artisti. Milano l'è bela la prima grande manifestazione, a marzo, di cittadini e artisti contro la chiusura degli spazi come il nostro circolo. La Casa 139 già ci disse che si era al colmo della misura. C'era voglia di aria nuova, di apertura. Più spazi per i giovani, più spazi per la cultura. E poi il grande concerto Rock per Pisapia Milano libera Tutti, in piazza Duca D'Aosta: 20.000 giovani; poi 40.000 persone per Vecchioni in Duomo, e poi ancora 100.000 sempre in Duomo per la festa prima del ballottaggio con Elio e le storie tese, Daniele Silvestri e Claudio Bisio. Le più di 200.000 di ieri. Questo e tanto altro hanno fatto si che la forza gentile che ha contraddistinto la campagna di Pisapia abbia davvero cam-

biato il vento, nella nostra Città e in tutta l'Italia. Un equilibrio straordinario ha contraddistinto il rapporto tra il Candidato, il suo staff, i Comitati Pisapia, i partiti, l'associazionismo autonomo e le forze sindacali, senza il quale non si sarebbe riusciti davvero a cogliere questa enorme esigenza di cambiamento. E un gran senso di responsabilità, che ora dovrà essere in egual misura riversato sull'amministrazione della Città che sarà, come dice Giuliano, un grande esempio di partecipazione e ascolto dei cittadini e delle realtà milanesi. Nonostante tutto questo, nessuno riuscirà a capire cosa significa sapere che domani ti sveglierai con l’euforica certezza di un sogno diventato reale, con la certezza di non avere più un La Russa vicesindaco. Una vera boccata di ossigeno. Info: patti@arci.it

AMMINISTRATIVE Il centrosinistra vince in 22 Comuni capoluogo e in 7 Province. Al centrodestra vanno 10 Comuni e 4 Province

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da poco finita la festa in Piazza Duomo, per la vittoria di Giuliano, ora davvero Sindaco di Milano, che le 200.000 persone presenti si riversano nelle strade e nei locali della Città, nessuno ha voglia di andare a letto, di tornare a casa. È impossibile descrivere le sensazioni che in questa storica giornata hanno invaso Milano. Un sogno si realizza. La vittoria di 10 punti contro la Moratti riporta la sinistra al governo dopo quasi 20 anni. Una vittoria difficile da descrivere in poche righe. Ci sarebbe bisogno di molto di più, è la storia di 9 mesi di lunghissima e difficilissima campagna elettorale durante i quali Giuliano è riuscito a mobilitare un'intera città. Una vittoria ancora tutta da studiare, ma che ha sicuramente alcune parole chiave: primarie, donne, giovani, musica e spazi. Primarie perché Pisapia le ha vinte, ma soprattutto perché sono state primarie vere, capaci di smuovere tanta partecipazione, perché ha vinto Pisapia ma non ha perso nessuno, perché il Pd ha incassato con classe e responsabilità la sconfitta ma ha saputo reagire con una bellissima campagna elettorale. Donne perché sono state le prime a mobilitarsi, ad indignarsi, a farci capire che era tempo: se non ora quando? Perché sono

Ha vinto la Napoli operosa e creativa apoli si è liberata da sola. Niente commissariamenti, questa volta, niente procedure di urgenza, nessun intervento salvifico da Roma, tanto dalla Roma del governo quanto da quella delle segreterie di partito. Ci si può aspettare qualsiasi cosa, dai Napoletani. Perché, come diceva Antonio De Curtis «ogni limite ha una pazienza». Va via il bassolinismo, va via il cosentinismo e si ricomincia daccapo. Hanno vinto l'orgoglio, l’entusiasmo e l’insofferenza al politicismo improduttivo. Tornano le idee, in una Napoli che «quel poco di cervello che ha, lo usa bene», e festeggia il giorno dopo il trionfo di ‘Giggino’ De Magistris con un cordoncino arancione al polso, ‘manette’ trasformate in segno contagioso di liberazione e identità collettiva. Ha vinto il voto di opinione sul voto di scambio. Riuscirà questa rivoluzione a ricostruire l'identità collettiva della grande città? La voglia di legalità, diritti, partecipazione, tra-

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sparenza e Costituzione cambierà le pratiche ed i comportamenti collettivi, a cominciare dalle organizzazioni della politica e della cittadinanza attiva? O si tornerà, passata la festa, alle discussioni tra i “nuovi” pochi che contano? La partecipazione si rispolvera solo in campagna elettorale? Le associazioni si promuovono e si sostengono solo per eleggere pattuglie di consiglieri comunali? È questa la grande scommessa di Napoli. Che non può essere vinta se si volta pagina senza il coraggio di leggere anche la parte brutta di questa storia. Se ci si rifugia nella retorica del «nuovo inizio» invece di reagire a partire dalla ricerca delle proprie responsabilità. Intanto, l'Italia dei Valori di Di Pietro conquista nel Consiglio Comunale 15 seggi, 8 vanno a ‘Napoli è tua’, 6 alla Federazione della Sinistra, 4 al Pd, 8 al Pdl, 2 all'Udc, 1 a Sel e altri 4 alle liste che appoggiavano Lettieri. Solo 5 le donne elette in tutte le liste.

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Oggi, tra le mille difficoltà di una città e una regione abbandonata e depredata, la svolta è chiara. Dal palco della vittoria il Sindaco ricorda che il secondo termovalorizzatore non si farà, e l'obiettivo sarà portare la differenziata al 60-70%. Promette di tagliare formalismi e burocrazie dove si annidano clientelismo e raccomandazioni. Un banco di prova saranno le relazioni con Provincia e Regione, in mano alla destra, che negli ultimi anni hanno giocato con il Comune allo scaricabarile, tanto sulle politiche sociali quanto sulla ‘munnezza’, dove competenze e risorse sono in buona parte di questi enti. Ma nulla è scontato. Napoli ha vinto grazie all'incredibile forza sociale che la città è capace di esprimere nei momenti più bui. Si tratta di darle voce e spazio in modo stabile, duraturo. Nella politica, ma prima ancora nella cultura, nell'autogestione, in quella pluralità che esprime una forza dal ‘basso’ operosa e creativa. Info: coleti@arci.it


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referendum

Sul nucleare in Italia è blackout informativo. Intanto Svizzera e Germania chiudono le centrali olte cose stanno accadendo a Fukushima e nel mondo dell'energia nucleare, dopo la catastrofe dell'11 marzo, ma in Italia se ne parla troppo poco. Eppure in Europa si stanno prendendo decisioni importanti: in Svizzera lo scorso 26 maggio il governo di destra ha sancito la progressiva uscita del paese dal nucleare. Entro i prossimi 20 anni, i reattori in esercizio verranno spenti, e non ne saranno costruiti di nuovi. Il 6 giugno il Parlamento tedesco ratificherà la decisione ormai presa dalla cancelliera Merkel: entro il 2021 tutti i reattori cesseranno l'attività e ci sarà un massiccio investimento in energie rinnovabili e pulite. Sarà la prima grande potenza economica a dare un addio

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ROMA Il 5 giugno al Teatro Ambra Jovinelli H2 Ora!, una serata di musica e parole per il Sì ai referendum popolari del 12 e 13 giugno. Interviene Ascanio Celestini con la performance Racconti

definitivo all'atomo. Intanto del Giappone non si parla più. Non si dice, ad esempio, che l'area di evacuazione intorno alla centrale di Fukushima-I è stata allargata, coinvolgendo altre 7000 persone che si aggiungono alle oltre 80mila già evacuate il giorno stesso della prima esplosione nei reattori. Vicino alla centrale il livello di radiazioni resta altissimo. Ci sono città vicine alla zona evacuata dove sono stati pescati pesci 30 volte più radioattivi del limite di legge. Non ci è stato detto poi che tutte le bugie della Tepco sono ormai state smentite dai fatti. La società ha dovuto ammettere che in tutti e tre i reattori attivi nella centrale di Fukushima-I si è giunti alla fusione del combustibile nucleare. La novità è che tale fusione è praticamente integrale, visto che il livello dell'acqua residua di raffreddamento è disceso sotto il livello delle barre. La fusione è avvenuta tra le 60 e le 100 ore dopo il maremoto. Questo conferma l'enorme quantità di radionuclidi che da allora sono stati dispersi nell'ambiente e nel mare. In queste condizioni sarà molto difficile operare in futuro lo smantellamento dei reattori: il magma altamente radioattivo si è river-

