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RAVENNA
MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 2 - FEBBRAIO 2015
PAG. 16
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Nr. 2 - FEBBRAIO 2015 - www.salute10piu.it
ALIMENTAZIONE
2 I TUBERI
Dott.ssa Monica Negosanti
OCULISTICA
4 LA CORNEA E LE CELLULE STAMINALI Dott. Ugo Cimberle
CARDIOLOGIA
6 IL SOFFIO AL CUORE Dott. Vladimir Guluta
ODONTOIATRIA
8 LA GENGIVITE
Dott. Marco Quarantini
ONCOLOGIA
10 DIAGNOSI DEL MELANOMA Dott. Ignazio Stanganelli
MALATTIE RARE
14 COS’È LA SCLERODERMIA Carla Garbagnati LONGEVITÀ
16 MARIA BERTE’ - La donna più longeva della provincia di Tiziano Zaccaria INFANZIA
18 IL DIRITTO AL GIOCO DEI BAMBINI Dott. Ernesto Sarracino
SANITÀ
21 I REUMATISMI Dott. Andrea Flamigni
OTORINOLARINGOIATRIA
24 TONSILLE E ADENOIDI Dott. Andrea Baldisserri
SANITÀ
27 LA SORDOCECITÀ Chiara Ambrogini I NOSTRI AMICI ANIMALI
30 LE GHIANDOLE PERIANALI DEL CANE Max Vismara
SALUTE 10+ - Anno 5 - N. 2.2015 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.it
Proprietà, redazione e realizzazione - Multiservice sas: via A. Gnani, 4 - 48100 Ravenna Tel. 0544.501950 - multiredazione@linknet.it - Direttore responsabile: Spada Gabriele Stampa: Modulgrafica Forlivese - Forlì (FC) - www.modulforlivese.it
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ALIMENTAZIONE
I TUBERI PATATA, TOPINAMBUR, ZIGOLO DOLCE ed IGNAME contengono proprietà altamente nutrizionali. Sono ricchi soprattutto di carboidrati complessi, oltre a sali minerali e vitamine.
Nei supermercati troviamo anche patate novelle, americane, con aggiunta di Selenio, rosse e vitelotte.
Dott.ssa
Monica Negosanti
Dietista - AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione
I tuberi sono alimenti che hanno assunto un ruolo importante sia nell’alimentazione umana, che in quella animale, per le proprietà altamente nutrizionali in essi contenuti. Essi apportano infatti elevate quantità di carboidrati complessi, oltre che sali minerali e vitamine, svolgendo quindi principalmente una funzione energetica. Il tubero per eccellenza è la patata, che nella nostra cucina viene utilizzata sotto tutte le forme: lessa, fritta, al forno, in purea. Ma esistono molti altri tuberi, dalle proprietà nutrizionali eccellenti, che dovremmo imparare ad introdurre sulle nostre tavole.
La patata Originaria del Sud America, appartiene alla famiglia delle Solanacee e si è diffusa in Europa attorno al XV-XVI secolo. Le patate si distinguono in base a caratteristiche morfologiche, fisiologiche e produttive. Sono suddivise considerando la lunghezza del loro ciclo e il colore della pasta. In Italia è comune la distinzione tra la pasta bianca e la pasta gialla. 2
Le PATATE A PASTA BIANCA sono farinose, perché molto ricche di amido. Sono adatte alla preparazione del purè, gli gnocchi, le crocchette, gli sformati e, in generale, per tutti i composti morbidi a base di patate. Le PATATE A PASTA GIALLA sono compatte, sode e poco farinose. Sono ideali da friggere, lessare, cuocere in forno, in umido. A Uboldo, in un piccolo centro nella provincia di Varese, viene coltivata una varietà molto pregiata. Le PATATE ROSSE hanno la polpa soda e compatta, che rimane consistente anche dopo una lunga cottura. Le patate rosse sono ideali lessate, al forno o in umido e fritte. Famose sono quelle coltivate a Cetica, in un piccolo centro dell'aretino, in Toscana. È amatissima, grazie al suo gusto saporito e leggermente salino. Le PATATE NOVELLE sono chiamate anche patate primaticce. Si distinguono per il loro sapore delicato e la buccia
sottile. Provengono da zone a clima mediterraneo e sono raccolte nel periodo primaverile, prima della completa maturazione, hanno la buccia sottile e la polpa tenera. Grazie al loro basso contenuto calorico sono ideali per le diete ipocaloriche. Sono ottime arrostite in forno, cotte a vapore e saltate in padella. La PATATA AMERICANA, nota anche come patata dolce o batata, è di una specie diversa dalle patate comuni, ha la polpa particolarmente dolce e delicata. È ricca di betacarotene, un potente antiossidante, membro della salutare famiglia dei carotenoidi. Favorisce la protezione contro tumori dell'apparato digerente, migliora l'artrite e aiuta a migliorare la risposta immunitaria. Sono perfette da cuocere arrosto oppure da lessare. Le PATATE ARRICCHITE CON SELENIO sono coltivate in Emilia Romagna e arricchite di sali minerali, in particolare Potassio e Selenio. Il Selenio è essenziale per la salute umana, in quanto contrasta con il danno causato dal processo ossidativo. Le PATATE VITELOTTE sono una specie antica e rara di patata dalla
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buccia e polpa viola proveniente dal Perù. Difficili da trovare, ma molto usate nelle cucine di grandi chef e rivalutate per le loro importanti proprietà nutrizionali. Queste patate si utilizzano in cucina per preparazioni originali e d'effetto. Si possono preparare cucinandole come le patate normali, fritte, lessate o in purea. Sono ricche di antiossidanti, sostanze nutritive che proteggono l'organismo e aiutano a ridurre l'invecchiamento. Le patate, ricche di amidi, potassio, fosforo e vitamina C, sono indicate in caso di: gastrite, gastroenterocolite, duodenite, uricemia, cardiopatie, arteriosclerosi, ipertensione. Sono indicate anche in caso di obesità e diabete, ma solo se consumato saltuariamente al posto di pane e pasta. Valori nutrizionali medi per 100 gr. Valore energetico Proteine Carboidrati di cui zuccheri Grassi Fibre alimentari Sodio Potassio
85 kcal/354KJ 2,1 g 17,9 g 0,4 g 1,0 g 1,6 g 7 mg 570 mg
Il topinambur Il topinambur (Helianthus tuberosus), detto anche tartufo di canna, carciofo di Gerusalemme o patata del Canada, è una pianta appartenente alla grande famiglia delle compositae ed è spesso confusa col Girasole. I suoi fiori sono infatti di un giallo caldo acceso, ma più piccoli. I topinambur che noi coltiviamo e che si consumano sono quindi i tuberi radicali, nodosi, con buccia rossastra, polpa bianca e di sapore simile al carciofo. Esitono due diverse varietà di topinambur: quella bordeaux maggiormente diffusa, presente sul mercato da ottobre ad aprile circa e quella bianca precoce, presente sul mercato prima dell'altra, quindi da fine agosto. Apporta meno calorie della patata, essendo più ricco di inulina, che è una
fibra alimentare, ed è meno ricco di amido. Non ha molte sostanze nutritive, ma rappresenta una valida alternativa alle patate per i diabetici. Il topinambur contiene inoltre elevate quantità di vitamina H (BIOTINA), la cui carenza nell’alimentazione provoca stanchezza, inappetenza, sonnolenza e dolori muscolari. Valori nutrizionali medi per 100 gr. Valore energetico Proteine Carboidrati di cui zuccheri Grassi Fibre alimentari Sodio Potassio
59 kcal/252KJ 3g 12,8 g 11,5 g 0g 3,1 g 0,007 mg 640 mg (32% RDA)
(*) RDA: razione giornaliera raccomandata VELLUTATA DI TOPINAMBUR 4 persone 500 gr. di topinambur - 2 patate 1 scalogno - Brodo vegetale - 2 fette di pane Salvia in polvere - 10 foglioline di salvia 2 spicchi di aglio - Olio extra vergine di oliva Sbucciare i topinambur e le patate, tagliare a pezzi di simili dimensioni. Tritare lo scalogno e farlo appassire in una pentola con olio EVO, aggiungere i topinambur e le patate, far cuocere un paio di minuti e coprire con il brodo. Cuocere a fiamma bassa per 1/2 ora. Nel frattempo, preparare i crostini: eliminare le croste del pane e ritagliare la mollica a dadini. In una padella scaldare 3 cucchiai di olio EVO, aggiungere l’aglio sbucciato e schiacciato, poi il pane e un pizzico di salvia in polvere e la salvia tagliata a listarelle sottili. Fare rosolare finché i crostini diventino dorati e poi adagiarli su carta da cucina. Quando patate e topinambur risulteranno ben cotti, passarli al mixer e poi rimettere la crema ottenuta sul fuoco per riscaldarla (aggiungere poco brodo se dovesse risultare troppo densa). Versate la vellutata in ciotoline e aggiungere i crostini con foglioline intere di salvia a decorazione.
Chufa o Zigolo dolce Lo zigolo dolce, noto anche come mandorla di terra, è un tubero che proviene dalla Spagna, per la precisione dalla regione valenciana, il cui utilizzo è spopolato in tutto il mondo nel corso degli ultimi anni. È infatti un tubero dotato di contenuti nutrizionali molto preziosi, ipocalorico e ricco di sali minerali, in particolare magnesio, calcio, potassio e fosforo. È anche una ricca fonte di acido oleico, una sostanza molto preziosa per il nostro organismo, in grado di abbattere letteralmente i livelli di colesterolo LDL (colesterolo cattivo
fonte di diverse patologie e problematiche per il nostro organismo) in favore del colesterolo utile, HDL. Il loro uso più apprezzato è per la preparazione della “horchata” (orzata in spagnolo), una bevanda rinfrescante tipica del litorale sudorientale spagnolo. Valori nutrizionali medi per 100 gr. Valore energetico Proteine Carboidrati di cui amidi Grassi Fibre alimentari
66 kcal/281KJ 0,5 g >10 g 1,9 g >2 g >0,5 g
Igname È originario dei paesi tropicali e subtropicali di Asia, Africa e America, ed è noto anche con il nome di Yam, o come “pianta del pane”. L'igname selvatico era usato in antichità come antispasmodico ed antinfiammatorio. Alcune popolazioni lo usavano come medicamento generale per il dolore, ed in particolare, le donne lo utilizzavano come rimedio rilassante per i dolori mestruali, e durante il travaglio del parto. L’igname è infatti un tubero ricco di amidi e proteine di un discreto valore biologico, oltre che di polifenoli, ed è una buona fonte di vitamine del gruppo B, che aiutano le varie funzioni metaboliche del nostro organismo, vitamina A e vitamina C. FRESCO È VELENOSO, mentre cotto diventa un cibo gustoso e nutriente. Come la patata, viene cucinato in modi diversi: bollita, fritta, ridotta in purea o gratinata. Ha proprietà antiartritiche, antiossidanti ed è un rimedio contro le coliche. Secondo alcuni studi, potrebbe ridurre il rischio di cancro al polmone. Va consumato con moderazione in caso di diabete ed obesità. Valori nutrizionali medi per 100 gr. Valore energetico Proteine Carboidrati di cui zuccheri Grassi di cui saturi Fibre alimentari Sodio Potassio
118 kcal/494KJ 1,53 g 27,88 g 0,5 g 0,17 g 0g 4,1 g 9 mg 816 mg FINE
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OCULISTICA
CELLULE STAMINALI
E CORNEA Queste cellule, che in natura hanno il compito di rifornire il continuo ricambio della "pelle" di rivestimento della cornea, oggi vengono COLTIVATE e TRAPIANTATE con OTTIMI RISULTATI.
Quale è la loro funzione, nello specifico per la cornea?
Dott.
