Arcireport 29, del 26 luglio 2011

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anno IX - n. 29 26 luglio 2011

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Lo spirito di Genova + «Insieme abbiamo ritrovato lo spirito di Genova». Era questo il commento di molti, domenica all’uscita dall’assemblea conclusiva del decennale del G8. Quello spirito positivo dell’ascolto e del dialogo fra diversi che dieci anni fa era stato capace di unire cattolici e comunisti, suore e disubbidienti nella denuncia del disastro di una globalizzazione sbagliata e nella domanda di giustizia e dignità per tutti gli esseri umani. Quello spirito si è respirato di nuovo nel clima determinato e sereno delle iniziative che hanno animato Genova nei giorni scorsi: mostre, proiezioni, convegni e spettacoli per ricordare ma soprattutto per guardare al futuro. Quello spirito era palpabile sabato, nella città invasa da un corteo colorato e festoso, esattamente come sarebbe stato dieci anni fa se una repressione insensata e feroce non lo avesse impedito. Fino a ieri l’incubo del luglio 2001 pesava ancora come un macigno sull’anima della città ferita e su quella del movimento, che pure di quelle violenze fu vittima e non complice. Anche stavolta hanno provato ad alimentare la tensione annunciando disastri. Ma il tabù andava sfatato, ed è stata una liberazione vedere la tensione svanire nella festa. Dopo dieci anni, siamo tornati a Genova per riprenderci pacificamente la zona rossa e le nostre sacrosante ragioni. Abbiamo fatto pace con la città, ma non col passato, perché aspettiamo ancora giustizia. Pian piano la verità giudiziaria si è fatta largo nei processi, ma ancora manca la verità politica sulle responsabilità di chi in quei giorni guidò le istituzioni. Sarebbe ora che lo Stato ricucisse questa ferita, e chiedesse scusa alle vittime della repressione. Nel frattempo, è stata la storia a darci ragione. La crisi del liberismo ha galoppato producendo il disastro economico, sociale e ambientale che abbiamo sotto gli occhi. Ma anche il movimento è cresciuto e ha prodotto i suoi frutti, la primavera araba sta lì a dimostrarlo. Li ha prodotti anche a casa nostra, nel grande movimento per l’acqua pubblica, nelle vertenze locali in difesa dell’ambiente, nelle lotte di studenti, precari, lavoratori, migranti, nell’urgenza di una nuova domanda di democrazia che tutte le unifica. È tempo che queste energie provino a convergere, nel rispetto di autonomie e diversità, verso un’agenda di azione comune. Perché oggi più che mai è necessario e anche possibile costruire l’alternativa di un’economia, di una società e di una democrazia fondate sui beni comuni.

foto di Giulia Parri

Genova 2011: la dichiarazione finale dell’assemblea internazionale oi, partecipanti a Genova 2011, riuniti nell’assemblea internazionale del 24 luglio, ci impegniamo a costruire insieme il percorso che ci porterà al Forum Sociale Mondiale del 2013 che si terrà in Maghreb. Per la prima volta i movimenti, gli attori sociali, gli attivisti e le comunità di tutto il mondo si riuniranno nella nostra comune regione mediterranea, ospiti delle rivoluzioni della dignità. Il Forum e il suo processo di costruzione ci offrono una straordinaria occasione di convergenza nazionale e internazionale per rafforzare il campo di forze e delle alleanze necessarie a una vera alternativa alla crisi globale, fondata sulla radicalizzazione della democrazia e dei diritti, su un altro modo di produrre, di vivere, di consumare, di convivere, capace di respingere le devastanti ricette anticrisi imposte dai poteri dominanti. Ci impegniamo a costruire insieme due importanti appuntamenti internazionali in Italia: - nei prossimi mesi, un seminario aperto per la ricostruzione di uno spazio europeo pubblico e partecipato dagli attori sociali che nel nostro continente fanno vivere le lotte, le vertenze, le alternative, le buone pratiche per

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una Europa diversa. - nel 2012, decennale del FSE di Firenze, un evento Forum mediterraneo, un grande incontro dei movimenti europei con i protagonisti e le protagoniste delle rivoluzioni della dignità nella riva sud. Organizzeremo la partecipazione alle manifestazioni contro il G20 a Nizza in novembre, per la giustizia climatica a Durban a dicembre e in Brasile in occasione della conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile Rio+20, nel Forum Mondiale Alternativo per l’Acqua a marzo 2012 a Marsiglia. Ci mobiliteremo per la giornata di azione dei migranti il 18 dicembre del 2011. La ‘rete italiana verso il FSM’ sarà una rete orizzontale e partecipata, capace di socializzare e democratizzare al massimo le relazioni internazionali altermondialiste, e di assicurare la massima partecipazione degli attori sociali, delle comunità, dei territori. La rete si riunirà a Roma il 4 settembre per programmare il proprio lavoro. Sarà anche l’occasione per discutere le possibili convergenze di azione sul livello nazionale di mobilitazione, nell’autunno caldo di lotte e di resistenze che tutti e tutte stiamo preparando nel nostro paese.

Arcireport va in vacanza. Ci rivediamo a settembre


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Grazie a tutta l’Arci per la bellissima prova data a Genova enova è ritornata la capitale dell'alternativa a questo sistema centrato esclusivamente sulla logica del profitto. Da qui si riparte con un reale e condiviso progetto di cambiamento per riprendere in mano il nostro futuro perché, come scrisse Tom nel luglio del 2001, «non accettiamo più di subire, vogliamo contare e far vincere i nostri valori, le nostre proposte». Lo spirito di Genova più volte evocato è stato fondamentalmente questo: ritrovarsi dopo dieci anni per permettere quella svolta che nel 2003 non riuscì e spense, almeno nella forma organizzata, il nascente forum sociale italiano. Nel frattempo però, lungo lo straordinario corteo di sabato, abbiamo trovato nuovi compagni di strada che con noi hanno condiviso la necessità di ricreare uno spazio di discussione e confronto e che, in questi anni e nelle forme più diverse, hanno raccolto quella preziosa eredità. Lo spirito di Genova dunque aleggia in piena simbiosi con i venti di cambiamento che giungono dal nord Africa ma anche con quelli provenienti dal ventre del nostro

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Paese. L'Arci esce da Genova più forte e coesa, come ben dimostra il nostro partecipato e colorato spezzone al corteo del 23. Le immagini dei mass media hanno più volte ripreso il nostro striscione e le nostre bandiere (oltre al furgoncino dei mitici compagni portuali del Circolo CAP) e in tantissimi ci hanno ricordato quello che siamo e che spesso sembriamo dimenticare: una grande e credibile organizzazione nazionale. In tanti dell'Arci, da tante parti d'Italia, a respirare quel profumo denso e ammaliante di voglia di fare e di esserci che ben fa sperare per il futuro di questo ritrovato movimento e della nostra associazione. Vorrei abbracciarvi tutte e tutti per esserci stati e per non averci fatto sentire soli a fare i conti con le ferite del 2001. E poi ancora, lasciatemelo scrivere, la grande prova organizzativa data da tutta l'Arci ligure e genovese: la vera regia - dietro le quinte - di tutte le iniziative del Decennale. Siamo stati in campo con una forza e una determinazione unica e straordinaria. Ora però occorre uscire dalla straordinarietà. Ci aspetta un autunno caldo. Ma la con-

sapevolezza che portiamo a casa oggi è che tutto quello che abbiamo vissuto a Genova non è parallelo o in contraddizione con il nostro quotidiano, fatto anche di vessazioni nei confronti dei nostri circoli o di difficoltà economiche di tante basi associative e/o comitati. Non è altra cosa rispetto al lavoro di accoglienza per i profughi in fuga dal Nord Africa in guerra. È, al contrario, l'essenza politica che ci permette di renderci credibili, autorevoli e affidabili. È quella forza che già oggi ci mette nelle condizioni di chiedere che tra le vertenze di questo ritrovato movimento ci sia in modo inequivocabile il tema della democrazia, della libertà di associazione, e del rispetto politico che meritano i nostri soci e i nostri circoli impegnati ogni giorno, nel piccolo paese come nel quartiere periferico, per un modo più giusto e migliore. ‘Agire localmente e pensare globalmente’ continua ad essere l'impegno costante della nostra bellissima associazione. Grazie Arci, buon riposo estivo con la consapevolezza che abbiamo di che essere orgogliosi con quella tessera in tasca. Info: walter.massa@arci.it

Dal 17 al 20 luglio FrameG8 - punti di vista su Genova 2001: una rassegna per non dimenticare i è svolta dal 17 al 20 luglio scorso, nel contesto delle iniziative per il decennale del G8 di Genova, la rassegna Frame G8 - punti di vista su Genova 2001 organizzata da Arci, Ucca e Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio. Quattro gli appuntamenti della rassegna, che hanno messo al centro le immagini, perché ciò che avvenne a Genova nel 2001 rappresenta uno degli eventi più documentati nella storia. Decine e decine di documentari, ore di interviste e riprese che dicono molto della voglia di narrare e partecipare attraverso e con le immagini. Per moltissimi cineoperatori, fotografi, giornalisti, mediattivisti essere a Genova nel 2001 è stata innanzitutto una scelta politica dettata dalla condivisione delle ragioni della protesta prima e dalla volontà di avere verità e giustizia dopo. Alcuni critici hanno addirittura parlato di un genere cinematografico Genova. Insomma, uno spartiacque, politico e culturale, reso possibile anche dalla veloce affermazione della tecnologia digitale che alimentò un'inedita forma di media attivismo. Sono state quattro serate molto partecipate che hanno dimostrato ancora una volta come il racconto di quei