31 maggio 2011, Monte San Savino: la scelta del futuro, per l'acqua bene comune Si avvicina la data del referendum su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento. Il lavoro dell'Arci e dei comitati nati per difendere le posizioni del sì non si ferma. Martedì 31 maggio è in programma un nuovo appuntamento sull'acqua bene comune, presso il museo del Cassero di Monte San Savino, dalle 21,30 in poi. L'iniziativa nasce dalla necessità d'informare e sensibilizzare i cittadini sui temi referendari, visto il drammatico silenzio dei media a riguardo. Arci Arezzo ha organizzato negli ultimi mesi molti progetti per coinvolgere la cittadinanza nel dibattito. Lo ha fatto attraverso manifestazioni pubbliche e appuntamenti che hanno visto coinvolti anche tutti i volontari in servizio civile, nell'ottica di rivolgersi anche ai più giovani per continuare un processo di formazione di cittadini sempre più attivi e consapevoli. Ne è prova l'incontro dello scorso 4 maggio, che ha visto coinvolti i portavoce dei comitati del sì e i 51 giovani volontari di Arci servizio civile per la Provincia di Arezzo. La campagna di sensibilizzazione era nata con un progetto ‘itinerante’ che ha

toccato ognuna delle quattro vallate aretine e interessato ogni circolo della provincia, rinforzando il rapporto con il territorio e il radicamento dei circoli su di esso. Oggi questi circoli sono punti di riferimento per tutti i cittadini che vogliano avere maggiori informazioni sul referendum e per coloro che vogliano dare un contributo ai comitati. Significativa la partecipazione di Arci Arezzo alla manifestazione Terra Futura. La cura dei beni comuni, organizzata a Firenze dal 20 al 22 maggio dal coordinamento nazionale dell'associazione. È in continuità con questi impegni che si colloca anche la serata di martedì 31 maggio. Organizzata da Arci Arezzo, comitato Acqua Pubblica e dal centro di aggregazione sociale Ciaperoni, la serata prevede un saluto del portavoce del centro, un primo intervento introduttivo del presidente di Arci Arezzo Francesco Romizi e l'intervento conclusivo di un portavoce del comitato Acqua Pubblica, che spiegherà perché è fondamentale esercitare il diritto di voto il 12 e 13 giugno e perché si deve votare ‘sì’. Info: comunicazione.arci@gmail.com

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sato sul fondo del contenitore, fondendo insieme con le strutture. Quell'impasto contiene radionuclidi attivi per decenni e altri, come il plutonio, per decine di millenni. Quando si raffredderà formerà una massa solida inavvicinabile, che emetterà radiazioni e corroderà il contenimento dei reattori. Inoltre, e anche questo non ci è stato detto, è confermata la probabile rottura del contenitore del reattore 1, con fuoriuscita di parte della lava radioattiva prodotta nella fusione del nocciolo. Nell'impossibilità di ripristinare il circuito di raffreddamento, continuano a 'rinfrescare' i reattori con getti di acqua dall'esterno. Ovviamente, essendo ormai le sostanze più tossiche e radioattive fuoriuscite dalle barre fuse, l'acqua ne risulta estremamente contaminata. In parte dovrebbe defluire in una apposita cisterna di stoccaggio, approntata per raccogliere quei reflui. Non ci hanno detto però che anche la cisterna si è bucata, e l'acqua radioattiva finisce nell'ambiente. In poco tempo, la corrente del Pacifico potrebbe portare l'acqua contaminata sulle coste americane. Tante, troppe cose sul nucleare non ci hanno detto.

Il libro collettivo ‘La visione dell’acqua’ Esce in questi giorni il libro La visione dell'acqua. Un viaggio dalla cosmogonia andina all'Italia dei beni comuni, edito dalla Nova Delphi Libri e curato da Yaku. Un lavoro di ricerca collettivo con l'introduzione di Eduardo Galeano e una sua poesia inedita che lo scrittore ha voluto regalare a sostegno dei referendum. Hanno contribuito alla realizzazione del libro Daris Cristancho del popolo U'wa, Danilo Urrea dei movimenti colombiani, gli indigeni Yapuchiri per la Bolivia, organizzazioni internazionali come il Censat della Colombia, e il Centro Agua dell'Università di San Simon di Cochabamba. Il capitolo dedicato all'Italia è arricchito, oltre che dai contributi di Yaku sui processi in difesa dell'acqua in Trentino e sul Monte Amiata, da un saggio sul 'dono' di Alberto Lucarelli e da un intervento di Alex Zanotelli. Alle presentazioni del libro, a Roma e in Trentino, parteciperanno il coautore Danilo Urrea e lo sciamano Berito Cobaria del popolo U'wa. La casa editrice offre ai comitati territoriali per l'acqua il testo con uno sconto del 50%. Per ordinarlo scrivere alla mail di seguito. Info: f.casafina@novadelphi.it


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internazionali

«Non lasciateci soli»: l’appello delle organizzazioni della società civile afgana delle varie organizzazioni della società civile afgana se oggi nel Paese si è sulla strada della democrazia. Tuttavia le minacce sono ancora presenti e il rafforzamento del ruolo della società civile non ancora completato. Non possono essere nascosti i nodi irrisolti: sebbene oggi le donne possano partecipare attivamente alla vita del paese, ancora in alcune aree vengono lapidate e si sente la mancanza di programmi di ampio respiro per la loro tutela; l’amnistia per i crimini di guerra, prevista in un disegno di legge, non garantisce il processo di pace e l’affermazione di uno stato di diritto; dal tempo in cui i talebani controllavano la sola radio e il solo giornale presente nel Paese, oggi ci sono 50 stazioni televisive e oltre 105 stazioni radio. La pluralità di voci è però minacciata da quei media in mano alle forze politiche estremiste e antidemocratiche; vi è poi il problema dei confini: Pakistan e Iran da sempre cercano di imporre la loro influenza sull’Afghanistan, alimentando l’instabilità del Paese. Così pure la conflittualità tra USA e Iran non permette al Paese di essere davvero indipendente. Cosa ha risposto la comunità internazionale alle richieste delle organizzazioni della società civile afgana? L’Italia, tramite Alfredo Mantica, sottosegretario agli Affari Esteri, fa sapere che l’aiuto italiano non mancherà: si assicurerà l’affiancamento e l’addestramento di forze di sicurezza locali, l’aiuto nella costruDopo decenni di latitanza, il generale serbo Mladic è zione di scuole, ospedali, carceri, al stato arrestato e dovrà rendere conto al Trbunale sostegno alla creazione di istituzioni dell’Aja per i crimini di guerra compiuti durante il constabili. Sulla necessità di istituzioni staflitto in Bosnia e in particolare per le sue responsabilità bili si è espresso anche Staffan De Minel massacro di oltre 8mila persone a Srebrenica nel stura, Rappresentante Speciale del 1995. Arci e Arcs durante quegli anni sono stati a fianS.G. dell’ONU e Capo della Missione di co dei popoli balcanici e ancora oggi operano insieme assistenza dell’ONU in Afghanistan. alle società di quei Paesi per superare i traumi legati De Mistura ha sottolineato come dopo alla guerra e per ricostruire il tessuto sociale, rafforzail 2014 non verrà a mancare l’aiuto al re il ruolo della società civile nei processi democratici e Paese, che si concretizzerà in un ricostruire vere relazioni di solidarietà. Attualmente sostegno finanziario e alla società civiArcs è impegnata nel progetto Networking Memories, le, con la richiesta però che essa riesca finanziato dall’Unione Europea: esso si propone di a parlare con ‘una sola voce’: solo così creare un network attivo ed efficiente tra cinque orgainfatti potrà contare veramente nel pronizzazioni culturali e tre organizzazioni della società cesso di ricostruzione sociale del civile che lavorano sui temi della memoria e della Paese. De Mistura infatti non nasconmediazione dei conflitti in Bosnia Erzegovina, Serbia, de la probabilità che nei prossimi Kosovo e Italia, rafforzando la capacità delle organizgoverni ci sia la presenza dei talebani: zazioni di coordinarsi, di cooperare e di coinvolgere d’altra parte essi sono ancora presenti attivamente i cittadini dei rispettivi Paesi. Le numerose nelle istituzioni e governano in alcune attività condivise previste dal progetto, inoltre, permetparti del Paese. teranno di diffondere tra la società civile i valori condiL’importante, per il rappresentante visi dell’Unione Europea, come la tolleranza, il rispetto ONU, è che la società civile sappia reciproco, l’inclusione sociale e la democrazia, anche bilanciare la loro presenza ed esprinella prospettiva dell’ingresso di questi Paesi nella UE. mersi fermamente a favore della pace, Info: www.arciculturaesviluppo.it¯ della democrazia e dei diritti umani.

