RAVENNA
MENSILE DI INFORMAZIONE SU SALUTE E BENESSERE - N. 7 - LUGLIO 2016
LA SFIDA AL DIABETE DI
CHIARA RICCIARDI
PAG.14
DA A
CESENA
SINGAPORE IN BICICLETTA
LA CARNE ARTIFICIALE IL FEGATO GRASSO
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LA SINDROME DEL BAMBINO SCOSSO LUIGI RAGAZZINI (centenario) LA DIARREA DEL VIAGGIATORE
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Nr. 7 - LUGLIO 2016 - www.salute10piu.it
BENESSERE
2 COME EVITARE I COLPI DI CALORE Dott. Maria Nives Visani ODONTOIATRIA
4 IMPIANTI DENTALI E OSTEOPOROSI Dott. Carlo Landi ALIMENTAZIONE
7 CARNE ARTIFICIALE di Tiziano Zaccaria MEDICINA INTERNA
11 FEGATO GRASSO Dott. Francesco Giuseppe Foschi IMPRESE
14 IN BICICLETTA, DA CESENA A SINGAPORE Chiara Ricciardi e Riccardo Rocchi NEONATOLOGIA
16 LA SINDROME DEL BAMBINO SCOSSO Dott. Mauro Stronati LONGEVITA’
18 LUIGI RAGAZZINI, ultracentenario di San Patrizio di Tiziano Zaccaria SALUTE
20 LA DIARREA DEL VIAGGIATORE Dott. Andrea Baldisserri SESSUOLOGIA
22 IL VACCINO ANTI HUMAN-PAPILLOMA-VIRUS Prof. Salvo Caruso OCULISTICA
24 ATTENZIONE AI LASER VERDI Dott. Ugo Cimberle ORTOPEDIA
26 PROTESI DI OSSO STAMPATE IN 3D SICUREZZA
27 LA GUIDA DISTRATTA di Fabio Lironzi PEDIATRIA
28 SALVA UNA VITA: una app per il primo soccorso di Anna Danieli I NOSTRI AMICI ANIMALI
30 PRONTO INTERVENTO se il tuo cane è in difficoltà Dott.ssa Alice Finazzer SALUTE 10+ - Anno 6 - N. 7.2016 - Aut. Trib. Ravenna n. 1381 del 23/11/2011 - www.salute10piu.it
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BENESSERE
METODI NATURALI PER EVITARE I
COLPI DI CALORE
AFA ed UMIDITA’ possono causare un improvviso abbassamento della pressione arteriosa, soprattutto nelle persone che tendono all’ipotensione costituzionale. Ecco alcuni rimedi offerti da vegetali e minerali per prevenire questa problematica.
Chi sono i soggetti favoriti e qual è una valida prevenzione?
Dott.ssa
Maria Nives Visani
Farmacista - Naturopata E-mail: salutenaturasnc@alice.it
L’arrivo del caldo e l’aumento dell’umidità che contraddistingue l’estate della Pianura Padana comportano un grosso lavoro da parte dei sistemi di termoregolazione ipotalamici del nostro corpo, costretti ad attivarsi per mantenere la temperatura corporea attorno ai 37°C. Si tratta di un processo che avviene mediante una dilatazione dei vasi sanguigni ed un aumento della sudorazione da parte delle ghiandole sudoripare, che assieme alle molecole d’acqua e ai sali minerali, in particolare sodio e potassio, eliminano anche una quota di calorie. Questo processo non avviene se la temperatura resta sotto i 30/32°C in assenza di umidità e attività muscolare. Se tuttavia i meccanismi di termoregolazione non vengono attivati, si può andare incontro al colpo di calore caratterizzato da mal di testa, affaticamento, stanchezza, confusione mentale e abbassamento della pressione arteriosa e in casi estremi collasso. 2
L’abbassamento della pressione arteriosa può non essere ben tollerata soprattutto da giovani e donne con tendenza all’ipotensione costituzionale. Si può intervenire in maniera naturale innanzitutto con un abbigliamento adeguatamente fresco, bevendo acqua minerale e alimentandosi con frutta e verdura fresche, anche sotto forma di estratti, centrifughe e succhi, con l’integrazione di Sali Minerali di Magnesio e Potassio Citrati, intervento di piante, di oligoelementi e di rimedi omeopatici.
Un aiuto dalla fitoterapia… Tra i macerati il Ribes Nigrum MG, è utile soprattutto perché sostiene la ghiandola surrenale responsabile della produzione di aldosterone, ormone che regola la pressione mediante il controllo e la ricaptazione del Sodio a livello dei tubuli renali. Questo macerato risulta utile anche per controllare la sintomatologia allergica. Un altro macerato glicerico è il Quercus Peduncolata, che come il Ribes Nigrum stimola il surrene.
