SALUTE 10+ n.1.2016.

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RAVENNA

MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 1 - GENNAIO 2016

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ELVIRO STROCCHI CENTENARIO di GAMBELLARA

- LA PROPOLI

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Salute Dieci Più

- DIFENDERSI DALL’INOUINAMENTO - I NUOVI FARMACI PER CURARE L’EPATITE C - DISTURBI ALIMENTARI IN ETA’ PEDIATRICA - SOCCORRERE I PICCOLI ANIMALI IN DIFFICOLTA’ Scopri il piacere di ritrovare il benessere di un corpo sano e in forma, perdere peso e tonificarti, per sentirti più bella su WWW.FIGURELLA.IT

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Salute Dieci Più

Nr. 1 - GENNAIO 2016 - www.salute10piu.it

RIMEDI NATURALI

2 LA PROPOLI di Tiziano Rondinini ALIMENTAZIONE

5 DIECI REGOLE PER LA PREVENZIONE AL CANCRO Dott.ssa Monica Negosanti SALUTE

8 DIFENDERSI DALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO di Fabio Lironzi ALIMENTAZIONE

11 DA EXPO 2015 I PROPOSITI PER IL FUTURO LONGEVITA’

14 ELVIRO “JOFFRE” STROCCHI di Tiziano Zaccaria MEDICINALI

16 NUOVI FARMACI PER CURARE L’EPATITE C Marco Bartoli SALUTE

18 IL POLSO E LA FREQUENZA CARDIACA Dott. Vladimir Guluta PSICOLOGIA

19 DISTURBI ALIMENTARI IN ETÀ PEDIATRICA Dott.ssa Isabella Cantagalli PSICOLOGIA

22 LE EMOZIONI Dott.ssa Serena Bagli SICUREZZA

25 INCIDENTI STRADALI IN CALO NEL 2014 di Tiziano Zaccaria I NOSTRI AMICI ANIMALI

28 SOCCORRERE PICCOLI ANIMALI IN DIFFICOLTÀ Dott.ssa Federica Piras

SALUTE 10+ - Anno 6 - N. 1.2016 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.it

Proprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48124 Ravenna Tel. 0544.501950 - multiredazione@linknet.it - Direttore responsabile: Spada Gabriele Stampa: Modulgrafica Forlivese - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it


RIMEDI NATURALI

PROPOLI UTILIZZO E PROPRIETA’ TERAPEUTICHE

Composizione

Tiziano Rondinini Apicoltore - Faenza E-mail: tiziano.rondinini@gmail.com

La propoli (o il propoli) è una sostanza resinosa che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante. Dopo il raccolto, le api la elaborano con l’aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti da loro stesse.

La propoli è composta dal 50-55% di resine e balsami; il 25-35% di cera; il 5-10% di sostanze volatili, di cui lo 0,5% di olii essenziali; il 5% di polline, presente per cause accidentali; il 5% circa di materiali organici vari, tra cui i più importanti sono i flavonoidi, minerali (alluminio, calcio, cromo, rame, ferro, manganese, piombo, silice, etc.), vitamine dei gruppo B (Bl, B2, B6, PP), vitamina C ed E. La composizione vegetale della propoli è molto variabile: ciò porta ad una profonda diversità delle sue caratteristiche di colore, aroma e sapore. A seconda delle fonti di raccolta, il colore varia dal giallo-verde (prevalenza di

pini) a rossastro (prevalenza di pioppi) fino a nero (prevalenza di betulle) con tutte le sfumature possibili tra i diversi colori. Anche l'odore intensamente aromatico muta a seconda delle sostanze resinose presenti. Lo stesso vale per il suo sapore, che dal tipico acre-amarognolo arriva fino quasi a dolce. La consistenza della propoli dipende invece dalla temperatura ambiente: è dura e friabile a freddo, ma appena si scalda, la sua malleabilità aumenta man mano che la temperatura si avvicina ai 30 gradi. A temperature superiori diventa appiccicosa e viscosa, mentre a 65-70 gradi fonde.

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Per cosa è utile la ZEOLITE Toxaprevent? - Allergie e intolleranze in quanto aiuta a mantenere bassi i livelli di istamina e a ridurre i sintomi di allergia e intolleranze; - Infezione da helicobacter pylori; - Diete iperproteiche e diete dimagranti;

- Depurazione da metalli pesanti: permette di smaltire i metalli assunti con la dieta o mediante l'ambiente in cui viviamo; - Prevenzione: aiuta a prevenire problemi dovuti all'intossicazione svolgendo un'azione anti-età, alleggerisce il lavoro degli organi interni e mantiene giovane e elastica la pelle.

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Proprietà Tra i numerosi componenti della propoli, il gruppo dei polifenoli o flavonoidi è il più interessante per le sue proprietà antimicrobiche. I flavonoidi sono pigmenti vegetali che si trovano in abbondanza sulle gemme delle piante, dove esplicano un'efficace azione protettiva contro le avversità parassitarie e i rigori dell’inverno, azione accentuata dal rivestimento resinoso-ceroso delle stesse gemme. Circa un terzo della frazione di propoli solubile in alcol etilico è costituito da composti di natura flavonoide, tra i quali la galangina e la pinocembrina, PROPOLI dotate di azione batteESSICCATA riostatica, e la sakuranetina che presenta attività antifungina. Altre sostanze aromatiche presentano spiccate proprietà antimicrobiche, come l’acido benzoico, e l’acido ferulico, che contribuiscono all’azione batteriostatica e battericida della propoli. Inoltre, alcuni esteri dell’acido caffeico e lo xanterolo hanno proprietà antifungine.

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La propoli in soluzione alcolica, alla concentrazione dal 10 al 20%, ha la capacità di inibire lo sviluppo di vari ceppi batterici “Gram positivi”, come l’Escherichia coli, il Proteus vulgaris, il Mycocterium tubercolosis, il Bacillus alvei e numerose salmonelle.

I preparati a base di propoli risultano particolarmente attivi anche contro infezioni da Candida, saccaromiceti, tricofili e microspori in grado di provocare affezioni parassitarie (micosi) sull’uomo e gli animali. Inoltre la sostanza svolge un’azione di inibizione nei confronti di alcuni tipi di herpers, il corona virus ed una decina di tipi di infezioni virali. PERCHE’ LE API PRODUCONO LA PROPOLI?

E’ impiegata sottoforma di unguento anche come cicatrizzante, grazie alla capacità di stimolo della rigenerazione dei tessuti in caso di ferite e piaghe. Oltre a queste proprietà, sembra che la propoli assunta per via interna migliori la secrezione dei succhi gastrici, sia diuretica, favorisca l'assimilazione della vitamina C, funga da antisenile per l'effetto antiossidante e attivante dei complessi enzimatici. Tuttavia, per ora il maggior impiego è quello esterno come disinfettante e lenitivo, attraverso soluzioni, unguenti e pomate. L’uso interno resta a livello sperimentale, anche a causa della difficoltà di preparare prodotti titolati. FINE

ASSOCIAZIONE

Nelle giornate calde d’estate le api prelevano dalla corteccia degli alberi, una patina resinosa e la trasportano in piccoli carichi all’alveare. Questa sostanza viene elaborata dalle api stesse tramite le loro secrezioni ghiandolari, che ne modificano in parte la struttura chimica. Della sua vasta gamma di proprietà, le api utilizzano soprattutto per l’azione antisettica, per neutralizzare funghi, batteri e virus, “rivestendo” con essa le pareti interne dell’alveare e il fondo delle celle destinate a ospitare le covate o il miele. Le api utilizzano la propoli anche come materiale da costruzione, per otturare le fessure dell’alveare, per fissare gli elementi mobili dell’arnia, per ridurre gli spazi che non corrispondono al loro innato senso della geometria e, laddove l’apertura di ingresso dell’alveare sia troppo larga, per ostruirla con blocchi di questa materia, lasciando soltanto lo spazio necessario.

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ALIMENTAZIONE

DECALOGO DI BUONA SALUTE IN PREVENZIONE AL CANCRO

Sono state quindi stilate dieci raccomandazioni sullo stile di vita da adottare per prevenire i tumori, a cui hanno contribuito 150 tra ricercatori, epidemiologi e biologi di circa cinquanta centri di ricerca fra i più autorevoli al mondo.

Dott.ssa

Monica Negosanti

Dietista - AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione

Perseguire un sano stile di vita ci aiuta a raggiungere un benessere psico-fisico, che previene e scongiura l’insorgenza delle maggiori patologie di tipo cronico-degenerativo, come per esempio diabete, ipertensione e cancro. Sempre più studi evidenziano un chiaro effetto protettivo della dieta mediterranea tradizionale, basata soprattutto su un largo consumo di cereali integrali, frutta, verdura e legumi.

1 Mantenersi snelli per tutta la vita

Per conoscere se il proprio peso è in un intervallo accettabile, occorre calcolare l’Indice di Massa Corporea (IMC) che si ricava dal peso espresso in Kg diviso l’altezza espressa in metri elevata al quadrato.

ESEMPIO DI CALCOLO IMC Peso: (kg 70) » Altezza: (mt. 1,74)

70 / (1,74 x 1,74) = 23,1. Il range della normalità, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe rimanere verso il basso dell’intervallo compreso fra 18,5 e 24,9. Di tutti i fattori che si sono dimostrati associati ad un maggior rischio di cancro, quello più solidamente dimostrato è il sovrappeso: le persone con eccesso ponderale si ammalano infatti maggiormente di tumori alla mammella, endometrio, rene, esofago, intestino, pancreas… »SEGUE

Dott. Mauro Passarini MEDICO CHIRURGO SPECIALIZZATO CHIRURGIA OSTETRICA

Qualche dato Una valutazione complessiva dei dati epidemiologici e sperimentali svolta da da parte di AICR e WCRF (Istituto Americano per la Ricerca sul Cancro e Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro) ha portato alla conclusione che oltre il 30% dei tumori maligni che affliggono l’umanità sarebbe prevenibile mettendo in pratica i comportamenti alimentari di cui è stata dimostrata la potenzialità preventiva.

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cistifellea, rispetto ai soggetti normopeso.

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Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni

L’uso dell’auto per gli spostamenti e il tempo passato a guardare la Tv sono tra i principali fattori che favoriscono la sedentarietà nelle popolazioni urbane. Non bisogna fare grossi sacrifici per mantenersi attivi, anche piccoli accorgimenti quotidiani sono sufficienti a darci beneficio, per esempio salire le scale anziché prendere l’ascensore, parcheggiare l’auto in un punto più distante dalla meta che vogliamo raggiungere, scendere una fermata prima dall’autobus. In pratica è sufficiente un impegno fisico pari a una camminata veloce per almeno mezz’ora al giorno. La sedentarietà, oltre ad essere una causa importante di obesità, favorisce anche l’insorgenza di cancro: le persone sedentarie sono infatti più a rischio per il tumore di intestino, mammella, endometrio, pancreas e polmone. 6

calorie 3 Limitare e zuccheri in eccesso Sono generalmente ad alta densità calorica i cibi industrialmente raffinati, precotti e preconfezionati, che contengono elevate quantità di grassi e zuccheri, come i cibi serviti nei fast-food. Importante notare la differenza tra “limitare” ed “evitare”: se occasionalmente, ma mai quotidianamente, possono essere concessi cibi molto grassi o zuccherati, sono invece da evitare bevande gassate e zuccherate, che forniscono abbondanti calorie ma non aumentano la sazietà. Un’alimentazione sbilanciata a favore di grassi e zuccheri favorisce l’aumento di peso e quindi le condizioni di sovrappeso ed obesità.

