IL FEMMINISMO. LA DONNA

IL FEMMINISMO la Donna

GRETA PERACCHINI

SCUOLA SACRAFAMIGLIA A. S. 2019/2020

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IL FEMMINISMO la Donna

INDICE - origine del termine - Periodo rivoluzionario in Francia - Emancipazione e condizione della Donna - (prima ondata) - (seconda ondata) - TERZA ONDATA - Strumenti di lotta - Femminismo globale - Affondo su Virginia Woolf

GRETA PERACCHINI

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IL FEMMINISMO La Donna PARERI PERSONALI Questo è un argomento a cui tengo particolarmente…

Mi sono sempre chiesta perché certa gente debba sminuire noi donne con battutine e stereotipi, in fondo siamo come loro: Esseri umani che lottano per avere i propri diritti, per avere la parola, la libertà di scegliere, donne forti e bellissime che non hanno bisogno di un uomo per far vedere quanto valgono.

Conosco molte donne-madri che mantengono i propri figli nonostante la figura paterna non ci sia, sono donne che fanno anche da padre, che mostrano di valere anche da sole.

Nonostante io sia ancora “piccola” posso capire certe cose.

Come si può sentire una donna quando le viene detto:” torna in cucina!! Torna a fare la casalinga! Tu non puoi fare questo lavoro sei una donna! Un giorno dovrai trovarti un marito, fare dei figli e la casalinga!...

Io mi chiedo come può una donna, nel 2020, sentirsi dire ancora queste cose, come si fa!

Perché noi donne dobbiamo essere sempre seconde, quando in realtà siamo come voi, perché, questa è una domanda che mi faccio!!!

Noi siamo Donne con la “D” maiuscola.

GRETA PERACCHINI

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IL FEMMINISMO la Donna Ho scelto, quindi questo argomento, perché penso che più ne si pali, più tutti gli stereotipi diminuiranno.

Anche noi contiamo, anche noi siamo importanti, anche noi possiamo fare quello che fate voi.

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IL FEMMINISMO La Donna ORIGINE DEL NOME

Con il termine femminismo si indica: 1. La posizione di chi sostiene la parità politica, sociale ed economica tra i sessi, in ragion del fatto che le donne siano state e siano discriminate rispetto agli uomini.

2. La convinzione che il sesso biologico non dovrebbe essere un fattore predeterminante che modella l’identità sociale o i diritti sociopolitici o economici della persona.

3. Il movimento politico, culturale e sociale, nato storicamente, che ha rivendicato e rivendica pari diritti e dignità tra donne e uomini.

La storia ufficiale del femminismo inizia nell’ ottocento ed è stata divisa in tre diversi fasi dette “ondate” che corrispondono ad altrettante generazioni di donne decise a battersi per i propri diritti.

Ogni ondata ha portato con sé nuove priorità, nuovi metodi e nuove protagoniste, ma esiste anche una preistoria femminile.

Basta pensare alla dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, voluta dalla femminista ante-litteram Olympe de Gouges nel 1791, in piena rivoluzione francese.

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IL FEMMINISMO la Donna PERIODO RIVOLUZIONARIO IN FRANCIA

Le donne non possedevano diritti politici nella Francia rivoluzionaria dell’Ancien Règime; erano considerate come cittadini passivi, costrette a fare affidamento agli uomini per determinare ciò che era meglio per loro.

Il femminismo è nato a Parigi come parte di una più ampia domanda di riforma sociale e politica.

Le donne hanno chiesto uguaglianza sociale al pari degli uomini per poi passare alla richiesta di porre fine al secolare dominio maschile.

Il loro veicolo principale per la propaganda erano opuscoli e l’istituzione di club femminili, in particolare la società delle repubblicane rivoluzionarie.

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IL FEMMINISMO La Donna Tuttavia l’elemento giacobino (più radicale) aveva abolito tutti i club delle donne nel mese di ottobre 1793 e fatto arrestare la loro leader; il movimento è stato così schiacciato.

Lo studioso Louis Devance spiega la decisione in termini sulla mascolinità in tempo di guerra, sulla cattiva reputazione di Maria Antonietta per la sua continua interferenza femminile negli affari di stato e sulla tradizionale supremazia maschile.

Un decennio più tardi il codice Napoleonico confermò lo status di seconda classe delle donne.

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IL FEMMINISMO La Donna EMANCIPAZIONE E CONDIZIONE DELLA DONNA

Con il nome di emancipazione vengono definite le donne che nell’ ottocento hanno militato per ottenere diritti e libertà: uguale accesso allo studio, alle professioni, all’amministrazione dei beni e ai diritti politici.

Riviste e associazioni sono gli strumenti con cui si divulgavano le nuove idee.

