Salute 10 più Nr. 10 Anno 2012

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MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE » N. 10 - OTTOBRE 2012

RAVENNA

I fratelli centenari di Solarolo Pag. 16

IN QUESTO NUMERO - Le protesi dentarie - Le insidie domestiche - Il gioco d’azzardo

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Per il benessere degli ospiti gli spazi comuni sono strutturati per favorire la socializzazione e sono previsti una serie di servizi e attività finalizzate a rendere confortevole e sereno il soggiorno presso la struttura. Attività di animazione, occupazionale e ricreativa vengono organizzate periodicamente.

Scopo primario del Progetto è creare l’ambiente dove l’anziano viene accolto ed inserito all’interno della comunità conservando integri i legami con la sua famiglia e i suoi amici, dove il calore umano ed il benessere donano alla comunità il senso di famiglia, pur non tralasciando il rispetto per la dignità, l’individualità e la riservatezza del singolo.


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SOMMARIO » Nr. 10 - Ottobre 2012

NATURA E BENESSERE

2 L’ALOE VERA

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TECNOLOGIA

Se ami gli animali trattali con dignità anche quando termina la loro esistenza.

6 LE PROTESI DENTARIE Alberto Frattini BENESSERE

8 LO SPORT FA BENE AL CUORE

AMALI FINO ALLA FINE!

Dott. Flaviano Jacopi ALIMENTAZIONE

10 LA PATATA

- La pianta, le varietà e l’apporto nutrizionale

Dott.ssa Monica Negosanti PREVENZIONE

13 LE INSIDIE DOMESTICHE Umberto Parani LONGEVITÀ

16 FRATELLI CENTENARI Tiziano Zaccaria PSICOLOGIA

18 LA PERDITA DEI CAPELLI

- Impatto psicologico

Dott.ssa Dalila Visani ESTETICA

20 IL BOTULINO Dott. Lauro di Meo SPORT

22 VALERIO SPADONI, “PASSATORE DEL GOL” Tiziano Zaccaria SANITÀ

25 LE BIBITE GASSATE

I NOSTRI SERVIZI Per lo svolgimento del nostro servizio adoperiamo solo ed esclusivamente forno per animali domestici SERVIZIO DI CREMAZIONE SINGOLA CON RICONSEGNA DELLE CENERI IN APPOSITE URNE, OPPURE CREMAZIONE CUMULATIVA. REPERIBILITÀ 24H SU 24 Operiamo in tutta la ROMAGNA e MARCHE

TECNOLOGIA

26 MEDICINA E NUOVE TECNOLOGIE PIAGHE SOCIALI

28 IL GIOCO D’AZZARDO Dott. Angelo Lofino I NOSTRI AMICI ANIMALI

I NOSTRI PREZZI variano secondo il peso CREMAZIONE SINGOLA Da a 10 kg » Euro 329,12 Da 10 a 40 kg » Euro 360,58 Oltre i 40 kg » Euro 435,60 I prezzi sono comprensivi di IVA

30 ARRIVA IL “CUCCIOLO D’UOMO” Dott. Luca Rossi SALUTE 10+ N. 10.2012 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011. Proprietà, redazione e realizzazione Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.501950 - multiredazione@linknet.it

Il servizio di ritiro è compreso per le zone limitrofe. Ci occupiamo anche di recupero per la cremazione cumulativa.


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NATURA E BENESSERE

‘ LALOE

E I SUOI BENEFICI Fin dall’antichità si conoscono le proprietà curative del gel estratto da questa pianta grassa. I più importanti luoghi di coltivazione nel bacino del Mediterraneo sono Spagna, Grecia ed Israele. L’Aloe Vera è caratterizzata dall’assenza di fusto e possiede foglie spesse e carnose, disposte a rosetta, con una pronunciata dentellatura lungo i bordi, che possono raggiungere lunghezze fino a 40-60 centimetri.

efficace anche nelle terapie radianti e alcuni studiosi ne evidenziano un’azione anestetica, antibatterica, antimicotica e antivirale. Previene inoltre l’ischemia progressiva della pelle provocata da bruciature, congelamento e danni da shock termici; penetra all’interno dei tessuti offesi, alleviando dolore, agendo come antinfiDott.ssa Maria Nives Visani ammatorio, dilatando i capillari ed Farmacista - Naturopata aumentando l’afflusso di sangue alla Proprietà terapeutiche E-mail: salutenaturasnc@alice.it parte danneggiata. Il Gel risulta utile Incidendo gli quindi come lenitivo, cicatrizAmpiamente meritata in erboristeria è strati superficiali zante, riparatore in caso di la fama dell’Aloe, pianta grassa delle foglie scottature, escoriazioni, perenne appartenente alla famiglia dell’Aloe si cicatrici, eritemi solari, pelle delle Liliacee, tipica dei climi caldi, ottiene il lattice, secca, arrossata e screpolanota fin dall’epoca di Alessandro che viene concenta, acne, punture d’insetti, Magno per le sue molteplici attività trato e successivapsoriasi, afte buccali. Per benefiche su diversi organi e tessuti. mente solidificato, uso interno il Gel viene utilizIn natura ne esistono diversi tipi, ma per essere utilizzato zato per ottenere un’azione la più famosa è l’Aloe Vera, che si in potenti preparazioni GEL DI ALOE VERA antinfiammatoria a livello gasritiene originaria della penisola arabilassative, mentre incitrico, antiartritica e antiasmatca e delle zone desertiche del nord dendo in profondità si ottiene il Gel di ica. Molti studi a riguardo mettono in Africa. Attualmente la pianta è coltivaAloe, costituito da una soluzione densa luce i vasti campi di utilizzo di questa ta in tutte le zone temperate e tropidi polisaccaridi, lipidi, tannini, pianta. Solo in acuni casi si sono verificali del mondo, dall’Africa aminoacidi, sali minerali ed enzimi, cati reazioni orticarioidi in soggetti senall’Australia, dal Messico al Giappone. che ha proprietà molto diverse dal lat- sibili dopo l’applicazione del Gel. tice e non va confuso COLTIVAZIONI DI ALOE VERA con esso. Il Gel viene utilizzato in preparazioni per uso interno ed esterno, in particolare sulla cute svolge È UNA PIANTA RICCA un’azione cicatrizDI PROPRIETÀ UTILI ALLA PELLE zante sulle ferite; è


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NATURA E BENESSERE

Utilizzo come pianta ornamentale Si può anche tenere in casa l’Aloe Vera come pianta ornamentale, in quanto è di bell’aspetto e neanche in questo caso smette di svolgere un’azione positiva, perché assorbe l’anidride carbonica arricchendo al contempo l’ambiente di ossigeno. L’Aloe Vera è una pianta rustica e resistente, che non richiede particolari accorgimenti per la coltivazione; teme però il freddo, per cui è bene evitare di esporla a temperature troppo basse, intorno agli 0° C. Questa pianta tollera perfettamente la siccità, quindi può essere coltivata su scarpate aride, zone secche o terreni sabbiosi: è importante che non vi siano ristagni idrici, che potrebbero farne marcire le radici.

Storia dell’aloe vera in erboristeria Il più antico riferimento all’Aloe Vera ed al suo utilizzo risale addirittura al 2200 a.C., datazione attribuita ad una tavoletta di argilla ritrovata nei pressi di Bagdad. Successivamente molti altri popoli antichi, come egizi,

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RAVENNA - Via Romea, 121 - Tel. 0544.61068 greci e romani, furono coltivatori ed utilizzatori dell’Aloe Vera, della quale erano ben note le proprietà benefiche. Nel corso dei secoli i riferimenti scritti sulla pianta si moltiplicano, talvolta associati a importanti personaggi storici: Re Salomone ne apprezzava in particolare il profumo; Alessandro Magno addirittura conquistò un’isola per saccheggiarne le vaste colture di Aloe, utili per la cura delle ferite dei soldati; Plinio il Vecchio ne riconobbe l’ampia gamma di potenziali applicazioni; Marco Polo ne parlò come antidoto per le punture

degli insetti; i cavalieri Templari le attribuivano il potere di allungare la vita, mentre i monaci dell’epoca rinascimentale aggiunsero l’aggettivo ‘Vera’ al nome originario ‘Aloe’, al fine di identificare la specie esatta che, fra le tante simili, era la custode di tali virtù. Dagli anni Sessanta del secolo scorso negli Stati Uniti prese il via un moderno filone di studi sulle proprietà e gli utilizzi commerciali dell’Aloe Vera, allo scopo di sfruttarne al meglio le caratteristiche e di fornire al consumatore prodotti efficaci e scientificaFINE mente testati.

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TECNOLOGIA

PROTESI DENTARIE

Sono fisse o mobili, in ceramica, resina o metalli. Sostituiscono per motivi funzionali o estetici uno o più denti originali, persi o compromessi. di Alberto Frattini

La protesi mobile

La protesi dentaria è un dispositivo medico-sanitario fabbricato su misura. La sua scelta, installazione e controllo, deve essere a pannaggio esclusivo di medici odontoiatri iscritti all’albo. La sua fabbricazione è opera degli odontotecnici regolarmente iscritti al Ministero della Sanità. La protesi dentaria viene utilizzata per sostituire uno o più elementi dentali originali persi oppure compromessi per motivi funzionali o estetici. I materiali maggiormente utilizzati per realizzare il rivestimento esterno delle protesi dentali sono la porcellana, grazie alle sue peculiarità estetiche e di durezza, e la resina composita, con estetica più modesta ma con durezza più vicina al dente naturale e quindi meno traumatica. A seconda dei casi, possono essere utilizzate protesi mobili o protesi fisse.

La protesi mobile viene utilizzata per sostituire intere arcate o parti di essa e, al contrario di quella fissa, può essere facilmente rimossa e reinserita dal paziente. Fra le protesi mobili si distinguono la protesi parziale, la totale e la mista-scheletrata. LA PROTESI PARZIALE viene ancorata ai denti rimanenti attraverso ganci o attacchi. Di recente è stata realizzata una particolare protesi a base di nylon, con caratteristiche di biocompatibilità e flessibilità. LA PROTESI TOTALE viene realizzata quando i denti residui o le radici vengono a mancare ed i carichi masticatori sono completamente scaricati sulla mucosa e sull’osso sottostante; ha dunque l’obiettivo di ristabilire le funzioni masticatorie, nel rispetto dell’estetica del viso. Di solito la protesi totale si basa su una struttura di sostegno in resina acrilica.

