LA PALLAVOLO

LA PALLAVOLO

Volleyball

Scuola Sacra Famiglia paritaria di II grado A.s. 2019-2020-Verso l’infinito e oltre 1

Elisa Facciocchi Classe 3°A

INDICE Introduzione

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La storia della pallavolo

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Le regole

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Le zone del campo

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I ruoli della pallavolo quali sono e come funzionano

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Palleggiatore e palleggio

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Schiacciatore e schiacciata

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Centrale e muro

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Libero e bagher

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Opposto e battuta

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Fisica: le traiettorie

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Intervista a Federica Stufi

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Conclusione

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Sitografia-iconografia-bibliografia

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INTRODUZIONE (VIDEO) Ho scelto di approfondire questo argomento perché per me la pallavolo è tutto, è la mia vita! Pur non praticando questo sport a livello agonistico, è la mia passione più grande, è un mezzo di sfogo ma anche di divertimento. Ho imparato a praticare la pallavolo circa tre o quattro anni fa; prima non l’avevo mai presa in considerazione, pensavo solo all’atletica. Questa mia grande passione è nata quando un giorno, la mia migliore amica, mi ha invitata al Pala Radi per vedere la partita della Pomi, che è la squadra di Casalmaggiore che gioca a Cremona. Inizialmente non mi ha interessato molto però, poi, sono andata a vedere altre partite e me ne sono appassionata: nel mio cuore è entrata anche la pallavolo. Successivamente vedendo alcune mie amiche praticare questo sport, ho avuto il desiderio di provare ma non ero per niente brava.

L’anno in cui sono andata a vedere la mia prima partita, è stato quando la Pomi ha vinto lo scudetto: la squadra era veramente fortissima e a me, in particolare, piaceva una giocatrice, Imma Sirressi. Cercavo di imitarla e continuando ad esercitarmi, sono migliorata. L’anno scorso avrei voluto iniziare a praticare questo bellissimo sport a livello agonistico ma purtroppo, durante un allenamento di atletica leggera, ho subito un infortunio ad un ginocchio che non mi ha consentito di realizzare questo sogno: ero veramente triste e abbattuta però i miei genitori e i miei amici mi hanno sempre sostenuta e aiutata. Spero di rimettermi presto e di tornare a giocare a pallavolo a scuola con le mie amiche. Nel mio cuore rimarrà sempre questo sport fantastico!

Nelle pagine seguenti approfondirò l’argomento della pallavolo: cercherò di capire tutto ciò che riguarda questo sport. Procederò cercando informazioni su internet e sul libro di scienze ed inserirò alcune immagini e video.

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LA STORIA DELLA PALLAVOLO Già nell'antichità esistevano giochi con la palla che possono essere considerati i predecessori della pallavolo. I Romani, per esempio, eseguivano esercizi con la palla a scopo di divertimento e svago: la palla veniva colpita con la mano aperta e il palmo rivolto verso l'alto. In Italia una specie di pallavolo era giocata nel Medioevo e le sue origini possono essere ricercate addirittura in antichi giochi greci e romani. In Germania fu introdotto nel 1893 un gioco chiamato Faustball, ma il merito della costruzione della pallavolo in forma moderna, nata ufficialmente nell’agosto del 1895, va riconosciuto a William Morgan, istruttore di educazione fisica presso un college dell'YMCA (Young Mens’ Christian Association) di Holyoke, nel Massachusetts (USA).

William Morgan

Gli Italiani hanno conosciuto la pallavolo nella Prima guerra mondiale grazie ai Francesi e specialmente per mezzo degli Americani, fondatori del volley. Infatti, furono proprio i nostri soldati italiani, una volta tornati dal fronte, a trasmetterci questo nuovissimo gioco. In pochissimo tempo la pallavolo si diffuse in tutte le scuole, ma veniva giocata con regole molto approssimative e di conseguenza si limitava molto il ritmo e il movimento. In campo agonistico la pallavolo fu lanciata dall'Opera Nazionale Dopolavoro (O.N.D) e si incominciarono a svolgere così i primi incontri e tornei.

