A Patrizia.
Indice 0.0
Introduzione
3
Capitolo 1 1.1
Lettura critica delle esquinas di SolĂ -Morales
6
1.2
Esquina doble: il Plan CerdĂ
12
1.3
Esquina espacial
16
1.4
Esquina multipla: effetti collaterali
18
Capitolo 2 2.1
Lettura critica delle carte storiche di Barcellona
26
2.2
Il quartiere del Poblenou
36
2.3
Ambito di intervento
41
Capitolo 3 3.1
Principio del Progetto Urbano
46
3.2
Casi di studio: Delirious Poblenou
50
3.3
Ipotesi di progetto
54
Conclusione
59
Ringraziamenti
61
Bibliografia
63
Elenco degli elaborati
0.0 Introduzione
“Viviamo in un mondo sempre più piccolo, un
Morales in occasione di un’esposizione, da lui
mondo che sfiora i limiti delle sue risorse naturali e
stessa curata, organizzata al Forum Universal de
in cui le culture si mescolano. Tutto quello che
las Culturas di Barcellona nel 2004.
facciamo si riflette sugli altri, e quello che gli atri fanno si riflette su tutti noi.” 1
La seconda parte, invece riguarda la lettura critica delle cartografie storiche della città,
Partendo dalla considerazione di Manuel de Solà
approfondendo lo studio su Carrer de Pere IV,
Morales in merito al grande cambiamento che il
antica strada storica che dal polo industriale
Forum Universal de las Culturas di Barcellona ha
della città arrivava fino in Francia.
apportato alla città, l’obiettivo della tesi è stato quello di indagare sui processi urbani della città
Quando
che tra di loro si mescolano e generano
generano un’alterazione del tessuto urbano.
altrettante dinamiche, spesso dal carattere
Questo tipo di dinamica è evidente all’interno
spontaneo e non facilmente regolabile.
del Poblenou, quartiere che si trova nell’antico
La ricerca ha avuto inizio dall’individuazione di
della tesi.
questi
due
sistemi
si
scontrano,
distretto di Sant Martì, e ambito di intervento due sistemi che tra di loro convivono e si scontrano: il Plan Cerdà e quello che concerne
L’intenzione che sta alla base del progetto, è
la sua struttura urbana, e il tessuto insediativo
quindi quella di partire da questi sistemi per la
preesistente, sia esso abitativo o agricolo, che
definizione del progetto urbano generale e, più
genera delle alterazioni nella maglia regolare di
approfonditamente, nella progettazione di uno
Cerdà.
degli edifici facente parte del progetto stesso.
La prima parte della tesi riguarda, quindi, la catalogazione di tre tipi di incroci più comuni all’interno
del
tessuto
urbano,
facendo
riferimento ad uno studio effettuato da Solà
1.“Vivimos en un mundo cada vez mas pequeno, un mundo que roza los limites de sus recursos naturales y en el que las culturas se mezclan. Lo que hacemos a unos afecta otros, y lo que hacen otros afecta a todos”. Cfr. Sola Morales, M., Ciudades, Esquinas cit., p. 2. 3
CAPITOLO 1
1.1 Lettura critica delle esquinas di Solà Morales
La città è un contenitore di diversità, un mosaico
La città prende quindi forma dall’angolo,
contraddittorio di scenari che, entrando in
generando reticoli di incroci che costituiscono il
contatto, generano una pluralità di dinamiche.
tessuto urbano. A tal proposito Barcellona
La città, quindi, è un sistema complesso in
rappresenta uno dei migliori esempi di città in cui
continua trasformazione, in cui permangono
la frequenza dell’angolo definisce la sua identità,
spazi dal carattere partecipativo, come la
fino a diventarne elemento essenziale del suo
piazza o il viale. Queste rappresentano figure
scheletro. Dalla trama fitta delle geometrie della
simboliche di uno spazio urbano organizzato, di
Barceloneta, al ritmo regolare dell’Eixample, è
cui la piazza rappresenta lo spazio centrale e il
possibile riconoscere l’importanza dell’angolo. Si
viale quello lineare, in cui i flussi dinamici della
tratta della versione alternativa del tradizionale
città si scontrano con l’architettura. Questi stessi
incrocio,
luoghi, però, sono spesso espressioni di tensioni e
imponendosi con forza, ripete regolarmente lo
conflitti nascosti che non sono in grado di
stesso schema architettonico: botteghe al piano
rappresentare
terra e facciate da venti metri rigorosamente
le
complessità
della
città
contemporanea. È nell’intersezione invece che si
ovvero
l’angolo
smussato
che,
con balconi.
mostrano, con forme e situazioni differenti, queste stesse condizioni. L’angolo è quindi
L’importanza dell’angolo risiede anche nelle
metafora della città, capace di sintetizzarne la
intenzioni del progetto di Cerdà, infatti questo
sua diversità.
occupa una superficie maggiore rispetto a quella destinata ai viali3 , nel caso più specifico erroneamente
dell’Eixample, gli angoli occupano il 15% della
l’urbanismo è solito affermare, non è l’idea di
superficie. Non è quindi difficile immaginare
ordine che definisce la città, ma l’idea di
Barcellona come una città di angoli, piuttosto
differenza. La differenza più la coincidenza
che una trama di isolati e strade.
Al
contrario
di
quello
che
definiscono l’incrocio e, proprio questo, la definizione di città. 2
Partendo
dall’angolo
immaginare 6
tantissime
generico varianti,
si
possono
alcune
dal
carattere ermetico, altre più estroverse, in un
assume un ruolo centrale e generatore. Parte dal
continuo susseguirsi di presenza e trasparenza
principio del cardo e decumano romano,
all’interno di una stessa città. I primi riferimenti
generando un tessuto abbastanza regolare.
urbani, come l’esempio di Pompei, tracciano il
Questo schema è dunque facilmente ripetibile e
quadro di città marcate da angoli più o meno
per questo il più comune. Sono le equinas
ortogonali, fortemente massicci e solidi. Le case
comunes.
si aprono sui patii interni e sono delimitate da muri impenetrabili. L’incontro dei quattro muri
Quando la posizione strategica dell’angolo
sull’incrocio
non
viene rafforzata da un’architettura fortemente
carattere
autoreferenziale che progressivamente si apre
puramente volumetrico ed introverso. Queste
verso l’esterno, come nel caso dei grattacieli di
sono le esquinas opacas4.