LA PROTESI MISTA-SCHELETRATA, infine, presenta una parte fissa ed una mobile collegate tra loro da attacchi “a scomparsa”, ganci non visibili in bocca, bianchi o metallici. I principali vantaggi delle protesi mobili consistono nella semplicità dell’igiene quotidiana, sia della protesi che del cavo orale, e nella maggiore economicità rispetto ad una protesi fissa. Tuttavia, il loro svantaggio è dovuto al fatto che tendono a caricare troppo i denti da cui sono supportate, i quali sono costretti a forze anomale che ne possono addirittura compromettere la stabilità.

La protesi fissa La protesi fissa consente la ricostruzione dei denti rovinati o mancanti attraverso l’utilizzo di corone o capsule.

PROTESI FISSA

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TECNOLOGIA A differenza delle protesi dentarie mobili, le protesi fisse non possono essere rimosse dal cavo orale, in quanto fissate attraverso la cementazione agli elementi pilastro, ossia ai denti sani che servono da appoggio. La protesi fissa si distingue in: Protesi di ricostruzione, quando ha il compito di ricostruire le parti anatomiche del dente asportato e preservarlo quindi dalla completa distruzione; Protesi di sostituzione, quando prende il posto dei denti naturali; Protesi di fissazione, quando ha lo scopo di bloccare e distribuire correttamente le forze masticatorie.

“Allarme del Censis: “Nove milioni di italiani senza i soldi per curarsi.” (Cit. Quotidiano la Stampa del 5 giugno 2012)

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La protesi fissa deve essere anatomicamente perfetta, deve prevedere una corretta occlusione, una precisa ricostruzione della curvatura assiale e le giuste dimensioni degli spazi interdentali ed interstiziali. Inoltre, durante la modellazione è importante ricostruire il punto di contatto per stabilire una distribuzione uniforme del carico masticatorio su tutta l’arcata dentale e per proteggere dal ristagno di cibo, quindi dalla formazione di carie. In particolare, fra le protesi dentarie fisse si distinguono le corone, ponti e protesi su dente o radice, sui denti adiacenti e su impianti inseriti nell’osso.

LE CORONE sono realizzate per denti singoli, dei quali almeno la radice è conservata; si ancorano al dente opportunamente preparato tramite perni endocanalari oppure alla radice. Solitamente sono costituite in metallo, metallo e ceramica, o solo ceramica. NEI PONTI, la protesi comprende anche gli elementi dentari adiacenti, che vengono così ridotti a monconi e protesizzati anch’essi; in tal caso l’elemento mancante assieme agli elementi pilastro forma il ponte. Nei ponti, la protesi può essere totale, cioè comprendere l’intera arcata, oppure parziale, comprendente due o più elementi.

NELLA PROTESI SU IMPIANTI, la radice dell’elemento mancante viene sostituita da un impianto solitamente in titanio e su questo viene cementato o avvitato l’elemento protesico. Allo stesso modo dei ponti, anche le protesi su impianti possono sia sostituire denti singoli, sia riguardare tutti gli elementi dell’arcata dentaria. Infine, sono protesi fisse anche LE FACCETTE DI CERAMICA (sottili lamine che vengono cementate sulla superficie visibile dei denti anteriori per finalità estetiche o funzionali) e gli intarsi in ceramica (che possono sostituire le vecchie otturazioni) grigie in amalgama). FINE

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BENESSERE

LO SPORT fa bene al cuore Se ben allenato, il muscolo cardiaco migliora la sua risposta alla fatica, riducendo la sua frequenza sia a riposo che sotto sforzo. Dott.

Flaviano Jacopi

Specialista in cardiologia e medicina dello sport Direttore Sanitario Astrea Medical Center - Faenza E-mail: flaviano.jacopi@fastwebnet.it

In più occasioni ho avuto modo di raccomandare alcune regole che dovrebbero essere come un mantra per chi vuole condurre una vita sana, in particolare per chi vuole mettere il suo cuore al sicuro da eventi spiacevoli e inattesi, eccole: - Abolire completamente il fumo - Mantenere il peso sotto controllo - Tenere sistematicamente la pressione arteriosa sotto controllo - Mantenere i livelli di colesterolo entro i limiti consigliati - Limitare il consumo di grassi ed alcolici - Praticare del moto Riservandomi di tornare sulle prime cinque regole, oggi, voglio soffermarmi sull'invito a praticare attività fisica come importante fattore di prevenzione. 8

Qualche premessa Il cuore è la pompa che consente di apportare il nutrimento a tutti i gli organi del nostro corpo, ma a differenza di tutti gli altri, funziona sempre, 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno senza fermarsi mai. Quando le richieste di nutrimento di un organo aumentano, ad esempio durante la digestione o nel corso di un’attività fisica, il cuore deve aumentare la sua attività. Questo aumento avviene attraverso un incremento della frequenza dei battiti e della gittata sistolica, cioè della quantità di sangue espulsa ad ogni battito. L’aumento del lavoro del cuore, comporta un aumento dei suoi consumi di ossigeno. Se il lavoro fisico viene incrementato in modo abituale tutti i giorni, il cuore si abitua a rispondere in modo più razionale alle aumentate richieste, in pratica abituandosi agli sforzi ed incrementando progressivamente la sua capacità di svolgere sforzi sempre più intensi. Il cuore migliora la sua risposta allo sforzo, riducendo la sua frequenza sia a riposo che sotto sforzo; inoltre, con l'allenamento, anche il recupero delle condizioni di base è più rapido. Indipendentemente da qualsiasi altro vantaggio, un cuore allenato, a parità di sforzi, consuma di meno ed in modo più razionale.

“Allenare” il cuore Il concetto base è quello di aumentare l’attività fisica progressivamente, con livelli iniziali e durata dell’attività che ovviamente variano da situazione a situazione. Un conto è un ex sportivo che ha sospeso ogni attività da pochi anni e vuole riprendere ad allenarsi, un conto è il sedentario abituale o l’individuo che da molti anni si è messo a riposo completo. In ogni caso l’attività va ripresa gradualmente. L’ex sportivo da poco sedentario conosce già bene programmi e tempi di allenamento, perciò non ritengo utile dilungarmi con chi è già esperto. Per i sedentari di più lungo corso che intendono riprendere un’attività sportiva vera e propria (ad esempio tennis, ciclismo, calcio o corsa), appare indispensabile innanzitutto una visita medica e, per età superiori a 40 anni, anche una valutazione cardiologica, poi, un impegno fisico inizialmente molto ridotto, almeno di tre volte alla settimana (cammino, corsa lenta per brevi tratti, passeggiate in bicicletta) che nel giro di un mese può essere raddoppiato, per poi passare con livelli crescenti di impegno allo sport prescelto.


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BENESSERE

E gli sportivi di prima mano? Il discorso è invece diverso per coloro che, pur non avendo mai praticato sport, o avendolo fatto a livelli minimi, vogliono lodevolmente iniziare da zero. Anche in questo caso è utile il benestare del medico di famiglia, almeno in coloro che hanno più di quarant’anni, poi il consiglio è quello di fare inizialmente passeggiate di 30-40 minuti tre volte alla settimana, aumentando eventualmente la durata e la frequenza dopo il primo mese. Mezz’ora di tempo in fondo si può trovare, riducendo l’uso dell’auto, oppure parcheggiando lontano dal posto di lavoro, o ancora ritagliando un breve intervallo nelle pause di lavoro, ma anche prima o dopo lo stesso. La velocità del passo, inizialmente lenta, può essere incrementata in relazione a come ci si sente. La passeggiata è la forma di esercizio fisico più facile e proponibile. Per la camminata usare buone scarpe, ricordarsi che può piovere, e stare attenti a non sudare troppo, soprattutto se non è poi possibile cambiarsi subito. Dopo almeno sei mesi, se i risultati sono buoni, si potrà scegliere se praticare uno sport con un certo impegno, comunque sempre a livello di gioco, oppure passare a lunghe pas-

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In conclusione… …i molti vantaggi dell’attività fisica: Allena il cuore e lo prepara ad essere pronto a ulteriori impegni di ogni tipo.

CAMMINARE È UNA FORMA DI ESERCIZIO FISICO

Migliora la funzionalità delle articolazioni, che vanno incontro ad usura da disuso. E’ determinante per un calo poderale, soprattutto se associata ad una dieta equlibrata. 40 minuti al giorno di cammino corrispondono a 6 chili di peso in meno nell’arco di un anno, a parità di alimentazione. Con una dieta adeguata, se necessaria, i risultati saranno ancora più brillanti e vistosi. Contribuisce in maniera determinante ad un miglior controllo del colesterolo ematico, della glicemia e della pressione arteriosa. Per intenderci, da sola non corregge tali problemi (tranne che nelle situazioni al limite), ma generalmente contribuisce molto a ridurre la quantità di farmaci da utilizzare. Provoca un piacevole e durevole senso di benessere, tramite la produzione da parte del nostro organismo di sostanze chiamate endorfine, che hanno tale effetto positivo. FINE

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ALIMENTAZIONE

LA PATATA

È un ottimo alimento, ricco di amido e con un discreto contenuto di proteine e vitamine C ed E. Vanta un indice di sazietà triplo rispetto allo stesso apporto di calorie del pane bianco

Dott.ssa

Monica Negosanti

Dietista Maria Cecilia Hospital Cotignola E-mail: mnegosanti@gvmnet.it

gnocchi, purè, soufflé e pasticci, proprio perché la loro polpa si sbriciola durante la cottura. Altra varietà abbastanza diffusa è la patata novella, che viene raccolta prima della completa maturazione, si distingue per la buccia molto sottile e ha lo svantaggio di essere a breve conservazione.