Ugo Cimberle
Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it
Di cellule staminali si parla ormai da molto tempo ed uno dei campi in cui dalla ricerca si è passati velocemente all'applicazione clinica è quello delle patologie corneali. Già a fine anni Novanta si era reso evidente che i trapianti di cornea eseguiti per opacità secondarie a traumi, infezioni od ustioni avevano un'alta percentuale di fallimento: dopo un periodo in cui la cornea trapiantata restava trasparente, si assisteva ad un opacamento progressivo a partenza dalla sua superficie. Le ricerche di laboratorio effettuate dalle banche degli occhi ed in particolar modo dalla Banca degli Occhi del Veneto con sede a Mestre, vero punto di forza della ricerca italiana e mondiale, misero in evidenza che il problema stava nell'assenza, in occhi traumatizzati da infezioni o da ustioni, di un adeguato serbatoio di cellule staminali epiteliali. 4
Queste cellule si trovano alla periferia della cornea ed hanno il compito di rifornire il patrimonio cellulare, normalmente in continuo ricambio, della "pelle" di rivestimento della cornea. Senza un adeguato strato epiteliale specializzato la cornea si opacizza e richiama cellule e vasi anomali dalla congiuntiva. Sull'onda di queste scoperte si sono cercati dei sistemi chirurgici per ripristinare lo strato di cellule staminali limbari. Durante un congresso della Società Italiana Trapianti Cornea (Sitrac) effettuato proprio a Ravenna, con sede chirurgica a Villa Maria Cecilia di Cotignola, ed organizzato dal Prof. Egidio Dal Fiume nel 2001, per la prima volta in Italia si sono tentati innesti di cellule staminali o dall'altro occhio o, cosa assai complessa per problemi di compatibilità, da un donatore consanguineo. Negli anni successivi la ricerca è avanzata e dal 2002 il centro ricerche della Fondazione Banca degli Occhi del Veneto ha iniziato a mettere a punto un sistema di amplificazione in coltura di cellule staminali.
Come avviene il processo? In pratica il chirurgo preleva un campione "buono" di tessuto alla periferia corneale dell'occhio non colpito, e lo invia alla Banca. La biopsia, di circa 1 millimetro quadrato, contiene cellule di vario tipo: cellule corneali,
cellule congiuntivali, cellule del sangue e solo il 3 o 4 % di cellule staminali limbari. Viene poi consegnata nelle mani dei ricercatori, che hanno il compito di isolare le cellule staminali, farle crescere in coltura e ricavarne un numero sufficiente per poi poterle impiantare nell'occhio malato.
Le cellule vengono coltivate in un apposito liquido di coltura, che contiene i nutrienti necessari al loro fabbisogno (siero, vitamine, ormoni amminoacidi). Durante la crescita le cellule vengono tenute all'interno di un incubatore, alla temperatura di 37 gradi, in presenza di anidride carbonica. Nel giro di due ore, le cellule, isolate dalla biopsia, aderiscono al fondo del contenitore per poi cominciare a crescere e moltiplicarsi fino ad occupare tutta la superficie disponibile. Al termine della prima settimana, la coltura ha compiuto il primo importante passo, ha raggiunto cioè lo stadio di confluenza: le cellule hanno conquistato l'intera superficie della piastra di col-
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tura, passando dal numero iniziale di circa 10.000 ad un numero compreso tra 280.000 e 360.000.
I primi controlli E’ questo il momento dei primi controlli qualità. Una parte delle cellule (circa 70 mila) vengono sottratte e utilizzate per allestire i test citologici (studiano le cellule dal punto di vista morfologico). La coltura viene trasferita su un supporto naturale, la fibrina, che ha una forma circolare e rappresenta il "mezzo di trasporto" che la porterà sull'occhio del paziente. Sulla fibrina le cellule cresceranno fino a raggiungere un nuovo stadio di confluenza, formando così un "lembo di epitelio corneale".
sma ed endotossine), che verificano la presenza di batteri; e controlli citologici, che misurano la purezza e l'impurezza della coltura (presenza di altre cellule che potrebbero causare problemi immunologici).
La conclusione Al termine del processo, la coltura è pronta per essere innestata. Il lembo corneale viene trasferito all'interno di un apposito contenitore sterile, immerso in un liquido di trasporto e confezionato per la spedizione. A questo punto, il lavoro dei ricercatori è concluso. Il lembo viene consegnato entro 24 ore al massimo al chirurgo, che in sala operatoria lo applica sull'occhio del paziente, che per tre giorni rimarrà bendato.
UN “MEZZO DI TRASPORTO”: LA FIBRINA
La seconda serie di controlli Raggiunto lo stadio voluto, per la seconda volta parte delle cellule coltivate prende la via dei controlli. Verranno effettuati: controlli virologici, per identificare la presenza di possibili virus dovuti al paziente stesso, all'ambiente o alle manipolazioni dei ricercatori; controlli microbiologici (micopla-
A questo punto lo strato di fibrina si riassorbirà naturalmente, le cellule staminali aderiranno all'occhio e parte di loro troverà la giusta collocazione nel limbus, dal quale ripartirà il normale
processo di rigeLIMBUS nerazione del tessuto corneale. Al termine del processo, il paziente potrà tornare a vedere grazie alla presenza di un nuovo epitelio corneale, rigenerato grazie alle sue stesse cellule staminali.
Tra progresso ed etica Alcuni ricercatori della Banca degli Occhi, usciti dal gruppo, hanno poi intrapreso un'attività parallela con maggiori fini commerciali ed hanno recentemente messo a punto un sistema simile di supporto per le staminali in attesa di approvazione a livello europeo. In definitiva oggi abbiamo la possibilità di ripristinare un fisiologico strato cellulare corneale risolvendo diversi casi di opacità o in alternativa al trapianto di cornea o in supporto dello stesso. Non ricostruiamo infatti una cornea interamente nuova ma, ristabilendo uno strato superficiale funzionante, diamo le armi alla natura per ripristinare una corretta trasparenza del tessuto o al chirurgo la possibilità di effettuare un successivo trapianto con ottime probabilità di successo. La prossima frontiera è la ricostruzione, sempre da staminali, degli altri strati cellulari della cornea, traguardo forse ancora più importante. FINE
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CARDIOLOGIA
SOFFIO AL CUORE Può essere generato da anomalie cardiache congenite o anche da patologie che non hanno nulla a che fare col cuore. Solo la correzione dell’anomalia, che quasi sempre avviene per via chirurgica, può far scomparire il soffio.
Dott.
Vladimir Guluta
Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com
Un soffio cardiaco è un particolare rumore che i dottori riscontrano utilizzando lo stetoscopio (conosciuto anche con altri nomi come fonendoscopio o semplicemente fonendo) con il quale “ascoltano” i rumori del cuore.
Come si genera? I soffi sono generati da più cause. La più importante è quella dei difetti congeniti del cuore stesso. Un primo gruppo di anomalie congenite del cuore è quello delle comunicazioni anomale tra varie “camere cardiache” (difetto interatriale, interventricolare). Un altro tipo di anomalie congenite è
quello che altera la funzione delle valvole cardiache che sono “delle porte” che si aprono e si chiudono in determinati momenti della contrazione del cuore per fare passare il sangue in una sola direzione. Questi problemi valvolari (conosciuti anche come valvulopatie)
Stenosi aortica e polmonare Apertura ridotta della valvola
(3)
(2)
CUORE NORMALE
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Insufficienza mitralica Reflusso di sangue dal ventricolo sinistro (2) all’atrio sinistro (3), dovuto ad un'anomalia che determina un'imperfetta coaptazione dei lembi mitralici durante la sistole ventricolare. Difetto intraventricolare Comunicazioni anomale tra le camere cardiache. CUORE CON DIFETTO
possono esprimersi con un’apertura ridotta della valvola (stenosi aortica, stenosi polmonare), con la chiusura imperfetta (insufficienza mitralica, insufficienza aortica, insufficienza tricuspidale) oppure con una combinazione tra i due tipi di disfunzione. In tutti questi casi sono le anomalie del cuore stesso che producono il soffio. Solo la correzione dell’anomalia che nella stragrande maggioranza dei casi avviene per via chirurgica, è in grado di far scomparire il soffio.
Altre cause non collegate al cuore Un soffio cardiaco può essere generato anche da patologie che non hanno nulla a che vedere con il cuore. Ad esempio, in casi di IPERFUNZIONAMENTO DELLA GHIANDOLA TIROIDE (ipertiroidismo), oppure in presenza di ANEMIA DI GRAVE ENTITÀ, il cuore è costretto a lavorare di più, a pompare il sangue con una velocità maggiore e ad una fre-
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quenza più elevata. In questi casi si possono generare dei soffi cardiaci a causa delle turbolenze create dal sangue che diciamo “corre ad alta tensione”. In questi casi il cuore è sano. Il soffio scomparirà con la correzione della disfunzione tiroidea o dello stato anemico.
Un tipo particolare di soffio cardiaco… …si riscontra nei bambini piccoli. Anche in questi casi, il cuore è normale. Il soffio si produce perché i piccoli bambini hanno un torace di dimensioni ridotte, con le pareti sottili ed il cuore è semplicemente “più vicino” allo stetoscopio del dottore. Il sangue è spinto e pompato ad una frequenza più alta rispetto agli adulti; pensate che mentre la frequenza cardiaca degli adulti è di circa 60-80 battiti per minuto un bimbo piccolo ha costantemente una frequenza di 120-140. Tutte queste particolarità della circolazione del sangue e dell’anatomia del torace spiegano il perché in alcuni bambini si possono auscultare (ascoltare il “rumore” degli organi interni) dei soffi cardiaci.
Anche con la febbre alta, un bambino può avere un soffio cardiaco perché il sangue circola con più velocità attraverso le camere e le valvole cardiache. Non essendo legati ad anomalie anatomiche o ad altre patologie come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, questi soffi vengono chiamati “innocenti”, oppure “funzionali”. Con la crescita dei bimbi, il soffio innocente svanisce; il torace è più grande, la frequenza cardiaca più bassa e così via.
quando apprendono dal pediatra che il piccolino ha “un soffio al cuore”. La preoccupazione si diffonde nella famiglia e tutti quanti pensano già ad un intervento chirurgico al cuore… Calma! Nella quasi totalità dei casi, i medici sanno riconoscere e distinguere un soffio innocente da uno che “nasconde” una vera patologia del cuore. In più, le macchine che abbiamo a disposizione oggi (ecografia, TAC e risonanza magnetica) ci aiutano a dissipare qualsiasi dubbio che possa ancora
AUSCULTARE IL CUORE DI UN BIMBO
La mamma e la nonna di un bimbo piccolo appena nato o di pochi mesi di vita rimangono sempre molto colpite
persistere. E poi non scordate: un soffio innocente che scompare lo fa per sempre! FINE
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ODONTOIATRIA
RICONOSCERE E PREVENIRE LA
GENGIVITE Per gli italiani la salute orale è troppo spesso un universo sconosciuto tanto che la maggior parte dei nostri connazionali ne sottovaluta sia la prevenzione che i sintomi più insidiosi.
Marco Quarantini
Medico Chirurgo spec. Odontostomatologia Centro Odontoiatrico Bononia - Bologna E-mail: marcosmile@libero.it
Secondo una recente indagine statistica condotta da Astra Ricerche per conto dell’Istituto di Ricerca e Formazione in Microdentistry, le persone che si danno molto da fare per avere denti sani attraverso igiene orale e corrette abitudini, rappresentano appena il 15,8% della popolazione. Per contro, i poco attenti, appartengono al gruppo più numeroso con il 37,1 per cento. In posizione intermedia (21%) troviamo chi si affida ai professionisti per cure e prevenzione, ma non dedica adeguata attenzione all’igiene domiciliare. Infine c’è il gruppo (26,1%) di chi, pur dedicando una discreta cura a denti e gengive, si preoccupa solo quando i problemi diventano seri. Alla luce di ciò, appare evidente come una corretta informazione rappresenti un buon punto di partenza per indurre chiunque a porre maggiore attenzione alla propria salute orale. Sono in pochi infatti a conoscere la corretta definizione di molte delle patologie odontoiatriche, come ad esempio la gengitive. 8
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PER INFORMAZIONI
Dott.