A partire dagli anni Cinquanta dell’ottocento si diffonde la stampa femminista in Inghilterra, in Francia, in Germania e in Italia. Prima negli Stati Uniti e in Francia, poi anche negli altri stati europei, sorgono centinaia di associazioni femministe, con programmi diversi.

Molte sono legate alle nuove idee politiche, socialista e liberale. I socialisti sono i primi a inserire un pensiero più articolato -quello della lotta di classe- l’idea di emancipazione femminile e si dichiararono per l’uguaglianza dei sessi: liberazione della donna e degli oppressi sono diverse facce di un’unica medaglia.

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IL FEMMINISMO La Donna PRIMA ONDATA

La diffusione di tali idee è però osteggiata ovunque dalle leggi, come in Germania dove la legislazione antisocialista decade nel 1890.

Le leghe, che si moltiplicano a fine Ottocento, mettono all’ordine del giorno la discussione sul lavoro delle donne: Orari estenuanti e paghe basse in fabbrica, lavoro domestico e cura della famiglia a casa.

Le leghe si appoggiano spesso al partito socialista, l’unico favore della parità del salario fra uomo e donna, anche se i rapporti con il partito non sono lineari.

Gli uomini di partito infatti non sempre sono disposti a mettere in discussione la leadership e spesso assumono un atteggiamento apertamente maschilista.

Le leghe vengono sciolte a seguito a seguito della stretta reazionaria dopo i moti di Milano nel 1898.

Nascono anche le prime controversie fra donne sul tema del lavoro.

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IL FEMMINISMO La Donna SECONDA ONDATA La seconda ondata del femminismo si sviluppa intorno agli anni ‘60 del xx secolo, dapprima negli Stati Uniti, poi nel resto dei paesi Occidentali.

Furono anni molto turbolenti a livello politico e dal straordinariamente prolifici dal punto di vista culturale. Il decennio si aprì infatti con l’elezione di John Fitzgerald Kennedy a Presidente degli Stati Uniti .

In questa fase di straordinaria vivacità prende piede la seconda ondata del femminismo, sul suolo americano questa seconda ondata prende il volto di Betty Friedan (attivista statunitense, teorica del movimento femminista 1921/2006).

L’obbiettivo di Friedan era quello di fornire una rappresentazione stereotipia della famiglia bianca e occidentale, in cui le donne si trovavano ancora in una posizione d’inferiorità.

L’autrice infatti pose l’accento sull’interiorizzazione che le donne avevano effettuato dello stereotipo, di moglie-madrecasalinga moglie-madre-casalinga, abbandonando ogni

ambizione al di fuori delle mura domestiche.

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IL FEMMINISMO La Donna Su queste importanti basi si innescano rivendicazioni della seconda ondata femminista, che si focalizza sul diritto dell’aborto, sulla sessualità e sul diritto all’accesso al mondo professionale Nei primi anni Settanta in America il personaggio più influente era Gloria Steinemen (scrittrice, giornalista e attivista statunitense 1934) che si batteva principalmente per l’aborto legale.

Steinemen, ancora oggi icona globale del femminismo pronunci un celebre “messaggio alle donne d’America a Washington.

Steinemen si augurò una vera e propria rivoluzione, che abbattesse le differenze più discriminanti e aprisse la strada a un nuovo umanesimo.

Il movimento femminista italiano ha un ‘importanza cruciale per la politica degli anni Settanta: tra le battaglie più famose ci sono sicuramente quella dell’aborto, per il divorzio e per la regolamentazione dei diritti familiari.

Tra le conquiste più importanti a livello legislativo, ricordiamola legge 903, che pone un veto alle discriminazioni sessuali nel mondo del lavo

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IL FEMMINISMO La Donna TERZA ONDATA La terza fase del femminismo abbraccia il decennio che va dagli anni Novanta ai primi anni Duemila.

Le teoriche di questo periodo si interrogano soprattutto su come rendere la patria del femminismo piĂš versatile e inclusiva.

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IL FEMMINISMO La Donna STRUMENTI DI LOTTA Le femministe di questa terza ondata scelsero di combattere contro il sessismo e la violenza contro le donne con l’ironia, l’umorismo e dirottando gli stessi simboli del sessismo.

I manifesti umoristici delle Guerilla Girls ne rappresentano un’illustrazione perfetta, esse fecero inoltre irruzione nella scena artistica, come ad esempio nel rock.

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IL FEMMINISMO La Donna Le ragazze fondarono band musicali e scrissero canzoni che denunciavano il sessismo, tra cui lo stupro e le violenze domestiche.

Il movimento della terza ondata utilizzava opuscoli, fanzine, conferenze ed eventi come mezzi di supporto alla causa e al ruolo della donna nella musica; si concluse con la dissoluzione dei principali gruppi e le accuse di incitamento alla violenza.