La patata e il colore della polpa

La patata è uno dei tuberi attualmente più diffusi sulle nostre tavole, ma ha origini antiche e lontane. La sua coltivazione ebbe inizio tra i 4000 e i 7000 anni fa in Bolivia e in Perù, fu esportata poi in Europa agli inizi del XVI secolo dagli spagnoli, che scoprirono che il consumo di questo alimento preservava dallo scorbuto (malattia dovuta a carenza di vitamina C). La buccia della patata apporta infatti il 45 per cento del fabbisogno giornaliero di vitamina C. Oggi i principali produttori di patate, oltre l’Europa, sono Cina, Stati Uniti e India; per estensione rappresenta la quarta coltura mondiale dopo grano, riso e mais.

Patate a PASTA GIALLA ricche di carotenoidi sono adatte ad essere lessate, cotte a vapore, arrostite, cotte al forno o fritte.

Patate a PASTA BIANCA più farinose di quelle a pasta gialla, adatte alla preparazione di gnocchi, purè, soufflé e pasticci.

Patate NOVELLE raccolte prima della completa maturazione, hanno la buccia molto sottile e sono quelle più ricche di vitamina C.

La pianta Il nome botanico della patata è Solanum tuberosum, pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Solanacee. La patata è caratterizzata da buona adattabilità ed è perciò possibile coltivarla in aeree e latitudini anche molto diverse, variando solamente il periodo di coltivazione. Esistono 3000 varietà di patate, diverse per aspetto, colore, dimensione, sapore e contenuto di amido, ma solamente un centinaio di queste è destinato al consumo.

Le varietà più diffuse Fra le tantissime varietà, in Italia la distinzione principale è tra le patate a pasta gialla e quelle a pasta bianca. Le patate a pasta gialla hanno una polpa molto compatta e il loro colore è dovuto alla presenza di carotenoidi. Sono adatte per essere lessate, cotte a vapore, arrostite, cotte al forno o fritte. Le patate a pasta bianca, più farinose di quelle gialle, sono adatte alla preparazione di 10

Il nutrimento? Le patate hanno un elevato contenuto di amido e un discreto contenuto di proteine e di vitamina C, per cui costituiscono un ottimo alimento. Sono virtualmente prive di grassi e sono una buona fonte degli aminoacidi lisina e triptofano, che combinati con latte o uova costituiscono un alimento proteico di elevate qualità. Se consumate con la buccia, apportano una buona quantità di fibra, inoltre, grazie all’“amido resistenza” (parte di amido che resiste alla digestione), se si cuociono e si lasciano poi raffreddare, aiutaOTTIMO ALIMENTO no a controllare la glicemia e i PER LA DIETA livelli lipidici nel sangue.


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ALIMENTAZIONE

Attenzione alla conservazione Bisogna prestare però molta attenzione alla presenza di macchie verdi sulla buccia, perché indicano una cattiva conservazione della patata e la presenza di un alcaloide tossico, la solanina, che non viene eliminata con la cottura della patata. È necessario quindi, prima della cottura, eliminare tutte le eventuali parti verdi, i germogli e gli occhi dove la solanina si accumula maggiormente. La vitamina C, abbondante soprattutto nelle patate novelle, è necessaria per la salute della pelle, di denti, gengive, muscoli e ossa, e aiuta anche l’assorbimento del ferro dei vegetali, che sarebbe altrimenti poco disponibile. Inoltre, la vitamina C agisce come antiossidante nell’organismo e alcune patate con polpa gialla, arancione o viola, nello specifico anche le patate dolci, contengono quantità significative di altri antiossidanti, quali i caroteni o i flavonoidi. Le patate sono inoltre ricchissime di potassio e povere di sodio, combinazione perfetta per chi ha problemi di ipertensione arteriosa! Per evitare la perdita di tutti i nutrienti e i minerali CONSERVARE in esse conteAL FRESCO E AL BUIO nute, le patate andrebbero conservate in luogo fresco, buio e asciutto e andrebbero bollite con la loro pelle. Non contengono glutine, per cui possono essere liberamente consumate dai celiaci o da chi ha problemi con l’assunzione del grano. Altra “buona UN VALIDO AIUTO notizia” per PER IL PESO-FORMA chi cerca di non prendere peso è che le patate hanno un elevato indice di sazietà. Poiché la densità energetica, cioè le calorie per grammo di alimen-

E

L

MBERI GAFOODS

NIENTE PIÙ FAME. NIENTE PIÙ DIETE. Finalmente ora si può mangiare e dimagrire. Eʼ facile.

www.mangiareedimagrire.it Viale Newton, 70 - RAVENNA - Tel. 0544.478994 to, delle patate bollite o al forno è bassa, mangiarne tante non equivale ad assumere tante calorie (circa 140 kcal da una porzione media). Perciò, può aiutare a sentirsi pieni senza sovra-alimentarsi di energia. Uno studio degli effetti sulla sazietà di alimenti differenti ha riportato che le patate hanno una percentuale di sazietà tre volte superiore allo stesso apporto di calorie del pane bianco. Le patate apportano anche poche calorie: una porzione media di patate bollite e pelate (180 g) contiene circa 140 calorie, che è molto meno dell’energia contenuta nella stessa quantità di pasta bollita (286 calorie) o riso bollito (248 calorie). Attenzione però alle patate fritte, il cui contenuto calorico può essere due o tre volte superiore a quello delle patate bollite o al forno. Le patate sono spesso escluse dalle diete a basso indice glicemico, in quanto si ritiene che possiedano un'alta quantità di zuccheri. In realtà l'indice glicemico delle patate varia in maniera considerevole (da 67 a 158) a seconda della loro varietà (a buccia rossa, a pasta bianca, ecc.), della loro zona di coltivazione, della preparazione (metodo di cottura, se consumata fredda o calda, in purè, a tocchetti o intera ecc.), e degli altri cibi con cui si accompagna (salse ricche di grassi o ad alto contenuto proteico).

Curiosità sulle patate… Il succo crudo può essere utilizzato come cicatrizzante delle mucose, calmante, diuretico e per alleviare le ulcere gastriche. Ha infatti effetti antispasmodici, diuretici, antiscorbutici e cicatrizzanti. Cruda, a fette, grattugiata o sotto forma di fecola lenisce infiammazioni, insolazioni, ustioni e screpolature. Applicando una fetta di patata su una scottatura o una puntura di zanzara passerà dopo poco il fastidio. Mangiare una fetta cruda in gravidanza elimina la nausea. È un potente sgrassatore in caso di macchie di grasso o spinaci e, per chi soffre di sudorazione eccessiva, è un ottimo sostituto al deodorante. FINE

LA PATATA CRUDA, A FETTE LENISCE: INFIAMMAZIONI, INSOLAZIONI USTIONI E SCREPOLATURE

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PREVENZIONE

INSIDIE

DOMESTICHE Gli incidenti domestici, in casa e in giardino, capitano proprio a tutti e a volte sono tutt’altro che banali. Ecco qualche utile consiglio per cercare di evitarli e per affrontarli nel migliore dei modi. di Umberto Parani Gli incidenti domestici sono all’ordine del giorno anche in Italia in modo preoccupante. Si tratta di un fenomeno talmente diffuso da aver indotto l’attivazione di un progetto europeo, l’Ehlass (dall’inglese European home and leisure injury surveillance system, che significa sistema di sorveglianza europeo sugli incidenti domestici e del tempo libero), con lo scopo di rilevare l’entità e il tipo dei possibili infortuni e programmare campagne informative per sensibilizzare alla prevenzione e alla sicurezza in ambito casalingo. Gli episodi più frequenti riguardano cadute, tagli, ustioni e avvelenamenti e sono causati nella maggior parte dei casi da distrazione e superficialità, oltre che dalla presenza in casa di apparecchi o sostanze pericolose. Gli incidenti domestici interessano qualsiasi fascia d’età, ma i più colpiti sono i bambini e gli anziani. Gli orari più critici sono quelli dei pasti, in cui è facile farsi prendere dalla fretta mentre si maneggiano coltelli, utensili appuntiti, pentole con liquidi bollenti, detergenti e saponi che, se usati in modo inappropriato, sono in grado di ledere la pelle, prima barriera protettiva tra il corpo e l’ambiente.

Ferite aperte: come comportarsi Nel caso di ferite aperte, ovvero con fuoriuscita di sangue, per prima cosa occorre valutare l’estensione e la profondità del danno: le abrasioni e le escoriazioni sono estese, ma superficiali e quasi sempre gestibili in casa; le ferite da punta e da taglio, in base alla profondità e all’estensione, possono richiedere l’intervento del medico. In ogni caso, una ferita deve essere pulita con acqua corrente per qualche minuto, anche allo scopo di allontanare eventuali corpi estranei, e disinfettata con movimenti dal centro verso i bordi, per evitare l’insorgenza di infezioni che possano compromettere la guarigione della lesione. Nonostante sia stata dimostrata la sua scarsa efficacia

ATTENZIONE AD USARE UTENSILI TAGLIENTI

IN SEGUITO AD UN PICCOLO TAGLIO PULIRE LA FERITA IN ACQUA CORRENTE

contro i batteri, è ancora molto impiegato l’alcol denaturato, che può essere utilmente sostituito da altre soluzioni antisettiche disponibili in farmacia, certamente meno irritanti per la pelle e con un potere antimicrobico molto più elevato (acqua ossigenata, mercurocromo, ecc).

Le ferite sporche sono più a rischio Qualora la ferita sia stata provocata da oggetti sporchi di terriccio o venuti a contatto con piante, suolo o animali, è opportuno valutare il rischio di un’infezione da tetano. Anche se apparentemente lievi, le ferite vanno controllate nei giorni successivi e si devono riferire al medico eventuali sintomi di infezione, come l’arrossamento, il calore nella zona intorno alla lesione, il gonfiore o la compar» SEGUE sa di febbre. 13


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PREVENZIONE In Italia si contano ancora un centinaio di casi all’anno di tetano, malattia spesso mortale dovuta al bacillo Clostridium tetani, contro il quale esiste un vaccinazione a cui vengono sottoposti tutti i bambini. I soggetti non vaccinati possono assumere in caso di necessità una dose di immunoglobuline tetaniche entro 6-24 ore dall’incidente. Questa iniezione di anticorpi già pronti garantisce una protezione immediata della durata di qualche settimana, ma è consigliabile successivamente eseguire la vaccinazione completa che prevede tre somministrazioni e i richiami almeno ogni dieci anni. FERITE VERIFICATESI A CONTATTO CON TERRICCIO, POSSONO COMPORTARE INFEZIONI DA TETANO

Anche in questo caso va valutata l’importanza del danno, cioè se l’ustione è di I, II o III grado (vedi box “I livelli di gravità”), la sua estensione, la localizzazione e l’opportunità di recarsi al Pronto soccorso. Per scottature lievi, si deve procedere al lavaggio con acqua fresca corrente, seguito dall’applicazione di impacchi con liquidi antisettici, da ripetere due o tre volte al giorno. Per alleviare il dolore è possibile impiegare spray anestetici. È importante non rompere le vescicole che possono formarsi e non applicare sulla ferita burro, olio o ghiaccio; può essere invece utile stendere una pomata o un unguento con antibiotici per prevenire le infezioni e proteggere la zona lesa con un bendaggio.