Cos’è la gengivite A seguito della scarsa igiene infatti si E' un processo infiammatorio rever- forma PLACCA E SUCCESSIVAMENTE sibile a carico delle gengive (paro- TARTARO, che rende impossibile la pulidonto) caratterizzato da sintomi zia delle zone interessate nella normale quali rossore, sanguinamento, dolo- igiene domiciliare e, di conseguenza, forre e gonfiore. nisce ai batteri il substrato ideale per creLa causa principale di questa patologia scere e danneggiare le nostre gengive. risiede nella scarCause principali sa igiene orale e nella colonizzazioSebbene la causa princine di particolari pale della gengivite sia batteri patogeni rappresentata da una anaerobi estremascarsa igiene orale, altri mente aggressivi fattori possono aumentanei confronti delle re il rischio di insorgenza GENGIVE INFIAMMATE gengive. della patologia.
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- Adolescenti e donne in gravidanza: a causa degli squilibri ormonali infatti la gengiva è più recettiva nei confronti della gengivite. - Fumatori: in quanto l'effetto infiammatorio del fumo si somma agli altri favorendo l'infiammazione. - Soggetti con patologie sistemiche (diabete, Aids, leucemie, etc.) - Soggetti con alimentazione squilibrata - Soggetti che danneggiano le gengive a causa di eccessivo vigore nello spazzolamento. - Soggetti con protesi non corrette che danneggiano la gengiva innescando fenomeni infiammatori.
Alla luce di quanto affermato, è possibile ipotizzare e far diagnosi di gengivite nel caso in cui si abbiano questi quattro sintomi: - GENGIVE SANGUINANTI spontaneamente o in seguito a spazzolamento - GENGIVE ARROSSATE - GENGIVE DOLENTI - ALITOSI E' estremamente importante arrestare la gengivite il prima possibile, essendo un fenomeno reversibile in quanto, se non trattata, può evolvere in parodontite o piorrea (come veniva chiamata un tempo), che al contrario rappresenta un processo irreversibile, tanto da portare alla perdita di uno o più denti ed aumentare il rischio di sviluppare altre patologie sistemiche. La PARODONTITE causa gravi danni alla nostra bocca in quanto non solo intacca le gengive, ma si estende a tutto il parodonto sino ad arrivare ai sistemi di legame del dente con l'osso e all'osso stesso fino al vacillamento ed alla perdita degli elementi dentari anche in tempi brevi.
Contrastare la gengivite
TA IA
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Conclusioni Da non dimenticare, infine, una periodica e completa igiene ambulatoriale, in quanto solamente il dentista e l'igienista dentale, grazie a particolari strumenti ed abilità, sono in grado di eliminare gli accumuli di tartaro sotto il quale prosperano i batteri responsabili dei danni a carico del parodonto. Il dentista può, inoltre, prescrivere colluttori o gel contenenti principi attivi in grado di risolvere il problema o comunque arginare il fenomeno, nel caso in cui sia già evoluto in parodontite o in situazioni particolarmente severe. FINE
IL
GENGIVE SANE
La prevenzione della gengivite è la migliore arma per garantirsi una bocca sana, da ciò risulta fondamentale adottare scrupolosamente
i principi base di una corretta igiene orale tramite l'uso di SPAZZOLINI IDONEI alle proprie necessità (ne esistono infatti di molteplici forme e gradi di durezza), COLLUTTORI, FILO INTERDENTALE E SCOVOLINI. A casa il paziente dovrà spazzolare i denti almeno un paio di volte al giorno, utilizzando quotidianamente il filo interdentale ed un collutorio antisettico, se raccomandato dal dentista. E' importante inoltre ricordarsi di SPAZZOLARE I DENTI ALMENO PER DUE MINUTI; di cambiare lo spazzolino al massimo ogni tre mesi e di scegliere, in caso di gengiviti, setole morbide per evitare di irritare i tessuti gengivali.
FF
Categorie a rischio
Diagnosi
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A
Tra questi figurano stress eccessivo e abitudini sbagliate, come ad esempio quella di mordere oggetti, stringere i denti o digrignarli.
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ONCOLOGIA
DIAGNOSI DEL MELANOMA Dagli accertamenti clinici, alla biopsia ottica computerizzata: lo sviluppo tecnologico in Romagna.
Si tratta…
Dott.
Ignazio Stanganelli
Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica Skin Cancer Unit IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Progetto Melanoma Istituto Oncologico Romagnolo
Il melanoma cutaneo è un tumore maligno che deriva dalla trasformazione dei melanociti, le cellule che determinano il colore della nostra pelle. Può svilupparsi su cute apparentemente sana o dalla modifica di un neo (nevo) pre-esistente. Il melanoma può comparire ovunque sulla pelle, ma più frequentemente al tronco nell'uomo e agli arti inferiori nella donna.
Rilevanti fattori di rischio - FAMILIARITÀ E ANAMNESI personale per melanoma - ESPOSIZIONI SOLARI di tipo intermittente con scottature (eritemi) durante l’infanzia e l’adolescenza - ESPOSIZIONE A RADIAZIONIZIONI ultraviolette artificiali - PELLE FOTOSENSIBILE che si arrossa molto e si abbronza poco (capelli rossi) - CUTE CON SEGNI D’INVECCHIAMENTO solare e storia personale di carcinomi o epiteliomi cutanei - SOGGETTI CON MOLTI NEI (nevi) melanocitici (+ di 40). 10
…di uno dei principali tumori che insorge in giovane età e in questo momento in Italia costituisce il terzo tumore più frequente in entrambi i sessi al di sotto dei 49 anni. L’incidenza del melanoma tende a incrementare continuamente; nei soggetti di sesso maschile più rapidamente rispetto a qualunque altra neoplasia, mentre nelle donne è secondo solo alla neoplasia polmonare. In Italia nell’area coperta dai Registri Tumori sono stati diagnosticati in media ogni anno 14,3 casi di melanoma cuta-
neo ogni 100.000 uomini e 13,6 ogni 100.000 donne. Come in molti Paesi Occidentali si è osservato nel corso degli ultimi anni un aumento notevole dell’incidenza: in Italia è quasi raddoppiata nel giro di dieci anni, mentre la mortalità è sostanzialmente stabile. Il melanoma da solo è responsabile del 90% dei casi di mortalità per tumori della pelle.
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Nel corso degli ultimi decenni le attività di educazione sanitaria sulla popolazione, sul medico di famiglia e le nuove tecniche diagnostiche a disposizione del dermatologo hanno portato a un notevole miglioramento della sopravvivenza passata dal 50% degli anni 60 al 90% dei giorni nostri nei soggetti colpiti dal melanoma. Lo spessore di Breslow (mm) indicato dal patologo nella refertazione del melanoma rappresenta il fattore prognostico più importante nel predire la progressione della malattia. La pericolosità del melanoma è correlata al grado d’infiltrazione e di profondità nel derma e nel sottocutaneo della pelle (figura sotto). E’ fondamentale la diagnosi precoce in tutte le forme di melanoma, soprattutto per quelle più aggressive che possano metastatizzare più facilmente. Neo benigno
Neo displastico
REGOLA DELL’A-B-C-D-E PER LA DIAGNOSI DEL SOSPETTO MELANOMA
A come Asimmetria della lesione
Epidermide Derma
C come Colore disomogeneo a varie tinte o nero intenso Da molti anni la regola dell’ABCDE rappresenta uno strumento didattico di riconoscimento semplice per la sensibilizzazione della popolazione, ma anche dei medici per la diagnosi precoce del melanoma.
Dcome Dimensioni > 6 mm
Fase di estensione
In questo disegno viene evidenziato il grado di infiltrazione e di profondità di un neo, prima nel derma, poi nel sottocutaneo.
Membrana
B come Bordi irregolari e frastagliati
Fase di inspessimnento
E come Evoluzione progressiva; la lesione tende a crescere e ad allargarsi con modifiche cromatiche
Melanoma metastatico
Perdita di E-cadherin
Perdita del gene CDKN2A (oncosoppressore)
Diagnosi precoce del melanoma I principali indicatori che sono stati lanciati nelle campagne di educazione sanitaria rivolte alla popolazione per l’identificazione del sospetto melanoma sono la regola dell’ABCDE e il segno del “Brutto Anatroccolo”.
Il neo diverso: un brutto anatroccolo
Mutazione BRAF
Incremento CD1 Metastasi
Il Neo diverso: un “Brutto Anatroccolo”. Un altro indicatore clinico utilizzato per il riconoscimento del melanoma è il segno del “Brutto Anatroccolo”. La sua identificazione è correlata al fatto che in un… »SEGUE
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»…determinato individuo i nei (nevi) gene-
ralmente hanno le medesime caratteristiche. Il brutto anatroccolo è un nevo con caratteristiche diverse dagli altri nevi e pertanto la possibilità che sia un potenziale melanoma è alta. Quindi questo tipo di nevo è un segnale importante quando in un individuo che possiede nevi generalmente simili tra loro come tipologia e colore, si sviluppa un NEVO DIVERSO da tutti gli altri che “spicca”, come ad esempio un nevo molto scuro nero in un paziente con molti nevi chiari e fototipo chiaro.
Valutazione clinica
Figura 1 - Melanoma sottile microinvasivo: i parametri clinici ABCD sono evidenti.
L’esame visivo della pelle è il metodo di screening di base nella prevenzione secondaria (diagnosi precoce) del melanoma. L’esame clinico generale prevede la valutazione sia della neoformazione riferita dal paziente che di tutto l'ambito cutaneo in condizioni d’illuminazione ottimale e con l’uso di una lente d’ingrandimento. Anche per il dermatologo i principali indicatori clinici per l’identificazione del melanoma partono dalla regola dell’ABCDE e dal segno del “Brutto Anatroccolo”.
Dermoscopia In ogni caso, se si nota la variazione inattesa di un nevo, la comparsa di un nevo con colore e forma diversa dagli altri oppure la presenza di un nodulo a rapido accrescimento rosso o nero duro alla palpazione, è sempre buona regola sottoporre il problema all'attenzione del medico.
Figura 2 - Melanoma in situ: i parametri clinici ABCD non sono evidenti. La dermoscopia rivela reticolo atipico, punti neri intrafollicolari, policromia asimmetrica interna, velo biancastro. Questi parametri suggeriscono fortemente la marcata atipia melanocitica.
La visita dermatologica In ambito specialistico dermatologico è fondamentale integrare l’esame clinico ad occhio nudo con la valutazione strumentale in dermoscopia per ottimizzare l’analisi diagnostica. Negli ultimi anni la mappatura dei nevi, i sistemi computerizzati di diagnosi assistita e recentemente il microscopio laser confocale sono entrati nel percorso diagnostico della patologia oncologica cutanea.
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Figura 6 - Melanoma 0,80 mm (spessore di Bresl) nevo associato. I parametri RMC mostrano chiaramente una marcata atipia architetturale alla giunzione dermoepidermica ed pleomorfismo cellulare.
La dermoscopia (anche definita microscopia in epiluminescenza, dermatoscopia, microscopia a luce riflessa) è una tecnica non invasiva che consente di visualizzare le strutture peculiari della lesione esaminata, non altrimenti visibili ad occhio nudo. Tale metodica permette di valutare a più forte ingrandimento la neoformazione scura o parzialmente pigmentata per individuare la distribuzione del pigmento e la presenza di strutture sub-microscopiche e vascolari, migliorando la capacità di riconoscere il melanoma, in particolare nella forma iniziale (figura 2), i nevi melanocitici e le lesioni non melanocitiche (carcinoma cutaneo, cheratosi seborroica, dermatofibroma, angioma, angiocheratoma, etc).
