INTERIOR EXHIBITION DESIGN PORTFOLIO Sabrina Binda
Sabrina Binda Competenze Lingue: Italiano (Madrelingua) Inglese (Livello B2 First Certificate) Capacità relazionali: Ottime capacità nelle collaborazioni in team, anche in tempistiche ristrette. Esperienza di team-working durante gli studi e la fase di preprazione della tesi. Competenze tecniche: Adobe Photoshop Adobe Illustrator Adobe InDesign Adobe Premiere Autodesk AutoCAD
Rhinoceros e V-Ray 3DS Max e MentalRay Modellistica Arduino software
Formazione 2015 - 2017: Politecnico di Milano, Master IDEA in Exhibition Design Febbraio 2017: corso di formazione professionale di 3D STUDIO MAX + corso di formazione 37 D.lgt. 81/2008 FORMAZIONE DEI LAVORATORI PARTE GENERALE 2012 - 2015: Istituto Europeo di Design di Roma, Diploma in Interior Design 2006 - 2011: Liceo Scientifico “Vito Volterra”, Ciampino (RM)
Esperienze lavorative Settembre 2016 - Novembre 2016: Tirocinio formativo presso Studio Baldessari e Baldessari Settembre 2015 - Ottobre 2015: Collaborazione con prof. Luca Frogheri e IED Roma per realizzazione parete interattiva presentato alla Maker Faire 2010 - in corso: Hostess congressuale, promozione ed eventi, Esperienza nel lavorare a stretto contatto con e per il pubblico
Amante dell’equilibrio nelle cose, affronto con entusiasmo le sfide che mi si pongono davanti per raggiungere i miei obiettivi. Traggo da ogni esperienza una lezione di vita e ne faccio tesoro. Seguo l’istinto, lasciandomi ispirare dalle diverse sfaccettuature delle mie origini, metà napoletane e metà varesine. “La più eccitante attrazione è esercitata da due opposti che non si incontrano mai” (A. Warhol) Data di nascita: 28/10/1992 Nazionalità: Italiana Indirizzi: Via Lucca 10 Milano (MI) 20152 Via P. Pignatelli 26 Ciampino (RM) 00043 Contatti: +39 331 3288508 s.binda2015@gmail.com
INDICE Museum Exhibition: 01. I volti di Alice 02. Black Out 03. Il dramma delle alluvioni 04. Mc Giaime: sulla strada dell’Hip-Hop
Fair Exhibition: 05. Vinoforum
Retail Design: 06. Nutella store 07. Verticale 08. PlayWithFrame
Modelling: 09. Parete Interattiva 10. Fusione
11. FeelBloWind
I VOLTI DI ALICE (2017)
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“I volti di Alice” è una mostra itinerante, destitata sia a locations all’aperto che al chiuso. Il tema della mostra è il racconto di Lewis Carroll “Le avventure di Alice nel P aese delle Meraviglie” e come le diverse generazioni di illustratori l’abbiano reinterpretato attraverso il proprio stile e la propria immaginazione. Percorrendo un cammino diviso in tre tappe, il visitatore potrà rivivere le avventure di Alice. La prima tappa è quella della noia, il visitatore attraverserà uno spazio completamente bianco, occupato da dei lightbox sulle facce dei quali verranno descritte le vite di Lewis Carroll, di Alice Liddell e ciò che ha ispirato lo scrittore. La seconda tappa è una fase di transizione, il visitatore si troverà ad attraversare un lungo tunnel che rappresenta la caduta di Alice nella tana del coniglio. Ed infine, la terza ed ultima tappa rappresenta il Paese delle Meraviglie e sarà il cuore della mostra. Questa parte sarà una scacchiera in grande scala all’interno della quale si troveranno delle pedine di diverse altezze. Entrando nelle pedine-microarchitetture è come se si entrasse in due mondi che si fondono, quello di Alice e quello dell’artista che racconta la storia. Attraverso dei proiettori scorreranno le illustrazioni, accompagnate da delle citazioni del libro di Lewis Carroll. Questi proiettori ogni volta proietteranno in maniera diversa, in modo da rendere sempre attiva la partecipazione del visitatore.