4 Cereali, legumi,

verdure e frutta

Basare la propria alimentazione su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di consumare quotidianamente cinque porzioni tra frutta e verdura, variata e di stagione, fino a raggiungere circa i 600 grammi giornalieri.

Frutta e verdura, insieme a cereali integrali e legumi, forniscono la dose necessaria di sali minerali e vitamine di cui abbiamo bisogno e, in più, apportano una buona dose di fibra alimentare, indispensabile alla tutela della salute del nostro intestino, al raggiungimento della sazietà e al rallentamento dell’assorbimento di zuccheri e grassi assunti con il pasto. Via libera quindi ai cereali come orzo, farro, avena, miglio, segale, ai legumi di tutti i tipi, secchi, freschi o surgelati, ma mai o raramente in barattolo, e alla frutta e verdura di stagione e possibilmente di produzione locale. Va precisato che le patate, come molti erroneamente pensano, non rientrano nella categorie delle verdure, ma vanno considerate come sostituto occasionale di pane e pasta.

5 Limitare il consumo di carne rossa…

…ed evitare il consumo di carni conservate. Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Non sono consigliate, ma per chi è abituato a consumarle, si raccomanda comunque di non superare i 500 grammi a settimana. Vanno evitate invece le carni conservate, comprendenti carni in scatola, salumi, prosciutti, wurstel, ecc., per le quali non si può dire che vi sia un limite al di sotto del quale probabilmente non vi sia rischio. Studi clinici associano un maggior rischio di cancro all’intestino e allo stomaco con un consumo costante di carni conservate.

6 Limitare il consumo

di bevande alcoliche

Le bevande alcoliche non sono consigliate, ma per chi è abituato a consumarne, si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari ad un bicchiere di vino al giorno (120 ml) per le donne e due bicchieri per gli uomini. L’alcol è da consumarsi solo durante i pasti e la quantità contenuta in un bic-


chiere di vino è circa pari a quella contenuta in una lattina di birra e in un bicchierino di un distillato o un liquore. Il consumo oltre i limiti di bevande alcoliche è fortemente associato all’insorgenza dei tumori del cavo orale, della faringe, della laringe, dell’intestino, del fegato e della mammella.

7 Limitare il consumo di sale…

…e di cibi conservati sotto sale. In Italia il consumo di sale è circa tre volte superiore a quello raccomandato dalle società scientifiche (dovrebbe aggirarsi a non più di 5 grammi al giorno) e rappresenta uno dei principali fattori implicati nell’ipertensione arteriosa, nelle malattie cardiache e nella circolazione sanguigna. Nella nostra alimentazione le fonti di sodio sono molte: ne troviamo negli alimenti allo stato naturale (in acqua, frutta, verdura, carne, ecc.), nel sale aggiunto ai piatti cucinati di tutti i giorni, ma anche nei prodotti trasformati (ad esempio pane, prodotti da forno, olive, formaggi, cereali per la colazione o ketchup), in cui il sale è molto di più di quanto possiamo immaginare. In realtà, il sale naturalmente contenuto negli alimenti è già sufficiente per le nostre necessità.

Aggiungendo altro sale, arriviamo ad assumere molto più sodio del necessario. Per rendere i cibi saporiti possiamo utilizzare di più le spezie, le erbe aromatiche, l'aceto e il succo di limone, limitando invece l'uso di dadi da brodo, senape, salsa di soia e ketchup, che sono ricchi di sale.

I supplementi vitaminici non sono necessari se seguiamo una dieta varia ed equilibrata, poiché con un’alimentazione corretta introduciamo già tutto ciò di cui il nostro organismo ha bisogno.

8 Evitare cibi contaminati

…sei mesi. Allattare riduce il rischio di tumore della mammella e dell’ovaio nella donna che allatta e riduce il rischio di obesità in età adulta per il bambino allattato. Su latte e latticini, invece, ci sono tanti studi contrastanti e non conclusivi. Il consumo di latte sembrerebbe ridurre i tumori dell’intestino, che sembrerebbero però aumentati dal consumo di formaggi.

da muffe…

…in particolare cereali e legumi. È fondamentale assicurarsi di consumare cibi in perfetto stato di conservazione, quindi al momento dell’acquisto evitare di disporre i cibi in ambienti caldi e umidi e verificare, al momento del consumo, che non siano presenti alterazioni o muffe, in quanto c’è una correlazione tra ingestione di muffe e cancro al fegato.

9 Assicurarsi un apporto

i bambini 10 Allattare al seno per minimo…

sufficiente di tutti…

…i nutrienti essenziali attraverso il cibo. Per mangiare in modo corretto ed equilibrato basta seguire le indicazioni riassunte sulla piramide alimentare della dieta mediterranea, alla cui base troviamo tutti gli alimenti da introdurre quotidianamente, e al vertice gli alimenti da assumere sporadicamente e con moderazione. Non sono consigliati i supplementi vitaminici, correlati fortemente con l’insorgenza di vari tipi di tumore.

Conclusioni Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, queste dieci raccomandazioni valgono anche per chi si è già ammalato. Ovviamente resta la raccomandazione principale, che ormai tutti conosciamo, di non fumare. Concludo con una frase che mi piace molto e che spero aiuti a riflettere ulteriormente: “Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi FINE vivere”.

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SALUTE

INOUINAMENTO

ATMOSFERICO Aldilà dei provvedimenti pubblici, ogni cittadino può difendersi dai rischi sanitari dello smog. Ecco DIECI SEMPLICI REGOLE da poter seguire.

di Fabio Lironzi A causa dell’alto concentramento di smog, superiore per lunghi periodi ai minimi consentiti per legge, negli ultimi giorni del 2015 le principali città italiane hanno adottato i consueti provvedimenti per abbattere le polvere sottili: circolazione a targhe alterne, chiusura limitata ad alcuni orari dei centri storici, tentativo di agevolare gli spostamenti sui mezzi pubblici riducendo il costo dei biglietti di autobus e metropolitane.

1 - Niente jogging e utilizzo moderato della bicicletta Le lunghe esposizioni all’aria aperta nelle zone inquinate sono pericolose per la salute. Le attività sportive moltiplicano questo pericolo, perché aumentano parecchio il ritmo respiratorio. Ci riferiamo al jogging, ma anche EVITARE alle pedalate. Evitate di andare a correre in aree dove lo smog è alto. E moderate anche gli spoMODERARE stamenti in bicicletta.

2 - Le mascherine? Inutili. Sul tema degli inquinamenti atmosferici, il Presidente della Società Italiana di Igiene, Carlo Signorelli, sottolinea: «Servirebbero politiche pubbliche unitarie al posto delle restrizioni “a macchia di leopardo”. Comunque, ogni cittadino può intraprendere azioni per difendersi dai rischi sanitari degli inquinamenti, soprattutto quelli a breve termine che possono causare effetti sull’apparato respiratorio, come irritazioni e infezioni, e sul sistema cardiovascolare». Questo il decalogo suggerito dalla Società Italiana di Igiene, con le misure che ciascuno può adottare. 8

Non serve utilizzare le comuni mascherine sulla bocca: non trattengono né il gas, né le polveri sottili, quindi danno una falsa protezione. Un mito da sfatare.

3 - Tenere i bambini a casa. In città, a 50 centimetri dal suolo, si trova la più alta concentrazione di inquinanti. Evitate quindi le passeggiate con i bimbi nel passeggino, nelle aree dove lo smog è consistente. Meglio i parchi, possibilmente lontano dalle strade molto trafficate. E per chi può permetterselo, ancora meglio qualche giorno al mare o in montagna.

Ma quali sono realmente le mascherine efficaci come barriera contro le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) che nostro malgrado respiriamo ogni giorno? Certamente non quelle bianche “da chirurgo”. I modelli utili a salvaguardare i polmoni sono invece quelli più sofisticati. Ne esistono di vari tipi, con o senza carboni attivi (che servono a trattenere le particelle, anche quelle con dimensioni inferiori ai 10 micron), con o senza valvola (che serve a espirare ed è di aiuto a chi porta gli occhiali perché, spingendo l’aria verso il basso, evita l’appannamento delle lenti). Ciò che conta è che i modelli siano marchiati EN 149. È questa la norma europea che li suddivide in base all’efficienza filtrante minima che devono garantire, in 3 categorie: FFP1 (efficienza filtrante minima garantita del 78%); FFP2 (del 92%); FFP3 (del 98%). Per capire verso quale modello orientarsi, basti dire che le maschere antismog con sigla FFP1 sono più che sufficienti per chi svolge attività quotidiane che lo espongono per poche ore all’aria inquinata e al traffico veicolare (per esempio, chi esce a fare la spesa o va a scuola e in ufficio a piedi o in bici); per chi invece lavora all’aperto per un tempo prolungato (è il caso ad esempio dei vigili urbani) è più indicata la FFP2; solo chi svolge certe lavorazioni industriali, invece, dovrà ricorrere alle FFP3, piuttosto ingombranti e pesanti.

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4 - Anziani e donne in gravidanza più a rischio Oltre ai bambini, le precauzioni devono essere applicate anche agli anziani, alle donne in gravidanza, a coloro che manifestano affezioni respiratorie e cardiache e in generale ai malati cronici.

5 - Fumare peggiora drasticamente la situazione Vari studi legano i danni dell’inquinamento atmosferico alla sinergia con il fumo di sigaretta.

6 - Finestre chiuse ai piani bassi L’inquinamento esterno penetra nelle abitazioni soprattutto ai piani bassi nelle aree

urbanizzate. E’ quindi opportuno tenere le finestre chiuse sulle strade molto frequentate dalle auto, ventilando gli ambienti di notte e nelle ore a minor traffico.

7 - Prese d’aria nelle case Nelle abitazioni, è bene non collocare bocchette di condizionatori ed impianti di ventilazione in corrispondenza delle strade a circolazione intensa.

9 - Moderare il riscaldamento domestico I termostati consentono di regolare la temperatura delle abitazioni a 19-20 gradi, che sono sufficienti per garantire il benessere termico del nostro organismo. Quando si lascia la casa, mettere al minimo gli impianti: ciò porta a vantaggi economici oltre che ambientali.

10 - Migliorare lo stile di vita 8 - In auto il ricircolo dell’aria Nelle vetture, azionare gli appositi impianti di ricircolo interno dell’aria durante la circolazione in aree urbane inquinate, specie quando si è in coda o in gallerie. In questi casi è necessario evitare di fumare.

Revisioni periodiche di caldaie e veicoli, uso dei mezzi pubblici, raccolta differenziata, alimentazione sana e attività motoria: questi comportamenti aiutano a contenere il problema ambientale e a migliorare la propria salute. Al resto FINE dovrebbero pensare le istituzioni.

