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anno IX - n. 24 21 giugno 2011
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Lo spartiacque di una nuova politica L'esito dei referendum, netto nell'affluenza al voto e nella vittoria dei si, insieme a quello delle amministrative delinea il cambio di fase che aspettavamo. Nonostante i goffi tentativi di negarne la portata da parte del governo, questi referendum sono uno spartiacque che apre nuove prospettive per un'alternativa nel paese. Ma un progetto di alternativa ancora non c'è: ci sarà da lavorarci, e la condizione è che nessuno corra a mettere il cappello su questa vittoria. Sarà bene invece analizzare a fondo un risultato costruito con la convergenza di molti fattori diversi. In quel voto, che va ben oltre i confini della sinistra, c'è una forte spinta alla riappropriazione della politica da parte dei cittadini, tanto più significativa in quanto viene anzitutto dai giovani. C'è la critica a una politica di corto respiro, incapace di offrire una visione di futuro, subalterna ai poteri economici e condizionata dalla rincorsa dei sondaggi. Sulle appartenenze hanno prevalso i contenuti, la voglia di obbiettivi concreti e praticabili. Le persone sapevano su cosa si votava e avevano le idee ben chiare in proposito. Non c'è nessuna superficialità in quelle risposte così nette; c'è invece un nuovo bisogno di giustizia, di relazioni sociali, di senso e qualità della vita da parte di chi capisce che il mercato ha tradito l'illusione del benessere. I beni comuni, il lavoro dignitoso, un'economia a misura delle persone e dei territori, il rispetto della legalità sono gli elementi di un nuovo sentire comune che stravolge la mappa dei rapporti fra economia, società e politica. Coi comitati e le associazioni che hanno animato la campagna referendaria è entrata in scena una nuova militanza politica che vede i giovani protagonisti, fa uso sapiente dei nuovi media ma riscopre anche l'azione capillare nel territorio, i banchetti e il porta a porta; che ha saputo imporre temi nuovi all'attenzione del paese e modificare le scelte dei partiti senza il sostegno dei grandi media. Una svolta che spazza via in un colpo solo l'annoso dibattito sul rapporto fra la società civile, a cui si concede di fare proposte, e la politica, a cui spetta comunque di decidere. Oggi c'è una società che si organizza e si fa essa stessa attore politico. Un agire politico che non si esaurisce nelle forme tradizionali della rappresentanza e rivendica dignità, diritto di concorrere alle scelte, redistribuzione di potere dalle rappresentanze istituzionali alla partecipazione popolare.
Basta tagli alla cultura. La facciamo noi la Festa alla musica! l 21 giugno è la giornata della Festa della Musica. Molti eventi si svolgeranno oggi e nelle settimane seguenti. Diversi si sono già svolti. Anche quest’anno centinaia di musicisti metteranno la loro arte a disposizione di pubblico e città. Questa Festa della Musica è sempre più festa di resistenza contro tutto quello che rema contro. Tremonti che non sgancia un centesimo, enti locali al collasso, l’Europa che stringe inesorabilmente la cinghia, un ceto politico che fa fatica a riconoscere alla Cultura il posto che meriterebbe nel futuro del nostro intristito Paese. Neppure la Siae si salva, impantanata in un commissariamento che rischia di essere gestito da pochi e influenti gruppi di potenti autori ed editori a danno dell’accesso alla cultura e della cultura diffusa. È davvero straordina-
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rio come la musica riesca a sfornare ancora talenti, creatività e fantastiche note. Una cosa è certa: non sarà il reintegro del Fondo Unico dello Spettacolo a risollevare le sorti della musica nel nostro Paese. Sono ormai troppi anni che lamentiamo una totale assenza di progetto politico che rilanci le musiche suonate e prodotte in Italia. Tanti sono stufi e tanti mollano. Decine di festival e spazi per la musica chiudono, molti musicisti cambiano paese o mestiere, innovazione e proposte contemporanee lasciano il passo a più redditizie produzioni. Insomma, per dirla con lo slogan della festa della Musica dell’Arci Basta tagli alla cultura. La facciamo noi la Festa alla Musica. Rilanciamo e occupiamo lo spazio: culturale, fisico e virtuale. Ne va della qualità della nostra vita e della nostra democrazia.
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referendum
E adesso una rete tra i movimenti internazionali per liberare tutto il mondo dal nucleare di Maria Maranò, coordinatrice Comitato Vota Sì per fermare il nucleare overa, bella, osteggiata, coraggiosa, creativa, popolare, propositiva. È stata così la campagna referendaria contro il ritorno del nucleare in Italia. Il Comitato Vota Sì per fermare il nucleare si è costituito solo all’indomani della pronuncia della Corte Costituzionale sull’ammissibilità del referendum. Nonostante non fosse il Comitato promotore della raccolta delle firme, è stato il vero protagonista della campagna referendaria, diventando in pochi mesi punto di riferimento per il nuovo movimento antinucleare italiano. Quello che oggi appare un miracolo è stato possibile facendo perno su un vasto tessuto associativo già esistente, fatto di piccole e grandi organizzazioni che hanno saputo operare insieme, garantendo la massima trasversalità negli orientamenti politico-culturali, andando oltre le istanze ambientaliste, coinvolgendo organizzazioni culturali e operanti nel sociale, forze sindacali e produttive. Senza accodarsi a nessuna parte politica. Questi pochi ma chiari impegni insieme a una testarda determinazione ad andare avanti, nonostante i reiterati e poco leali ten-
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tativi di far saltare il referendum, sono stati gli ingredienti principali di una campagna che ha visto aumentare giorno dopo giorno i comitati locali, l’impegno di tanti gruppi informali, di singoli, di personalità autorevoli fino a creare l’effetto domino e portare alle urne una valanga di voti. Oggi, incassato il secco no all’energia nucleare, sentiamo la responsabilità di non disperdere il patrimonio accumulato. Abbiamo dato un bel segnale all’Europa e non solo. Ci sono oggi le condizioni per creare una rete tra i vari movimenti internazionali, a partire da quelli europei, per affossare in modo definitivo i progetti di rilancio di questa vecchia e insicura tecnologia energetica. Inoltre, l’unità e il futuro del nostro Paese potranno contare su un patrimonio prezioso costituito dalle reti sociali che sono state costruite e rafforzate dappertutto: tutte le regioni hanno raggiunto il quorum, compresi i territori meridionali dove storicamente la partecipazione al voto è inferiore e dove il tessuto sociale è più debole. Un bel modo di festeggiare il 150° anniversario dell’unità d’Italia. L’impegno dei giovani, con nuove
pratiche di partecipazione, è stato visibile e determinante. Non era scontato se si considera che i nati dopo la tragedia di Chernobyl non hanno mai avuto nella loro agenda i rischi dell’energia atomica. Segno che il no al nucleare e le realistiche alternative a esso hanno saputo coinvolgerli, indicando una strada per il futuro e incrociando le loro aspettative. La rivoluzione energetica è la strada che dobbiamo percorrere insieme: usare meno energia e solo da fonti pulite e sicure per contrastare i cambiamenti climatici. Sono molte e diverse le cose da fare: innovare le produzioni, cambiare gli stili di vita, riconvertire il sistema dei trasporti a favore di quello pubblico, riorganizzare le città, investire sulle reti intelligenti e sulle energie rinnovabili, muoversi verso un modello energetico distribuito in cui le comunità e i singoli abbiano il controllo della produzione e dei consumi. Serve molta ricerca, produrrà lavoro innovativo e farà bene alla democrazia. L’energia che si è sprigionata dalla volontà di partecipazione e la rete sociale costruita con i referendum sono la nostra grande nuova risorsa per affrontare le sfide che ci aspettano.
Nel decreto sviluppo rispunta l'Agenzia per l'acqua. Lettera al Presidente Napolitano perché non firmi el testo del decreto sviluppo, su cui è stata posta l’ennesima fiducia, il governo ha inserito di tutto, compresa la norma che istituisce l'Agenzia dell'acqua, la struttura - di nomina politica - che dovrebbe regolare il mercato idrico, dando dunque per scontato che di mercato si tratti. È evidente però che questo assunto si scontra frontalmente con la volontà chiaramente espressa da 27 milioni di italiani che col loro Sì al referendum hanno indicato che i privati devono essere esclusi dalla gestione delle risorse idriche. La struttura dell'Agenzia, che oggi il parlamento dovrà votare insieme al decreto, è modellata su quell'articolo 23 bis della legge Ronchi-Fitto abrogato dal primo quesito referendario. Se quelle norme obbligavano l'affidamento ai privati dell'acqua potabile e della depurazione, l'Agenzia aveva - nel piano del governo - l'unico obiettivo di regolare il mercato. Perde dunque di senso l'esistenza stessa della norma, visto, tra l'altro, che le risorse idriche costituiscono un monopolio naturale
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non assoggettabile per definizione alla liberalizzazione. La creazione dell'Agenzia di regolazione pensata sul modello di quella già esistente per l'energia - non ha dunque giustificazione, se non politica, lanciando una piccola ciambella di salvataggio alle multinazionali rimaste scottate dal voto del 12 e 13 giugno. Il Forum italiano dei movimenti per l'acqua ha chiesto che il Presidente della Repubblica blocchi il provvedimento, non firmando il decreto di promulgazione. Il Partito democratico, per bocca degli ecodem Roberto della Seta e Francesco Ferrante, si è detto contrario all'istituzione della Agenzia, chiedendo però che venga calendarizzata la proposta di legge presentata nei mesi scorsi e «che raccoglie le indicazioni dei referendum». Una bugia, come sin dalla sua presentazione hanno fatto notare i promotori del referendum, visto che il progetto di legge dei democratici non solo spinge chiaramente sulla gestione privata dell'acqua - attraverso il modello toscano delle società miste - ma
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tradisce il secondo quesito referendario prevedendo esplicitamente la remunerazione dei capitali investiti. Gli ostacoli per la ripubblicizzazione dell'acqua non sono dunque terminati dopo il voto popolare. I movimenti per l'acqua pubblica hanno ripreso la mobilitazione quotidiana, che dura ormai da oltre cinque anni. Il 2 e 3 luglio prossimi si terrà a Roma la prima assemblea nazionale dei comitati territoriali che compongono il Forum italiano, con l'obiettivo primario di rilanciare la proposta di legge popolare che giace in parlamento dal 2007. E anche in Puglia regione dove prosegue il confronto tra la giunta Vendola e i comitati usciti vincitori dai referendum - la mobilitazione non si è fermata in attesa del testo definitivo della legge che dovrebbe ripubblicizzare l’acquedotto pugliese e i servizi idrici. Già questa settimana in tutte le province pugliesi si terranno incontri dei comitati, che si ritroveranno insieme il 25 giugno prossimo nell'assemblea regionale a Bari.