on lasciateci soli»: è questo l’appello delle organizzazioni della società civile afgana presenti alla Conferenza internazionale del 24 e 25 maggio scorso, promossa a Roma dalla rete italiana Afgana. «Non lasciate sola la società civile che opera per la pace, per la democrazia, per i diritti», chiedono i rappresentanti afgani alla comunità internazionale. All’approssimarsi del 2014, anno in cui la presenza militare dei Paesi occidentali nel territorio terminerà, è forte infatti il timore dei cittadini afgani di un arretramento verso la condizione di partenza, quando i talebani erano al potere. Le organizzazioni della società civile afgana in questi ultimi 10 anni hanno lavorato con tenacia per il futuro del popolo afgano. Attraverso il loro operato hanno cercato di dare voce alle esigenze delle molteplici realtà del tessuto sociale afgano, diventando un soggetto il cui coinvolgimento è imprescindibile per avviare una ricostruzione sociale condivisa, per rafforzare il processo di partecipazione democratica e il rispetto dei diritti umani. È quindi anche grazie al lavoro

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Arci e Arcs a fianco del popolo balcanico

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La Dichiarazione finale della società civile Al termine della Conferenza i rappresentanti dell’Afghan Steering Commettee hanno redatto la Dichiarazione della società civile afgana. Ecco alcune delle richieste: 1. Chiediamo al governo afgano e ai suoi partner internazionali una maggiore trasparenza nel processo di riconciliazione politica; di comunicare regolarmente e condividere con il popolo afgano tutti gli sviluppi riguardanti la conciliazione con i gruppi talebani e altri gruppi armati. Il processo di pace non deve avvenire a porte chiuse. Chiediamo inoltre al governo afgano e ai partner internazionali di garantire che tutti i segmenti della società afgana (donne, minoranze, la comunità imprenditoriale, ecc) siano pienamente rappresentati sia nel Consiglio superiore della Pace sia in tutte le sedi di negoziazione. 2. Si richiede una strategia di transizione realistica in modo che le forze di sicurezza afgane siano completamente addestrate e in grado di svolgere i propri compiti in modo efficace. 3. Devono essere prese in considerazione le richieste della società civile afgana di buona governance, trasparenza e responsabilità nella gestione della cosa pubblica. 4. La società civile afgana è pronta ad assumere maggiori responsabilità. Vogliamo che la società civile della comunità internazionale continui a sostenere le nostre preoccupazioni e raccomandazioni, oltre ad influenzare le decisioni del governo afgano e della comunità internazionale. 5. A livello istituzionale, come in molti altri paesi, la società civile dovrebbe avere un chiaro riconoscimento ed essere coinvolta nella preparazione di proposte per il futuro del paese.

Ha confermato il sostegno all’Afghanistan da parte dell’UE Bettina Muscheidt, del Servizio europeo per l’Azione esterna – Desk Afghanistan, che ha sottolineato come in questi anni tanti siano stati i progetti e i programmi Ue per il rafforzamento del settore giustizia, dei diritti umani, dello stato di diritto, dei diritti di genere in Afghanistan. In attesa di vedere se le promesse saranno mantenute, si può star certi che la società civile afgana potrà contare sul sostegno alle sue rivendicaziono parte della rete italiana Afgana, al suo fianco dal 2007. Info: desilvestri@arci.it


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migranti

Dal 25 giugno al 2 luglio ‘Luogo Comune’, il XVII Meeting Internazionale Antirazzista l Meeting internazionale antirazzista, che si tiene ormai per il diciassettesimo anno a Cecina, è diventato uno dei principali appuntamenti sui temi dell'immigrazione e dell'anti-razzismo in Europa. L'evento, promosso dalla Regione Toscana e dagli enti locali della provincia di Livorno, è organizzato dall'Arci in collaborazione con rappresentanti delle istituzioni, enti locali, sindacati, associazioni e movimenti, italiani e internazionali. Il Meeting si è posto fin dall'inizio l'obiettivo di offrire uno spazio pubblico, aperto a tutti, di dibattito e riflessione, oltre che un luogo in cui i diversi soggetti, impegnati nel pubblico o nel sociale su questi temi, possano scambiarsi idee ed esperienze. In questi anni, gli organizzatori si

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TREVIGLIO (BG) Il 4 e 5 giugno in piazza Mercato si terrà la festa multietnica Tutto il mondo è paese, il nostro paese è il mondo, con spettacoli, musica, danze e cena multietnica

sono impegnati a promuovere e costruire reti di società civile anche allo scopo di stabilire un dialogo costante con chi amministra lo Stato ai diversi livelli. Anche per questa via, si è cercato di influenzare le scelte concrete di chi ha responsabilità di governo, sia per quel che riguarda la sfera dei diritti che, più in generale, per contribuire alla costruzione di una società più aperta e giusta. Un particolare impegno è sempre stato rivolto al coinvolgimento delle giovani generazioni, anche dei ragazzi e delle ragazze di origine straniera o appartenenti a minoranze. Uno dei nostri principali obiettivi, infatti, continua a essere quello di promuovere il protagonismo e l'auto organizzazione dei migranti e delle minoranze. Quest'anno si è scelto di focalizzare la riflessione e l'iniziativa del MIA sul tema dei luoghi comuni. La società è sempre più attraversata da individualismo e solitudine e per questo può essere utile promuovere luoghi comuni, cioè spazi di confronto e costruzione collettiva, spazi di socialità e di democrazia, per contrastare gli altri 'luoghi comuni', quelli che generano discriminazioni e disuguaglianze. Il Mediterraneo è stato

Il Ministero dell’Interno autorizza la presenza dell’Arci nei Centri di Lampedusa Buone nuove da Lampedusa: finalmente il Ministero dell'Interno ha autorizzato l'Arci ad entrare nei centri chiusi dell'isola siciliana, a Contrada Imbriacola e all'ex base militare Loran. Come nel 2007, si organizzeranno delle squadre di lavoro formate da volontari con esperienza nel settore dell'immigrazione e dell'asilo. Sappiamo già che dentro i centri troveremo una situazione molto difficile. Dovremo cercare di garantire a tutti l'accesso al diritto di asilo, alla coesione familiare, di assicurare il rispetto della dignità umana e l'osservanza delle norme relative al trattenimento, alla convalida, al respingimento, che nei confronti dei tunisini sono costantemente violate. Avremo anche il compito di monitorare gli sbarchi e denunciare le violazioni dei diritti umani, svolgendo un lavoro di controinformazione rispetto alle notizie normalmente fornite da giornali e televisioni, che trattano solo di numeri e di allarme emergenza. Dovremo far conoscere al maggior numero di stranieri possibile il numero verde dell'Arci, per fornire uno strumento di denuncia e difesa a tutti i migranti, così come abbiamo

provato a fare a maggio sul molo durante gli sbarchi. La situazione sull'isola non è uguale a quella che abbiamo conosciuto nel 2007, quando abbiamo organizzato il primo campo di lavoro dentro i centri. Il cinismo governativo ha creato artificialmente un'emergenza fatta dei corpi di esseri umani lasciati all'addiaccio, aiutati dai lampedusani che hanno dimostrato anche questa volta la loro resistenza ad essere assimilati alla disumanità del governo. Ma la stagione estiva è alle porte e la fragile economia dell'isola non può fare a meno del turismo: i migranti tornano a essere 'clandestini', necessariamente invisibili dentro i centri chiusi. Invisibilità difficile da preservare quando ogni giorno dalle coste della Libia continuano ad arrivare barconi di umanità disperata. È necessario allora sostenere, con le nostre azioni, la gente di Lampedusa, coordinandoci con tutte le organizzazioni presenti sull'isola, ben sapendo che la nostra autonomia può generare 'scompiglio' in una macchina dell'accoglienza governativa e burocratizzata. Info: carmencordaro@tiscalinet.it

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da sempre il luogo comune dove la storia dei tanti popoli che vi si affacciano e l'hanno attraversato si è sviluppata e intrecciata. Oggi le rivolte nella sponda sud di quello che i romani chiamavano Mare Nostrum possono rappresentare una occasione storica per tutti, a cominciare dall'Europa che deve ripensare al Mediterraneo come un luogo comune dove i popoli che vi si affacciano possono, insieme, costruire un futuro migliore per tutte e tutti. Il Meeting si aprirà sabato 25 giugno con la passeggiata inaugurale per le strade di Cecina Mare. Alle 16 comincerà Musica in rima!, il laboratorio di musica rap sulla Costituzione dedicato agli under 12, a cura di Luca Mascini degli Assalti Frontali. Alla sera grande concerto con El General, il rapper tunisino che ha partecipato alla rivolta e la cui musica ne ha costituito la colonna sonora, Assalti Frontali e Frankie Hi-Nrg. Una partenza alla grande per un evento di otto giorni che si concluderà con l'assemblea dei migranti e che alternerà dibattiti, formazione, appuntamenti culturali e di svago, per adulti, giovani e bambini. Info: www.meeting.arcitoscana.it

