I BODRI

SCUOLA SACRA FAMIGLIA CREMONA A.S. 2019/2020 GAIA CORINI CL.3°A

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INDICE:  INTRODUZIONE  IL NOME  LA ZONA  LA FORMAZIONE  LE FALDE  LA FLORA  LA FAUNA  IL BODRIO DI GERRE UGOLANI  CONCLUSIONE  BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA

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Registrazione #7.mp4

Questo è un racconto che si tramanda nella mia famiglia avvenuto nell’autunno del 2000 durante la grande piena e l’uomo ostinato, Giuseppe era mio nonno, Ernesta mia nonna e il figlio Giovanni è mio papà. Ho scelto di approfondire i Bodri per svariati motivi: primo perché sono cresciuta sentendo racconti come questo, testimonianze e paure che il nostro amato Po e i suoi disastri, tra cui il bizzarro fenomeno dei Bodri, ha portato nelle vite di coloro che vivono come noi in golena. Per secondo perché sono stata attirata da questo singolare elemento che mi incuriosisce ed attrae da sempre e per terzo ed ultimo, ho scelto i Bodri perché sono un fenomeno non molto conosciuto, volevo raccontarvelo nella speranza che vi piaccia e che riesca a trasmettervi quella bellissima emozione che sento nascere tutte le volte che parlo di questo, perché si intreccia con la mia famiglia, la mia infanzia e le mie radici. Per creare l’approfondimento sono stata aiutata da molti miei parenti e professori che mi hanno dato numerosi libri, foto testi e testimonianze da guardare e consultare, quindi posso dire che il metodo di lavoro che ho utilizzato si basa principalmente sulle conoscenze dei miei cari e alla mia rielaborazione delle informazioni. Presenterò le caratteristiche generali dei Bodri di Stagno Lombardo e della zona e in particolare del Bodrio di Gerre Ugolani che si trova vicino alla cascina dei miei nonni e quindi posso dire che sia “il bodrio della mia infanzia”. Ma ora vi auguro buona lettura, nella speranza di incuriosirvi.

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Il nome “bodrio” ha diverse denominazioni locali ad esempio in Veneto “gorghi” e nel mantovano “bugni” e si dice che abbiano preso questi nomi dalla loro forma; oppure nel pavese “buri” e nel cremonese “bodri o budri” e invece per questi due si dice che il nome abbia origini tedesche “brechen” che significa rompere oppure più probabilmente dal greco “bòthros” che significa voragine o scavo.

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Arriviamo alla zona dove si trovano questi bodri. Essi si sviluppano in golena.

La golena è una zona compresa tra l’argine maestro e il fiume. E’ stata costruita per far sì che quando il fiume in piena esonda non invade la città ma soltanto questa zona. Possiamo dire che è una zona di protezione per le città.

Questo territorio è delimitato da un argine maestro che è l’opera di difesa idraulica più importante formata da un terrapieno la cui altezza è variata nell’arco degli anni in funzione del livello massimo delle piene, inoltre la dimensione e altezza degli argini maestri del Po aumenta più ci si avvicina alla foce, perché maggiore è la portata del fiume. Prima dell’argine maestro ci sono degli arginelli più bassi chiamati: “argini golenali” che consentono di fermare le piene di modesta portata. Per ultimo la golena si divide in due zone, la “golena aperta” che è il terreno tra il fiume e il primo argine golenale e la “golena chiusa” che è il terreno che si trova tra l’argine maestro e l’ultimo argine golenale. L’argine maestro che passa nei pressi di Stagno Lombardo, ha origine alle Colonie Padane.

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La creazione di questi bodri è strettamente collegata alla presenza degli argini, senza di essi possiamo presumere che questi elementi naturali potrebbero non esistere. Ma adesso arriviamo al processo di formazione; tutto ha inizio con la piena del fiume in questo caso il Po. Quando il fiume esonda, cioè esce dal suo percorso fluviale, comincia a espandersi nella zona golenale con molta forza, finché non incontra un argine; e se quest’ultimo non è abbastanza imponente, l’acqua lo sormonta o sfonda. In presenza del punto di rottura, si formano delle correnti caratterizzate da un moto rotatorio che scavano il terreno formando un enorme buca a forma di cono rovesciato, successivamente si formerà il bordo o scarpata.

