#IO RESTO A CASA...E COLTIVO L'ORTO

Scuola Sacra Famiglia

#IORESTOACASA

...E COLTIVO L’ORTO Francesco Galli 3ª B a.s. 2019/20 1

INDICE Introduzione ………………………………………………….………….………….3 Cenni di morfologia vegetale …………….……………………………….……….4 Il terreno agrario ………………………………………………………..…………..5 Quale struttura possiede il terreno del mio orto? ………………………...6 La chimica del terreno ………………………………………...…………….7 Gli arnesi dell’ortolano ………..………………………………………..………...10 Orto produttore di cibo …………………………………..……….……………….11 Lavorazione del terreno ……….…………………………………………..11 Concimazione .…………………….…………………….………………….12 Irrigazione ………………………………………………………………..…13 Difesa biologica ………………………………………………..…………...13 Semina e trapianto………………..………………………………………..14 Rotazione e Forzatura ……………………………………………………..15 L’ORTO A MODO MIO………………………………………………….….……..17 Le famiglie degli ortaggi ……………………………………….…………..17 L’orto e l’influsso della luna ……..…………………..………….…………18 Le verdure che ho seminato o trapiantato ………………….…………...19 Indovina l’ortaggio …………………..………………………………………..…. 21 Conclusione………………………………………………………………………. 22 Bibliografia e sitografia ……..……………………………………………….….. 23

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INTRODUZIONE Ancora prima del lockdown avevo deciso di fare questo approfondimento sull’orto perché è un argomento che rispecchia le mie passioni. Voglio raccontarvi la mia esperienza su come coltivare l’orto senza usare prodotti chimici per ottenere verdure biologiche sane e rispettose dell’ambiente.

Sono infatti appassionato di coltivazione biologica. Ho iniziato a fare un orto la scorsa estate per lavorare con i miei amici e far crescere un po’ di verdura sana. Poi in autunno ho deciso di coltivare l’orto a casa mia per verificare se, anche da solo, sono in grado di far crescere ortaggi buoni e sostenibili. Ho sviluppato l’approfondimento sulla coltivazione degli ortaggi dalla fase della semina al raccolto, dalla preparazione del terreno alla concimazione naturale e alla difesa biologica dai parassiti. Il lavoro dell’ortolano è profondamente legato alle stagioni: è molto importante quindi tenere d’occhio il calendario da cui dipendono i momenti della semina, del raccolto e, di conseguenza, di tutti gli altri lavori necessari alla coltivazione.

Tutto il lavoro è documentato da immagini fotografiche che ho scattato personalmente sin dal mese di febbraio quando ho iniziato, con mio papà, a preparare il terreno per le colture.

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CENNI DI MORFOLOGIA VEGETALE Le parti che compongono le piante sono: radici, fusto, foglie e fiori. Ciascuna di esse assolve una precisa funzione e tutte assieme concorrono alla riproduzione della specie.

Le radici mantengono ancorata la pianta al suolo, attraverso i peli radicali assorbono le sostanze nutritive del terreno e costituiscono un magazzino di riserva alimentare utile nei momenti di carenza del vegetale.

Il fusto sostiene la parte aerea della pianta consentendo contemporaneamente il passaggio della linfa grezza proveniente dalle radici.

Le foglie : attraverso una complessa serie di processi chimici la linfa grezza assorbita dalle radici e trasportata dal fusto viene trasformata in linfa elaborata, l’autentico alimento della pianta. Questa funzione è la famosa fotosintesi clorofilliana e si verifica solo in presenza della luce. In oltre la foglia assolve alle funzioni della traspirazione e della respirazione.

Il fiore racchiude in sé gli organi di riproduzione attraverso la fecondazione da origine ai semi che, affidati alla terra, germogliano dando vita a una nuova piantina.

L’embrione è la parte più importante del seme. Al suo interno troviamo la piumata, il fustino e la radichetta che danno origine rispettivamente alle future foglie, fusto e radici della pianta.

Solo se tutti gli organi della pianta sono integri e possono operare in condizioni adeguate si potranno ottenere produzioni sane e abbondanti.