Attraverso un’analisi del racconto è stato possibile definire tre momenti della storia, caratterizzati da un’emozione provata da Alice: LA NOIA “A che serve leggere un libro senza dialoghi, nè figure?”
LA CADUTA “Si sentì cader giù in una specie di precipizio (...) cercò di fissare il fondo; ma in fondo era buio pesto e non si scopriva nulla.”
IL PAESE DELLE MERAVIGLIE “S’inginocchiò e scorse il più bel giardino del mondo.”
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FISSAGGIO AL 5 BASAMENTO
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01 Per ogni microarchitettura sono stati studiati forma, modo di proiezione delle immagini e metodo costruttivo. L’obiettivo è quello di rendere al visitatore l’ingresso nelle pedine ogni volta come se fosse la prima. Il metodo costruttivo delle microarchitetture è stato pensato in modo che possano resistere a qualsiasi condizione, sia in esterna che in interna: per questo è stato pensato il metodo utilizzato per la realizzazione delle giostre. Avranno una struttura portante in acciaio, alla quale verranno agganciati esternamente dei pannelli in vetroresina. La scelta della vetroresina è stata dettata sia dalle caratteristiche del materiale, economico ma resistente, e sia per permettere al visitatore di associare la mostra ai luna park.
BLACK OUT (2016) “Black Out” è un progetto per una mostra dell’opera di Duchamp L.H.O.O.Q. Molte sono state le interpretazioni attribuite a questo gesto di Duchamp. L.H.O.O.Q. dissacra uno dei miti dell’arte dell’Ottocento con l’obiettivo, non di disonorare l’opera ma di colpire e ridicolizzare coloro che, superficialmente, apprezzavano l’opera solo perchè soggetta all’apprezzamento degli altri, conformandosi alla massa. Con quest’opera Duchamp esprime al meglio i valori e l’ironia portati avanti dal movimento del Dadaismo, secondo il quale l’opera era tale non per il gesto o per la tecnica, ma per il pensiero che aveva portato ad essa. Il concept progettuale parte dall’idea di comparare il movimento DADA ad un VIRUS. Come un virus intacca il sistema operativo informatico di un computer creando delle rotture, così il Dadaismo è stato gli inizi del ‘900 un distruttore delle concezioni e dei valori artistici ottocenteschi innescando un nuovo modo di concepire l’arte, ironico e provocatorio. L’hacker creatore del virus è l’artista, Duchamp, che attraverso l’opera presa in considerazione diffonde il virus Dadaista. Lo spazio è stato concepito come un percorso, nel quale inizialmente viene presentata la fase di contagio del virus, che entra nel sistema e lo porta alla rottura. Proprio la rottura rappresenta il punto di collegamento tra la prima sala e quella successiva acquisendo la funzionalità di “portale”. Nella seconda fase infatti viene mostrato il contenuto del virus, il cosiddetto codice virale, che ha causato la rottura antecedente. https://www.youtube.com/watch?v=wzw5qIKB-EQ
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Il primo spazio simboleggia il conformismo della società di fine ‘800, mentre il secondo spazio rappresenta l’anticonformismo del movimento dadaista. Tre schermi scandiscono il percorso iniziale riproducendo un videodocumentario riguardante l’arte dell’Ottocento. Procedendo il video è soggetto ad interferenze che ne intaccano la sua comprensione e ne provocano il malfunzionamento fino ad arrivare ad un punto di black out, di rottura totale. Il virus Dada entra pian piano nel sistema della società del tempo alterandone i canoni.
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L’opera al centro della stanza, è posizionata su un piano orizzontale in maniera anticonformista. Da qui partono delle strisce led che emanano impulsi luminosi che lo collegano a delle proiezioni e allo schermo nero della prima sala. Tutto questo simboleggia il virus che parte dall’opera e va ad intaccare tutto ciò che ha attorno. Le proiezioni riportano frasi sui valori Dada, quando il visitatore si avvicina alle proiezioni, esse iniziano a muoversi, innescando il movimento del visitatore che apprenderà le informazioni in modo anticonformista.