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fatti tocchi un nodo sensibile, ancora irrisolto. I lunghi brani di film documentari riproposti nel corso dei dibattiti (sebbene già noti) hanno creato un clima denso di tensione emotiva. Il confronto tra i registi Davide Ferrario, Federico Amicali e Roberto Torelli si è sviluppato in modo dinamico coinvolgendo il pubblico in una lunga serie di domande e commenti. I tre registi erano a Genova nel 2001, anche se per motivi diversi. Federico Micali, avvocato e volontario del Genoa Legal Forum, insieme a Teresa Paoli e Stefano Lorenzi, voleva documentare quello che sarebbe avvenuto temendo «che la gente potesse non credere, pensare che esageri, che non è possibile sia vero». Filmare dunque per documentare, filmare per mettere in sicurezza la prova di fatti. È questa la genesi di Genova senza risposte (2002), un film che nacque in digitale e che fu poi distribuito in versione 35 mm dalla Pablo Film, anticipando una pratica che negli anni seguenti sarebbe stata ripetuta con altri film documentari. Meno fortunata la sorte dell'opera di Roberto Torelli, regista e autore di programmi televisivi. Torelli era a Genova con una troupe Rai per fare una cronaca

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della manifestazione anti G8 avendo intuito che si sarebbe potuta determinare una escalation di violenza. Dalle riprese nacque il film documentario Maledetto G8, che fu distribuito dall'Espresso e poi, grazie alla collaborazione con Marco Giusti e Carlo Freccero, Bella Ciao, prodotto dalla Rai, presentato a Cannes e mai mandato in onda. Davide Ferrario, il primo che riprese le famose immagini di poliziotti camuffati da black block, dedica il suo film Sulle strade di Genova alla descrizione degli scontri di piazza del 20 e del 21 luglio, ricostruiti minuziosamente per favorire la comprensione di quanto avvenuto. A distanza di 10 anni servirebbero altre immagini, per ricostruire la verità politica di quegli avvenimenti, quella verità che gli esiti delle vicende giudiziarie non hanno restituito al Paese. Un film che oltre a raccontare le violenze e i soprusi azzardi una ricostruzione delle responsabilità, delle dinamiche che hanno reso possibile quella che è stata definita «la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale». Info: barbolini@arci.it


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La Summer school: un laboratorio di formazione di qualità, da valorizzare e riproporre

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Un Laboratorio di formazione che ha rappresentato una scommessa e una sfida per tutti, un investimento politico sui nuovi quadri dirigenti, una risposta alle tante sollecitazioni di approfondimento sui temi caldi dei nostri tempi. Preparato con attenzione nei mesi precedenti, con diverse riunioni e scambi tra tutte le organizzazioni proponenti, con l’individuazione delle tematiche, del modello didattico e dei docenti. «La transizione ad un’altra economia e un’altra società», il titolo invitante del Laboratorio, i cui contenuti sono stati affrontati nelle quattro mezze giornate di lavoro nelle quali si è articolato il programma: tre classi in parallelo, di circa venti giovani ciascuna, hanno ragionato e discusso sui diritti globali, le sfide energetiche, i modelli economici, il mercato del lavoro, la democrazia dal basso, i beni comuni, la sostenibilità, i conflitti, la partecipazione. Momenti formativi di grande intensità e valore, grazie alla qualità dei docenti e alla preparazione e maturità dei giovani dirigenti, condotti riducendo al minimo indispensabile la parte frontale e privilegiando la discussione e l’interazione partecipata. Una prima

edizione che lascia tutti soddisfatti, che evidenzia come la scelta fatta fosse buona e replicabile, soprattutto se si guarda allo scambio reale che si è prodotto tra giovani che provengono da storie, esperienze e pratiche associative talvolta molto diverse tra loro che hanno saputo interagire positivamente, tanto nelle classi di formazione quanto nelle restanti parti della giornata. La plenaria di restituzione dell’ultima giornata ha fatto emergere con nettezza l’alto valore di capitale umano che questo consorzio di organizzazioni sociali può vantare: sta a tutti noi la responsabilità di non disperderlo, di promuoverne il protagonismo e di valorizzarlo, da oggi e nel futuro. Info: uda@arci.it

GENOVA 2001 - GENOVA 2011 È possibile visionare foto e video di alcune delle iniziative e delle manifestazioni organizzate in occasione del decennale del G8 di Genova sul canale youtube e sulla pagina facebook dell’Arci nazionale

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enova 2011, ovvero lo strabismo come virtù. Perché non è affatto detto che se un occhio guarda alla memoria e l’altro al futuro non si riesca a mettere a fuoco. E questo connubio ha funzionato, lontano dai rischi dicotomici, lontano tanto dalla rimozione quanto dalla replica commemorativa. E se la memoria veniva sollecitata dalle vie, dalle piazze, dai carrugi, dai molti volti noti che non potevano non esserci, il futuro è stata la moltitudine di decine di migliaia di giovani accorsi da ogni parte d’Italia per nutrirsi - loro per la prima volta di luoghi e avvenimenti che non li avevano visti testimoni, ma che percepivano come la pietra miliare di quella parte della storia che forse non si troverà mai sui libri di testo. Quanto più viva è la memoria tanto più si riesce a leggere distintamente la realtà che ci circonda, e ci si può concedere il privilegio di guardare al futuro. Così è stato per quei giovani dell’Arci, del sindacato, delle organizzazioni studentesche e di molte altre associazioni che hanno raccolto la proposta del Laboratorio di formazione fatta dalle loro rispettive organizzazioni - Cgil, Arci e molte altre.

'Fuori dalla crisi globale. Un'altra economia, un'altra società' Sintesi delle conclusioni di Paolo Beni, presidente nazionale Arci tiamo toccando veramente il fondo. Con quale altra immagine descrivere la regressione della democrazia e dei diritti che stiamo vivendo? La crisi del liberismo ha determinato un cortocircuito tra l’idea di sviluppo economico, il rispetto dei diritti umani, la tenuta della democrazia. Un modello di sviluppo è imploso, acuendo le contraddizioni tra nord e sud del mondo, ma anche nello stesso occidente sviluppato. In Italia gli effetti della crisi si innestano su cronici squilibri, dove vecchie e nuove povertà, una questione meridionale mai risolta, l’alto tasso di disoccupazione, la precarietà, la metodica distruzione del sistema di welfare, l’attacco ai diritti del lavoro come unica risposta alla mancanza di una politica industriale annunciano una stagione di emergenza sociale senza precedenti. L’urgenza di un’alternativa emerge in tutta la sua evidenza, ma non c’è alternativa possibile se si resta entro i confini del modello attuale. Bisogna rimettere in discussione la subalternità alle compatibilità

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imposte dai mercati, l’adesione a un patto di stabilità che impone il massacro sociale. La crisi avrebbe potuto essere l’occasione di un ripensamento profondo, di una radicale messa in discussione di un modello di sviluppo che ha stravolto il rapporto tra gli esseri umani e la vita, facendo evaporare il necessario senso del limite in nome di un individualismo esasperato. Questa crisi dovrebbe insegnarci che non c’è futuro senza un’economia compatibile coi limiti fisici del pianeta, che senza redistribuzione delle ricchezze e giustizia sociale non c’è possibilità di sviluppo. Bisogna ripensare a un sistema economico in cui sia prevalente la funzione sociale, in cui i territori diventino protagonisti della crescita delle proprie comunità. Serve insomma un pensiero nuovo, ma le attuali classi dirigenti non si dimostrano all’altezza della sfida. Per questo siamo convinti che l’alternativa può ripartire solo dal basso, dai territori, dai saperi, dalle esperienze e dalle pratiche che lì sono. Il tema dei beni comuni, unito alla lotta alle povertà può diventare il

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collante per l’umanità del terzo millennio. Quanto succede sull’altra sponda del Mediterraneo è motivo di speranza anche per noi, per quest’Europa che sempre più si configura come unione monetaria e finanziaria, ma non politica. Privi di visione strategica, i paesi dell’Ue discutono solo di come fermare le migrazioni e adottano come unica modalità di intervento quello armato. Il deficit di politica è eclatante. E tuttavia qualcosa si muove anche qui. Veniamo da mesi di intense mobilitazioni promosse da attori sociali diversi e dalla grande vittoria referendaria, che dimostra quanto sia forte il desiderio dei cittadini di riappropriarsi della politica e decidere del proprio futuro. Dietro a tutto ciò, come elemento unificante, c’è il grande tema della democrazia e del suo rinnovamento in senso partecipativo. Non si costruisce l’economia dei beni comuni senza costruire la società e la democrazia dei beni comuni. A Genova tutto è cominciato e da qui dobbiamo ripartire, in uno sforzo comune di analisi ed elaborazione per costruire l’altro mondo possibile di cui oggi c’è sempre più bisogno.


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Siamo tornati a Genova per parlare di futuro, senza dimenticare le ferite di allora Di Leopoldo Tartaglia, dipartimento Politiche globali CGIL a grande e pacifica manifestazione del 23 luglio ha confermato quanto i promotori avevano capito e detto da mesi: si poteva tornare a Genova senza dimenticare la tragica repressione di dieci anni fa, ma guardando avanti, alle ragioni e alle sfide di quel movimento. Nel mezzo della crisi globale, 'venti di cambiamento' spirano comunque dalla sponda sud del Mediterraneo, ma anche dalla vecchia Europa, oggi al centro dell'attacco ai diritti, alla democrazia, al futuro. La straordinaria vittoria del movimento referendario per l'acqua pubblica e contro il nucleare aveva rilanciato l'attenzione verso le giornate di Genova 2011. È stato Alex Zanotelli a ricordare come quell'esito fosse il frutto della mobilitazione che dieci anni fa si concluse così tragicamente. Genova è stata forse la più grande e consapevole manifestazione di critica al neoliberismo e ventisette milioni di italiani, oggi, hanno difeso l'acqua pubblica. Ma la vittoria referendaria è anche figlia di quello che, nei movimenti, è stato chiamato lo ‘spirito di Genova’, la capacità cioè di mettere insieme singoli e organizzazioni con percorsi, culture, pratiche politiche diverse,