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referendum
Referendum: una vittoria densa di significati, molto più importante di quello che appare Un articolo di Massimo De Maio, presidente nazionale Fare Verde mercato' per sostenere una crescita illimitata e costante dei consumi. E per sostenerne la convenienza economica hanno truccato i conti, come nella migliore tradizione delle economie in cui la finanza conta più delle persone. Ma il 12 e 13 giugno è accaduto qualcosa di straordinario: la maggioranza assoluta degli italiani ha rinunciato a questa mirabolante prospettiva di 'benessere' e 'abbondanza' energetica. 27 milioni di pazzi? No. Gli italiani, rinunciando per sempre all'opzione nucleare, hanno detto chiaramente che per loro benessere e qualità della vita dipendono da altro: da aria, acqua, terra, cibo non contaminati, e da tecnologie innovative che consentano di far fronte alle necessità senza sprecare risorse naturali non rinnovabili. Rispetto al 1987, infatti, non abbiamo parlato solo di paura nucleare, abbiamo parlato anche di efficienza ed energie pulite, snocciolando i dati di una rivoluzione energetica già in atto. Ma il 12 e 13 giugno gli italiani hanno detto anche altro. Fermando il processo di privatizzazione dell'acqua hanno detto chiaramente che il mercato non può invadere qualsiasi aspetto delle nostre vite. Per decenni ci hanno detto che il mercato era il modo più efficiente per creare benessere e ricchezza. Il mercato è nella nostra cultura. Il Mediterraneo per millenni è stato solcato da mercanti e Marco Polo è giunto fino in Cina per motivi commerciali. Ma mai le logiche mercantili hanno raggiunto il livello di invadenza degli ultimi decenni. Toccando l'acqua, il mercato ha passato il limite e il voto referendario ha costruito un argine. Il voto del 12 e 13 giugno non Nel primo week-end di luglio, sabato 2 e domenica 3, si può essere compreso senza fare rifesvolgerà l'assemblea nazionale del popolo dell'acqua. rimento alla grande diffusione che Si riuniranno a Roma quelle migliaia di cittadine e citstanno avendo pratiche come le tadini che, riuniti nei comitati locali per l'acqua pubblica Banche del tempo, i Gruppi di acquisparsi su tutto il territorio nazionale, o a titolo personasto, l'Open Source, lo scambio non le, hanno dato il loro fondamentale contributo per ragmercantile di beni e conoscenza: giungere il quorum, ottenere una schiacciante vittoria forme nuove di soddisfacimento dei dei Sì e consentire la ripubblicizzazione di questo bisogni umani fuori dalle logiche del essenziale bene comune. profitto e che riportano gli scambi merDi seguito una prima proposta di programma delle due catili ad una loro dimensione fisiologigiornate. Sabato 2 luglio: ore 11.30 - brindisi per la vitca e non patologica. Sono queste le toria referendaria; ore 12.00 - introduzione; ore 12.30 nuove forme di una economia diffusa, 13.30 - pausa pranzo; ore 13.30 - 19.30 - discussione partecipata, vicina ai bisogni della in plenaria su bilancio della campagna referendaria e gente e lontana dalle speculazioni iniziative nazionali e territoriali per l'attuazione del risulfinanziarie, ricollocata nel territorio in tato referendario e la ripubblicizzazione del servizio cui viviamo, capace di produrre relaidrico integrato; ore 20.30 - cena e festa. Domenica 3 zioni e socialità. luglio: ore 9.30 ripresa della discussione in plenaria; Infine, ha vinto la piccola scala contro entro le ore 14 conclusioni e chiusura dell'assemblea. le grandi concentrazioni di potere eco-
uella del 13 giugno è stata una vittoria molto più grande di quello che il dato referendario riesce a rappresentare. Negli anni a venire le statistiche ricorderanno il dato dell'affluenza e la schiacciante percentuale dei Si. Ma oltre il dato numerico c'è molto di più. C'è un mutamento culturale tanto profondo da far presagire un vero e proprio cambio di epoca. Per decenni ci hanno detto che una economia che non cresce non funziona. Generazioni di italiani hanno fatto proprio questo dogma. Senza distinzione di orientamento politico e culturale. Fa niente se nella crescita dei nostri consumi c'è una quota impressionante di sprechi, se per produrre una quantità sempre maggiore di merci avveleniamo terra, aria, acqua, cibo. Per accedere all'era del benessere bisognava consumare sempre di più. E per garantire negli anni a venire il costante aumento di tutti i nostri consumi, e quindi il nostro 'benessere', ci hanno ripetuto fino allo sfinimento che non si può fare a meno del nucleare: una tecnologia che riesce a produrre una quantità impressionante di energia da una piccola quantità di materia. Fa niente se poi produce scorie pericolose difficili da smaltire. Non a caso, il maggior argomento dei nuclearisti durante tutta la campagna referendaria è stato la possibilità di avere grandi quantità di energia a 'buon
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Nonostante la vittoria c’è chi a privatizzare ci prova Sull'acqua non è tempo di riporre le armi. In Parlamento, col decreto sviluppo, e in tante amministrazioni locali i colpi bassi si sprecano. A Civitavecchia, per esempio, il sindaco (lista civica del centro- destra), incurante dell'esito dei referendum, ha emanato un bando di gara per cedere ai privati il 60% della Holding Civitavecchia servizi (Hcs), che gestisce le municipalizzate locali, compreso il servizio idrico. «Uno schiaffo alla democrazia e alla partecipazione popolare», sostiene Simona Ricotti, portavoce del Forum ambientalista locale. «Chiediamo l'immediato ritiro del provvedimento. Il risultato della consultazione non può essere ignorato: i cittadini vogliono la gestione pubblica dei servizi locali», continua Ricotti. Ancor prima che si esprimesse l'Italia intera, i comitati locali avevano raccolto in tempi record oltre duemila firme per promuovere un referendum consultivo contro la svendita della municipalizzata. «Al voto però - racconta Ricotti - non ci siamo mai arrivati». L'amministrazione ha infatti preso tempo opponendo una questione burocratica e sostenendo che se fosse passato il referendum nazionale non ci sarebbe stato bisogno di quello locale. Poi però è cambiato il vento: «Vinta la consultazione popolare, il segretario generale del Comune ha affermato che c'erano comunque i presupposti di legge per privatizzare. E il sindaco non ha perso tempo» racconta la portavoce. Solo in seguito, di fronte alle proteste popolari, l'amministrazione ha rallentato la marcia sospendendo il bando per dieci giorni. I cittadini sono infatti sul piede di guerra e in occasione di un'assemblea popolare convocata dal Forum ambientalista hanno deciso le tappe di questa ennesima battaglia di civiltà.
nomico, politico, mediatico e industriale: il popolo dei referendum assomiglia più ad internet che alla televisione. A ben vedere, la vittoria del 13 giugno rappresenta un primo passo verso una svolta epocale che mette definitivamente in discussione l'attuale modello di produzione e consumo e, insieme ad esso, l'attuale organizzazione economica e sociale. Sta a noi, ora, completare l'opera. Info: www.fareverde.it
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Musica, spettacoli, laboratori e seminari con uno sguardo sul Mediterraneo: a Cecina inizia il Meeting
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umorismo è uno dei tratti distintivi del lavoro dell'Arci. Questo Meeting arriva in un momento in cui è ancora più importante fare comunicazione smontando i luoghi comuni per riprendere lo slogan della manifestazione - che questo governo ha contribuito a diffondere costruendo paure nella ricerca di consenso elettorale. È importante allora combattere la disinformazione parlando e diffondendo la notizia delle molte cose positive che le Arci fanno nell'antirazzismo e riflettere sui modelli dell'accoglienza come quello messo in atto in Toscana in occasione dell'arrivo degli ultimi profughi. Raccontare la solidarietà, la mobilitazione dei sindaci e del terzo settore, dei nostri soci e volontari, la demolizione della proposta di Maroni effettuata con successo dal governatore toscano Enrico Rossi fidando proprio nel determinante contributo del modello proposto dall'Arci in rete con tante altre entità delle istituzioni e del terzo settore. Solo in questo modo saremo in grado di demolire i luoghi comuni negativi e di costruire, sempre con lo slogan, i luoghi comunitari, dove mettere in atto le nostre buone pratiche anche nel campo dell'accoglienza, a comin-
ciare dai circoli e dalle case del popolo, dai soci e dai volontari, dagli operatori e dagli specialisti, a dimostrazione che l'arrivo dei migranti e dei profughi, se ben gestita, può e deve essere un'occasione di sviluppo umano e sociale.Ed è importante che proprio dal Meeting, assieme alla consueta e importantissima assemblea dei migranti, venga lanciata l'iniziativa della Regione Toscana con i governi di quattro altre regioni per presentare al Parlamento una proposta di legge per accorciare i tempi della richiesta di cittadinanza dei ragazzi nati in Italia e figli di stranieri e per concedere finalmente il voto agli immigrati alle amministrative. Info: mengozzi@arci.it
CECINA MARE (LI) Protagonismo giovanile: indicativo futuro o periodo ipotetico? è il titolo del dibattito che si terrà il 29 giugno alle 16.30. Introduce e coordina Franco Uda, responsabile politiche giovanili. Conclude Paolo Beni
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iamo arrivati al diciassettesimo anno del Meeting Antirazzista di Cecina, una manifestazione ormai profondamente radicata nel calendario delle attività della nostra associazione e occasione di confronto, approfondimento e divertimento. Ma questo anno il nostro nuovo appuntamento è tutt'altro che rituale in quanto le consuete attività di laboratori e seminari sull'antirazzismo e l'immigrazione non potranno sottrarsi dall'affrontare i temi che negli scorsi mesi sono diventati all'ordine del giorno in conseguenza del nuovo vento che spira finalmente dalla sponda sud del Mediterraneo. Quest’anno rinnoviamo una formula che è stata di successo nell'edizione 2010, e cioè stare assieme anche attorno a spettacoli, ricreazione, intrattenimento e occasioni di cultura che allargano sempre più la partecipazione, oltre che agli specialisti del settore, ai cittadini ed ai curiosi che frequenteranno il parco della Cecinella. Nel programma si alterneranno comici, vignettisti e musicisti che affronteranno i temi del Meeting in modo ora serio ed ora scanzonato, poiché conservare su temi così importanti anche la capacità di sorridere e fare
I film e documentari Seconda parte del programma del XVII MIA: della rassegna Ucca gli appuntamenti dal 30 giugno al 2 luglio Ogni sera a Cecina c’è spazio per il cinema con la rassegna cinematografica. Si comincia il 26 giugno con Le memorie ingombranti di una donna di servizio di Dani Kouyaté, Burkina Faso. Il 27 giugno viene proiettato I bambini di Arna di Juliano Mer Khamis, in cui l’attore e regista ebreo palestinese narra la vicenda di alcuni bambini palestinesi coinvolti nell’attività teatrale svolta dalla mamma. Il 28 giugno viene presentato Là dove la terra gela, docu-fiction del regista Mohammed Soudani che racconta con realismo e sensibilità la commovente storia di chi lascia il proprio paese per inseguire un futuro migliore. Il 29 giugno sarà proiettato Harmanitos di Jacopo Tartarone, dove all’interno di codici di appartenenza, di ritualità e simbologie si racconta dell’arrivo dal Sud America di persone che si ricongiungono con le loro famiglie. Il 30 giugno vengono presentati i due documentari Visto-il dettato di Ibrahim Letaief e Un posto al sole di Rachid Boutounes. Infine, il 1 luglio si conclude con la proiezione di Gangor di Italo Spinelli e la sua indagine sulla condizione femminile nel West Bengala. Il regista sarà premiato con la Stella Ucca. Info: www.ucca.it