…e dall’omeopatia. ELEUTHEROCOCCUS SENTICOSUS TM
Tra le tinture madri invece segnalo: Eleutherococcus Senticosus TM, chiamato anche Ginseng Siberiano, pianta di cui si utilizzano le radici, particolarmente studiata per la sua attività adattogena anabolizzante e contrastante lo stress in quanto svolge la sua azione a livello dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Aumenta inoltre il numero dei mitocondri a livello del tessuto cardiaco con conseguente aumento di produzione di ATP e quindi di energia e forza contrattabile del miocardio.
…dall’oligoterapia… In Oligoterapia un grande rimedio della Diatesi Distonica è il Mn-Co (Manganese-Cobalto) in fiale da assumere al mattino al risveglio e trattenere sotto la lingua per pochi secondi. Utile sia in casi di ipotensione ma anche di ipertensione soprattutto in soggetti con reattività cardiocircolatoria.
Anche Rosmarinus Officinali TM viene utilizzato in caso di ipotensione e come miglioratore dei processi digestivi del fegato e delle vie respiratorie. Così pure l’Artemisia Absintium TM sarà utile come amaro tonico in soggetti affaticati e con perdita di appetito ad esempio per anziani ed ipotesi. La Salvia Officinalis TM viene usata soprattutto in menopausa per controllare e regolare l’iperidrosi soprattutto ascellare.
Bio Make Up
TRISTEZZA E APATIA
AFFATICAMENTO, ASTENIA
Se l’astenia compare già al mattino si userà Cu Au Ag (Rame-Oro-Argento) sempre per uso sublinguale. I soggetti che giovano di questo oligoelemento e presentano stanchezza mattutina, occhi cerchiati, debolezza tipica della convalescenza e dell’anziano.
Dermocosmesi e Infanzia
Veterinaria
Sepia rimedio tipicamente femminile che si accompagna a tristezza, leggera depressione e voglia di solitudine con desiderio di sedersi per sfiancamento lombare e tendenza al prolasso degli organi pelvici. Anche Pulsatilla può essere usata per l’ipotensione soprattutto legata al connettivo debole con tendenza a varici ed ipotensione costituzionale; China Rubra se vi è stanchezza da eccessiva sudorazione con tachicardia, acufeni e sapore amaro in bocca; Ferrum Metallicum se il soggetto è pallido, soffre di ipotensione, FINE vertigini e irritabilità nervosa.
Fitoterapia e Omeopatia A LUGLIO,
Dr.ssa Maddalena Piffanelli:
laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (Università degli Studi di Ferrara) ed iscritta all’Ordine dei Farmacisti dal ‘97. Dopo una ventennale esperienza nel settore farmaceutico, dal giugno del 2015, è titolare e dirige la Parafarmacia Elisir di Ravenna ove, con professionalità e dedizione, mette a disposizione utili consigli per la tutela della salute e l’ottimizzazione del benessere corporeo.
Infine un breve cenno ai rimedi omeopatici tra cui: Kalium Phosphoricum soprattutto per soggetti che riferiscono insieme ad ipotensione calo di memoria, attenzione, irritabilità.
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ODONTOIATRIA
IMPIANTI DENTALI
E OSTEOPOROSI DENTE SANO
Dott.
Carlo Landi
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A cura di Barbara Gnisci. L’osteoporosi è una patologia consistente nella progressiva e generalizzata riduzione del tessuto osseo, che comporta un indebolimento della resistenza scheletrica. Si suddivide in osteoporosi primaria che rappresenta circa il 95% dei casi ed è per lo più legata a una riduzione degli estrogeni che calano drasticamente con la menopausa (riguarda quindi le donne). Viene comunque causata da diversi fattori, infatti la severità della sua manifestazione è correlata ad altre cause, ad esempio, uno scorretto stile di vita. Inoltre esiste l’osteoporosi secondaria determinata soprattutto dall’uso di alcuni farmaci come cortisonici e anticoagulanti, ma può essere anche la conseguenza di altre patologie come l’ipogonadismo e il mieloma multiplo. Negli stadi iniziali la malattia si presenta in modo asintomatico e spesso ci si accorge di esserne colpiti solo dopo una frattura che potrebbe verificarsi anche in seguito a un banale incidente. Alcuni distretti sono più colpiti di altri, in primis il femore, le costole e le vertebre. La patologia riguarda maggiormente il genere femminile, a partire dai 45 anni di età. 4
In caso di impianti dentali… …è importante tener conto della presenza dell’osteoporosi, infatti sebbene di per sé la patologia non rappresenti una controindicazione, l’assunzione di alcuni farmaci come i bifosfonati, (inibiscono il riassorbimento osseo), se utilizzati in dosi elevate, può interagire negativamente con l’inserimento di impianti a osteointegrazione. I bifosfonati sono infatti farmaci antifratturativi che alterano l’equilibrio del metabolismo dell’osso che è in continuo rimodellamento e riducono l’apporto ematico dell’osso stesso.
