IL MONDO FANTASTICO NELLE MIE STORIE PREFERITE

S cu ola S a cr a F a m ig l ia A .s. 2 01 9/ 2 0

INDICE 1. INTRODUZIONE ……………………………………………..……… pag. 3 2. COS’E’ LA FANTASIA ……………………………...………………. pag. 4 3. IL BISOGNO DELL’UOMO DI INVENTARE STORIE ………………. pag. 5 4. I MIEI AUTORI E LIBRI PREFERITI ………………………….…….. pag. 6 Biografia di Roald Dahl • La fabbrica di cioccolato • Matilde • Il GGG Biografia di Ende • La storia infinita • Momo 5. CONCLUSIONI E RINGRAZIAMENTI ………….……………….. pag. 18 6. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ………………………………….. pag. 19

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1. INTRODUZIONE Fin da piccola sono sempre stata attirata dalla fantasia, mi accorgevo che mi piaceva cambiare il mondo reale che mi annoiava. Mi piaceva immaginarmi un sacco di storie quando non ero a mio agio, nelle situazioni un po’ sgradevoli. Per esempio, quando litigavo con mio fratello cercavo di evadere da quella situazione per me spiacevole, immaginandomi delle cose divertenti. Nel mondo reale spesso non mi trovo bene, al contrario mi piace immaginarmi un mondo tutto mio dove rifugiarmi. In questo mondo immaginario ci sono persone reali che conosco, con cui rivivo episodi del passato, ma reinventati da me. Qui aggiungo anche personaggi fantastici, come draghi, oppure effetti speciali. Insomma, modifico la realtà e gli episodi vissuti con la mia fantasia. Alcune mie avventure fantastiche le ho segnate su un quaderno perché ci terrei a ricordarle anche da grande. A volte anche i mei sogni sono arricchiti di fantasia.

Quando ero piccola tra tutti i generi preferivo libri e film di fantasia ed avventura, perché mi immedesimavo tanto, così tanto che a volte mi sembrava di essere una spettatrice interna che assiste a tutti gli episodi e si confonde nel protagonista. Ricordo bene che ho guardato tante volte “Harry Potter e la pietra filosofale”. Harry è un ragazzino che vive una vita a volte poco piacevole, ma anche un sacco di avventure magiche come piace a me.

Mi sono accorta che i personaggi che ho più amato mi assomigliano: all’inizio hanno un sacco di problemi e passano delle brutte avventure, ma proseguendo scoprono di possedere delle caratteristiche particolari che li rende speciali ed unici. Alla fine, trovano sempre qualcosa che gli dà speranza e che fa superare loro gli ostacoli.

Nel mio approfondimento ho deciso quindi di presentare i testi a cui sono più legata e che mi hanno accompagnato nel corso della mia infanzia fino ad adesso e che, in alcuni casi, mi hanno insegnato delle lezioni importanti.

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2.

COS’E’ LA FANTASIA

La fantasia è la facoltà della mente di riprodurre o inventare immagini mentali in parte o del tutto diverse dalla realtà.

(Dizionario Garzanti) L'etimologia della parola fantasia si ricollega al latino phantasia, dal greco φαντασία (phantasia) = apparizione,

manifestazione che

deriva,

a

sua

volta,

da

ϕαίνω (phaino) = mostrare. Pertanto, la parola fantasia indica la facoltà della mente di rappresentarsi, di mostrare, di far apparire a sé stessa, in piena libertà, immagini, scene, fatti, storie, a prescindere se siano reali o meno.

La fantasia è un potente strumento della nostra mente che ci permette di proiettarci in mondi inesistenti dove tutto è possibile, una specie di cinema interiore. La fantasia fa parte di noi e si manifesta fin da bambini. Anzi, proprio i bambini utilizzano moltissimo la fantasia, soprattutto nel gioco (“il far finta di”): quando il bambino gioca, infatti, si immedesima in un personaggio, fantastico o adulto, cercando di indagare il suo mondo.

Spesso la fantasia permette ai bambini di vivere delle pre-esperienze in sicurezza, nel loro mondo interiore, lontani da situazioni realmente molto coinvolgenti o per cui non hanno ancora gli strumenti adeguati. I bambini mescolano la fantasia al gioco anche per rendere le loro attività più interessanti. Crescendo, credo si usi la fantasia anche per cercare risposte a domande profonde, come succede a me.