LIVELLI DI GRAVITÀ DELLE USTIONI USTIONI DI I GRADO Si presentano con eritema (rossore), senza formazione di vescicole né danni evidenti alla pelle che rimane integra. La parte è calda e sensibile. USTIONI DI II GRADO La parte colpita appare molto arrossata (color ciliegia) e sono presenti piccole vescicole piene di liquido, che possono anche rompersi. La lesione è dolorosa e bruciante.

Le ustioni Un altro tipo di ferita che si riscontra spesso in ambito domestico è l’ustione, generalmente di lieve entità, provocata da schizzi di liquidi bollenti, o dal contatto con superfici molto calde come forni, fornelli o ferri da stiro. ATTENZIONE AL FERRO DA STIRO

USTIONI DI III GRADO Sono le più profonde e gravi. Hanno un colore variabile dal bianco marmoreo al nero; la pelle è secca e insensibile; non sanguinano perché i vasi sanguigni vengono lesi, ma sigillati dal calore. Vengono interessate anche le terminazioni nervose della cute e le parti profonde degli annessi cutanei (bulbi piliferi, ghiandole sebacee, eccetera).

Avvelenamento Un grande rischio che si può correre in casa è quello degli avvelenamenti e interessa soprattutto i bambini in età prescolare. 14

MADRE AIUTA IL FIGLIO AD ESPELLERE LA SOSTANZA NOCIVA INGERITA

Le sostanze più pericolose sono quelle caustiche come i detersivi per lavastoviglie, i prodotti per sgorgare lavandini, i pulitori per il forno, metalli o ruggine e gli smacchiatori in genere. La gravità dell’avvelenamento dipende non solo dal tipo di veleno, ma anche dalla quantità, dal tempo trascorso dall’incidente e dalle modalità del contatto, cioè se il prodotto è stato ingerito, inalato o toccato con pelle o mucose. In caso di intossicazione per ingestione, è necessario allontanare la sostanza dallo stomaco e limitarne l’assorbimento con la lavanda gastrica o provocando il vomito. La seconda pratica va però assolutamente evitata quando il soggetto non è cosciente e nel caso di assunzione di sostanze schiumose od oleose, che possono portare a soffocamento, oppure di prodotti caustici, che transitando nuovamente lungo l’esofago lo danneggerebbero ancora di più.


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PREVENZIONE Il vomito va indotto con stimolazione meccanica o con lo sciroppo di ipecacuana, mai somministrando acqua e sale. Ăˆ BENE EVITARE ANCHE L’ASSUNZIONE DI ANTIDOTI “FAI DA TEâ€?, SPESSO RISCHIOSI. Per esempio, il latte facilita l’assorbimento di molte sostanze (derivati del petrolio, naftalina, smacchiatori) e complica l’esecuzione dell’eventuale gastroscopia; l’acqua in grandi quantitĂ non diluisce il veleno, ma ne accelera l’assorbimento; neutralizzare l’acido con una base, per esempio l’acido cloridrico con la soda, o viceversa non solo danneggia nuovamente l’esofago, ma provoca una reazione termica all’interno dello stomaco responsabile di gravi ustioni. In conclusione, poichĂŠ affidarsi all’intuito o al panico è spesso controproducente, è senz’altro consigliabile interpellare il medico riferendo fedelmente l’accaduto e, se necessario, rivolgersi al Centro antiveleni piĂš vicino. FINE

DOLCE SALUTE

ALCUNI SUGGERIMENTI UTILI A EVITARE INCIDENTI DOMESTICI 1 Rendere inaccessibili ai bambini farmaci, detersivi, sigarette, coltelli, forbici e arnesi pericolosi. 2 Non somministrare ai bambini medicine spacciandole per caramelle. 3 Non lasciare il bambino da solo in un luogo da cui può rischiare di cadere (per esempio, tavolo, fasciatoio, seggiolone). 4 Utilizzare guanti protettivi quando si maneggiano sostanze pericolose o anche oggetti troppo caldi. 5 Evitare di camminare su pavimenti bagnati o scivolosi. 6 Non utilizzare apparecchi elettrici collegati alla presa di corrente con mani bagnate. 7 Evitare di salire su scale o sedie reggendo oggetti taglienti. 8 Non rimuovere le etichette dalle confezioni di detersivi e altre sostanze per identificarne il veleno.

I nostri croissant della nuova linea “Dolce Salute� sono realizzati con materie prime naturali, come: burro di cacao, olio extravergine d’oliva, olio di riso, farina, uova, zucchero (q.b.) e sono arricchiti di Omega 3. Inoltre non contengono: latticini, grassi idrogenati, colesterolo “cattivo� grasso di cocco, e grasso di palma. E da oggi, a prendersi cura di te, ci sono 3 nuovi croissant:

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PIACERE MIO

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LONGEVITÀ

FRATELLI centenari

I solarolesi Domenica ed Elio Mignani, rispettivamente 105 e 101 anni, possono vantare un profilo genetico eccezionale. di Tiziano Zaccaria Domenica ed Elio Mignani, due fratelli di Solarolo, rappresentano un caso molto raro e unico in Romagna: entrambi hanno varcato la soglia dei cento anni. Lei, Domenica, di anni ne ha già 105, compiuti lo scorso 21 gennaio. E’ la persona più anziana del paese: è sempre vissuta a Solarolo, dove ha lavorato a lungo come sarta e ha avuto tre figli. E’ stata pressoché indipendente fino alla soglia dei cento anni, quando la rottura di un femore l’ha costretta a perdere una certa autonomia, ma ciò non le ha tolto salute e buon umore. Con ironia continua a dire: «Io mi trovo bene qui e non ho fretta di passare all’altro mondo. Se qualcuno vuol passarmi davanti, prego, gli lascio volentieri il posto». Centocinque anni portati straordinariamente bene, i suoi. Come lo sono i 101 del fratello “minore” Elio, che va spesso a trovarla per leggerle un giornale e scambiare due chiacchiere. I due sono accomunati soltanto da una leggera sordità, del resto assolutamente normale a quell’età. Domenico, che a sua volta è l’uomo più anziano di Solarolo, è ancora autonomo: esce quotidianamente per andare a passeggiare per il paese e fa ancora qualche lavoretto nella casa dove vive in pieno centro storico con uno dei tre figli e la nuora. In passato, per passatempo, realizzava delle artistiche specchiere in legno, da vendere ad amici e parenti. 16

IL SIGNOR ELIO, AL LAVORO NEL SUO LABORATORIO

Durante la sua vita lavorativa Elio ha fatto il garzone, il muratore, il barista e ha gestito un’attività in proprio di produzione e rivendita di mangime. Oggi mantiene un’eccezionale lucidità mentale e si tiene informato sull’attualità, tanto da poter discutere di politica con la stessa vivacità di un tempo. «Elio ha sempre avuto una vita abbastanza regolare, non ha mai avuto particolari problemi di salute, né ha mai fatto terapie particolari – dice la dottoressa Luigia Violani, che da parecchi anni è il medico di base del 101enne – E’ sempre stato un gran camminatore, fattore che può aver influito sul suo benessere fisico. Per quanto riguarda l’al-

imentazione, ha sempre mangiato di tutto, senza darsi regole particolari, evitando comunque il fumo». Medico di base della sorella Domenica è invece il dottor Roberto Salgemini, collaboratore di “Salute 10+”: «Domenica Mignani è una signora ancora in salute, simpatica e con la battuta sempre pronta – dice Segreti particolari sulla longevità sua e del fratello Elio non ce ne sono: la realtà è che sono forti dal punto di vista genetico, fattore determinante sulla longevità dell’individuo. Dopodiché, chiaramente, si sono aiutati ad allungare la propria vita con uno stile di vita adeguato e corretto».


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LONGEVITÀ

Accettare l’invecchiamento, aiuta… a vivere più a lungo Negli ultimi dieci anni i centenari in Italia sono raddoppiati e stanno raggiungendo il ragguardevole numero di 20mila, in pratica uno ogni tremila abitanti. Il 15 per cento di loro sono uomini, l’85 per cento sono donne. Solarolo, il Comune natale e di residenza dei fratelli Mignani, ha un suo piccolo record: attualmente vi sono cinque centenari, su una popolazione di 4400 abitanti: una media altissima, oltre il triplo di quella nazionale. Studi sulla longevità umana negli ultimi decenni ne sono stati fatti parecchi e non è affatto semplice districarsi in un dedalo di supposizioni e dati scientifici (che a volte si smentiscono gli uni con gli altri), per capire da che parte sta la verità. Del resto, da sempre la scienza cerca di comprendere cosa accade durante l’invecchiamento e si chiede se è possibile contrastarlo, senza però riuscire fin qui a dare risposte

esaustive, a trovare quell’agognato elisir di lunga vita sognato fin dalla notte dei tempi. «Studiare i processi fisiologici o patologici che portano l’individuo a invecchiare significa, per uno scienziato, cercare le cause di ciò che mette in pericolo la salute e ciò che invece aiuta a preservarla - ha detto di recente l’oncologo Umberto Veronesi.