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IL CENTRO MEDICO OLYMPUS PER LO SPORT Piscina riabilitativa - Centro Fisioterapico di mq. 1.000 - Posturologia Durante il primo seminario 2016 svoltosi martedì 12 gennaio a Ponte Nuovo (Ravenna) in via Romea Sud, 95, si è tenuta “Metti il naso nello sport” una serata informativa dedicata a tre fondamentali argomenti: ALIMENTAZIONE - RESPIRAZIONE - POSTUROLOGIA Relatori dell’incontro: Dott.ssa Lara Minardi - Dott. Giorgio Mezzoli - Dott. Lorenzo Baldini Centro fisioterapico

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Il dott. Filippo Bertini e Federico Marchetti


ALIMENTAZIONE

NUTRIRE IL PIANETA“

DA EXPO 201 5 AL FUTURO L’esposizione universale dell’anno scorso ha lanciato la “Carta di Milano”, enunciando diritti ed impegnando i singoli governi sul tema dell’alimentazione. Le problematiche nel mondo, in vari stati.

Expo Milano 2015 è andato in archivio con numeri positivi (oltre 21 milioni di visitatori, un milione in più dell’obiettivo fissato), anche se c’è chi sostiene che sia stato un “mezzo flop”, perché milioni di biglietti sono stati venduti a prezzi scontati. Ma al di là dei numeri, cosa ci lascia l’esposizione internazionale che l’Italia ha ospitato l’anno scorso? L’attuale ministro dell’agricoltura, Maurizio Martina, ha dichiarato con sono stati organizzati più di 7000 eventi sul tema “Nutrire il Pianeta”, approfondendo vari argomenti, dallo spreco alimentare all’obesità, dalla malnutrizione alla lotta contro il cambio climatico.

cui sono enunciati i diritti sul tema dell’alimentazione e dell’agricoltura, insieme ad un appello ai governi, alle istituzioni ed alle organizzazioni internazionali di impegnarsi con misure concrete.

In Europa Fra i Paesi che hanno firmato la Carta di Milano, il LUSSEMBURGO (menzionato sul numero scorso di “Salute 10+” come il principale consumatore al mondo di carne rossa: oltre 130 kg procapite all’anno), durante l’Expo ha annunciato che negli ultimi anni sta argi-

nando il problema dell’obesità della propria popolazione, circa mezzo milione di abitanti: «Nel 2006 abbiamo iniziato una strategia di comunicazione incentrata sulla validità della dieta mediterranea, che inizia ad essere seguita dai nostri abitanti – ha detto il portavoce del governo lussemburghese – In tal senso abbiamo responsabilizzato le scuole, gli asili, le fabbriche e le comunità in genere, adottando messaggi semplici sugli effetti dell’alimentazione sulla salu»SEGUE te».

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Sarà un impegno concreto? L’Expo 2015 ha lasciato anche un’eredità immateriale: la “Carta di Milano”, firmata da più di un milione di persone, un documento indirizzato a cittadini, imprese, associazioni ed istituzioni, in

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Qualcosa del genere viene fatto anche in BULGARIA, uno dei paesi in cui si consumano carni e cibi raffinati in misura superiore rispetto al reddito procapite. Per evitare che gli stili di vita scorretti influenzino lo stato di salute della popolazione, sono stati tassati gli alimenti e le bevande che contengono sostanze nocive, per spingere le aziende produttrici a modificarne la composizione. «Con ciò - ha detto il vice ministro della salute – non vogliamo impedire la libera circolazione degli alimenti, ma la gente deve sapere cosa mangia. Contestualmente è stato avviato un progetto per incoraggiare l’attività fisica, condizione indispensabile per arginare l’aumento delle malattie croniche». Anche in altri Paesi dell’est europeo, come la POLONIA, si sta promuovendo l’attività fisica per contrastare il sovrappeso, diffondendo nel contempo tra i giovani studenti i benefici di una dieta bilanciata e povera di grassi animali. L’obesità è un problema pure in SPAGNA, dove il Governo ha chiesto alle proprie aziende alimentari di riformulare la composizione dei cibi, riducendo sale, zucchero e grassi transgenici. «Su questo tema poniamo attenzione alle politiche europee, ma intanto un

CERIMONIA DI CHIUSURA A EXPO 2015

osservatorio nazionale sull'obesità ci permetterà di raccogliere dati e avviare la strategia migliore», ha detto un rappresentante del governo spagnolo.

In Africa In Africa, IL SUDAN, il più grande paese del continente nero per estensione, presenta gravi problemi di salute dovuti alla malnutrizione. «Dal 2013 la nutrizione è diventata una priorità del programma governativo, che ha stanziato un budget per avviare strategie adeguate, tenendo conto anche dei conflitti civili presenti nel nostro Paese – ha specificato il delegato del Ministero dello Salute – In particolare sono in atto progetti di fortificazione e supplementazione del cibo, con integratori per le donne incinte e per i bambini». Nello ZIMBABWE, dove la malnutrizione è diffusa, fino a qualche tempo

fa l’alimentazione era priva in particolare di iodio, con diffusione fra i bambini della patologia del gozzo. «Col sale iodato abbiamo raggiunto un buon risultato e la malattia è scomparsa – ha detto il vice ministro della salute – Purtroppo nell’alimentazione di base della nostra popolazione mancano ancora altri micronutrienti, come zinco, ferro e vitamine: perciò abbiamo investito per fortificare olio, zucchero e farina di miglio». Nonostante il clima favorevole e la possibilità di fare due raccolti all’anno dalla terra, in UGANDA la malnutrizione colpisce e riduce la capacità produttiva dei suoi abitanti. Una legge garantisce ai bambini il diritto alla nutrizione, con programmi di supplementazione e fortificazione degli alimenti.

In Asia Nello SRI LANKA negli ultimi decenni grazie alla ricerca medica l’età media della popolazione è sensibilmente aumentata, arrivando a 74 anni, ma oggi la spinta verso uno stile di vita occidentale espone i cittadini ad una serie di patologie un tempo insolite, come ictus, diabete, neoplasie e malat-

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tie cardiovascolari, dovute a sigarette, alcol e sedentarietà. «Attualmente puntiamo ad arginare il tabagismo e ad intervenire sul consumo di sale, per raggiungere l’obiettivo di un invecchiamento sano», ha detto il delegato dell’isola nota anche come Ceylon, situata sotto l’India. In AFGHANISTAN un quarto delle donne che allattano sono malnutrite e i bambini hanno basso peso alla nascita e soffrono di problemi ortopedici. A ciò va associato il problema dell’analfabetismo. Dal 2010 i servizi di malnutrizione sono parte integrante del servizio sanitario nazionale.

Sud America In ARGENTINA la riduzione del sale e dei grassi transgenici negli alimenti confezionati ha ottenuto risultati in termini di calo dei decessi legati alle malattie cardiovascolari. «Abbiamo registrato vantaggi per l’intera popolazione, ma occorre tenere presente che oggi un argentino su quattro è senza lavoro e quindi dobbiamo combattere anche con gravi problemi economici», ha detto un rappresentante del governo. FINE

EXPO IN FUTURO

In Kazakistan nel 2017 si parlerà di energia A Dubai nel 2020 il tema sarà l’innovazione Si sono appena spenti gli echi di Expo Milano 2015, che già il mondo sta rivolgendo lo sguardo alla prossima esposizione universale, programmata in Kazakistan, nella capitale ASTANA, dal 10 giugno al 10 settembre 2017. Il tema scelto dagli organizzatori di Expo 2017 è "Energia futura": si toccheranno argomenti relativi alla produzione responsabile ed efficiente di energia e al rapporto con l’ambiente, con particolare riferimento alle energie rinnovabili. Un tema molto sentito ed incoraggiato anche durante la recente conferenza internazionale sul clima “Cop 21” di Parigi, svoltasi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015, dove le energie rinnovabili sono state descritte come l’unica vera strada percorribile per abbassare i livelli di inquinamento atmosferico e salvare la salute della Terra. Per la propria esposizione internazionale, la prima in un Paese centro-asiatico, il governo del Kazakistan ha presentato un progetto per un sito da 25 ettari e un programma che prevede la partecipazione di oltre cento Paesi, per una platea di 7 milioni di visitatori, un terzo rispetto a Milano. L'Expo successiva è prevista invece negli Emirati Arabi Uniti, nella città di DUBAI, dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021, con un flusso stimato di 25 milioni di visitatori. Il tema previsto è “Collegare le menti, creare il futuro”. Il centro del sito sarà la piazza Al Wasl, denominata con l'antico nome di Dubai, il cui significato è "la connessione". L'Esposizione cadrà nel 50º anniversario dalla fondazione degli Emirati Arabi Uniti, il Golden Jubilee dello Stato. Nella speranza che per quella data siano scomparse le ombre di un pesante conflitto internazionale che attualmente aleggiano sul Medio Oriente.

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LONGEVITA’

JJOFFRE OFFRE“

STROCCHI 101 ANNI compiuti il 19 settembre scorso, è nato a Gambellara

nel 1914, ha lavorato dapprima come sarto, poi come barista e gelatiere. “Nella mia vita ho sempre seguito la filosofia del poeta Tonino Guerra: vivere alla giornata, con fiducia verso il futuro”.

di Tiziano Zaccaria E-Mail: zaccariatiziano@alice.it Spesso nella nostra rivista abbiamo raccontato di centenari in buona salute fisica e mentale. In effetti sempre più persone stanno raggiungendo il traguardo del secolo di vita in condizioni invidiabili, relativamente all’età. Ma una parola di più la spendiamo per Elviro “Joffre” Strocchi, centuno anni compiuti lo scorso 19 settembre. Per lui il tempo sembra essere trascorso davvero molto lentamente, tanto che alla sua età, oltre ad avere una mente lucida che gli consente di ricordare molti dettagli della sua lunga esistenza, riesce ancora a leggere il giornale senza occhiali e si diletta quotidianamente nella soluzione di parole incrociate, come un qualsiasi pensionato settantenne.

cosa per volta, portandola a termine prima di iniziarne un’altra».

Terzo di sette fratelli… …Elviro è nato a Gambellara di Ravenna. «Mio padre era un calzolaio, mia madre un’operaia». Fu suo padre a mettergli quel soprannome, “Joffre”, col quale ancora oggi tutti lo conoscono. «Joseph Joffre è stato un generale francese della Prima Guerra Mondiale, conflitto che mio padre ha combattuto. Non conosco però i motivi per cui decise di mettermi quel soprannome. Forse quel generale francese lo aveva conosciuto veramente in battaglia. Forse ne aveva udito ed apprezzato le gesta».

Da adulto «Io comunque il militare non l’ho fatto: mi scartarano alla visita medica, per debole costituzione fisica…», ricorda con un pizzico di ironia. Alla faccia della debole costituzione fisica, si potrebbe esclamare oggi, davanti a questo arzillo centenario. «A quei tempi nella mia famiglia c’era un gran bisogno di lavorare. Lo stipendio di mio padre era veramente modesto e mia madre lavorava “a giornate”. Io, dopo aver terminato la terza elementare, decisi di frequentare una scuola per sarto a Ghibullo. E per quasi trent’anni ho fatto il sarto per uomo, lavorando in casa mai». Nel 1962 per “Joffre” iniziò una seconda vita professionale.