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ma intenzionati a 'contaminarsi'. Dopo Genova 2001 - con un movimento ferito e attonito - c'è stata la straordinaria esperienza del primo Forum sociale europeo di Firenze, dove tutta la Cgil è entrata a far parte di quel movimento. È con questo spirito che siamo tornati a Genova. Per parlare del futuro, per rilanciare le grandi domande poste dai Social Forum, e anche perché rimane aperta la questione della violazione dei diritti umani che allora si consumò. La recente sentenza della Corte europea che ha 'assolto' il governo italiano dalle sue pesanti responsabilità, conferma purtroppo quanto lontane rimangano 'verità e giustizia'. Ma a Genova erano state poste grandi questioni che la crisi globale ha dimostrato di piena attualità: il tema della democrazia e della equa distribuzione delle ricchezze; il problema di regole contro gli apologeti del mercato neoliberista, per costruire buon lavoro, pace e rispetto dell'ambiente, la necessità di fare rete per costruire la prospettiva di 'un altro mondo possibile'. Oggi è necessario accelerare il dibattito su questi temi come ci impongono la grande richiesta di democrazia che pro-

viene dall'altra parte del Mediterraneo, la necessità di scegliere altri modelli di sviluppo, la domanda di cambiamento emersa nelle mobilitazioni dei mesi scorsi culminate con lo sciopero generale della Cgil del 6 maggio. La confederazione si è impegnata nel percorso verso Genova 2011, a partire dall'appello Genova per noi, lanciato insieme all'Arci. Molte altre associazioni si sono a loro volta impegnate nel focalizzare tutti gli elementi della crisi e hanno individuato nel tema del lavoro un elemento unificante. Voci diverse si sono confrontate anche sulla guerra contro la Libia. La comune condanna del regime di Gheddafi e il sostegno, in Libia come in tutti gli altri paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, alle 'rivoluzioni', si coniugano con il rifiuto della guerra, l'ennesima avventura imperiale e coloniale. Il dibattito è stato molto ricco e ha visto una larga convergenza nella volontà di intrecciare i percorsi di proposta e di mobilitazione. Ci sono quindi tutte le premesse per un ulteriore avanzamento nel confronto, a livello italiano e internazionale, tra i soggetti sindacali e della società civile che vogliono costruire un modello sociale, economico, ambientale alternativo a quello neoliberista.

Il futuro del movimento altermondialista è legato alla capacità di dialogare e interagire con i protagonisti delle nuove rivolte bbiamo chiesto a Christophe Aguiton, responsabile delle attività internazionali di Attac France, quali sono secondo lui i punti in comune e le differenze tra Genova 2001 e Genova 2011. «Innanzitutto voglio dire che le organizzazioni e i movimenti italiani hanno avuto il merito di riuscire a conservare un legame tra le varie anime che si sono manifestate dal Forum sociale mondiale di Porto Alegre in poi. Oggi, a dieci anni di distanza, il bilancio è positivo anche grazie a questa capacità che ha prodotto fiducia reciproca, voglia di continuare a confrontarsi e di lavorare insieme, pur nel rispetto delle tante differenze. La seconda osservazione che mi preme fare è che l'analisi e la discussione sui temi dell'economia, della critica al neoliberismo e alla globalizzazione è andata avanti. Siamo riusciti a tenere insieme temi come il rifiuto delle guerre e la lotta ambientalista, e da questo punto di vista il

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movimento italiano ha svolto un ruolo estremamente positivo anche a partire dal Forum sociale europeo di Firenze del 2002, con la capacità di collegare queste questioni alle tematiche affrontate nel più generale dibattito altermondialista. Inoltre, va detto che diventa sempre più decisivo il tema del rapporto tra sud e nord del mondo, a partire dalla critica al Fondo monetario internazionale e alla Banca Mondiale, con la richiesta dell'annullamento del debito dei paesi più poveri. Siamo infatti convinti che il debito sia illegittimo. Oggi la vera questione del debito riguarda il nord America e l'Europa. Bisogna annullare il debito di paesi come Haiti o di altri paesi africani e asiatici. Abbiamo però delle difficoltà ad affrontare questo argomento, non diciamo con chiarezza se deve essere annullato o semplicemente giudicato illegittimo e quindi inesigibile. Oggi poi all'interno del movimento abbiamo la necessità di affrontare questioni nuove, come ad esempio le politiche

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di austerità. Infine, aggiungo che sta emergendo una nuova cultura politica che rifiuta non solo l'egemonia dei partiti, ma anche una visione piramidale della politica. In 10 anni abbiamo fatto molta strada, e oggi assistiamo ad una radicalizzazione delle nuove culture politiche. È sufficiente osservare quello che accade nel Mediterraneo, con le rivolte in Tunisia, in Egitto e in altri paesi. Ma questa orizzontalità è presente anche nelle rivolte europee come quelle degli indignados spagnoli o dei ragazzi greci: in tutti questi movimenti la parola d'ordine è orizzontalità. Tutto ciò è molto positivo ma ci interroga, per esempio, su come tramandare la memoria, salvaguardare gli scambi tra le generazioni, su come agire affinchè le associazioni nazionali come Attac o l'Arci e soprattutto i partiti - possano dialogare e interagire con questi movimenti. Si tratta di questioni fondamentali perché su di esse si gioca l'avvenire dell'intero movimento».


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Il seminario su 'L'Acqua Bene Comune: riflessioni e proposte in Europa' Intervista a Philippe Michaud, del Forum per l'acqua pubblica di Marsiglia Nella tua città il sistema idrico è pubblico o privato? Purtroppo è privato. E non credo che qui possa, almeno nell'immediato, succedere quanto è accaduto a Parigi, dove è stato ripubblicizzato. Da più di 15 anni la gestione dell'acqua è in mano a società private e si sono perse competenze che una volta erano patrimonio delle amministrazioni pubbliche. Ci vorrebbe una decisione del governo nazionale, che per ora mi pare del tutto improbabile. A Marsiglia nel 2012 ci sarà, negli stessi giorni di quello ufficiale, un Forum delle Alternative sull'acqua. Come lo state organizzando e cosa vi aspettate? Dobbiamo essere ambiziosi rispetto a questo spazio d'incontro internazionale. Abbiamo competenze ed esperienze da mettere in comune, la consapevolezza delle difficoltà che i processi di ripubblicizzazione incontrano in Francia e in Europa non devono farci dimenticare i problemi che ci sono nel resto del mondo, dall'Africa, all'Asia, al sud America, dove esistono esempi positivi importanti. Questa è una

delle condizioni imprescindibili per poter essere davvero un Forum. Le altre sono più concrete. Dobbiamo essere in grado di proporre soluzioni credibili, e queste proposte devono essere discusse con le comunità, con le persone. Da chi pensi arriveranno queste proposte concrete? È una domanda davvero difficile. Perché questo Forum è un work in progress, costruito da chi ci parteciperà, senza soluzioni precostituite. Non vogliamo assumere il ruolo di chi decide al posto degli interessati ciò che è meglio per loro. C'è qualche segnale che queste soluzioni possano arrivare dall'Africa o da altri paesi non europei? Stiamo ricevendo proposte e suggerimenti, moltissimi arrivano dall'Africa e dal Sud America. Li stiamo vagliando uno per uno. È un lavoro enorme, che ci serve anche per capire come organizzarci, per stendere un programma che rispecchi le diverse realtà. Non soltanto la nostra, ma quelle vissute dalle persone di tutto il globo. E non è facile perché si incontreranno tante esperien-

ze, tante culture diverse. È il mondo stesso che si riunisce, da una parte nel Forum ufficiale, dall'altra in quello delle Alternative. I programmi di entrambi sono ancora in fase di preparazione. Quando pensi che l'impianto del Forum sarà più dettagliato? Io credo che all'inizio del prossimo anno potremo essere più precisi, ma stiamo già lavorando molto per assicurarne la riuscita. Noi siamo convinti che sarà un successo e stiamo facendo tutto il possibile perché questo progetto possa realizzarsi così come lo immaginiamo. Come avete vissuto la notizia della vittoria del Referendum in Italia? È stata una grande sorpresa e una grande gioia. È stata l'ennesima prova, più significativa di altre, che la gente può riprendere in mano il proprio destino, il proprio futuro, e compiere scelte generose e lungimiranti se ne ha l'opportunità. È stato un risultato importantissimo, e dobbiamo capitalizzarlo, anche trasmettendo a tutti coloro che conducono questa battaglia la convinzione che è possibile vincerla.

Un filo lega Genova alla Val Susa: la capacità Cittadinanza onoraria di agire localmente e pensare globalmente a Mark Covell democrazia. Ed è la democrazia la prima Dopo dieci anni i No Tav della Val di Susa sono tornati a Genova. Nel 2001 parlavamo di ‘un altro mondo possibile’ e dei pericoli del neoliberismo, e in questi dieci anni ce la siamo presa tutta questa ubriacatura neoliberista: inflazione, precarizzazione, delocalizzazione delle produzioni, disastri ambientali, guerre, disoccupazione, tagli al welfare… C'è un filo rosso che collega il movimento contro la Tav Torino-Lyon con il popolo di Genova, e non sta solo nella volontà di soffocare le proteste popolari con la forza, a Genova nel 2001 come a Venaus nel 2005 e a Chiomonte in questi giorni. Il movimento valsusino, partendo più di vent'anni fa dall'opposizione ad un'opera faraonica di altissimo impatto ambientale, ha raggiunto la maturità, è riuscito a fare il salto dal locale al globale e non a caso l'appuntamento annuale dedicato alle riflessioni pubbliche si intitola Il Grande Cortile, a rappresentare proprio il contrario del piccolo orticello personale evocato da chi parla della sindrome Nimby. Si è passati quindi a discutere non solo dell'opera in sé, ma di economia, di ambiente, di occupazione, di diritti, di giustizia, di

cosa che è a rischio quando si iniziano ad utilizzare le forze dell'ordine e persino l'esercito (gli alpini di ritorno dall'Afghanistan) non contro la criminalità organizzata, ma contro la società civile organizzata. Dieci anni fa a Genova - come recitava l'appello di Genova 2011 - «per aver detto solo la verità, venimmo repressi in maniera brutale e spietata». Domenica a Chiomonte si è tornati a sparare gas lacrimogeni, questa volta contro il campeggio No Tav, provocando il ferimento di un fotografo colpito al volto dall'ennesimo candelotto lanciato ad altezza uomo. Questa follia deve finire. A Genova sabato 23 luglio c’è stata una bellissima manifestazione, approdo di una settimana densa di iniziative e contenuti, grazie anche a una buona gestione dell'ordine pubblico. Può essere un buon punto di partenza. Ora è importante che si ritirino le truppe da Chiomonte e si riapra un dialogo serio, non affidato agli slogan di opposte tifoserie. La Val Susa è pronta a spiegare le ragioni del No e a proporre alternative all'opera. Info: moroni@arci.it