Mascella o mandibola SANA - OSTEOPOROTICA
Nei casi di impianti dentali, per integrare la vite implantare, è necessario un buon apporto di sangue, che se invece deficita si possono innescare dei fenomeni di distruzione ossea intorno all’impianto, con possibilità di creare dei veri e propri ‘buchi’, in alcuni casi rimediabili
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solamente con l’intervento del chirurgo maxillo-facciale. Le complicazioni dell’osteonecrosi sono più frequenti nella mascella piuttosto che nell’impalcatura inferiore della bocca, la mandibola.
Gli IMPIANTI DENTALI sono dei sostitutivi dei denti che hanno bisogno di una certa densità ossea per aderire fermamente. Protesi
ELEMENTI COSTITUENTI UN IMPIANTO DENTALE
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In caso di osteoporosi è importante conoscere il volume osseo della mandibola e/o della mascella, della sede quindi nella quale verrà posizionato l’impianto, ed è proprio per questo che quando un paziente ne è affetto deve comunicarlo tempestivamente all’odontoiatra che provvederà a prescrivergli una serie di controlli da effettuare.
Tra le analisi… …di ultima generazione c’è la CONE BEAM (questa rivista ha dedicato una parte di articolo a questa tecnologia diagnostica: vedi SALUTE 10+ n.2.2016 su http://www.salute10piu.it), una tecnica radiologica di scansione tomografia computerizzata che ha rivoluzionato la diagnostica odontoiatrica e maxillo-facciale rendendo disponibili ricostruzioni 3D delle strutture anatomiche esaminate. E’ inoltre disponibile il CTX (telopeptide C-terminale del collagene di tipo I), un marker sierico che monitora il processo di formazione e riassorbimento dell'osso e che dà informazioni a riguardo dell’osteonecrosi, letteralmente la morte del tessuto osseo, il rischio maggiore che si corre in questi casi. Un altro test utile è la mineralometria ossea computerizzata che si focalizza invece sulla quantità e sulla densità dei sali minerali presenti nelle ossa.
Cautela con i farmaci Bisogna comunque considerare da quanto tempo si stanno assumendo i bifosfonati, perché se il tempo di assunzione è minore ai tre anni, tutte le procedure di implantologia risultano sicure, mentre aumentano i rischi quando il farmaco è assunto da più di tre anni e l’intervento è addirittura sconsigliato quando i bifosfonati sono presi in concomitanza con gli steroidi.
In tali casi si dovrebbe procedere con la sospensione della terapia dei bifosfonati per almeno sei mesi prima dell’intervento, sostituirli con dei farmaci alternativi come lo stronzio ranelato, un farmaco osteoformativo, e procedere con un altro test diagnostico per evidenziare lo stato dell’osso prima di intervenire chirurgicamente. Il trattamento infine dovrebbe essere ripreso tre mesi dopo l’operazione. Inoltre è possibile anche un inserimento facilitato dell’impianto dentario attraverso una chirurgia guidata da mascherine create su immagini provenienti dalla Tac che possono fornire informazioni sulla qualità e sulla quantità dell’osso a disposizione.
Conclusione Proprio per predisporre un protocollo appropriato il chirurgo deve essere tassativamente informato della patologia quando è in atto e procedere di conseguenza, magari anche consultando il medico che segue il paziente, per evitare nelle successive settimane all’inserimento dell’impianto, l’osteonecrosi, una eventualità rara, ma che potrebbe sopraggiungere se c’è una mancata FINE comunicazione.
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ALIMENTAZIONE
CARNE ARTIFICIALE LA STRADA DEL FUTURO - Si potrà produrla in laboratorio, senza uccidere gli animali: gli americani ci sono già riusciti. E assicurano che è più sana di quella “tradizionale”.
di Tiziano Zaccaria E-Mail: zaccariatiziano@gmail.com Immaginatevi un pianeta che consuma carne artificiale, senza l’uccisione di miliardi di animali e senza l’enorme inquinamento ambientale prodotto dagli allevamenti intensivi. Fantascienza? Nient’affatto. Si fa sempre più concreta l’ipotesi di produrre carne in laboratorio a livello industriale. Nelle settimane scorse lo scienziato Uma Valeti, cardiologo, professore di medicina all’Università del Minnesota e co-fondatore della società statunitense Memphis Meats, ha annunciato di aver guidato un’équipe nella creazione di carne artificiale partendo da cellule staminali. Dopo averle identificate e prelevate dagli animali, queste cellule sono state “nutrite” con ossigeno e proteiene per un periodo da 9 a 21 giorni, crescendo fino a diventare un vero e proprio pezzo di carne.