vetro di Manhattan o del San’ai di Tokio,
dà
necessariamente
luogo
a
continue
e
strade dal
l’incrocio assume un ruolo di importanza che non In città medievali come Monfort, le case sono
si limita più al singolo isolato, ma a tutto il
disposte
quartiere o addirittura all’intera città.
sulla
strada
in
modo
lineare,
apparentemente ordinate. La prima e l’ultima casa di ogni fila sono però caratterizzate da un
In contrapposizione con i precedenti esempi, in
muro cieco che spezza l’incontro con il fronte
cui l’angolo è definito a partire dalla materialità,
principale. L’angolo è per questo detto media
vi sono esempi di esquinas generati dall’assenza
esquina. Il tessuto ordinato è orientato secondo
di materia. È il caso della esquina vacìa, angolo
una direzione dominante e la forza dell’angolo
definito da una geometria limitata e ripetitiva, il
come
in
cui uso non è deciso a priori e per questo
planimetria e media in alzato. Questa tipologia è
forma
passibile di trasformazione nel tempo, come nel
frequente
caso di molte città del Nord America e Sud
nei
urbana quartieri
risulta
massima
razionalisti
o
più
comunemente negli appartamenti turistici.
America.
Nei tracciati rinascimentali, invece, l’angolo
Sono state individuate altre tre tipologie di 7
8
angoli: la doble esquina, la esquina espacial e la esquina multipla. Queste sono le più comuni individuate nella mappatura della città di Barcellona il cui approfondimento verrà trattato nei successivi paragrafi.
Nella pagina precedente: El Eixpample, foto aerea del 1992. Fonte: https://geoportalcartografia.amb.cat/
9
10
Pompei, esquina opaca. Monfort, media esquina. Guatemala, esquina comun. San’ai, Tokio. Houston, esquina vacia.
11
1.2 Esquina doble: il Plan Cerdà
La
esquina
doble,
letteralmente
“angolo
Il “Progetto dell’Ensanche8 dà
luogo
e la riforma di
doppio” è una variante dell’angolo comune,
Barcellona”
a
lunghi
periodi
smussato generalmente a 45°. La mutazione
caratterizzati da polemiche e contraddizioni sul
della forma originaria non è casuale, ma intende
dibattito architettonico che, in qualche modo,
mettere in risalto la singolarità dell’edificio che
continuano anche oggi.
comunica con lo spazio pubblico. Questa tipologia è molto frequente nelle città di origine spagnola
come
San
Sebastian,
Madrid
e
Valencia.
La soluzione di Cerdà è preceduta da una serie di proposte provenienti dall’Ayuntamiento di Barcellona, ovvero dal Comune della città, che miravano a ricercare un ordine all’interno del
Nel caso di Barcellona rappresenta a tutti gli
tessuto urbano. Una delle prime proposte fu
effetti il carattere identificativo del piano urbano
quella di Miquel Garriga i Roca del 1857. Si tratta
della città. L’angolo non definisce solo un
di un progetto il cui obiettivo è quello di porre
incrocio,
volontariamente
una griglia di grandi isolati (200x140m) tra il
espacio-esquina5 , ovvero uno spazio-angolo in
centro storico e il quartiere di Gràcia. Le cuadras
cui il privato si fonde con il pubblico, generando
sono poche e disposte in raggruppamenti di otto
un luogo che non è più di semplice passaggio,
intorno ad una piazza. In quanto unità chiusa e
ma scenografia di differenti dinamiche urbane.
per sua stessa ubicazione, si sarebbe trattato di
ma
diventa
una
duplicazione
del
centro
storico.
Una
L’importanza di questa tipologia nel tessuto di
seconda Barcellona dentro Barcellona stessa.
Barcellona è indiscutibile, la maglia urbana è
Nonostante
infatti costituita dalla ripetizione quasi maniacale
topografica, dal dimensionamento degli isolati a
e sempre uguale delle cosiddette manzanas6 . La
quello delle strade, vi è una mancanza di visione
motiviazione è da ricercare nell’origine delle
di crescita nel futuro che porta il progetto ad
intenzioni del Plan Cerdà, progetto urbanistico
assumere un carattere anacronistico.
la
perfezione
nella
dimensione
risalente al 1861 ad opera di Idelfons Cerdà imposto dal Real Orden7 del 31 maggio 1860. Il 12
Vi sono poi altri progetti proposti per la città più
moderni e intriganti, ma che presentano forti
una definizione interna di vie e intervie da cui si
limiti non trascurabili. Un esempio ne è il progetto
genera una trama urbana che diventa funzione
di Antoni Rovira i Trias del 1859 le cui dimensioni
di esigenze tecniche di circolazione, di igiene e
sono notevoli. Si tratta di una maglia circolare di
di
manzanas rettangolari raggruppate dentro un
fortemente regolare che, in maniera autonoma
sistema di assi radiali, i quali, dal nucleo antico e
e assoluta, si innesta sul territorio, senza alcuna
per tutta la pianura barcellonese, uniscono il
direzione o area prioritaria. Si potrebbe parlare di
centro della città con i quartieri di Sants, Sarrià,
un
Gràcia, Horta, El Clot, Sant Andreu, La Llacuna e
considerato il carattere avanzato del Plan
Icària. L’asse centrale del viale di Gràcia
Cerdà, in cui vi è una visione razionale della città
comanda la composizione, rendendo Plaça
che, attraverso l’accettazione degli obiettivi
Catalonia un punto chiave. Se da una parte il
primari precedentemente elencati, opta per una
piano punta all’assimilazione dei differenti nuclei
disposizione
satelliti, tessendo una catena di dipendenza tra
dell’isolato, senza gerarchie e periferie.
viabilità,
che
dispotismo
definisce
illustrato9,
sempre
ma
uguale
un
tracciato
va
e
anche
illimitata
di loro, sembra però che questo voglia solo imporsi come puro ampliamento residenziale,
La maglia quindi si presenta come uno schema
senza considerare le possibili trasformazioni future
isotropo e ortogonale, in cui lo spazio pubblico,
di cui ogni città è naturalmente soggetta. Questi
sia esso carrabile o pedonale, è il protagonista
due progetti, come tanti altri presentati, si
assoluto
basano su criteri di ripetizione ed integrazione
semplicemente destinati ad un uso residenziale.