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Grande valore simbolico ha avuto il conferimento della cittadinanza onoraria da parte della Giunta del Comune di Genova al giornalista inglese Mark Covell, che la sera del 21 luglio 2001 rimase coinvolto nell'irruzione delle forze dell'ordine alla scuola Diaz e subì gravissimi danni fisici mentre svolgeva i propri compiti di informazione giornalistica nella sua qualità di inviato di Indimedia Uk. «La Giunta - ha dichiarato il sindaco Marta Vincenzi - ha deciso quest'atto in coerenza con le profonde tradizioni democratiche della città di Genova (già medaglia d'oro per la Resistenza), con la Costituzione Italiana e con lo Statuto comunale. Senza dimenticare che da alcuni anni il capoluogo ligure è protagonista di una rassegna di manifestazioni e incontri intitolata Genova città dei diritti, che ne fa città all'avanguardia europea nella promozione dei diritti civili e di libertà».


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migranti

Aprire le porte dei Cie per garantire informazione e trasparenza. Il 25 luglio presidi in tutta Italia Fino all'autunno si occuperanno di assistenza durante gli sbarchi, monitoraggio della situazione nel centro, raccolta di testimonianze sul viaggio, condizioni di vita in Libia e/o nei paesi d'origine, informazione sulla situazione giuridica dei migranti trattenuti, informazione sulla legislazione italiana sull'immigrazione e l'asilo, tutela dei minori, delle categorie vulnerabili, dell'unità familiare, assistenza nell'accesso alla procedura d'asilo, tutela legale dei migranti 'economici', assistenza del migrante e richiedente asilo nei trasferimento sul territorio italiano tramite il numero verde nazionale dell'Arci e la rete territoriale dell'associazione presente in tutte le città. Dai primi report inviati dagli operatori che hanno accesso al cpsa emergono in particolare le seguenti criticità: 1. gli spazi sono degradati e le persone vivono in un posto 'di passaggio' un periodo troppo lungo; 2. non c'è alcuna giustificazione per questo trattenimento lungo e illegittimo: se anche fosse vero che mancano i posti (cosa che non è) lo stato è obbligato a trovare soluzioni legittime evitando di creare altrove altre 'piccole Lampedusa'; 3. il trattenimento per più di 48 ore in assenza di provvedimenti del giudice non è legale: un sopruso più volte denunciato anche da organizzazioni e istituzioni internazionali; 4. i minori hanno un trattamento simile a quello degli adulti: detenuti per periodi lunghi e in stato di abbandono. Non risulta siano presi in carico da nessuno e si trovano quindi in una La condizione di immigrato o immigrata irregolare non condizione che è contraria a quanto può essere di per sé un ostacolo alla celebrazione prevede la legge; delle nozze con un cittadino o una cittadina italiana: lo 5. i maghrebini subiscono un trattaha stabilito la Corte costituzionale che ha dichiarato la mento discriminatorio, trattenuti in parziale illegittimità dell'articolo 116 del codice civile, attesa di rimpatrio coatto (l'ultimo, l'11 introdotto nel 'pacchetto sicurezza' del 1994 e modifiluglio con un volo che li ha portati da cato nel 2009. La sentenza ammette la celebrazione Lampedusa a Palermo e da qui in delle nozze tra un partner italiano e uno straniero, Tunisia); anche se non regolarmente presente sul territorio 6. le richieste d'asilo raccolte dall'Arci nazionale. Riprendendo un recente pronunciamento non ricevono trattamento analogo a della Corte europea e l'articolo 12 della Convenzione, quelle raccolte da altri organismi perla Consulta scrive nel dispositivo che accoglie il ricorso chè mancherebbe «uno specifico prodi una coppia italo-marocchina: «Resta pur sempre tocollo in materia»; fermo che i diritti inviolabili, di cui all'articolo 2 della 7. è certo che 4 tunisini che avevano Costituzione, spettano ai singoli non in quanto parteciespresso la volontà di fare richiesta pi di una determinata comunità politica, ma in quanto d'asilo e nominato un legale sono stati esseri umani, di talché la condizione giuridica dello rimpatriati senza che la loro domanda straniero non deve essere pertanto considerata - per venisse esaminata. quanto riguarda la tutela di tali diritti - come causa Anche solo alla luce di queste parziali ammissibile di trattamenti diversificati e peggiorativi». informazioni è evidente quanto sia Altri sono gli strumenti, secondo i giudici, per evitare i fondamentale poter fornire notizie su 'matrimoni di comodo'. quel che succede realmente all'interno

nche l'Arci ha aderito alla giornata di mobilitazione promossa il 25 luglio dalla Federazione nazionale della stampa italiana per chiedere il ritiro della circolare firmata dal ministro Maroni che vieta ai giornalisti l'ingresso nei Cie. Ci troviamo infatti di fronte all'ennesima violazione dell'articolo 21 della nostra Costituzione che sancisce il diritto a informare ed essere informati. Una violazione in questo caso particolarmente odiosa, poiché si vuole impedire che l'opinione pubblica venga a conoscenza delle condizioni di degrado e sopruso cui i migranti sono costretti a causa di una detenzione che non ha fondamento giuridico. Vogliamo contribuire a squarciare questa coltre che oscura la verità raccontando l'esperienza fatta dai nostri operatori all'interno del centro di Lampedusa. L'Arci è stata infatti recentemente autorizzata dal Ministero dell'Interno a svolgere le proprie funzioni di ente di tutela in favore dei cittadini stranieri nel cpsa dell'isola. Non è la prima volta che l'Arci opera a Lampedusa. Operatori e volontari dell'associazione sono presenti a Lampedusa sin dal 2005, con varie attività (dai campi di lavoro, all'organizzazione di eventi culturali, alla denuncia di abusi e violazioni di legge, ad un'azione costante di controinformazione).

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Anche gli irregolari possono sposarsi

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A Genova l’assemblea dei migranti Il 19 luglio si è tenuta a Genova l'assemblea nazionale delle associazioni dei migranti e antirazziste con l'obiettivo di rafforzare la rete delle organizzazioni che lavorano per i diritti e la dignità dei migranti. Presenti, tra gli altri, Piero Soldini, responsabile immigrazione Cgil nazionale, e Edda Pando di Arci Todo cambia, che hanno rilasciato brevi interviste ricordando le manifestazioni di dieci anni fa e i passi in avanti compiuti dalla rete antirazzista. «Una discussione sul tema dell'immigrazione è sempre utile, perché è un argomento su cui spesso possono svilupparsi speculazioni sul piano politico - commenta Piero Soldini. Per questo è necessario ridare la parola ai soggetti, alle associazioni, alle persone. L'obiettivo di questa assemblea è quello di riuscire a decidere insieme, in una coalizione più vasta possibile di realtà territoriali e nazionali, una iniziativa di mobilitazione che possa svolgersi il 18 dicembre, in occasione della Giornata dei diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie. Il 18 dicembre 1990 è il giorno in cui è stata approvata dall'assemblea delle Nazioni unite la Convenzione sui diritti dei lavoratori migranti: aver costruito un percorso di mobilitazione per quella giornata è propedeutico al fatto che rivendichiamo la ratifica di questa Convenzione in tutta Europa». «Il 19 luglio 2001 segnò un passaggio rispetto al movimento antirazzista e quello degli immigrati - ricorda Edda Pando - spero davvero che si riesca a recuperare lo spirito di quella manifestazione, a farlo prevalere oggi, a concepire un modo diverso di fare rete. Di positivo c'è che oggi la rete non coinvolge più solamente le associazioni nazionali, ma è più capillare, territoriale, coinvolge i piccoli organismi. Certo, le anime che compongono il movimento sono tante e rischiano di disperdersi; per questo dobbiamo cercare di focalizzare l’attenzione su alcuni punti basilari, che diventino la nostra bussola, senza cadere in ideologismi o in voglia di protagonismo che porti alcuni a prevalere sugli altri e rovinare tutto. Il grande successo che si registrò a Genova dieci anni fa è legato proprio a questo spirito comune, una grande conquista per tutti».

dei centri. La prima condizione per poter chiedere il ripristino della legalità e dei diritti democratici è conoscere la verità. Info: miraglia@arci.it


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solidarietàinternazionale

Il nuovo progetto di Arcs per la salvaguardia del patrimonio culturale della città de L’Avana tere innovativo e di ampia partecipazione. È stato inoltre dedicato ampio spazio alla lunga storia di cooperazione dell'Arci a Cuba iniziata negli anni '90 e che vede attualmente un intervento ancora più coordinato e intenso attraverso progetti nei campi della cultura, del sociale e dello sviluppo locale. Infine Ulice Eunice, responsabile del partner locale, Ramón Rosete del Gabinete de Restauración di OHCH e Ariel Machado Sánchez della Dirección General de Proyectos de arquitectura y urbanismo hanno analizzato nello specifico le attività che permetteranno di raggiungere i risultati previsti. Info: www.arciculturaesviluppo.it

a preso avvio nella città dell'Avana il progetto Salvaguarda de los valores patrimoniales y culturales que atesora el Centro Histórico de la Habana promosso da Arcs, dall'ong cubana SP-CM Sociedad Patrimonio, Comunidad y Medioambiente e finanziato con fondi dell'Unione Europea. Il progetto è stato lanciato il 18 luglio scorso a Cuba durante il programma radio HabanaMe di Habana Radio: in 3 ore di diretta i rappresentanti di tutte le organizzazioni e istituzioni coinvolte hanno spiegato alla popolazione gli obiettivi di questo importante progetto che permetterà di migliorare gli interventi a favore della salvaguardia del patrimonio culturale dell'Avana vecchia, dichiarato dall'Unesco ‘patrimonio dell'umanità’. Vivian Cabrera della direzione della Cooperazione internazionale dell'Officina dell'Historiador, organizzazione impegnata nella salvaguardia e nello sviluppo del quartiere più antico dell'Avana, ha introdotto la trasmissione ribadendo l'importanza della cooperazione internazionale a favore del patrimonio cubano.