(2016)
IL DRAMMA DELLE ALLUVIONI
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“Il dramma delle alluvioni” è il progetto per una delle sale del museo degli Arsenali Medicei di Pisa. All’interno del museo, tra i vari reperti esposti, esiste una sala dedicata al racconto delle nove disastrose alluvioni che in nove secoli distrussero la città. La sala costituisce il punto di partenza di un viaggio “virtuale” nel Mediterraneo antico e anticipa ciò che lo aspetta nella stanza seguente: l’Alchedo, il più grande relitto emerso dagli scavi del 1998. Nella sala delle alluvioni si vuole far rivivere al visitatore il momento della tragedia, suddividendo l’esperienza per fasi in un climax di emozioni. Lo spettatore viene immerso in un percorso obbligato e tortuoso. Lo spazio inizialmente risulta ampio e regolare, a mano a mano che il visitatore si avvicina nella fase di massima tensione della tragedia, lo spazio si restringe diventando stretto e spigoloso. Nella parte finale del percorso l’ambiente si espande ed appare desolato. Un percorso sensoriale diviso in quattro fasi, stimola tutti i sensi dello spettatore per vivere a pieno le sensazioni degli abitanti di Pisa nel passato. Il visitatore rivive l’esperienza vissuta dai protagonisti della sala, un marinaio ed il suo cane, dei quali troverà i resti nell’ultima tappa del percorso. https://www.youtube.com/watch?v=kIsY-GDUcO4
Il percorso che andrà a fare il visitatore sarà caratterizzato da variazioni di dimensioni dello spazio. Se prima il visitatore entra in un’area ampia, a mano a mano che si addentra nel percorso le dimensioni si faranno sempre più ridotte in larghezza ed altezza, per poi riaprirsi nella fase finale. Sulla parte superiore, su dei celini in PVC sarà retroproiettato un cielo che, in base al momento dell’alluvione, diventerà da azzurro, a nuvoloso, poi in tempesta e nuovamente sereno. Il percorso è diviso in quattro fasi principali di un’alluvione: QUIETE, PIOGGIA, TEMPESTA e DEVASTAZIONE. Oltre al cielo, ad identificare la fase in cui ci trova, anche dei suoni accompagneranno il visitatore.
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SEZIONE C-C’
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Il visitatore entra nel primo ambiente ampio e regolare e si trova di fronte ad uno schermo sul quale è videoproiettata la storia di un cane e di un marinaio. Terminato il video scoppia un forte tuono che rimbomba nell’ambiente. Qui il cielo da nuvoloso si fa sempre più scuro. I suoni e i rumori che prevalicano sono quelli del respiro del cane, i passi del marinaio ed i rumori del porto.
Successivamente il visitatore si trova di fronte ad un percorso obbligato stretto e basso. Si sente una pioggia incessante, che diventa sempre più forte, urla di persone e l’abbaiare del cane. Le pareti laterali sono realizzate con sottomisure di legno assemblate in maniera casuale. Queste hanno dei fori dai quali si potranno spiare immagini di forti temporali.
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Il terzo ambiente risulta molto opprimente a causa delle sue dimensioni ristrette. I suoni ed i rumori risultano molto più forti al punto da rimbombare in tutto il percorso: la pioggia incessante diventata torrenziale e le urla si fanno disperate. Sulla sinistra proseguono le pareti forate, ma sulla destra ci sono grandi teli sui quali vengono retroproiettate onde d’acqua torbida che travolgono il visitatore.
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L’ultima fase presenta uno scenario devastato: lo spazio ritorna luminoso e l’atmosfera più calma. Lateralmente si trovano due grandi vasche di fango in cui sono immersi i reperti trovati durante gli scavi. Tra le macerie lo spettatore ritroverà gli scheletri del cane e del marinaio. Gli unici suoni che percepisce lo spettatore sono i cinguettii degli uccelli, il cadere delle gocce e il rumore di tronchi spezzati.