Infatti, nel 1943 furono istituiti i primi campionati nazionali: quello maschile a Genova e quello femminile a Desenzano sul Garda. Ma a causa degli eventi bellici la pallavolo si fermò. Sarà per opera dei dirigenti e dei giocatori formatisi attraverso l'O.N.D. che, nell'immediato dopoguerra, si avrà la continuazione e l'affermazione della pallavolo da sport amatoriale ad agonistico fondando ufficialmente, il 31 marzo 1946 a Bologna, la FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo) istituendo anche regolari campionati nazionali. Il 2 gennaio 1947 la FIPAV entrò a far parte del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) come membro “aderente”. Sempre nel 1947, a Parigi, l'Italia fece il suo esordio in campo internazionale perdendo contro la Francia per 3-0. L'Italia fu presente al primo congresso della Federazione Internazionale di Volley-ball (FIVB) e ottenne il privilegio di organizzare il primo Campionato d'Europa che si effettuò a Roma nel 1948, classificandosi terza dietro Francia e Cecoslovacchia. Nel 1949 l'Italia partecipò a Praga al primo Campionato del Mondo classificandosi ottava. Da questo momento in poi l'Italia fu presente a tutte le manifestazioni internazionali. Nel 1957 la FIPAV diventò membro effettivo del CONI, ottenendo così il diritto di essere considerata alla pari delle altre Federazioni sportive. In pochi anni, la pallavolo diventò il secondo sport a livello nazionale.

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LE REGOLE La Pallavolo o Volley è uno sport di squadra che si pratica fra due squadre di sei giocatori ciascuna su un campo di 18 metri di lunghezza e 9 di larghezza. Un incontro si disputa al meglio dei 5 set e vince la gara la squadra che ne conquista tre; ogni set viene vinto dalla prima squadra che raggiunge 25 punti con almeno due punti di differenza rispetto alla squadra avversaria. La partita inizia con la battuta, la palla deve essere respinta dalla squadra prima che tocchi terra; sono consentiti solo tre tocchi e ogni giocatore può colpire la palla con qualsiasi parte del corpo ma non due volte consecutivamente. Inoltre, il pallone deve essere colpito nettamente e mai accompagnato, spinto o portato e neppure trattenuto. Lo scopo delle due squadre è quello di far cadere la palla a terra nella parte avversaria del campo e con uno o due passaggi si cerca di preparare un'azione d'attacco, cioè una schiacciata. Il gioco viene interrotto per qualsiasi errore: palla colpita irregolarmente, inviata fuori campo, lasciata cadere per terra, invasione di piede o di mano nel campo avversario, quattro passaggi ecc. A ogni cambio di battuta i giocatori della squadra che ha conquistato il punto, devono modificare il proprio schieramento facendo una rotazione in senso orario di una sola posizione.

LE ZONE DEL CAMPO Il campo è lungo 18 metri e largo 9 ed è suddiviso in due aree uguali e simmetriche dalla rete che è disposta verticalmente sopra la linea centrale; la rete femminile è alta 2,24 metri mentre la rete maschile 2,43. Il campo è composto dalla zona d’attacco (dalla rete alla linea dei 3 metri) e la zona di difesa (dalla linea dei 3 metri fino alla fine del campo). Inoltre, si divide ulteriormente in sei zone immaginarie che corrispondono alle posizioni dei giocatori.

La suddivisione del campo

Le zone del campo 5

Nella pallavolo, i giocatori, hanno dei ruoli ben definiti per la formazione di uno schema di gioco, e sono: - Palleggiatore o Alzatore - Centrale o Centro - Schiacciatore-laterale o Attaccante, Mano, Ala, Banda oppure Martello - Opposto - Libero Inoltre, ci sono anche i “fondamentali� che sono azioni specifiche che compiono i giocatori: - Palleggio - Muro - Schiacciata - Battuta - Bagher

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PALLEGGIATORE E PALLEGGIO Il palleggiatore deve avere una grande precisone e a lui sono indirizzati tutti i palloni provenienti dalla ricezione o dalla difesa, che dovranno essere smistati agli schiacciatori. Per questo motivo si parla del palleggiatore come del "regista" d'attacco della squadra.