Sulle tavole del mondo entro il 2021 Questa non è una novità recentissima: fin dagli anni Settanta se ne parla e le tecniche di creazione della carne sintetica negli Usa sono state approvate dalla Food and Drug Administration fin dal 1995. Occorre precisare che la carne sintetica non richiede tecniche di ingegneria genetica, pertanto non si tratta di un OGM, ma è formata solamente da cellule coltivate artificialmente.
Una volta che il processo è partito, è possibile continuare a produrre carne all'infinito, senza aggiungere nuove cellule da un organismo vivente. In teoria in laboratorio si può creare il tessuto muscolare di qualsiasi animale, incluso l'uomo: ciò apre la strada anche a possibili applicazioni mediche. Anche se a primo impatto l’idea di mangiare carne prodotta in laboratorio appare inquietante, questa novità ha un potenziale rivoluzionario per l’intero settore alimentare. Oltre a mettere fine alla macellazione degli animali e al problema dll’inquinamento ambien-
tale prodotto dagli allevamenti intensivi, «la carne prodotta in laboratorio non ha gli effetti dannosi della contaminazione batterica e dei tanti grassi saturi», ha affermato Uma Valeti, assicurando che «essa è identica come sapore e consistenza a quella “tradizionale”». Per ora la Memphis Meats sta lavorando sulla produzione di carni bovine, suine e di pollo, le più consumate nel mondo: «Il nostro obiettivo è arrivare a distribuire nei negozi entro il 2021 i primi prodotti artificiali… »SEGUE
DISGRAFIA Dott.ssa M. Germana Azzarello Consulente Grafologa Educatrice e Rieducatrice della scrittura. Associazione Nazionale Grafologi Rieducatori della Scrittura
Iscritta all’ANGRIS - nr.192 L. 4/2013.
- LA DISGRAFIA È UN DISTURBO DELL’APPRENDIMENTO CHE PUO’ ESSERE AFFRONTATO ESEMPIO DEL RISULTATO DI UNA RIEDUCAZIONE ALLA SCRITTURA: PRIMA DOPO
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salsicce, hamburger e polpette. Vogliamo fare per gli allevamenti animali ciò che i mezzi meccanici hanno fatto per i cavalli ed i buoi. Un giorno allevare animali per mangiarli diventerà impensabile, così come oggi è inconcepibile arare con un bue o spostarsi con un carro trainato da un cavallo».
E’ già scattata la concorrenza Negli Usa un’altra società sta già investendo da qualche anno in questa direzione. Si chiama Beyond Meat e fra i suoi soci figurano perfino i vertici di Twitter
ed il miliardario Bill Gates, fondatore e presidente onorario di Microsoft. Questo per rendere l’idea che non siamo di fronte a megalomani visionari, ma ad imprenditori di grande successo, pronti ad investire centinaia di milioni di dollari in questo progetto. In fondo, il settore della carne soltanto negli Stati Uniti vale circa 200 miliardi di dollari all’anno. Si capisce bene che catturare anche solo una parte di questo mercato, garantirebbe guadagni stratosferici.
Senza dubbio questo passaggio sarà ancora lungo e pieno di ostacoli, anche perché l’industria tradizionale della carne - milioni di persone che vivono nel settore, fra produzione, distribuzione e vendita dei prodotti animali – di sicuro non la prenderà bene. Nei prossimi anni potremmo assistere ad una battaglia senza tregua dal punto di vista mediatico, con i “tradizionalisti” che potrebbero cercare di screditare la carne artificiale a colpi di annunci allarmanti, magari sostenendo che provoca determinate patologie sulla base di studi compiacenti. Ma la linea del futuro è tracciata e, aldilà delle previsioni molto ottimistiche di Valeti, che stima in un solo quinquennio l’entrata in commercio della carne artificiale, sicuramente entro il 2030 arriverà sulle nostre tavole.
E la terra ringrazierà Ovvia la soddisfazione di vegani e vegetariani: questa storica novità da sola vale più di mille battaglie per la tutela degli animali. Ma non si tratta solo di una questione di etica animalista. Nei prossimi decenni, in virtù dell’aumento della popolazione mondiale (secondo le proiezioni, arriveremo a 9 miliardi di individui intorno al 2050 e a 10 miliardi entro il 2100) e del miglioramento delle condizioni di vita,
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l’innalzamento della domanda globale di carne provocherà l’aumento dell’inquinamento e del consumo di acqua, suolo ed energia. Per il nostro pianeta, diventerebbe una situazione insostenibile.