COME DOBBIAMO AFFRONTARE L’INVECCHIAMENTO? «Accettandolo! Rifiutare l’idea di invecchiare ci fa sentire peggio, perché ci impedisce di affrontare la realtà. Se vogliamo invecchiare bene dobbiamo accettarne le alterazioni connesse, senza per questo rinunciare al gusto di vivere». L’EX MINISTRO DELLA SALUTE Veronesi sostiene che anche il cervello deve essere mantenuto in allenamento come gli altri organi: «Quando si invecchia può accadere che diminuisca-

no l’abilità verbale e cognitiva, e generalmente si manifesta un decadimento fisiologico della memoria. Tuttavia esiste anche la concreta idea che le connessioni neuronali aumentino con gli anni e che quindi migliori la possibilità di ragionare e stabilire relazioni tra pensieri, eventi e dati. Quindi è importante continuare a mantenere la nostra mente in esercizio per tutta la FINE vita».

QUATTRO REGOLE SEMPLICI REGALANO 14 ANNI DI VITA Uno studio recente dell'Università inglese di Cambridge sostiene che è possibile vivere ben 14 anni in più seguendo quattro semplici consigli: - Smettere di fumare - Ridurre l’assunzione di alcol - Abbandonare la vita sedentaria - Inserire nella dieta frutta e verdura

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SALUTE_10piu_n.10.12_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 02/10/12 14:52 Pagina 18

PSICOLOGIA

LA CALVIZIE IMPATTO PSICOLOGICO SULLE PERSONE

Detta anche alopecia, è una malattia che si manifesta con l’assottigliamento o la perdita di capelli o peli.

Dott.ssa

Dalila Visani

Psicologa - Psicoterapeuta c/o Ospedale privato San Francesco Cell. 331.7324658 Email: d.visani5478a@ordpsicologier.it

Tipologie di alopecia ANDROGENETICA: colpisce oltre la metà degli uomini adulti ad un certo punto della loro esistenza, si caratterizza per la perdita di capelli dai lati della fronte, sulla fronte e sulla parte superiore della testa (questa zona è detta vortice). Nelle donne è meno frequente e si manifesta con un ampliamento della linea divisoria mediana dei capelli. AREATA coinvolge la perdita di capelli in aree circoscritte del cuoio capelluto o della barba, che in alcuni casi possono essere facilmente coperte e mimetizzate con i capelli rimanenti. TOTALE coinvolge la perdita di tutti i capelli dalla testa. UNIVERSALE riguarda la perdita di tutti i capelli dalla testa e dei peli dal corpo, ciglia e sopraciglia. Il processo di insorgenza della malattia resta ancora in parte misterioso, ma sappiamo che è una malattia autoimmune che risulta dalla combinazione di fattori genetici e ambientali. Esistono diversi tipi di trattamento, ma molti si rivelano poco o per niente efficaci. 18

LA PAURA DI UN POSSIBILE PRINCIPIO DI

L’alopecia non è una malattia mortale e neppure dolorosa, anche se alcuni problemi fisici possono insorgere in seguito alla perdita della protezione fornita da ciglia e sopraciglia agli occhi e dai peli alla pelle, ma le sue implicazioni psicologiche non sono da sottovalutare.

Impatto psicologico L’entità dell’impatto psicologico dell’alopecia varia in funzione della gravità della malattia, del genere (la sofferenza emotiva connessa alla perdita dei capelli è maggiore nelle donne) e del numero di trattamenti falliti, che accrescono la sensazione di impotenza nei confronti della malattia. Globalmente le ricerche mostrano che le persone con alopecia hanno un rischio elevato di sviluppare un episo-

dio depressivo o un disturbo ansioso, in particolare l’ansia sociale, ovvero l’ansia che si manifesta in tutte quelle situazioni in cui si è esposti a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri. Nei casi più gravi si possono anche instaurare convinzioni a contenuto persecutoCALVIZIE rio, come la certezza di attirare lo sguardo sprezzante delle persone in ragione dell’alopecia, la tendenza a scorgere significati nascosti umilianti dietro agli atteggiamenti e comportamenti degli altri (es. attribuire un atteggiamento distanziante del partner al disgusto che prova nei nostri confronti o sospettare che i colleghi che parlano tra loro a voce bassa stiano ridendo alle nostre spalle). In altri casi vengono riferiti sentimenti di perdita così intensi da ricordare quelli che provano coloro che si devono confrontare con il lutto di una persona cara. I capelli, così come CI SI IMMAGINA il nostro aspetto fisiCHE QUALCUNO co in generale, SPARLI DI NOI influiscono infatti


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PSICOLOGIA sulla percezione della propria immagine corporea, per cui la calvizia può essere accompagnata da una perdita del senso di integrità e di continuità del sè. I capelli sono da sempre considerati simbolo di bellezza, sensualità, forza, salute e giovinezza. Inoltre i capelli e i peli hanno sempre rappresentato un elemento di differenziazione sessuale.

Come viene vissuta la perdita di capelli nell’uomo e nella donna Sia nei maschi che nelle femmine l’alopecia può, quindi, essere vissuta come una sorta di regressione infantile, condizione nella quale l’identità di genere è ancora in costruzione. Per questa ragione molte donne che soffrono di alopecia sentono di perdere la propria femminilità, nonchè il proprio potere attrattivo e seduttivo sugli altri.

PAURA DI PERDERE CAPELLI… E FASCINO

Allo stesso modo per alcuni uomini perdere i capelli equivale a perdere la propria virilità e la possibilità di vivere una vita sessuale soddisfacente. Di conseguenza la fiducia in se stessi risulta significativamente compromessa e l’autostima notevolmente ridotta. Per queste ragioni la vita sociale di molte persone con alopecia risulta fortemente limitata e compromessa e frequentemente vengono riferite difficoltà coniugali e FINE problemi sul luogo di lavoro. 19


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ESTETICA

BOTULINO NON SOLO ANTIRUGHE

Noto per la sua applicazione in estetica, viene utilizzato anche per il trattamento di diverse patologie, dall’iperidrosi al blefarospasmo.

Dott.

Lauro Di Meo

Chirurgia Plastica, ricostruttiva ed estetica Ravenna Medical Center E-mail: laurodimeo@libero.it

Scientificamente si chiama tossina botulinica e dal punto di vista chimico è una proteina prodotta dal batterio Clostridium botulinum. E’ nota col nome generico di botulino e con i nomi commerciali dei prodotti che la contengono, il più famoso dei quali è il Botox. Negli ultimi decenni tutti hanno imparato a conoscerla per il suo utilizzo in estetica, perché quando viene iniettata in concentrazioni controllate nei tessuti, attenua le grinze e le rughe della pelle dovute alla mimica facciale.

Utilizzi in medicina estetica La tossina botulinica agisce sulla contrazione dei muscoli del viso, in particolare di quelli mimici di bocca, fronte, sopracciglia e naso, che se frequentemente contratti lasciano sulla pelle grinze di espressione tipici di fronte corrucciata, rughe agli angoli della bocca, naso arricciato, o ancora le classiche “zampe di gallina” intorno agli occhi. 20

Si può anche creare un “sollevamento” della parte esterna delle sopracciglia, in modo da conferire maggiore espressività allo sguardo, iniettando la tossina botulinica nei fasci muscolari frontali e lasciando libertà di movimento solo a quelli laterali. Il botulino, però, non è efficace quando le cause delle rughe sono altre, come ad esempio il fotoinvecchiamento causato dall’eccessiva esposizione ai raggi solari o da lampade abbronzanti. Pure nel caso di rughe particolarmente profonde il botulino non può essere d’aiuto per migliorare l’aspetto della pelle. In queste situazioni è necessario intervenire con altri trattamenti, sia di medicina che di chirurgia estetica, come peeling, fillers, trattamenti laser o interventi chirurgici; il botulino può essere poi impiegato come coadiuvante, per garantire un risultato finale soddisfacente.

Trattamento estetico Le tecniche basate sul botulino sono poco invasive e si svolgono in regime ambulatoriale. Non sono infatti necessari né il ricovero né l’anestesia, tuttavia ai pazienti con una bassa soglia del dolore può essere somministrata un’anestesia locale.

Solitamente il trattamento si conclude in mezz’ora. Il medico inietta con una piccola siringa la quantità necessaria di tossina botulinica nei muscoli mimici che causano le rughe d’espressione e dei quali si intende ridurre la contrazione. In seguito all’infiltrazione sul viso compare un arrossamento, che rappresenta una naturale reazione fisiologica di breve durata: in genere sparisce in pochi minuti. Può anche accadere che il paziente avverta dei leggeri bruciori sottocutanei, nelle prime 48-72 ore successive all’intervento. In seguito all’infiltrazione, si può riprendere immediatamente tutte le proprie attività quotidiane: lavoro, casa, attività sportiva.


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ESTETICA Unica raccomandazione: evitare di esporsi ai raggi diretti del sole per almeno una decina di giorni e non grattarsi per i primi giorni. Solitamente, per iniziare ad apprezzare i risultati del trattamento bisogna attendere almeno tre o quattro giorni; poi il botulino entra sempre più in azione e dopo un mese si evidenzia la maggior efficacia. Trattandosi di una sostanza di origine naturale, la tossina botulinica subisce una lenta ma costante degradazione, pertanto negli anni il suo effetto è destinato a svanire gradualmente.

Altre applicazioni I prodotti contenenti tossina botulinica trovano il loro impiego anche in ambiti prettamente medici, come nel torcicollo spontaneo e soprattutto nell’iperidrosi, una malattia che causa l’eccessiva sudorazione di ascelle, mani e piedi: il suo utilizzo può bloccare questo sgradevole disturbo, garantendo risultati efficaci per circa sei mesi.