Mc GIAIME (2014)
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Quest’esposizione, al Macro di Testaccio, permette di far conoscere al pubblico capitolino le opere e la vita di un giovane writer romano, vissuto negli anni Novanta, Mc Giaime. Ad ispirare l’allestimento è il mondo della strada, verrà quindi ricreata un’atmosfera urbana. Il visitatore verrà accompagnato lungo un percorso multisensoriale che gli permetterà di immedesimarsi nel mondo di Giaime attraverso atmosfere, suoni, fotografie e colori. L’ingresso nel mondo di Giaime sarà graduale, in modo da raggiungere la sua intimità più profonda. Verrà quindi rivisto il pecorso artistico/filosofico di Mc Giaime Fiumanò, evidenziandone il pensiero riguardo il graffitismo come elemento portatore di colore ed emozione nel grigiore della città. Entrando, il visitatore si lancerà in un viaggio attraverso la cultura hip hop e la filosofia di Giaime. Subito incontrerà le prime opere ed i graffiti sui treni, essenza del pensiero del ragazzo. Salendo le scale alla destra, si troverà in una sala proiezioni dove verranno proiettati i video della vita e dei viaggi di Giaime. Giunto alla fine, il visitatore arriverà ad un momento importante della mostra, grazie a delle cuffie pendenti dal soffitto, entrerà in contatto con l’intimità di Giaime ascoltando in solitudine le sue tracce e potrà godere di un momento di riposo lungo le sedute/scalinata. Infine il visitatore potrà lasciare la propria firma direttamente sul muro del guest-book ad ultravioletti, rivivendo la stessa esperienza dei writer che graffitano in piena notte.
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GUEST-BOOK
SALA PROIEZIONI
PIANO INFERIORE
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primi disegni graffiti sui treni
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graffitismo europeo ispirazioni
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studi e ricerche sviluppo artistico
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musica
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area seduta
pannelli espositivi
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artnE .inoznac e oediv ehcna am irda6 uq ,ingesid ,efiargotof onos ic ,otsav otlom è otsopse 2 elairetam li ,artsom alled onretni’llA aznesse ,inert ius itfifarg i de erepo emirp el àrertnocni otibuS .emiaiG id afiosolfi al e poh pih arutluc al osrevartta oiggaiv nu ni rA .emiaiG id iggaiv ied e ativ alled oediv i itatteiorp onnarrev evod inoizeiorp alas anu ni àrevort is ,artsed alla elacs el odnelaS iG id àtimitni’l noc ottatnoc ni àrertne ,ottfifos lad itnednep efifuc elled a eizarg ,artsom alled etnatropmi otnemom nu da àrevirra rafi ratnirEPIANO po.irnpoaznl earSUPERIORE isivirdli aeunqfin,iIn.gaetasnidila,cesfi/aertguodteosf oenl oogs nicul,ootssoapviroitdloomtnèem g àlir,taorptseom ecaclalertdeounsreeltnein’lliAd caiecsoaeldàirvtoephcenroataatm otosm opnsue iedlaeirreedtaom p inrpi oenlaàtrfiefartrngoechnci orteibtiurwS i.eedmaiazinGeiidreapfisoesaoslfiseatlseapl oohdnpeihviavirru,tiltutecloailvoasrtrleuvdaarttkaoooibg-gtsaeivugnulendi aznesse ,inert ius itfifarg i d.eetteornepaoneeim rA .em1iaiGsala id igproiezioni gaiv ied e ativ al2 led oguest-book ediv i itatteiorp onnarrevtenda evod ioscurante noizeiorp alas anu ni àcartongesso revort is ,artsed alla elacsschermo el odnelaS iG id àtimitni’l noc ottatnoc ni àrertne ,ottfifos lad itnednep efifuc elled a eizarg ,artsom alled etnatropmi otnemom nu da àrevirra rfi airporp al eraicsal àrtop erotatisiv li enfinI .atanilacs/etudes el ognul osopir id otnemom nu id eredog àrtop e eccart eus el enid .etton aneip ni onatfifarg ehc retirw ied azneirepse assets al odnevivir ,itteloivartlu da koob-tseug led
Utilizzando segnaletica stradale,che orizzontale Alla fine della visita il visitatore avrà un nuovo bagaglio: lalaconsapevolezza l’hip hop non è e verticale, l’intero padiglione diventa una studio e dedizione, come lo ha dimostrato la vitastrada, di Giaime. Subito avrà la possibilità di sperime simbolo del percorso personale di Giaime e suo luogo prediletto. Per ricreare quisita, graffitando, oltre che nel guestbook, l’edificio stesso. Il Macro è rivestito da uno strato d un’atmosfera urbana sono inseriti cartelli fissato alla struttura attraverso un sistema di agganci, permette di scrivere sua super stradaliche con citazioni, elementi cittadinisulla e suoni, il tutto accompagnato dalla monocromia, in colore originale del museo. In questo1modo, il museo stesso diventa elemento di attrazione per