Nel numero precedente di Arcireport abbiamo presentato i principali eventi del XVII Meeting Internazionale Antirazzista di Cecina in programma dal 25 al 29 giugno. Ora completiamo l'informazione riassumendo cosa succede da giovedì 30 a sabato 2 luglio, giornata conclusiva del Meeting. Il 30, al mattino continuano i lavori di Unida (Università d'estate sul diritto d'asilo) e di Unidea (Università d'estate antirazzista diretta da Anna Maria Rivera). Prosegue anche il workshop di breakdance e rap (al camping Le Tamerici) e il laboratorio di giornalismo per bambini a cura di Arci Empoli, mentre inizia il torneo di calcio antirazzista senior. Nel pomeriggio l'incontro Costruire relazioni nella solidarietà internazionale, dedicato a Renzo Maffei, con la partecipazione, tra gli altri, di Alì Rashid (già rappresentante della Delegazione Palestinese in Italia); la presentazione della Campagna sulla cittadinanza e per il diritto di voto ai migranti L'Italia sono anch'io, con l'editore Carlo Feltrinelli che aderisce alla Campagna; Spunti di vista, il laboratorio rivolto ai giovani stranieri sul linguaggio video e per Scrittori contro il
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razzismo, Simonetta Agnello Hornby presenta Un filo d'olio. Alla sera cinema e Sergio Staino con Dal tinello al mondo intero (storie della famiglia di Bobo). Il 1 luglio, al mattino gli operatori del numero verde per richiedenti e titolari di protezione internazionale incontrano i ragazzi del progetto Spunti di vista; alle 11 Amara Lakhous incontra i bambini. Nel pomeriggio, l'iniziativa conclusiva di Spunti di vista; Migranti e cooperazione a cura di Arci Toscana; il laboratorio di giornalismo; per Scrittori contro il razzismo Amara Lakhous presenta la nuova versione del suo romanzo d'esordio Un pirata piccolo piccolo e Antonio Cipriani il suo libro Volti parole, 98 nomi per fare del pensiero un'azione. Alla sera, cinema e la Notte della Taranta, concerto Krasì (pizza, taranta e musica balcanica). Sabato 2 luglio ci si sposta a Livorno per l'assemblea dei migranti (alle 16), mentre alle 21.30 al Teatro Mascagni di Villa Corridi ci sarà il concerto di Caciuk Orchestra, I Gatti Mezzi, con la partecipazione straordinaria di Bobo Rondelli. Info: www.meeting.arcitoscana.it
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internazionali
Con la Freedom Flotilla Stay Human. Un appello alle autorità italiane per garantirne la sicurezza a Freedom Flotilla partirà nei prossimi giorni per raggiungere la Striscia di Gaza assediata. È stato lanciato un appello da inviare al Presidente della Repubblica, alla Presidenza del Consiglio e al Ministro degli Esteri perché si impegnino a garantire la vita, l'incolumità e la sicurezza dei nostri connazionali impegnati in una missione umanitaria e non violenta. «Dal 2006 la popolazione della Striscia di Gaza vive sotto assedio. Questo assedio, illegale secondo il diritto internazionale, è una punizione collettiva di tutta la popolazione, privata dei suoi diritti fondamentali: libertà di movimento, diritto alla salute, diritto all'educazione e al lavoro. La situazione è stata resa ancora più insostenibile dall'attacco israeliano 'Piombo fuso' che, due anni fa, ha fatto di Gaza un grande campo di rovine, con più di 1.400 morti e migliaia di feriti. Nel maggio 2010, con un'iniziativa non violenta e umanitaria, la Freedom Flotilla ha cercato di rompere l'assedio, ma l'esercito israeliano ha attaccato i battelli in acque internazionali, uccidendo 9 passeggeri e ferendone molti altri. Questa ‘violazione grave dei diritti dell'uo-
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mo’ secondo il Consiglio dei diritti dell'uomo dell'Onu, ha provocato le proteste dei governi e dei popoli del mondo. Sotto la pressione internazionale, il governo israeliano ha finto di alleggerire il blocco di Gaza, ma sia l'Onu che le agenzie umanitarie confermano che la situazione è sempre gravissima. Proseguendo nell'impegno di far cessare l'assedio di Gaza, migliaia di associazioni della società civile internazionale si sono unite per allestire una nuova Freedom Flotilla, che partirà alla fine di questo mese verso Gaza. Della nuova Freedom Flotilla, che ha assunto il nome Stay Human in omaggio alla memoria di Vittorio Arrigoni, farà parte una nave italiana, la Stefano Chiarini. La coalizione italiana che sostiene la Stefano Chiarini è formata da quasi duecento fra associazioni, comitati di solidarietà, forze politiche e sindacali. Noi, rappresentanti dei cittadini, personalità politiche e intellettuali, denunciamo la situazione umanitaria ed umana drammatica imposta ai Palestinesi di Gaza non a causa di una catastrofe naturale ma da una politica illegale di imprigionamento e di
azioni militari. Questa politica non sarebbe stata possibile senza la passività della comunità internazionale e dei governi dell'Unione Europea, che hanno condannato l'assedio di Gaza solo a parole, senza fare nulla per farlo cessare. Oggi è urgente agire per la fine di questo assedio. Nella nostra diversità di approcci, risolutamente attaccati al diritto internazionale ed alla sua applicazione piena ed intera così come prevista dalla Carta delle Nazioni Unite, facciamo appello a sostenere l'iniziativa non violenta dei passeggeri che prenderanno il mare fra poche settimane e chiediamo alle autorità italiane di garantire la vita, l'incolumità e la sicurezza dei nostri connazionali impegnati in una missione umanitaria e non violenta. Chiediamo alle cittadine ed ai cittadini italiani di mobilitarsi in solidarietà con i volontari della Freedom Flotilla Stay Human, per la fine dell'assedio di Gaza e per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, attraverso il riconoscimento del diritto del popolo palestinese alla vita, alla terra e alla libertà». Per firmare: appelloff2@libero.it
A Cecina 'Il vento del cambiamento'. Per una La Perugia-Assisi nuova politica europea verso il Nord Africa inizia da Sidi Bouzid A Cecina Mare, nell'ambito del XVII Meeting Internazionale Antirazzista organizzato dall'Arci, tre giornate, dal 27 al 29 giugno, saranno dedicate a un incontro tra le organizzazioni e le reti di società civile del Maghreb-Mashrek, e quelle organizzazioni e reti che supportano dall'Europa il processo di emancipazione in corso. Sarà una tappa di un percorso finalizzato ad analizzare e chiedere una revisione degli accordi e delle relazioni tra UE e il Nord Africa, per spingere le istituzioni a democratizzare queste relazioni, introducendo il punto di vista della società civile, rafforzandolo e promuovendolo. All'incontro saranno presenti organizzazioni e singoli provenienti dai paesi dell'UE, dal Maghreb-Mashrek e rappresentanti della politica e delle istituzioni, italiane ed europee. Più di 50 attivisti arriveranno infatti da Tunisia, Egitto, Marocco, Algeria, Palestina, Libano, Giordania, Mali, Mauritania. Nella mattinata del 27 giugno si parlerà dello stato della democrazia nel Maghreb e del ruolo della società civile. Nel pomeriggio dello stesso giorno si discuterà invece di migranti, rifugiati e fron-
tiere. Martedì 28 giugno, al mattino ci si confronterà su libertà di circolazione, razzismo e islamofobia. Nel pomeriggio si tratterà il tema delle relazioni economiche tra l'Europa e il nord Africa. Nell'ultimo giorno, mercoledì 29, si rifletterà su come sostenere il processo democratico in quei paesi e di come democratizzare le relazioni con l'Europa, nel pomeriggio si chiuderà con un confronto su quali dovranno essere i prossimi passi della società civile. Il Mediterraneo ha sempre intrecciato storie di popoli e di persone. Nell'epoca moderna, il colonialismo e il neoliberalismo hanno imposto relazioni ineguali ed ingiuste tra le due sponde del Mediterraneo, anche in materia economica e per quel che concerne la libertà di movimento delle persone. È ora di cambiare. L'appuntamento è promosso dall' Arci, da Migreurop, dalla Rete euro-mediterranea dei diritti dell'uomo, da Fmas - Forum delle Alternative. Aderiscono e partecipano le organizzazioni del processo Forum Sociale Maghreb-Mashrek, fondazioni, sindacati, movimenti, associazioni, parlamentari italiani ed europei.
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Giovedì 23 giugno la Marcia PerugiaAssisi parte da Sidi Bouzid, la città tunisina dov'è scoppiata la rivoluzione araba, la città di Mohamed Bouazizi, il giovane ambulante che si è dato fuoco per protestare contro anni di abusi e umiliazioni e che ha finito per cambiare la storia dell'intero mondo arabo. Il 23 giugno una carovana di giovani tunisini percorrerà la strada che da Sidi Bouzid porta a Tunisi dove ci sarà il passaggio di testimone alla Tavola della pace. La cerimonia, che si svolgerà presso il Centro della Musica di Tunisi, segnerà anche il momento d'inizio di un grande Forum Euro-Mediterraneo organizzato dalla Fondazione Anna Lindh dal 23 al 26 giugno con la partecipazione di oltre duecento giovani provenienti da tutti i paesi arabi e dall'Europa. I giovani di Sidi Bouzid e del resto del Mediterraneo saranno tra i principali protagonisti della Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli in programma il prossimo 25 settembre, 50° anniversario della Marcia ideata nel 1961 dal filosofo nonviolento Aldo Capitini. Info: tavola@perlapace.it
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Don’t stop the music! Tanti artisti e iniziative dei territori in occasione della Festa della Musica
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Festa dell’Estate a Ronco Campo Canneto (Parma) a fine maggio a Ferrara della musica con un mese di iniziative al circolo Voodoo di San Giuseppe di Comacchio, dalla due giorni a Forlì, il 14 e 15 giugno, presso la Rocca di Ravaldino, in cui sono state proposte una mostra di fumetti, cortometraggi, musica popolare, folk e world, all’Artivive festival, dal 10 al 19 giugno, a Soliera (Modena), con Tiziano Scarpa, Marlene Kuntz, Tre allegri ragazzi morti tra i protagonisti; dal Medicina Rock Festival di Imola, quattro serate dal 16 al 19 giugno, a Estasiarci a Viterbo, che si collegava nelle iniziative promosse con la Giornata mondiale del rifugiato; dal Roots culture future, primo festival della musica reggae a Rovigo il 16 giugno con il gruppo di Furio dei Pitura freska e gli Ska-j alla Festa della Musica al Cassero della Fortezza Medicea, Poggibonsi, il 18 giugno con concerti, interventi pittorici e musicali, visual art performing; dal Ropolo festival di Arci Mediterranea a Gaeta, il 17 e 18 giugno con tanti artisti internazionali al Giovinazzo rock festival, che ha fatto un’anticipazione l’11 giugno per lanciare le tre serate del 30, 31 luglio e 1 agosto.