L'Avana vecchia infatti non ha soltanto un valore storico, ma è anche un simbolo per molti cubani e soprattutto per gli abitanti del quartiere che con esso si identificano. Predrag Abramovic, responsabile del settore cooperazione della delegazione europea a Cuba che cofinanzia il progetto, e Ana Piencoz, prima segretaria dell'Ambasciata polacca, a nome dell'Accademia di Varsavia partner del progetto, si sono concentrati sulla particolarità dell'intervento della Ue a Cuba nel campo culturale. Nell'esperienza di cooperazione della Ue, infatti, Cuba è l'unico paese in cui è stata dedicata alla promozione culturale una linea specifica di finanziamento, riconoscendo quindi la cultura come elemento fondamentale per la lotta alla povertà. Federico Mei, a nome di Arcs, ha sottolineato l'importante ruolo che ha svolto l'ong nel riprendere e rilanciare rapporti che avevano visto la nostra associazione protagonista nell'ambito dello sviluppo locale con il programma PDHL - Nazioni Unite, e nel costruire partenariati internazionali, come quello con l'Accademia delle Belle Arti di Varsavia, che danno al progetto un carat-

Tutti gli obiettivi e le attività

L’Arci a Cuba: una presenza costante e attenta sul territorio e una solidarietà sincera

Il grande valore economico, sociale e culturale del centro storico de L'Avana, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco, rischia di andare perduto con il tempo. L’area presenta infatti evidenti condizioni di degrado e invecchiamento, ma le risorse economiche e materiali da investire per il suo mantenimento risultano scarse. Il progetto di Arcs intende quindi contribuire alla preservazione del patrimonio culturale del centro storico della città, rendendolo fruibile a tutti e capace di cementare il senso di appartenenza dell’intera comunità, e in particolare dei giovani, alle proprie radici. Si rafforzeranno le capacità e le strutture degli attori culturali a livello organizzativo, tecnico, finanziario e istituzionale attraverso l'accesso a tecnologie d'avanguardia; si consolideranno le conoscenze degli studenti e degli specialisti di conservazione e restauro sul tema della protezione dei beni culturali; si promuoveranno scambi di esperienze e conoscenze specifiche tra gli attori e le reti cubani ed europei. Si rafforzerà inoltre l'accesso alla cultura e la sua diffusione attraverso l'uso delle nuove tecnologie.

L'Arci è presente a Cuba da molti anni e la storia di solidarietà tra la nostra associazione e la popolazione dell'isola ha attraversato i diversi momenti delle relazioni internazionali della sinistra. Dal solidarismo internazionalista si è passati a forme di relazione diverse e forse più critiche e consapevoli. L'Arci è stata vicina al popolo cubano durante i durissimi anni che seguirono il collasso del blocco socialista, tanto terribile da affamare una intera nazione. In questo ‘periodo special’ tante Arci si mobilitarono spedendo materiali, grandi quantità di quaderni e libri per gli studenti, farmaci, generi di prima necessità. Nel disastro economico Arci supportò la cultura cubana, le espressioni artistiche, il cinema e la letteratura, che sarebbero potute essere travolte dalle necessità primarie di sussistenza. Quando Cuba uscì dall'emergenza, Arci fu protagonista di innovativi processi di cooperazione decentrata con il programma PDHL delle Nazioni Unite. L'Arci a Cuba ha una solida stima perché non ha mai rinunciato a commentare e criticare le scelte del governo locale. Per questo le relazioni solidali più forti sono con la parte migliore della

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La Fondazione Lelio e Lisli Basso, sezione internazionale, promuove un bando per quattro borse di studio finalizzate alla ricerca sui problemi dell’urbanismo in Africa. Info: www.fondazionebasso.it

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dirigenza locale. Arci è conosciuta, laddove è presente, per condurre le sue attività in modo partecipato e popolare, accanto ai responsabili e agli operatori cubani che davvero lavorano sul territorio e con le fasce deboli della popolazione. Ciò ci ha permesso di sviluppare ottime relazioni con l'Ambasciata d'Italia a l'Avana e le rappresentanze di Onu e UE. Con questi enti e con le parti cubane, Arcs ha attivi dei progetti che vedono partecipare i nostri comitati territoriali e regionali. Si tratta di progetti di tutela dei diritti culturali, di conservazione del patrimonio, di creazione di occasioni di crescita integrata tramite attività culturali e ricreative. E poi c'è la parte sociosanitaria, il contrasto alle malattie a trasmissione sessuale, la sfera maternoinfantile ed il benessere psicofisico della popolazione omosessuale e transgender. Pragmatismo, comunicazione, orizzontalità contraddistinguono l'azione dell'Arci a Cuba. Perché sarà importante continuare a sostenere la parte migliore della società cubana quando, inevitabilmente, qualcosa di nuovo succederà. Info: mengozzi@arci.it


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legalitàdemocratica

Bilancio positivo del progetto ‘Le regole della libertà’, promosso dall’Arci di Pavia i è concluso con un concerto aperto alle scuole e alla cittadinanza e la presentazione dei lavori il progetto Le regole della libertà: percorsi scolastici di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva e responsabile promosso dall'Arci di Pavia nel Comune di Voghera. «Siamo partiti dalla convinzione che senza una condivisione degli obiettivi del lavoro con i ragazzi - destinatari privilegiati dei percorsi offerti - le proposte non sarebbero mai diventate patrimonio reale del pensiero degli studenti - spiegano i promotori del progetto - quindi uno dei passaggi fondamentali di questo lavoro è stata la capacità di riprogettare in itinere alcuni momenti, in modo da permettere ai ragazzi di trovare spazio per elaborare la propria proposta creativa. Anche quest'anno abbiamo dedicato alla legalità il mese di maggio a Voghera con alcuni importanti momenti pubblici, conclusivi del progetto in corso». Il percorso di conoscenza dei comportamenti e dei fenomeni mafiosi e illegali si è sviluppato nel corso dei mesi in maniera sistematica in tutti gli istituti coinvolti, fornendo un background per affrontare il percorso previsto da ciascuna azione. Tra i temi affrontati, le origini e l’evoluzione della criminalità organizzata di stampo mafioso in Italia, l'analisi delle varie

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organizzazioni mafiose, le organizzazioni criminali nel Nord Italia, il potere economico delle organizzazioni criminali e i rapporti tra mafia e politica, l'azione di contrasto delle istituzioni, la normativa antimafia. Dopo l'approccio teorico, sono stati realizzati alcuni progetti pratici come il laboratorio di videoripresa, rivolto a una terza Liceo scientifico composta da 18 alunni, che hanno partecipato sia alle lezioni teoriche proposte dal regista Filippo Ticozzi, sia a tutto il percorso di elaborazione del cortometraggio finale, dalla stesura della sceneggiatura alla realizzazione del filmato conclusivo. Gli alunni hanno partecipato ad un incontro con la dottoressa Iole Garuti dell'associazione Omicron il 6 aprile e ad una conferenza tenuta da un magistrato dell'antimafia di Milano presso il Teatro Arlecchino di Voghera. Infine è stato realizzato un incontro pubblico di presentazione del progetto alla scuola e alla città nell'ambito della 629esima Fiera dell'Ascensione di Voghera. Molto interessante anche il risultato del lavoro sull'album musicale Terra in bocca della band musicale I giganti, che nel 1971 realizzò un concept album dedicato al tema della mafia, mai diffuso a causa della censura. È di recente pubblicazione il libro-cd intitolato Terra in bocca. Quando I giganti sfi-

darono la mafia, che ripropone quello stesso album permettendo una lettura della storia dell'esperienza e l'ascolto di un'opera lasciata ai margini. Terra in bocca ha riscosso il plauso di artisti del calibro di Franco Battiato per il modo appassionato con cui affronta la storia di un omicidio in Sicilia contro chi aveva osato ribellarsi al controllo mafioso dell'acqua. Gli studenti delle classi coinvolte, partendo dall'ascolto del cd, hanno affrontato l'analisi di testi di musica con incursioni nel sound rock progressive. A maggio è stato realizzato il concerto Terra in Bocca presso il teatro Arlecchino a Voghera, che continua a girare l'Italia replicato nei più importanti festival musicali italiani: l'ultima tappa estiva è stata il 19 giugno a Reggio Emilia. Ancora, ha riscosso grande successo il progetto Canzoni contro le mafie, percorso musicale che ha riproposto ai ragazzi alcune tra le più significative canzoni italiane che hanno come tema la mafia, proposte da Paolo Terlingo e Matteo Callegari insieme con il Sacher Quartet. Una partecipazione a tutti gli eventi che è stata corale e spontanea, con particolare entusiasmo per il concerto che si è tenuto a metà maggio al Teatro Arlecchino di Voghera. Info: pavia@arci.it

I volontari toscani nelle terre di Gomorra: si conclude il primo campo della legalità a Parete nche questa settimana ospitiamo una testimonianza dei campi della legalità Arci che si stanno svolgendo in questi mesi. A raccontare la propria esperienza di coordinatore è Luca D'Onofrio dell'Arci di Pisa, coordinatore del primo campo della legalità che si è svolto a Parete, in provincia di Caserta, dal 16 al 23 luglio. «Dopo circa sei anni dall'inizio dell' esperienza dei campi della legalità nei terreni confiscati alla mafia, quest'anno si aggiunge la Campania. Dal 16 al 23 luglio otto volontari toscani sono partiti per un nuovo viaggio all'insegna della legalità: destinazione Parete, paese di circa 11mila abitanti in provincia di Caserta. Proprio a Parete esiste un'associazione storica affiliata all'Arci, Nero e non solo, che da molti anni fa assistenza ai migranti sfruttati dalla camorra nei terreni agricoli. Circa due settimane fa, Nero e non solo ha avuto in affidamento un terreno confiscato al clan dei casalesi che è situato nel comune di Santa Maria la fossa. In questo terreno gli otto volontari toscani hanno messo piede per la prima volta insieme ai