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modo da rendere i graffiti di Giaime unico elemento portatore di colore. La segnaletica sul pavimento funge anche da guida per il visitatore attraverso la mostra. Oltre alle pareti preesistenti, come elementi espositivi vengono utilizzate delle reti da recinzione.
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sviluppo stilistico musica area seduta pannelli espositivi totem
RUMORI URBANI
Tramite diversi elementi di propagazione del suono, il visitatore verrà inserito gradu Giaime. Partendo dal silenzio dell’ingresso, si passerà ad una musica d’atmosfer luogo prediletto da Giaime, la città. Successivamente, per mezzo di diffusori mirati tura hip hop, per arrivare infine al massimo grado di intimità quando, attraverso d tore potrà udire le tracce di Giaime, estraniandosi dai rumori esterni.
lizzando la segnaletica stradale, orizzontale e verticale, l’intero padiglione diventa una strada, simbolo del percor sonale di Giaime e suo luogo prediletto. Per ricreare un’atmosfera urbana sono inseriti cartelli stradali con citazio menti cittadini e suoni, il tutto accompagnato dalla monocromia, in modo da rendere i graffiti di Giaime unico el nto portatore di colore. La segnaletica sul pavimento funge anche da guida per il visitatore attraverso la mostr re alle pareti preesistenti, come elementi espositivi vengono utilizzate delle reti da recinzione.
Utilizzando la segnaletica stradale, orizzontale e verticale, l’intero padiglione diven personale di Giaime e suo luogo prediletto. Per ricreare un’atmosfera urbana sono elementi cittadini e suoni, il tutto accompagnato dalla monocromia, in modo da re mento portatore di colore. La segnaletica sul pavimento funge anche da guida p Oltre alle pareti preesistenti, come elementi espositivi vengono utilizzate delle reti
potrà udire le tracce di Giaime, estraniandosi dai rumori esterni.
VINOFORUM (2015)
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Il progetto Vinoforum, prevede la realizzazione di una fiera del vino nel cuore di Roma. L’obiettivo prefissato era l’elaborazione di un luogo particolare ed innovativo che potesse regalare un’esperienza che va oltre la semplice degustazione del vino. Lo studio del mondo fieristico e dei percorsi ha reso possibile la progettazione di un labirinto, i cui stand andranno a definire i percorsi ed i tragitti per visitarlo. In una fase preliminare, l’analisi si è estesa osservando vari esempi di labirinti nella storia, filmografia, letteratura e cinematrografia. Oltre a stimolare la curiosità, l’ingegno, e lo spirito d’avventura, la straordinaria capacità di Vinoforum è quella di produrre emozioni e sensazioni nettamente distanti tra loro: riesce ad essere un luogo sinistro e destabilizzante a volte, o magico e sereno in altre situazioni. La funzione di elementi definizione dei percorsi, attribuisce agli stand la loro forma allungata. Essi sono in tubi di cartone, opportunatamente trattati in modo da essere idrorepellenti ed ignifughi. Anche la natura del posto viene inglobata nella struttura ed i pini presenti sono recintati da pareti in tubi. La scelta del materiale è dovuta dalla volontà di rendere il paesagio simile ai famosi labirinti rinacimentali dai quali è stata tratta l’ispirazione. https://www.youtube.com/watch?v=6jPvT68Eqhw
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alize di one che e la
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esa oria, Oltre irito inoaziad e a Il visitatore è libero di seguire il percorso che desidera,
arrivando al giardino centrale, area a cui conducono tutte le vie. Questo giardino è un luogo di riposo, dove la gente può gustare delle pietanze preparate nelle cucine a vista dopo la lunga passeggiata e le degustazioni dei vini da tutta Italia. L’ambiente che si presenta è ben diverso da quello che ha caratterizzato la fiera fino ad ora, ci sono sedute basse, il prato e delle luci che scendono dall’alto. L’obiettivo è quello di creare un piccolo paradiso all’interno della città in cui Vinoforum è situato.