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Le falde acquifere sono depositi di acque sotterranee contenuti in rocce permeabili limitate da rocce impermeabili. Le falde quindi costituiscono importanti serbatoi idrici. Una parte delle acque che provengono dalle piogge, entrano nella circolazione sotterranea, dove si viene a formare un accumulo di acque nella parte permeabile. Esistono due tipi di falde, quelle freatiche o libere e quelle artesiane o imprigionate. Le falde freatiche poggiano su una base impermeabile e sopra ne hanno una permeabile; invece quelle artesiane si trovano tra due basi impermeabili.

I bodri che si trovano a una certa distanza dal fiume e nella stessa falda freatica, risentono della variazione del livello dell’acqua contenuta nella falda; se il livello del fiume sale, anche il livello della falda sale e aumenta anche il livello del bodrio e viceversa.

Questo è più evidente quando il bodrio è recente, perché con il passar del tempo, sul fondo si depositano detriti naturali che rendono impermeabile il fondale del bodrio e quindi gli spostamenti dell’acqua più limitati.

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La flora dei bodri si divide in diverse fasce, chiamate “anelli di vegetazione”, che accentuano l’effetto predominante dell’acqua, conferendogli un gran fascino. Il primo anello chiamato “corona-arborea” è quello più esterno ed è composto da specie arboree piuttosto comuni, la maggioranza di origine esotica, come: la Robinia, il Pioppo euro-americano, l’Ailanto o il Platano. Nel secondo anello chiamato “corona-arbustiva” troviamo arbusti per lo più di specie indigene come: il Cespuglietto ad Amorpha fruticosa, numerosi Salici bianchi o semplici rovi. Questa zona spesso si fonde con la prima costituendo la corona arborea-arbustiva. Nel terzo anello troviamo lo “strato erbaceo”, che si insedia al margine esterno della precedente corona; è distribuita in modo omogeneo sul terreno ed è formata per lo più da erba comune o ortiche. Nel successivo e quarto anello troviamo le “piante acquatiche emergenti”, che rappresentano una bordatura interna del bodrio, come le cannucce palustri; nel quinto anello, troviamo la zona del “lamineto” costituita da piante galleggianti radicate al fondo con lunghi steli che le portano alla superficie, come le ninfee bianche, le lenticchie d’acqua, l’erba pesce, le castagne d’acqua o il morso di rana che formano sulla superficie tappeti tappezzati che a volte impediscono il passagio della luce e quindi lo sviluppo di piante acquatiche sommerse, come alghe acquatiche, funghi e muschi acquatici. Il bodrio da quando nasce fino alla sua morte, attraversa una sequenza di frasi di crescita che si caratterizzano con lo sviluppo dei diversi anelli di flora.

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La fauna dei bodri, presenta numerose specie animali, che a volte sono caratteristiche solo di questi luoghi. Nella fascia arborea- arbustiva, risiedono numerosissime specie di uccelli che pongono nei rami i loro nidi, come il Germano reale, la Marzaiola, il Merlo, oppure l’Usignolo, scendendo nella zona compresa tra gli arbusti e l’acqua, invece vi risiedono uccelli che compiono migrazioni di lungo raggio come l’Airone cenerino, la Garzetta, la Nitricola, la Tortora, il Picchio rosso e il Cuculo. Lungo le sponde o in prossimità dell’acqua troviamo numerose specie di rettili e anfibi per i quali i bodri costituiscono un importante luogo di rifugio e di riproduzione dove depongono le uova, come il Rospo comune, il Ramarro, la Rana verde, o la Testuggine Palustre.

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Il bodrio di Gerre Ugolani, si trova a sud di Stagno Lombardo nella valle golenale del Po, interna all’argine maestro. Nei pressi della cascina di Gerre Ugolani, dalla quale prende il nome; percorrendo l’argine consortile (cioè gestito da una associazione). Questo elemento naturale si è realizzato nel 1723, ricopre una zona di 4860 m², il perimetro è di 260 m² è profondo 3,7 m, attualmente. Invece appena formato le sue acque erano profonde ben 7,1 m.