Oggi per produrre un kg di carne da macello servono 15mila litri di acqua e 20 metri quadrati di terreno: fino a dieci volte di più rispetto ai vegetali. Ecco perché, se vogliamo continuare a mangiare bistecche, occorre trovare alternative. E la carne ottenuta a partire da cellule staminali, è una possibilità. I ricercatori hanno già mostrato come l'impatto ambientale della carne sintetica sia significamente minore rispetto alla carne da macello. Secondo studi fatti ad Oxford ed Amsterdam, la produzione di carne sintetica richiederebbe solo il 2% di tutte le terre utilizzate attualmente dagli allevamenti intensivi, che sono responsabili del 18% dei gas serra totali.
Dunque la produzione di carne sintetica potrebbe essere la scelta ideale per un mondo sovrappopolato, permettendo grandi risparmi in termini di terra, energia ed acqua.
La competitività economica Nell’agosto 2013 lo scienziato olandese Mark Post della Maastricht University per primo aveva prodotto il primo hamburger da cellule staminali. Allora ci fu una reazione di sorpresa, ma anche di scetticismo, perché per fabbricare quei 140 grammi di manzo si erano spesi ben 250mila euro. Ora, in tempi brevi, il prezzo per produrre quello stesso hamburger potrebbe ammontare ad 8 euro. E’ questo il punto.
In pochi anni la carne artificiale dovrebbe diventare competitiva sul mercato: il suo costo potrebbe decrescere rapidamente grazie ai miglioramenti delle tecnologie produttive, fino ad essere considerata economica dai consumatori.
A quel punto, i giochi saranno fatti. Per Mark Post probabilmente ci vorrà un decennio prima che questo processo avvenga. Nel frattempo, anche le legislazioni degli Stati europei dovranno essere modificate ed adattate al nuovo prodotto alimentare. Il bioeticista australiano Julian Savulescu ha dichiarato: «La carne sintetica ferma le crudeltà nei confronti degli animali, migliora l’ambiente, può essere più sicura e salutare, perciò abbiamo l’obbligo morale di supportarla».
E alla lunga, anche l’attuale scetticismo dei gourmet potrebbe essere vinto. Del resto, un paio d’anni fa, sempre a proposito della questione dell’inquinamento ambientale provocato dagli allevamenti intensivi, la Fao aveva detto che per salvare il pianeta e combattere la fame nel mondo in futuro l’umanità dovrà iniziare a nutrirsi di insetti. E allora, piuttosto che mangiare termiti e cavallette, non sarà meglio un buon FINE filetto di manzo artificiale?
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MAL DI SCHIENA Consigli utili per mantenerla in salute Il mal di schiena, solitamente localizzato nella zona lombare, può avere diverse cause: una postura scorretta, problematiche a livello di rachide come ad esempio ernie o protrusioni discali o crolli vertebrali, ma anche difficoltà a livello viscerale. Una volta appurato che non siano presenti patologie, quindi in seguito ad un’accurata valutazione specialistica, è buona prassi prendersi cura della propria schiena con alcuni semplici esercizi che si possono fare per mantenerla in salute. Gli esercizi che vengono proposti mirano a mantenere, o recuperare per quanto possibile, una adeguata articolarità della colonna vertebrale e una buona elasticità e forza della muscolatura posteriore (soprattutto paravertebrale), con rinforzo anche della muscolatura anteriore (addominale) a scopo di stabilizzazione. Fondamentale è lo stretching, perché un muscolo per avere una buona capacità contrattile, e quindi adempiere alle sue funzioni, deve essere in grado anche di allungarsi adeguatamente. Inoltre, spesso, posture per così dire viziate e non fisiologiche sono dovute a retrazioni muscolari che influenzano la funzionalità del sistema. STRETCHING DELLA MUSCOLATURA DELLA SCHIENA
STRETCHING DEI MUSCOLI ISCHIO-CRURALI Questo esercizio prevede l’allungamento della parte posteriore della coscia. Si procede stendendo le gambe e cercando di raggiungere con le mani la punta dei piedi. L’esercizio si può eseguire a tappeto o in piedi ma, inizialmente, si può fare anche dalla posizione seduta.
RINFORZO DELLA MUSCOLATURA Importante per la stabilizzazione di tutta la zona lombare (sia anteriore che posteriore) è il rinforzo della muscolatura addominale e del pavimento pelvico, in sinergia con la muscolatura paravertebrale e glutea posteriore. La contrazione di questa parte muscolare soprattutto durante sforzi intensi come il sollevamento di pesi importanti è fondamentale per ridurre il rischio di danni alla nostra colonna vertebrale.
Questo esercizio, detto anche posizione di Maometto, si esegue partendo dalla posizione in ginocchio, appoggiando i glutei sui talloni. In seguito ci si allunga in avanti sul tappeto, in modo da estendere tutta la parte posteriore della schiena.