L’uso delle nuove tecnologie naturalmente non fu trascurato e condusse persino alla formazione di un nuovo movimento, il cyberfemminismo.

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IL FEMMINISMO La Donna Dopo la seconda guerra mondiale l’organizzazione delle Nazioni Unite estese la portata del femminismo a livello globale.

Esse costituirono una commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne nel 1946 e che più tardi adori al consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.

Nel 1948 le Nazioni promulgarono la Dichiarazione universale dei diritti umani, che protegge “gli uguali diritti degli uomini e delle donne” e che si rivolsero sia alla condizione di parità sia all’equità.

A partire dalla Conferenza Mondiale dell’anno internazionale delle donne (1975) a Città del Messico come parte del “decennio delle donne” l’ONU ha organizzato tutta una serie di conferenze mondiali sulle questioni femminili; queste conferenze ebbero rappresentanti femminili provenienti da ogni angolo del pianeta e offrirono notevoli opportunità nella promozione dei diritti delle donne. Si verificarono altre conferenze a Copenaghen (1980) e a Nairobi (1985).

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IL FEMMINISMO La Donna Esempi di tali divisioni includevano la capacità nello sviluppo economico, gli atteggiamenti adottati verso le varie forme di oppressione, la definizione del femminismo, le posizioni riguardanti l’omosessualità, la mutilazione genitale femminile e la politica demografica.

La quarta conferenza si tenne a Pechino nel 1995, dov’è stata firmata la “piattaforma d’azione di Pechino”; ci ha comportato un maggior impegno da parte dei paesi membri, nel raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne attraverso “l’integrazione della dimensione di genere” o consentendo alle donne e agli uomini di “sperimentare condizioni uguali per realizzare i propri diritti umani e avere in tal maniera l’opportunità di contribuire e di beneficiare dello sviluppo politico, economico, sociale e culturale”

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IL FEMMINISMO La Donna IL DIRITTO DI VOTO Il voto alle donne, o suffragio femminile, è una conquista recente della nostra storia.

Il 30 gennaio del 1945, quando l’Europa è ancora impegnata nella Seconda Guerra Mondiale e il Nord Italia è occupato dai tedeschi, durante una riunione del Consiglio dei ministri si discute del tema su proposta di Palmiro Togliatti (Partito Comunista) e Alcide De Gasperi (Democrazia Cristiana).

Non tutti sono favorevoli, come alcuni membri del Partito liberale, del Partito d’Azione e del Partito Repubblicano.

La questione viene, però, trattata (e votata) come qualcosa di ormai «inevitabile», visti i tempi.

Il 1 febbraio 1945 vien così emanato il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che conferisce il diritto di voto alle italiane con più di 21 anni, tranne le prostitute schedate che esercitano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

L’eleggibilità delle donne — quindi non solo la possibilità di andare a votare — viene stabilita, invece, con un decreto successivo, il numero 74 del 10 marzo del 1946.

SENZA ROSSETTO – Le donne italiane votano per la prima volta il 2 giugno del 1946, in occasione del referendum istituzionale monarchia-repubblica.

Solo alcune sono chiamate alle urne qualche mese prima, per le amministrative comunali e per la prima volta nella storia vengono anche elette due donne sindaco: Ada Natali (a Massa Fermana) e Ninetta Bartoli (a Borutta).

La mattina del 2 giugno il Corriere della Sera titola: “Senza rossetto nella cabina elettorale” con il quale invita le donne a presentarsi presso il seggio senza rossetto alle labbra.

La motivazione? “Siccome la scheda deve essere incollata e non deve avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell’umettare con le labbra il lembo da incollare potrebbero, senza volerlo, lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto.

Dunque, il rossetto lo si porti con sé, per ravvivare le labbra fuori dal seggio”.

LA POSIZIONE DELLA CHIESA – Anche il Vaticano si dimostra favorevole. Il 21 ottobre 1945 papa Pio XII spiega: «Ogni donna, dunque, senza eccezione, ha, intendete bene, il dovere, lo stretto dovere di coscienza, di non rimanere assente, di entrare in azione per contenere le correnti che minacciano il focolare, per combattere le dottrine che ne scalzano le fondamenta, per preparare, organizzare e compiere la sua restaurazione».

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IL FEMMINISMO La Donna IL TENTATIVO DI NITTI – E bene ricordare, come già nel 1912 con Giolitti si era aperto il primo dibattito sul suffragio universale.

Nel 1919 Francesco Saverio Nitti propose l’allargamento del diritto di voto politico e amministrativo alle donne, ma il progetto non arrivò all’esame delle Camere.

Quattro anni più tardi, nel 1923, Benito Mussolini introdusse il suffragio amministrativo femminile che si scontrò, però, con la riforma degli enti locali voluta proprio dal fascismo.