Sputnik music festival Musica elettronica con Acusmatiq a Castel Maggiore Sputnik music festival vuol dire musica, ma anche impegno sociale: per questo l’edizione 2011, che si svolgerà a Castel Maggiore (Bologna) nella consolidata location del Parco di via Lirone, è il contrasto alle mafie, ai poteri criminali e alle attività illegali per la diffusione di un’idea di giustizia sociale e di libertà dalle sopraffazioni. Con la collaborazione dell’associazione culturale Babylon Bus, la giornata verrà arricchita da performance per sensibilizzare il pubblico e la cittadinanza sulla necessità di tenere alta la guardia contro tutte le mafie. In quest’ottica si inserisce anche la mostra fotografica sui terreni confiscati e riutilizzati Terre di libertà. La settima edizione si svolge il 25 giugno a partire dalle 17.30 con la finale dello Sputnik contest, il concorso musicale che accompagna l’evento, a cui hanno partecipato ben 60 band per arrivare a cinque finaliste che si esibiranno sul palco per aggiudicarsi il Premio della giuria e il Premio del pubblico. Alle 21.30 sarà la volta del momento più atteso, con il concerto dei Casino Royale, che presenteranno, in una delle prime date del tour, il nuovo progetto discografico Io e la mia ombra. L’ingresso è gratuito.
Presso la Mole Vanvitelliana di Ancona si terrà la sesta edizione del festival di musica ed arte elettronica Acusmatiq, organizzato dall´Arci di Ancona con la Provincia ed il Comune di Ancona. Acusmatiq è un evento unico nel suo genere, che in questi anni ha saputo affascinare un pubblico sempre più vasto e composito attraverso un cartellone che vuole essere un punto di vista privilegiato dal quale poter esplorare molteplici linguaggi in maniera libera e trasversale. La sesta edizione di Acusmatiq, attraverso una serie di performances di livello internazionale, prosegue l’esplorazione dei rapporti tra la produzione musicale e la tecnologia, analogica e digitale e con uno sguardo sempre attento al rapporto tra la pratica strumentale e performativa e l´elettronica nelle diverse forme dettate dalla sensibilità contemporanea. Quest’anno il festival si articola su tre serate: il 21, 22 e 23 luglio, precedute da tre ‘anteprime’ il 12, 13 e 15 luglio. Di particolare rilievo la speciale performance della Yann Tiersen Elektronische Staubband e nomi di riferimento dell’elettronica come Alva Noto e Oval, performance audio-video, esperimenti acustici.
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Tante quelle che si realizzeranno nei prossimi giorni: lo Sputnik music Festival il 25 giugno a Castel Maggiore (Bologna) con i Casino Royale, Arcinfesta a Como, dal 30 giugno al 2 luglio con cinema all’aperto, festeggiamenti per i referendum, pizziche e tarante, il Blu music festival a Cesena il 24 e 25 giugno, Hangover 8 presso il circolo Pablo Neruda di Villa Cadè (RE), dal 24 al 26 giugno, la Festa della Musica a Macerata il 25 giugno in contemporanea in piazza Mazzini, piazza Battisti, piazza V. Veneto. Per rivendicare, in maniera festosa e con musica di qualità il fatto che la cultura, in questo caso la musica dal vivo, rende più vivibili le nostre piazze, più allegre le nostre serate, più ricche le nostre città.
PISA Dal 26 giugno al 2 agosto tanti gli appuntamenti con le rassegne estive di cinema promosse dall’Arsenale presso il Giardino Scotto, il cinema Ciak Tirrenia e il Parco della Pace. Per info: www.arsenalecinema.it
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on’t stop the music, perché non ci siano più tagli alla cultura e si inverta una tendenza ormai evidente di ridimensionamento delle attività legate alla musica dal vivo. È questo il grido d’allarme lanciato dall’Arci in occasione della Festa della Musica 2011: gli spazi per la musica sono sempre meno e quei pochi che resistono subiscono i costi della burocrazia, degli affitti sempre più onerosi, della mancanza di sostegno normativo e legislativo. Sono tantissimi i festival musicali che non verranno realizzati quest’anno e molti di quelli che resistono hanno dovuto ridurre il numero dei giorni di programmazione e la qualità delle proposte. Nonostante tutto, grande è stato l’impegno di ogni territorio per riuscire a realizzare iniziative di qualità, nella maggior parte dei casi gratuite, per continuare ad affermare il principio della ‘Musica dappertutto’, come si intitola il documento di proposte a sostegno della musica presentato durante l’appuntamento di Viva il live! a Mantova nel maggio scorso. Numerose iniziative si sono già tenute anche con largo anticipo rispetto al giorno prescelto per la Festa della Musica: dalla prima
A Torino per un’estate resistente Ricco programma per la seconda edizione di ArciPelago. Estate resistente, ideato e curato dall’Arci di Torino, che si tiene presso il cortile del Museo diffuso della Resistenza fino al 31 luglio: dal martedì alla domenica, tutte le sere si susseguono concerti, spettacoli di danza, installazioni artistiche e presentazioni di libri. Novità di quest’anno è Storie in lizza, un torneo di story glam (gara tra ‘raccontatori di storie’) con giuria popolare. Ma c’è spazio anche per i più piccoli con i laboratori per bambini, il teatro dei burattini, i laboratori per ragazzi sul riciclo. Tra gli incontri, segnaliamo Le città in cammino: migranti latinoamericani e città italiane tra ricerca di identità e ribellione il 23 giugno; un approfondimento sul tema dei Cie a cura di Amnesty internazional il 30 giugno e uno sul tema della tratta con Mamre e il settore Cooperazione internazionale del Comune di Torino. Tra le mostre fotografiche, una dedicata ai Senzaterra. Immagini di un Brasile meno noto e una a Roma e New York da due punti di vista. Ogni giovedì è possibile visitare gli spazi del Museo fino alle 22. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Info: www.arcitorino.it
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cultura
Produzioni esternalizzate, programmi omologati, cattiva informazione: questa è la Rai nell’era Berlusconi Un articolo del Coordinamento lavoratori Rai n anno fa, alla presentazione del libro del giornalista Rai Gilberto Squizzato sulla tv pubblica, Angelo Guglielmi, primo direttore di Rai Tre, affermò «la Rai è morta perché non produce più cultura». Affermazione spericolata? Miceli, segretario generale Slc-Cgil, poche settimane prima, di fronte a 700 lavoratori imbestialiti, aveva detto «se la Rai non rilancia farete la fine dell’Alitalia». La platea schizza fuori e utilizzando armadi e pareti come improvvisate percussioni scandisce «noi gli sprechi non li paghiamo». La lotta in qualche modo pagherà, col ripristino in busta paga del 75% del mancato premio di produzione. Ma questo è solo uno dei problemi che minacciano la salute del servizio pubblico radiotelevisivo. Masi, l’ex direttore generale forse più dannoso nella storia della Rai, detta le linee guida di un piano industriale ‘lacrime e sangue’ approvato dal consiglio di amministrazione: esuberi, dismissioni, esternalizzazioni, tagli di personale, vendita delle torri di trasmissione di Raiway (è come se FFSS vendesse i binari per poi noleggiarli). I lavoratori non ci stanno e il 10 ottobre scorso è sciopero generale. Incrocia le braccia l’85% del personale. I programmi non vanno in onda, la radio trasmette solo
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musica e, dal concentramento sindacale di Viale Mazzini, parte un corteo spontaneo. Nei giorni seguenti Repubblica, Stampa e Corriere non spendono una parola.. Romperà il ghiaccio Michele Serra con la sua ‘Amaca’ perché incalzato da centinaia di mail dei lavoratori Rai puntuali nel ricordargli il suo precedente sollecito alla rivolta. Intanto il vento cambia. Prima le elezioni amministrative, poi la vittoria referendaria. A informare sui quesiti ci pensa il web perché l’informazione generalista, Rai compresa, è del tutto assente. Neanche a vittoria conclamata notiziari e programmi offrono spazio alle donne e agli uomini che hanno promosso la consultazione. C’è di più. Berlusconi, nella testarda convinzione di aver perso elezioni e referendum per colpa di Santoro e Raitre, si accanisce nell’attacco frontale ad una Rai che nel frattempo ha cambiato direttore generale (Lorenza Lei) e la cui crisi si è ulteriormente aggravata. Qualcuno ha più incontrato troupes della tv pubblica in giro per l’Italia per raccontarne gli umori, i desideri, i sogni e le utopie? Le scelte sono ben altre: programmoni pomeridiani e serali da studio che trasudano pettegolezzi, e talk show litigiosi con sovraesposizione di esponenti politici. La società è del tutto assente.
Per quanto riguarda la produzione, la maggior parte delle trasmissioni sono realizzate esternamente ai perimetri aziendali, sebbene buona parte di essi ricopino programmi che la Rai aveva ideato e prodotto al suo interno. Spese da pazzi, come i 3 milioni di euro sganciati per il clamoroso flop di Sgarbi ed il milione per il film fantasma della Bonev. Migliaia di collaboratori invisibili che riempiono inutilmente le redazioni. Le casse si svuotano. Nel frattempo Masi ha cancellato l’accordo con Sky che garantiva alla Rai svariati milioni di entrate. E se le banche battono cassa, ci sono sempre i lavoratori su cui rifarsi negandogli i premi di risultato per far quadrare i conti. Che fare? La risposta è tanto semplice quanto impossibile con Berlusconi a capo del governo: rilanciare il servizio pubblico, quello che gli italiani sono in grado di riconoscere fin dalle prime inquadrature quando un gruppo di lavoro sano e competente riesce a restituire il portato delle azioni di uomini e donne, di ogni estrazione e di ogni pensiero semplicemente impegnati a vivere. E questo i lavoratori della Rai lo sanno fare. Anzi vogliono ricominciare a farlo. Per recuperare la propria dignità e per mantenere l’impegno con l’editore di riferimento. Che sarebbero gli abbonati, e non i partiti.