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Tale esame può essere eseguito con vari strumenti come il dermatoscopio, lo stereomicroscopio tridimensionale ed il VIDEODERMATOSCOPIO.
Monitoraggio digitale Questa tecnica, definita comunemente mappatura computerizzata consiste nel fotografare e memorizzare su computer l'immagine clinica e dermoscopica di singoli nevi per poterne seguire l'evoluzione nel tempo in particolare in pazienti con numerosi nevi atipici. In particolare è utilizzata per tipizzare i nevi del paziente ma soprattutto per monitorare a breve o lungo termine le lesioni con caratteri di atipia che però non evochino il sospetto di malignità, ad esempio i nevi displastici nei pazienti con lesioni atipiche multiple in cui non sarebbe proponibile l’asportazione di tutte le lesioni sospette.
Sistemi di diagnosi computerizzata Il nostro gruppo con la collaborazione del prof. Massimo Ferri dell’Università di Bologna ha effettuato, nell’ambito del progetto melanoma/IOR, una ricerca sull’uso di metodi innovativi per la diagnosi automatica delle lesioni cutanee pigmentate, avviando il progetto ADAM (Automatic Data Analysis for Melanoma early detection) del cluster EUTIST-M, European Take-up of Essential Information Society Technologies for Medical applications, dell’Unione Europea. ASIMMETRIA DEL COLORE MELANOMA
Evidente asse di asimmetria di distribuzione del colore in corrispondenza del picco più elevato della curva
NEVO MELANCOCITICO
L’omogeneità cromatica della lesione è riprodotta dalla “piattezza” della curva corrispondente.
Il miele di Manuka della Nuova Zelanda:
VERA MEDICINA NATURALE Questo tipo speciale di miele prodotto in Nuova Zelanda ha un'altissima componente antibatterica. Viene prodotto dalle api che si nutrono dei fiori dell'albero di Manuka che è una pianta indigena che cresce nelle distese incontaminate e prive di qualsiasi tipo di inquinamento. Questo miele è riconosciuto dai medici come una valida alternativa alle forme con-
venzionali di medicina. È un potente e naturale antibatterico, antivirale, antiossidante, antisettico, antinfiammatorio ed è un validissimo vaccino naturale ma anche un ottimo rimedio in caso di mal di gola, raffreddore e tosse ricorrente. Sulle ferite crea un ambiente di guarigione che permette alle nuove cellule della pelle di crescere a filo della ferita, prevenendo deformità della pelle e cicatrici. Contrasta reflusso gastrico e bruciore di stomaco. Ha proprietà antifunginea.
Il Miele di Manuka è adatto anche ai bambini anche al suo sapore dolce e gradevole. L'attività antibatterica del miele di manuka è indicata dal quantitativo di MGO (MethylGlyOxal) che è indice di qualità del prodotto e ne suggerisce il corretto utilizzo. Contenuti MGO Utilizzalo per:
MGO 100 MGO 250 MGO 400 MGO 550
Prevenzione Reflusso, bruciori Ulcera, colon irrit. Il meglio
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Il progetto è stato sviluppato per identificare parametri dermoscopici oggettivi di valutazione, che sono meno elastici dell’esame clinico soggettivo.
Biopsia ottica digitale: la Microscopia Laser Confocale La microscopia confocale (Reflectance Confocal Microscopy, RCM) è uno strumento diagnostico non invasivo, di recentissima introduzione nel campo della ricerca, che produce immagini tessutali in vivo con una risoluzione quasi come istologica (biopsia ottica). L’RCM impiega un raggio laser a bassa potenza (830 nm, vicino all’infrarosso) che scansiona la pelle orizzontalmente producendo dettagliate immagini “quasi istologiche” in bianco e nero. L’RCM ha permesso inoltre di correlare in vivo i parametri dermoscopici con gli aspetti cellulari ed architetturali dei nevi melanocitici (figura 5) e melanoma (figura 6). Gli aspetti caratteristici del confocale sono generalmente analizzati a tre diversi livelli della struttura cutanea: strato epidermico superficiale, giunzione dermo-epidermica e derma superficiale. I risultati preliminari delle nostre ricerche, pubblicati recentemente sul British Journal of Dermatology, hanno mostrato un risparmio del 50% di asportazioni non necessarie. FINE
ROMAGNA, TERRA DI RICERCA CONTRO I TUMORI Il prof. Ignazio Stanganelli è responsabile del Centro di Oncologia Dermatologica – Skin Cancer Unit dell’IRCCCS Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST, www.irst.emr.it) di Meldola e del progetto Melanoma dell’Istituto Oncologico Romagnolo. IRCCCS - MELDOLA
Il centro si qualifica come un punto di riferimento nazionale per il suo carattere di alta specializzazione di ricerca, per la diagnosi e la cura dei tumori della pelle e delle oncotossicità dermatologiche. Nell’ambito della rete “Hub and Spoke” dell’attività oncologica in Romagna, il Centro di Oncologia Dermatologica dell’IRST si caratterizza essenzialmente come centro di diagnosi avanzata e di ricerca applicata per l’attività di prevenzione primaria e secondaria dei carcinomi e del melanoma, in particolare integrandosi con le strutture specialistiche dermatologiche, oncologiche, patologiche e con il Registro Tumori Romagna. 13
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MALATTIE RARE
SCLERO
DERMIA Colpisce i piccoli vasi arteriosi ed importanti organi interni come il cuore, i polmoni e i reni: È UNA PATOLOGIA SISTEMICA NON ANCORA RICONOSCIUTA RARA.
Carla Garbagnati Presidente GILS Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia Onlus
La patologia La Sclerodermia, o Sclerosi Sistemica Progressiva, colpisce i piccoli vasi arteriosi e, nei casi più gravi, arriva ad organi interni importanti quali cuore, polmone, esofago, intestino e rene. Caratteristiche salienti sono l'ispessimento della pelle, la fibrosi, il danno endoteliale e l’eccessiva attività del sistema immunitario. E’ una malattia autoimmune, che predilige le donne con un rapporto di circa 3 a 1. Questa differenza si accentua con l’età fertile, in cui l'incidenza nel sesso femminile rispetto ai maschi raggiunge un rapporto di 8 a 1. Il picco massimo di incidenza si registra tra la terza e la quinta decade di vita (3050 anni di vita). In Italia sono circa 70mila le persone colpite da Sclerodermia; ogni anno si registra un'in14
cidenza di circa 300 nuovi casi. Se viene diagnosticata in fase avanzata, la patologia può diventare fortemente invalidante, ma con una diagnosi precoce ed un utilizzo ottimale delle diverse terapie a disposizione si possono migliorare le condizioni del paziente, garantendogli una buona qualità di vita ed un rallentamento della patologia che può anche bloccarsi. Dunque, la diagnosi preventiva è vita.
Esiste un campanello d’allarme? Sì, esiste, e precede di mesi o anni l’insorgenza delle altre manifestazioni della sclerosi sistemica. Si chiama Fenomeno di Raynaud ed è il tipico cambiamento di colore delle mani quando si è esposti al freddo. Questo fenomeno non sempre sottende la patologia, ma deve invitare ad accertamenti semplici.
FARMACIA DEL PONTE NUOVO DEI DOTTORI
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LE FINALITA’ DEL GILS Il compito della associazione GILS, è quello di rompere l’isolamento di migliaia di ammalati, di aiutare a superare l’atteggiamento rinunciatario e fatalistico che spesso sopravviene dopo la diagnosi. - FORNIRE INFORMAZIONI utili agli ammalati sclerodermici per migliorare la qualità della vita, dare aggiornamenti sulle normative sanitarie vigenti e soprattutto approfondire la conoscenza della malattia nella prevenzione ed evoluzione.
IL COLORE DELLE DITA IN PRESENZA DEL FENOMENO DI RAYNAUD
Un prelievo di sangue alla ricerca di specifici anticorpi e una capillaroscopia, esame non invasivo, consentono di guardare lo stato dei capillari con una lente di ingrandimento, per capire se e quando la microcircolazione è compromessa. E’ quindi importante essere seguiti e monitorati da un centro specializzato con possibilità di intervento dei vari specialisti, primi tra tutti l’immunologo e il reumatologo.
Si punta sulla ricerca La speranza è affidata alla ricerca medica: negli ultimi anni il GILS ha investito in giovani ricercatori, che collegandosi in rete tra loro hanno portato risultati positivi. Venti anni fa quasi non si parlava affatto di questa patologia; ora invece la si trova su FINE tutti i testi di medicina.
- FAVORIRE LA RACCOLTA di fondi per la ricerca, in quanto in un campo così specifico la sensibilizzazione dei privati è al momento l'unica forza propulsiva. Il Gils, Gruppo italiano per la lotta alla Sclerodermia, nato nel 1993, ha sede a Milano, presso il Padiglione Litta della Fondazione IRCCS Ca’ Granda dell’Ospedale Maggiore Policlinico, con punti di riferimento su tutto il territorio nazionale. GILS è socio fondatore di Fesca, la Federazione europea sulla patologia.
Maggiori Informazioni su: www.sclerodermia.net
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LONGEVITÀ
I 107 ANNI DI
DONNA MARIA Maria Bertè è la DONNA PIÙ LONGEVA DELLA NOSTRA PROVINCIA. Nata nel 1907 a Milazzo, in Sicilia, dove faceva la ricamatrice, vive da sessant’anni a Ravenna. Il suo elisir di lunga vita? Mangiare verdure, legumi e agrumi.
di Tiziano Zaccaria E-Mail: zaccariatiziano@alice.it E’ nata a Milazzo, in provincia di Messina, il 5 agosto 1907. Nel paese affacciato sul Tirreno, nel nord della Sicilia, nella prima metà del secolo scorso la chiamavano Donna Maria. E ancora oggi le fa piacere se la chiamano così, tanto che viene regolarmente accontentata dal personale della Casa Protetta Santa Chiara di Ravenna, dove vive da circa sei anni. Lei si chiama Maria Bertè ed è attualmente la persona più longeva della nostra provincia. Di anni ne ha compiuti 107 nell’agosto scorso e non sembra affatto intenzionata a mollare. Malgrado qualche inevitabile problema di deaumbulazione, è ancora lucida e le piace ricordare la sua giovinezza trascorsa nella soleggiata Milazzo, dove all’inizio del secolo scorso probabilmente si respiravano ancora le atmosfere borboniche descritte ne “Il Gattopardo”, il celebre romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Dove è nata e cosa faceva «Venni alla luce nella stazione di Milazzo – racconta, prendendo subito in contropiede chi l’ascolta – Mia madre faceva la levatrice e partorì da sola. Ero la prima di sette figli, cinque fratelli e due sorelle. 16
Oltre a me, è rimasto in vita un fratello novantenne che vive ancora in Sicilia, a Messina. Ci sentiamo ogni tanto al telefono, anche se da molti anni non ci vediamo». Donna Maria ha praticamente trascorso la prima metà dell suo abbondante secolo di vita sull’Isola: «La mia era una famiglia di operai; mio padre faceva il fabbro ferraio. Io ho lavorato a lungo come ricamatrice al telaio. Mi piaceva ornare lenzuoli, cuscini, fazzoletti: era un mestiere molto praticato all’epoca in Sicilia».
Gli “scherzi” del destino Personalità forte, sempre con la battuta pronta, Donna Maria non si era mai sposata e sembrava destinata a restare nubile. Ma un giorno, a 47 anni, quando forse non se lo aspettava più nemmeno lei, arrivò il colpo di fulmine: «Feci visita ad un mio fratello che si era sposato e trasferito a Ravenna, dove lavorava alla Sarom. Durante questo soggiorno conobbi quello che in poco tempo divenne mio marito, Antonio Minghetti. Nel 1954 mi trasferii qui e da allora
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A
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non ho più lasciato Ravenna. Io e mio marito ci siamo voluti molto bene fino alla sua morte, avvenuta ormai tanti anni fa».