Non è un caso C’è insomma qualcosa di sorprendente in Elviro, che oggi vive nella casa di riposo per anziani “Asilo dei Nonni” di Coccolia assieme alla moglie 93enne. «Il mio segreto? – sorride - La filosofia della mia vita è l’ottimismo, così come ci ha insegnato il poeta Tonino Guerra. È inutile pensare a quello che potrà accadere fra un mese o un anno. La vita va condotta giorno per giorno, con fiducia nel futuro. Ho visto persone fare grandi promesse senza mantenerle. Io faccio una piccola 14

IL SIGNOR ELVIRO CON LA MOGLIE MARIA


Era il periodo del boom economico, i negozi d’abbigliamento si stavano moltiplicando ed i capi confezionati presero il sopravvento sulla sartoria artigianale per via della loro maggiore economicità. Così Elviro decise di accettare una nuova proposta lavorativa: gestire il bar del Circolo Repubblicano di Gambellara. «Le mie due figlie, Graziella e Lea, nate negli anni Quaranta, erano già abbastanza grandi. Così io e mia moglie decidemmo di prendere questo bar, dove restammo fino al 1983, anno del mio pensionamento dopo oltre cinquant’anni di lavoro».

Negli anni Sessanta e Settanta… …“Joffre” era diventato famoso in zona per il suo squisito gelato di produzione artigianale. «Ce lo invidiavano tutti. A San Pietro in Vincoli, a tre chilometri da noi, il barista del paese diceva ai suoi clienti: “Oh, se volete un gelato buono, andate a prenderlo a Gambellara!”. Avevo i miei segreti, che non ho mai svelato a nessuno.

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I gusti? Erano quelli di allora: pistacchio, nocciola, cioccolato, panna, crema e limone. Casomai, ci si poteva permettere qualcosa di esotico con la banana e la fragola. Ma non esistevano ancora tutte quelle stranezze di oggi».

Amore a scadenza indefinita Da oltre settantacinque anni “Joffre” condivide la vita con sua moglie Maria, sposata nel 1940. Nella primavera scorsa hanno festeggiato il 75° anniversario del matrimonio. «E’ anche lei di Gambellara. Da giovanissimi, assieme ad altri amici, andavamo a vedere l’opera a Ravenna in bicicletta. A teatro era seduta di fianco a me, così ci fidanzammo. Abbiamo avuto due figlie, tre nipoti e cinque pronipoti. Mia moglie non ha più l’uso delle gambe e così quattro anni fa abbiamo deciso di trasferirci in questa casa di riposo per anziani di Coccolia, dove stiamo come a casa nostra. Nella stanza dove dormiamo, abbiamo portato i mobili della nostra camera da letto».

Oggi E così, fra una “settimana enigmistica” e qualche gioco di società con gli altri ospiti, Elviro passa le sue giornate. «La salute per ora non mi manca. Sono sempre riuscito a superare le disavventure del passato. Una volta ebbi un incidente stradale: passeggiavo a piedi sul ciglio di una strada, quando un’auto sbandando in curva mi colpì, buttandomi in un fosso. Mi risvegliai in ospedale con qualche costola rotta. Una seconda volta, nel 1988, ho avuta un’angina pectoris, risolta comunque senza conseguenze. Un’altra volta ho avuto un blocco intestinale, ma l’ho superato altrettanto bene. Per il resto sono stato sempre abbastanza bene. Non ho mai fumato, anche sono stato per oltre venti anni in un bar. Ho sempre sentito dire che respirare il fumo passivo è peggio dell’essere fumatore... Eppure, sono ancora qui a FINE dirlo».

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MEDICINALI

EPATITE C LA NUOVA ERA FARMACOLOGICA

Le TERAPIE, i COSTI, i CRITERI di ACCESSO alle CURE, i CONSIGLI.

Marco Bartoli Responsabile Osservatorio per l’accesso ai farmaci per HCV Associazione EpaC Onlus www.epac.it - E-mail: info@epac.it

A partire dal dicembre 2014 in Italia è partita la nuova era farmacologica per la cura dell’HCV. Parliamo di cura, perché grazie a queste nuove terapie è possibile eliminare definitivamente l’infezione da virus HCV.

Ad oggi in Italia… …sono disponibili diversi farmaci e combinazioni e nel dettaglio: - SOFOSBUVIR - SIMEPREVIR - SOF/LEDIPASVIR - DACLATASVIR - OMBITASVIR/PARITAPREVIR RITONAVIR più DASABUVIR, potenzialmente in grado di trattare e curare tutti i soggetti con infezione da HCV, anche in stadio avanzato di malattia, e con percentuali di successo superiori al 90-95%. Ciò nonostante, attualmente nel nostro Paese esistono delle restrizioni che 16

disciplinano la possibilità di accesso alle cure. Sono stati infatti individuati da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) sei criteri (più un settimo riservato però ad un solo farmaco, l’Olysio), ispirati dal concetto di urgenza clinica, che permettono l’accesso alle cure ai soli soggetti in stadio più avanzato di malattia epatica, escludendo di fatto quindi coloro i quali sono in una fase precoce della stessa.

I costi del nuovo farmaco Sin dal loro arrivo sul mercato certa-

mente l’aspetto economico e di sostenibilità ha avuto un ruolo di primo piano: si tratta di farmaci infatti estremamente costosi, per i quali il costo medio per terapia era inizialmente pari a circa 40 mila euro in media. Cifre senza dubbio “problematiche” che tuttavia, a dispetto di quanto si possa pensare, rappresentano il frutto di un ottimo lavoro svolto dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), che è riuscita a strappare i prezzi più bassi in Europa e degli accordi che prevedono una drastica riduzione degli stessi all’aumentare del numero

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di pazienti trattati, cosa che sta avvenendo. Possiamo prevedere, quindi, che nel 2016 il costo medio dei nuovi farmaci al netto degli sconti, possa attestarsi in una fascia di 15/20.000 Euro a terapia, forse anche meno.

Non rivolgetevi all’estero L’esistenza di restrizioni di accesso e l’alto prezzo degli stessi farmaci ha spinto diversi pazienti a rivolgere il pensiero verso quei mercati, in paesi cosiddetti in via di sviluppo, nei quali gli accordi di prezzo sono nettamente più bassi, o ancora dove esistono le forme non brandizzate di alcuni farmaci.

A tal proposito, per mettere chiarezza sui pericoli legati a ciò, ma soprattutto per informare tutti i pazienti, l’Associazione Epac ha chiesto parere ad AIFA relativamente a questo argomento: non è possibile importare farmaci non approvati in Italia, nè tantomeno farmaci approvati in Italia ma acquistati in altra nazione. L’unica cosa concessa è portare con sè farmaci per un quantitativo non superiore al mese di terapia e con documentata prova di necessità per uso personale.

La ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha sconsigliato di acquistare il farmaco on line. L’invito del Ministro è assolutamente corretto. L’acquisto on-line non solo risulta illegale, ma soprattutto espone a grossi pericoli, per la tasca e per la salute: si può andare in contro a truffe e/o acquistare presunti farmaci di cui la composizione è ignota e può essere molto pericolosa.

disomogenei e poco rappresentativi. Indagini recenti condotte dall’Associazione Epac e basate sui codici di esenzione per patologia epatica HCV correlata, hanno ridimensionato tali numeri, stimando in circa 160180.000 mila i pazienti con infezione nota da HCV diagnosticati ed eleggibili a un trattamento antivirale. Esiste tuttavia una popolazione “sommersa” di persone con infezione, cioè di soggetti inconsapevoli di essere infetti: le dimensioni di tale serbatoio, sono al momento ingnote.

Quando l'Epatite C sarà definitivamente sconfitta? D’altro canto, c’è da sottolineare come le restrizioni siano in fase di revisione per un allargamento che possa consentire l’accesso ad una fetta più ampia di pazienti, con la prospettiva di un accesso globale nell’arco di 1-2 anni. Una tempistica questa assolutamente ragionevole se si considera che l’evoluzione della patologia è spesso lenta.

I dati dei pazienti italiani affetti da Epatite C I dati diffusi dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) indicano una prevalenza tra il 2 e 3% in Italia, ovvero circa 1,2-1,8 milioni di pazienti affetti da HCV; tuttavia tali dati appaiono oggi assolutamente obsoleti (basati su ricerche di un ventennio fa) nonché

Eliminare l’infezione da HCV è oggi possibile, ma parlare di eradicazione, ovvero assenza dell’infezione dalla popolazione, è ben altra cosa. Oggi possiamo curare tutti i pazienti, migliorare in maniera straordinaria la loro qualità ed aspettativa di vita, con enormi benefici per l’intera società, ma l’eradicazione è ancora lontana: l’obiettivo è trattare tutti i pazienti e ridurre quasi a zero il numero di nuove infezioni, fare dell’HCV un’infezione completamente controllata per arrivare un giorno, finalmente, a poterla considerare solo un ricordo. FINE Questa rivista ha dedicato un articolo ai farmaci contro l’Epatite C e precisamente alla Molecola Sofosbuvir » Vedi SALUTE 10+ n.1.2015 su http://www.salute10piu.it/sfoglia_online.asp

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SALUTE

IL POLSO E LA FREOUENZA CARDIACA

ECCO COME CONTARE LE CONTRAZIONI DEL PROPRIO CUORE.

polso e quindi un altro modo per contare il numero delle contrazioni del cuore è quello di contare (sempre in un minuto) la frequenza del polso. 1 Dott.

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Vladimir Guluta

Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com

La frequenza cardiaca rappresenta il numero di contrazioni (o battiti) del cuore nell’unità di tempo. Normalmente utilizziamo il numero di contrazioni che si verificano in un minuto; avere una frequenza cardiaca di 60 bpm (battiti per minuto) significa che in un minuto il cuore si contrae 60 volte, pompando il sangue fuori dal suo interno.

L’attività contrattile cardiaca… …può essere apprezzata sentendo i battiti del cuore, con il fonendoscopio del dottore oppure appoggiando semplicemente l’orecchio sulla parte sinistra del torace tra lo sterno e il capezzolo. Il sangue espulso dal cuore con ogni contrazione si propaga nelle arterie verso gli organi ed i tessuti di tutto il corpo. Le arterie hanno la parete elastica ed ogni ondata di sangue fa “gonfiare” l’arteria. Se appoggiamo le dita sopra un’arteria possiamo sentire e contare queste “onde del polso”. Normalmente il numero delle contrazioni del cuore è uguale al numero delle pulsazioni del 18

Le arterie che più frequentemente utilizziamo per contare la frequenza del polso sono arterie facilmente reperibili, come l’arteria radiale 1 (alla base del pollice a livello dell’articolazione del polso), la carotide 2 (lateralmente al pomo di Adamo a livello del collo) e l’arteria femorale (all’inguine). La frequenza cardiaca e quindi anche quella del polso è più bassa a riposo ed aumentano con l’attività fisica. A riposo, più il soggetto è giovane più il cuore è veloce; i neonati possono avere una frequenza del polso di 100-150 bpm, i bambini più grandicelli 70-130 bpm mentre gli adulti 60-100 bpm. La maggior parte degli sportivi ha una frequenza a riposo di 4060 bpm ed alcuni possono arrivare anche sotto i 40 bpm. Si racconta che una volta il famoso ciclista Miguel Indurain abbia avuto “solo” 29 bpm. Negli adulti, quando la frequenza del polso supera i 100 bpm si parla di “tachicardia”, mentre “bradicardia” significa una frequenza del polso inferiore ai 60 bpm.

Quando esaminiamo il polso non ci fermiamo solo a contare la sua frequenza, ma valutiamo anche la cadenza delle pulsazioni. Quando la distanza temporale è uguale tra una pulsazione e la successiva, si parla di “polso regolare”, mentre quando è disordinata il polso viene definito come polso irregolare. Quindi l’esame del polso ci indica se la frequenza è troppo alta, troppo bassa, o è congrua con l’attività che si sta svolgendo in quel determinato momento, e se l’attività cardiaca è regolare oppure irregolare. Tutte queste informazioni aiutano il medico a capire se il nostro cuore ha un’attività elettrica e contrattile normale ed efficiente.