che
La smussatura dell’angolo a 45° non è quindi
vengono
riconosciuti
come
punti
di
partenza.
e
gli
spazi
interstiziali
sono
casuale, ma è mirata a creare condizioni migliori di visibilità e di fluidità della circolazione. A
Il progetto di Cerdà, invece, suppone che alla
questo schema sempre uguale, si contrappone
base non vi sia altra logica che la propria. Al
quello interno della manzana, che in principio
principio del suo ragionamento, non vi è alcuna
presenta una grande varietà di disposizioni, di cui
idea
però due dei quattro fronti sono sempre
di
integrazione,
ma
piuttosto
una
13
sono sempre occupati e il resto si presenta come spazio pubblico. In questa ripetizione sempre uguale e regolare è possibile individuare delle caratteristiche comuni a tutte queste tipologie di angoli. A ridosso nell’incrocio, gli edifici vengono sempre disposti in maniera regolare e presentano genericamente la stessa altezza, che può variare dai
venti
ai
ventiquattro
metri.
Anche
la
vegetazione urbana non è casuale, ma è posta indistintamente
sulle
quattro
strade
che
generano l’incrocio, lasciando volontariamente liberi i quattro angoli. Da qualsiasi prospettiva si avrà
quindi
la
stessa
percezione
della
composizione architettonica. Questa tipologia presenta un’ulteriore variabile, ovvero quella dell’esquina espacial.
14
1.3 Esquina espacial
Nel
barocco
e
nel
neoclassico
l’angolo
costituisce uno spazio pubblico a tutti gli effetti.
tipologia è frequente in corrispondenza dei grandi viali.
Questo valore viene riconosciuto non dalla monumentalità dell’edificio che si incontra
Come nel caso precedente della esquina doble,
sull’angolo stesso, ma dallo spazio che questo
è possibile riconoscere delle caratteristiche
occupa sulla superficie del tessuto urbano.
comuni ripetute nella maglia urbana. La sezione
Questa tipologia viene detta esquina espacial.
stradale si allarga e, con essa, anche la superficie
Alla base vi è la volontà di rappresentare la
del
marciapiede
che,
in
corrispondenza dell’angolo, raddoppia.
centralità e l’importanza dello spazio pubblico, generato non da un semplice vuoto urbano, ma
Non si può quindi intendere come un semplice
dalla commistione di questo con l’architettura
punto di intersezione, ma diventa un grande
circostante. In età contemporanea si potrebbe
spazio pubblico a tutti gli effetti che presenta le
da subito pensare al Flatiron Building di New York
caratteristiche di una piazza, rimandando ad
o più semplicemente a Times Square. Senza
un’idea di centralità che però viene ripetuta
allontanarsi troppo da ciò che ci circonda,
sistematicamente lungo tutto il viale. E’ il caso
basterebbe fare una passeggiata ai Quattro
della Gran Vìa. La vegetazione urbana aumenta
Canti di Palermo. L’importanza dell’angolo, in
in proporzione, si infittisce in corrispondenza
questo caso, non sarebbe tale senza la presenza
dell’angolo e presenta diverse tipologie di
delle
essenze.
quattro
opere
facciate
concave.
geometria
dona
architettoniche Questa
importanza
dalle
particolare al
luogo
di
intersezione in cui si scontrano e convivono i flussi e le attività a partire dalle quali si genera una città. All’interno del tessuto di Barcellona questa 16
1.4 Esquina multipla: effetti collaterali
L’esquina multipla genericamente si definisce
inevitabilmente
come un tipo di angolo che si scontra in modo
memoria. È questa la più grande forza che si
irregolare con altrettanti angoli, generando un
contrappone al progetto di Cerdà. Il conflitto
incrocio dalla forma non definita e sempre
generato da questi due sistemi dà quindi luogo
variabile.
all’esquina multipla.
Nel caso di Barcellona questa particolare
Gli edifici sono disposti in maniera caotica ed
condizione riguarda genericamente tutte quelle
irregolare, presentando una diversità di altezze
aree che non sono state oggetto dell’attuazione
che possono variare anche dai cinque ai
del Plan Cerdà, come il Poblenou e Provençals.
ventiquattro metri. La vegetazione non segue
La motivazione di ciò risiede nello scontro della
alcuna logica nella sua disposizione: se a
maglia regolare di Cerdà con un tessuto urbano
scontrarsi
preesistente. Questi due sistemi posseggono la
doppio, allora per certo un viale presenterà le
medesima forza.
caratteristiche di quella tipologia, gli altri invece
con
permangono
una
spiragli
diagonale
è
di
l’incrocio
disporranno la vegetazione urbana in modo Il Plan Cerdà di fatto non rappresenta solo un
aleatorio.
piano urbanistico, ma un carattere identitario della città. La sua regolarità non è mai
È importante però non confondere la casualità
monotona, in essa convivono il pubblico e il
delle caratteristiche delle generiche esquinas
privato con una naturale continuità. Questo
mutiplas con ciò che invece si presenta in
schema però non è privo di tensioni e conflitti
corrispondenza dell’Avenida Diagonal.
che
lasciano
vacillare
l’indubbia
forza
dell’ambizioso progetto.
Questa, infatti, non è frutto dello scontro di due
Di contro, le trasformazioni della città non possono essere totalmente regolate da rigidi schemi. 18
Le
città
mutano,
ma
in
esse
sistemi, ma è parte del progetto di Cerdà. L’importanza
della
Diagonal
è
quella
di
connettere la città con il fronte marittimo, ma “affermare che la Diagonal termina sul mare è
una dichiarazione imprecisa. La Diagonal non
Simili dinamiche si presentano in scala minore in
termina; essa si trasforma in una linea molto più
corrispondenza della strada storica Carrer de
lunga – l’antica strada per la Francia – parallela
Pere IV che verrà approfondita nel successivo
al mare”.10 “Così dichiara Mateo a proposito di
capitolo.
questa particolare area, ribaltando la usuale interpretazione di punto di terminazione della Diagonal sulla costa”. 11 Il viale resta comunque un fatto incompiuto, in cui si presentano conflitti tra la tipologia edilizia e la morfologia urbana. Numerosi sono stati i progetti
proposti
per
la
terminazione
dell’Avenida, tutti accumunati dall’obiettivo di non ricostruirla come elemento unitario. Un esempio ne è il progetto12 di Roberto Collovà insieme a J. Pierre Pranlas, che parte da una distinzione dei punti forti e dei punti deboli del Piano in corrispondenza delle diagonali, luoghi in cui non è più possibile ordinare la costruzione della città a causa di nuove dinamiche che ne limitano la funzione. La Diagonal individua situazioni
anomale
rispetto
alla
regolare
manzana di Cerdà e le risolve deformando o connettendo tipologie tradizionali. Simili dinamiche si presentano in scala minore in 20
Nella pagina successiva: Planimetria generale con localizzazione degli interventi e profii lungo la Diagonal. Fonte: Lotus International, n. 64, 1989, pp. 94-97.