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IL TERRENO AGRARIO Il terreno agrario è quella piccola parte della superficie terrestre in grado di accogliere una coltivazione, tenendo conto che non tutta la superficie terrestre presenta terreni lavorabili e coltivabili.

Se con una vanga sezioniamo un terreno, osserveremo delle zone che si distinguono per diversità di colore e di componenti. Tale diversità è dovuta sia ai processi ossidativi più intensi che si verificano negli strati superficiali esposti all’azione dell’atmosfera, sia all’attività microbica ( microorganismi come funghi, batteri, alghe microscopiche ai quali si aggiungono insetti, lombrichi e altri organismi viventi). In questo modo avviene una continua demolizione che trasforma il substrato organico in sostanze più semplici assorbibili dalle piante.

Con il progredire verso gli strati inferiori del terreno la concentrazione di queste forme di vita diminuisce.

Il colore scuro del terreno superficiale è dato dalla presenza di humus, cioè il prodotto della materia animale e vegetale morta, decomposta e trasformata dai microorganismi del terreno. Oltre ad essere ricco di azoto, elemento indispensabile alla vita delle piante, l’humus ha un elevato potere assorbente, trattiene acqua e calore e ha una importante funzione regolatrice sulla fertilità del terreno che non sarebbe possibile senza la sua presenza.

Confrontando tra loro la composizione dei terreni si possono distinguere in : -terreni sassosi; -sabbiosi; 5

-argillosi.

Ma quale è il terreno più adatto alla coltivazione degli ortaggi?

Presto detto: quello di medio impasto, ovvero un terreno dove sabbia argilla e piccole particelle sono contemporaneamente presenti in equilibrate proporzioni. Questo tipo di terreno si lavora con facilità, mantiene la forma ricevuta, lascia filtrare l’acqua trattenendone la quantità necessaria alla vita delle piante.

QUALE STRUTTURA POSSIEDE IL TERRENO DEL MIO ORTO?

Per struttura del terreno si intende la disposizione che assumono le diverse particelle al suo interno.

Il terreno agrario del mio orto, ad una analisi visiva, risulta di medio impasto e con struttura di tipo “lacunare” a causa dei numerosi spazi vuoti tra una particella e l’altra: struttura eccellente in quanto aiuta il diffondersi dell’apparato radicale, facilita la circolazione di aria e acqua, favorisce l’azione dei microorganismi utili.

Per migliorare tuttavia la struttura del terreno è possibile apportare sostanze organiche, distribuire giuste dosi di sabbia, aggiungere opportune quantità di calce, fare numerose lavorazioni, apportare materiali argillosi.

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LA CHIMICA DEL TERRENO Le proprietà chimiche del terreno concorrono alla sua maggiore o minore fertilità. Molto importante è il cosìddetto potere assorbente, ovvero la proprietà che posiede un terreno di riuscire a trattenere i principi nutritivi che lo attraversano in soluzione. Esistono infatti particelle di microscopiche dimensioni che sono in grado di legare a loro alcuni principi nutritivi impedendo alle piogge di dilavarli trascinandoli negli strati più profondi del terreno fuori dalla portata delle radici delle piante.

Fondamentale per il terreno è la sua reazione chimica, più semplicemente identificata con la sigla pH. Il pH dipende dalla quantità di ioni OH- e H+ presenti in un terreno se prevalgono gli ioni OH- (gruppo ossidrile) un terreno si dice a reazione alcalina o basica. Al contrario la prevalenza di ioni H+ (idrogeno) rende acida la reazione di un terreno. Nella scala cromatica di reazione i valori da 0 a 6,9 sono valori di acidità; il 7 indica la reazione neutra del terreno ( ossia un terreno in cui OH- e H+ sono in equilibrio) ; valori da 7,1 a 14 sono detti alcalini.

Ma quali sono i valori pH graditi agli ortaggi?