Trascorso questo periodo, il trattamento può essere ripetuto. Il botulino viene poi impiegato nei casi di strabismo e iniettato nel muscolo extraoculare, dove induce una paralisi temporanea a carico dei retti mediali. In questo modo altri muscoli, i retti laterali, riacquistano la loro funzionalità e nel contempo anche il cervello si abitua alla corretta visione. La tossina botulinica è poi utile contro il blefarospasmo, ovvero la chiusura involontaria, persistente e forzata delle palpebre: agisce sui muscoli delle palpebre superiori ed inferiori, impedendo gli spasmi. Solitamente trascorrono un paio di settimane prima di notare i primi risultati del trattamento, che è necessario ripetere ogni tre o quattro mesi. PRIMA

IL BOTULINO VIENE UTILIZZATO CONTRO IL BLEFAROSPASMO, OSSIA LA CHIUSURA INVOLONTARIA DELLE PALPEBRE

LA TOSSINA BOTULINICA SFAVORISCE LA IPERIDROSI OSSIA L’ECCESSIVA PRODUZIONE DI SUDORE IN ALCUNE PARTI DEL CORPO

DOPO

Effetti collaterali e controindicazioni Il botulino non si diffonde nell’organismo e resta localizzato nel punto di iniezione, pertanto non esistono problemi di intossicazione. Le reazioni di tipo allergico sono rare e in genere non sono segnalate particolari controindicazioni e complicanze successive al trattamento. A scopi precauzionali si consiglia di non iniettare il botulino alle donne in gravidanza o allattamento. I pazienti che soffrono di malattie muscolari gravi, malattie infiammatorie localizzate nella zona da trattare o in terapia con particolari classi di antibiotici NO AL BOTULINO PER LE non possono essere sotto- DONNE IN GRAVIDANZA O CHE ALLATTANO posti alle inieIL PROPRIO FIGLIO zioni di botulino. Anche i soggetti che presentano ipersensibilità all’albumina devono evitare questi trattamenti, perché il botulino di norma viene conservato in soluzioni che contengono tale FINE allergene.

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SALUTE_10piu_n.10.12_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 02/10/12 12:33 Pagina 22

SPORT

LA CARRIERA

SPEZZATA

DEL PASSATORE “

DEL GOL

Valerio Spadoni

di Tiziano Zaccaria

L’attaccante lughese Valerio Spadoni nei primi anni Settanta era diventato l’idolo dei tifosi della Roma. Poi un gravissimo incidente lo costrinse al ritiro dalle scene agonistiche a soli 25 anni.

Domenica 25 gennaio 1976 allo stadio Olimpico si gioca Roma-Inter di fronte a 45 mila spettatori. Al 22’ del primo tempo il lughese Valerio Spadoni, numero 11 giallorosso, sta per calciare verso la porta avversaria, quando Graziano Bini, stopper interista, nel tentantivo di anticiparlo, con una gamba impatta il ginocchio sinistro dell’attaccante. Spadoni crolla a terra urlando. Non è la prima volta che si fa male, ma stavolta si capisce subito che è una cosa molto grave: il ginocchio è uscito dall’articolazione. Chi lo circonda, si mette le mani nei capelli. Il calciatore viene ricoverato al Policlinico Gemelli, dove il bollettino medico diramato dal professor Santilli è terribile: «Lacerazione del legamento collaterale esterno e del muscolo bicipite femorale, rottura della capsula articolare e del legamento crociato anteriore». Dopo l’intervento, le complicanze al nervo sciatico popliteo esterno costringono Spadoni a chiudere anzitempo la carriera. 22

Da Lugo alla capitale Figlio di Domenico, che negli anni Cinquanta aveva militato in Serie A nel Modena, Valerio Spadoni è nato a Lugo il 15 aprile 1950. Fin da giovanissimo si mise in luce come attaccante. Mancino, era una mezz’ala sinistra, più che una punta vera e propria. Esordì nel Baracca Lugo, in serie D, nel 1967-68. Lo acquistò subito l’Atalanta, ma in Serie A con la maglia nerazzurra non riuscì a giocare, a causa di un infortunio procuratosi in un incidente stradale, triste presagio di quanto gli accadrà in seguito. Dopo essere tornato per una stagione al Baracca Lugo, Spadoni fu acquistato dal Rimini, con cui vinse la classifica dei capocannonieri


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SPORT in Serie C realizzando 15 reti. Dopo un'altra bella stagione, nel 1972 passò per cento milioni di lire alla Roma, dove rimase per tre stagioni e mezzo, fino al grave incidente che lo costrinse ad appendere le scarpette al chiodo a soli 25 anni e mezzo, dopo 80 presenze in serie A (12 gol), 3 in Coppa Uefa e 4 nella Nazionale under 23. Un paio d’anni dopo il grave infortunio, trovò la forza ed il coraggio per fare uno scampolo di stagione come giocatore - allenatore nel Baracca Lugo, poi col calcio chiuse per sempre. Dal 1984 al 31 dicembre 2011 ha gestito a Lugo una rivendita di fumetti, nuovi e usati. Oggi è un giovane pensionato con l’hobby dell’orticoltura.

Una Roma da salvezza «Quella del presidente Gaetano Anzalone ad inizio degli anni Settanta era una Roma modesta, che lottava per la salvezza, dove i bravi giovani venivano venduti al miglior offerente, come Capello e Spinosi, mentre i buoni arrivavano soltanto a fine carriera. I miei allenatori furono Helenio Herrera, Mario Scopigno e Niels Liedholm.

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Aperto tutte le domeniche ed i festivi dalle 8 alle 12.30 odiava i cugini della Lazio, aveva avversione per le interviste e non amava molto nemmeno la vita della capitale, tanto che è tornato a vivere in Romagna subito dopo il traumatico addio al calcio. Quando uscì dal Policlinico Gemelli disse: «E' successo tutto in un momento, mi sembrava impossibile che potesse essere accaduto proprio a me. Due settimane d'ospedale però mi hanno cambiato: ho imparato ad amare di più la vita. Adesso mi sento dentro un'energia immensa e voglio guarire a tutti i costi».

Oggi è un calcio esasperato VALERIO SPADONI CON NIELS LIEDHOLM

Quest’ultimo nel 1983, grazie anche alla forza economica del presidente Viola, vinse uno scudetto che può essere considerato figlio di quelle stagioni poco felici degli anni Settanta».

Cuore giallorosso Per la lucentezza delle sue manovre, e per quel suo modo tagliente di calciare, Spadoni era stato ribattezzato “Sciabola”, un soprannome concepito dal giornalista Aldo Biscardi. Qualcun altro lo aveva definito il “Passator Cortese del gol”. Era un idolo un po’ atipico della tifoseria giallorossa: non

«Da quel 25 gennaio 1976 non sono più andato a vedere una partita all’Olimpico, anche se ancora molti tifosi romanisti si ricordano di me. Purtroppo il calcio di oggi non mi piace, perché la potenza atletica ormai conta più della tecnica. Ai miei tempi era un calcio più semplice ed artigianale, senza procuratori. Adesso invece è un mondo esasperato, soprattutto dal punto di vista economico. Comunque, non voglio dare giudizi su un calcio che non conosco più. Non so se è migliore o peggiore di quello che ho vissuto io negli anni Settanta. So soltanto che ai miei tempi, se uno gio-

cava bene, trovava il suo spazio. E il rapporto tra lo stipendio di un calciatore discreto e quello di un operaio specializzato era al massimo di dieci a uno: io guadagnavo due milioni al mese, mentre gli stipendi medi erano di trecentomila lire. Adesso c’è una differenza di cento a uno». Oggi Valerio Spadoni segue in maniera abbastanza distaccata le vicende di tre squadre italiane: «Sono da sempre tifoso del Milan. Dal 1964, anno del suo ultimo scudetto, sono innamorato anche del Bologna. E naturalmente tifo Roma». FINE CURIOSITÀ

SPADONI CITATO IN UNA CANZONE DI VENDITTI “Forse ti ricorderai di me stasera, forse un giorno lo saprò. Il dottore mi ha guardato i polmoni mi ha ordinato assoluto riposo mentale, io sto buono tutto il giorno la Roma ha perso domenica, mancava Spadoni.” Questi versi sono tratti dalla canzone “Dove”, inserita nell’album “L’orso bruno” di Antonello Venditti, uscito nel 1973. Un piccolo grande omaggio all’attaccante lughese da parte del cantautore romano, che in seguito compose il vero e proprio inno della Roma Calcio. 23


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SANITÀ

LE BIBITE GASSATE Il loro uso massiccio favorisce il sovrappeso e può causare il diabete e l’alternativa delle bibite light non è miracolosa. All’inizio di settembre il ministro della Salute Renato Balduzzi ha lanciato un proposta di legge per tassare le bibite gassate zuccherate. La sua proposta, però, al primo tentativo non è passata al vaglio del Consiglio dei Ministri, che ha avanzato riserve di tipo tecnico, culturale e di opportunità economica. Hanno manifestato avversione verso questa proposta di legge anche politici di varie estrazioni, come per esempio Enrico Letta (foto), che s’è messo di traverso al grido di «Salviamo il chinotto e la spuma bionENRICO LETTA da». Nonostante questa prima bocciatura, nel rimarcare che la faccenda non è ancora definitivamente chiusa, il Ministro Balduzzi ha dichiarato: «Io sono già soddisfatto del dibattito che si è aperto sulla questione. Queste bibite, se consumate in eccesso, possono infatti avere effetti negativi sulla salute, perciò vanno consumate con moderazione».

RENATO BALDUZZI

Rischio obesità e diabete Le bibite tradizionali, a base di acqua gassata, zucchero e aromi, sono generalmente molto caloriche. Ed è ormai assodato da tempo che l’uso massiccio di queste bevande favorisce non solo il sovrappeso, ma può causare anche il diabete di tipo 2 ed alcune malattie cardiovascolari. Nei Paesi emergenti come Cina, Brasile ed India il consumo di queste bevande è praticamente raddoppaito nell’ultimo decennio. E negli Stati Uniti, dove la percentuale di bambini obesi sfiora ormai il 20 per cento, si è arrivati ad una vera emergenza sanitaria. La situazione in Italia è ancora controllabile, ma la progressiva americanizzazione delle nostre abitudini non fa sperare al meglio.

E le bibite light? In loro alternativa, negli ultimi anni si è assistito ad un boom dei prodotti dietetici, che presentano una composizione analoga a quelle tradizionali, ma non contengono zuccheri e sono addizionate di edulcoranti a bassissimo apporto calorico. I principali edulcoranti utilizzati nelle bibite light sono aspartame, acesulfame K, ciclamato di sodio e saccarina: si tratta di sostanze chimiche di sintesi, che fra l’altro non scatenano nell’organismo né squilibri della glicemia, né i conseguenti picchi insu-

linici, possibili responsabili a lungo andare dell’insorgenza del diabete. Dunque, tutto perfetto? In realtà non è proprio così. Gli edulcoranti artificiali sono sostanze “estranee” alla nostra alimentazione, per cui vanno assunte con cautela, tanto che l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare ha fissato per ciascuna di esse dei valori di riferimento, che rappresentano la quantità massima assumibile ogni giorno, in base al proprio peso corporeo, per evitare di incorrere in effetti negativi.