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ragazzi dell'Arci di Caserta per bonificarlo e metterlo in coltura. Per chi come me da molti anni partecipa ai campi della legalità sa bene che emozione si prova quando per la prima volta calpesti un terreno confiscato e bisogna iniziare tutto da capo. È la stessa sensazione che ho provato quando nell'estate del 2005 insieme a Calogero, Salvatore, Franco e gli altri soci della cooperativa Lavoro e non solo iniziammo a bonificare un terreno nel comune di Canicattì. Allora ebbi una sensazione di smarrimento e con me i soci della cooperativa, non sapevi da che parte iniziare. Eppure con grande fatica e coraggio iniziammo ad estirpare erba e viti ed ora quel terreno produce il Limpiu, un vino con una vitamina in più: la 'L' come legalità. La stessa cosa è accaduta con Biagio, Angelo e Nello dell' Arci di Caserta quando siamo arrivati sul terreno. Con grande fatica abbiamo iniziato a tagliare erba, a pulire dei casolari dove prima c'era un allevamento di bufale. Quel terreno dovrà essere messo in coltura e vedrà sorgere - questo è il progetto - una fattoria didattica. Durante

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il campo abbiamo anche ripulito un campetto di calcio che fa parte di un complesso sportivo di Casapesenna, la terra del boss Michele Zagaria. Quel complesso prima della confisca apparteneva al boss ed aveva un nome particolare: 'i galantuomini'. Nessuno poteva entrare per fare una partita perchè era ad esclusivo uso dei camorristi che lì dentro svolgevano le loro riunioni. Ora quel campetto, da noi ripulito, sarà aperto a tutti i ragazzi di Casapesenna. In questa settimana di impegno ho visto tanta gente attiva che ha voglia di cambiare, di riprendersi il territorio. Per me tutto questo ha un significato particolare perché provengo da quelle terre. Da Nero e non solo parte il riscatto di quei territori. Noi abbiamo il dovere di sostenere quei ragazzi. Prima quelle terre rappresentavano il potere di 'mammasantissima'. Giravano in paese con pistole e kalashnikov in bella vista e non è un’immagine retorica ma quello che davvero accadeva. Oggi quelle stesse terre di lavoro e di dignità rappresentano il riscatto di un popolo».


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società

Stabilmente precari. La manovra dei mercati contro i diritti di cittadinanza Articolo di Giuseppina Tucci della Rete della Conoscenza

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deriva del precariato e della disoccupazione giovanile e anzi peggiora la situazione, andando nella direzione diametralmente opposta a quella auspicata dai movimenti nel corso delle mobilitazioni di quest'anno, ovvero un rafforzamento del sistema del welfare non in senso assistenzialista ma per garantire i diritti di cittadinanza attraverso il reddito. Gli ulteriori tagli all'organico della scuola pubblica, in attuazione della legge 133/08, determineranno un duplice risultato: da una parte l'esubero di un numero consistente di precari della scuola e dall'altra una pesante ricaduta sulla didattica. La prima conseguenza tangibile sarà l'aumento del numero di studenti per classe. Il problema sarà ancor maggiore per il sostegno degli alunni con disabilità, considerato l'ulteriore e drastico taglio agli insegnanti di sostegno. Altro punto importante, che segna un ulteriore arretramento nel reale riconoscimento del diritto allo studio per tutti e tutte, è l'azzeramento del fondo che fino ad oggi garantiva la gratuità dei libri di testo nelle scuole elementari. A ciò si

MILANO Lorenzo Miozzi del Movimento consumatori è stato eletto, nell’ultima assemblea dei soci che si è riunita il 18 luglio presso la sede di ActionAid, nuovo presidente di Valore Sociale. Auguri dall’Arci per il nuovo incarico

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li ultimi due anni ci hanno consegnato un Paese devastato dagli effetti della crisi finanziaria ed economica globale. Di fronte a questa situazione drammatica il Governo non ha saputo far altro che piegarsi alle direttive della Banca Centrale Europea e degli organismi internazionali, tutelando quindi i grandi interessi finanziari mondiali, causa principale della crisi dei mercati, e non il benessere dei cittadini. In questo contesto si inserisce l'ultima Finanziaria che si annuncia ancora più pesante anche perché nel frattempo gli effetti della crisi si fanno sentire sempre di più, e ulteriori tagli al welfare, dalle pensioni alla sanità alla stessa scuola, porteranno ad un allargamento della forbice sociale - i ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri - e ad un blocco definitivo dell'economia del Paese. Tagli che peraltro incideranno più pesantemente sul biennio 2013-2014, periodo in cui un altro Governo sarà costretto ad affrontare le ricadute di questa manovra. Questa Finanziaria inoltre non pone nessuna risposta rispetto alla

aggiunge lo smacco di un ulteriore e consistente aumento dei finanziamenti alle scuole paritarie, mentre le richieste di ulteriori fondi per l'edilizia scolastica restano ancora inascoltate, nonostante la situazione critica di moltissime strutture scolastiche italiane. Di fronte ad un Governo, e alla politica dei partiti in generale, sordi alle richieste provenienti dalla cittadinanza e dei movimenti sociali, è necessario rilanciare una mobilitazione in grado di coinvolgere tutti i settori colpiti dalla manovra e dalla gestione fallimentare della crisi, in grado non solo di opporsi alle politiche di restringimento dei diritti ma di rilanciare un altro modello di democrazia e sviluppo, condiviso e praticato dal basso.

Manifestazione per Il Senato approva il Ddl sull'Istituzione il centro antiviolenza nazionale indipendente per i diritti umani Il 28 luglio alle 17 il comitato 13 febbraio e tutti i cittadini che si sono mobilitati scenderanno in piazza a Viterbo a sostegno del centro antiviolenza Erinna che rischia di chiudere per il mancato rinnovo della convenzione da parte dell'ente provinciale. La provincia di Viterbo ha infatti rescisso la convenzione che garantisce l'esistenza del centro antiviolenza provinciale, l'unico nella Tuscia, creato e gestito appunto da Erinna. Dopo settimane di proteste e di indignazione che hanno visto l'adesione solidale di moltissimi cittadini, associazioni e persone appartenenti a forze politiche differenti, si è infatti deciso di continuare la protesta con una manifestazione pubblica durante la quale verranno letti brani del libro Al centro le donne, in cui sono raccolte delle testimonianze di donne che hanno subito violenze. Saranno presenti rappresentanti di altri centri antiviolenza della regione che rischiano la stessa sorte. Lo slogan della manifestazione è la frase di una donna aiutata in passato dal centro: «Se chiude Erinna, io torno ad avere paura».

Il Senato ha approvato nei giorni scorsi il disegno di legge che istituisce la Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani al termine di un percorso difficile e complesso durato oltre dieci anni. Il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani ha accolto con favore l'esito della votazione e auspica che la discussione sul disegno di legge venga calendarizzata con urgenza anche alla Camera. Il segnale che arriva dal Senato dà comunque speranza rispetto all'impegno del nostro paese in tema di diritti umani. «L'Italia, sebbene da giugno sia nuovamente membro del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, vive la grave anomalia di non essere dotata a livello nazionale di un'Istituzione indipendente conforme ai Principi di Parigi» - ha dichiarato Carola Carazzone, Presidente del Vis e portavoce del Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, la rete di 83 organizzazioni (fra cui l'Arci) che da oltre 10 anni lotta per una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani in linea con i Principi di Parigi.

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Il ruolo svolto dal Comitato è stato anche evidenziato da uno dei relatori del disegno di legge: «C'è da ricordare che in Italia il mondo delle Ong e dell'associazionismo da tempo preme in questa direzione. Il Comitato per la promozione e la protezione dei diritti umani, che è un network formato da molti soggetti, è nato nel 2002 con lo scopo specifico di favorire l'istituzione di un organismo indipendente». Il Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani rinnova l'invito all'Italia di affrontare la prossima fase del percorso del disegno di legge prevedendo un maggiore coinvolgimento della società civile, anche in sede di consultazione come richiesto dai Principi di Parigi, e invita il Governo e il Parlamento a richiedere il supporto tecnico del Dipartimento Istituzioni nazionali dell'Ufficio dell'Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, anche al fine di tener conto delle migliori pratiche e delle esperienze già acquisite negli altri paesi, in particolare europei, attraverso momenti di confronto, studio, analisi comparata e audizione di esperti internazionali.