tetto in compensato
tubi di cartone verniciati tubi di cartone plexiglass trasparente
pedana in compensato
05 Le aree “speciali” emergono in altezza e sono contrassegnate con colori differenti per favorire un più facile riconoscimento. Inoltre, per facilitare l’orientamento nello spazio, gli alberi sono resi parte viva della fiera. Verranno illuminati dal basso con fasci di luce di diverso colore e saranno punti di riferimento per ritrovare le aree eventi e servizi degli stessi colori. Per poter comprendere cosa stanno ad indicare i colori degli alberi ed in che punto di Vinoforum ci si trova rispetto ad essi, una mappa verrà distribuita all’ingresso ed in essa verranno indicati gli elementi da usare come riferimento.
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CANTINE DA CHEF
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CUCINE A VISTA
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AREA EVENTI
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INGRESSO/USCITA
NUTELLA STORE (2016) Questo progetto nasce dall’idea di uno store Nutella presso l’aeroporto di Francoforte. L’aeroporto di Francoforte sul Meno, è l’undicesimo aeroporto al mondo per il numero di passeggeri ogni anno ed il più grande aeroporto della Germania. In Europa è il terzo per dimensioni, ci sono voli appartenenti ad 80 compagnie aeree con circa 60 milioni di passeggeri ogni anno. Studiando la situazione degli aeroporti, uno dei problemi più ricorrenti è la saturazione, attualmente il 70% dei voli porta ritardo. Per questo motivo, gli aeroporti hanno dovuto proporre un nuovo servizio che permetta di rendere le attese più confortevoli. Gli aeroporti stanno cercando di diventare sinonimo di qualità ed efficienza di servizi. Lo store sara’ collocato al Gate D del Terminal in una delle aree partenze. Il gate e’ uno spazio di attesa dei passeggeri in partenza o in transito durante gli scali. Sara molto importante sia la zona ristoro che quella della vendita, considerato che la durata della permanenza all’interno degli areoporti puo’ essere molto diversa. Studiando le tempistiche che hanno a disposizione le persone in aeroporto, sono state riconosciute quattro macrocategorie: chi è in ritardo e necessita un pasto veloce prima di correre sul proprio volo, chi fa scalo e necessita di riposo o di una pausa prima di prendere il volo successivo, chi trascorre la notte perchè viene da un paese con un fusorario diverso o ha il volo la mattina e chi lavora in aeroporto come hostess, piloti o staff aeroportuale.
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In base alle categorie di persone trovate sono state definite delle aree nello store: un’area take away vicino alla vetrina, un’area tempi brevi vicino l’ingresso, un’area tempi medi posta in zona centrale ed infine un’area tempi lunghi posta in una zona riparata e silenziosa dello store.
Per guidare i clienti verso l’area più adatta a loro e alle proprie esigenze, è stato studiato un sistema di icone. Ad ogni icona e tempistica è stato associato un colore ed uno slogan che rappresenta il tipo di attività che si può svolgere avendo determinate tempistiche.