Oggi Donna Maria non ha avuto figli, però a Ravenna ha ancora la cognata che va spesso a trovarla. In ogni caso, alla Casa Protetta Santa Chiara è ormai diventata una sorta di mascotte: tutti cercano di occuparsene e di attirare la sua attenzione. Lei non disdegna affatto di ritrovarsi al centro dell’interesse: «Lo vede? Sono ancora senza rughe e con la testa buona! – ci tiene a precisarlo - Passo le mie giornate a chiacchierare con il personale della Casa e a disegnare. A chi mi chiede dei miei 107 anni, rispondo dicendo che sono giovane nel cuore».
Il segreto personale di lunga vita A proposito dei motivi della sua longevità, lei sembra avere le idee chiare: «Il segreto? Mangiare verdure, legumi ed agrumi. Io sono stata abituata così fin da bambina. La carne costava e in casa mia non c’erano soldi; casomai potevamo permetterci il pesce che portava a casa mio fratello. Ancora oggi mangio soprattutto pasta e fagioli, minestra di verdure, lenticchie ed altri legumi. Qui alla Santa Chiara mi viziano anche con qualche pezzetto di cioccolata. Se me la regalano, la prendo FINE volentieri».
LE DIECI PERSONE ITALIANE PIÙ LONGEVE ATTUALMENTE IN VITA N. Nome Sesso Data di nascita Luogo di nascita Luogo di residenza 1 Emma Morano F 29.11.1899 Civiasco (Vercelli) Verbania 2 M. J. Gaudette F 25 marzo 1902 New Hampshire (Usa) Roma 3 Giuseppina Proietto F 30 maggio 1902 La Maddalena (Oristano) Montelupo F. (Fi) 4 Maria Giuseppa Robucci F 20 marzo 1903 Poggio Imperiale (Foggia) Apricena (Foggia) 5 Emilia Zucchetti F 28 agosto 1903 Torri del Benaco (Verona) Brescia 6 Maria Crescini F 20 gennaio 1904 Riva di Sotto (BG) Riva di Sotto (BG) 7 Alba Bertoni F 10 giugno 1904 Remanzacco (Udine) Pradamano (Udine) 8 Maria Barbieri F 27 luglio 1904 Borgo Val di Taro (PR) Borgo Val di Taro (PR) 9 Filomena Marongu F 23 ottobre 1904 Villanova Monteleone (SS) Cagliari 10 Flora Vignoli F 28 novembre 1904 San G. Persiceto (Bo) San G. Persiceto (Bo)
Questa invece è la classifica dei dieci italiani (o meglio: le dieci italiane) più longevi attualmente in vita. La piemontese Emma Morano, 115 anni compiuti nello scorso novembre, è anche la persona nata in Italia più longeva di sempre. Rispetto a questa graduatoria, Donna Maria Bertè con i suoi 107 anni è ancora una “gionvincella”: non è ancora entrata nemmeno fra le 100 persone più anziane del nostro Paese.
LE DIECI PERSONE PIÙ LONGEVE DI SEMPRE N. Nome Sesso 1 Jeanne Calment F 2 Sarah Knauss F 3 Lucy Hannah F 4 Marie-Louise Meilleur F 5 María Capovilla F F 6 Misao Okawa 7 Gertrude Weaver F 8 Tane Ikai F 9 Elizabeth Bolden F 10 Besse Cooper F
Data di nascita 21 febbraio 1875 24 settembre 1880 16 luglio 1875 29 agosto 1880 14 settembre 1889 5 marzo 1898 4 luglio 1898 18 gennaio 1879 15 agosto 1890 26 agosto 1896
Data di morte 4 agosto 1997 30 dicembre 1999 21 marzo 1993 16 aprile 1998 27 agosto 2006 vivente vivente 12 luglio 1995 11 dicembre 2006 4 dicembre 2012
Età Paese 122 anni Francia 119 anni U.S.A 117 anni U.S.A 117 anni Canada 116 anni Ecuador 116 anni Giappone 116 anni U.S.A 116 anni Giappone 116 anni U.S.A 116 anni U.S.A
Qui sopra l’elenco delle dieci persone più longeve di sempre, con date di nascita (e morte) accertate. Curiosamente, ma non troppo, sono tutte donne. Si sa che le donne hanno in media un’aspettativa di vita più lunga rispetto gli uomini: una “forbice” che evidentemente si allarga ancora di più in età molto avanzata. Finora l’essere umano che ha vissuto più a lungo è la francese Jeanne Calment: per l’esattezza 122 anni e 164 giorni. In questa lista, riconosciuta dal Guinness dei Primati, non sono stati inseriti alcuni casi controversi. Secondo altre fonti, infatti, la persona più longeva di tutti i tempi, attualmente vivente, sarebbe la messicana Leandra Becerra Lumbreras, che sarebbe nata il 31 agosto 1887 ed avrebbe quindi superato il traguardo dei 127 anni. Ma non ci sono riscontri certi sulla sua data di nascita.
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SALUTE_10piu_n.2.15_CASA NOTIZIE cesena n1.2007 09/02/15 10:44 Pagina 18
INFANZIA
LIBERI DI LIBERI DI
GIOCARE CRESCERE
I bambini devono essere tutelati nella loro crescita, in famiglia e nella società. HANNO DIRITTO ANCHE A SPORCARSI, A GIOCARE PER LA STRADA E AD ANNOIARSI.
Dott.
Ernesto Sarracino
Coordinatore pedagogico Comune di Russi e Faenza - Pedagogista al centro per le famiglie del Comune di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668 www.padegogista.it - E-mail: sarracinoe@racine.ra.it
Quasi tutte le nazioni del mondo riconoscono la carta dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza scritta nel 1989; l’Italia ha aderito a questa convenzione nel 1991. Si tratta di un documento importante nel concetto di infanzia nella moderna società, complessa ma non per questo complicata, direi “maggiormente stimolante”. Ne parlo da pedagogista, esperto di processi formativi ed educativi, quindi dal mio punto di vista, se vogliamo un po’ “partigiano”. In queste righe cercherò di sensibilizzare, magari in maniera provocatoria, alcuni spunti affinchè ognuno possa poi elaborare propri pensieri, riflessioni e confronti.
Davanti a tutto Avere diritto di imparare, di essere liberi di esprimere il proprio parere, di avere una vita sociale e di essere tutelato nella 18
salute e nella legalità, significa avere tutto intorno una realtà sociale che tiene conto di questi diritti. Bambini e adolescenti devono sostanzialmente essere tutelati dalla povertà e dall’ignoranza. Viene quasi naturale pensare che tutti i diritti debbano essere garantiti dai servizi educativi, dai politici e dagli amministratori che ci governano. Ma direi che ognuno di noi ha una grossa responsabilità nella costruzione di una comunità educante, che è fatta dal contesto sociale, dai cittadini anche al di là dei genito-
ri, dalla situazione economica del territorio e da tutto quel che costituisce il “Sistema” entro il quale i bambini e gli adolescenti crescono.
L’importanza delle istituzioni e il ruolo della famiglia Ad esempio, se il bambino ha il diritto a fare esperienze educative, allora deve poter essere iscritto al nido d’infanzia, sapendo che tale servizio, pubblico o privato, è di alta qualità (e nel nostro territorio lo è!). E’ ovvio che si tratta di una
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questione amministrativa e politica, ma interessa ogni famiglia che dovrebbe far frequentare il proprio bambino ai vari servizi offerti fin dal primo anno di vita. Prendendo spunto dal lavoro di G. Zavalloni, illuminato dirigente scolastico che ci ha lasciato pochi anni fa, si evince che ogni bambino deve avere occasioni di socializzazione e di gioco con altri bambini, “lasciato in pace” di fare le proprie di esperienze, ovviamente tutelandone la sicurezza ad ogni costo. Quindi ha il diritto di usare le mani e sporcarsi, deve poter parlare quando lo ritiene opportuno, deve poter costruire le sue cose, magari in giardino o nei parchi. Deve poter giocare nella strada, sempre garantendone la sicurezza, deve poter stare in silenzio o anche annoiarsi, oziare.
Pertanto, considerando che spesso i servizi per la prima infanzia rispettano tali esigenze, in queste poche righe vorrei provocare le scuole primarie e secondarie, e soprattutto i genitori a rispettare i diritti che sottendono a bisogni educativi fondamentali. Se il bambino deve poter oziare, non ha
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necessità che l’adulto di turno lo stimoli continuamente: chi si annoia si lamenta, ma trova poi anche soluzioni alternative, cresce in autonomia. Non c’è bisogno di portarlo sempre nei parchi a tema, dove non si inventa, si subisce solamente quel che altri hanno costruito. Queste realtà sono sicuramente divertenti e piacevoli anche da condividere, ma non possono essere lo stimolo maggioritario per le esperienze dei nostri figli, di qualsiasi età.
Nell’età della tecnologia Anche l’adesione totale al mondo della tecnologia va contro i diritti dei bambini e degli adolescenti, che possono essere educati ad utilizzare computer, tablet e videogiochi come strumento senza creare dipendenza. Non si tratta di vietare, non lo ritengo opportuno, visto che viviamo nella società tecnologica, ma lo si può organizzare. Insomma basta dire ogni tanto un “no”, che è difficile e faticoso, ma si tratta di una parola che alimenta i diritti di bambini e adolescenti.
Rispettare i diritti di infanzia e adolescenza vuol dire prendersi le responsabilità di genitori, insegnanti ed educatori, in un contesto dove il bambino deve sentirsi sicuro, protetto e accudito, dove può avere situazioni tranquille ed essere consolato se occorre. Per tutto questo occorre una famiglia sufficientemente adeguata, e sulla carta lo sono tutte, ma anche un contesto sociale che tuteli i diritti e che possa dare alla famiglia gli strumenti necessari per poter operare seguendo le proprie possibilità e il proprio potenziale educativo. Un proverbio ormai abusato recita: “Per crescere un bambino occorre un intero villaggio”. Quindi la famiglia deve essere sostenuta, i bambini devono poter avere luoghi educativi e di esperienze, la comunità deve fornire le opportune occasioni. FINE 19
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ROMAGNA TRADIZIONE e CAPPELLETTI… …quelli buoni veramente.
Chiuso il giovedì
CUCINA ROMAGNOLA E CAMERE
Per Franco, il titolare, la moglie Marina e lo chef Marco “la politica del buon cibo” è una vera missione. La cucina romagnola della Locanda è ricca di piatti e ricette nate da antiche tradizioni, le stesse che furono censite da Antonio Sassi nel 1913 che indicò quelle che erano le vecchie costumanze del popolo: i cappelletti, i passatelli, le pappardelle asciutte condite in perfetta regola, il pollo arrosto e la piadina. Un’identità culinaria caratterizzata da piatti caratteristici e da un complesso di sapori popolari. Tutta la pasta della Locanda del Gufo è poi fatta in casa, nel rispetto di una tradizione e di una cultura raffinata e secolare.
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SANITÀ
REUMATISMI Prevenzione, diagnosi e cura di queste patologie, che CAUSANO DISTURBI ALL’APPARATO LOCOMOTORE e in generale ai tessuti di sostegno dell’organismo.
Dott.
Andrea Flamigni
Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia
Le malattie reumatiche o reumatismi sono patologie che causano disturbi a carico dell’apparato locomotore e in generale dei tessuti di sostegno dell’organismo; sono malattie tra loro molto varie, con livelli di gravità differente. Alcune possono colpire non solo le articolazioni, le ossa e i tendini, ma anche i muscoli, altri tessuti e organi come cuore, polmone, rene, intestino, occhio e pelle, determinando così un interessamento sistemico. Alcune forme reumatiche possono portare a disabilità, perdita di autonomia funzionale, riduzione della capacità lavorativa e conseguente decadimento della qualità di vita. Alcuni reumatismi possono determinare anche una riduzione dell’aspettativa di vita legata sia all’evoluzione della malattia, sia agli effetti collaterali dei farmaci, sia al maggior rischio cardiovascolare che alcune di queste affezioni comportano.