Dal teatro Valle di Roma, occupato dai lavoratori precari dello spettacolo, soffia un vento nuovo per la cultura italiana a martedì 14 giugno il Teatro Valle di Roma è stato occupato dai lavoratori precari dello spettacolo. Questo bellissimo teatro, a due passi da Piazza Navona e dal Senato della Repubblica, era in bilico tra la dismissione dall’Ente Teatrale Italiano (smantellato mesi fa) e l’acquisizione da parte del Teatro di Roma, ente del Comune di Roma che gestisce diversi teatri della Capitale. Ma la notizia non sta tanto nell’accelerazione che l’occupazione ha dato al passaggio di proprietà del Teatro (dal Ministero dei Beni Culturali al Comune di Roma), quanto nella partecipazione straordinaria di cittadini, artisti, intellettuali all’occupazione e alle sue assemblee. Sono sette giorni che i giovani artisti del Valle organizzano assemblee molto partecipate sul futuro del teatro e della cultura in questo Paese. Le adesioni all’appello del
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Valle sono tantissime, di volti noti e di migliaia di meno noti. Tutti con la certezza di vivere un evento storico e straordinario. Finalmente c’è chi ha avuto il coraggio di riappropriarsi di uno spazio per la cultura e di metterlo a disposizione del suo mondo fatto di artisti, tecnici, pubblico. Un luogo pubblico, un bene pubblico, è al centro della discussione pubblica e partecipata dei cittadini che lo amano. Questa occupazione ha già vinto per l’efficacia simbolica e pratica che sta producendo. Gli occupanti sono anche determinati a fare proposte concrete per definire processi trasparenti nella gestione del Valle che contempli il coinvolgimento di attori e maestranze. Cosa non semplice conoscendo i cavilli che normano i nostri beni culturali. La lotta del Valle è solo una tappa di un percorso iniziato dall’occupazione del cinema Metropolitan (a due
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passi da Piazza del Popolo) a rischio trasformazione in un grande magazzino, passando per l’ex cinema Palazzo (ora Sala Vittorio Arrigoni) a San Lorenzo che doveva diventare un Casinò. Stiamo parlando di Roma, una delle capitali mondiali della cultura. Impossibile trovare spazi accessibili per nuovi progetti culturali. Affitti alle stelle, burocrazia devastante, amministrazione comunale senza progetti. Un disastro. Anche dal Teatro Valle soffia un vento nuovo, lo stesso che ha portato alla travolgente vittoria referendaria. Si sta finalmente affermando il principio che anche la Cultura è un bene comune, come la conoscenza e l’informazione. Una consapevolezza che deve, da Roma, raggiungere tutta l’Italia, per salvaguardare il suo patrimonio artistico e culturale. Info: testini@arci.it
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giovani
In Friuli incontri sulle politiche giovanili, sul mondo del precariato e laboratori per la creatività a fase di sperimentazione territoriale e messa a sistema dei centri di attivazione per Arci Trieste si basa su una collaborazione attiva con associazioni giovanili, in particolare Arci Casa dello Studente Arccs di Trieste per l'organizzazione in primis di un ciclo d'incontri sulle politiche giovanili in occasione del confronto sulla politica giovanile regionale, a cui hanno partecipato rappresentanti politici comunali, regionali e provinciali, associazioni del territorio e naturalmente i giovani. Per favorire l'auto-organizzazione, la cittadinanza attiva e la gestione di luoghi di aggregazione giovanile, sono stati realizzati degli incontri formativi rivolti alle associazioni giovanili riguardo la gestione logistica ed economica di una associazione e la realizzazione di eventi socio-culturali. Ne è scaturito l'Univillage, organizzato da Arccs con due giorni di musica, diritti e partecipazione attraverso conferenze su tematiche di attualità - immigrazione con il centro di accoglienza per immigrati E. Balducci e l'Ics, ambiente a cura di Wwf universitario, salute e prevenzione di MST (malattie sessualmente trasmissibili) a cura di Croce Rossa
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italiana, sensibilizzazione sui luoghi di conflitto e i diritti umani con Emergency, educazione alla legalità grazie a Libera. Hanno partecipato tra gli altri Beppe Casales con lo spettacolo teatrale La spremuta su Rosarno e giovani musicisti. Altro obiettivo importante: ovviare al sempre più diffuso disinteresse per le forme tradizionali di partecipazione alla vita pubblica e alla mancanza di fiducia nei sistemi democratici proponendo incontri sul mondo del lavoro e precariato in collaborazione con Cgil-Nidil, così come una conferenza sulla democrazia e l'educazione alla legalità presso l'Università degli Studi di Trieste con Libera e il presidio giovani Ilaria Alpi e Miran Hrovatin in occasione della presentazione del libro 1994 di L. Grimaldi e L. Scalettari. Iniziativa di rilievo educativo e sensibilizzazione dei giovani, cittadini consapevoli del proprio bagaglio socio-culturale, lo spettacolo teatrale di Paolo Li Volsi Cantata con rabbia sulla storia della resistenza e la memoria spesso tralasciate dalle giovani generazioni. L'iniziativa ha coinvolto diversi circoli Arci del Friuli-Venezia Giulia sotto forma di spettacolo itinerante.
Si è inoltre potenziata la capacità di network e utilizzo degli spazi giovanili di Trieste grazie a una collaborazione tra Arci, l'associazione Niente scuse e il ricreatorio Ricceri per creare il laboratorio Equieliberi equilibri, che a partire dall'equilibrio tra corpi arriva all'elaborazione di testi sulla distribuzione di ricchezza e potere. L'elaborato è stato presentato al Festival delle diversità che mira alla promozione di stili di vita sostenibili e dell'associazionismo, elementi fondamentali nella crescita personale di ognuno. Infine, sono previsti laboratori per l'espressione della creatività giovanile e la promozione dei giovani artisti secondo la metodologia di peer education. I laboratori offrono attività di tipo aggregativo basate su linguaggi artistici quali il body-painting henné, incontri formativi dj-set, la fotografia e il linguaggio del corpo. In fase di realizzazione, il gemellaggio con il comitato Arci Padova inteso come scambio di esperienze tra giovani a livello culturale. Altro strumento finalizzato alla creazione di rete, una pagina web dedicata al progetto e un sito per la promozione dell'associazionismo giovanile. Info: trieste@arcitrieste.org
A Roma si presenta Inchieste su migranti, scontri in nord Generazioninsieme Africa e Opg per i vincitori del Premio Alpi Il 22 giugno presso la sede del Cnel a Roma sarà presentata Generazioninsieme, associazione di promozione sociale per la solidarietà tra le generazioni. Obiettivo principale è approfondire il tema della solidarietà attiva tra le generazioni di fronte ai cambiamenti demografici e culturali in una società sempre più globalizzata. Promuovere in particolare l’impegno solidale tra le generazioni nei valori della cultura, nelle politiche del lavoro, in quelle economiche, sociali e in quelle della formazione, fondato sui principi di giustizia e della piena e consapevole partecipazione di tutte le persone. L'apertura dei lavori, cui porterà il saluto il Presidente del Cnel Antonio Marzano, è prevista per le ore 9.30 quando il vicepresidente di Generazioninsieme Antonio De Angelis e Lorenzo Lusignoli dell'esecutivo, introdurranno alla discussione che prende spunto dall'Indagine di opinione Generazioni insieme, che ne pensi? a cura di Carlo Pantaleo. Nel pomeriggio la tavola rotonda Generazioni insieme: è possibile? con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e due giovani precari. Info: www.cgil.it
«Un giornalismo coraggioso, capace di raccontare aspetti della realtà che spesso si vorrebbero oscurare per ragioni politiche. Un giornalismo libero e di talento, sull'esempio di Ilaria e Miran»: nelle parole del presidente della giuria Italo Moretti sono queste le qualità risultate vincitrici nel Premio Ilaria Alpi e questi i criteri che hanno permesso di scegliere i vincitori della diciassettesima edizione del concorso di giornalismo televisivo dedicato alla memoria dell'inviata Rai Ilaria Alpi e del suo operatore Miran Hrovatin. Le categorie erano 8, e spaziavano da premi per servizi di telegiornale di appena 1 minuto fino a reportage lunghi e di approfondimento. Il concorso ha visto la partecipazione di 275 giornalisti, presenti a Riccione durante i 4 giorni della rassegna che si è conclusa lo scorso 18 giugno. Grande interesse per l’attualità, in particolare per le rivolte in nord Africa, le testimonianze dei durissimi scontri tra manifestanti tunisini e forze di polizia, gli scontri di piazza in Libia dalla prospettiva ‘dal basso’ dei ragazzi più giovani. Molti riconoscimenti anche al tema dell’immigrazione: dagli immigrati che a
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Brescia sono saliti per protesta su una gru, alle ronde di cittadini e le cacce all’uomo organizzate nelle campagne del Salento per riacciuffare i migranti fuggiti dal Cie. Ma c’è spazio anche per temi che riguardano più da vicino gli italiani: denunce sull’Italia che evade il fisco, testimonianze di giovani donne che decidono di affrontare la maternità in tempi economicamente e socialmente sempre più incerti, servizi sulle vessazioni inflitte quotidianamente a donne da ammiratori, mariti o fidanzati stalker. Menzione speciale per Ergastolo bianco di Francesco Cordio e Mario Pantoni, che hanno seguito le visite dei parlamentari delle commissioni di inchiesta sul funzionamento del servizio sanitario nazionale dentro i 6 Ospedali psichiatrici giudiziari ancora funzionanti in Italia. I premi individuali consegnati dalla giuria sono stati tre: il premio speciale Ilaria Alpi è andato a Roberto Saviano; Bernardo Valli, inviato di Repubblica, ha ricevuto il premio alla carriera; ad Agnes Taile è andato il Premio Unicredit per il valore e il coraggio. Info: www.premioilariaalpi.it
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Basta tagli, ora diritti! Il 23 giugno giornata di mobilitazione nazionale per il welfare l prossimo 23 giugno il mondo delle organizzazioni sociali si mobiliterà per una giornata nazionale di iniziativa contro i tagli del governo alla spesa sociale, per chiedere un potenziamento delle politiche di welfare a sostegno degli anziani, dei giovani e delle famiglie messe in difficoltà dalla crisi, per rivendicare la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali e misure universalistiche a sostegno del reddito. La mobilitazione è promossa dal Forum del Terzo Settore insieme al cartello I diritti alzano la voce e vede l’adesione di tutte le più rappresentative organizzazioni non profit. L’Arci, che aderisce alla campagna I diritti alzano la voce e fa parte del coordinamento nazionale del Forum del Terzo Settore, ha contribuito attivamente alla costruzione delle iniziative programmate. Alla base della mobilitazione c’è un documento-appello che traccia un quadro della situazione e indica alcuni obiettivi condivisi. In una fase di grande difficoltà del paese sul piano economico
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e sociale, ma anche di inedita ripresa della partecipazione civica, la convergenza su questi obbiettivi da parte di un fronte unitario ampio e significativo rappresenta un risultato politico importante. I promotori chiedono tra l’altro la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, come previsto dalla Costituzione; un forte investimento nelle politiche sociali, con un significativo aumento delle risorse destinate al sociale, alla scuola, all’educazione; la concreta applicazione del principio di sussidiarietà, col riconoscimento della pari dignità alle organizzazioni della società civile; una misura universalistica a sostegno del reddito contro la povertà e un concreto aiuto per ridurre i rischi di vulnerabilità sociale; il ripristino del fondo per la non autosufficienza; l’adeguato finanziamento del Piano nazionale infanzia e adolescenza con un ripensamento delle politiche giovanili; la definizione e il finanziamento del Piano nazionale per la Famiglia;
il rilancio del Servizio Civile Nazionale. Il documento indica poi alcune linee che il governo dovrebbe seguire nel gestire le politiche sociali, come la fine della prassi dei tagli lineari, da sostituire con la definizione delle priorità, intervenendo sia sul fronte delle entrate (leva fiscale e lotta all’evasione), sia sulle uscite (riduzione degli sprechi, delle spese militari ecc.); la qualificazione del percorso federalista, riducendo le disparità e riqualificando la spesa pubblica; il potenziamento delle politiche sociali orientandole al benessere e dando protagonismo alle persone, alle famiglie, ai corpi sociali; la ridefinizione di ruoli e compiti degli enti pubblici e il loro rapporto con i cittadini attivi e gli attori sociali secondo il principio di sussidiarietà. Il 23 giugno, per sostenere questa piattaforma, ci saranno eventi in varie città. L’iniziativa di maggior rilievo si terrà a Roma, con una manifestazione in Piazza Montecitorio dalle 11 alle 13. Info: www.idirittialzanolavoce.org
Arci Reggio Emilia presenta il bilancio sociale 2010 on i 68mila824 soci (+ 2.926 rispetto al 2008), il comitato Arci di Reggio Emilia si conferma, dopo quello di Milano, il secondo in Italia. È il numero più alto nella storia dell’Arci reggiana e, se letto congiuntamente al dato della complessiva tenuta del numero dei circoli presenti sul territorio (136), si ricava l’ottimo stato di salute dell’associazione. Sono 2.934 i volontari e i dirigenti quotidianamente impegnati nella realizzazione di attività, iniziative e progetti. 1.922.042 euro sono le entrate complessive derivanti dalle quote sociali e dalle attività programmate dal comitato territoriale, mentre 1.908.402 euro sono stati impiegati per realizzare attività, iniziative e progetti associativi. Per la prima volta il bilancio sociale dell’Arci di Reggio si arricchisce dei dati economici di circoli e comitato e offre numeri che rappresentano la forza dell’associazione come motore della coesione sociale del territorio e riferimento per i cittadini. 1.922.042 euro sono le entrate complessive derivanti dalle quote sociali e dalle attività programmate dal comitato territoriale, mentre 1.908.402 euro sono stati spesi per realizzare attività, iniziative e progetti associativi.