CONSIGLI - Durante le attività della vita quotidiana, dalle pulizie al prendere in braccio un bambino, sarà necessario seguire poche semplici regole che ci aiuteranno a preservare la salute della nostra schiena. Fondamentale flettere le gambe per sollevare pesi o per svolgere lavori come ad esempio lavare i pavimenti, per non sovraccaricare la schiena. Evitare movimenti in torsione che, soprattutto se effettuati velocemente, possono dare origine a cosiddetti blocchi vertebrali con contrattura muscolare e dolore. È altresì importante che gli esercizi vengano svolti correttamente, quindi è sempre consigliabile farsi indirizzare da un fisioterapista riguardo agli esercizi da eseguire anche in autonomia a casa e alle posture da mantenere durante le attività quotidiane.
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MEDICINA INTERNA
FEGATO GRASSO La sua denominazione scientifica è STEATOSI EPATICA: è causatada un’alterazione del metabolismo lipidico. Alla base possono esserci diverse malattie, come il diabete o l’anemia. Tuttavia anche una dieta squilibrata può determinare questa malattia.
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Con il termine “Non alcoholic liver disease” (NALFD) si intendono le complicanze relative all’accumulo di grasso, che determinano un quadro patologico molto simile alla malattia epatica indotta dall’abitudine etilica, ma colpisce chi non fa uso improprio di alcol. Infatti, la NAFLD consiste in uno spettro di alterazioni epatiche, che vanno dall’accumulo di lipidi nelle cellule del fegato (steatosi semplice), all’infiammazione del fegato (steatoepatite non alcolica - NASH), fino alla fibrosi avanzata e perfino alla cirrosi. Quest’ultima può evolvere in quadri estremamente gravi, rappresentati dall’epatocarcinoma (tipo di tumore al fegato) e dall’insufficienza epatica.
Il fegato normalmente contiene grasso, ma se questo rappresenta più del 5-10% del suo peso, si è in presenza di una Steatosi epatica, o “Fegato grasso”. Le modificazioni degli stili di vita hanno un importante impatto su alcuni parametri quali glicemia, colesterolemia, trigliceridemia, pressione arteriosa e peso corporeo. Le alterazioni di questi parametri tendono spesso a raggrupparsi insieme. Oggi si parla di Sindrome Metabolica (SM), definita come l’insieme di fattori di rischio metabolici che sembrano avere un ruolo diret-
Obesità ginoide Sotto il girovita
LA SINDROME METABOLICA NELL’UOMO E NELLA DONNA PROVOCA UN’OBESITA’ DISTRIBUITA DIVERSAMENTE
to nello sviluppo della malattia cardiovascolare aterosclerotica. Soggetti affetti dalla Sindrome Metabolica risultano “apparentemente sani”, ma presentano un aumentato rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2, oltre ad avere la NAFLD (complicanza da fegato grasso). »SEGUE
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Una malattia “moderna” Negli ultimi decenni si sono verificate drammatiche modificazioni degli stili di vita, che interessano da una parte le nuove abitudini alimentari e dall’altra la spesa energetica legata all’attività fisica. In particolare, c’è una chiara tendenza al consumo di diete ipercaloriche e ricche di grassi, parallelamente alla riduzione dell’attività fisica. Quando non si riesce a processare tutte le calorie introdotte sotto forma di zuccheri o grassi, queste si accumulano nel fegato in eccesso.
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L’epidemiologia Si stima che la NAFLD interessi il 2030% della popolazione americana e di altri paesi occidentali, e la sua incidenza probabilmente aumenterà con l’aumento spaventoso dell’obesità in queste popolazioni. La prevalenza risulta ancora più alta in soggetti obesi e raggiunge percentuali impressionanti di 57.575%. I dati sono molto preoccupanti nella popolazione pediatrica, in quanto la prevalenza stimata della NAFLD è del 3-10%, e ancora più alta tra bambini obesi.
I meccanismi patogenetici La maggior parte dei soggetti affetti dalla NAFLD sono apparentemente sani, asintomatici e non presentano sintomi o segni clinici di malattia epatica al momento della diagnosi. Solo una minoranza di loro lamenta uno stato di malessere o di affaticabilità ed un senso di peso nel quadrante addominale superiore di destra. La steatosi epatica può danneggiare il fegato per anni o decenni senza causare alcun sintomo. Se la malattia peggiora, si può provare affaticamento, calo di peso, debolezza e confusione.
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Dal momento che la NAFLD nella maggior parte dei casi risulta asintomatica, è chiaro che il più delle volte la sua diagnosi è casuale, in seguito al riscontro di alterazioni laboratoristiche e/o radiologiche. I meccanismi patogenetici alla base della NAFLD restano in gran parte sconosciuti. Ancora oggi non è del tutto chiaro perché alcuni soggetti affetti da steatosi semplice sviluppino steatoepatite e tra questi soltanto alcuni sviluppino una malattia epatica avanzata, mentre altri no. Infatti, circa la metà dei pazienti con NASH sviluppa fibrosi, il 15% sviluppa cirrosi e il 3% può progredire in insufficienza epatica terminale che necessita di trapianto.