APPELLO AL VOTO – Una delle figure più attive nel rivendicare il voto alle donne è stata la pedagogista Maria Montessori che nel 1906 scrive sulle colonne di “La Vita” un appello affinché le donne italiane si presentino ai seggi per votare: “Donne tutte sorgete! Il vostro primo dovere in questo momento sociale è di chiedere il voto politico”.

Il movimento che dà impulso alla lotta per il diritto di voto è quello delle Suffragette inglesi: già 1832, in Gran Bretagna, è concesso il suffragio femminile, anche se all’inizio solo nelle elezioni locali, mentre dal 2 luglio 1928 il diritto è esteso a tutte le donne inglesi.

Il primo Paese a ottenere il suffragio universale è la Nuova Zelanda: tutte le donne della nazione sono chiamate al voto (già) dal 1893.

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IL FEMMINISMO La Donna VIRGINIA WOOLF

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Adeline Virginia Woolf, nota semplicemente come Virginia Woolf, è stata una scrittrice, saggista e attivista britannica nata il 25 Gennaio 1882 e scomparse il 28 Marzo 1941.

Viene considerata come una delle principali figure della letteratura del xx secolo ed era impegnata nella lotta per la parità di diritti tra i sessi, insieme al marito. È stata maestra del flusso di coscienza e intellettuale femminista: suoi romanzi come “Gita al faro” e “Mrs Dalloway” sono tuttora studiati a scuola, mentre con i saggi “una stanza tutta per sé” e “Le tre Ghinee” ha riflettuto sulla condizione femminile.

IL RUOLO DELLE DONNE NELLA SOCIETA’ Nei primi decenni del Novecento le donne venivano educate a una sostanziale sottomissione alla figura maschile Alle donne veniva insegnato ad adempiere ai doveri casalinghi, a sottostare ai voleri del capofamiglia, a non ambire ad una professione o all’indipendenza.

La stessa Virginia,in tutte le fasi della sua vita, ha dovuto subire il controllo di suo padre prima, dei suoi fratelli poi, e infine di suo marito.

Le regole della società dei primi anni novecento, volevano che alle donne non fosse riconosciuto il diritto di lavorare e spesso

di proseguire la propria istruzione.

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LA LIBERTA’ DI PENSIERO NEI SUOI LIBRI Nel suo libro Una stanza tutta per sé, scritto nel 1929, Virginia Woolf scrive: “Una donna deve avere i soldi e una stanza tutta sua per scrivere dei romanzi”.

Attraverso questa frase , la Woolf esprime quello che secondo lei è la strada per l’emancipazione: l’indipendenza economica e soprattutto, culturale.

La scrittrice insiste tantissimo su questo punto e ha voluto scuotere gli animali della società di inizio Novecento, affermando, nello stesso testo, che anche se una donna è obbligata a seguire le norme, nessuno le può togliere la libertà di pensiero: “Potete bloccare tutte le librerie se volete ma non c’è un cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente”.

In quasi tutti i suoi libri, i suoi personaggi femminili vivono un dilemma mortale tra ci che è giusto e ci che invece si desidera.

Ne “La signora Dalloway”, ad esempio, la protagonista dà prova di grande audacia, tanto da mettere in dubbio le idee del marito, secondo il quale le donne non sono tenute a controbattere le scelte del capofamiglia.

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UN TRAGICO DESTINO Nonostante l’impegno vivo della scrittrice nel portare avanti le sue battaglie per il miglioramento della condizione femminile nella società, la Woolf soffriva di grave depressione.

All’età di 59 anni, si pensa che la scrittrice si sia suicidata riempendo di pietre le tasche del suo vestito de gettandosi in mare per annegare.

Le sue ultime parole scritte furono: Carissimo, sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarire .

Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ci che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai, lo so. Vedi, non riesco neanche a scrivere come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi, saresti stato tu. Tutto se n'è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi.

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IL FEMMINISMO La Donna A parer mio questa lettera è davvero meravigliosa, fa capire che in realtà la donna, a livello affettivo ha bisogno di un uomo, ha bisogno di un uomo o donna che sia, ha bisogno di una persona che stia al suo fianco tutta la vita e che la sostenga per quello che è!

Non possiamo negare che abbiamo bisogno di un uomo al nostro fianco, non per definire quello che siamo, ma per sentirsi amate da qualcuno.

Ho sempre sentito parlare di Virginia Woolf, una donna forte e che non ha paura a dire quello che pensa…

Non ho mai letto suoi libri ma da quello che ho percepito, da diversi spezzoni è che in quasi tutti suoi libri accenna il fatto della donna.

Secondo me il suo contributo come attivista è stato davvero di grande aiuto.

Molte donne hanno preso ispirazione da lei e credo sia una cosa meravigliosa.

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