Da ricordare 1 Il polso fornisce informazioni sull’attività cardiaca. 2 Esaminare il polso significa contare la sua frequenza e valutare la sua cadenza. 3 Se trovate che il cuore è troppo veloce, troppo lento o scoprite che la sua attività è irregolare segnalatelo al mediFINE co di fiducia. NOTA Le informazioni riferite alla frequenza cardiaca riguardano un cuore sano. Molte patologie del cuore stesso, oppure di altri organi, possono alterare questo parametro; in futuro daremo informazioni anche su questi casi.


PSICOLOGIA

DISTURBI ALIMENTARI IN ETA’ PEDIATRICA

Sempre più bambini ricercano i loro modelli di riferimento estetico nei personaggi visti in televisione, adottando comportamenti alimentari sbagliati e insalubri. Come regola generale…

Dott.ssa

Isabella Cantagalli

Psicologa - Psicoterapeuta Specializzata in Psicologia Clinica c/o Phisiomedica Faenza e Forlì Cell. 329.8025403 - E-mail: drcantagalli@gmail.com

Esistono varie fasi dello sviluppo infantile in cui l’alimentazione può preoccupare. Fra i 18 mesi e i 3 anni l'appetito di molti bambini diminuisce (anoressia fisiologica), in alcuni più che in altri, perchè c'è un rallentamento della crescita fisica. In età prescolare molti bambini attraversano la fase delle manie alimentari (mangiano solo pochi tipi di cibo) senza alcuna ripercussione sulle condizioni di salute e riprendendo a mangiare normalmente dopo un po’ (alcune settimane o uno, due anni). Altri bambini restringono la scelta dei cibi e ne diminuiscono anche la quantità, ma sono in salute ed hanno più energia dei loro genitori, tornando ad un’alimentazione normale dopo qualche mese. L’aumento dell’appettito è normale e sano nell’adolescente, poiché la sua crescita richiede un maggiore apporto calorico (in modo variabile) e può durare due o tre anni. In tutti questi casi si tratta di fenomeni transitori e se i genitori sanno porsi in modo adeguato, essi tendono a risolversi.

…se i bambini crescono come previsto e sembrano generalmente sani, sereni e ben adattati, le variabili della dieta e delle abitudini alimentari non devono preoccupare. Tuttavia a volte particolari e persistenti modalità alimentari possono essere espressione di un importante disagio e difficoltà emotive di cui dobbiamo prenderci cura. I disturbi alimentari si sviluppano spesso in modo insidioso e le fasi iniziali passano quasi sempre inosservate, perché sono molte e diverse tra loro le cause che concorrono alla comparsa dei

diversi sintomi ed alla loro cronicizzazione o evoluzione nel tempo. Se fino a pochi anni fa i disturbi alimentari erano tipici delle ragazze adolescenti in questi anni ci confrontiamo con la diffusione di questi disturbi negli adolescenti maschi, con l’abbassamento dell’età media di esordio (6 - 8 anni), e con la promozione di aspetti culturali di massa che fanno breccia in modo trasversale su molte… »SEGUE

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di popolazione, coinvolgendo anche i bambini. Sempre più bambini ed adolescenti sono preoccupati per il loro aspetto fisico, ricercano i loro modelli di riferimento estetico nei personaggi visti in televisione e, adottando comportamenti alimentari sbagliati e insalubri, rischiano di “cadere” nella trappola di un disturbo alimentare subdolo, poco definito e quindi sfuggente all’osservazione dei genitori e dei medici. Nella maggior parte dei problemi alimentari dei bambini non c’è la preoccupazione per il peso e la forma corporea

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che è centrale invece nell’anoressia e nella bulimia, due disturbi alimentari che raramente compaiono prima dei 13-14 anni di età.

Disturbo da alimentazione selettiva Questi bambini non abbandonano la normale fase di sviluppo delle manie del cibo e persistono nel mangiare una gamma ristretta di alimenti in genere ricchi in carboidrati. Spesso peso e altezza sono normali ma se questo genere di dieta dura da molto tempo, il peso può essere superiore o inferiore alla norma a seconda dei costi-

tuenti della dieta. Di solito queste manie alimentari vengono abbandonate in età adolescenziale, quando è più sentito il bisogno di conformarsi alle regole del gruppo dei pari.

Fobia del cibo C’è la paura di deglutire il cibo e l’evitamento di alimenti di una particolare consistenza (solidi o farinosi) e a volte di un particolare sapore. Il timore è di esserne soffocati, di stare male o vomitare. Questi bambini possono essere bassi e magri a seconda della durata del problema e dell’adeguatezza del cibo assunto, ma raramente presentano le complicanze dell’anoressia nervosa. Probabilmente questo deriva dal fatto che il corpo può aver avuto più anni di tempo per adattarsi alla bassa assunzione di calorie.

Alimentazione restrittiva E’ presente uno scarso appettito e interesse per il cibo anche se la dieta può essere ragionevolmente bilanciata. E’ una condizione comune negli anni prescolastici ma se persiste per molti anni può compromettere la normale crescita. A volte alla base c’è solo un diverso metabolismo e richieste nutrizionali diverse e questi bambini diventano degli adulti sani ma magri, e che mangiano poco. Altre volte questi bambini presentano disturbi emotivi come tristezza, ansia e ossessioni che non


solo interferiscono con l’appettito e le modalità alimentari, ma pervadono ogni aspetto della loro vita. Possono rifiutare di andare a scuola, evitare il contatto coi compagni, dormire poco e avere problemi di concentrazione. Spesso vorrebbero mangiare di più e si preoccupano per la loro magrezza.

Sindrome da rifiuto pervasivo Rifiuto di agire qualunque comportamento di cura di sé come mangiare e bere, con conseguenze spesso letali. L’oppositività si accentua di fronte a tentativi di intervento con manifestazioni di terrore o furia. E’ sempre indice di un grave disagio emotivo.

plastica, insetti, ecc.) comportamento comune nei bambini nel corso del primo anno di vita ma anomalo quando compare in età successive. Se non è presente un grave ritardo mentale può essere indice di un importante disagio emotivo.

Ruminazioni Ripetuto rigurgito e rimasticazione del cibo senza che questo sia dovuto ad una condizione gastrointestinale associata o ad un’altra condizione medica generale (per es. reflusso esofageo). Se non è presente un grave ritardo mentale, è indice di un significativo disagio emotivo.

Difficoltà alimentari… Iperalimentazione compulsiva Questi bambini mangiano in eccesso e frequentemente e finiscono con l’essere in sovrappeso. Sembra esserci un bisogno non controllabile di mangiare soprattutto se sono ansiosi o infelici. I tentativi di restrizione da parte dei genitori creano molte resistenze e se si impone una dieta il bambino mangia di nascosto. In un quadro di obesità si delineano presto tutte le complicanze mediche ad essa associate.

Pica È presente la tendenza a mangiare sostanze non commestibili (ad es. terra, sabbia, carta,

…possono inoltre delinearsi fin dal primo anno di vita configurandosi come frequente irritabilità e ipereccitabilità del bambino durante il pasto, distrazione e rifiuto del cibo tramite modalità passive (si addormenta e smette di mangiare, tiene il cibo in bocca), oppure più attive (sputa, allontana o getta il cibo, piange quando gli viene offerto). In questo caso, così come nell’evenienza delle problematiche alimentari sopra esposte, potrà essere utile un colloquio psicologico, per chiarire i dubbi ed eventualmente ricevere un adeguato sostegno per meglio sintonizzarsi e comprendere i bisogni partiFINE colari del proprio bambino.

LETTURE SULL’ARGOMENTO PER GENITORI, INSEGNANTI… Il domatore di leoni. Pamela Pace. Bruno Mondadori, 2012 Un dolore infame. Genitori e anoressia. Bruno Mondadori, 2010 Tutto tondo. Bruno Mondadori, 2011 Sfamami. Bruno Mondadori, 2011 E io non mangio.

…E PER BAMBINI Topo ti non vuole mangiare - Storie da mangiare - Ed. Interlinea Se io assaggio… Ed. Fatatrac Piccola principessa non vuole mangiaree - Ed. Il castoro Mangia i piselli - Ed. Salani Associazione che si occupa di formazione e consulenza nei disturbi alimentari in età pediatrica “Associazione Pollicino” - Via Amedeo D’Aosta 6, Milano - Tel. 02.29403934 Email: info@pollicinoonlus.it

A quale età la prima visita odontoiatrica dei nostri bambini?

I consigli di Stomatologica

“Intorno ai 5 anni, al completamento della dentizione decidua” (Dottoressa Susanna Stagni)

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PSICOLOGIA

TU CHIAMALE, SE VUOI,

EMOZIONI COSA SONO, COME SI FORMANO, A COSA SERVONO

Dott.ssa

Serena Bagli

Psicologa - Lugo Email: info@serenabagli.it www.serenabagli.it

Spesso quando si pensa alle emozioni vengono in mente irrazionalità, imprevedibilità e turbamento di un qualsiasi stato di quiete. Nel senso comune le emozioni sarebbero reazioni che irrompono all’improvviso disturbando la nostra tranquillità, risposte irrazionali che portano le persone a fare cose poco ragionevoli. Le emozioni vengono definite come uno stato complesso di sentimenti che si traducono in cambiamenti fisici e psicologici e che possono influenzare il pensiero e il comportamento. L’emotività è associata a una serie di fenomeni psicologici tra cui il temperamento, la personalità, il ricordo, l’umore e la motivazione.

Un meccanismo delicato Le emozioni possono essere considerate delle risposte adattive dell’organismo alle sollecitazioni ambientali. Rispetto a ciò che avviene nel mondo animale, le emozioni nell’uomo non sono semplici reazioni riflesse o istintuali: tra l’evento che suscita uno stato emo22

tivo e la risposta fisiologica e di attivazione successiva, vi sarebbe un periodo di latenza nel quale si inserisce la valutazione cognitiva della situazione. In parole più semplici, noi non reagiamo immediatamente all’ambiente, ma vi è un breve periodo di tempo nel quale valutiamo come reagire. Questa valutazione spesso non avviene in modo cosciente, ma rende il nostro modo di reagire all’ambiente molto più adattivo e funzionale rispetto agli animali.

A cosa servono le emozioni? Attraverso le emozioni è possibile modificare rapidamente il nostro organismo, attraverso l’attivazione fisiologica, per rispondere prontamente ad un avvenimento. Così il nostro corpo si “prepara all’azione”, prima che si possa razionalmente comprendere e valutare ciò che sta succedendo. Le emozioni servono anche a rapportarci con gli altri: riusciamo a cogliere i sentimenti altrui, a comunicare e far sentire la nostra vicinanza e comprensione. Potremmo considerarle come una sorta di “scanner” dell’ambiente e delle persone intorno a noi.