Terreni a reazione fortemente acida o fortemente basica riducono in maniera drastica le capacità vitali di molti ortaggi. Invece i valori vicino al sette ossia alla neutralità aumentano le prestazioni delle colture. In realtà ogni ortaggio gradisce un suo pH ideale: quello del pomodoro ad esempio è compreso tra il 6 e il 6,5 ossia preferisce un terreno acido. Comunque la maggior parte dei vegetali riesce ad adattarsi anche a un pH leggermente diverso da quello a loro congeniale, benchè le preferenze degli ortaggi da me coltivati oscillino tra valori compresi dal 6 al 7,5. è possibile correggere in alcuni casi terreni troppo acidi o troppo alcalini : contro una eccessiva acidità è possibile mescolare al terreno sostanze al pH alcalino come ad esempio le rocce calcaree, il carbonati di calce e la marna; per migliorare un terreno troppo alcalino è possibile spargere sul terreno sostanze organiche o anche gesso.

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Ho analizzato il terreno del mio orto con un semplice esperimento: hopreso una pari quantità di terra e di acqua distillata, li ho mescolati per 15 minuti, li ho lasciati riposare per 5 minuti ed infine ho immerso la cartina tornasole per 30 secondi nella soluzione ed ho verificato che la colorazione della cartina corrispondeva ai valori 6/7 quindi un pH perfetto per la coltivazione degli ortaggi.

Per potersi riprodurre e sviluppare le piante hanno bisogno di utilizzare determinati elementi. Alcuni di questi, come per esempio il carbonio (C), l’idrogeno (H) e l’ossigeno (O) vengono assorbiti dall’aria e dall’acqua, gli altri Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio (K), zolfo, calcio e magnesio, sono assorbiti dal terreno. Questi elementi vengono consumati dalle piante in grande quantità e per questo sono detti macroelementi. Vi sono poi altri elementi sufficienti in quantità minime e per questo detti microelementi: ferro, manganese, zinco e rame.

L’azoto è l’elemento fondamentale di tutte le sostanze organiche ed è uno degli elementi che stimolano maggiormente la produzione. La sua mancanza si nota sulle foglie che diventano di un verde molto pallido, le piante restano piccole,poco sviluppate, manifestano una fioritura modesta ed hanno quindi pochi Il fosforo svolge una funzione plastica: attiva il metabolismo della pianta, favorisce la fioritura, la fruttificazione, la lignificazione dei tessuti. La sua carenza nel terreno provoca un ritardo di maturazione.

Il potassio favorisce l’ispessimento delle pareti cellulari e la colorazione dei frutti e dei fiori.

Il calcio concentra la sua presenza negli apici vegetativi dei germogli. Di solito questo elemento è presente in dosi sufficienti nella maggior parte dei terreni.

Anche nel terreno del mio orto è presente questo elemento come ho potuto sperimentare versando qualche goccia di acido muriatico se un campione di terra: le bollicine che si sono formate hanno confermato la presenza del calcio.

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Il magnesio partecipa alla formazione della molecola clorofilliana: se venisse a mancare infatti le piante non potrebbero produrre clorofilla e, quindi, non sarebbero in grado di vegetare.

Per quanto riguarda i microelementi, il ferro opera una importante funzione perchĂŠ favorisce la combinazione degli elementi assorbiti dai vegetali.

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GLI ARNESI DELL’ORTOLANO

Ecco gli attrezzi che utilizzo nel mio orto: - badile - rastrello - zappa - pala - forcone - archi per serre - semenze - telo in pvc - forbici - coltello - forbici per potare - innaffiatoio - cazzuola - pianta bulbi - semenzaio - paletti in legno o ferro 10

ORTO PRODUTTORE DI CIBO L’orto di casa mia ha un’estensione di circa 100 metri quadrati. È orientato da est a ovest per fare in modo che ci sia il sole più tempo possibile, ed è un vero e proprio orto di campagna cioè un misto di verdure, fiori, arbusti e alberi da frutto.

Tutta l’area è divisa in zone: una parte è dedicata agli alberi da frutto (kiwi, cachi, limoni, fichi, ciliegie, nespole, giuggiolo), la zona più ampia è dedicata alla coltivazione degli ortaggi a rotazione, un piccolo angolo è stato trasformato in un sottobosco in cui ci sono arbusti che producono ribes, lamponi e more, mentre i fiori sono distribuiti negli spazi liberi di tutta la superficie.