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3. IL BISOGNO DELL’UOMO DI INVENTARE STORIE

C. S. Lewis scriveva: “Leggendo le grandi opere della letteratura divento migliaia di uomini e, allo stesso tempo, rimango me stesso. Come il cielo notturno della poesia greca, vedo con una miriade di occhi, ma sono sempre io a vedere. Qui, come nella religione, nell'amore, nella conoscenza, supero me stesso; eppure, quando lo faccio, sono più me stesso che mai.”

Quanto dice l’autore mi colpisce molto perché è vero anche per me: quando leggo un fantasy o un libro di avventura, mi piace cambiare la mia realtà, vivendo le avventure dei protagonisti, pur rimanendo sempre nel corpo di una ragazzina.

Ma non solo: credo che leggere possa insegnarmi a fare bene delle cose che non riesco ancora a fare nella realtà, leggere storie mi serve per ricevere maggiore fiducia perché è come provare a fare delle esperienze, fare delle prove di vita. Nei libri mi sento più sicura di me perché non ho paura di essere criticata, lì dentro posso vivere delle avventure senza il timore che qualcuno mi giudichi. I libri possono anche regalarci delle lezioni importanti che, pur essendo legate a storie non vere, potranno essere preziose anche nella nostra vita.

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4. I MIEI AUTORI E LIBRI PREFERITI

ROALD DAHL Llandaff (Galles), 13 settembre 1916 Oxford, 23 Novembre 1990

Immigrato norvegese in Inghilterra, orfano di padre, vede morire anche la sorella in giovane età. Subì la severità del sistema educativo inglese. Nella sua autobiografia “Boy” scrive di avere ricevuto molte bastonate nel corso dei suoi studi, ma di avere trovato la forza per lottare rifugiandosi un po’ nel suo mondo interiore fantastico, affrontando così la realtà senza sentirsi schiacciato da essa.

Terminati gli studi, trova lavoro in una compagnia petrolifera in Africa. Purtroppo, con l’arrivo della Seconda Guerra mondiale, le cose prendono una brutta piega: essendo costretto a parteciparvi come aviatore subisce due gravi incidenti aerei. Terminato il suo servizio si trasferisce negli Stati Uniti dove scopre il suo talento di scrittore, soprattutto per bambini.

Ha strane abitudini: molto avaro, scrive chiuso in una stanza in fondo al suo giardino, avvolto in un sudicio sacco a pelo, sprofondato in una vecchia poltrona appartenuta alla madre. Questo locale fu precluso a tutti fino alla sua morte.

Nel 1953 sposa l’attrice Patricia Neal, ma la loro vita sarà piena di drammi: muoiono 6

loro tre dei cinque figli e la donna resta paralizzata a causa di un’emorragia celebrale.

I suoi capolavori (GGG, Le Streghe, Matilde, Boy, Sporcelli, La fabbrica di cioccolato, Il grande ascensore di cristallo) furono scritti grazie al sostegno della seconda moglie Felicity.

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LA FABBRICA DI CIOCCOLATO

“Charlie la prese e ne strappò via l’involucro… e all’improvviso… da sotto la carta… apparve un bagliore dorato. Il cuore di Charlie si fermò “Ma è un biglietto d’oro! gridò il negoziante, facendo un salto di mezzo metro. Hai trovato il biglietto d’oro! Hai trovato l’ultimo biglietto rimasto!”

Questa scena è la mia preferita del libro “La fabbrica di cioccolato”, in cui si racconta di Charlie, un bambino che con la famiglia soffre la fame per via della povertà. Un giorno la fabbrica di cioccolato della sua città mette per il mondo cinque biglietti d’oro che permetteranno di visitare la famosa fabbrica per un giorno. Qui i vincitori incontreranno Willy Wonka, il capo della fabbrica, che se la prenderà con bambini viziati, ingordi, e teledipendenti, premiando invece la modestia e la bontà di quelli che, consapevoli della loro miseria, sono abituati alla rinuncia.