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I tre livelli coinvolti Un’emozione è un processo dinamico con un inizio e una fine: come abbiamo detto si tratta di una reazione dell’essere umano ad un qualche stimolo ambientale e questo provoca dei cambiamenti dentro di noi che possiamo notare su tre distinti livelli: FISIOLOGICO L’insieme di modificazioni fisiologiche quali: la respirazione, il battito cardiaco, la circolazione, i livelli ormonali, la digestione, la pressione arteriosa etc. COMPORTAMENTALE Cambiano le espressioni facciali, la postura, il tono della voce.. componenti che comunicano all’esterno attraverso il “non verbale”. PSICOLOGICO Viene a modularsi la sensazione soggettiva rispetto all’ambiente, si modificano i nostri pensieri, la percezione di avere controllo o non averlo e la sensazione di benessere o malessere sperimentato.

Le componenti di un’emozione Le emozioni comprendono molteplici componenti che vengono attivate assieme. La prima riguarda il “vissuto soggettivo”: si tratta di una valenza che può essere tendenzialmente positiva o negativa. La seconda è rappresentata dalla “valutazione cognitiva” dell’avvenimento, quella parte che stima l’im-

patto dell’emozione rispetto ai nostri interessi. La terza componente è data dai “cambiamenti fisici” che accompagnano le reazioni emotive e preparano fisiologicamente la persona a reagire. La quarta riguarda l’“espressione facciale” attraverso la quale viene segnalata la nostra emozione e i nostri intenti comportamentali, mentre l’ultima è rappresentata dai movimenti del nostro corpo che portano ad una “tendenza all’azione”.

Come si collega il corpo alla mente? Le emozioni agiscono direttamente sul pensiero e lo modificano, ma anche sul corpo, perciò si dice che “l’emozione è un punto di incontro tra corpo e mente”. Il sistema nervoso autonomo porta ad una serie di modificazioni fisiologiche che accompagnano la reazione emotiva: invia informazioni tra il cervello e varie parti del nostro corpo modulandone l’attività. Esso si divide in due sottosistemi, il simpatico e il parasimpatico. Il primo si occupa di stimolare le funzioni che producono energia, come la ventilazione polmonare nella respirazione, la frequenza cardiaca o l’afflusso di sangue ai muscoli; mentre il secondo svolge la funzione esattamente opposta, ovvero si occupa di risparmiare energia. Attraverso la modulazione di questi due sottosistemi si avranno delle risposte fisiologiche ben distinte e collegate al tipo di emozione suscitata.

Una curiosità sulle emozioni Secondo diversi studiosi, in particolare i sostenitori delle teorie evoluzionistiche, le emozioni primarie sono sei, innate ed uguali in tutte le culture: felicità, paura, rabbia, disgusto, tristezza, sorpresa. Tutte le altre, definite emozioni secondarie, sarebbero dei derivati che dipenderebbero principalmente dalla cultura di appartenenza e dall’apprendimento. FINE

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SICUREZZA

INCIDENTI STRADALI IN CALO I dati pubblicati da ISTAT per l’anno 2014 sono confortanti: quella degli incidenti stradali rimane comunque una causa di morte cui tutti possiamo e dobbiamo porre massima attenzione quando siamo alla guida sia delle due che delle quattro ruote.

di Tiziano Zaccaria E-Mail: zaccariatiziano@alice.it

Cala il numero di morti e feriti negli incidenti stradali in Italia. Lo mette in evidenza l’ultimo focus annuale diffuso dall’Istat e relativo al 2014, anno in cui in Italia si sono verificati 177.031 incidenti stradali con danni alle persone, con la morte di 3.381 persone e il ferimento di altre 251.147. Rispetto al 2013, il numero di incidenti con danni alle persone è sceso del 2,5%, mentre nei morti la flessione è più contenuta, pari ad un meno 0,6%.

cati il 75,5% degli incidenti totali, con il 71,9% dei feriti ed il 44,5% dei morti. Sulle AUTOSTRADE gli incidenti sono stati il 5,2% del totale, con il 6,1% dei feriti e l’8,5% dei morti, mentre sulle altre STRADE EXTRAURBANE ammontano al 19,4% del totale, i feriti al 22,1% e le vittime al 47,0%. Dunque l’indice di mortalità continua ad essere più elevato sulle strade extraurbane, con una media di 4,63 decessi ogni 100 incidenti, mentre si attesta a 3,14 sulle autostrade ed a 1,13 sulle strade urbane. Ma rispetto al 2013, le vittime dimi-

Il confronto con l’Europa Nell’Unione Europea le vittime di incidenti stradali nel 2014 sono state 25.896, in leggero calo rispetto ai 26.025 dell’anno precedente. Negli ultimi cinque anni esaminati, a partire quindi dal 2010, i decessi si riducono del 18,0% a livello europeo e del 17,8% in Italia. Per ogni milione di abitanti, nel 2014 ci sono stati 51 morti per incidenti stradali nella Ue e 55,6 nel nostro Paese, che si colloca al 15° posto dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia. In Italia si stima un costo totale per gli incidenti stradali con lesioni a persone pari a quasi 18 miliardi di euro annui.

Strade urbane, extraurbane ed autostrade… Sulle STRADE URBANE si sono verifi-

nuiscono solo su autostrade e strade extraurbane (rispettivamente -10,6% e 3,8%), aumentano invece sulle strade urbane (+5,4%).

Picco di incidenti il venerdì Nel 2014 il maggior numero di incidenti stradali con lesioni a persone si è verificato nei mesi di maggio, giugno e luglio: oltre 16mila incidenti ogni mese. Il maggior numero di morti è stato invece registrato a giugno, agosto e ottobre (circa 320 morti ogni mese). Il venerdì è il giorno della settimana… »SEGUE

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…cui si concentra il maggior numero di incidenti con feriti. La domenica presenta invece la frequenza più elevata per i decessi (il 16,9% del totale), seguita dal sabato. Durante l’arco della giornata, dal lunedì a venerdì un primo picco del numero di incidenti si registra alle 9 del mattino, un secondo alle 13 ed un terzo alle 18. Il sabato e la domenica, invece, le frequenze più elevate di incidenti sono dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 20. Per quanto riguarda le vittime, durante i giorni lavorativi la frequenza più elevata si registra alle 18, mentre nel weekend si manifesta dalle 16 alle 19.

Incidenti notturni Nel 2014, nella fascia notturna tra le 22 e le 6 si sono verificati 21.886 incidenti stradali, il 12,4% del totale, che hanno causato il 21,9% del totale dei morti ed il 14,1% dei feriti. Sulle strade urbane si concentra il 69,4% degli incidenti notturni, ma è sulle strade extraurbane che si registra il numero più elevato di vittime. L’indice di mortalità degli incidenti notturni è pari in media a 3,40 decessi ogni 100 incidenti e presenta il valore massimo in corrispondenza della domenica notte.

I sinistri più frequenti La tipologia di incidente stradale più diffusa è lo scontro frontale-laterale (59.026 casi), seguita dal tamponamento. Tra gli incidenti con un singolo veicolo, l’investimento di pedone rappresenta il caso più diffuso (19.905 casi), seguito dalla fuoriuscita del veicolo. La tipologia più pericolosa per indice di mortalità è lo scontro frontale (5,18 decessi per 100 incidenti), seguita dalla fuoriuscita e l’urto con ostacolo (3,90 decessi per 100 incidenti). 26

Le cause più frequenti Tra i comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata rappresentano nell’ordine le prime tre cause di incidente, costituendo complessivamente il 43,9% dei casi. Tra le altre cause più rilevanti: la mancanza della distanza di sicurezza, la manovra irregolare e il comportamento scorretto del pedone. Sulle strade urbane la prima causa di incidente è il mancato rispetto delle regole di precedenza o semaforiche (18,6%), mentre sulle strade extraurbane è la guida distratta (21,4%), seguita dalla guida con velocità troppo elevata (17,3%).

Principali violazioni al codice della strada Per quanto riguarda le violazioni al Codice della strada, oltre alle infrazioni legate al mancato possesso di documenti di circolazione ed assicurazione o alla sosta vietata, principalmente contestate da Polizia stradale e Polizie locali, nelle prime posizioni si trovano l’eccesso di velocità, il mancato uso di dispositivi di sicurezza (cinture, casco e sistemi di ritenuta per bambini), il mancato uso di lenti o l’uso di telefoni cellulari o cuffie. Per quanto concerne la guida in stato di ebbrezza alcolica e sotto l'influenza di sostanze stupefacenti, nel 2014 la Polizia stradale ha effettuato rispettivamente 21.703 e 1.462 contravvenzioni; i Carabinieri ne hanno registrate 16.666 e 2.178. Per le stesse infrazioni la Polizia municipale dei Comuni capoluogo di provincia dichiara invece di avere elevato rispettivamente 5.356 e 754 contravvenzioni.

Le principali vittime: i giovani Come dicevamo nel 2014 le vittime di incidenti stradali sono state in tutto 3.381, di cui 2.662 maschi e 719 femmine.

I conducenti deceduti sono 2.291, i passeggeri 512 e i pedoni 578. Per gli uomini, la classe di età con il maggior numero di decessi è quella tra i 20 e 24 anni. Valori elevati si riscontrano anche nelle fasce di età 2529 anni e 45-49 anni. Per le donne, il numero maggiore di vittime si registra fra le 20-24enni e nelle età più anziane quelle tra i 75 e gli 84 anni. In quest’ultimo caso la frequenza elevata è attribuibile al maggiore coinvolgimento delle donne nel ruolo di pedone. Per quanto riguarda i feriti, le età per le quali si registrano frequenze più elevate, per entrambi i generi, sono quelle comprese dai 20 ai 29 anni e dai 40 ai 44 anni.

Pedoni, i più a rischio Storicamente i conducenti e i passeggeri di auto costituiscono la maggior parte degli infortunati in incidenti stradali, poiché le autovetture rappresentano circa il 75% dei veicoli in circolazione sulle strade italiane. Nel 2014 si sono registrati 1.491 decessi tra conducenti e passeggeri di autovetture, 704 fra motociclisti, 578 fra pedoni, 273 fra ciclisti, 159 fra occupanti di autocarri e motrici, 112 fra ciclomotori e 64 fra le altre modalità di trasporto. Gli utenti più vulnerabili, vale a dire pedoni, ciclisti e motociclisti, presentano pericolosità molto più elevate per l’assenza di protezioni esterne. L’indice di mortalità per i pedoni è quattro volte superiore rispetto agli occupanti di auto, quello per motociclisti e ciclisti è più che doppio.

Sempre più sicuri in auto Prendendo in considerazione gli ultimi quindici anni, il trend è positivo in termini di vite umane salvate per tutte le modalità di trasporto, pur con alcune differenze fra le varie tipologie di trasporto. La drastica riduzione del numero di vittime fra conducenti e passegge-


ri di auto (-61,2%) è legata agli interventi sulle infrastrutture stradali, al miglioramento della rete viaria attuata negli ultimi anni e ai notevoli progressi nella tecnologia e nella sicurezza dei veicoli. Le utenze vulnerabili presentano invece trend diversi e spesso in controtendenza in termini di mortalità. Per esempio nel 2014 il numero dei deceduti fra i pedoni è aumentato del 4,9% rispetto all’anno precedente. Il rischio di infortunio causato da investimento resta molto alto per la popolazione anziana, più frequentemente coinvolta nel ruolo di pedone sulla strada. Nel 2014, il numero più alto di vittime si rileva nella fascia di età compresa tra 80 e 84 anni, quello dei feriti fra 75 e 79 anni.