Lasciateci entrare, appello dei giornalisti Gabriele Del Grande, Stefano Liberti, Giovanni Maria Bellu, Cinzia Gubbini e molti altri sono i firmatari dell'appello promosso da giornalisti che hanno seguito da vicino le vicende dei Centri per migranti e che chiedono l'abrogazione della circolare ministeriale che ne vieta l'ingresso alla stampa. La circolare restringe infatti l'accesso ai Centri ai soli parlamentari e consiglieri regionali, e ad alcune organizzazioni. L'appello sollecita altri colleghi e testate a chiedere l'accesso ai Cie e ai Cara alle Prefetture delle città dove sono presenti per esercitare una più forte pressione in nome del diritto alla libertà di informazione. Sull'immigrazione il ministro Maroni sta infatti mettendo in atto una vera e propria strategia della censura, restringendo ulteriormente gli spazi di democrazia. Si vuole impedire che i cittadini conoscano la drammatica situazione dei migranti rinchiusi, veri e propri detenuti in situazioni spesso peggiori che nelle normali carceri italiane dove già le condizioni sono al limite del degrado. Un modo per evitare di rispondere all'opinione pubblica, tenuta all'oscuro delle violazioni dei diritti umani.


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cultura

Organizzazioni di tutta Europa in campo perchè si rafforzino le politiche di sostegno alla cultura

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chiaro e definito per il periodo 2014/2020 che finanzi le avanguardie artistiche e le sperimentazioni culturali a sostegno delle nostre comuni preoccupazioni e aspirazioni europee. Un programma che sostenga cooperazioni innovative e sperimenti nuovi modelli artistici interculturali, sociali ed economici. Chiediamo inoltre un forte sostegno agli interventi culturali e agli investimenti in cultura previsti dalle politiche di sviluppo regionali dell'Unione Europea, con l'obiettivo di costruire capitale umano culturale e sociale, sviluppo sostenibile, inclusione sociale, partecipazione culturale, rafforzamento della cittadinanza e della governance. Perchè ora? Stiamo lanciando ora questa campagna per influenzare i prossimi negoziati dell'Unione Europea sul bilancio per il 2014/2020. Il bilancio dell'Unione sarà discusso nell'arco dei prossimi due anni e vogliamo essere certi che il contributo dell'Unione Europea per la cultura sia chiaro e che preveda una copertura finanziaria più alta. We are more (Siamo molto di più) è un messaggio positivo in grado di trasmettere la molteplicità delle modalità attraverso le quali singoli individui, comunità e organizzazioni

artistiche possono fare e contribuire di più alla promozione della cultura. L'UE è più che carbone e acciaio, abbiamo bisogno di qualcosa di più del solo mercato comune, siamo qualcosa di più che meri consumatori. Siamo moltissime organizzazioni formate da individui che agiscono in favore della cultura in Europa e la valorizzano. Siamo cittadini, genitori, organizzazioni artistiche, amanti della cultura e attori sociali della società. Fatti coinvolgere! We are more siamo tutti noi. Se sei interessato firma, richiedi i materiali della campagna, organizza un evento e fallo tuo. Rivolgiti ai tuoi parlamentari, al tuo pubblico, ai tuoi vicini, discuti, convinci e mobilita». Info: www.wearemore.eu

AREZZO Il 3 giugno alle 18 al Bistrò verrà presentato Strozzateci tutti, una serie di racconti scritti da vari autori che denunciano storie di ‘mafia’ nella vita quotidiana. Interviene Marcello Ravveduto, uno degli autori.

notizieflash

a Campagna europea We are more è promossa dal network Culture Action Europe che raggruppa centinaia di organizzazioni culturali dei Paesi dell'Unione Europea. Arci, Eccom, Gai, Peypezye Urbane sono i membri italiani di Culture Action Europe che sostengono la Campagna. We are more ha come obiettivo quello di sollecitare il Parlamento e la Commissione europea a rafforzare le politiche di sostegno ai settori della Cultura nei Paesi dell'Unione. Pubblichiamo, di seguito, stralci dell’appello promosso dai componenti del network. «A livello locale, regionale, nazionale o europeo, le politiche culturali e i fondi per la Cultura devono riflettere le necessità di tutti coloro che fruiscono e producono la cultura di oggi e di domani. Noi crediamo che questo sia necessario per ri-immaginare l'investimento pubblico , affinchè contribuisca a sviluppare il capitale umano, culturale e sociale - ovvero i beni più preziosi dell' Europa. Il risultato concreto della campagna vorremmo fosse l'incremento degli aiuti alle attività culturali dal quale trarranno profitto tutti i cittadini europei, che accrescerà l'accesso alle arti. Noi chiediamo: un programma Cultura

Donne nei media, Il cinema è cultura, la cultura è a Roma il 1° giugno democrazia: l’Ucca si presenta Il primo giugno, le Commissioni Pari Opportunità della Fnsi e dell'Associazione Stampa Romana presentano il Tavolo Donne nei Media, che raccoglierà i contributi del giornalismo, della politica, dell'università, dei sindacati e delle reti della società civile per adottare posizioni condivise e praticate sulla questione di genere nell'informazione. La riflessione si articolerà lungo due filoni: 'lavoro' e 'trattamento della notizia Donna', con l'obiettivo di formulare proposte concrete. Molto è stato fatto in questi anni sulla questione Donne e Media, ma è arrivato il momento di trovare una sintesi politica e professionale che riconosca il ruolo, i diritti e i doveri dei giornalisti e delle giornaliste in proposito. Introdurranno i lavori Lucia Visca, presidente Cpo Fnsi, Donatella Alfonso, coordinatrice Cpo Fnsi, Nella Condorelli e Arianna Voto, presidenti Dipartimento Diritti e Pari Opportunità Ars. All'incontro partecipano l'Ordine dei giornalisti, i sindacati della Rai, donne impegnate in politica e nelle istituzioni, i Coordinamenti Donne dei sindacati, rappresentanti delle Reti di donne, Istituti universitari.

Il cinema per noi è cultura, la cultura è democrazia: con questo slogan bello e incisivo l'Ucca ha pubblicato un elegante depliant/documento per illustrare chi è, cosa fa, cosa intende fare per contribuire alla diffusione della cultura cinematografica nel nostro paese e per contribuire all'incremento della partecipazione e allo sviluppo della democrazia. Tutta la presidenza dell'Ucca ha partecipato alla realizzazione di questo documento in cui sono indicati i punti salienti della proposta politico-culturale dell'associazione. Oltre a illustrare la situazione drammatica in cui versa la cultura oggi in Italia, in particolare il cinema per i tagli operati dal governo, per la pericolosa tendenza all'omologazione che tende ad affermare un solo modello di cinema, nei contenuti e nel taglio commerciale, per la continua chiusura delle sale a favore dei multiplex, il documento contiene una serie di proposte affinchè la cultura, e il cinema in particolare, siano assunti come uno dei fattori principali di sviluppo umano ed economico del nostro Paese. Un'altra importante proposta dell'Ucca è la promozione - fatta in modo

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serio e continuativo - dei capolavori del cinema italiano ed europeo nelle scuole con percorsi didattici mirati. Che in ogni città ci sia una casa del cinema a disposizione dei cine circoli per garantire proposte cinematografiche di qualità. La richiesta è anche che l'associazionismo cinematografico sia sostenuto adeguatamente con risorse e canali stabili di finanziamento in cui sia premiata la capacità di coinvolgere la partecipazione e il volontariato dei cittadini. Il documento comprende anche una sintetica scheda che illustra l'attività e i principali progetti dell'associazione e che non a caso si chiude con la citazione dell'art. 3 dello Statuto che recita appunto che scopo dell'Ucca è contribuire alla diffusione della cultura cinematografica, all'incremento della partecipazione e allo sviluppo della democrazia. Insomma un depliant utile, in cui l'utilità è un prisma in cui la luce converge per venire trasmessa e irradiata; quindi una proposta culturale in un depliant a disposizione dei circoli e dei comitati che ne faranno richiesta. Info: scarnati@arci.it