Nella pallavolo il palleggio ha lo scopo di passare la palla. In generale è uno dei fondamentali più importanti in quanto si impostano con esso quasi tutte le azioni d'attacco e di contrattacco. Di tutti i tipi di passaggi è il più agevole, perché si esegue sopra la testa permettendo attraverso le dita di controllare il pallone. A livello tecnico si effettua portando le mani sopra la fronte, in modo tale che i pollici e gli indici formino una figura simile ad un cuore rovesciato.

Ofelia Malinov: palleggiatrice

Il palleggio 7

SCHIACCIATORE E SCHIACCIATA Lo schiacciatore è probabilmente il ruolo più faticoso di tutti perché richiede al giocatore sia di ricevere che d’attaccare. Solitamente gli schiacciatori tendono ad eccellere in uno soltanto dei due compiti principali, attaccare e ricevere.

La schiacciata è il colpo che si dà alla palla, con una sola mano, cercando generalmente di colpirla il più forte possibile affinché gli avversari non riescano a recuperarla o non riescano a controllarla, mandandola fuori campo. Per effettuare la schiacciata è importante possedere una buona elevazione.

Solitamente la effettuano i giocatori più alti.

Ivan Zaytsev: schiacciatore

Come si fa una schiacciata 8

CENTRALE E MURO Il centrale va spesso a muro sia in posto 2 che in posto 4. Attacca al centro soprattutto il "primo tempo" o "veloce", cioè una palla rapidissima in cui il centrale salta assieme al pallone o prima per anticipare il muro avversario. Caratteristiche principali del centrale sono l'altezza, l'elevazione (soprattutto senza rincorsa) e la rapidità negli spostamenti laterali.

Si chiama "muro" la parte del corpo che uno o più giocatori di prima linea possono innalzare al di sopra della rete al fine di fermare il colpo avversario, in genere una "schiacciata". Il muro può essere eseguito da uno, due o tre giocatori. La condizione affinché il muro sia considerato valido è che i giocatori si trovino a ridosso della rete avendo almeno una parte del corpo al di sopra di quest'ultima.

Mina Popovic: centrale

Muro di Cristina Chirichella e Paola Egonu

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LIBERO E BAGHER Il libero ha la caratteristica di giocare solo in seconda linea (zone 1, 6 e 5) ed è quindi specializzato nei fondamentali di ricezione e difesa: le limitazioni sul suo gioco lo escludono dalla possibilità di svolgere tutti gli altri fondamentali. Infatti, non può andare al servizio; non può concludere un'azione d'attacco se colpisce il pallone completamente al di sopra del bordo superiore della rete; non può murare né tentare di murare; se il libero effettua un palleggio invadendo la zona di attacco (cioè dalla linea dei 3 metri fino alla rete) un altro giocatore non può concludere un'azione d'attacco colpendo il pallone completamente al di sopra del bordo superiore della rete. Il libero, per essere riconosciuto in campo, indossa una maglia di colore diverso rispetto a quella degli altri giocatori della sua squadra.

La tecnica del bagher consiste nel respingere il pallone con la parte interna delle braccia unite.

Il bagher viene utilizzato per la ricezione della battuta, per la difesa e in qualsiasi altro tocco dove la palla è troppo bassa per essere palleggiata o schiacciata. Il fondamentale del bagher prevede una posizione di gambe piegate per la successiva spinta (per i destri con la gamba sinistra davanti, viceversa con i mancini), schiena a gobba con le spalle chiuse e le braccia ben unite e rigide senza piegarle.