Per quanto riguarda le due ruote a motore, nel 2014 ammontano a 816 le vittime, di cui 704 motociclisti e 112 ciclomotoristi, mentre i feriti sono stati 55.331.

ne all’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, messe in campo negli ultimi quindici anni, hanno avuto effetto: nel 2001 le vittime erano state ben 187.

Morti in calo nei grandi comuni italiani

Tuttavia, gli indici di mortalità in questa categoria sono in graduale e costante diminuzione negli ultimi dieci anni. Gli utenti più coinvolti sono quelli delle fasce d’età 20-24 anni e 35-44 anni.

Diminuisce anche il numero totale dei morti nei grandi comuni italiani: negli ultimi cinque anni si registra una diminuzione delle vittime di circa il 25%, risultato migliore rispetto al totale nazionale che è pari ad un calo del 17,8%. I comuni con la diminuzione più consistente di vittime sono Genova (-43,8%), Palermo (-38,5%) e Verona (-37,0%).

Ciclisti e motociclisti Nel 2014 sono stati 273 i ciclisti rimasti vittime di incidenti stradali (233 maschi e 40 femmine) e 16.994 i feriti (11.767 maschi e 5.227 femmine) per un totale di 18.055 biciclette coinvolte con lesioni a persone, dato in lieve aumento rispetto al 2013. I ciclisti deceduti sono più numerosi tra i 70 e gli 89 anni (42,5% del totale); fra i feriti, invece, le percentuali più elevate si registrano per tra 35 e 54 anni (circa il 33% del totale). Un numero significativo di vittime e feriti si registra anche tra i bambini di 10-14 anni (6 morti e 906 feriti) e i giovani 15-19enni (8 morti e 1.130 feriti).

Bambini vittime sulle strade Fra gli utenti vulnerabili vi sono anche i bambini, categoria particolarmente a rischio poiché non sempre protetta da dispositivi di sicurezza adeguati. Nonostante l’attenzione per questi soggetti sia molto alta, l’Italia si sta avvicinando ancora troppo lentamente all’obiettivo di azzerare la mortalità sulle strade dei bambini, un obiettivo ambizioso che si è data l’intera Europa per il 2020. Nel 2014 nel nostro Paese sono state registrate 62 vittime fra 0 e 14 anni; i feriti sono stati ben 12.217. Tuttavia, le campagne di sensibilizzazio-

La diminuzione più contenuta è stata registrata a Roma (-15,4%). A livello regionale, l’Umbria ha ridotto di oltre il 40% il numero delle vittime negli ultimi cinque anni, la Liguria del 31%, Calabria e Sicilia si attestano attorno al 25%. Le performance meno contenute si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano, in Valle d’Aosta ed Abruzzo. FINE

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A PICCOLI ANIMALI IN DIFFICOLTA‘ Ecco cosa bisogna fare se ci si imbatte in un uccello o una creatura terrestre ferita.

Dott.ssa

Federica Piras

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E’ capitato a molti, almeno una volta nella vita, di soccorrere un piccolo uccello selvatico caduto da un nido. Sebbene possa nascere la tentazione benevola di prestare le cure a un uccellino in difficoltà nella propria abitazione, magari in attesa che questo torni in forze e possa volare, è bene ricordare che non si può detenere un animale selvatico prelevato in natura, in quanto la fauna selvatica è “patrimonio indisponibile dello Stato”. Oltretutto spesso l’improprio soccorso di animali creduti erroneamente in difficoltà, ma che in realtà non si trovano in pericolo, può trasformare un gesto di generosità e rispetto in una difficoltosa se non pregiudicata reintroduzione in natura, negando loro la possibilità di vivere liberi.

Ci sono casi e casi: a volte l’apparenza inganna Giova ricordare che alcuni piccoli di specie selvatiche seguono costantemente la madre, come le anatre, ma altre l’attendono nascosti nell’erba alta, per render28

si invisibili a predatori come i caprioli e le lepri. In quest’ultimo caso la madre alimenta ed accudisce il cucciolo nelle ore crepuscolari, per evitare di attrarre l’attenzione di predatori, riducendo le visite al minimo necessario, finché il cucciolo non è sufficientemente rapido nella corsa per seguirla. A volte cuccioli di lepre, capriolo, lontra e riccio lasciati nelle tane, o piccoli di merlo, allocco, gufo e rondine acquattati immobili nell’erba, possono sembrare bisognosi d’aiuto. Succede così che vengano raccolti dai cittadini preoccupati della loro salute, ma

PICCOLO DI MERLO

in realtà stanno semplicemente aspettando i genitori per essere alimentati, oppure cominciano le prime escursioni fuori dal nido. Esistono specie di uccelli che depongono le uova nel terreno, senza costruire un nido, come il fratino e il corriere piccolo: le loro uova non sono abbandonate come potrebbero sembrare. Non bisogna nemmeno sostare nelle vicinanze dei nidi, poiché potreste indurre i genitori ad abbandonare la covata. SANTERNO - RA Via Mantraversa, 19/B

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Ricordate inoltre che raccogliere le uova e nidi di animali selvatici è proibito dalla legge.

Attenzione In situazioni stressanti, come in presenza dell’uomo, certe specie animali fingono la morte: possono cadere supini e rigidi (uccelli), oppure contorcersi come in agonia (rettili). Ci possono poi essere casi in cui l’animale ha davvero una patologia o una deformità data da precedenti traumi, ma che non interferiscono con la sua normale vita. Un esempio è quello dei piccioni di città: ad alcuni soggetti mancano una o più dita delle zampe, alcuni camminano addirittura su dei moncherini, ma non richiedono di soccorrerli. Alcune specie di uccelli possono vivere anche senza un occhio o senza una zampa.

Precauzioni Prima di intervenire, occorre capire se si tratta di reale necessità. Per un piccolo animale ferito, la possibilità di aggressione da parte di gatti o il pericolo di essere investiti da veicoli può essere …CON GUANTO superato spo- E GARBO standolo di qualche metro, in luogo più sicuro, possibilmente utilizzando

guanti o un panno per non lasciare tracce di “odore umano” sul piccolo selvatico, che rischia di non essere più riconosciuto dalla madre. C’è poi il caso dei grandi volatori atterrati: alcuni uccelli molto specializzati nel volo non riescono ad involarsi agevolmente da terra o in assenza di una pista di decollo sufficientemente ampia.

Dieci regole da seguire 1 Valutare la situazione: è davvero un animale bisognoso di aiuto? Come possiamo aiutarlo? 2 Attenzione ai falsi orfani, come i piccoli di capriolo. 3 Non cambiamo la natura: se un animale è selvatico, non costringetelo a fare l’animale da compagnia. 4 L’approccio ad un selvatico deve essere il più delicato possibile: movimenti lenti e toni pacati. 5 Tenere confinati gli animali selvatici recuperati. 6 Tenere separati i selvatici recuperati: lontani dai pets di casa.

RONDONE AIUTATO NEL DECOLLO

Si tratta ad esempio di berte, strolaghe, svassi e rondoni. Può anche capitare che dei cigni entrino volando in cortili da cui poi non riescono a ripartire. In questi casi, dopo aver preso l’animale per accertarsi del suo stato di salute si può semplicemente aiutarlo a riprendere il volo. Un rondone, per esempio, non va “lanciato”, ma è sufficiente sollevarlo su una mano in un’area in cui, se cade, è possibile recuperarlo facilmente.

7 Toccarli il meno possibile, loro non conoscono le coccole, non le gradiscono. 8 Non fare i medici della situazione: non dare mai farmaci ad animali di vostra iniziativa. 9 La dieta può essere letale senza conoscere le loro necessità. 10 L’animale selvatico può essere pericoloso per un bambino e viceversa. »SEGUE

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Il recupero… …di un esemplare di fauna selvatica è un complesso di interventi necessari a riportarlo in stato di naturale libertà, consentendogli di riacquisire la capacità di relazionarsi con l’ambiente, con i conspecifici ed i predatori. Nel recupero possono essere riconosciute otto fasi:

nel tentativo di sottrarsi alla cattura. Bisogna agire con cautela e decisione, per evitare che in un disperato tentativo 1 RITROVAMENTO di fuga si aggravino lesioni preesistenti. 2 SEGNALAZIONE Ricordiamo sempre che l’animale 3 CONSEGNA O SOCCORSO selvatico ci percepisce come predato4 RICOVERO e ANALISI ri, soprattutto se siamo in piedi e lo di FATTIBILITÀ fissiamo negli occhi. 5 CURA Negli uccelli, tenete le ali e le zampe 6 RIABILITAZIONE ben aderenti al corpo e la testa coperta 7 MARCATURA (con le narici libere): in questo modo l’a8 LIBERAZIONE nimale smetterà di agitarsi e si eviterà l’aggravamento di eventuali fratture. Monitoraggio e Nel caso dei rapaci avvolgete bene le altre attività post-rilascio zampe: così eviterete di farvi attaccare Il prelievo e la detenzione di esemplari dagli artigli, e offrirete all’animale spadi fauna selvatica da parte di privati cit- ventato un appiglio sul quale serrare i tadini, dunque, non sono consentite. talloni. A seconda dell’animale, valutate L’unica circostanza in cui la raccolta è consentita, se sia il caso di indossare dei è la loro sottrazione alla morte; in questi casi è guanti spessi. Ad esempio, i obbligatorio dare comunicazione dei fatti all’ampipistrelli non vanno maneggiaministrazione provinciale competente per territoti a mani nude perché possono rio entro le 24 ore successive. mordere. I ricci sono generalPer la contenzione in sicurezza ed il tra- mente pacifici, e quando sono chiusi “a sporto dell’animale ferito o in grave dif- palla” per non pungersi è sufficiente distrificoltà, può essere utilizzato uno straccio buire in modo uniforme la pressione sulla robusto o una coperta. Occorre tuttavia presa delle mani; i guanti in questo caso fare attenzione alle difese del selvatico, sono comunque consigliati per il rischio di che può utilizzare artigli, becco o denti trasmissione di infezioni fungine.

Guanti spessi e robusti vanno sempre indossati per maneggiare uccelli rapaci, che possono infliggere profonde ferite con gli artigli e col becco. Mustelidi (tasso, faina, martora, etc.) e carnivori (come la volpe) vanno maneggiati solo da personale esperto e attrezzato, perchè possono essere aggressivi, hanno una potente muscolatura ed un’incredibile agilità.

IL TASSO E’ UNO DI QUEGLI ANIMALETTI DI CUI NON FIDARSI TROPPO: POTREBBE AVERE UNO SCATTO E MORDERE

Gli animali potrebbero mordervi, beccarvi, artigliarvi, calciarvi o colpirvi in altri modi. Non fidatevi mai di un animale selvatico, anche quando sembra troppo sfinito per reagire: la paura può renderli aggressivi e loro non possono essere coscienti del fatto che stiamo cercando di aiutarli.

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Occorre tenere delle norme igieniche minime per contenere i rischi più comuni di trasmissione di malattie dagli animali all’uomo (zoonosi), che possono essere causate da parassiti, funghi, batteri, protozoi e virus. Tra le malattie troviamo: Rogna, Tubercolosi, Rabbia, Ornitosi, Leptospirosi, Borreliosi, Toxoplasmosi, Salmonellosi, Campilobatteriosi, Brucellosi, Aspergillosi. E’ buona regola trasportare la fauna ferita in un scatola di cartone dotata di fori per l’areazione, per consegnarla doverosamente all’U.O. Sanità Animale più vicina.

dare da bere e mangiare, ma trattare lo shock, l’ipossia e l’ipotermia, il ché può essere fatto solo da personale specializzato. Se le condizioni sono critiche e il centro è troppo distante, potete rivolgervi al più vicino veterinario, che farà il possibile per stabilizzare il “paziente”. In questa evenienza, considerate che il professionista vorrà essere pagato per la prestazione professionale.