L’orto è suddiviso in varie aiuole dette “colle” in cui ogni anno, a rotazione, vengono piantati o seminati tipi di ortaggi diversi.

LAVORAZIONE DEL TERRENO La preparazione del terreno inizia circa nel mese di febbraio, cioè verso la fine dell’inverno, con l’operazione di vangatura delle colle: dopo aver affondato la lama nel suolo, per non più di 20-30 cm, il terreno viene sollevato e rivoltato per tornare soffice ed arieggiato. Approfittiamo di questa operazione per estirpare le radici delle piante infestanti ed eliminare eventuali sassi presenti. Dopo la vangatura si fa seguire la zappatura o fresatura. Poi il terreno sarà rastrellato per pareggiarlo, spostando le zolle più grossolane ai margini dell’appezzamento.

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CONCIMAZIONE Un terreno poco fertile, concimato in modo insufficiente, è tra le cause più frequenti dei fallimenti nella coltivazione dell’orto. Perciò, attrezziamoci con tanta sostanza organica, possibilmente di tipo differente: letame o stallatico, compost (terriccio fertilizzante ottenuto dalla decomposizione di materiali organici come foglie, vegetali, scarti alimentari…..).

La coltivazione di tipo biologico infatti preferisce l’impiego di concimi organici o minerali, i cui principi nutritivi, non essendo prontamente solubilizzabili, stimolano l’azione dei microrganismi del terreno favorendone, di conseguenza, lo sviluppo. In tal modo viene salvaguardato il naturale equilibrio microbico, garantendo nel contempo la presenza di sostanza organica che non possono apportare i concimi chimici.

Il letame resta il re di tutti i concimi. Infatti se al nostro orto non faremo mancare il letame non avremo bisogno di ricorrere a integratori di sintesi. Il letame è formato dalle deiezioni di alcuni animali mescolate alla lettiera e debitamente fatte fermentare per un periodo più o meno lungo. Il letame contiene discrete quantità di elementi fertilizzanti: su 10 quintali di letame infatti ci sono circa 5 kg di azoto, 2-3 kg di fosforo e 5 kg di potassio. I vantaggi di questo tipo di concimazione non si limitano all’apporto nel terreno di sostanza organica e di una grande quantità di flora microbica, ma migliora anche le proprietà fisiche e chimiche del terreno sul quale viene distribuito.

Il momento più opportuno per apportare questi tipi di sostanza organica è tra l’autunno e l’inverno, interrandoli con la vangatura. Effettueremo poi una ulteriore concimazione, con un intervento direttamente in buca, un paio di settimane prima del trapianto. In alternativa al concime naturale, si può utilizzare quello minerale. Sarebbe opportuno evitare l’utilizzo di concimi chimica azotati. Oltre alla sostanza organica ho aggiunto alla terra la cenere di legna che è ricca di potassio e fosforo e un macerato di ortica ricco di azoto.

Una pratica utile per la fertilità, è il sovescio con le piante leguminose.

Consiste nella semina, nello sfalcio alla fioritura e nell’interramento della vegetazione dopo alcuni giorni di asciugatura all’aria. Rigenerano il suolo e ne migliorano la struttura penetrandolo con le radici e permettendo una pausa dalle “solite specie”.

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IRRIGAZIONE Quant canta al cüc, la matina ghè mui e la sera ghè süt

Le necessità idriche degli ortaggi, sono molto variabili in funzione di specie, dimensioni delle piante, temperature esterne, esposizione, ecc.

Anche il tipo di terreno, che può trattenere più o meno acqua, ha un ruolo basilare nel dettare l’intervallo di tempo più o meno lungo che deve intercorrere tra un’irrigazione e quella successiva. Per questo, conoscendolo al meglio, sarà più facile non sbagliare. Come regolarsi allora? È bene sapere che ad inizio primavera le piante necessitano di poca acqua nel primo periodo dopo il trapianto. Alla messa a dimora, si effettuerà una buona irrigazione. Le piante dovranno essere innaffiate nelle ore più fresche della giornata per fare in modo che il calore e i raggi solari non brucino radici e foglie.