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doppio vano portabagagli vano portabagagli
Per coloro che hanno a disposizione dei tempi molto lunghi, c’è la possibilità di poter riposare all’interno del Nutella Dreamin: aree con dei letti che forniscono un servizio di sveglia con la colazione in modo da poter prendere il proprio volo in tempo.
VERTICALE (2015)
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Il progetto “Verticale” nasce per il premio “Le 5 Stagioni”, un concorso internazionale per progettare il futuro dei locali pizzeria. “Verticale” è una pizzeria rivoluzionaria. E’ dotata di un sistema di piattaforme che collega il piano superiore al piano inferiore e permette di servire le pizze direttamente al centro di ogni tavolo del piano inferiore. Il progetto nasce dal concetto di serra ed i suoi tavoli sono l’evoluzione di esso: sono dei contenitori di piante semitrasparenti, dotati di parti che possono essere sollevate ed abbassate, mettendo in collegamento i due piani che compongono la pizzeria. Il cliente potrà scegliere tra due modalità differenti di vivere la propria esperienza: sedersi al piano superiore e gustare la pizza in un tavolo sociale, o al piano inferiore, accomodandosi ai tavoli-serra, contenitori di piante di diverso tipo. Sedendosi al tavolo sociale, il cliente potrà “partecipare” alle attività della pizzeria, osservando il funzionamento di carrucole che collegano i due piani. La pizza verrà preparata nel piano superiore e verrà o servita dai camerieri ai tavoli sociali o calata da una piattaforma che scenderà direttamente al tavolo-serra. Essi conterranno diversi tipi di piante, tutte che crescono anche in luoghi chiusi e non necessitano di molte cure. https://www.youtube.com/watch?v=S6k_VEcubLU&t=18s
fune avvolgibile in acciaio
LIVELLO 0
piano d’appoggio in vetro pedana portapizza in polietilene
copertura in pelle
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Le piattaforme saranno gestite da carrucole che attraversano il solaio bucato. La sua struttura è adatta a qualsiasi spazio si abbia a disposizione poichè può essere agganciata ad una struttura esistente, può essere autonoma o inserita nel sistema murario. I tavoli possiedono due parti mobili, il piano d’appoggio che verrà calato solo all’arrivo dei clienti, in modo che in caso di tavolo libero essi assumeranno l’immagine di vasi, e la piattaforma che servirà le pizze.
LYCRA trasparente
tubolare
tubolare
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AGGANCIATO A STRUTTURA ESISTENTE
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AUTONOMO
COSTRUITO INSIEME ALLA STRUTTURA
SOLAIO DI COPERTURA
TAVOLI SOCIALI livello 1
SOLAIO INTERMEDIO
PEDANA CON TAVOLISERRA PIANTE peperoncino rosmarino timo grano menta lavanda
livello 0 erica graciliis bamboo basilico salvia prezzemolo forsythia
PLAYWITHFRAME (2016) Il progetto PlayWithFrame nasce dall’esigenza di realizzare un pop-up store per la rivista Frame che si occupa di design ed architettura. Frame Magazine è presente in molte fiere per vendere libri, riviste ed oggetti di design ed ha la missione di far conoscere le nuove tendenze sulla creatività e l’eccellenza del design. I vecchi pop-up store di Frame erano caratterizzati dal colore e dalle forme geometriche, ma non erano mai in grado di essere adattabili alle diverse dimensioni delle fiere a cui la rivista patecipava. Per questo motivo, per la realizzazione del nuovo store ci si è ispirati all’abitacolo di Bruno Munari. Ad accomunare la rivista e Munari era la loro missione di stimolare la creatività delle persone: Frame attraverso i suoi articoli e Munari con i propri oggetti di design. Come l’abitacolo, anche PlayWithFrame può essere adattato a qualunque spazio. La struttura è composta da moduli in tubolare metallico che si ripetono e all’interno dei quali possono essere inseriti dei box dalle varie funzioni. Questi box, possono anche assumere aspetti diversi poichè sono rivestiti da pellicole adesive. Il risultato è uno spazio sempre mutato. Per lo store sono stati studiati aspetti e composizioni diversi per dimostrare la versatilità della struttura.