Il bagher: Monica de Gennaro

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Imma Sirressi: libero

OPPOSTO E BATTUTA L’opposto è il ruolo del giocatore che occupa la posizione opposta a quella del palleggiatore.

L’opposto è generalmente l’attaccante più chiamato in causa perché, oltre ad attaccare dalla prima linea in zona 2, attacca molti palloni anche dalla seconda linea in zona 1, quando la prima linea è occupata dal palleggiatore.

Paola Egonu: opposto

La battuta è il “colpo” che mette la palla in gioco inviandola nel campo avversario. Deve essere eseguita entro otto secondo dal fischio di autorizzazione del primo arbitro, altrimenti il punto viene assegnato alla squadra avversaria. Il punto può essere conquistato già con il servizio e in questo caso prende il nome di “ace”. Le battute possono essere fatte dal basso o dall'alto e quelle dall'alto possono essere di tre tipi: dall'alto con i piedi a terra, la float o quella in salto.

Schiacciata: Ivan Zaytsev

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FISICA: LE TRAIETTORIE La branca della scienza che studia e descrive il moto si chiama cinematica.

Il corpo inizia il suo moto nel punto di partenza e lo termina nel suo punto di arrivo.

Per collegare questi due punti, il corpo impiegherà un certo tempo, che dipende dalla sua velocità e dalla traiettoria percorsa.

Le traiettorie possibili per collegare due punti sono infinite e sono quindi infiniti i possibili moti.

Il moto che compie la palla durante una schiacciata è detto moto rettilineo, la cui traiettoria è rappresentata da una retta. Invece la palla, durante una battuta, compie inizialmente un moto rettilineo e successivamente un moto parabolico cioè una traiettoria rappresentata da una parabola.

Inoltre, l’angolo con cui parte la palla è un fattore determinante. Se l’angolo di uscita della palla, dalla battuta o schiacciata di un atleta, è verso l’alto la gittata parabolica si allunga; invece se l’angolo è diretto verso il basso essa si accorcia.

Traiettoria di una schiacciata

Traiettoria di una battuta 12

INTERVISTA A FEDERICA STUFI Federica Stufi è nata a Firenze e ha 32 anni. Nell’ultima stagione ha giocato come ruolo di centrale a Casalmaggiore. Qualche giorno fa mi ha concesso una breve intervista:

- Come hai capito che la pallavolo sarebbe stata la tua strada? A quanti anni hai iniziato a giocare a pallavolo? In quante squadre hai giocato?

Ho una sorella maggiore e ho sempre voluto fare tutto ciò che faceva lei: ha iniziato a giocare a pallavolo e a sei anni ho cominciato anche io. È sempre stato un sogno e la mia passione è anche iniziata perché vedevo i Giochi Olimpici alla televisione e i cartoni di Mila e Shiro. A sedici anni, quando mi sono trasferita a Ravenna, ho visto la pallavolo non più come un gioco con le amiche ma come qualcosa di più serio e ho avuto per la prima volta un contratto in serie A2 con il Club Italia. È stato da questo momento che ho visto la pallavolo come un lavoro. Ho giocato in molte squadre: al Club Italia e a Cremona in A2 per due anni, a Chieri e a Piacenza in A1 per anno, un anno a Santa Croce in A2, a Villa Cortese in A1, a Bologna, in A1 a Bergamo, a Scandicci e a Busto Arsizio per due anni, a Novara e quest’anno a Casalmaggiore.

- È stato difficile lasciare la propria casa e la propria famiglia così giovane?

Sicuramente non è stato facile però dopo qualche settimana, mi sono sempre adattata. Volevo fare qualcosa che mi piaceva e che mi realizzava e quindi ho dovuto per forza trasferirmi.

- Che cosa ti ha insegnato la pallavolo?

La pallavolo mi ha fatto imparare a condividere e a dare tutto il meglio di me stessa perché, quando giochi, non puoi metterti maschere e fingerti qualcosa che non sei: ciò che conta è il nome che hai scritto davanti, quello della tua squadra.