Poi, per gli ortaggi da frutto (pomodori, peperoni, zucchine, cetrioli, ecc.), si dovrà attendere che il terreno, in superficie, sia asciutto, prima di procedere ad una nuova innaffiatura, che non dovrà essere troppo abbondante. Per le lattughe, la frequenza sarà maggiore, ma sempre attendendo una leggera asciugatura superficiale.

Quando le piante saranno grandi e cariche di frutti e le temperature molto più elevate, aumenteremo notevolmente i quantitativi idrici, per evitare carenze nelle ore più calde della giornata. In prossimità della maturazione, alcune specie si giovano di una forte riduzione dell’irrigazione per raggiungere la massima qualità. È il caso di melone, anguria, zucca, cipolla, patata, pomodoro.

In tardo autunno ed inverno, le esigenze idriche sono limitate e solitamente garantite dalle precipitazioni. Nel dubbio, specialmente se l’orto non è in pieno sole a pomeriggio, attendiamo che le piante si dimostrino leggermente assetate prima di irrigarle, piuttosto che esporle ai rischi del ristagno idrico.

DIFESA BIOLOGICA I parassiti degli ortaggi sono tra i piccoli inconvenienti con i quali bisogna convivere nella coltivazione dell’orto. Fortunatamente quelli in grado di provocare gravi danni sono pochi e la loro presenza è abbastanza prevedibile in base alle condizioni climatiche ed ambientali. La nostra attenzione dovrebbe essere rivolta innanzitutto alla prevenzione, partendo dall’acquisto di piantine sane, alle buone pratiche di coltivazione, all’utilizzo di sistemi di difesa non nocivi per le piante.

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La prima prevenzione si fa effettuando con scrupolo la rotazione delle colture, evitando di riproporre nella stessa aiuola la medesima specie o una della stessa famiglia per più anni consecutivi. Nelle aiuole più sfruttate o momentaneamente incolte, è utile la pratica del sovescio, che aiuta a risanare il terreno e ne migliora la struttura. Se si utilizzano specie leguminose il sovescio diventa anche una preziosa fonte di Azoto.

La prevenzione biologica contro le patologie fogliari, si pratica irrobustendo le piante con prodotti a base di rame. Nel mio orto fino ad ora non ho riscontrato la necessità di ricorrere a pratiche di irrobustimento fogliare. Gli unici nemici del mio orto sono lumache e chiocciole dalle quali mi difendo utilizzando lumachina o birra, mettendoli in un sottovaso vicino alle colture. Prestiamo attenzione a non uccidere rospi e coccinelle, perché sono un valido aiuto nel combattere afidi, chiocciole e altri insetti infestanti.

Contro le muffe che assalgono viti e pomodori è possibile utilizzare il verde rame cioè un gruppo di anticrittogamici che uccidono le diverse malattie delle piante legnose ed erbacee.

SEMINA E TRAPIANTO

Li sumensi li ga da senter li campani

La riproduzione dei vegetali avviene in 2 modi: attraverso il seme, detto anche sistema di riproduzione per via gamica, oppure utilizzando una parte di pianta detto anche sistema per via agamica (ad esempio la talea).

Mediante il seme si riproducono la maggior parte dei vegetali. Trasportato dal vento, dagli animali o per semplice caduta, il seme si insedia nella terra e, in condizioni adatte, schiude il tegumento protettivo dando origine a una nuova piantina. Per il mio orto ho procurato i semi delle piante che mi interessavano acquistandoli presso un rivenditore oppure ricavandoli delle piante degli anni passati (ho scelto nel mio orto piante sane e mature, ho ricavato i semi dai fiori o dagli ortaggi, li ho fatti essiccare e li ho raccolti conservandoli in barattoli fino al momento di metterli in semenzaio).

Talvolta, invece di seminare direttamente nell’orto, può essere vantaggioso far germogliare i semi su una ridotta superficie di terreno protetta (semenzaio) nella quale le giovani piantine compiono la prima fase dello 14

sviluppo prima di essere trapiantate dell’orto, dove completeranno il resto del loro ciclo. Il trapianto così permette di sfruttare meglio il terreno distanziando le piantine secondo misure opportune che consentono una crescita migliore.