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Artisti di successo internazionale e concerti gratuiti: torna il Giovinazzo Rock Festival al 30 luglio al primo agosto 2011 torna il Giovinazzo Rock Festival, giunto quest'anno alla sua XII edizione, organizzato dal circolo Arci Tressett di Giovinazzo (Bari). Tre giorni di musica totalmente gratuita e accessibile: in un periodo in cui la crisi investe anche la cultura, il Giovinazzo Rock Festival continua a portare avanti la musica fruibile per tutti, soprattutto giovani. Un’edizione che si svolgerà con il patrocinio e il sostegno di Comune di Giovinazzo, Provincia di Bari, Regione Puglia, Area Metropolitana, Puglia Sound, Momart Musica. Ma anche e soprattutto un'edizione all'insegna della continuità con le annate passate, che lo hanno reso uno degli appuntamenti più attesi dal pub-

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GUAGNANO (LE) Il 29 luglio alle 22 all’Arci Rubik, all’interno del Sei Festival, concerto dei Piet Mondrian, complesso musicale composto da Michele Baldini e Caterina Polidori

blico giovanile di tutta la Puglia e non solo, con l'introduzione di nuovi elementi, come una maggior presenza di artisti internazionali e un secondo palco, l'Alter Stage, dedicato alle energie rinnovabili, che sarà alimentato grazie all'utilizzo di pale eoliche, sul quale si esibiranno nuovi progetti musicali di valore. Inserito e riconosciuto nel circuito nazionale dei festival musicali, la kermesse in questione è sempre stata una vetrina importante per band emergenti pugliesi e non solo, visto che nelle precedenti edizioni hanno partecipato anche gruppi austriaci, tedeschi, francesi noti sulla scena internazionale. Sui due palchi in totale ben 14 live, tra cui le esibizioni degli attesissimi dEUS, Aucan, Nada, Fujiya & Miyagi, Casino Royale, Brunori Sas. Ad aprire la kermesse il 30 luglio sarà il gruppo dei dEUS, storica band belga nata agli inizi degli anni ‘90, fra le più influenti del panorama indie internazionale, con sette album all’attivo e l’ottavo in preparazione, la cui uscita è prevista per settembre. A Giovinazzo i dEUS si esibiranno nella loro unica data nel sud Italia (l'altra è a Torino) e, in assoluto, sarà la loro unica esibizione ad ingresso gratuito. Il 31 luglio

sarà la volta di una grande artista italiana: sul palco di Giovinazzo, infatti, salirà Nada che verrà accompagnata dal rock multisfaccettato degli Zen Circus al completo insieme a Francesco Motta dei Criminal jokers. A seguire, ci saranno i Fujiya e Miyagi, un gruppo, a dispetto del nome a forti tinte orientali, proveniente da Brighton. Prendono il nome dai personaggi di Karate Kid e sono ossessionati dal krautrock di Can e Neu! e dall’elettronica della metà degli anni ‘90, il tutto assemblato in chiave indie-pop. La chiusura del primo agosto vedrà l'esibizione del gruppo, nato nel 1987 a Milano, dei Casino Royale a cui seguirà la performance di Brunori Sas, pseudonimo dell'artista calabrese Dario Brunori. Il suo primo album Brunori Sas - volume 1 si è aggiudicato il Premio Ciampi 2009 come miglior disco d’esordio. Al Giovinazzo Rock presenterà il nuovo album Poveri Cristi. Media partner dell’edizione 2011 saranno: Radio Trip, RadioBariCittàFutura e RadioL(u)ogoComune, che trasmetteranno in streaming e in diretta radiofonica la tre giorni di musica live. Info: www.giovinazzorock.it

Notizie Brevi TerrazzAurora AREZZO - Ultimi appuntamenti con TerrazzAurora, la manifestazione di teatro, musica e letteratura promossa dal circolo Aurora nel mese di luglio. Il 27 luglio Arci Book e la Biblioteca di Riccardo animeranno il bookcrossing Prendi un libro e scappa. Il 28 luglio alle 22 gli Ingresso libero omaggeranno con le loro cover Rino Gaetano, cantautore italiano ancora attuale grazie alla ‘semplice complessità’ dei suoi testi e alla moderna originalità delle sue melodie. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito. Info: arezzo@arci.it

Concorso per artisti AVIGLIANO (PZ) - L’Arci di Avigliano indice un concorso per tutti gli artisti tra i 16 e i 35 anni: musicisti, band musicali, pittori, scultori, video-maker, fotografi, graphic designer, artisti digitali, poeti e scrittori possono dare spazio alla propria creatività partecipando a Memorie dal sottosuolo, culture, subculture e post-culture giovanili. Le opere selezionate saranno esposte il 4 agosto presso la villa del Monastero. Per informazioni e presentazione

delle opere contattare gli organizzatori al sito di seguito indicato. Info: www.arciavigliano.it

Festival Fluttuante SAN GIUSEPPE DI COMACCHIO (FE) - Il 9, 10 e 11 agosto il Voodoo Arci club e il Ponterosso Garden, in collaborazione con Studio 24, presentano la prima edizione del Festival Fluttuante, tre giorni di concerti gratuiti che avranno luogo sul palco galleggiante in mezzo al lago. Tutte le sere, aperitivo fluttante dalle 18, inizio concerti dalle 21. Tra i gruppi che si esibiranno Criminal Funky, Don Vito, Veleno, Alternative Stinks, The ties and the lies. Durante il Festival, campeggio con tende e utilizzo dei servizi della struttura saranno gratuiti, bar e ristoro resteranno aperti sino all’alba e sarà possibile la pesca anche notturna. Info: voodooarciclub@libero.it

Marcia per la pace SANT’ANNA DI STAZZEMA (LU) Torna anche per quest’anno l’appuntamento con la Marcia per la pace promossa da Arci Versilia e Anpi di Lucca che, partendo da Sant’Anna di Staz-

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zema raggiungerà Marzabotto, unendo due luoghi simbolo della sofferenza e del martirio dei civili. Cinque tappe, dal 12 al 16 agosto, in cui offrire un omaggio alla memoria delle vittime della barbarie nazifascista e testimoniare il senso della storia e dell’aspirazione alla pace. Per informazioni contattare il comitato Arci Versilia. Info: viareggio@arci.it

Una rete per unire le culture CANICATTI’ - Una rete per unire le culture è il nome dell’evento, organizzato da Arci Samarcanda e Sinistra Attiva, in collaborazione con i rappresentanti della comunità rumena e magrebina canicattinese, con l’intento di sensibilizzare sulla tematica dell’intercultura e sulle problematiche dei migranti. L’evento sarà ospitato, a partire dalle 20 di mercoledì 27 luglio, presso l’oratorio salesiano di Canicattì. I ragazzi che prenderanno parte all’iniziativa si affronteranno in un triangolare di calcio a 5; negli intervalli tra le partite sono previste numerose sorprese a tema. Info: www.arcisamarcanda.it

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Periferia dell’impero SESSA AURUNCA (CE) - Si svolgerà il 20 e 21 agosto presso l’Ecomuseo del Castello Ducale il Festival del cortometraggio Periferia dell’impero, promosso dall’Arci Matidia con il patrocinio del Comune di Sessa Aurunca. Possono partecipare al concorso opere di finzione di qualsiasi genere, ma con particolare riferimento a tematiche concernenti gli esclusi, i diversi, i precari, i cassintegrati, gli anziani, i diversamente abili, i rifugiati, insomma gli ‘ultimi’. Le opere devono avere una durata non superiore ai 30 minuti e vanno consegnate entro il 12 agosto 2011. Info: www.arcisessa.webnode.com

Clash to me! MANTOVA - Per l’Arcifesta in piazzale Te, il 28 luglio alle 21.30 appuntamento con Clash to me, imperdibile spettacolo concerto per tutti gli amanti dei Clash. Un viaggio alle radici musicali e culturali della rivoluzione punk rock vista con gli occhi di giovani sbandati di provincia di fine anni ‘70. Ingresso gratuito. Info: www.arcimantova.it


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Arci Percorsi presenta il bando ‘Storie di lavoro’ per artisti e compagnie teatrali

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A Valenzano ‘Saperi e sapori’ Una passeggiata nel borgo antico di Valenzano (in provincia di Bari) fra musica, arte e cultura: saranno questi gli ingredienti dell'edizione 2011 di Saperi e sapori, evento organizzato il 29 luglio dal circolo Arcipelago con il patrocinio della Regione Puglia e il supporto del Comune di Valenzano e del progetto Network Giovani. La seconda edizione della manifestazione coniugherà i sapori della cucina tradizionale, locale e mediterranea, con i suoni dei Camillorè e le opere di Michele Tangorra, artista poliedrico sulla scena da ormai 20 anni, Antonio Pasquale Prima, giovane pittore valenzanese fra i protagonisti del Padiglione Italia della Biennale di Venezia, e Alik De Luca, fotografo menzionato dalla giuria artistica per le selezioni della Bjcem (Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo). L’evento si svolgerà nelle strade del centro storico di Valenzano e negli spazi ancora poco conosciuti del Castello Baronale di Valenzano, in un percorso che si snoderà per le vie del centro storico e che toccherà Largo San Benedetto, piazza Garibaldi e piazza Padreterno. L'ingresso è gratuito. Info: www.arcivalenzano.it

trasversali, eretici, in cui la realtà si deforma per cercare la sua forma vera. Ma, soprattutto, aspetto fondamentale è raccontare il lavoro nel territorio della Provincia di Viterbo, le trasformazioni e i metodi, il tempo presente attraverso lo sguardo degli artisti. La manifestazione ha, in passato, già attraversato la provincia partendo da Civita Castellana e dalle sue industrie ceramiche, passando da Viterbo all'Università della Tuscia, alla Centrale elettrica Alessandro Volta di Montalto di Castro, a una fattoria didattica e una falegnameria a Castiglione in Teverina, e ancora ha vissuto il lavoro del frantoio presso la cooperativa Olivicoltori di Vetralla e sperimentato il lavoro dei barbieri. Altra finalità dell'evento è quella di svolgere, attraverso un percorso artistico, una campagna di sensibilizzazione sul tema della sicurezza sul lavoro, con l'impiego di risorse e capacità culturali di espressione locale che fanno da ponte ad artisti di fama nazionale, affiancando il mondo produttivo e del lavoro valorizzandolo attraverso l'utilizzo di luoghi di lavoro come siti degli eventi. Il bando nasce con l'obiettivo di favorire e sostenere le compagnie che trat-

tino nei loro spettacoli tematiche inerenti il lavoro in ogni sua forma attraverso la circuitazione di uno spettacolo, offrendo spazi di visibilità e confronto. Il bando si rivolge a gruppi, compagnie e singoli artisti (non amatoriali) senza limitazioni di età operanti sul territorio nazionale ed europeo. Il bando è rivolto ad artisti e compagnie di teatro, danza, circo ed arti performative in genere. Ogni gruppo/artista può presentare più di una proposta. Sono ammessi sia spettacoli che hanno già debuttato sia spettacoli inediti. Lo spettacolo deve avere durata non inferiore ai 50 minuti. Il bando completo (con scadenza 3 settembre 2011) è sul sito indicato di seguito. Info: festivalstoriedilavoro.blogspot.com