21
22
Note:
2. De Solà Morales, M., Ciudades, Esquinas, Forum Barcelona 2004, Barcellona 2004.
into a much longer line – the old road to France, parallel to the sea”. Cfr. J. L. Mateo, CCIB cit., p. 7.
3. Cerdà, I., Teoria general de la urbanización, tra. it., Teoria dell’urbanizzazione, Jaka Book, 1985.
11. Cfr. Sbacchi, M., Centro congressi internazionale a Barcellona cit., p. 6.
4. La fonte delle immagini che fanno riferimento alle figure 2 – 3 – 4 – 5 – 6 è: De Solà Morales, M., Ciudades, Esquinas, Forum Universal de las Culturas 2004, Barcellona 2204.
12. Collovà, R., Pranlas- Descours, J. P., “Un’altra tradizione moderna. Dalla rottura dell’anno trenta al progetto urbano moderno”, in Lotus International, n. 64, 1989, pp. 19-20.
5. De Sola Morales, M., Ciudades, Esquinas, Forum Barcelona 2004, Barcellona 2004, p. 30. 6. Generalmente in spagnolo l’isolato è detto cuadricula o cuadra, ma nel caso del Plan Cerdà prende il nome manzana. 7. Una real orden era una disposizione dettata dal sovrano spagnolo. Con l’arrivo della Seconda Repubblica e successivamente con la dittatura Franchista, tutti gli ordini reali dal 1869 in poi persero la loro valenza e, per questo, interrotti o sanzionati. 8. Ensanche (in castigliano) è il corrispettivo di Eixample in catalano. Letteralmente significa “ampliamento”. Si tratta del secondo distretto di Barcellona ubicato nella parte centrale della città e punto di partenza dell’intervento del Plan Cerdà. 9. De Solà Morales, M, Diez lecciones sobre Barcelona, Coac, Barcellona 2008, p. 287. 10. “To say that the Diagonal ends is an imprecise statement. The Diagonal does not end; it is transformed
Nella pagina precedente: Piante, prospetti e sezioni degli edifici progettati. Fonte: Lotus International, n. 64, 1989, pp. 94-97. 23
CAPITOLO 2
2.1 Lettura critica delle carte storiche
Carrer de Pere IV
13
è stata progettata nel 1763
essa riprende la direzione dei binari stessi.
da ingegneri militari dell’esercito francese. Si tratta di una strada storica che al principio
Nel 1860 l’Ayuntamiento de Barcelona approva il
serviva per connettere Barcellona e Girona alla
Plan Cerdà, progetto urbanistico dai caratteri
Francia, da questo ne deriva il nome originario
formali molto rigidi, in cui il tessuto regolare viene
Carrer de Francia.
spezzato
dalla
costruzione
dell’Avenida
Diagonal. Dal ridisegno della città di Idelfons Attraverso la lettura delle carte storiche si evince
Cerdà del 1855 è chiaro come Carrer de Pere IV
come questa strada non sia stata solo un’arteria
mantiene la sua originaria struttura, ma dalla
di connessione, ma piuttosto rappresenta la
carta storica del 1861 ad opera dello stesso
spina dorsale dell’intero quartiere del Poblenou.
autore è evidente l’intenzione progettuale di
La
sopprimere la via attraverso la sovrapposizione
sua
fisionomia
complessi
frutto
presenta
della
forme
e
sovrapposizione
ritmi dei
della maglia regolare di manzanas.
processi che nel tempo l’hanno segnata. Come è ben noto, il piano urbanistico viene Dalla visione della prima carta storica analizzata,
realizzato solo in alcune zone, di cui fanno parte
ovvero quella realizzata dal Service Historique de
il quartiere di Gràcia, quello dell’Ensanche e il
la Defense risalente al 1823 – 1827, risulta ben
distretto di Sant Martì.
chiaro
che
fin
dal
principio
della
sua
progettazione, la strada, parallela alla costa barcellonese, avrebbe diviso nettamente la città in due parti a causa della sua direzione fortemente
diagonale.
L’origine
della
via
coincide con la stazione dei treni, dalla quale si dipanano ortogonalmente alla sua direzione dei binari. Questi incidono fortemente sul resto della calle, in quanto ogni strada che converge con 26
Dalla lettura della carta storica del 1924 è chiara la persistenza di Carrer de Pere IV, che non viene in alcun modo intaccata dai cambiamenti architettonici della città. Con essa resistono anche tutti quegli elementi che danno luogo alla sua morfologia caratteristica e atipica, costituita dall’interazione
di
fabbriche,
magazzini
e
piccola edilizia residenziale. Gli elementi si
intrecciano e si modulano secondo i caratteri del tessuto insediativo esistente. L’importanza di Carrer de Pere IV all’interno del Poblenou risiede nella resistenza della memoria ai
cambiamenti
storici
e
a
tutte
quelle
dinamiche, spesso anche imprevedibili, che formano e costruiscono la cittĂ contemporanea.