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21.396.917 euro è la stima dell’ammontare complessivo delle entrate e delle uscite del ‘sistema Arci’. Un ammontare che comprende le risorse dei circoli e del comitato provinciale e oggi compare per la prima volta nel bilancio sociale per illustrare con trasparenza la forza dell’Arci reggiana che arriva dalla somma di piccole parti. Se infatti i 21 milioni di cui sopra vengono divisi per i 136 circoli del territorio e il comitato provinciale, si ricava una realtà frutto delle tante ore di volontariato (250mila ore) messe a disposizione nei circoli. Sono dati importanti quelli che emergono dal bilancio sociale consuntivo 2010 che l’associazione di promozione sociale di Reggio ha presentato giovedì al circolo Bismantova Catellani con gli interventi del presidente provinciale Arci Federico Amico, di quello regionale Paolo Marcolini, del sindaco di Reggio Graziano Delrio, dell’assessore provinciale Ilenia Malavasi, e della consigliera regionale Roberta Mori. «Gli ultimi due anni - ha detto Amico hanno segnato un profondo mutamento culturale circa la legittimità del nostro agire. Questo cambiamento è stato fomentato da un’azione da parte del governo nazionale che si è posto come fine il recupero della fiscalità proprio dalle attività no-
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profit. Questo suona un po’ come dire ‘smettiamola di indagare sui possessori di panfili e rendite sommerse e piuttosto colpiamo quella parte sana della società che non alimenta il nostro consenso elettorale. Prendiamocela con quei signori che intendono proporre un altro modello di società e di economia’. Per fortuna - ha continuato Amico - la maggioranza del paese va da un’altra parte rispetto al modello governativo, come confermano le recenti tornate elettorali e le consultazioni referendarie. Non abbiamo nulla da nascondere e crediamo fortemente nel valore aggiunto generato dai nostri circoli che sono in grado di coinvolgere decine di migliaia. Credo - ha concluso Amico - che questi numeri siano la risposta più forte che possiamo dare a tali argomentazioni». Il bilancio sociale che è stato presentato, secondo il presidente regionale Arci Paolo Marcolini «misura la portata sociale della nostra presenza sul territorio. È lo strumento per capire, prima ancora di quanti siamo, come siamo. È l’etichetta che garantisce la trasparenza di ogni prodotto e parla del nostro approccio quotidiano alle cose. È fatto di eticità, partecipazione, condivisione». Info: ufficiostampa@arcire.it
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La solidarietà internazionale ai tempi della crisi: il Libro bianco di Sbilanciamoci! paesi poveri pagano più di tutti il prezzo della crisi economica e finanziaria che continua dopo lo shock del 2008. Lo pagano sia in termini economici, con la riduzione dei pochi benefici che l’economia globale e la crescita gli avevano portato negli ultimi decenni, sia con la riduzione degli aiuti sotto forma di politiche di cooperazione allo sviluppo sempre meno efficaci. Le risposte dei ‘Grandi’ della Terra affrontano sempre meno i nodi centrali, come quello dei paradisi fiscali che sottraggono in tasse più di 100 miliardi di dollari ai Paesi poveri ogni anno. Siamo in presenza di uno scandaloso welfare al contrario: i soldi si muovono dalle nazioni più povere verso quelle più ricche e i Paesi del Sud sono gravemente colpiti dalla speculazione finanziaria che si sposta sempre di più sulle materie prime e sulla terra coltivabile, trasformando il cibo ormai in un asset finanziario. Le evoluzioni dei prezzi mettono i contadini del Sud in ginocchio, mentre le Istituzioni Finanziarie Internazionali come Banca Mondiale e FMI rinnovano le politiche che hanno portato al collasso e alla crisi sociale. I pochi flussi di investimento verso il ‘Sud’ dai Paesi ricchi sono in calo e assumono spesso la forma di speculazione finanziaria, garantendo ormai pochi benefici ai Paesi
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poveri, mentre le grandi lobby economiche, e in Italia la Confindustria, spingono affinché le Istituzioni che regolano tali investimenti, come l’Unione Europea, non introducano regole e standard in materia sociale ed ambientale. Nel frattempo si valorizzano le imprese come la più efficace ‘arma di sviluppo’. Le nuove tecniche di finanziamento si basano infatti sull’idea che la crescita economica sia una condizione dello sviluppo e ciò debba avvenire tramite il settore privato. La ‘finanziarizzazione dello sviluppo’ mina alla base l’emancipazione che dopo tre decenni di aggiustamenti strutturali imposti dalla Banca Mondiale e dal FMI finalmente le economie emergenti e diversi Paesi del Sud stavano vivendo. Tendenze che il governo italiano sostiene appieno, smantellando da un lato la cooperazione allo sviluppo con forti tagli (le risorse sono ormai minime, con un crollo spaventoso negli ultimi tre anni) e sostenendo una visione dell’aiuto pubblico basata principalmente su aiuti al settore privato (talvolta sotto forma di finanziamento a mega progetti di dubbia utilità con le imprese italiane protagoniste e vere beneficiarie). Oppure tramite la cancellazione o riconversione di debiti coi Paesi poveri, debiti ormai illegittimi o ine-
sigibili viste le condizioni disastrate della finanza pubblica dei loro governi. Quello che cresce invece sono le spese militari dell’Italia e l’impegno nelle missioni di guerra, in cui peraltro la ‘quota’ di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario rispetto alle operazioni militari stesse è limitata. Il nostro Paese assume un ruolo marginale nel contesto della cooperazione allo sviluppo in Europa, risultando fanalino di coda per impegni economici rapportati al Pil e non esprimendo una voce autorevole nelle direzioni che l’Aiuto europeo assume, sempre più pericolosamente spostato verso quella ‘finanziarizzazione’ dello sviluppo di cui si è parlato. Nonostante anche l’OCSE abbia nuovamente sottoposto al governo italiano molte raccomandazioni per il rilancio della cooperazione e per la riforma della Legge 49 del 1987, il dibattito langue, il processo di riforma è una palude e l’argomento è ormai fuori dall’agenda politica parlamentare. Quello che manca è la volontà politica di percorrere nuove strade: le proposte ci sono e questo Libro Bianco le sottopone a tutti coloro che pensano che un nuovo paradigma sia possibile, basato sulla cooperazione e la solidarietà fra popoli e nazioni.