Questo metodo consente di anticipare la semina, e quindi di fornire una produzione anticipata. Questo consente di realizzare nella stessa stagione più cicli del medesimo ortaggio (ad esempio lattughe o zucchine). Il semenzaio è, di solito, una piccola parcella composta da terriccio e sabbia fine, riparata, regolarmente annaffiata e coperta per proteggere le particelle da temperature avverse. L’umidità deve essere costante e la temperatura mantenuta attorno ai 20°C. Può bastare una semplice cassetta di legno o polistirolo coperta da un vetro o da un telo di plastica.

Sia nel caso della semina a dimora, che nel caso del trapianto da semenzaio, occorre rispettare l’epoca di semina e le distanze di impianto. Il seme sarà interrato alla giusta profondità, ricoprendolo con un po di terra fine. Mediante rullature o pressioni si fa in modo che la semente aderisca perfettamente al terreno facilitando in questo modo la germinazione. Anche nel caso del trapianto occorrono le stesse cure che per la semina. La piantina viene tolta dal semenzaio, scossa la terra dalle radici, poi viene messa nel terreno con la massima attenzione. Il terreno deve essere soffice per accogliere le nuove radici. Infine innaffiare abbondantemente perché le piantine rapiantate rischiano di morire di sete.

ROTAZIONE E FORZATURA Coltivare per più anni i medesimi ortaggi sullo stesso terreno può portare a un suo impoverimento relativamente ad alcuni fattori nutritivi. Per questo motivo è necessario una rotazione che alterni gli ortaggi sul terreno secondo uno schema predeterminato.

La produzione di serra o forzatura è un sistema ottimo per accelerare la coltivazione di alcuni ortaggi: Le serre vanno bene infatti per forzare le prime lattughe alla fine dell’inverno oppure per i meloni e per una infinità di altri prodotti.

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Nel mio orto non ho una serra ma il sistema delle campane che io utilizzo consente di ottener gli stessi risultati. Il sistema consiste nel costruire gallerie di plastica con fogli di pvc sostenuti da archi di filo di ferro perchÊ non si rompano o il vento li sradichi e li porti via. Anche un foglio di plastica trasparente steso sul terreno e tenuto fermo con sassi o assi di legno è ideale per forzare le verdure.

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L’ORTO A MODO MIO LE FAMIGLIE DEGLI ORTAGGI CHENOPODIACEE : Famiglia che, seppure botanicamente importante, non vanta un grande numero di ortaggi: bietola da coste, barbabietola, spinacio.

COMPOSITE : Famiglia fondamentale per l’orto. Vanta piante a rapida crescita ottime per insalate verdi: carciofo, cardo, cicoria e radicchio, scarola, lattuga, lattughino, scorzobianca e scorzonera.

LE CRUCIFERE : Comprende il numeroso gruppo dei cavoli: cavolfiore, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo cinese, cavolo nero, cavolo di Bruxelles, cavolo navone, cavolo rapa, cavolo verza, rapa, ravanello.

CUCURBITACEE : Famiglia di vegetali che producono frutti dall’aspetto singolare e spesso di mole notevole ma assai saporiti in grado di portare in tavola un tocco di colore ed esotismo: anguria o cocomero, cetriolo, melone, zucca, zucchino.

LEGUMINOSE: fanno parte di questa importante famiglia : fagiolo, lenticchia, cece, fava, pisello. Le leguminose hanno una particolarità molto importante cioè, a differenza degli altri vegetali, assorbono direttamente l’azoto dall’aria.

Le radici infatti presentano dei piccoli ingrossamenti dove hanno sede i microorganismi fissatori dell’azoto che vivono in simbiosi con la pianta LILIACEE: Famiglia di ortaggi dal sapore deciso come asparago,aglio, cipolla, porro. Molte liliacee possiedono alla base un bulbo che rappresenta un vero e proprio organo di riserva alimentare dal quale le piante traggono nutrimento.

OMBRELLIFERE: carota, finocchio, prezzemolo, sedano da coste, sedano rapa. Si distinguono per avere i fiori disposti a ombrella una caratteristica è la lentezza di germinazione.