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MODULI PIANI
La struttura è composta da moduli piani realizzati da una griglia di 10x10 cm, questi, assemblati a delle traverse, creano il modulo base. Montando i diversi moduli base, si vanno a formare le varie facce del pop-up store. Le facce possono essere assemblate tra loro oppure ad un elemento verticale, composto solo dall’accorpamento dei moduli piani. In base alle diverse esigenze di spazio, lo store può essere composto dai moduli base o dal loro montaggio.
MODULO BASE TRAVERSE
MODULO FACCIA MODULI BASE
MODULO VERTICALE
MODULO FACCIA
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BOX ESPOSITIVO
COMPOSIZIONE BOX
BOX LUMINOSO
BOX CUSTODIA
BOX SEDUTA
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PARETE INTERATTIVA (2015)
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DEGUSTATORI
SENSORI SENSORI SENSORI SENSORI
All’interno di Vinoforum, è inserita una parete interattiva dalla funzione educativa e decorativa. All’ingresso dell’evento oltre al biglietto, viene consegnato un bicchiere per degustare i vini. Ogni bicchiere incorpora un sottobicchiere in silicone colorato nel quale è inglobato un sensore di rame. Il sottobicchiere soddisfa una triplice esigenza: il suo materiale lo rende antiscivolo, nasconde il sensore ed il suo colore rende riconoscibileDEGUSTATORI dallo staff DEGUSTATORI DEGUSTATORI il cliente, in base ad un codice colori assegnato alle varie BUYERS tipologie di visitatori. Terminata la visita, ci si imbatte in un’installazione: essa è una parete composta da singole celle all’interno delle quali si può riporre il proprio bicchiere. Inserito il bicchiere, la cella si illumina di una luce dello stesso colore del sottobicchiere ed il risultato è un’area antistante la fiera più pulita ed un disegno di luci all’interno della fiera sempre diverso.
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FRUITORI AREE A BUYERS BUYERS BUYERS PAGAMENTO
FRUITORI AREE FRUITORI A PAGAMENTO AREE FRUITORI A PAGAMENTO AREE A PAGAMENTO striscia led
striscia
sensori in rame
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FUSIONE (2014)
Fusione è il modello di un’idea di installazione che abbia come tema la Natura. In particolare, il concetto sviluppato è il rapporto tra mondo naturale e mondo artificiale. Un tunnel i cui apici rappresentano i due mondi, ben distinti tra loro, che sembrano andare l’uno verso l’altro per potersi fondere. Realizzato a mano con singoli mattoncini di balza intagliati, rete metallica, schiuma in Poliuretano (plant foam) e sabbia. La domanda sorge quindi spontanea, possono, natura e mondo artificiale, convivere senza che uno prevalichi sull’altro?
FEELBLOWIND (2016)
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FeelBloWind è un progetto di intervento urbano che vuole collegare due dimensioni di movimento, quello naturale del vento che genera i suoni e quello del corpo che genera la danza, ai fini di creare un’installazione cinetica-sonora. La struttura era destinata alla piazza Gae Aulenti, posta nel quartiere di Porta Nuova a Milano, che sta assumendo sempre di più il ruolo di nuovo centro cittadino. A seguito di un primo sopralluogo, si è notato come la piazza risulti particolarmente ventilata e come i rumori provenienti dall’ambiente cittadino risultino schermati dagli alti grattacieli. Il risultato è un ambiente particolarmente silenzioso, rotto unicamente dal suono delle fontane e dal vento che soffia dalle zone più aperte. La piazza è anche diventata spontaneamente luogo-non luogo per molteplici gruppi di ragazzi che si esibiscono in diverse coreografie. Al termine di queste riflessioni, è stato deciso di realizzare uno stage che avesse il ruolo di ospitare gli eventi musicali e di danza di Milano. https://www.youtube.com/watch?v=TCA8bIX0VOI
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DESIGN PORTFOLIO 2017
Sabrina Binda