Le 10 proposte a Governo e Parlamento. Oltre l'aiuto, per una nuova cooperazione allo sviluppo Di seguito le proposte che la Campagna Sbilanciamoci! sottopone a Governo e Parlamento per una nuova cooperazione allo sviluppo. Riavviare il dibattito parlamentare su nuovi interventi legislativi in merito alla cooperazione allo sviluppo che - superando la Legge 49/87 - introducano direttrici radicalmente nuove su obiettivi, metodologie, attori e strumenti istituzionali volti a contribuire in ambito globale alla costruzione di un'economia di giustizia, alla promozione dei diritti umani e della democrazia, alla solidarietà internazionale, al rifiuto della guerra. Accogliere le 19 raccomandazioni della Peer review dell'Ocse e indicare per ognuna di esse un'agenda di azioni concrete volte a rimuovere le criticità emerse. Riformare le politiche di cooperazione allo sviluppo basandosi sul principio della coerenza, facendo in modo che gli obiettivi di solidarietà internazionale e di lotta alla
povertà siano sostenuti da adeguate politiche per il commercio internazionale, l'ambiente, la sicurezza, l'agricoltura e i processi migratori. Ma anche sul principio di coordinamento e armonizzazione delle attività dei Paesi donatori, nonché su quello dell'allineamento con le priorità dei Paesi destinatari degli interventi. Riallineare la quantità di fondi stanziati per la cooperazione allo sviluppo (Legge 49) ai livelli del 2008 e assolvere agli impegni nei confronti delle Istituzioni e dei Fondi multilaterali. Cancellare i debiti illegittimamente contratti da parte dei Paesi del Sud del mondo nei confronti dell'Italia. Assolvere agli impegni assunti dall'Aquila Iniziative for Food Security tramite fondi aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati per altri interventi nello stesso settore. Adoperarsi concretamente per abbattere i costi di invio delle rimesse dei migranti
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verso i Paesi di origine. Promuovere misure concrete di contrasto ai paradisi fiscali e impegnarsi nelle sedi internazionali per dare seguito a proposte quali l'obbligo di rendicontazione Paese per Paese dei dati contabili e di bilancio di tutte le imprese transanzionali. Sostenere la proposta della società civile riunita nella Campagna zerozerocinque di tassare le transazioni finanziarie internazionali per raccogliere fondi da impegnare in misure concrete di lotta alla povertà e all'esclusione sociale in Italia e nel Sud del Mondo. Sostenere in sede europea e internazionale le proposte della società civile per introdurre standard di valutazione sociale e ambientale degli investimenti diretti esteri delle imprese europee nei Paesi del Sud e dei parametri di finanziamento sotto forma di crediti da parte delle istituzioni finanziarie europee e internazionali. Info: www.sbilanciamoci.info
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A Villa Ada torna con 43 attesissimi concerti la XVIII edizione di ‘Roma incontra il mondo’ n questi tempi, dove il mercato e le mode digeriscono in breve tempo ogni produzione culturale, vedere una manifestazione alla sua XVIII edizione, continuando a rimanere un ‘evento’, deve essere per Arci un motivo di soddisfazione. Dal 1995 abbiamo organizzato a Villa Ada oltre mille concerti, in un lungo itinerario ideale che voleva far conoscere i suoni e le culture ‘altre’, favorendo l'incontro e la conoscenza di generi musicali in uno scenario naturale unico, vicino alla più grande Moschea di Roma, ottenendo in un mix sapiente il risultato di unire buona musica, politicità e divertimento. E questo senza perdere mai di vista la nostra originaria volontà di organizzare una manifestazione popolare. Una manifestazione di conoscenza, di
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SIENA Allo Spazio Arci Metrocubo sarà presentato, mercoledì 22 giugno alle 18.30, il libro Settanta. L’Italia non è mai stata innocente di Simone Sarasso. Sarà presente l’autore
lotta al razzismo, di dialogo religioso ed interculturale. Di forte impegno per la pace.Oggi Roma incontra il Mondo è un evento atteso. Oltre 7000 amici nelle nostre pagine facebook attendono con ansia la pubblicizzazione del calendario dei concerti, divenendo, a loro volta, i principali promoter della manifestazione in una catena di sant'Antonio senza fine. Coloro che sono interessati al programma possono andare sul sito di Roma incontra il Mondo. Qui potranno riconoscere le due linee principali della nostra programmazione, qualificatasi quarta nella graduatoria degli eventi dell'estate romana 2011: queste prevedranno 21 concerti per il prosieguo del tour di conoscenza delle musiche del mondo e 22 concerti con una selezione di importanti gruppi di musica italiana. E quindi ecco Goran Bregovic, Cesaria Evora, Suzanne Vega, Joao Bosco, Alpha Blondie, Yann Tiersen, Jimmy Cliff. E, al loro fianco, la nutrita rappresentanza italiana con Niccolò Fabi, Neffa, Sabina Guzzanti, Verdena, Alex Britti, Cristina Donà, Giovanni Lindo Ferretti, il duo Magoni e Spinetti, Eugenio Bennato e i Sud Sound Sistem, Officina Zoè. Innovative collaborazioni sono state instaurate con istituzioni cultura-
li internazionali come l'Istituto Cervantes, che festeggerà sulle sponde del laghetto la giornata mondiale della cultura spagnola. Analogamente, con l'ambasciata di Cuba sarà presentato un progetto importante ‘afrocubism’ con Eliades Ochoa, straordinario interprete dei Buena Vista Social Club, e Toumani Diabate, uno tra i più importanti musicisti del Mali. Una serata è per Libera con Don Ciotti. Quarantatrè concerti, uno sforzo organizzativo, umano ed economico immane per l'Arci di Roma, che ancora una volta saprà offrire spettacoli di rilievo a costi popolari. E oggi, in questa Roma dove più volte abbiamo contrastato i tentativi di creare un duopolio pubblico e privato per eliminare le realtà musicali intermedie, la domanda da porre all'Amministrazione capitolina è la seguente: ma questi dell'Arci, che riescono ad organizzare concerti con prezzi più bassi degli Enti culturali pubblici, sono bravi o c'è qualcosa che non funziona all'ombra del Colosseo? Attendiamo dal Sindaco Alemanno anche questa risposta, che, come per altre, dovrà essere sempre la stessa: a Roma abbiamo fallito. Info: www.villaada.org
Notizie Brevi Mengozzi presidente FIRENZE - La conferenza di organizzazione di Arci Toscana, svoltasi presso la sede in piazza dei Ciompi nelle giornate del 17 e 18 giugno, ha eletto come nuovo presidente regionale Gianluca Mengozzi. Già vicepresidente del comitato regionale e responsabile delle politiche internazionali, riceve il testimone da Vincenzo Striano, che lascia l'incarico dopo più di 15 anni. Al nuovo presidente gli auguri per il nuovo incarico. Info: www.arcitoscana.org
La rassegna 35 mm COMO - Inizia il 22 giugno e prosegue fino al 7 settembre la rassegna cinematografica all’aperto 35 mm. Sotto il cielo promossa dal circolo Arci Xanadù. Ogni mercoledì appuntamento alle 21.30 in piazza Martinelli con una selezione delle migliori pellicole della stagione. Si comincia il 22 giugno con We want sex di Nigel Cole. Info: www.arcixanadu.it
In scena Litaliano Piero TREVIGLIO (BG) - Il 25 giugno alle 18.30 al circolo Arci Fuorirotta sarà pre-
sentato lo spettacolo Litaliano Piero, un progetto di Teatro Caverna dedicato al cantautore e ‘poeta anarchico’ Piero Ciampi. Nessun racconto biografico del poeta ma la volontà di attraversare i suoi versi e di accostarsi all’autore attraverso brevissimi monologhi. L’opera nasce da un’idea di Damiano Grasselli. Info: arci_fuorirotta@hotmail.it
La chiamata alle arti BARI - L’Arci di Bari promuove per cinque giorni la Chiamata alle arti, un modo per esprimere e raccontare attraverso le arti il significato del diritto d’asilo. La manifestazione si conclude il 25 giugno in piazza Mercantile con l’esposizione delle opere, iniziative presso l’area pittura, video, flash mob, fotografia, con la collaborazione del professor Maurizio Ghiglia (docente fotografia e video all’Accademia di belle arti di Bari), Rosanna Pucciarelli (docente di Disegno all’Accademia di belle arti di Bari) e Franco Ferrante (attore). A seguire, interventi musicali del maestro Andrea Gargiulo del Conservatorio di Bari. Info: www.arcibari.com
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Pomigliano non si piega OSNAGO (LC) - Il 28 giugno alle ore 21 presso il circolo La Locomotiva Ciro D’Alessio, operaio dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, presenterà il libro Pomigliano non si piega. Non un libro sugli operai, ma un libro degli operai, che lo scorso 22 giugno hanno fatto quello che sembrava impossibile: votando ‘no’ al referendum-ricatto di Marchionne, hanno suonato il segnale dell’inizio della lunga lotta per la riconquista dei diritti sociali. Nel corso della serata interverrà Rocco Castagno, delegato Rsu/Fiom della Candy Bessel di S.Maria Hoé. Info: www.arcilocomotiva.it
Stelle sotto le stelle CARMAGNOLA (TO) - Presso il cortile del Liceo Baldessano, in piazza Sant’Agostino, si terrà a partire dal 28 giugno la XV edizione di Stelle sotto le stelle, rassegna di cinema all’aperto promossa da Arci life, Arci life cinema e circolo Margot in collaborazione con il Comune di Carmagnola, Assessorati alla cultura e alle manifestazioni. Fino al 31 luglio, con inizio alle 21.45, saranno proiettati film recenti di successo
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internazionale. Il 28 giugno si comincia con Il discorso del re di Tom Hooper, Oscar nel 2010 per il miglior film e la migliore interpretazione maschile. Info: www.circolomargot.com
La stagione al Museo LEGNAGO - Anche quest’anno una grande stagione di musica, cinema e teatro Al Museo, promossa dall’Arci di Legnago. A partire dal 1 luglio si svolgeranno sul palco nel giardino del centro ambientale archeologico in via Fermi numerosi spettacoli, tutti a ingresso gratuito, per allietare le calde serate estive. Il mercoledì alle 21.30 è come sempre riservato alla rassegna di cinema all'aperto I Giovani nel cinema, mentre il fine settimana sono previsti concerti e reading con inizio alle 21.30. Info: legnago@arci.it
Letture maledette PALERMO - Al Malaussène ultimo appuntamento con Letture maledette: reading, musica live e proiezioni sul tema ‘Sudamerica’, con la partecipazione straordinaria di Vincenzo Fonti e Gabriele Russo. Info: malaussene@circoliarci.it
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Tra circoli Arci e Case del popolo va in scena ‘Inno nazionale’, ovvero un teorema sulla coralità
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zazione tende a spostare l'attenzione dalla dimensione nazionale a quella mondiale, dall'altro spinte secessioniste rischiano di rimettere in discussione il percorso unitario del popolo italiano. Tra l'apertura di un orizzonte globale e l'angusta visione localistica, si apre uno spazio di profondo disorientamento per la perdita di un'appartenenza che oggi deve essere riscoperta e ricostruita. Non si tratta di riproporre nuovi confini geografici, ma di ricostruire, a partire dalle piazze, dalle città, dai luoghi di incontro e di socializzazione come le case del popolo, per iniziare una narrazione condivisa tra persone che mettono in comune storie e origini diverse e che potranno un giorno riconoscersi in un'epica condivisa, nella coralità di una storia che li comprenda, a cui possano sentire di appartenere. La memoria è la linea di confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti; l'attore sul palcoscenico svolge una funzione di messaggero, testimone di fatti e di storie, ed ha il compito di unificare il tempo, ripercorrendo storie collettive e personali, e invitando a costruire un momento di condivisione verso un nuovo