Falso senso di sicurezza Le bibite light sono state formulate principalmente per venire incontro alle esigenze salutistiche di chi sogna di dimagrire. È tuttavia sbagliato pensare che per perdere peso sia sufficiente sostituire le bibite tradizionali con quelle senza zucchero, perché, come ricorda l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, “il loro uso induce un falso senso di sicurezza, che porta a consumare quantità eccessive sia degli stessi alimenti light, che degli alimenti normali. Il consumo dei sostituti dello zucchero non è affatto indispensabile, neppure nei casi in cui si seguano regimi ipocalorici. Questi edulcoranti infatti da soli non consentono la riduzione del peso corporeo, se non si diminuisce la quantità totale di calorie introdotte con la dieta e non si FINE aumenta l’attività fisica”. 25


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TECNOLOGIA

MEDICINA

e nuove tecnologie “DICA trentatrè, AL TELEFONINO” Con l’Iphone il medico può già auscultare il cuore; presto servirà anche per misurare la pressione e perfino per fare un’analisi del sangue. Intanto la “realtà virtuale” diventa un’applicazione terapeutica. Andranno presto in pensione tante strumentazioni tradizionali che caratterizzano da almeno un secolo la figura del medico, dal classico fonendoscopio per auscultare il cuore, al bracciale con manometro per misurare la pressione. Per udire il battito del cuore, già oggi, ai medici più tecnologicamente avanzati basta appoggiare il proprio telefonino al petto del paziente, grazie a iStethoscope, un’applicazione dal costo di 70 euro che trasforma l’iPhone in un dispositivo medico. E non si tratta di una semplice curiosità, visto che negli Usa già migliaia di medici usano questa strumentazione nella loro professione.

Tante applicazioni per smartphone e tablet Nel mondo, esistono già decine di applicazioni per telefonini e tablet, pensati per uso medico. E’ vero che diverse di esse rappresentano poco più che dei gadget, ma tante altre sono veramente d’aiuto al medico nella sua pratica quotidiana, come ad esempio la funzione grazie alla quale il dottore può avere sul proprio telefonino un vero e proprio prontuario farmaceutico universale, con dosaggi, indicazioni, costi, il 26

in 3D per smartphone e tablet, il medico può illustrare meglio l’intervento che il malato dovrà subire. Inoltre i telefonini possono essere interfacciati con piccole apparecchiature per misurare la pressione e la gliceMISURATORE DI PRESSIONE PER IPHONE mia, mentre sono in tutto consultabile rapidamente e con fase di sperimentazione sistemi collegaaggiornamenti periodici da scaricare. Di bili allo smartphone in grado di eseguigrande utilità per il medico di famiglia, re in breve tempo perfino le analisi del durante le visite a domicilio, è pure il sangue. Per la verità queste innovazioni programma che permette di compi- per ora in Italia restano ristrette ad una lare e trasmettere all’Inps, tramite il nicchia di utenti: tanti medici possiedotelefonino, i certificati di malattia. E no uno smartphone, ma pochi lo usano se il medico scopre un neo sospetto, gli per fini clinici, anche se i numeri tenbasta scattare una foto, sempre col cel- dono a crescere. lulare, e confrontarla con milioni di Applicazioni per i pazienti altre immagini in un database mondiaIn un futuro ormai prossimo, con le, ottenendo le relative diagnosi. un’applicazione gratuita per Misurare la pressione smartphone, i cittadini potranno precon il telefonino notare e pagare visite, leggere referNegli ospedali, già oggi esiste un’ap- ti e consultare le notizie archiviate plicazione che consente all’anestesista nel proprio fascicolo sanitario, accessidi calcolare la dose del farmaco da bile in qualunque momento e da qualinfondere al paziente, velocizzando le siasi luogo. Un giorno potrebbero esseprocedure. Le nuove tecnologie, poi, re messe in commercio anche applicapossono aiutare a comunicare con il zioni di “realtà virtuale”, tese ad aiutare paziente: con le animazioni mediche a curare i disturbi della sfera psichica.


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TECNOLOGIA Per esempio, si sta sperimentando un sistema per far superare la paura di volare: grazie a un casco il paziente si ritrova immerso in un APPLICAZIONE PER UDIRE ambiente simiIL BATTITO CARDIACO le all’interno di un aereo, e impara ad affrontare e vincere la paura controllando le sensazioni date dall’esperienza virtuale del volo. Si stanno studiando strumenti analoghi per chi soffre di claustrofobia e altri disturbi d’ansia: il principio è sempre quello di mettere ripetutamente, ma in maniera controllata, il paziente davanti alle sue fobie, in modo che la sua risposta emotiva si riduca gradualmente. Grazie poi ad alcuni biosensori che rilevano pressione, battito cardiaco e sudorazione, le reazioni del paziente sono misurabili anche con parametri oggettivi.

Avremo il nostro Avatar? In un centro del Canada, i bambini che hanno subìto un trauma e devono trascorrere un periodo di degenza in ospedale, vengono sottoposti ad una stimolazione sensoriale attraverso la proiezione nella propria stanza di immagini tridimensionali evocative, creando una “realtà virtuale” che supera la dimensione fisica nella quale si prova dolore. Bambini vittime di ustioni troverebbero utile la proiezione di un ambiente polare, che trasmette la sensazione di trovarsi in un luogo fresco, che dia sollievo e lenisca il dolore. Si sa, dicono i medici di questo laboratorio terapeutico, che le illusioni possono incidere positivamente sulla percezione del dolore, attenuandola. Il progetto sperimentale ha luogo in una sede che si chiama Satosphere, una cupola di 18 metri ideata inizialmente per offrire agli spettatori una visione a 360 gradi di un’opera d’arte. Ora si pensa di applicare la stessa tecnica alla riabilitazione fisica, facendo interagire i bam-

bini con alcuni personaggi immaginari, che chiedono loro di ripetere alcuni movimenti. Restando più vicini a noi, per i pazienti affetti da disturbi alimentari il Dipartimento di Salute Mentale Asur 1 di Pesaro sta già proponendo un trattamento che prevede l’immersione degli stessi in una “realtà virtuale”, attraverso un computer, un caschetto e un joystick. Sullo schermo del computer, il proprio Avatar disegnato dal paziente arriva prima di lui ad affrontare le situazioni simulate più difficili: fare la spesa, mangiare al ristorante, mostrarsi senza vestiti al mare. Queste esperienze, dicono dal Dipartimento, hanno effetti emotivi autentici, aiutano a guardare in faccia la malattia in presenza dello psicologo-informatico. La terapia virtuale, riservata ad anoressici e bulimici, è esente dal ticket sanitario, dura sei mesi con due incontri a settimana ed è seguita da una fase di mantenimento FINE di altri sei mesi.

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PIAGHE SOCIALI

GIOCO d’azzardo

QUANDO DIVENTA UNA VERA E PROPRIA PATOLOGIA Caratteristiche del gioco d’azzardo 1 Ottenimento di un premio: denaro, beni materiali, buoni etc.; Dott.

Angelo Lofino

Psicologo Psicoterapeuta www.psicologia-studio-sessuologia.it

Lotto, Superenalotto, Bingo, slot machine, video poker, scommesse sportive… Il gioco d’azzardo rappresenta la quinta industria in Italia dopo Fiat, Telecom, Enel, Ifim (“produce” il 2 per cento del Prodotto Interno Lordo). La spesa procapite legata al gioco è di oltre 500 euro all’anno. Alla fine del 2004 l’Italia si collocava al terzo posto fra i paesi che giocavano di più al mondo, preceduta da Giappone e Regno Unito. Oggi abbiamo il primato mondiale e in Regioni come la Sicilia, la Campania, la Sardegna e l’Abruzzo, le famiglie investono in gioco d’azzardo il 6,5 per cento del proprio reddito. A tal proposito, la maggior causa di ricorso a debiti e usura in Italia è da attribuirsi a questa dipendenza. La grande maggioranza dei giocatori non ha problemi, ma le ricerche internazionali stimano dall’1 al 3 per cento la popolazione vittima del gioco patologico. In Italia ciò equivale a 700mila persone. 28

2 Per parteciparvi è necessario rischiare una somma più o meno ingente di denaro o equivalenti; 3 La vincita è più dovuta al caso che alla perizia del giocatore.

La dipendenza Il gioco d’azzardo, come il fumo e l’alcol, resta un vizio finché non insorgono le caratteristiche tipiche della dipendenza: a quel punto diventa una patologia, che si manifesta con le situazioni elencate di seguito: - siete completamente assorbiti dal gioco e pensate senza sosta a come ottenere il denaro per giocare; - dovete aumentare costantemente le puntate per arrivare allo stesso livello di eccitazione; - non riuscite a controllare, diminuire o interrompere le giocate;

LA GESTIONE DEL PROPRIO DENARO PUÒ PUÒ SFUGGIRE FACILMENTE DAL CONTROLLO

- vi sentite irrequieti e irritabili se cercate di ridurre o interrompere le giocate; - giocare è un modo di fuggire dai problemi, dal senso di colpa, dall’ansia o dalla depressione; - “rincorrete le perdite” (per esempio, raddoppiate le puntate per vincere tutto in una volta e rifarvi delle perdite); - mentite ai familiari, al terapeuta e ad altri per occultare l’entità del vostro coinvolgimento nel gioco; - avete commesso azioni illegali come falsificazione, frode e furto, per finanziare le giocate; - avete rischiato o perso una relazione significativa, il lavoro, opportunità di studio o di carriera a causa del gioco; - fate affidamento su altri per reperire il denaro con cui sanare una situazione finanziaria disperata a causa del gioco.