UDINE Al Mis(s)kappa il 27 luglio alle 20.30 si terrà l’iniziativa Ricordando Juliano Mer Khamis. Testimonianze da Jenin, con la proiezione di un video e la testimonianza di una ragazza palestinese che sarà presente all’incontro

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n occasione dell'anno della ceramica promosso dal Comune di Civita Castellana (VT) l'associazione culturale VentiChiaviTeatro in collaborazione con l'Officina culturale della Tuscia, l'Arci Percorsi, l'Officina culturale della Bassa Sabina, l'Officina 10/11 di Triangolo Scaleno Teatro promuovono il bando Storie di lavoro, attraverso cui verrà selezionato uno spettacolo particolarmente significativo da inserire nelle programmazioni 2011-2012 degli enti promotori. Giunto alla sua quarta edizione, il Festival Storie di lavoro è un progetto che porta il teatro ma anche la musica e l'arte nei luoghi di lavoro attivi. Fabbriche, frantoi, falegnameria, centrali elettriche, negozi, sono i luoghi attraversati da questo festival. Non semplici cornici di spettacoli, ma luoghi vivi trasformati dallo sguardo dell'artista e dello spettatore. Nato da un'idea del circolo Percorsi sotto la direzione artistica di Ferdinando Vaselli, il Festival sceglie di parlare del presente. Raccontare il lavoro significa raccontare la complessità della contemporaneità. Raccontare il lavoro scegliendo il linguaggio scenico dello spettacolo dal vivo significa utilizzare sguardi

Arci Reggio Emilia presenta ‘Discofili. Uomini e canzoni’ di Vincenzo Cavallarin Discofili. Uomini e canzoni è il titolo del libro edito da Aliberti editore, di Vincenzo Cavallarin, pubblicato in collaborazione con il comitato territoriale di Reggio Emilia. Si tratta di un’esperienza di ‘ascolto’ preziosa e inedita, poichè ha coinvolto ascoltatori speciali come Frankie Hi-Nrg, Bruno Gambarotta, Franco Fabbri, Edmondo Berselli, Michele Lupi, Giovanni Sollima e Violante Placido. Musicisti, giornalisti e attori che hanno risposto alla domanda «E se i dischi conservati gelosamente negli scaffali dei nostri appartamenti potessero prendere la parola per una sera, cosa

direbbero di noi?». Esperti e meno esperti di musica salgono in consolle per proporre le loro personalissime colonne sonore e così, tra Lucio Battisti, i Clash, Bob Dylan ma anche Bjork, Iggy pop, Luciano Ligabue e perfino Johannes Brahams solo per citarne alcuni - ricamano un filo rosso che, a partire proprio da questi ascolti, tesse le fila di un racconto delle loro vite. La musica non solo come occasione di svago, ma come spunto per raccontare il vissuto, spiare nelle orecchie e tra i gusti delle persone, ‘sbirciare’ nei loro impianti stereo.

Chiude la sede del circolo Il cavallo di Troia Nonostante la chiusura della storica sede, attiva dal 2002, il circolo Arci Il cavallo di Troia di Molfetta chiarisce, in un comunicato diffuso nei giorni scorsi, la volontà di continuare ad impegnarsi in iniziative culturali e artistiche presenti sul territorio, dando appuntamento al 15 e 16 settembre nel Parco di Ponente con Aritmia Mediterranea 2011. «Al di là dell'amarezza del momento, il ruolo che la nostra associazione ha svol-

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to nella città in tutti questi anni è un patrimonio che non intendiamo disperdere. Giunto alla sua nona edizione, il Festival assume un valore ancora maggiore e ci fa misurare non solo con la costruzione di uno spazio gratuito di musica e creatività, ma anche con il rischio costante che tante esperienze di impegno in questa terra possano spegnersi; per questo, tema di questa edizione sarà Da qua se ne vanno tutti!».


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società

Le proposte del Network Giovani in Sicilia: formazione, confronto e piattaforma comune l progetto Network Giovani in Sicilia, realizzato nell'ambito del PoGas, è quasi giunto al termine. L'intervento ha avuto come focus la messa in rete delle esperienze di web-radio legate a circoli Arci siciliani, e ha mostrato tutte le sue potenzialità soprattutto in riferimento al coordinamento delle diverse esperienze di aggregazione giovanile che nelle web-radio hanno trovato un utile mezzo di partecipazione. In particolare le web-radio che avevano già iniziato un percorso (Radio altra voce a Gela e Radio Matria a Catania) hanno per la prima volta avuto la possibilità di confrontarsi in maniera congrua sulle loro rispettive esperienze e prospettive. L'idea sicuramente più interessante è comunque nata dagli incontri con i rappresentanti giovanili di tutti i comitati territoriali. In particolare si è cercato di mettere in rete le esperienze di Radio Matria e Radio altra voce e di puntare alla costruzione di un network radiofonico in grado di raggruppare le diverse esperienze già presenti in Sicilia ed incentivare la formazione di nuove web radio (individuandone almeno una per comitato territoriale).

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A questo proposito si è lavorato per la costituzione di una piattaforma comune che ha previsto da una parte la realizzazione di format radiofonici assimilabili da trasmettere da un server comune; dall'altra si sono realizzati eventi, anche in occasione di appuntamenti importanti per la vita associativa (Carovana Antimafie 2011 e Festa della Musica), finalizzati alla promozione del network radiofonico Arci. In particolare, durante la giornata conclusiva della Carovana Antimafie a Corleone il 4 giugno scorso, sono stati trasmessi alcuni eventi significativi (gli incontri nelle scuole primarie e con il liceo classico, la radiocronaca della maratona della legalità che nel pomeriggio ha attraversato il paese, interviste a Rita Borsellino, Calogero Parisi, Paolo Beni e Don Ciotti, presenti all'evento) ed una postazione radio all'aperto ha trasmesso la diretta del concerto conclusivo al quale sono intervenuti artisti indipendenti. A Catania la promozione del Network Giovani ha incrociato l'esperienza della Festa della Musica, trasformandola in un appuntamento decisivo per la promozione dei network radiofonici e dei percorsi di emancipazione cultura-

le/musicale connaturati alla 14° edizione della Festa della Musica. Tutto l'evento è stato trasmesso in diretta da Radio Matria e, anche in questa occasione, si è sfruttata la naturale visibilità della Festa della Musica per promuovere il lavoro e la passione delle compagne e dei compagni che nella radio vedono un fondamentale mezzo di liberazione dalle asfittiche prospettive di comunicazione offerte dalla cultura consumistica dominante. Sia le trasmissioni prodotte durante gli eventi appena citati sia le collaborazioni di sperimentazione comunicativa che hanno interessato il progetto, saranno riproposte in formato digitali e liberamente fruibili all’indirizzo radiomatria.blogspot.com. Info: dariopruiti@gmail.com

Hanno collaborato a questo numero Greta Barbolini, Alina De Gennaro, Silvia De Silvestri, Andrea De Taddeo, Luca D’Onofrio, Walter Massa, Gianluca Mengozzi, Gabriele Moroni, Piero Pacchioli, Margherita Parigini, Giulia Parri, Dario Pruiti, Leopoldo Tartaglia, Giuseppina Tucci, Franco Uda In redazione Andreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

È scaricabile dal sito del Movimento consumatori la nuova versione della Carta dei diritti del turista. Nella Carta ci sono tutte le novità introdotte dal decreto legislativo numero 79/2011 in materia di ‘pacchetti turistici’, danno da vacanza rovinata e multiproprietà. Sono affrontati inoltre, con i necessari aggiornamenti, i temi del trasporto aereo, marittimo e ferroviario, del contratto di albergo, degli animali in viaggio e dei servizi balneari. Nella guida è riportato anche il ‘Decalogo del turista garantito’, elaborato nell’ambito di un protocollo che regola anche una procedura di conciliazione paritetica delle controversie con agenzie e tour operator. Per segnalare disagi subiti in vacanza si può scrivere a: sosturista@movimentoconsumatori.it

Rc auto. Ania e Governo continuano a prendere in giro gli automobilisti «Basta scuse. Le riforme che hanno chiesto Ania e Governo per porre un freno all'aumento dei premi RC Auto le hanno già fatte. Di quali riforme parlano ora? - si chiede Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori - Si riferiscono alle liberalizza-

zioni che hanno cercato di bloccare in tutti i modi possibili e immaginabili o forse all'indennizzo diretto che non ha portato nessun beneficio agli automobilisti?». Per il presidente di MC è tempo di buttare giù la maschera e ammettere un fallimento dovuto in toto alle scelte sbagliate e protezionistiche sia del Governo sia dell'Ania. «Il sottosegretario Saglia sostiene che è necessario modernizzare il settore - aggiunge Miozzi - ma come se ancora, malgrado i richiami anche dell'Antitrust, non abbiamo una legge sulla concorrenza? A quale gioco stiamo giocando? Verrebbe da dire a ‘scaricabarile’ e intanto sono i cittadini a pagare il prezzo di questo gioco affatto divertente per le tasche delle famiglie alle prese con la crisi economica».

Vacanze. Informarsi per essere tutelati Purtroppo gli italiani che si apprestano a partire sono sempre meno, ma nonostante questo dato possono esserci imprevisti e disagi per i turisti. Sul sito di Movimento Consumatori, www.movimentoconsumatori.it, trovate alcuni consigli su voli, pacchetti turistici e alberghi, utili per affrontare le vacanze con più tranquillità.

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Direttore responsabile Emanuele Patti Direttore editoriale Paolo Beni Impaginazione e grafica Claudia Ranzani

www.movimentoconsumatori.it

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Carta dei diritti del turista 2011

Progetto grafico Sectio - Roma Cristina Addonizio Editore Associazione Arci Redazione Roma, via dei Monti di Pietralata n.16 Registrazione Tribunale di Roma n. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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