processo di appartenenza. Lo scambio di memorie, citazioni, osservazioni, pensieri sul futuro, che si sviluppa attorno a una tavola imbandita cui partecipano insieme attori e spettatori, lascia lo spazio teatrale 'classicamente' inteso. E si immerge, infatti, nelle Case del popolo in quanto realtà di pratica quotidiana di condivisione, di incontro degli 'altri' in grande scala, che rimandano al desiderio di costruzione di una identità collettiva. Inno nazionale, che vede come attori protagonisti gli allevi della scuola di teatro del Laboratorio Nove, è stato messo in scena in tre date presso il circolo culturale San Casciano e presso le Case del popolo Fiesole e 25 aprile. Info: www.arcifirenze.it
PRATO Terzo appuntamento con Arci Prato per la rassegna Avanti attori! con lo spettacolo Conosci i fratelli Cervi? Dopo un raccolto ne viene un altro a cura della compagnia Bianca teatro. Appuntamento il 22 giugno alle 21.30
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a un testo di Michael Marmarinos, una riflessione sul significato della cittadinanza contemporanea a partire dal concetto di inno nazionale. È il teorema sulla coralità che Arci Firenze e l’associazione culturale Attodue, con il contributo di Regione Toscana e Fondazione Monte Paschi hanno proposto nel mese di giugno in tre date. La drammaturgia contemporanea esce dai suoi tipici luoghi di azione e si mescola con spazi di scambio pubblico quotidiano: circoli Arci e Case del popolo. La struttura drammaturgica disegnata ormai dieci anni fa da Michael Marmarinos, uno dei fondatori del Diplous Eros Theatre Ensemble, e naturalmente predisposta a continue rielaborazioni nel tempo e nello spazio, conosce quest’anno un nuovo aggiornamento: oggi il teorema sulla coralità argomentato in Inno nazionale, con il riallestimento di Simona Arrighi e Sandra Garuglieri, ha come tema di riferimento i 150 anni dell'Unità d'Italia. Quale inno nel XXI secolo? Le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia si inseriscono in un contesto assai complesso: da un lato la globaliz-
Cercasi campo per il Solidarietà al presidente dell’associazione Cricket club di Arezzo Jerry Masslo per le minacce di morte ricevute Nasce l’Ucca (United Cricket Club di Arezzo), prima associazione sportiva della provincia che riunisce le tante realtà sportive già presenti sul territorio. Sono circa 10mila gli sportivi - in gran parte di origine asiatica di Valdarno, Casentino e Arezzo che hanno trovato riconoscimento ufficiale nella neonata società. L’obiettivo dei sette membri dell’esecutivo - di cui è presidente Tito Anisuzzaman, già membro del direttivo di Arci Arezzo dove si occupa di immigrazione e integrazione culturale - è quello di far conoscere la bellezza di questo sport, ancora ‘di nicchia’ e spesso snobbato dai nostri connazionali; ma il principale obiettivo adesso è trovare un vero e proprio campo di allenamento. Nonostanta l’Arezzo Cricket avesse già raggiunto ottimi risultati scalando la classifica della serie B, la società non ha infatti mai potuto disporre di un suo campo sportivo. Per il momento, l’Arci di Arezzo dà la possibilità di utilizzare i locali della sede di Corso Italia 205 come punto di riferimento per chi volesse iscriversi o informarsi sullo United Cricket Club, con l’obiettivo che l’associazione diventi al più presto indipendente. Info: arezzo@arci.it
Una lettera anonima contenente minacce di morte rivolte a lui e ai suoi familiari. L’ha ricevuta pochi giorni fa Renato Natale, ex sindaco di Casal di Principe e fondatore e attuale presidente dell’associazione Jerry Masslo, nata nel 1990 in ricordo del rifugiato sudafricano ucciso l’estate precedente a Villa Literno. L’associazione è una realtà ben consolidata sul territorio, che si occupa da anni di diritti dei migranti, della loro salute mentale e fisica e del loro inserimento lavorativo, negli ultimi tempi anche grazie all’utilizzo del bene confiscato La casa di Alice, in particolare con il progetto di sartoria sociale. Le minacce a Natale (anche
se non è la prima volta che ne riceve) sono arrivate proprio poche ore dopo la notizia che il Comune di Castel Volturno avrebbe chiesto all’associazione di restituire il bene confiscato. Immediata la solidarietà mista a rabbia dei concittadini di Natale e delle associazioni presenti sul territorio, in particolare del comitato Don Diana che ha organizzato proprio presso La casa di Alice il convegno Modello Caserta? Attacco ai beni confiscati. In ogni caso, Natale non si dice intimorito ma pronto a portare avanti la sua battaglia come da anni a questa parte. Anche l’Arci ha espresso sostegno e solidarietà a Natale.
Iscrizioni al laboratorio della legalità di Bari Ci sono ancora posti disponibili per il laboratorio di antimafia sociale all’interno di un bene confiscato, a Bari dall’11 al 20 luglio. L’impegno richiesto ai partecipanti sarà finalizzato alla valorizzazione del centro di aggregazione nato all’interno dell’appartamento. I pomeriggi saranno dedicati alla formazione sui temi della mafia e dell’antimafia, mentre le mattinate vedranno la promozione delle attività del centro e la creazione e pubblicizzazione di un
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grande evento nell’appartamento e per le vie di Bari vecchia. I partecipanti saranno ospitati dal circolo Arci Open source, all’interno del quale saranno organizzati concerti, spettacoli e momenti di incontro. Saranno previste inoltre visite ad altri beni confiscati presenti sul territorio, come il Momart, ex discoteca oggi diventata spazio di produzione teatrale e di gestione di laboratori video e di fumetto. Info: campidellalegalita@arci.it
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Un convegno sul futuro della città a partire dalla sua anima chiuderà il progetto ‘Laboratorio L’Aquila’ a signora se ne stava sola nel cortile dei MAP di Bazzano a mondare la sua verdura. Siamo arrivati noi del progetto Laboratorio L'Aquila, con passo delicato, timorosi di intrometterci, alla stregua di tanti curiosi, nella vita quotidiana di persone sfollate con dolore dopo il terremoto del 6 aprile 2009 a L'Aquila. Dopo una saluto e pochi convenevoli ci siamo ritrovati dentro la casetta di legno, ordinata come una bomboniera, ad ascoltare il racconto di una tragedia vissuta in prima persona da una coppia di anziani rimasti sotto le macerie e salvati dai volontari. La signora era orgogliosa del suo nuovo status di ‘Sindaca dei MAPPI’ per il suo ruolo di controllore dello spazio comune del giardino interno al triangolo dei Map e del decoro complessivo degli spazi comuni. La sindaca ci ha raccontato con passione il forte contenuto di umanità della relazione nata con i volontari che ancora oggi, a distanza di due anni dal sisma, ancora la chiamano e la vanno a trovare. Dopo la distruzione, in attesa della restituzione della vecchia casa diroccata rimane questo filo di legame sociale che sopravvive a tutte le storture e agli errori della ricostruzio-
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ne. La sindaca dei Map è stata più fortunata di tutti quelli che sono stati allontanati dalle loro case a distanze di decine e centinaia di chilometri e non hanno ancora alcuna certezza sulla possibilità di rientrare nelle loro case, a cominciare dagli abitanti del centro storico. La vita di chi è stato disperso lontano dalla città e la vita di chi è stato alloggiato nelle nuove case costruite nelle 19 piazzole nella periferia della città è una vita segnata dall'angoscia di tempi che si dilatano in maniera indefinita in attesa di una rinascita impalpabile e che si somma al dolore delle ferite ancora fresche del terremoto. Per capire cosa era successo in altre città vittime di terremoto ci siamo recati ad Apice, nel beneventano, ospiti del locale circolo Arci e del comitato territoriale. I compagni di Apice ci hanno accompagnati nella visita del vecchio sito di Apice abbandonato dopo l'ultimo terremoto del 1980 e poi nel pomeriggio, nel corso del convegno organizzato nella sala polivalente del Comune, abbiamo conosciuto la storia di un altro sindaco molto particolare. Luigi Bocchino, sindaco di Apice per circa 50 anni, artefice della costruzione di Apice nuova in un sito alternativo a quello
Cittadini come noi ROMA - Nasce il primo sito web di studi somali, progetto culturale che si lega alle attività del Centro studi somali dell'Università Roma Tre. Una realtà che si colloca nella tradizione ben consolidata in Italia di ricerca sulla lingua e la cultura somala. La realizzazione del sito e di tutti i materiali documentali in tre lingue - italiano, inglese e somalo - permette una consultazione diffusa, agevole e gratuita di tutti i contenuti. Il sito dispone di una sezione ‘Archivi’ con testi, audio, video, fotografie, documenti editi ed inediti raccolti in Somalia e sulla Somalia. L’indirizzo per la consultazione è http://host.uniroma3.it/centri/CentroStudiSomali/index.php.
Discriminazioni nei salari ITALIA - 300 euro in meno. A tanto ammonta la discriminazione salariale dei lavoratori immigrati, secondo uno studio realizzato dalla Fondazione Leone Moressa relativo al quarto trimestre 2010). In media un dipendente straniero percepisce 987 euro al mese, circa il 22,9% in meno di un collega italiano. Secondo lo studio le donne straniere guadagnano appena 797 euro al mese, quasi il 30% in meno
Hanno collaborato a questo numero Vincenzo Cavallarin, Massimo De Maio, Sergio Giovagnoli, Alberto Giustini, Maria Maranò, Gianluca Mengozzi, Alberto Pecorari
(29,4%) degli italiani. Non c'è nessun vantaggio salariale per gli stranieri più istruiti, e le migliori retribuzioni vanno a chi lavora nei settori di trasporto, comunicazione e costruzioni, mentre quelle più basse a chi opera nell'agricoltura o nei servizi alla persona.
In redazione Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Paolo Beni
Rapporto Inps su lavoratori immigrati ROMA - Presentato il IV Rapporto sui lavoratori di origine immigrata negli archivi Inps, curato dai redattori del Centro studi e ricerche Idos - Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes, in collaborazione con l'Istituto. Da una recente indagine condotta a Roma risulta che 9 lavoratori immigrati su 10 non solo conoscono l'Inps e i diritti previdenziali, ma sono anche mediamente soddisfatti per l'assistenza ricevuta dall'Istituto, pur sottolineando la necessità di superare alcuni nodi problematici dovuti alle barriere linguistiche. I risultati dell'indagine completano il quadro descritto dai dati degli archivi previdenziali, in larga misura inediti, che consentono di inquadrare in modo organico l'inserimento occupazionale degli immigrati, sia per il lavoro dipendente che per quello autonomo, per aree territoriali e settori lavorativi.
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Impaginazione e grafica Claudia Ranzani
e-mail:immigrazione@arci.it
Cittadinicomenoi
Sito web di studi somali
originario. Il sindaco storico ha promosso e realizzato una nuova città vivendo e finendo i suoi giorni nel sito della città vecchia abbandonata. Questo fenomeno delle delocalizzazioni non è il primo ed unico, ma sono tante le realtà locali di comuni di varie parti d'Italia che per ragioni diverse non sempre tutte pienamente suffragate da elementi di carattere scientifico sono state ricostruite in altri siti con un saldo in termini urbanistici decisamente negativo. Il confronto che avvieremo nel corso del Convegno del 9 luglio a L'Aquila in chiusura del progetto ‘laboratorio’ sarà incentrato sul tema della ricostruzione sociale, cercando di non separare questo tema da quello della lettura prevalente sulla ricostruzione che ne parla quasi esclusivamente in termini urbanistici e che finisce spesso per essere traslato sul semplice terreno edilizio. Dopo un anno di progetto e due anni di attività di resistenza e ricostruzione dei legami sociali chiameremo a raccolta intellettuali, istituzioni e società civile a discutere sul futuro de l'Aquila a partire dalla sua anima e non solo dalla sua struttura fisica. Info: giovagnoli@arci.it
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