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Tra le specie selvatiche autoctone…

Va bene anche un trasportino in plastica o metallo per piccoli animali, comunemente posseduto da proprietari di cani di piccola taglia e/o gatti. E’ sconsigliato mettere ciotole di cibo e acqua, mentre può essere di aiuto mettere carta assorbente o un maglione. Dopo averlo catturato e preparato per il trasloco, la cosa migliore da fare è portare direttamente l’animale in un CRAS nel minor tempo possibile. Ricordate che le priorità nel soccorso non sono

…della Romagna troviamo: volpe; tasso; donnola; faina; cinghiale; capriolo; cervo; daino; muflone; sula; cormorano; nitticora; tarabusino; sgarza ciuffetto; airone guardabuoi; Garzetta; Airone bianco maggiore; Airone Cenerino; Airone Rosso; Cigno reale, Cigno selvatico, Volpoca, Fischione; Cavaliere d'Italia; Occhione; Pernice di mare; Gabbiano corso, Gabbiano corallino, Gabbiano roseo, Sterna maggiore, Sterna zampe nere; Pollo sultano, Gru, Otarda, Gallina prataiola; Gufo Reale; Il Falconiere; Gheppio; Grillaio: Falco Cuculo; Poiane; Falco Pecchiaiolo; Falco di Palude; Albanelle; Astore; Aquile, FINE Biancone, Avvoltoi.

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Centri di Recupero Animali Selvatici Sono strutture destinate al recupero, rieducazione, studio e successivo reinserimento in natura di specie appartenenti alla fauna selvatica autoctona, allo scopo di liberarli se ne sussistono le condizioni, o di detenerli in via permanente nel caso risultino irrecuperabili. Inoltre, svolgono attività didattiche per promuovere e divulgare la conoscenza della fauna selvatica e del suo habitat. I C.R.A.S. devono garantire il controllo veterinario degli animali ricoverati dotandosi di un ambulatorio veterinario interno, oppure avvalendosi di un ambulatorio veterinario convenzionato.

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Dott.ssa Monica Negosanti Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione

Dott.ssa Serena Bagli Psicologa e Psicoterapeuta - Lugo Email: info@serenabagli.it www.serenabagli.it Marco Bartoli Responsabile Osservatorio per l’accesso ai farmaci per HCV Associazione EpaC Onlus www.epac.it - E-mail: info@epac.it Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403 Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com

Dott.ssa Federica Piras Medico Veterinario E-mail: st.fe@libero.it Tiziano Rondinini Apicoltore - Faenza

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I COLLABORATORI DI SALUTE 10+ Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it

Dott. Luciano Lozio Docente universitario e consulente farmaceutico

Dott.ssa Annalisa Allodoli E-mail: allodoliannalisa@gmail.com

Barbara Maioli - Educatore Cinofilo APNEC nr. 043 - E-mail: barbara.maioli@alice.it

Dott. Antonio Ascari Raccagni - Responsabile U.O. Dermatologia AUSL di Forlì

Dott. Andrea Maccolini - Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Tecnobios Procreazione Bologna Consigliere CECOS Italia - Email: amaccolini@alice.it

Dott.ssa Serena Bagli - Psicologa e Psicoterapeuta - Lugo Email: info@serenabagli.it - www.serenabagli.it Dott. Andrea Costa Laurea in tecniche audioprotesiche Dott. Ugo Cimberle Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403 Dott. Pierpaolo Casalini Medico-Chirurgo U.O. Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Faenza - E-mail: pierpaolo.casalini@gmail.com

Enrico Casadei Maestro di tennis - Circolo Tennis Club Faenza Denny Conti - Sport GM Solarolo Rivenditore specializzato materiale da running

Gianna Manna - Optometrista E-mail: giannamanna@yahoo.it Dott.ssa Francesca Negosanti Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia c/o Centro Dermatologico srl via Ercolani, 8 - Bologna - www.centro-dermatologico.it Dott.ssa Monica Negosanti - Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione Dott. Gianfranco Niedda - Otorinolaringoiatra E-mail: gianfranconiedda@tiscali.it Dott. Roberto Nonni - Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: rnonni@alice.it Dott. Marco Quarantini Medico Chirurgo spec. Odontostomatologia Centro Odontoiatrico Bononia - Bologna E-mail: marcosmile@libero.it

Dott. Andrea Costa - Laurea in tecniche audioprotesiche

Dott. Pietro Querzani - Neurologo - E-mail: querzani@gmail.com

Dott.ssa Margherita D’Amato Medico Chirurgo Oculista - Studio: Piazza della Resistenza, 3 Alfonsine (RA) - Cell. 333.1671952

Dott.ssa Antonietta Pace Logopedista - Cell. 339.7196006 E-mail: paceantonietta@libero.it

Dott. Andrea Drei Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza E-mail: andrea.drei@alice.it

Dott. Stefano Palo Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Cell: 393.4825681 E-mail: dott.stefanopalo@gmail.com

Nicoletta Fabbri - Laureata in Scienze Motorie e Sportive Titolare di Spazio Pilates - Faenza - E-Mail: nicofabbri@libero.it Dott. Maurizio Fontana Direttore U.O.C. Ortopedia Traumatologia Presidio Ospedaliero di Faenza Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia Email: andrea.flamigni@terme.org Dott.ssa Elisabetta Giusti - Specialista in Chirurgia d’urgenza e P. S.. Diagnostica Ecocolor Doppler - Flebologia Ravenna - Casa di Cura Domus Nova E-mail: ela.giusti@gmail.com Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza - AUSL di Ravenna Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN, Società Italiana di Neonatologia Dott.ssa Enza Lamanna Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it

Manlio Panascì - Chirurgo Ortopedico GVM Care & Research Dott. Massimiliano Perrone Medico Chirurgo Oculista Direttore Sanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna - Tel. 051.242588 E-mail: info@poliambulatoriodsc.com Dott.ssa Federica Piras Medico Veterinario - E-mail: st.fe@libero.it

Edda Plazzi Psicologa e Psicoterapeuta di coppia per problemi sessuali e relazionali Cell. 333.6921234 - E-mail: eddaplazzi@hotmail.com Dott. Oliviero Quercia - Responsabile Unità di Alta Specializzazione di Allergologia - Ospedale di Faenza

Antonio Ravaglioli Esperto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici per impiego biomedico E-mail: ravaglioli.antonio@alice.it

Dott. Antonio Salzetta Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Presidio Ospedaliero di Faenza - Ausl Ravenna Dott. Ernesto Sarracino Coordinatore pedagogico Comune di Russi e Faenza Pedagogista al centro per le famiglie del Comune di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668 Dott.ssa Pamela Sparacino E-mail: pamela.sparacino@libero.it Dott. Sergio Spinato - Odontoiatra - Sassuolo Tel. 0536.883868 - www.studiodentisticospinato.it E-mail: studiodentisticospinato@gmail.com Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Professore associato Università di Parma E-mail: igstanga@tin.it Dott. Stefano Stea - Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it

Evelina Tabanelli - Consulente Nutrizionale E-mail: evelinatabanelli@libero.it

Fabrizio Tagliavini - Direttore Dipartimento Malattie Neurogenerative - Istituto Carlo Besta Prof. Umberto Tirelli Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica, Centro di Riferimento Oncologico, Istituto Nazionale Tumori di Aviano (Pordenone) Dott. Gregorio Tugnoli Responsabile U.O.S.D. Chirurgia del Trauma Ospedale Maggiore, Azienda USL di Bologna E-mail: gregorio.tugnoli@ausl.bologna.it Dott. Aldo Vallicelli Nutrizionista - E-mail: aldoval57@libero.it Dott.ssa Sara Vignoli Fisioterapista - Studio Medico Villa Ginanni Corradini Campiano - Cell. 345.2801470 - E-mail: vignolisara@gmail.com Dott.ssa Dalila Visani - E-mail: dalila.visani@gmail.com Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata - E-mail: salutenaturasnc@alice.it

Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico - www.dicasavismara.it Ing. Nicola Vitiello Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Dott. Giuseppe Vieni - Responsabile servizio di Allergologia e Pneumologia pediatrica Unità Operativa di Pediatria e Neonatologia Ospedale S. M. delle Croci di Ravenna e Presidi Ospedalieri di Faenza e Lugo - AUSL Romagna Dott. Salvatore Voce - Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it

Tiziano Rondinini Apicoltore - Faenza

Dott. Alfonso Zaccaria - Ex Direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia Azienda USL di Ravenna

Roberta Rossi Presidente Federazione Italiana Sessuologia Scientifica

Dott. Franco Ziccardi - Medico di medicina generale Gruppo C.A.S.P.I.T.A. di Faenza - E-mail: caspitafaenza@gmail.com


Don Angelo Lolli

Direttore Sanitario Dott. Paolo Balella

CORSO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE di 1000 ORE per Operatore Socio-Sanitario Operazione Rif. PA 2015-1196/RA approvata con Provvedimento della Provincia di Ravenna n.3146 19/10/2015

Sono aperte le iscrizioni al corso per conseguire la Qualifica Professionale di OSS organizzato da Oficina IS srl in collaborazione con il Polo Sanitario di Santa Teresa del Bambino Gesù. L’Operatore Socio Sanitario è in grado di svolgere attività di cura e assistenza alle persone in condizioni di disagio o di non autosufficienza sul piano fisico e/o psichico, al fine di soddisfarne i bisogni primari e favorirne il benessere e l’autonomia, nonchè l’integrazione sociale. Contenuti: Etica professionale - Legislazione - Animazione - Comunicazione - Igiene - Pulizia, sanificazione, sanitizzazione e disinfezione - Decontaminazione e sterilizzazione - Sicurezza - Rilevazione dei parametri vitali Raccolta e smaltimento dei rifiuti - Primo soccorso - Assistenza alla persona - Tecniche di mobilizzazione. Destinatari e requisiti di accesso: il corso si rivolge a 25 persone maggiorenni in possesso di licenza media (o titolo equivalente se conseguito all’estero). Durata: 1000 ore (di cui 450 di stage in strutture sociali e sanitarie) da dicembre 2015 a ottobre 2016. Sede del corso: Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù, via Santa Teresa, 8 - Ravenna. Titolo rilasciato: Qualifica Professionale di Operatore Socio Sanitario, previo superamento di un esame finale che seguirà le procedure previste dal Sistema Regionale di Formalizzazione e Certificazione delle Competenze della Regione Emilia-Romagna.

Quota di partecipazione: Euro 2.550,00 da versare in 4 rate.

TERMINE ISCRIZIONI: 29 GENNAIO 2016

Dott. Mirco Coffari Coordinatore del Corso Assistente alla Direzione del Polo Sanitario

PER ULTERIORI INFORMAZIONI Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù: via Santa Teresa, 8 - Ravenna » Polo Sanitario: Via A. Lolli, 20 - Ravenna

Polo Sanitario Opera Santa Teresa del Bambino Gesù - Via Don Angelo Lolli, 20 - Ravenna - Tel. 331.9128451



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