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serviziocivile

Luci e ombre sul servizio civile: presentato il Rapporto Asc sui giovani volontari nel 2010 33 progetti, il 92% valutati positivamente, per un totale di 203 progetti finanziati; 1114 soggetti coinvolti e 2421 sedi accreditate; 1786 volontari avviati in servizio (a fronte dei 1581 partiti con il precedente bando); al primo posto tra le attività l’educazione culturale (41%), seppure in progressiva flessione nel corso degli ultimi anni (45% nel bando 2008, circa 49% in quello 2007), effetto del travaso, in sede di approvazione, di una quota dei progetti dal settore ‘educazione e promozione culturale’ al settore ‘assistenza’; costante l’investimento sul fronte della formazione, con uno staff che conta 45 risorse e che mantiene un impegno in termini di ore di formazione erogate superiore a quello minimo previsto per legge (32 di aula e 10 a distanza), incontrando giudizi sempre più positivi da parte dei giovani. Sono alcuni dei dati positivi emersi dal VII rapporto di Arci servizio civile presentato a Roma la scorsa settimana, con riferimento alle attività di servizio civile realizzate nel 2010. Numerosi, però, restano i punti critici: innanzitutto, il progressivo calo delle risorse economiche disponibili - ridotte da 170 milioni (2009 e 2010) a 110 milioni

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(2011). Se a questo si aggiunge la drastica caduta del numero dei giovani avviati al servizio, trova facile spiegazione la ‘ritirata’ dal Scn di molte organizzazioni, anche di livello nazionale. Basti pensare che i posti progetto richiesti dall’insieme degli enti accreditati è sceso dagli oltre 100mila del 2008 ai circa 50mila del 2011. Ma se la dipartita di tante organizzazioni è stata un bene per il Scn, quella di altre invece ha segnato una perdita secca di cultura, saperi tecnici e rappresentanza territoriale. A questa problematica si aggiunge la riforma del servizio civile ancora ferma in Parlamento. «Non è accaduto niente - si legge nel rapporto - e dopo il deposito a febbraio 2010 del testo del Governo, ad oggi non è stato neanche nominato il relatore in Commissione Affari Costituzionali del Senato e anzi è ancora aperta la richiesta di un avvio dell’esame alla Camera dei deputati». Un quadro reso ancora più complesso dal lancio della mini naja, che segna un attivismo simbolico e anche economico (20 milioni di euro stanziati per i primi 3 anni) di rilancio della visione tradizionale del ruolo egemone delle Forze Armate, mettendo in crisi l’equi-

librio, culturale e istituzionale, delle due forme di difesa della patria riconosciute dalla Corte Costituzionale. Una novità che per Asc «non sarà senza conseguenze sul più ‘tradizionale’ scontro istituzionale in atto dal 2002 fra Governo, Regioni e PA sulle finalità del Scn, sulle attribuzioni delle competenze e delle risorse, scontro che continua anche adesso». Eppure, evidenzia il rapporto, «segnali di attenzione e mobilitazione della società civile ci sono stati nel 2010. Dal Forum permanente del Terzo Settore ai rappresentanti dei giovani in Scn, dai partiti politici ai pronunciamenti di organi religiosi è stato evidente il disagio delle organizzazioni sociali di fronte a questo sperpero di credibilità e di realizzazioni». Per questo Arci servizio civile con Arci, Arciragazzi, Auser, Legambiente, Uisp ha lanciato in questi mesi la campagna Siamo qui per il futuro del Scn, sia per sensibilizzare le comunità, a cominciare dalle famiglie, sia per richiamare le istituzioni, locali e nazionali, alle loro responsabilità di assumere le decisioni necessarie per costruire il futuro del nostro paese. Info: www.arciserviziocivile.it

Medio-alto il titolo di studio

Le motivazioni e il background

Gli operatori: spesso donne e over 40

Un titolo di studio medio-alto e un bagaglio di conoscenze ‘mediamente robusto’. È una delle caratteristiche che stilano il profilo dei giovani che accedono al servizio civile in Italia secondo i dati del Rapporto. La quota di laureati infatti è pari a circa un terzo dei volontari ed è quasi doppia rispetto ai coetanei italiani (18,1%), seppur con alcune differenze per genere (sono laureate 4 ragazze ogni 10 a fronte di 2 maschi ogni 10). Il possesso di un titolo di studio medio-alto connota i volontari come persone con almeno un nucleo di competenze specialistiche e probabilmente in grado di affrontare con più strumenti conoscitivi e interpretativi le opportunità che si presentano loro. La quota di diplomati rimane comunque di gran lunga la più numerosa tra i volontari, a dimostrare che «nonostante il sistema di selezione riconosca un punteggio legato al titolo di studio, nella fase di scelta pesano anche altri criteri che vanno a colmare lo svantaggio di partenza associato a un'istruzione inferiore». In sintesi, i giovani si distinguono per il bagaglio culturale, per l’attitudine alla condivisione delle esperienze in forme organizzate, per l’interesse per la politica.

Qual è il background dei giovani che si avvicinano al servizio civile? Circa la metà dei volontari era già entrata in contatto con il mondo del volontariato, dando il proprio contributo in forma gratuita. Tra chi ha una precedente esperienza di volontariato è più evidente la componente formativa e di autogratificazione, tra gli altri è più marcata la componente di novità. Il gruppo di volontari in servizio nel 2010, se messo a confronto con i coetanei italiani, evidenzia un interesse e una attitudine alla partecipazione associativa superiore a quella dei coetanei e variegata per campi di applicazione: dal settore culturale a quello del volontariato, dello sport e ambientale. L’analisi di motivazioni e attese dei volontari e competenze acquisite evidenzia principalmente il desiderio di accrescere la propria formazione e più in generale di intraprendere un percorso di crescita personale. Nell’opinione dei volontari il servizio civile migliora le capacità relazionali, sviluppa la fiducia in se stessi, consente di acquisire skill spendibili nel mondo del lavoro e di accumulare ‘capitale civico’, spendibile non solo a livello individuale ma appannaggio della collettività.

Circa 400 gli Olp (operatori locali di progetto) coinvolti nella rilevazione Asc. Gli Olp sono più spesso donne (oltre la metà) e più spesso over 40 (circa la metà ha più di 45 anni). Il ruolo in genere è rivestito da volontari (il 50,4%) e da figure con un profilo professionale qualificato: dirigenti, funzionari, quadri. La motivazione principale che spinge alla scelta di fare l'Olp è la fiducia riposta nelle finalità del servizio civile (68,4% delle risposte), individuate principalmente nella formazione civica sociale e professionale del giovane e alla educazione alla pace e difesa della patria non armata. Non mancano le criticità: il coordinamento dei volontari, la scarsa disponibilità di tempo da dedicare, alla loro integrazione con gli altri soggetti coinvolti nel progetto - difficoltà che si acuisce se ci si trova in una realtà di grandi dimensioni. Infine, evidenzia il rapporto, l'Olp tendenzialmente appagato dall'esperienza coi giovani richiede una forma di riconoscimento ulteriore della responsabilità ricoperta e dell'impegno profuso, di carattere economico, ma anche collegata ad un avanzamento di carriera o alla possibilità di accedere a dei percorsi di formazione.

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società

A Barcellona Pozzo del Gotto ‘Scolpire la pace’ per promuovere i diritti delle persone con disagio mentale quanto realizzato finora prevedendo inoltre il coinvolgimento di tutte le realtà del terzo settore della provincia di Messina, delle istituzioni locali, delle scuole e offrendo alla cittadinanza tutta la possibilità di fruire delle opere d'arte realizzate, di partecipare a workshops artistici, di prendere parte a dibattiti ed incontri informativi sul tema della salute mentale anche con la presenza di esperti del settore e rappresentanti istituzionali. Scultura, pittura, street art, video art, proiezioni, musica, animazioni, workshop sono alcuni degli eventi in programma nei 4 giorni di appuntamenti, per dare voce e spazio al disagio mentale e proporre nuovi percorsi di superamento. Info: arcicittafutura@tiscali.it

l tessuto sociale barcellonese è caratterizzato da una rilevante presenza di vecchie e nuove povertà e da consistenti fasce di marginalità socio-economica e culturale in cui si inseriscono sintomi di processi disgregativi e degenerativi. Inoltre, pur essendo sede di uno dei maggiori ospedali psichiatrici giudiziari d'Italia, il territorio presenta un assetto culturale tutt'altro che incline all'accoglienza e al ‘prendersi cura’, anzi è gravato da stereotipi e pregiudizi che inducono fenomeni di esclusione e marginalizzazione. Alla luce di tali considerazioni, nel 2008 si è deciso di dar vita al progetto Scolpire la pace, al fine di promuovere i diritti delle persone con disagio mentale tramite percorsi di conoscenza e sperimentazione artistica, puntando al contempo al coinvolgimento capillare delle fasce giovanili. In questi tre anni hanno partecipato al progetto numerosi artisti - provenienti dai comuni limitrofi e da tutto il territorio nazionale - i quali hanno condotto workshops e realizzato performances artistiche con la realizzazione di sculture destinate al museo a cielo aperto allestito presso il