27
28
30
32
34
2.2 Il quartiere del Poblenou
Il quartiere del Poblenou14 si trova nel distretto di
e all’evoluzione delle macchine a vapore, il
Sant Martì, che in origine si estendeva, in
Poblenou diventa il centro nevralgico delle
direzione Nord, dalle antiche mura della città
industrie di tutta la Catalunya. È in questi anni
fino al Rio Besòs e, in direzione Ovest, dal mare
che fabbriche come Can Ricart e La Escocesa17
alla montagna del Carmel. In origine era una
acquisiscono importanza e si impongono in
zona umida e paludosa e, solo tra il XII e il XIII
maniera permanente nella vita del quartiere.
sec., iniziò ad essere utilizzata economicamente per
il
pascolo
del
bestiame
destinato
È dal XIX sec. in poi che viene data la
all’approvvigionamento della città. Insieme ai
denominazione di Pueblo Nuevo, in riferimento
pascoli iniziano anche a comparire fattorie,
ad una nuova concentrazione urbana formata
come Can Canals. Il primo nucleo abitativo si
da otto aree circostanti: la Llacuna, el Taulat, la
insedia in questo periodo nel territorio circostante
Plata,
la chiesa di Sant Martì Vell15 e, intorno a questo,
Cementiri, Pekin i Sommorrostro. Queste furono
furono edificate abitazioni dal carattere poco
integrate al Comune di Barcellona nel 1897.
Trullàs,
la
França,
Xica,
Darrere
el
compatto. Alla fine del XIX sec. il Poblenou rappresentava il Dal 1714 in poi fabbriche tessili si insediano nel
territorio con la più grande concentrazione
quartiere, grazie alla vicinanza con il mare e alla
industriale del Paese. Negli anni Sessanta inizia
presenza di spazi a basso costo. Questo cambia
però la decadenza industriale del quartiere. Con
profondamente
l’espandersi
il
carattere
morfologico
dell’area
metropolitana
di
dell’aerea, mescolando l’architettura industriale
Barcellona vi è l’offerta di nuove aree all’interno
a quella residenziale.
di
essa,
più
favorevoli
all’insediamento
industriale. I fabbricati di maggiori dimensioni La presenza dell’Estaciò de França16 nel 1824 dà
vengono distrutti in favore di nuove strutture
un importante contributo alle infrastrutture del
dimensionate e collegate alle infrastrutture. È
quartiere, costruendo una connessione con il
con la crisi economica degli anni Settanta e
resto della città. Grazie allo sviluppo tecnologico
quella dell’industria tessile degli anni Ottanta che
36
l’intero quartiere viene abbandonato e isolato dall’intera città. Con il Plan General Metropolità18 vengono
predisposti
nuovi
del 1976 spazi
per
l’insediamento abitativo e grandi porzioni di territorio
destinate
ad
attrezzature
e
spazi
pubblici. Con i progetti attuati in vista dei Giochi Olimpici del 1992 viene ripensato il Front Maritm attraverso la costruzione della Ronda Litoral che definisce una nuova connessione tra il quartiere e il mare. Nel 1999, con la continuazione dell’Avenida Diagonal fino al mare si definiscono importanti
infrastrutture
che
incidono
notevolmente all’interno del quartiere. Oggi il Poblenou si presenta come un elemento morfologico differente rispetto al resto della città. È qui che i due sistemi di cui fin ora si è discusso convivono e si scontrano, dando luogo ad un tessuto forgiato dall’interazione di fabbriche, magazzini e case.
Esempio di intervento contemoraneo sul Front Maritm. In primo piano Herzog e De Meuron, Museu Blau, sullo sfondo Oscar Tusquets, Hotel Barcelona.
37
La trama insediativa è strutturata secondo le
riuso, trasformandosi in luoghi per la comunità
preesistenze di Carrer de Pere IV che, venendo a
per le più disparate attività. È il caso dell’industria
contatto con la trama ben più rigida di Cerdà,
tessile de La Escocesa19 che, dopo l’abbandono,
generano punti di conflitto spesso risolti in modo
è diventata un centro di produzione artistica che
puntuale.
offre ai residenti una serie di spazi polivalenti. O ancora il caso dell’antica fabbrica di Ca l’Alier,
Il patrimonio architettonico industriale domina
oggi importante esempio di residenza d’artista.
l’intero quartiere. Sono molti i casi in cui vecchie
Questi interventi non avvengono in maniera
fabbriche subiscono interventi di rigenerazione e
spontanea e non riguardano solo le antiche
38
fabbriche, ma fanno parte di un più grande
Il Plan 22@ si basa quindi sulla convivenza di usi
progetto: Plan 22@20.
diffusi all’interno del quartiere attraverso la trasformazione del tessuto urbano, esistente e
“Per costruire una città infatti sono necessarie
non, e la combinazione di diverse funzioni.
due cose: un’infrastruttura di supporto e un’idea
Questo rinnovamento è possibile progettando
di urbanità. Quest’ultima, nel caso del Poblenou,
edifici a uso misto, che generino una nuova
è l’idea di mescolare officine, residenze e
complessità urbana. I nuovi edifici si innestano
attrezzature pubbliche elementari con forme e
quindi su un tessuto stradale già consolidato,
architetture
innovazioni.
edifici a uso misto, che generino una nuova
L’infrastruttura di supporto, in questo caso, sono
complessità urbana. I nuovi edifici si innestano
le strade che il Plan Cerdà ha definito più di 150
quindi su un tessuto stradale già consolidato,
anni fa, di cui gli allineamenti definiscono i
garantendo uno sviluppo senza rotture.
che
stimolino
trasporti e i movimenti.”
le
21
Il progetto Plan 22@ riguarda una strategia di riqualificazione della zona Nord-Est della città, il cui obiettivo è quello di restituire il rapporto di essa con il mare. Negli anni Novanta, infatti, il Poblenou presentava ancora due aree industriali che si trovavano in uno stato di paralisi, destinate all’abbandono. È per questo che 22@ mira a restituire
prestigio
all’antico
quartiere
trasformando vecchie aree industriali in spazi pubblici
di
qualità
urbana
e
ambientale,
definendo un quartiere in cui l’attività sociale genera nuove dinamiche non inquinanti e non rumorose.
Nella pagine precedente: vista esterna de La Escocesa.