Fegato normale
Fegato “grasso”
Il primo passo per la genesi della NAFLD è rappresentato dall’accumulo epatico di trigliceridi che in un secondo momento può generare l’infiammazione (NASH).
L’Obesità e il diabete favoriscono l’accumulo dei trigliceridi a livello intraepatico.
Queste due condizioni sono associate alla presenza di insulino resistenza intesa come la ridotta sensibilità o responsività alle attività metaboliche dell’insulina, quali la captazione di glucosio da parte dei tessuti periferici (soprattutto muscolare ed adiposo). Possiamo perciò capire come in condizioni di insulino resistenza, in cui i tessuti periferici rispondono in maniera inappropriata alla stimolazione insulinica, i livelli di glicemia si mantengano elevati e aumenti la dismissione in circolo di grassi liberi da parte del tessuto adiposo. Oggi è chiaro che a livello cellulare i meccanismi alla base della progressione della malattia sono multifattoriali e dipendono da numerose interazioni tra fattori genetici, ambientali e comportamentali.
Prognosi La prognosi di questa patologia dipende fondamentalmente dal quadro istopatologico (variazione microscopica dei tessuti organici) e la rilevanza di questo spettro di malattie deriva dalla sua potenziale evoluzione verso la cirrosi, l’insufficienza epatica e l’HCC (tumore maligno del fegato). La steatosi semplice può rimanere tale per molti anni avendo un decorso relativamente benigno, non associato ad aumentato rischio di morte. Cionostante, un’elevata percentuale di soggetti affetti da steatosi sviluppano un quadro di NASH (infiam-
mazione del fegato o steopatite non alcolica), che a sua volta può progredire rapidamente in un quadro di fibrosi e cirrosi, ed è associata a tassi di mortalità maggiori. La percentuale di progressione della steatosi epatica verso la cirrosi è bassa, circa 1,5%. Ma dobbiamo ricordare che la prevalenza della steatosi nella popolazione è molto alta, dato che rende questo rischio molto rilevante. Come abbiamo visto in precedenza, la NASH porta allo sviluppo di fibrosi nel 30-50% dei casi, e di cirrosi nel 15% dei casi. Il 3% dei pazienti affetti da NASH svilupperanno insufficienza epatica terminale. Vista la notevole variabilità nella prognosi delle varie forme di NAFLD, risulta molto importante l’identificazione dello stadio di malattia epatica rappresentato dal grado di fibrosi. La valutazione della fibrosi epatica fornisce importanti informazioni non solo di carattere diagnostico, ma anche per quanto riguarda le decisioni terapeutiche. La fibrosi per molti anni era considerata un’alterazione irreversibile, ma oggi sappiamo che si tratta di un processo dinamico che può risolversi nel 62-67% dei casi. Con la progressione della fibrosi ed eventualmente della cirrosi però, la reversibilità del quadro diventa sempre meno probabile. La diagnosi di cirrosi inoltre ci consente di mettere in atto trattamenti che hanno lo scopo di prevenire le sue complicanze.
La biopsia epatica consiste nel prelevare un campione di tessuto dal fegato attraverso un piccolo ago.
Il tessuto epatico prelevato viene poi inviato al laboratorio per essere successivamente analizzato.
Gli strumenti per definire la fibrosi sono caratterizzati in primis dalla biopsia epatica, considerata il Gold Standard per la conferma diagnostica e per la valutazione della gravità della necrosi, dell’infiammazione e della fibrosi. La biopsia svolge un ruolo importantissimo sopratutto per la diagnosi di fibrosi in fase precoce. Ciononostante, oltre al suo costo elevato, essendo una metodica invasiva, la biopsia non è priva di complicanze. In secondo luogo, vi possono essere anche dei Marcatori sierologici indiretti di fibrosi epatica; vari parametri sono stati utilizzati nel corso degli anni col tentativo di determinare, in modo approssimativo, lo stadio della fibrosi. Allo stato attuale si può dire che i vari modelli non sono in grado di identificare l’esatto grado della fibrosi. Il loro vantaggio principale deriva dalla capacità di distinguere tra quadri con fibrosi significativa e quadri senza fibrosi o con fibrosi lieve. In tal modo riducono la necessità di eseguire biopsie epatiche.
Nonostante tutti i vantaggi, questi modelli basati su marcatori sierologici non possono ancora, da soli, rappresentare un’alternativa alla biopsia epatica. Il ruolo delle metodiche radiologiche è quello di confermare la presenza di cirrosi in caso di sospetto clinico. L’Ecografia è comunemente il primo esame clinico di un paziente con malattia epatica diffusa. I vantaggi della ecografia sono dati dalla sicurezza, dal basso costo, e dalla disponibilità.