Centro per la pace del circolo Arci Città futura di Portosalvo (ME). L'edizione 2010/2011 di Scolpire la pace si articola in un percorso di sei mesi, iniziato ad ottobre 2010 e che si concluderà con un happening finale dal titolo La follia in un angolo, previsto dal 9 al 12 giugno. In questi mesi un gruppo di studenti dell'Accademia delle Belle Arti di Capo d'Orlando - guidati dal direttore artistico del progetto, prof. Maurizio Calabrò - hanno lavorato alla realizzazione di opere sul tema della follia; l'associazione Nebrodi Art, formata da artisti del comprensorio dei Nebrodi noti a livello internazionale, ha promosso il progetto organizzando eventi ad hoc; il circolo Arci Città futura di Barcellona Pozzo di Gotto ha costruito e diffuso una campagna informativa e di sensibilizzazione specifica sui temi legati al disagio mentale e alla situazione attuale dell'ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto; cento artisti hanno aderito e stanno lavorando alle nuove opere che verranno collocate nel museo a cielo aperto del Centro per la pace di Portosalvo. L'happening finale, La follia in un angolo, racchiuderà

L’appello per dire basta agli OPG

Sovraffollamento, condizioni disumane, gestione lenta e inefficace negli Opg

Il 19 aprile è stata presentata la campagna nazionale Stop OPG per l'abolizione degli Ospedali psichiatrici giudiziari, promossa dal Forum Salute mentale. Di seguito, pubblichiamo stralci dell'appello. «Gli OPG rappresentano un vero e proprio oltraggio alla coscienza civile del nostro Paese, per le condizioni aberranti in cui versano 1.500 nostri concittadini, 350 dei quali potrebbero uscirne fin da ora. L'Ospedale psichiatrico giudiziario è istituto inaccettabile per la sua natura, per il suo mandato, per la incongrua legislazione che lo sostiene, per le sue modalità di funzionamento, le sue regole organizzative, la sua gestione. La sua persistenza è frutto di obsolete concezioni della malattia mentale e del sapere psichiatrico, ma soprattutto di una catena di pratiche omissive, mancate assunzioni di responsabilità e inappropriati comportamenti a differenti livelli. Riteniamo sia improcrastinabile porre fine allo scandalo degli OPG e che sia possibile farlo all'interno dell'attuale normativa. Perché, come afferma la nostra Costituzione, ‘la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana’». Info: www.stopopg.it

È ormai nota a livello nazionale l’insostenibilità delle condizioni di vita all’interno degli Ospedali psichiatrici giudiziari. I lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale hanno descritto quanto da tempo, a livello locale, le realtà presenti sui vari territori denunciano e mettono in evidenza, chiedendo un preciso impegno per il superamento e la chiusura di queste strutture, rivolgendosi sia agli operatori del settore che a tutta la società civile. In Italia esistono attualmente 6 Opg, in cui, alla fine del 2009, risultavano rinchiusi circa 1300 internati. Uno di questi Opg si trova a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e, da tempo, il circolo Arci Città futura e l’associazione di solidarietà e accoglienza Ca.S.A. si adoperano per denunciare l’assurdità di queste istituzioni totali e le condizioni in cui gli internati sono costretti ad adattarsi. Al 18 aprile 2011 l’Opg di Barcellona detiene 380 persone, con un insostenibile sovraffollamento (anche dieci persone per camera, stipate in letti a castello, ritenuti dalla legge inadeguati per chi soffre di disagio mentale), risultato, tra l’altro, di continue e massicce ‘deporta-

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L’8 giugno alle 11.30 presso la sede della Cgil nazionale, in corso d’Italia 25, viene presentato il Rapporto 2011 sulla globalizzazione e sui diritti in Italia e nel mondo dal titolo Tra vecchi modelli e nuovi scenari

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ROMA

zioni’ dagli altri Opg, come il trasferimento di 23 persone da Aversa avvenuto pochi giorni prima. L’istituto risulta invivibile dal punto di vista igienico-sanitario, gli aspetti legati alla situazione psichiatrica e legale vengono gestiti in maniera lenta e inefficace, anche la routine quotidiana evidenzia situazioni di abbandono e degrado che toccano a volte il limite del rispetto dei diritti umani con il ricorso, non sempre giustamente motivato, al letto di detenzione. Quasi assenti sono le opportunità di lavoro (20 su 380 all’interno e nulle all’esterno) e le attività socializzanti; la presenza numerica e la preparazione specifica del personale che vi opera è inadeguata. I casi particolarmente problematici, generati dall’insofferenza della vita in istituto, spesso sono affrontati con il trasferimento degli internati in altre strutture, vanificando ogni tentativo di costruire percorsi individuali adeguati. Nessun intervento specifico, se non ad opera di volontari, per i 44 internati di origine straniera che quindi difficilmente avranno opportunità di uscita e che soffrono della loro stessa condizione di folli, rei e stranieri non essendo tutelati da una legislazione ad hoc.


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Si inaugura ‘Torino: sguardi su Mirafiori’, la mostra fotografica su un quartiere simbolo della città Arci di Torino in collaborazione con Giulio Di Meo, sabato 4 giugno 2011 inaugura la mostra di fotografia sociale Torino: sguardi su Mirafiori, dedicata al quartiere di Mirafiori, elemento simbolo della Torino operaia. La mostra, che sarà allestita nel Mausoleo della Bela Rosin in Strada Castello di Mirafiori, è il risultato del workshop di fotografia sociale che il coordinamento arti visive del comitato Arci di Torino ha organizzato in collaborazione con il fotografo Giulio Di Meo dal 2 al 17 aprile. Di Meo non è nuovo a questo tipo di progetti, ma quello di Torino è il primo in collaborazione con Arci. La scelta del quartiere di Mirafiori è stata dettata dal fatto che rappresenta in maniera immediata la realtà e la

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SASSARI Penultimo appuntamento con la rassegna di musica e poesia Trattas promossa dal circolo Aggabachela. L’11 giugno si terrà il concerto dei Linea 77

storia torinese, anche semplicemente perchè il suo nome evoca subito la fabbrica automobilistica Fiat. Ma quello che si è cercato di raccontare nel corso del workshop è stata la semplice ‘quotidianità’ di gesti, eventi, azioni abituali e comuni, insomma, momenti di vita ‘normale’ che abitano ogni luogo, cercando di far emergere la determinazione e la volontà della gente di questo quartiere di reinventarsi e resistere alla crisi del lavoro che ha colpito Torino in generale e Mirafiori in particolare. Il workshop è stato realizzato anche grazie alla collaborazione della circoscrizione 10 di Torino, della Fondazione Mirafiori (che ha fornito gratuitamente lo spazio in cui tenere le lezioni teoriche) e delle Biblioteche civiche torinesi che hanno messo a disposizione il Mausoleo della Bela Rosin. È stato insomma un bel lavoro di squadra; da un lato dell'Arci Torino, che ha messo in campo il coordinamento arti visive per tutta la parte artistico-organizzativa ed il Coordinamento di zona per le relazioni con le amministrazioni locali e con i cittadini stessi del quartiere; dall'altro delle realtà locali, sia pubbliche che private, che hanno capito l'importanza sociale del

workshop e hanno aderito al progetto con entusiasmo. Inoltre, per mantenere sempre un legame con le realtà territoriali, sono stati coinvolti i circoli Arci di Mirafiori e sono state documentate, attraverso gli scatti, le attività sociali a scopo aggregativo svolte nei loro spazi come serate danzanti, corsi di ballo ed attività sportive. La scelta stessa del luogo in cui allestire la mostra non è stata causale: la Bela Rosin è stata infatti la sposa morganatica di Vittorio Emanuele II, una donna disprezzata dai nobili ma tanto amata dal popolo per le sue origini contadine. Le opere, 3 scatti per autore per un totale di 33 pose, saranno esposte dal 4 al 19 giugno 2011; l'accesso alla sede espositiva sarà libero, dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Gli autori, nonché partecipanti al workshop, sono: Tiago Bràs, Patrizia Bonfratello, Alessandro Corio, Luisella Francios, Sara Franco, Anna Frandino, Maurizio Pichierri, Federica Ravazzi, Chiara Runci, Virginia Cassani, Nicola Sacco. Nel corso dell'inaugurazione buffet e proiezione del video realizzato durante il workshop. Info: www.arcitorino.it

Notizie Brevi Marcia della Pace

locale testimonieranno il valore del dono, dell’autoproduzione e dell’ospitalità. L’obiettivo è costruire un nuovo orizzonte di sviluppo locale che prenda in considerazione la storia e i valori di un territorio e tutto quel patrimonio immateriale costantemente mortificato dalla competizione imposta da questo sistema economico. Info: omarmoheissi.noblogs.com