39
40
2.3 Ambito di intervento
Manzanas totalmente sature di architetture industriali si accostano ad altre in cui il vuoto urbano ne è protagonista. L’edilizia minuta e compatta si addossa quasi indifesa ad architetture autoreferenziali. La vegetazione precisa dell’Ensanche lascia il posto a quella spontanea. È questo il Poblenou, luogo in cui lo skyline della città viene definito dalla varietà dell’architettura contemporanea e dall’irregolarità di quella di borgata. Nell’ottica di questo quadro generale, l’ambito di intervento della tesi è circoscritto a due isolati che si incontrano su Carrer de Pere IV. In corrispondenza di questa strada vengono a generarsi dei conflitti non sempre facilmente risolvibili. L’obiettivo del progetto è quello di trovare un punto di incontro tra i sistemi precedentemente discussi, attraverso un edificio su cui verte l’intero progetto: una scuola d’arte con annesso museo.
Nella pagine precedente: ex industria chimica, oggi importante biblioteca del Poblenou.
41
42
Note:
13. Per tutta la stesura della tesi la nomenclatura della via è espressa in catalano. In castigliano il nome viene tradotto in Calle de Pedro IV. 14. Poblenou in catalano, in italiano si traduce come “Villaggio Nuovo”. 15. Attualmente la chiesa si trova in Plaza de Prim. 16. In italiano Stazione di Francia, è la più grande stazione della città e la seconda più trafficata. Venne costruita nel XIX sec. come capolinea per i treni in arrivo dalla Francia e, anche per questo, posta nella sezione terminale di Carrer de Pere IV, ancticamente chiamata Carrer de Francia. La stazione venne riaperta solo nel 1929 in occasione dell’Esposizione internazionale.
enfraestructura de soporte y una idea de urbanidad. La idea de Urbanidad es quì la de mezclar densamente oficinas, viviendas y equipamientos publicos elementares, con libertad de formas y arquitecturas que estimulen la inovaciòn y los valores de la modernidad. Pero la infraestructura de soporte son las calles que el Plan Cerdà definiò hace 150 años. La alineaciòn de las calles definìa transporte y movimiento”. M. Solà-Morales, Cerdà/Ensanche, Edicions UPC, Barcellona 2010, p. 167.
17. Antiche industrie tessili, oggi riqualificate e usate come centri per l’arte contemporanea. 18. Il Plan General Metropolitan de Ordinaciòn Urbana (PGM-76) è stato approvato nel luglio del 1976. L’oggetto era quello della pianificazione urbana del territorio, di cui facevano parte 27 municipi. 19. La Escocesa è un antico complesso industriale, costruito del 1852 per l’elaborazione di prodotti chimici destinati alle industrie tessili. 20. Il Plan 22@ è anche conosciuto come 22@Barcelona and Districte de la innovació o, più semplicemente come 22@. 21. “Para hacer ciudad dos cosas son necesarias: una
Nella pagina precedente: Foto aerea dell’area di progetto. Fonte: Google Earth. 43
CAPITOLO 3
3.1 Principio del Progetto Urbano
L’area di progetto è costituita da due isolati dalle
all’interno dell’intero Poblenou. La direzione è
caratteristiche disomogenee. Non sarà infatti
ortogonale a Carrer de Pere IV, ma diagonale
atipico incontrare lungo Carrer de Pere IV una
all’intero tessuto regolare di Cerdà. Si tratta delle
serie di piccola edilizia residenziale accostata a
preesistenze insediative di cui si è discusso nel
grandi edifici industriali e non. Ciò che però
Capitolo 2 in merito alla lettura critica delle carte
suscita curiosità è che la convivenza di questi
storiche.
due sistemi non potrebbe essere diversa da come appare oggi. Infatti riassume in modo
Tenendo conto dell’edilizia esistente e del suo
incisivo l’intera realtà del Poblenou: l’edilizia
valore architettonico e storico, il progetto si
minuta
l’imponenza
innesta all’interno del tessuto attraverso un gioco
dell’architettura contemporanea. Tutto ciò che
di pieni e vuoti caratterizzato dall’irregolarità
accade nell’Avenida Diagonal si presenta in
delle sue linee.
si
scontra
con
piccola scala e con dinamiche certamente differenti anche in Carrer de Pere IV.
Un po’ come avviene nel progetto dei Lotti residenziali nel resort e golf club Bom Sucesso22 di
Da questa osservazione deriva che i due isolati
Gonçalo Byrne a Obidos.
non vengono visti come realtà a sé stanti, ma come un’unica manzana. Tra di essi comunicano
Ciò che muove l’idea di quest’ultimo progetto è
attraverso il paesaggio e l’architettura: un fronte
la topografia del terreno, caratterizzata da
continuo su Carrer de Pere IV, costituito da edifici
dislivelli di 10 metri. Gli edifici vengono trattati
di tipo residenziale e commerciale, si affaccia
come un elemento unitario, come un blocco di
all’interno della manzana su un grande giardino
terreno compatto a cui vengono sottratti degli
che ha il compito di mettere in relazione queste
elementi che costituiscono i patii. In modo
due grandi cuadras.
analogo si comportano gli edifici disposti nella
È evidente che nel disegno vi è una direzione
prima fase di progetto.
che comanda su tutte le altre, questa è quella che, in maniera puntuale, ma diffusa, si riscontra 46
Parlare di un unico blocco compatto però sarebbe errato. Infatti se è vero che su Carrer de Pere IV il progetto si presenta con un fronte definito e quasi sempre uguale, è anche vero che ogni fronte viene trattato in modo diverso, assecondando le caratteristiche del contesto con cui si confronta. Nel lato opposto a Carrer de Pere IV la manzana incontra la logica del tessuto di Cerdà, l’esquina doble23 regolare e ordinata. È quindi necessario che il progetto sia un punto di connessione tra questi due importanti sistemi, che possiedono già delle caratteristiche ben definite e coerenti con le dinamiche riscontrate nel resto della città. Il fulcro del progetto è quindi un edifcio unico, ma bifronte.
47
48
Nella pagina precedente: Planimetria del progetto di Lotti residenziali nel resort e golf club Bom Sucesso di Gonรงalo Byrne a Obidos, Portogallo. In questa pagina: Progetto urbano.