- Che rapporto hai con le compagne di squadra?

Io sono una persona positiva e solare perché amo quello che faccio; sono molto coinvolgente e mi piace caricare la squadra. Ho sempre il sorriso perché secondo me fa lavorare più serenamente.

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- Come si svolge l’allenamento?

Ci alleniamo tutta la settimana due volte al giorno: se sei in un club che non fa coppe europee, hai libero il lunedì. Facciamo due sedute di pesi che, a seconda dei preparatori atletici e delle disponibilità delle palestre, sono il martedì e il giovedì.

L’allenamento mattutino viene programmato di volta in volta e dipende dalla squadra per cui sei tesserata: si fa un allenamento di tecnica oppure ci si allena fisicamente cioè addominali, flessioni…ecc. Il sabato, che è il giorno della partita, facciamo un solo allenamento di circa un’ora e mezza dove ci riscaldiamo e se giochiamo fuori casa, “prendiamo le misure” con i palleggiatori, gli schiacciatori e i ricettori del campo che ci ospita.

- Hai mai avuto degli infortuni durante la tua carriera che ti hanno costretta a fermarti?

Fortunatamente no, però quando giocavo a Piacenza, sono stata costretta a fermarmi perché continuavo a dimagrire e non si riusciva a capire cosa avessi… durante quel periodo, ho perso tutto il mio corpo, sono dimagrita moltissimo e non sapevo se avrei potuto tornare a giocare a pallavolo. Dopo molti esami, i medici hanno capito che ero celiaca: ho iniziato una cura e una corretta alimentazione. Con grande forza di volontà e ottimismo, dopo molto tempo sono tornata ad allenarmi con continuità, giocare e sono riuscita ad arrivare alla finale scudetto vincendo il campionato nella squadra di Villa Cortese: è stata la mia rivincita!

Federica Stufi 14

CONCLUSIONE Facendo questo approfondimento ho potuto constatare che la pallavolo è uno sport meraviglioso perché oltre ai gesti atletici è uno sport di squadra dove la sintonia e l’amicizia sono la prima cosa che conta! È uno sport in cui bisogna avere una grande fiducia nei confronti dei propri compagni e dove l’unione fa la forza. Ho potuto capire che tutti i membri della squadra sono fondamentali, ogni persona è importante: è importante come l’aria che respiriamo. Come nella vita, anche nella pallavolo bisogna essere ottimisti, sempre con il sorriso e solari! Inoltre, il nostro corpo è come una macchina: per essere in salute e funzionare nel migliore dei modi, bisogna seguire un’alimentazione corretta e adeguata. Per essere sempre in forma, si deve conoscere il proprio fisico e tenerlo in costante allenamento. La pallavolo è sacrificio, è determinazione; la pallavolo è crederci fino in fondo. È il mio sogno nel cassetto e spero che prima o poi si realizzerà. Non perdo mai la speranza e continuo a sognare.

Spero che la pallavolo mi aiuti a vincere la mia timidezza. Mi auguro che un giorno, sulla mia strada lastricata di pietre gialle, ci sarà anche questo sport meraviglioso!

Il mio sogno: LA PALLAVOLO

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Pallone dipinto con tempere e parole che simboleggiano la pallavolo!

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SITOGRAFIA-BIBLIOGRAFIA-ICONOGRAFIA SITOGRAFIA www.pgsbellaria.com/blog/wp-content/uploads/2011/01/dalla-palla-alla-pallavoloquarta-parte1.pdf volleyinviaggio.altervista.org/download/meto/Manuale%20di%20pallavolo%20%20Anonimo.pdf www.dnbm.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid746900.pdf https://docplayer.it/38199484-Il-libro-della-pallavolo.html

BIBLIOGRAFIA Libro di scienze “fisica e chimica” - Cristina Banfi e Cristina Peraboni – Fabbri editori

ICONOGRAFIA Galleria fotografica personale Galleria fotografica da internet

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