Quali i tipi di reumatismo Le malattie reumatiche comprendono una serie di oltre cento patologie che, sulla base dei meccanismi fisiopatologi-
ci che le generano, possono essere distinte in: - FORME INFIAMMATORIE - FORME DEGENERATIVE - FORME EXTRA-ARTICOLARI Vengono comprese inoltre nell’ambito delle malattie reumatiche le malattie metaboliche dell’osso (tra cui osteoporosi) e alcune patologie di altre competenze specialistiche, legate ad alterazioni endocrino-metaboliche. Le malattie reumatiche sono patologie prevalentemente femminili (il 75 % dei pazienti). Una diagnosi e un trattamento precoci possono portare a una maggiore possibilità di guarigione. I reumatismi infiammatori sono in genere i più gravi.
Frequentemente sono indotti da un’infiammazione immunomediata (ossia nella patogenesi della malattia o del processo infiammatorio hanno partecipato elementi del sistema immunitario stesso), legata cioè al danno che alcune cellule del nostro sistema di difesa (in particolare i linfociti) causano alle articolazioni e/o ad altri tessuti dell’organismo. L’insorgenza di questi reumatismi è condizionata dalla presenza di svariati fattori genetici predisponenti. La genetica influenza sia la nascita che l’espressione clinica di queste malattie. In un soggetto predisposto, fattori ambientali scatenanti come infezioni, stress, vac»SEGUE cini o altre cause, possono…
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SANITÀ »…indurre
un’alterazione del sistema immune con una risposta infiammatoria contro sostanze (antigeni) propri (self) dell’organismo, iniziando così un processo infiammatorio immunomediato che, in relazione alla sua gravità e cronicità, potrà portare a danni irreversibili più o meno gravi. Anche gli ormoni sessuali, in particolare gli estrogeni (quelli femminili), possono avere un ruolo favorente, giustificando così il perché della netta predominanza di questi reumatismi nel sesso femminile. I reumatismi infiammatori possono colpire ogni età, da quella infantile a quella senile. Ciascuna malattia ha un periodo di massima incidenza che, in alcune forme, coincide con il periodo fertile e comunque giovane-adulto della persona.
Chi colpiscono Le malattie reumatiche infiammatorie autoimmuni possono colpire anche i bambini. Le forme che colpiscono poche articolazioni sono quelle a decorso più favorevole. Le forme che colpiscono più articolazioni sono le più severe e necessitano di maggiore attenzione terapeutica per evitare limitazioni articolari invalidanti e persistenti. Il principale reumatismo degenerativo è l’artrosi. Si tratta di una malattia articolare cronica caratterizzata da lesioni degenerative e produttive (si forma nuovo osso e l’articolazione si ingrossa) a carico della cartilagine articolare.
Principali malattie reumatiche Artriti croniche infiammatorie - Artrite reumatoide - Artrite psoriasica - Spondilite anchilosante Connettiviti - Aupus eritematoso sistemico - Connettivite indifferenziata - Sclerodermia - Sindrome di Sjogren - Polimiosite-dermatomiosite Vasculiti Wegener, Churg-Strauss Artriti da microcristalli - Gotta - Condrocalcinosi
GINOCCHIO SANO
chiando la nostra cartilagine diventa più sensibile ai ripetuti sovraccarichi e danni.
I reumatismi extra-articolari… …comprendono un gruppo di malattie che coinvolgono principalmente l’apparato tendineo e i suoi annessi, le strutture extra-articolari quali le capsule, le fasce e l’apparato muscolare. Vengono distinti in forme localizzate come le TENDINITI, le PERIARTRITI, le BORSITI, le SINDROMI DOLOROSE MIOFASCIALI e in alcune forme generalizzate. Le forme localizzate, molto comuni, sono di natura per lo più meccanico-degenerativa (sovraccarichi). Alcune di queste forme localizzate (borsiti, tendiniti) possono essere presenti anche in malattie a carattere infiammatorio come l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica e la spondilite anchilosante. La forma più comune di reumatismo extra-articolare generalizzato è la SINDROME FIBROMIALGICA Si tratta di una malattia molto diffusa, specie nel sesso femminile.
GINOCCHIO ARTROSICO
Il danno è essenzialmente legato a uno squilibrio tra processi distruttivi e riparativi della cartilagine. Ne è coinvolta l’intera articolazione. Il fattore di rischio principale è rappresentato dall’età nel senso che invec-
Previene e cura le patologie respiratorie, dermatologiche e allergiche Procura effetti benefici allo stato mentale ed emozionale Durata e frequenza delle sedute vengono stabilite sotto controllo medico, in base all’età del paziente ed alle patologie da trattare. Dott. Pier Luigi Cremonini - Medico Chirurgo Pediatra - Imola - Via Serraglio, 18 - Tel. 0542.642820 Dal lunedì al venerdì (9-12.30 e 14,30-19.30) - Sabato (9-13) - E-mail: haloterapiagrottadisale@gmail.com
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Non è malattia infiammatoria, non conduce a deformità osteoarticolari, né a danni d’organo. È una malattia ad alto impatto sociale sia come costi che come influenza sulla qualità di vita. E’ caratterizzata da dolore cronico (oltre 3 mesi) associato ad astenia e presenza di punti dolorosi (tender point) evocabili alla visita medica. È una forma che causa intenso dolore a tutto al corpo, riferito spesso come dolore bruciante, spossante, che logora, continuo, invalidante. Talora il dolore può essere accompagnato da rigidità mattutina e da una impressione soggettiva di gonfiore delle zone dolorose. La stanchezza è spesso profonda e tale da compromettere la vita sia lavorativa che di relazione. Frequenti sono i disturbi del sonno, con sonno non ristoratore e frequenti risvegli notturni. La fibromialgia può manifestarsi come patologia a se stante o essere concomitante ad altre affezioni, come artrite reumatoide, connettiviti e altre malattie croniche. La causa di questa sindrome al momento rimane ignota. Eventi stressanti (malattie, lutti, traumi fisici o psichici) ed alterazioni del sonno possono favorirne l’insorgenza. Anche fattori genetici pare giochino un ruolo predisponente. La sindrome fibromialgica sembra dipendere da alterazioni della modalità di percezione del dolore a livello del sistema nervoso centrale. Specie nelle artriti infiammatorie e nelle connettiviti, una diagnosi fatta nelle prime settimane di malattia, con un trattamento precoce, può portare alla guarigione o migliorarne l’evoluzione. Il trattamento precoce può quindi cambiare radicalmente la storia naturale della malattia. È molto importante che in presenza di sintomi suggestivi di una artrite ci si rivolga subito al medico di medicina generale che valuterà il paziente e deciderà se inviarlo allo specialista.
Possibili terapie La terapia delle malattie reumatiche varia molto in relazione al tipo di malattia. Nei reumatismi infiammatori gli obiettivi del trattamento sono diversi anche a seconda della fase della malattia. In generale la terapia mira al controllo: - DEL DOLORE - DELL’INFIAMMAZIONE - DELL’EVOLUZIONE IN DANNO PERMANENTE La terapia si basa sull’uso di farmaci sintomatici (agiscono sui sintomi senza modificare il decorso della malattia) e sull’uso di farmaci specifici in grado di agire sui meccanismi ezio-patogenetici e di interrompere o rallentare la progressione e il conseguente danno causato dalla malattia. I FARMACI SINTOMATICI comprendono gli antinfiammatori classici non steroidei (cosiddetti FANS), gli analgesici (farmaci che controllano il dolore) e i cortisonici. I farmaci di fondo più usati sono il methotrexate, l’idrossiclorochina, la ciclosporina, la leflunomide e la salazopirina. Oltre alla TERAPIA FARMACOLOGICA rivestono importanza anche le norme legate al risparmio articolare. Si tratta di suggerimenti volti all’utilizzo più corretto delle articolazioni infiammate.
Anche i trattamenti termali possono dare giovamento e, così come i trattamenti fisiochinesiterapici, vanno utilizzati in particolare nei reumatismi extraarticolari e degenerativi. I TRATTAMENTI TERMALI più indicati sono quelli balneoterapici in acqua salsobromoiodica, notevole è il beneficio di tali cure sull’apparato osteoarticolare. E’ possibile ottenere buoni risultati anche dai trattamenti fangobalneoterapici quando viene utilizzato un fango di laguna o di salina che, diversamente dai fanghi argillosi, viene applicato a temperatura di circa 40° C, per cui il modesto effetto termico non va a scatenare lo stimolo flogistico a livello articolare. Fanghi, bagni in Piscina Termale, trattamenti massoterapici o fisioterapici in ambiente controllato come i centri termali, effettuati durante i periodi di quiescenza dei dolori reumatici, contribuiscono a migliorare notevolmente la motilità articolare e riducono i fenomeni e gli episodi di dolore acuto. La sinergia fra terapia farmacologica e cure termali contribuisce sicuramente a migliorare la qualità delle vita di chi è affetto da forme reumatiche. FINE
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OTORINOLARINGOIATRIA
TONSILLE E
ADENOIDI Cosa sono, come si infiammano e quando vanno tolte nei bambini.
Dott.
Andrea Baldisserri
Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it
Cosa sono le tonsille Sono due organi simili ad una mandorla, formati da tessuto linfatico, presenti simmetricamente nel cavo orale, ai lati della gola. Trovandosi all'inizio del percorso dell’aria che respiriamo, come le adenoidi del naso svolgono un’importante funzione di difesa dell'apparato respiratorio, proteggendolo da possibili microrganismi presenti nell’aria e da sostanze di varia natura provenienti da corpi estranei. Questa loro funzione difensiva verso le infezioni respiratorie è fondamentale specie nel primo anno di vita del bambino, quando il sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo.
Le infezioni respiratorie Le tonsille entrano quindi facilmente in contatto con i germi e vanno incontro ad infiammazioni, appunto le tonsilliti, i cui sintomi tipici sono dolore alla gola, tonsille rosse, ingrossate e ricoperte di placche biancastre, difficoltà a deglutire, ingrossamento dei linfonodi del collo. Tonsille costantemente malate possono costituire un focolaio di infezione, con potenziali ripercussioni negative su tutto l’organismo, come febbre reumatica, problemi renali ed ascessi peritonsillari. Se la tonsillite è di origine batterica, si cura con gli antibiotici. Se invece è di origine virale, si può cercare di attenuare i disturbi con antipiretici e antinfiammatori. La strategia più utilizzata per distinguere le due forme è il tampone orale rapido, che individua l’eventuale presenza di streptococchi, batteri spesso causa di queste infezioni.
Considerando lo spazio molto piccolo in cui si trovano, questo ingrossamento comporta un’ostruzione del rinofaringe con conseguente interruzione del flusso d’aria dal naso ai polmoni. A ciò si aggiunge l’ostruzione di due piccoli fori laterali che mettono in comunicazione aerea l’interno dell’orecchio con l’esterno, regolandone la pressione.
Patologie delle adenoidi Cavità nasale Adenoidi Tubo uditivo
Le adenoidi infiammate bloccano il tubo uditivo e il passaggio dell’aria
Le adenoidi Tonsille faringinee
Tonsille palatine
LE TONSILLE 24
Tonsille linguali
Le adenoidi sono un tessuto linfatico presente nel retrofaringe, dietro al naso. Anch’esse hanno la funzione di difendere il cavo orale da microrganismi estranei e, come le tonsille, se infettate possono crescere in maniera irregolare.
L’ostruzione nasale legata all’ingrossamento delle adenoidi è alla base della maggioranza delle infezioni che si verificano nei primi anni di vita, in particolare nell’età prescolare, per poi attenuarsi durante l’adolescenza per la spontanea atrofia della ghiandola.
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Se le adenoidi grosse non vengono trattate tempestivamente, possono causare anche danni permanenti come l’ipoacusia e la malocclusione dentale.