49
3.2 Casi di studio: Delirious Poblenou
La pratica di progettare edifici duali non è nuova
dell’organismo architettonico, il quale, in questo
in architettura. Si tratta infatti di costruzioni dal
suo dividersi, radunarsi o ibridarsi in due stabilisce,
forte potere metaforico e dal grande impatto
con i modi propri dell’opposizione, il suo grado di
visivo. Le forme sono molto semplici e si
identità-diversità in sé (l’organismo duale) e con
incastrano tra di loro senza intaccare la propria
l’altro da sé, verso lo spazio esterno all’opera, il
identità. Sono ibridi, due forme, o similmente due
contesto.26
insiemi di forme, stabiliscono sempre tra loro delle relazioni24. E’ una scelta che agisce sulla forma,
Lo stesso Rem Koolhaas ne parla nella stesura di
sulla qualità visiva, percettiva, tattile delle cose,
Delirious New York, nel quale nella prima parte
che necessariamente contiene azioni, funzioni,
discute di tutte le dinamiche architettoniche che
spazio, intesa non in senso formalista, quindi, ma
coinvolgono
nella consapevolezza del ruolo importante che
grattacieli. Per comprendere meglio questo
Coney
Island
nell’era
dei
assume oggi l’aspetto delle cose, e della
concetto è necessario fare riferimento al Latting
necessità di dare senso e valore al loro
Observatory e alla cupola del Crystal Palace,
contenuto . La dualità agisce direttamente in
che introducono un contrasto archetipico27
quanto irreversibilità (il due) dell’essere della
costante nella griglia di Manhattan e che si
forma:
ripropone in altre circostanze anche nel resto del
25
due
unità-entità,
contrapposte-i concezioni
che
o
due
rispondono
estetiche
e
a
insiemi, differenti
funzionali,
mondo.
ed
alcontempo intendendo la dualità (dicotomica),
L’ago e il globo rappresentano due estremi del
in termini esistenziali edevolutivi, una soluzione
vocabolario formale di Manhattan e segnano i
architettonica, qui ed ora, interlocutoria, un
limiti ultimi delle sue scelte architettoniche. L’ago
passaggio
necessario
è la struttura più sottile e meno voluminosa che
nell’unicità conclusiva dell’opera finita; infine, la
individua una posizione all’interno della Griglia.
dualità, riducendo in tal modo la forma, si
Esso combina il massimo impatto fisico con un
impone come sviluppo possibile dell’opera
minimo
attraverso un ripensamento critico dell’essere
essenzialmente, di un edificio senza interno.
50
critico
problematico
impiego
di
suolo.
Si
tratta,
Il globo, è dal punto di vista geometrico la forma
La metafora del’ago e del globo è necessaria
che racchiude il massimo volume interno entro la
per comprendere il ragionamento che sta alla
minor
ha
base della commistione di due sistemi tra loro
un’indiscriminata capacità di assorbire oggetti,
diversi, ma che comunicano solo nel momento in
persone, iconografie, simbolismi, e li mette in
cui entrano in contatto. È qui che si intende
relazione attraverso il semplice fatto di farli
come l’uno senza l’altro non possa esistere da
coesistere al proprio interno. Per molti aspetti, la
solo, ma è solo il confronto e l’accostamento
storia
come
che conferisce senso all’oggetto architettonico.
un’architettura separata e identificabile, è una
Non si tratta quindi di mero simbolismo, ma di un
dialettica tra queste due forme: fra l’ago che
fatto architettonico che può esistere solo in
vuole diventare globo e il globo che tenta, di
questo modo.
superficie
del
esterna.
Manhattanismo,
Esso
inteso
volta in volta, di trasformarsi in ago. Una fertilizzazione incrociata che si risolve in una serie
A tal proposito, esempio ne è la cartolina di
di ibridi di successo, in cui la capacità dell’ago di
Madison Square del 1909, in cui tre edifci tra loro
attrarre l’attenzione e il suo scarso utilizzo del
differenti si connettono all’interno di un tessuto
suolo si combinano con l’ampia ricettività della
omogeneo. Da destra è possibile vedere il
sfera.
28
Flatiron Building, il Metropolitan Life Building e Madison Square Garden. I tre da soli possiedono punti di forza e punti di debolezza, ma sembrano comunque privi di significato. Quando vengono messi assieme le loro debolezze diventano punti di
forza:
la
moltiplicazione moltiplicazione
Torre del
conferisce Flatiron
leggittima
le
senso Building,
metafore
alla la che
stanno al piano terra e la conquista dell’isolato Cartolina di Madison Square. Fonte: Columbia University Libraries.
51
assicura l’isolamento della Torre quale unico
nella relazione tra edificio e città. La shipshape si
abitante della propria isola.29 È questa triplice
stacca dal contesto abituale per ricercare
fusione che produce un fatto architettonico.
nuovo ordine nello spazio urbano: un vuoto di nuovi ancoraggi31.
L’esperienza di Manhattan si ripete nel tempo con dinamiche e processi progettuali differenti,
Ambiguità, paradosso e grottesco fanno da
in cui spesso non è il contesto a generare
protagonisti a connubi insoliti di forme dal
riflessioni metaforiche, ma è l’edificio in sé che se
carattere incisivo.
ne fa portavoce. Emblematico
è
l’esempio
Bolles+Wilson.
La
loro
degli
opera
è
architetti densa
di
pragmatismo e poeticità del produrre: ogni architettura
possiede
un
forte
valore
concettuale proponendo sistematicamente un tipo architettonico che varia in base alle necessità del progetto. L’edificio duale viene detto Bridgebuilidng o Shipshape Building30. Si tratta dell’accostamento tra edifici bassi e lunghi ad edifci alti e stretti: la trasposizione dell’ago
e
del
globo
in
una
visione
più
funzionalista. L’immagine della shipshape viene utilizzata per abbandonare la morfologia urbana classica di figura e sfondo e introdurre una nuova mobilità
Dall’alto: Progetto per il Centro per l’arte e la tecnologia dei media ZKM, sezione, Scuola di scultura e Residenze studentesche per il Royal College of Art, prospettiva.
53
3.3 Ipotesi di progetto
Alla luce dei ragionamenti precedentemente
I vuoti creati dalle doppie altezze giocano un
affrontati, è chiaro come il progetto si ponga
ruolo fondamentale nel conferire il senso di
nella
verticalità che la torre già esternamente esprime.
condizione
di
essere
un
punto
di
connessione delle dinamiche architettoniche del quartiere,
concetto
I fronti sono stati trattati come elementi unici, ma
attraverso forme che si mescolano e si incastrano
esprimendo
questo
connessi tra di loro: un blocco composto da setti
mantenendo la propria chiarezza formale.
in cemento a vista si innesta in un volume dal materiale puro, ma dalle forme dinamiche.