La zona che lo circonda è caratterizzata da campi per lo più coltivati a mais e limitate porzioni con boschetti e incolti erbacei. Le acque di questo bodrio sono alimentate perennemente dalle infiltrazione della falda.

La vegetazione, partendo dalla zona più esterna, presenta alberi come i Salici bianchi, il Pioppo, la Robinia, la Farnia e il Gelso bianco, ecc. Scendendo troviamo la zona arbustiva che è predominato da Amorpha fruticosa e dal roveto di Sambuco, Sanguinella e Salice Bianco. Scendendo ancora un po’ troviamo la zona a struttura erbacea con vegetazioni infestanti e rampicanti; la penultima è la zona di bordatura a struttura erbacea con numerosi canneti e infine l’ultima zona è la vegetazione acquatica, con uno strato compatto di idrofite radicate e sommerse come lenticchie d’acqua e ninfee.

Questo bodrio si trova in uno stato di conservazione buono.

Nel 2002 è stato acquistato dal comune di Stagno Lombardo e dopo la acquisizione si è notato un grandissimo miglioramento, con la piantumazione di alberi fra il bodrio e la strada e la corona arborea è variegata e ben sviluppata e non presenta più la sofferenza del passato.

Inoltre dopo l’acquisto è diventato monumento naturale valorizzato con la realizzazione di un osservatorio faunistico, nel quale si può osservare il Martin pescatore e i suoi nidi. Il punto di osservazione ha come base la struttura abbandonata che in passato serviva a prelevare acqua irrigua. Sono presenti Carpe, Trioti, Scardole, Pesci sole e Pesci gatto, con un insolita colorazione dorata. Una curiosità è che il colore del fondo, fangoso o sabbioso che sia, ha infatti una forte influenza su quello dei pesci che lo frequentano. Il fondo di questo bodrio è sabbioso e nell’area centrale curiosamente spunta dall’acqua un tronco d’albero sempre fisso nel fondo. Escludendo la possibilità della sopravvivenza di un albero nell’acqua profonda, probabilmente si tratta di un elemento di origine antropica, collocato lì per chissà quale motivo.

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Ed eccoci arrivati alla conclusione di questo approfondimento, nonostante mi abbia richiesto tanto impegno mi ha dato la soddisfazione di realizzare un bel lavoro. Volevo raccontarvi di questi bodri, che sono presenti da sempre nella mia vita e grazie a questo lavoro, sono riuscita a fare il punto della mia conoscenza e ordinare tutte ciò che avevo appreso negli anni; non solo riferendomi ai numerosi racconti dei miei famigliari ma attraverso le ricerche ho scoperto cose nuove, come le falde freatiche e artesiane che prima non conoscevo, e inoltre i nomi di animali e piante. Per ultimo ho scoperto che quest’emozione accomuna tutta la mia famiglia quando si parla del fiume Po, infatti questa sensazione di casa, di un luogo, che grazie a tutte le sue meravigliose sfaccettature, lo rende accogliente, come un abitazione, e bello, come la luce negli occhi degli anziani che nasce quando ti raccontano della loro famiglia, della loro infanzia e della loro bellissima terra, la nostra pianura Padana, che anche se a volte può sembrare noiosa e con un clima fastidioso, caldo e umido in estate e freddo e nebbioso in inverno, è lo stesso casa.

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 STAGNO LOMBARDO E I SUOI BODRI NATURA E PERSONE NEL CUORE DELLA PIANURA PADANA di Riccardo Groppali e Giovanni Gusberti  UN TEMPO STAGNO IMMAGINI E NOTIZIE STORICHE di Ettore Uccellini  LA GRANDE PAURA a cura del comune di Stagno Lombardo

 https://www.chimica-online.it/articoli/falda-acquifera.htm

 http://ecomuseo.provincia.cremona.it/resource/documents/quaderno15. pdf

 https://www.youtube.com/watch?v=RFd1c8PmVEs

http://bibliotecadigitale.provincia.cremona.it/monografie/show.php?id=2

FOTO PRESE DAI LIBRI CITATI O DAI SITI CITATI OPPURE DA GOOGLE. -27-