Dott. Mauro Passarini MEDICO CHIRURGO SPECIALIZZATO CHIRURGIA OSTETRICA
NEURALTERAPIA (TERAPIA DEL DOLORE) ARTICOLARE E GINECOLOGICA
MESOTERAPIA ANTALGICA E ARTICOLARE I bambini con ipertrofia adenoidea hanno una voce nasale, russano anche in assenza di un raffreddore, respirano costantemente con la bocca aperta e di notte presentano pause di respirazione durante il sonno (apnee), inoltre si ammalano di frequente in inverno.
Spesso i bambini con adenoidi sono anche disappetenti e hanno un accrescimento del peso stentato.
Asportazione di adenoidi e tonsille
no
Nel bambino l’adenoidite è spesso accompagnata dalla tonsillite. L’asportazione chirurgica delle adenoidi e, quando necessario anche delle tonsille, provoca un miglioramento nella salute dei bambini. Nell’adulto l’intervento viene invece considerato soltanto se le tonsille sono veramente in cattive condizioni, perché atrofiche e costantemente malate. In diversi casi adenoidi e tonsille vengono tolte insieme, tuttavia negli ultimi anni sempre più di frequente, se il bambino presenta ostruzione respiratorie legate ad entrambe gli organi, si tende ed asportare soltanto le adenoidi, perché l’operazione è meno invasiva e con meno strascichi.
L’intervento chirurgico La tonsillectomia e l’adenoidectomia, ovvero la rimozione chirurgica delle tonsille e delle adenoidi, oggi sono interventi molto comuni e sicuri, eseguiti in anestesia generale, cioè il paziente viene addormentato. Il chirurgo può asportare le tonsille e/o le adenoidi in diversi modi: non esiste un metodo in assoluto migliore.
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Alla fine dell’intervento il paziente viene risvegliato e gli vengono somministrati farmaci antidolorifici in grado di combattere il gonfiore: le dimissioni avvengono in giornata. I bambini affetti da disturbi della coagulazione hanno maggiori probabilità di emorragia dopo l’intervento, quindi di solito si consiglia una giornata di ricovero in ospedale per tenerli sotto osservazione. Durante le prime 24 ore dopo l’intervento, spesso si soffre di problemi di stomaco e in alcuni casi si può anche vomitare. ADENOIDI Con l’adenoidectomia si asportano le adenoidi attraverso il cavo orale mediante uno strumento a lama libera.
LINGUA
Il post intervento La voce del bambino potrebbe modificarsi leggermente dopo l’intervento, perché nella gola e nel naso si libera lo spazio in precedenza occupato da tonsille ed adenoidi. Il cambiamento potrebbe essere definitivo, oppure la voce potrebbe tornare alla
normalità col tempo. Dopo l’intervento, molti pazienti soffrono anche di mal d’orecchie, soprattutto quando deglutiscono. Questo avviene perché l’orecchio e la gola hanno in comune un nervo sensoriale, all’interno del quale passa l’aria. Inoltre può gonfiarsi la gola e si può iniziare a russare, ma questo fastidioso effetto collaterale di solito scompare nel giro di due settimane. Dormire su un cuscino più alto e usare un umidificatore sono due strategie utili per diminuire il gonfiore alla gola, che va tenuta idratata. La ripresa dell’alimentazione deve avvenire in modo graduale: all’inizio tutti gli alimenti debbono essere assunti a temperatura ambiente; evitare cibi e bevande caldi o bollenti, che possono facilitare l’insorgenza di un’emorragia; in un primo tempo si può iniziare con l’assunzione di liquidi (thè, camomilla, succo di frutta), pastine in brodo vegetale, purè, semolino; nei giorni seguenti si dovranno preferire cibi morbidi e facilmente ingoiabili, evitando pietanze piccanti, troppo salate o bevande aspre; evitare l’uso del ciuccio, del FINE biberon o della cannuccia. Questa rivista ha trattato per esteso l’argomento «adenoidi» nel n.11 dell’anno 2012. E’ possibile visionare il file PDF all’indirizzo www.salute10piu.it/sfoglia_online.asp
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SERVIZI DI ASSISTENZA
PER GLI ABITANTI DI RAVENNA SERVIZI INTEGRATI A 360 GRADI per anziani, malati e disabili 24 ore su 24. In una società che corre a ritmi sempre più serrati, molte famiglie si ritrovano incapaci di dare tutte le attenzioni necessarie ai loro cari nei momenti del bisogno. Inoltre la crescente tendenza alla deospedalizzazione precoce e la relativa carenza di strutture di accoglienza post-acuta e cronica hanno spostato dall'istituzione al domicilio del paziente l'onere dell'assistenza e della gestione delle frequenti complicanze. In questa situazione di incertezza e disagio il nuovo centro PrivatAssistenza di Ravenna è diventato un importante punto di riferimento per i bisogni socio assistenziali delle famiglie offrendo un servizio personalizzato ed integrato, avvalendosi di operatori professionali, altamente qualificati. Il titolare del centro Sig. Andrea Cicognani commenta con entusiasmo i risultati ottenuti: ”Siamo molto soddisfatti del nostro operato siamo riusciti a diventare un punto di riferimento per la nostra collettività, i nostri clienti sono stati sempre soddisfatti delle prestazioni dei nostri operatori . E’ per noi fondamentale sapere che i nostri sforzi hanno dato buoni risultati crediamo che la serietà e la professionalità siano requisiti fondamentali per continuare a crescere.” Le prestazioni offerte dal Centro spaziano dall’assistenza domiciliare diurna e notturna all’assistenza nei luoghi di ricovero o di degenza diurna e/o notturna. E’ possibile richiedere servizi di accompagnamento a persone anziane e/o disabili o interventi domiciliari per l’igiene personale. Il centro inoltre propone servizi socio assistenziali personalizzati, occasionali o continuativi per l’assistenza ad ammalati, anziani e disabili o l’erogazione di prestazioni infermieristiche (medicazioni, cateterismi, flebo, iniezioni, prelievi, clisteri,…) Il centro PrivatAssistenza garantisce la massima serietà degli operatori. Per quanto concerne la degenza ospedaliera ogni centro offre assistenza diurna e notturna o assistenza al pasto, questo servizio permette alle famiglie di vivere in maniera più serena la degenza del parente nella struttura ospedaliera. Oggi in Italia ci sono oltre 150 centri PrivatAssistenza dislocati sul territorio. Affidarsi a PrivatAssistenza significa poter contare in ogni momento del giorno e della notte su una seria organizzazione al servizio di chi ha bisogno di aiuto. Migliaia di famiglie italiane affidano quotidianamente a PrivatAssistenza un compito di grande responsabilità: assistere con amore e competenze i loro anziani, malati e/o disabili. E’ possibile concordare una visita domiciliare gratuita di un responsabile del centro, al fine di conoscere al meglio il contesto e le esigenze della persona, individuando così il servizio più adeguato. Inoltre il responsabile del centro seguirà con la massima attenzione il rapporto tra operatore e cliente, assicurandosi giornalmente che tutto proceda come stabilito. Il centro ha il grande valore aggiunto di essere reperibile ed operativo 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Il centro PrivatAssistenza si trova a Ravenna in Via Panfilia,62 Tel. 0544.470419 (reperibilità 24 ore su 24 365 giorni l’anno) PER MAGGIORI INFORMAZIONI: ravenna@privatassistenza.it - www.privatassistenza.it 26
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SANITÀ
LA SORDOCECITÀ
IL CONTATTO CHE COMUNICA
NON POTER VEDERE, SENTIRE, PARLARE: l’attività della Lega del Filo d’Oro contro questa terribile condizione, causata soprattutto da prematurità, malattie rare e disordini genetici. Chiara Ambrogini Comunicazione Lega del Filo d’Oro Onlus Tel. 071.72451 - www.legadelfilodoro.it
Fuori dal mondo Non poter vedere, sentire, parlare. Sono le premesse per uno stato di isolamento assoluto. Eppure, anche per chi è in questa condizione, esiste lo spazio per entrare in rapporto con gli altri e superare la barriera d’incomunicabilità che lo circonda. La sordocecità è una disabilità unica e specifica, che provoca enormi cambiamenti nella persona e nei familiari che si prendono cura di lei. Molte persone non sono completamente prive della vista e dell’udito, ma possono presentare residuo di uno o di entrambi i sensi. La combinazione dei deficit visivo ed uditivo non permette alla persona sordocieca di usare automaticamente i ser-
vizi per le persone che presentano una sola minorazione sensoriale e di svolgere totalmente le normali funzioni della vita quotidiana. Le persone con sordocecità possono avere anche una o più disabilità associate o secondarie come deficit motori, ritardo mentale o dell’apprendimento, serie patologie organiche, disordini comportamentali, malformazioni scheletriche, dentali, cardiovascolari, deficit neurologici e altro. Pertanto, quando si parla di pluriminorazione psicosensoriale, ci si riferisce a questo tipo di popolazione. Attualmente le maggiori cause sono la prematurità, le
malattie rare, i disordini genetici, soprattutto le Sindromi di Usher e Charge: dal 3% al 6% dei bambini nati ipoacusici possono essere affetti dalla Sindrome di Usher; 1 su circa 12.000 nati, è affetto da Sindrome di Charge. »SEGUE La sordocecità può dipendere da diverse cause. In passato la causa principale era rappresentata da una malattia virale: la rosolia, ora meno frequente.
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vo riabilitativi. Il fine è quello di reinserire le persone sordocieche nella società e nell'ambiente da cui provengono, compatibilmente con le loro specifiche minorazioni.
Restituire dignità ai pazienti
»Sette
centri in Italia
La Lega del Filo d'Oro è una realtà unica in Italia che da 50 anni si pone come obiettivi l’assistenza, l’educazione, la riabilitazione e il reinserimento nella famiglia e nella società di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. Oggi è presente in sette regioni con i Centri di Osimo (Ancona), sede nazionale, Lesmo (Monza Brianza), Modena, Molfetta (Bari), Termini Imerese (Palermo) e le Sedi Territoriali di Roma e Napoli. Nel 2013 sono 731 le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali che hanno
ricevuto uno o più servizi nei centri residenziali e dal settore associativo.
Programmi riabilitativi L’equipe del Centro Diagnostico di Osimo accoglie le richieste di aiuto da tutta Italia, con liste di attesa di oltre diciotto mesi, per effettuare un’approfondita analisi delle abilità residue, delle competenze e delle potenzialità ed elabora programmi riabilitativi personalizzati, da effettuarsi in famiglia o presso uno dei Centri di riabilitazione dell’Ente, dove sono a disposizione psicologi, pedagogisti e operatori educati-
Per ogni ospite viene elaborata una terapia riabilitativa personalizzata e sistemi adeguati di comunicazione, per permettere loro di stabilire relazioni col mondo e recuperare, quanto più possibile, una dimensione fatta di dignità e autonomia. L’aumento costante di richieste di accoglienza e assistenza specialistica ha spinto la Lega del Filo d’Oro a portare sul territorio nazionale l’esperienza maturata ad Osimo e negli ultimi dieci anni l’Associazione ha vissuto un importante sviluppo, che ha portato ad avere più di 500 dipendenti, tra operatori educativo riabilitativi, fisioterapisti, psicologi, medici e assistenti sociali oltre a tutto il personale amministrativo e dei servizi generali. L’Associazione inoltre può contare su oltre 600 volontari, preparati e qualificati attraverso specifici corsi di formazione e grazie ai quali è possibile organizzare per gli utenti ogni anno i soggiorni estivi, oltre a momenti socioricreativi e culturali, gite e pratiche sportive.