Il tema del progetto è una scuola d’arte a cui è
Vi è un chiaro il riferimento al Museo d’Arte
stato annessa un museo, uno spazio espositivo a
Contemporanea di Barozzi e Veiga32 a Losanna.
servizio della scuola stessa e in occasioni speciali
In questo caso però l’intenzione non è quella di
anche del quartiere. L’edifcio duale è composto
trattare il fronte come un muro separatorio con il
da un blocco basso e lungo, al cui interno si
contesto, ma di inserirsi su di esso definendo un
articola la scuola attraverso forme spigolose, il
fronte principale che non sia quello di Carrer de
cui respiro è dato da una corte da cui si erge una
Pere IV. Un passaggio buca con forza la facciata
grande
dalle linee seriali e connette il contesto urbano
palma.
L’altro
blocco,
invece,
è
composto da una torre che segue in parte la
con l’interno della manzana, nella quale si
forma canonica dettata dall’angolo del Plan
incontra
Cerdà. Questa chiarezza formale viene interrotta
caratterizzato da Ficus Benjamina, ulivi e un
in alzato da una pendenza sul tetto che si riversa
grande
sull’edificio a cui si accosta.
post-industriale del Poblenou si apre quindi un
un
grande
specchio
spazio
d’acqua.
Nel
pubblico contesto
microcosmo caratterizzato da vegetazione e L’apparente carattere settoriale di queste forme
spazi di condivisione e aggregazione.
trova un punto di unione nello svolgimento degli spazi che si intersecano e comunicano ad ogni
Questo carattere viene ripreso all’interno della
livello dell’edificio.
scuola attraverso la progettazione di due grandi terrazze, praticabili in parte, che attraverso
54
panche irregolari si fondono ancora una volta con uno spazio verde. L’edificio
nella
sua
totalitĂ
caratteri
seriali
suggeriti
mischia
dalle
quindi
preesistenze
circostanti (come si riscontra nella disposizione delle aule nei vari piani) a caratteri che si impongono in modo netto per spezzare la regolaritĂ di un sistema consolidato, ovvero quello di CerdĂ .
55
Note:
22. Angelillo, A. (a cura di), Gonçalo Byrne. Opere e progetti, vol. 1, Mondadori Electa, Milano 2007, pag. 104-107.
32. Cfr. Braghieri, N., Casabella. Continuità, n. 905, gennaio 2020, pp. 30-47.
23. De Sola Morales, M., Ciudades, Esquinas, Forum Barcelona 2004, Barcellona 2004. 24. Cfr. Canepone, A., L’organismo duale nelle dicotomie della forma architettonica, Edizioni Kappa, Settembre 2015, p. 7. 25. Cfr. Canepone, A., L’organismo duale nelle dicotomie della forma architettonica, Edizioni Kappa, Settembre 2015, p. 10 26. Cfr. Canepone, A., L’organismo duale nelle dicotomie della forma architettonica, Edizioni Kappa, Settembre 2015, p. 11. 27. Koolhaas, R., Delirious New York: un manifesto retroattivo della città di Manhattan, Mondadori Electa, Verona 2001, pag. 23. 28. Cfr. Koolhaas, R., Delirious New York: un manifesto retroattivo per la città di Manhattan cit., pag. 23-24. 29. Cfr. Koolhaas, R., Delirious New York: un manifesto retroattivo per la città di Manhattan cit., pag. 91. 30. Wilson, P., Bridgebuildings+The Architectural Association, Londra 1984.
Shipshape,
31. Cfr. Germano, A., Opere e progetti. Bolles+Wilson cit., pag. 11.
Nella pagina precedente: Assonometria di progetto. 57
Conclusione
Introdursi nelle dinamiche rapide e in continua trasformazione di una città come Barcellona non è immediato. Si tratta di comprendere con assoluta attenzione che l’apparente serialità del tessuto urbano è in realtà composta da differenti situazioni architettoniche che hanno la necessità di
essere
necessaria
ascoltate una
e
valorizzate.
imposizione
Non
formale
è e
assolutamente autoreferenziale dell’edificio per dare prestigio ad un’area, ma piuttosto vi è l’esigenza che questo si fonda con essa nello scenario di una realtà in cui le differenze possono e devono generare una buona architettura. Il progetto della Scuola d’Arte per il Poblenou silenziosamente si introduce in modo incisivo all’interno di una realtà architettonica forgiata dalle sue stesse vicende storiche. Si presenta quindi come cerniera di connessione tra sistemi che, pur mantenendo il proprio carattere identitario,
si
evolvono
continuamente
adattandosi ai cambiamenti spontanei della città contemporanea.
58
Ringraziamenti
Dal primo fino all’ultimo giorno questo percorso non sarebbe stato tale senza il supporto della mia famiglia, che a volte non ha compreso le mie scelte, ma si è sempre ciecamente fidata di me. A Claudia, il cui coraggio mi ha dato la forza di portare sempre avanti le mie idee. A mio nonno, che mi ha insegnato ad avere cura delle mie passioni. A mia nonna, che mi ha trasmesso la pazienza. Ai miei genitori, a cui non sarò mai abbastanza grata per tutti i sacrifici che, con immenso amore, hanno fatto per me. I frutti di questo lavoro li ho coltivati negli anni per merito di tutte quelle persone che in un modo o nell’altro hanno fatto parte di questo percorso. A Nicoletta, amica indispensabile. A Nadia ed Elisa, colleghe e amiche di schizofreniche avventure. A Silvia e Giorgia e a tutto il tempo trascorso insieme. A Geraldina, inesauribile fonte di buon umore. Ad Adriana, la cui lontananza fisica non è mai stata percepita. A Giorgia, instancabile ascoltatrice e amorevole amica. A Valentina, Gaia, Aurora, An Shar Gaal, Vanessa, Tamara, Pilar, Zuzka, Paolo. Fueron los mejores días que pasé. Aprendí a abrirme a nuevos horizontes, a aceptar por fin la imposibilidad de cambiar algunas cosas. Me enseñaste que cada uno mira al mundo a su manera y que la belleza está escondida allí. A Patrizia, porto sempre con me il tuo amore incondizionato. 61
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