AREZZO - Arci Servizio Civile Toscana organizza la partecipazione dei volontari toscani alla X edizione della Marcia della Pace Civitella San Pancrazio che si terrà sabato 4 giugno dalle ore 9. La Marcia celebra il ricordo degli eccidi nazifascisti del 29 giugno 1944, unendo idealmente tutti i luoghi toscani teatro di stragi. Nel pomeriggio, dopo la partecipazione alla Marcia, i giovani volontari visiteranno, presso il Municipio di Civitella in Val di Chiana, la mostra fotografica E io ero Sandokan. Sguardi partigiani, che ripercorre, attraverso i volti e i nomi di battaglia dei partigiani la scelta di quei ragazzi e giovani uomini che misero la propria vita al servizio della libertà e della dignità dell'uomo. Info: arezzo@arci.it

IMPERIA - Un fine settimana interessante all’Arci Guernica: si comincia il 3 giugno alle 20 con un nuovo appuntamento con il Talpa fotovoltaico tour, serie di iniziative con raccolta fondi, dibattiti e approfondimenti. Il 4 giugno, dopo la cena popolare, ci sarà la tavola rotonda dal tema Il referendum sul legittimo impedimento, con l’intervento dell’avvocato Roberto Rum. Info: arciguernica@yahoo.it

La primaVera maniFesta

EVS: let’s do it

LECCE - Torna l’appuntamento con La primaVera maniFesta, a Villa Baldassarri il 1 giugno. Organizzata dal circolo Laboratorio Omar Moheissi, è un’iniziativa in cui teatro, musica, conferenze, proiezioni, gastronomia

Appuntamenti al Guernica

MUSSOMELI (CL) - L'Arcistrauss presenterà il 1°giugno il progetto EVS: Let's do it, volto a promuovere la dimensione europea del Servizio volontario europeo attraverso l'invio

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ed il collocamento presso organizzazioni all'estero di 30 ragazzi italiani di età compresa tra i 16 e i 30 anni. Attraverso il progetto si vuole sostenere la tolleranza e il rispetto per le altre culture: i volontari selezionati, avranno l'opportunità di vivere in un Paese europeo, conoscere e apprezzare altre culture. Le attività del progetto si svolgeranno da gennaio a dicembre 2012. Info: www.arcistrauss.it

Proiezione all’ArCineforum SIRACUSA - Per l’ArCineforum promosso dal comitato territoriale, il 3 giugno alle 18.30 presso la sede in piazza Santa Lucia verrà proiettato Kinsey – E ora parliamo di sesso di Bill Condon. Il film è la biografia di Alfred Kinsey (Liam Neeson), lo scienziato che negli anni ‘40 e ‘50 sconvolse l'America puritana con resoconti e studi dettagliati e innovativi su sessualità femminile e maschile, ruoli e sessi. Il suo lavoro confluisce nel saggio del 1948, Il comportamento sessuale nel maschio umano, che diviene un best-seller, e ha il merito di rivelare pratiche e desideri

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sessuali che i più tendevano a ignorare o nascondere. Info: arcisiracusana@virgilio.it

Concerto pro-referendum CORNELIANO D’ALBA (CN) - Il Comitato referendario Alba-LangheRoero ha organizzato un concerto per i referendum del 12 e 13 giugno, che si terrà sabato 4 giugno a partire dalle 21 presso il circolo Arci Cinema Vekkio. Si esibiranno i Treehorn, The chivers, The big plancton project + Sb, gli Informazioni pericolose. Ingresso libero a offerta. Info: www.cinemavekkio.it

Bambini in Congo TORINO - Al Caffè Basaglia il 5 giugno alle 20 si terrà l’iniziativa Bambini in Congo - Dalla strada alla scuola. organizzata dall'associazione CongoHelp. La serata avrà inizio alle 20 con un apericena tradizionale offerto dalle donne congolesi, e proseguirà con la presentazione del documentario Bambini abbandonati del Congo realizzato da Luigi Pellatti delle Iene. Seguirà un dibattito Info: info@caffebasaglia.org


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L'arte porta le culture sul palco di IntermundiArvalia A Roma nel quartiere Trullo il 1° e 2 giugno a nuova edizione di IntermundiArvalia è alle porte. Quest'anno il Festival si terrà i primi due giorni di giugno in una piazza del quartiere Trullo, quartiere popolare romano con una forte presenza di immigrati. Arci Solidarietà onlus, in collaborazione con l'associazione Il Cubo, la cooperativa Apriti Sesamo, il circolo Gianni Rodari e l'associazione InsensINverso, hanno deciso di destinare l'iniziativa ai minori stranieri e italiani, alle loro famiglie e in modo particolare alle scuole primarie di primo grado di ciascun quartiere del Municipio, in quanto rappresentano il primo terreno di sperimentazione della coesistenza tra culture. Per la manifestazione, ideata nel 1997, sono previsti diversi laboratori creativi. I bambini avranno la possibilità di spaziare dal teatro alla musica, dalla realizzazione di cortometraggi alla pittura su carta, stoffa, tela e molto altro ancora. Il Festival interculturale, seguito in web streaming dalla cooperativa sociale integrata Conto alla rovescia, offrirà un'importante occasione di confronto sui temi della convivenza, della

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conoscenza e dello scambio tra culture, la mattina attraverso laboratori per bambini e il pomeriggio attraverso dibattiti, spettacoli, cineforum, concerti, performance danzanti e cucina etnica (a cura di Arci Solidarietà onlus, Arci Babette e Arci Darfour) per grandi e piccini. Il primo giorno, dalle ore 9 alle 12, i bambini delle scuole del Municipio XV porteranno in piazza i risultati di un percorso interculturale sviluppato nell'arco di alcuni mesi durante l'anno scolastico. Seguirà il Cartoon live Show, l'esibizione del coro Millemondi e due spettacoli teatrali della scuola Capponi e della scuola Pascoli. Dalle 14 alle 15 si terrà una tavola rotonda sul progetto Mediazione dei conflitti organizzata dall'associazione Eureka per le scuole Perlasca e Collodi, seguirà lo spettacolo Arte in strada dell'associazione Sale in zucca onlus e la presentazione del libro Estrella dello scrittore Ugo Sestrieri presso lo stand dedicato ai dibattiti. Dalle 18,30 si esibirà la Banda musicale Otiskuri, ci sarà un aperitivo con performance di Ndujabitz djset e uno spettacolo musicale del gruppo

latino Jahmila roots. Durante la giornata, che si chiuderà con un concerto del gruppo Raiz & Radicanto, interverranno Claudio Cecchini, assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Roma e Gianni Paris Presidente del Municipio Roma XV. Nel secondo e ultimo giorno della manifestazione culturale, alle 16 apriranno la giornata le percussioni dal Senegal con gli Africa Djgiembe. Seguiranno le esibizioni della Murga Patas Arriba e della Murga SinconTrullo con spettacoli teatrali di strada che coniugano musica, danza e recitazione, con una forte connotazione satirica e parodistica. Dalle 18,30 alle 19,00 l'associazione Il cerchio dell'amicizia intratterrà il pubblico di IntermundiArvalia con danze popolari internazionali come strumento di aggregazione sociale. Durante l'aperitivo delle 19 il presentatore dell'intera manifestazione, Andrea Cosentino, si esibirà in una performance che precederà l'esibizione della Transilvania Orchestra e del gruppo musicale Municipale Balcanica che chiuderà il festival. Info: www.arcisolidarietaonlus.eu

Al Fuori Orario festa Inaugurati due mini appartamenti per ospitare famiglie di bimbi ricoverati per la Costituzione Il 2, 3 e 4 giugno il circolo Arci Fuori Orario di Taneto di Gattatico (Reggio Emilia) ospita la prima edizione della Festa nazionale per la Costituzione, una tre giorni organizzata con Il fatto quotidiano a conclusione della stagione 2010/2011 del circolo. Sono attesi gli interventi di tanti famosi artisti, politici, giornalisti, in un'alternanza tra dibattiti e spettacolo: Dario Vergassola, Luca Telese, Antonio Padellaro, Don Andrea Gallo, Fiorella Mannoia, Vinicio Capossela, Antonio Di Pietro, Peter Gomez, Vauro, Marco Travaglio, Salvatore Borsellino e altri. Ogni giornata inizia con l'apertura del circolo alle ore 17, una serie di incontri fra palco in cortile e palco centrale, i concerti alle 23 e, a seguire, i dj set nelle tre aree del Fuori Orario. Gli show prevedono il 2 giugno i Kinnara in Tributo a Fabrizio De André, il 3 gli Asilo Republic in Tributo a Vasco Rossi, anticipati alle 22 dall'imperdibile recital La fila indiana - Il razzismo è una brutta storia di e con Ascanio Celestini, e il 4 le Schegge Sparse in Tributo a Ligabue. La festa è aperta a tutti e non c’è obbligo di di tessera Arci: biglietti a 10 euro per ogni serata, prenotabili sul sito del circolo. Info: www.arcifuori.it