L’attività di ricerca Con oltre cinquecentomila sostenitori a
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livello nazionale, l'obiettivo dell'Associazione è offrire a utenti e famiglie un servizio sempre più affidabile e di qualità, attraverso la creazione di apposite strutture, la formazione di operatori qualificati e lo svolgimento di attività di ricerca e sperimentazione nel campo della sordocecità e della pluriminorazione psicosensoriale. L'Organizzazione ha infatti fondato un proprio Centro di Ricerca e collabora con numerosi istituti universitari così come a livello internazionale con altri Enti e organizzazioni che perseguono gli stessi obiettivi, rappresentando l'Italia nell'European Deafblind Network, Rete Europea sulla Sordocecità.
Nuovi progetti La Lega del Filo d’Oro ha l’obiettivo della realizzazione di una nuova sede ad Osimo, che possa raccogliere in un unico polo di alta specializzazione tutti i servizi esistenti dislocati oggi in 15 edifici diversi. I lavori hanno preso avvio nel maggio 2013; il beneficio maggiore di questo progetto sarà un importante incremen-
RESTITUIRE DIGNITÀ AI PAZIENTI
to dei posti disponibili presso il Centro di Riabilitazione, con la conseguente riduzione delle lunghe liste di attesa, oltre alla possibilità di usufruire di ambienti appositamente progettati per rispondere alle esigenze specifiche degli utenti. Tra i progetti in corso c’è anche quello di continuare ad
estendere la presenza in Italia con nuove sedi territoriali per consentire un sostegno ulteriore alle famiglie e una maggiore integrazione con il tessuto sociale, le strutture presenti e i servizi locali. Le attività svolte vengono finanziate solo parzialmente da fondi pubblici: grazie alle risorse da privati, che rappresentano circa il 65% delle entrate, è possibile garantire agli utenti una completa assistenza, ampliare e potenziare i servizi offerti e dare risposte ai bisogni di un numero sempre maggiore di persone. FINE
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I NOSTRI AMICI ANIMALI
GHIANDOLE
PERIANALI Nel CANE spesso si infiammano: ecco come risolvere il problema.
Facendo attenzione al comportamento del cane, possiamo capire se soffre di questa infezione.
Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico www.dicasavismara.it
Uno dei più comuni problemi sanitari dei nostri amici cani è dovuto all'infiammazione di due piccoli orifizi posti alle estremità dell'ano, all'interno dei quali sono poste due piccole ghiandole, una per lato, aventi una duplice funzione: emanare feromoni che servono per marcare il territorio e lubrificare le feci. Spesso sono anche causa di fastidiosi pruriti, che possono diventare dolori per il nostro amico quadrupede. E' un problema comune a tutti i cani di qualsiasi taglia e razza, anche se nelle razze piccole risulta meno frequente. Cerchiamo di spiegare il motivo di ciò e gli eventuali rimedi da adottare.
I sintomi La sensazione che provano è un dolore intorno alla zona dell'ano. Perciò, il cane che ne soffre, tende a mugolare e a grattarsi il posteriore con ogni mezzo possibile. Inoltre, quando il contenuto delle ghiandole infette fuoriesce, percepiamo un disgustoso odore. 30
Infatti se notiamo che struscia il posteriore sul pavimento e si gratta spesso la zona anale con la lingua e con i denti, oppure non trova la posizione prima di sedersi, è molto probabile che soffra di ghiandole perianali infiammate.
LE MALATTIE DI TIPO DERMATOLOGICO in quanto comportano una maggiore predisposizione alle infezioni della cute e delle ghiandole; DIARREA RICORRENTE perché la scarsa consistenza delle feci non facilita la spremitura delle ghiandole e il loro secreto ristagna;
Di solito si nota anche un rigonfiamento del sottocoda ai lati dell'ano e, nei casi più gravi, si notano delle fistoli sulla cute, dalle quali esce un liquido maleodorante di colore giallo scuro.
LE SOVRAPPRODUZIONI ORMONALI che provocano una maggiore produzione di secreto delle ghiandole che producono feromoni e sono tipiche dei cani dominanti.
Le cause dell’infiammazione
Le possibili cure
Quando non c'è infiammazione, il liquido prodotto dalle ghiandole è chiaro e fluido, con un odore scarsamente percepibile all'olfatto umano, mentre quando le L’INFIAMMAZIONE ghiandole sono infiammate il secreto ristagna, diventa denso e scuro, con un odore stomachevole e all'interno delle ghiandole possono proliferare i batteri. Ancora non si conoscono le reali cause dell’infiammazione, ma si sa che ci sono diversi fattori che predispongono il cane a questo tipo di infiammazione.
La terapia da effettuare, se il cane ha le ghiandole perianali infiammate, è la spremitura delle ghiandole stesse da parte del veterinario, seguita da una una cura farmacologica. Nel caso di infiammazioni recidive o di formazione di fistole, si può intervenire con un intervento chirurgico di asportazione e curettage. Nel caso l’infiammazione sia invece provocata da una diarrea ricorrente, in questo caso una semplice dieta appropriata può risolvere il probleFINE ma.
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HANNO COLLABORATO al numero 2_FEBBRAIO 2015 di SALUTE 10+ Dott. Andrea Baldisserri Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it Dott. Ugo Cimberle Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Garbagnati Carla Presidente GILS Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia Onlus
Dott.ssa Monica Negosanti Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione Dott. Marco Quarantini Medico Chirurgo spec. Odontostomatologia Centro Odontoiatrico Bononia - Bologna E-mail: marcosmile@libero.it Dott. Ernesto Sarracino Coordinatore pedagogico Comune di Russi e Faenza Pedagogista al centro per le famiglie del Comune di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668 Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica Skin Cancer Unit IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Progetto Melanoma Istituto Oncologico Romagnolo Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico
Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com Dott. Andrea Flamigni Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia Email: andrea.flamigni@terme.org
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I COLLABORATORI DI SALUTE 10+ Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it Dott.ssa Serena Bagli - Psicologa e Psicoterapeuta - Lugo Email: info@serenabagli.it - www.serenabagli.it Dott.ssa Letizia Bompani Ortodontista c/o Studio ABB - Faenza - Tel. 0546.623355 E-mail: info@studioabb.it Dott. Alberto Busilacchi - Maria Cecilia Hospital Cotignola Dott.ssa Chiara Bucherini - Biologa nutrizionista
Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia Email: andrea.flamigni@terme.org Dott. Vladimir Guluta Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com
Dott. Alessandro Repici Responsabile Endoscopia Digestiva Humanitas Milano Dott. Antonio Salzetta Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Presidio Ospedaliero di Faenza - Ausl Ravenna
Dott. Marco Ioni Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza - AUSL di Ravenna
Dott. Ernesto Sarracino Coordinatore pedagogico Comune di Russi e Faenza - Pedagogista al centro per le famiglie del Comune di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668
Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN, Società Italiana di Neonatologia
Francesco Spadoni - Tecnico ortopedico Email: francesco@ortopediaspadoni.it
Dott.ssa Enza Lamanna - Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it
Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica Skin Cancer Unit IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Progetto Melanoma Istituto Oncologico Romagnolo
Dott. Eugenio Bucherini - Angiologo Dott.ssa Letizia Bompani Ortodontista c/o Studio ABB Faenza - Tel. 0546.623355 - E-mail: info@studioabb.it
Dott. Luciano Lozio Docente universitario e consulente farmaceutico
Dott. Ugo Cimberle - Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it
Gianna Manna - Optometrista - E-mail: giannamanna@yahoo.it
Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403
Barbara Maioli Educatore Cinofilo APNEC nr. 043 - Reg. Emilia Romagna Disciplinato ai sensi della Legge nr. 4/2013 E-mail: barbara.maioli@alice.it
Dott. Pierpaolo Casalini Medico-Chirurgo U.O. Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Faenza - E-mail: pierpaolo.casalini@gmail.com
Dott. Andrea Maccolini Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Tecnobios Procreazione Bologna Consigliere CECOS Italia - Email: amaccolini@alice.it
Dott. Giorgio Maria Cicognani Medico Geriatra - AUSL Ravenna E-mail: giorgio.cicognani@fastwebnet.it Dott. Guido Cocchi Responsabile Centro Malformazioni Congenite e Amb/DH MR UO-Neonatologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna E-mail: guido.cocchi@unibo.it
Stefano Cresci Presidente AIDO Regionale Emilia-Romagna Dott. Sergio D’Addato Dip. di Scienze Mediche e Chirurgiche Università di Bologna - Ospedale Sant’Orsola Malpighi Dott. Calogero Di Stefano - Specialista urologo E-mail: loger99@libero.it
Gianna Manna - Optometrista - E-mail: giannamanna@yahoo.it Dott. Marco Manfrini - Specialista in terapie Chirurgiche Innovative
Alberto Mantovani Direttore Scientifico IRCCS - Istituto Clinico Humanitas e docente Humanitas University Dott. Giuseppe Morino - Responsabile di Educazione Alimentare Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, Roma Dott.ssa Monica Negosanti Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione Dott. Gianfranco Niedda - Otorinolaringoiatra E-mail: gianfranconiedda@tiscali.it
Dott.ssa Maria Cristina Digilio Dipartimento di Medicina Pediatrica IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma
Dott. Roberto Nonni - Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: rnonni@alice.it
Dott. Andrea Drei Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza E-mail: andrea.drei@alice.it
Dott. Marco Quarantini Medico Chirurgo spec. Odontostomatologia Centro Odontoiatrico Bononia - Bologna E-mail: marcosmile@libero.it
Prof. Marinella Di Stani Psichiatra Responsabile Ambulatorio del Comportamento Alimentare di Ravenna - AUSL Romagna
Dott.ssa Federica Piras - Medico Veterinario E-mail: st.fe@libero.it
Dott. Stefano Farioli-Vecchioli Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia - Centro Santa Lucia-EbriCNR, Roma - E-mail: stefano.farioli@inmm.cnr.it
Edda Plazzi Pisicologa e Psicoterapeuta di coppia per problemi sessuali e relazionali Cell. 333.6921234 - E-mail: eddaplazzi@hotmail.com
Dott. Maurizio Fontana Direttore U.O.C. Ortopedia Traumatologia Presidio Ospedaliero di Faenza
Dott. Giuseppe Plazzi Dipartimento di Scienze Neurologiche Università di Bologna - E-mail: giuseppe.plazzi@unibo.it
Dott. Stefano Stea Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola - www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it
Fabrizio Tagliavini Direttore Dipartimento Malattie Neurogenerative - Istituto Carlo Besta Doriana Togni - Bottega dei Servizi E-mail: info@bottegadeiservizi.it Dott. Gregorio Tugnoli Responsabile U.O.S.D. Chirurgia del Trauma Ospedale Maggiore, Azienda USL di Bologna E-mail: gregorio.tugnoli@ausl.bologna.it Dott.ssa Donatella Valmori Psicologa e Sessuologa E-mail: d.valmori@libero.it Dott.ssa Sara Vignoli Fisioterapista - Studio Medico Villa Ginanni Corradini Campiano - Cell. 345.2801470 - E-mail: vignolisara@gmail.com Dott.ssa Dalila Visani - Psicologa - Psicoterapeuta E-mail: dalila.visani@gmail.com Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata - E-mail: salutenaturasnc@alice.it
Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico www.dicasavismara.it Dott. Salvatore Voce Urologia - Azienda USL di Ravenna E-mail: ra.urologia@ausl.ra.it Dott. Alfonso Zaccaria Ex Direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia Azienda USL di Ravenna Dott.ssa S. Zamuner - Medico Nutrizionista E-mail: info@stefaniazamuner.it Dott. Franco Ziccardi - Medico di medicina generale Gruppo C.A.S.P.I.T.A. di Faenza E-mail: caspitafaenza@gmail.com Prof. Dott. Raul Zini Maria Cecilia Hospital Cotignola
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Via Lago di Como, 25 - 48122 Ravenna Tel. 0544.456766 - Fax 0544.451019 Direttore Sanitario Dr. Pier Luigi Fiorella Autorizzazione sanitaria n. PG6592 del 01/03/04
Il centro che si prende cura di te
PROGETTI SALUTE 2015 FINO AL 28 FEBBRAIO CHECK-UP PER IL CUORE
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