Questo libro mi sta molto a cuore perché durante tutta la lettura mi sono immedesimata tanto in Charlie che ha una vita piena di problemi, finché un giorno gli capita quello che si può chiamare un miracolo. Trovare il biglietto d’oro gli dà la speranza e la forza di continuare a credere nei propri sogni. Questo libro mi ha insegnato a non buttarmi giù malgrado le difficoltà e a non arrendermi mai, come fa Charlie che prima di trovare il prezioso premio ci ha provato e riprovato e non ha mai mollato finché non ce l’ha fatta.

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MATILDE

Matilde è una bambina di cinque anni, molto intelligente: a tre anni aveva già imparato a leggere da sola e a cinque aveva già letto quasi tutti i libri della biblioteca pubblica.

I genitori, però, non si rendono conto delle capacità della figlia, perché sono troppo occupati: la madre gioca a bingo mentre il padre truffa la gente. Odiano Matilde perché non è come loro e non perdono occasione per offenderla e insultarla. Così la piccola decide di punirli architettando degli scherzi. Matilde inizia a frequentare la scuola elementare e qui la signorina Dolcemiele si accorge che la bimba è dotata di enormi capacità e pensa che possa benissimo frequentare la classe quinta. Ma la direttrice Spezzindue glielo impedisce, anzi comincia a odiare Matilde, perché il padre le fa credere che sia una piccola teppista. Durante le visite in classe, la direttrice terrorizza gli alunni e Matilde scopre che è così feroce da punirli rinchiudendoli nello “strozzatoio”, un armadio pieno di chiodi e vetri rotti, oppure afferrandoli per i capelli e lanciandoli lontano. Matilde, che non ama le ingiustizie e la violenza, si sente scoppiare di rabbia, soprattutto quando viene accusata di fatti che non ha commesso. Un giorno scopre di possedere uno strano potere: da i suoi occhi sprigiona un calore immenso, un’energia fortissima, capace di spostare gli oggetti senza toccarli. Si vendica così per mezzo di 9

questo suo potere del male subito da lei e dalla sua maestra, costringendo la terribile Spezzindue a scappare. Fuggono anche i genitori, inseguiti dalla polizia, ed accettano volentieri di lasciare Matilde alla signorina Dolcemiele, che diventa così la sua mamma adottiva, una mamma affettuosa e comprensiva: una vera mamma. Questo libro mi è piaciuto tanto perché Matilde non si lascia prendere dallo sconforto e, nonostante la sua giovane età, porta avanti una faticosa lotta contro prepotenza ed arroganza.

Matilde ci riesce grazie ai suoi super poteri ma anche con l’aiuto dei libri che l’hanno accompagnata nella sua crescita. Matilde grazie ad essi e all’immaginazione riesce a trovare una via di fuga dalla realtà drammatica nella quale vive e trova lo spunto per coltivare la sua curiosità e il suo intelletto. Viaggiando con i libri riesce non solo ad avere uno svago, ma anche quel principio di educazione che la famiglia non riesce a darle.

Dahl ci mostra che è sempre possibile riscattarsi, e trarre dalla peggiore delle situazioni soltanto il meglio.

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IL GGG

Sofia era una orfanella che abitava nell’orfanatrofio di Londra. In una notte buia, vide un grande uomo con una valigetta e una tromba…in realtà era un gigante! Sofia notò che quel grande uomo si dirigeva verso la finestra della sua camera e che con il suo lungo braccio stava per afferrarla. Il gigante portò Sofia all’ interno di una grande grotta. La bambina era terrorizzata di essere mangiata, ma il grande gigante le spiegò che non era un cannibale. Altri giganti invece, grossi il doppio di lui, come l'Inghiotticicciaviva o il Ciuccia-budella, per cena ogni notte s'ingozzavano di popolli, cioè

di

esseri

umani.

Il gigante si chiamava GGG (Grande Gigante Gentile). Le spiegò della sua strana tromba, che serviva a catturare i sogni delle persone che poi metteva in barattoli.

GGG e Sofia decidono insieme di fermare e catturare i giganti cattivi che mangiavano gli umani, con l’aiuto della regina di Inghilterra. Per convincerla, il GGG le fecero sognare le perfide azioni dei giganti. Grazie all’intervento dell’esercito, riuscirono a compiere la loro missione.