Dopo averlo cullato e rincorso per tanto tempo, la SMS fiorentina di Serpiolle realizza il suo sogno nato per aiutare a realizzarne altri: far tornare il sorriso sul volto dei più piccoli. Sabato scorso 28 maggio, il circolo Arci ha inaugurato due mini appartamenti ricavati dai locali al primo piano della propria struttura, per ospitare le famiglie dei bambini ricoverati all'Ospedale pediatrico Meyer. Il progetto è stato fortemente voluto da tutti i soci impegnati ogni anno nella Festa della Gnoccata (che nel 2011 giunge alla 40^a edizione), grazie alla quale sono stati raccolti i fondi necessari alla ristrutturazione. I 2 mini

appartamenti, di circa 35 mq, saranno dati in comodato d'uso alla Fondazione Meyer che si occuperà della gestione diretta a favore delle mamme e papà. L'essere riusciti a realizzare questo progetto è motivo di soddisfazione non solo per tutti i soci, ma per tutta la comunità di Serpiolle di cui la Società Mutuo Soccorso rappresenta dal 1904 un punto di riferimento per quanto riguarda solidarietà, impegno civico e socializzazione. All'inaugurazione erano presenti il sindaco di Firenze Matteo Renzi, la dirigenza dell'ospedale pediatrico e la Fondazione Meyer. Info: www.serpiolle.com

A Mulazzo il laboratorio della legalità C’è ancora tempo per iscriversi al laboratorio della legalità e antimafia sociale organizzato dall’Arci che si svolgerà dal 28 al 30 luglio nella scuola elementare di Mulazzo (MS) durante il meeting Mama Africa. Nel laboratorio verrà affrontato il tema delle infiltrazioni mafiose in Toscana e si parlerà di lavoro minorile, dell’usura e dei beni confiscati. Gli incontri inizieranno al mattino e i partecipanti si riuniranno per

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discutere sui temi mentre nel pomeriggio ci saranno incontri con rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo locale e con esperti che incontreranno i ragazzi del laboratorio. Il 31 luglio si conclude con un convegno in cui, oltre al dibattito con esponenti dell’amministrazione provinciale, verranno mostrati gli elaborati realizzati dai ragazzi nei giorni di laboratorio. Info: pascucci@arci.it


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società

Europride 2011: a Roma per manifestare l’orgoglio lgtb. Ma c’è ancora un’Europa a più velocità Italia ospiterà quest'anno a Roma Europride, la manifestazione dell'orgoglio lesbico, gay, transgender e bisessuale europeo. L'evento, che si celebra ogni anno in un diverso Stato europeo, ricorda lo sforzo che sta cambiando il volto dell'Europa grazie alla primavera di diritti delle persone lgbt. In meno di quarant'anni la maggioranza degli stati dell'Unione europea ha abbandonato la persecuzione legale e abbracciato il riconoscimento della parità dei diritti civili, le unioni e i matrimoni fra persone dello stesso sesso. Molti stati europei hanno pienamente riconosciuto la dignità e la piena cittadinanza ad omosessuali, lesbiche e transessuali, ai loro affetti, alle loro famiglie e alle loro esistenze. Ma è un'Europa a più velocità, dal matrimonio gay spagnolo al test che misura l'erezione dei gay che chiedono asilo della Repubblica ceca. Dal Mar Baltico al Mediterraneo, è tutto un procedere a ventisette velocità alternate: in ogni singolo paese accelerazioni ed eccellenza sull'attribuzione di diritti e tutele si mescolano, poco sapientemente, a retromarce o a interpretazioni restrittive delle leggi.

L'

In generale, nella cacofonia di provvedimenti in discussione o già approvati, la maggioranza degli Stati sono intenti a confrontarsi con la questione lgbt e consapevoli che, presto o tardi, saranno obbligati a trovare risposte, anche comuni. Ed Europride Roma 2011 lo ribadirà a gran voce. La scelta di Roma poi, quale città nella quale marcerà l'orgoglio gay l'11 giugno prossimo, in questo senso vuole sottolineare la distanza tutta Italiana dalla primavera europea dei diritti lgbt. Il bel Paese si muove addirittura in direzione opposta con l'approvazione di leggi discriminatorie contro le persone lgbt, come quella sulla procreazione assistita o l'orribile recezione della legge antidiscriminatoria sul lavoro che consente ad esercito, associazioni e gruppi religiosi di discriminare il lavoratore omosessuale. L'Europride a Roma sarà quindi un'occasione per affermare con forza che l'Italia non vuole e non può continuare ad essere il fanalino di coda dei diritti umani nell'Unione Europea. L'11 giugno prossimo Europride snoderà l'arcobaleno dalle 15 da Viale Enrico De Nicola fino a Circo Massimo dove si terrà un concerto, con la visibilità e il colore tradizionali

Tornano i Mondiali antirazzisti

speranze di donne e di madri.

MODENA - 5mila sportivi, 30mila tifosi provenienti da 20 Paesi diversi: sono i numeri della XV edizione dei Mondiali antirazzisti, sport, musica, cultura e dibattiti a difesa delle diversità, dal 6 al 20 luglio, presso il parco di Bosco Albergati a Castelfranco Emilia. «Si tratta di un’edizione che vuole mantenere lo spirito originario di una festa popolare che accoglie, include e non esclude e che, alla luce degli avvenimenti che hanno segnato l’Africa del Nord, intende concentrarsi appieno sulla riflessione del concetto di migrazione e sul diritto dei popoli alla mobilità» - ha dichiarato Carlo Balestri, responsabile organizzativo della manifestazione.

Migranti mediatori culturali

Voci di donne migranti ROMA - Pubblicato da Ediesse Voci di donne migranti. Storie di vita e di maternità a cura di Claudia Carabini, Dina De Rosa, Cristina Zaremba. Ventuno donne migranti, giunte a Roma in tempi diversi, raccontano la loro storia. Un panorama di testimonianze sul mondo dell’immigrazione femminile in Italia, donne che si sentono cittadine del mondo: alcune ricordano la vita, gli usi e costumi del paese d’origine, tutte parlano della loro realtà quotidiana, con le fatiche e le

FOGGIA - 12 immigrati studiano per diventare mediatori culturali; vengono da Iraq, Ghana, Guinea, Costa D’Avorio, Egitto e Tunisia e sono rifugiati o richiedenti asilo: con il corso di formazione di Smile Puglia e Connecting People saranno loro a fare da tramite con i nuovi migranti che arriveranno in Italia. Il corso ricade nell’ambito delle attività previste dal progetto della Provincia di Foggia 8 azioni per 1000 idee e consentirà ai ragazzi, individuati all’interno del progetto Nautilus, di acquisire le competenze professionali necessarie per interagire in modo efficace con i migranti, le comunità, gli operatori e i fruitori dei vari servizi.

Italiano via radio BOLOGNA - L'italiano? A Bologna gli stranieri potranno impararlo via radio. La Provincia promuove l’iniziativa denominata L’italiano alla radio, primo corso di italiano per stranieri diffuso tramite una radio locale. Il corso di 15 puntate verrà trasmesso ogni mercoledì alle 12 su Città del Capo radio metropolitana e si potranno riascoltare sui siti di Provincia e Comune di Bologna.

Hanno collaborato a questo numero Stefano Bolognini, Alessandro Cobianchi, Francesca Coleti, Silvia De Silvestri, Luisella Francios, Rosanna Gattuso, Giulia Grilli, Lucia Isgrò, Paola Scarnati In redazione Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Paolo Beni Impaginazione e grafica Claudia Ranzani Progetto grafico Sectio - Roma Cristina Addonizio Editore Associazione Arci

e-mail:immigrazione@arci.it

Cittadinicomenoi

Cittadini come noi

di ogni gay pride, per lanciare l'appello denuncia al Paese e all'Europa. Sarà l'occasione per raccontare le nuove famiglie, la genitorialità gay, per denunciare la discriminazione e l'omofobia. Sarà un modo per ritornare a parlare di salute e prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale. Sarà un momento per stare insieme e far sentire la nostra voce ad una classe politica sorda ed impresentabile. Dall'1 al 12 giugno, nel centro di Roma, un animato Pride Village intratterrà con conferenze, seminari, musica e dibattito. Roma per due settimane sarà la capitale gay Europea, è un'occasione politica, culturale e sociale che non possiamo lasciarci sfuggire. Info: ufficiostampa@arcigay.it

Redazione Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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