Fattori di rischio 1. ASPETTI BIOLOGICI sono fattori principalmente neurofisiologici, ancora non ben dimostrati, in cui si evince uno squilibrio del funzionamento del sistema dei neurotrasmettitori cerebrali atti a produrre serotonina, responsabile di un equilibrio affettivo-comportamentale, che nei giocatori patologici scenderebbe sotto i livelli comuni rispetto alla media, come può avvenire anche nei disturbi depressivi; 2. ASPETTI AMBIENTALI-EDUCATIVI Sono inerenti sia l’educazione ricevuta, sia la presenza di difficoltà economiche, legate ad esempio allo stato di disoccupazione,


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pazione, che sembra un particolare fattore di rischio per l’insorgenza della ludomania; 3. ASPETTI PSICOLOGICI sono connessi alla presenza di tratti di personalità lussuriosa e avara di denaro, talvolta connessi al bisogno di dimostrare un controllo sul fato, come simbolo del controllo sul mondo.

Casalinghe e disoccupati I giochi che sembrano predisporre maggiormente a rischio sono quelli che offrono maggiore vicinanza spazio-temporale tra scommessa e premio, quali le slot machines, i giochi del casinò, i videopoker e il Bingo. Le fasce più a rischio sembrano invece, tra le donne, le casalinghe e le lavoratrici autonome dai quaranta ai cinquant’anni; tra gli uomini, i disoccupati o i lavoratori autonomi che hanno un frequente contatto con la vendita ed un’età intorno ai quarant’anni.

Si può curare Come tutte le dipendenze, si tratta di una malattia cronica, che richiede un intervento terapeutico strutturato. L’obiettivo della cura deve essere inizialmente l’astinenza dal comportamento e in seguito il raggiungimento di una condizione di “sobrietà”, cioè un cambiamento dello stile di vita che permetta di essere più forti verso le sempre possibili ricadute.

Come intervenire Nessuno si reca dallo specialista se non ha un motivo per farlo. La tendenza del soggetto dipendente dal gioco d’azzardo è quella di minimizzare o negare il problema e credere che, “se solo volessi, potrei smettere domani...”. Per cui il primo compito della specialista dovrà essere quello di aumentare il livello di motivazione alla terapia attraverso una serie di colloqui, cui dovrà seguire la stipula di un “contratto terapeutico” tra paziente e terapeuta, che comprenda un programma

(colloqui individuali, gruppi psicoterapeutici e psicoeducazionali, terapia psicofarmacologica, gruppi per i familiari ecc..) e la pianificazione del rientro dai debiti, con eventuale assistenza legale. Il giocatore deve accettare di delegare al suo partner, o a un suo familiare, il compito di controllare le proprie spese, fornendo un dettagliato rapporto di ogni piccola uscita economica. La famiglia dovrà essere aiutata ad imparare a conoscere questa particolare malattia e dovrà essere coinvolta nella gestione terapeutica del paziente. Dunque l’intervento risulta complesso e necessita di un efficiente e dettagliata organizzazione. FINE

LA TERAPIA DI GRUPPO PUÒ ESSERE D’AIUTO

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I NOSTRI AMICI ANIMALI

ARRIV A IL CUCCIOLO D’UOMO “

L’arrivo in famiglia di un bimbo può provocare tensione emotiva nell’animale di casa. Ecco come prevenirne le possibili incomprensioni con facili accorgimenti.

Dott. Luca

Rossi

Direttore Tecnico Centro Studi del Cane Italia ASD E-mail: direzione@centrostudidelcane.com

La famiglia per il cane è come un branco: vi sono determinate collocazioni sociali, con livelli diversi di diritti, doveri ed assunzioni di responsabilità. All’interno della famiglia il cane si sente al riparo, certo di poter mantenere 30

comfort acquisiti come il cibo o il proprio giaciglio. Ma quando il nucleo sociale in cui vive è attraversato da una novità, il cane va incontro a temporanee situazioni di tensione emotiva. In realtà l’arrivo di un nuovo membro in famiglia, come un “cucciolo di uomo”, avviene nella grande maggioranza dei casi in modo armonioso e sereno, senza causare problemi di sorta; purtroppo a volte non è così. Alcuni cani mal sopportano cambiamenti nel nucleo familiare, quasi come se perdessero diritti acquisiti. In effetti al sopraggiungere del bambino i meccanismi relazionali di famiglia cambiano: di

norma tutte le attenzioni vengono rivolte al poppante. E questi aspetti, se mal gestiti, possono creare tensione emotiva nel cane. Noi la chiameremmo gelosia.

Agire con anticipo Cosa fare allora per ridurre, fino ad annullare, questi rischi di incomprensione? Prima della nascita del bimbo, ci si deve fornire di un bambolotto e lo si deve maneggiare con cura, istituendo rituali a cui il cane verrà abituato. Ancora però manca la componente olfattiva del neonato, che normalmente suscita interessi graditi al cane, un’attrattiva dovuta al fatto


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I NOSTRI AMICI ANIMALI che la cute dell’infante è pregna di acido butirrico. I genitori, a tempo debito, potranno portare a casa un pannolone usato e farlo indossare al bambolotto, che il cane già conosce, preparandolo così meglio all’accettazione del prossimo arrivo. Questo comunque è solo il primo passo. I genitori dovranno far condividere cure e attività domestiche sia al cane che al bimbo, mostrando al fedele amico che nulla è cambiato e che tutti i comfort precedentemente acquisiti restano garantiti. Ridistribuire le risorse per mantenere la pace: bastano poche accortezze, molta condivisione e naturalmente la cura degli aspetti igienici.

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Quando il bimbo raggiunge i tre anni, la situazione relazionale può cambiare ed è bene che i genitori tengano sotto controllo gli aspetti competitivi tra lui e il cane. Il possesso di un giocattolo, lo strapparlo dalla bocca del cane, possono scatenare l’aggressività dell’animale. Il piccolo in crescita dovrà poi essere educato dai genitori al rispetto del cane: capire come toccarlo, dove e quando farlo, saperne leggere i segnali di irritazione per evitare atteggiamenti o mosse inadeguate. Due bravi genitori dovrebbero agire affinché il cane di casa sia ben socializzato con i bambini, anche quelli non della famiglia, educandolo in età precoce, entro il quarto mese dalla nascita. Inoltre un buon proprietario deve mostrarsi nei confronti del proprio cane gentile ed accondiscendente, ma FINE anche sicuro e determinato.

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HANNO COLLABORATO AL NUMERO DI OTTOBRE DI Dott. Lauro Di Meo Chirurgia Plastica, ricostruttiva ed estetica Ravenna Medical Center E-mail: laurodimeo@libero.it Dott. Flaviano Jacopi - Specialista in cardiologia e medicina dello sport Direttore sanitario Astrea Medical Center - Faenza E-mail: flaviano.jacopi@fastwebnet.it

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Dott. Maurizio Grilli Medico Specialista in Anestesia e Rianimazione Terapia del Dolore e Agopuntura Componente dell’Osservatorio per le medicine non convenzionali Regione Emilia Romagna Cell. 338.5346832

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Dott.ssa Chiara Barboni Medico Veterinario - Ravenna E-mail: sanbartolovet@libero.it Dott. Pier Luigi Bedei - Medico, ginecologo E-mail: plbedei@hotmail.com

Dott. Davide Guglielminetti Responsabile Reparto Chirurgia d’urgenza Ospedale Santa Maria delle Croci E-mail: d.guglielminetti@ausl.ra.it

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Dott. Maurizio Marangolo Specialista in Medicina Interna ed Oncologia Medica Ricercatore volontario Istituto Oncologico Romangolo E-mail: m.marangolo@libero.it

Dott.ssa Cinzia Cesari Psicologa e psicot. Maria Cecilia Hospital Cotignola E-mail: cinzia.cesari@tin.it

Dott. Massimo Margheri Direttore U.O. Cardiologica Ospedale di Ravenna E-mail: m.margheri@ausl.ra.it

Dott. Michele Ciani - Dottore in psicologia Marco Mastropasqua Osteopata Fisioterapista c/o Studio di Terapia Manuale Responsabile tecnico attività acquatiche Cosmoss Fitness e Poliambulatorio Osteolab Club Faenza E-mail: info@cosmosclub.it E-mail: ciani.michele08@gmail.com www.micheleciani.com Dott. Massimo Liverani Biologo Nutrizionista - Consulente programma Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dimagrimento c/o Centro Dimagrimento THOMAS TAI E-mail: info@indacosrl.it Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott. Roberto Nonni Dott. Giorgio Maria Cicognani Direttore Sanitario San Pier Damiano HospitalFaenza E-mail: rnonni@alice.it Medico Geriatra - AUSL Ravenna Dott.ssa Barbara Pallareti E-mail: giorgio.cicognani@fastwebnet.it Medico Veterinario specialista in patologia e clinica degli animali d’affezione Dott. Pierluigi Fiorella E-mail: barbara.pallareti@gmail.com Specialista in Medicina dello Sport e Cardiologia Dott.ssa Anna Pasi Direttore Sanitario del Centro Medico Olympus di Ravenna E-mail: p.fiorella@olympus.ra.it Specialista in ginecologia e ostetricia E-mail: a.pasi1961@libero.it Dott. Fausto Pasqualini Galliani Dott. Roberto Salgemini Responsabile clinico “Dental Unit” Maria Cecilia Hospital Cotignola Medico-Chirurgo convenzionato SSN. E-mail: dentalunit@gvmnet.it E-mail: robertosalgemini@alice.it

Giacomo Scoccia Educatore Cinofilo - www.goldendogsport.it Cell. 347.5493959 Dott. Stefano Stea Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it Dott.ssa Donatella Valmori Psicologa e Sessuologa E-mail: d.valmori@libero.it Dott.ssa Laura Venturelli Coordinatrice attività didattiche Scuola Secondaria 1° grado Liceo Scienze Umane e Liceo Linguistico Fondazione Marri Sant’Umiltà - Faenza Dott.ssa Mariarosaria Venturi E-mail: maria.venturi@medici.progetto-sole.it Dott.ssa Dalila Visani Psicologa - Psicoterapeuta Ospedale privato San Francesco Tel. 331.7324658 E-mail: d.visani5478a@ordpsicologier.it Dott. Mario Vitale Resp. Neurochirurgia Maria Cecilia Hospital Cotignola E-mail: mvitale@gvmnet.it

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