Il GGG espresse il desiderio di imparare a parlare meglio e Sofia non solo glielo 11

insegnò, ma lo aiutò anche ad imparare a scrivere: divenne un alunno molto intelligente e

anche

un

divoratore

di

libri,

incominciando

a

scrivere

i

suoi ricordi.

Questo libro mi è piaciuto tanto perché sia Sofia, sia il GGG amano molto la lettura proprio come me. Il GGG mi assomiglia perché trova in Sofia un’amica che gli fa scoprire nuove cose; anche io ho potuto vivere questa esperienza. Mi ricordo per esempio quando la mia migliore amica mi ha fatto scoprire la compagnia dei Cavalieri, un gruppo nel quale ho trascorso molti momenti fantastici. Il GGG con l’aiuto di Sofia riesce ad escogitare un piano per superare le difficoltà e raggiungere i propri obiettivi. A volte non si riesce a fare tutto da soli, ad affrontare e a risolvere le difficoltà: ho capito che è importante saper chiedere aiuto per potercela fare. In effetti io non sempre riesco a chiedere subito l’aiuto necessario quando sono nei guai, perché spesso tendo a rimandare e a non affrontare le questioni.

In questo libro i sogni sono importanti perché hanno alimentato la speranza del gigante nel credere di potercela fare. Sognare aiuta ad essere creativi, a sviluppare l’immaginazione. Anche io amo sognare e ciò mi rende felice.

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MICHAEL ENDE Garmisch Partenkirchen, 12 Novembre 1929 Stoccarda, 28 agosto 1995

Michael Andreas Helmuth Ende, fantasioso scrittore tedesco, nacque a Garmisch Partenkirchen il 12 novembre del 1929. Michael condusse i suoi studi scolastici con difficoltà, con la sensazione che la scuola penalizzasse le sue pulsioni creative e la sua fantasia). A partire dal 1954 lavorò come critico cinematografico per la Radio Bavarese e iniziò a scrivere opere teatrali, sketch e numeri di cabaret. Nel 1958 scrisse il suo primo libro “Le avventure di Jim Bottone, avendo un successo immediato e ricevendo il premio per la Letteratura Tedesca Infantile nel 1961. Nel 1972 pubblicò il libro per ragazzi (da lui stesso illustrato) “Momo”. Nel 1979 pubblicò “La storia infinita, libro ricco di spunti fantastici - tra i più letti del Novecento tedesco. Il grandioso romanzo ricevette molti premi e lo impose in tutto il mondo all’attenzione del pubblico e della critica; nello stesso periodo, però, Ende attraversò un periodo di crisi fu amaramente deluso dall’uscita della cinematografica di Wolfgang Petersen nel 1984. Nel 1994 gli fu diagnosticato un cancro gastrico che lo portò alla morte a Stoccarda il 28 agosto del 1995. Michael Ende resterà nella storia della letteratura per la sua fiducia nel potere creativo della fantasia, che può dar vita a migliaia di vite e di storie possibili.

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LA STORIA INFINITA

“Io non ne conosco nessuno, dal momento che voi stessi laggiù siete costretti a far credere che Fantàsia non esiste.”

“Che Fantàsia non esiste?” ripeté Atreiu sconvolto.

“Ma certo figliolo, questa è anzi la cosa principale. Non riesci a capirlo? Solo se credono che Fantàsia non esiste, non viene loro l’idea di venirvi a cercare. E tutto dipende da questo, perché solo se non vi conoscono per quello che siete veramente si può fare di loro quello che si vuole.” “...Fare di loro cosa?”

“Tutto quello che si vuole. Si ha il potere su di loro. E nulla dà maggior potere sugli uomini che la menzogna. Perché gli uomini vivono di idee. E quelle si possono guidare come si vuole. Questo potere è l’unico che conti veramente.”

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Fantasìa è un mondo parallelo in cui gli abitanti rappresentano la fantasia delle persone reali e sanno che nel mondo reale di fantasia non ce n’è o ce n’è poca. Gli abitanti fanno in modo di tenere nascosta l’esistenza di Fantasia per conservare il potere sugli uomini.