SOLANACEE: patata, melanzana, peperone, pomodoro. Alcune di queste piante sono originarie delle regioni tropicali dell’america centromeridionale.

VALERIANCEE: valerianella.

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Giuseppe Arcimboldo, L’ortolano (o Ortaggi in una scodella), 1590, Museo Civico, Cremona

L’ORTO E L’INFLUSSO DELLA LUNA

Al venerdé al porta mia lüna

Le fasi lunari dipendono dalla posizione di luna, terra e sole e sono determinate da come vediamo il satellite dal nostro pianeta. In base a come la luna viene illuminata dai raggi solari la vediamo in modo differente, possiamo classificare la fase crescente e la fase calante, a loro volta suddivise in due quarti, il novilunio e i plenilunio. l calendario lunare è da millenni interesse degli agricoltori, per via di un presunto influsso della luna sulle coltivazioni. Moltissimi contadini tengono conto della fase in cui si trova la luna per effettuare svariati lavori agricoli, come semine, trapianti, raccolte e potature. L’effettiva influenza della luna su semine e altre operazioni colturali non è stata provata scientificamente, ma fa parte di una tradizione che è molto seguita ancora oggi.

Ad esempio secondo il calendario lunare 2020 le fasi lunari del mese di Aprile si presentano così: Aprile 2020 • • • •

01 aprile 2020 – Primo quarto 08 aprile 2020 – Luna piena 15 aprile 2020 – Ultimo quarto 23 aprile 2020 – Luna nuova 18

• 30 aprile 2020 – Primo quarto Fase crescente: da 01 a 07 aprile e da 24 a 30 aprile.

Fase calante: da 09 a 22 aprile.

La sapienza contadina vuole che si semini in fase di luna calante ovvero “luna vecchia” e quindi ad esempio ho seminato il basilico il giorno 20 Aprile.

Se la luna non ci è d’aiuto vale sempre il detto secondo il quale il venerdì è sempre possibile seminare perché “non porta luna”.

TABELLA DI SEMINA E TRAPIANTO ANNO 2020 DELL’ITALIA SETTENTRIONALE file:///F:/Approfondimento%20fra/TABELLA%20SEMINA%20TRAPIANTO%20ITALIA %20NORD.pdf

LE VERDURE CHE HO SEMINATO O TRAPIANTATO Verdure che restano interrate tutto l’anno: asparagi.

Gennaio 2020: cavolfiore, verze, insalata.

Marzo 2020: insalata gentile, spinaci, cipolle, piselli.

Aprile 2020: finocchi, sedano, fagiolini, cipolle, porri, insalata, basilico.

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Maggio 2020: pomodori, zucchine, cetrioli, insalata, zucche.

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INDOVINA L’ORTAGGIO Queste piccole piantine quale ortaggio produrranno?

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CONCLUSIONE Dopo aver fatto questo approfondimento ho imparato anche io alcune cose che non sapevo attraverso una modalità che corrisponde al mio desiderio di imparare cioè facendo esperienza di una cosa e da qui giungere alla conoscenza. Attraverso il lavoro manuale ho messo in campo le mie doti, i miei interessi, i miei tentativi, i miei sbagli, sperimentando e operando sulla realtà per elaborare e comprendere teorie e concetti spiegati astrattamente sui libri. Mi ha dato molta soddisfazione lavorare l’orto e impegnarmi in questo progetto perché raccolgo frutti concreti del mio sacrificio, molto di più che rielaborare in modo organico in un approfondimento scritto. Del resto per chi, come me, ha nel cuore il lavoro della terra non è una fatica passare tante ore all’aria aperta lavorando per una cosa che gli piace.

Sono anche molto orgoglioso di avere ereditato questo interesse da mio nonno e mio papà che mi hanno insegnato tutte le ricette segrete dell’orto che non posso naturalmente rivelare in questo approfondimento.

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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA Orto Manuale pratico, Giuseppe Rama, 1999, Giunti Editore.

Per una vita migliore ovvero il libro dell’autosufficienza , John Seymour, 1977, Arnoldo Mondadori Editore. www.ortomio.it www.vitaincampagna.it www.ortodacoltivare.it www.mattthefarmer.it

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