La fantasia è il potere più importante perché non si può governare.

I personaggi di Fantasìa, anche se all’inizio fuggono dal Nulla, poi sono attirati da cosa c’è in esso, da cosa c’è oltre. Questa cosa mi ha fatto ricordare “L’Infinito” di Leopardi perché anche il poeta è affascinato da cosa c’è oltre la siepe: l’infinito e pensare ad esso è per lui dolce. Anche la fantasia è infinita, ti aiuta a vivere bene e serenamente nel mondo. La fantasia è importante ed è in ogni luogo: Bastiano e Atreiu per esempio, pur essendo in posti diversi, vivono le stesse avventure; inoltre, davanti allo specchio magico, Atreiu scopre di essere la fantasia di Bastiano.

Bastiano è il personaggio che mi è piaciuto di più perché nonostante abbia un sacco di problemi (non ha la mamma, alcuni compagni lo trattano male), riesce ad affrontarli con la fantasia. Leggendo il libro ho imparato l’importanza di credere in se stessi, di lottare e di avere fiducia. Credo inoltre che senza la fantasia non si possa essere felici: ci si può realizzare nel lavoro, diventare un grande professionista, ma se non si ha la fantasia, non si è veramente felici.

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MOMO

Momo è un’orfanella che vive nell’anfiteatro di una grande città. Conosce gli abitanti della città che si rivelano essere molto amorevoli e non le è difficile fare amicizia con adulti e bambini, soprattutto con il vecchio Beppo e con Gerolamo detto Gigi. Momo possiede il talento speciale di saper ascoltare: quando qualcuno ha un problema va da lei per trovare un consiglio. Un giorno in città iniziano a circolare strani individui vestiti di grigio, i quali propongono agli abitanti di accumulare il loro tempo in una strana banca. Ogni momento libero (di svago, per pensare, mangiare, dormire o di volontariato), viene considerato da questi strani uomini come tempo perso perché non produttivo. Anche gli amici di Momo vengono influenzati dalle nuove idee e cambiano, oppure, come nel caso di Beppo, vengono considerati pazzi quando cercano di schierarsi contro questa mentalità egoistica. Momo si trova da sola e costretta alla fuga per salvarsi dagli uomini grigi che la considerano un pericolo per la loro stessa esistenza, non avendo lei ceduto alla seduzione di vivere in maniera egoistica. Mastro Hora la aiuterà inviandole di notte la sua tartaruga magica Cassiopea che la guiderà alla casa del

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tempo.

Momo non cede alla seduzione degli uomini grigi, anche se le dicono che rimarrà da sola perché non vuole arrendersi e perché è convinta di fare il bene. Momo sa dare il giusto tempo ad ogni esperienza della vita e sa ascoltare gli altri. Momo caratterialmente mi assomiglia perché porta avanti le sue idee e perché anche io quando i miei amici sono nel bisogno cerco di aiutarli e di ascoltarli.

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CONCLUSIONI Al termine di questo mio lavoro spero di avere incuriosito i miei lettori sul mondo fantastico presente nei libri per ragazzi.

Per me leggere i testi che vi ho presentato significa entrare in un mondo nuovo, scoprire come affrontare le mie paure, imparare nuove parole e imparare a comunicare, cosĂŹ ho cercato di trasmettere questa mia passione in queste poche pagine.

RINGRAZIAMENTI Vorrei ringraziare la mia amica Benny che mi ha sempre prestato i suoi libri e che ha condiviso con me le sue letture preferite.

Ringrazio anche i miei professori, soprattutto Silvia e Simona, che in questi anni mi hanno tanto aiutato e voluto bene.

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BIBLIOGRAFIA • • • • • •

Roald Dahl “La Fabbrica di cioccolato” Ed. Salani Roald Dahl “Matilde” Ed. Salani, I superistrici Roald Dahl “Il GGG” Ed. Salani, Gli istrici Roald Dahl “Boy” Ed. Salani, Gli istrici Ende Michael “La Storia Infinita” Ed. Salani, Gli istrici Ende Michael “Momo” Società Editrice Internazionale

SITOGRAFIA • https://biografieonline.it/biografia-roald-dahl • http://www.zam.it/biografia_Michael_Ende

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