I trattamenti A tutt’oggi il trattamento più efficace del fegato grasso e delle sue complicanze è legato alle modificazione degli stili di vita, intendendo un corretto regime dietetico associato ad una costante attività fisica aerobica (corsa, camminata veloce, bicicletta o nuoto), che determina un calo graduale e progressivo del peso. Per quanto riguarda il consumo di alcol, dovrebbe essere vietato in tutti i pazienti con una epatopatia. Vi sono farmaci come gli integratori antiossidanti che hanno dimostrato efficacia sull’infiammazione epatica e meno sulla fibrosi. Il trattamento del diabete e i farmaci ipolipolipemizzanti costituiscono un essenziale approccio qualora sia presente il diabete o una dislipidemia. Infine, nelle persone molto obese, in caso di insuccesso delle modificazione degli stili di vita e dei farmaci, si può ricorrere alla chirurgia bariatrica, o bypass gastrico. FINE
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DOTT.SSA ELISABETTA GIUSTI
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IMPRESE
DA A
CESENA
SINGAPORE
IN BICICLETTA Lei è CHIARA RICCIARDI, ingegnere edile, con
lo sport nel sangue e il diabete tipo 1. Lui è RICCARDO ROCCHI, fotografo professionista. Insieme hanno deciso di fare un lunghissimo viaggio di 18.000 km sulle due ruote, dalla Romagna al Sud Est Asiatico. Ecco perchè.
Chiara Ricciardi - Ingegnere edile Riccardo Rocchi - Fotografo professionista “For a piece of cake”: per una fetta di torta. E’ questo il nome del viaggio in bicicletta lungo 18.000 km, da Cesena a Singapore, pedalando in totale autonomia, che abbiamo deciso di fare. Dall’Italia alla Turchia lungo i Balcani, per poi proseguire attraverso l’Iran fino a Dubai, a 7000 km da casa. In Oman ci imbarcheremo alla volta di Mumbai, India. Per oltre 4.000 km pedaleremo nel nord dell’India fino a raggiungere la Birmania, la nostra porta d’accesso al sud-est asiatico. Thailandia, Laos, Cambogia e Malesia ci accompagneranno per gli ultimi 6000 km fino a Singapore. Pedaleremo per oltre 18000 km verso est, fin dove c’è terra, per una fetta di torta. Perché? La fetta di torta è un piacere scontato per molti, ma non per tutti. Chiara ha il diabete di tipo I e i carboidrati sono un nemico da affrontare a colpi di insulina e pedalate. L’attività fisica, infatti, nelle persone diabetiche riduce sensibilmente il fabbisogno di insulina. La bicicletta per noi non è mai stato uno sport ma un mezzo di trasporto, una chiave d’accesso ad una dimensione lenta e profonda dove è concesso il tempo per confrontarsi. Ci piace pensare alla bicicletta come ad una combinazione di rivoluzioni: quelle dei pedali e dei copertoni, che connettono i nostri piedi alla terra senza toccarla e la nostra fatica allo spazio. 14
Il progetto Nella primavera 2015 abbiamo superato con successo l’ultimo test di fattibilità: in 26 giorni abbiamo coperto in bicicletta i circa 1600 km che dividono Trieste da Patrasso (Grecia) senza nessun supporto. La nuova partenza per Singapore è prevista a fine giugno 2016, da Cesena. La tabella di marcia prevederà circa 1600 km mensili. La scelta della data di partenza è funzionale alle aree climatiche che incontreremo lungo il percorso. L’estate permetterà di attraversare i Balcani senza imbatterci nelle gelide temperature invernali.
Il lungo tratto turco, lungo la costa del Mar Nero, ci metterà invece alla prova con alte temperature è ci imporrà un’attenta conservazione dell’insulina. Circa due mesi per attraversare l’Iran durante l’autunno, quando sarà ancora caldo, ma con temperature lontane dai picchi estivi. Alcune zone dell’Iran infatti, in estate, sono tra le più calde del mondo. Dubai è Oman saranno una breve parentesi prima di affrontare oltre 4000 km di India. Secondo i nostri piani arriveremo a Mumbai a Novembre, periodo che corrisponde alla fine delle piogge monsoniche in India.
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L’organizzazione
Percorreremo un lungo arco nel nord del paese e attraverseremo, tra le altre città, Agra, Jaipur e Varanasi. Ci addentreremo nello stretto lembo di terra indiano che divide il Bangladesh dal Buthan, fino alla remota regione al confine con il Myanmar (Birmania). Solo recentemente il Myanmar ha aperto i suoi confini terrestri agli stranieri, il che ci permetterà, in 28 giorni, di percorrere i 1700 km fino al confine con la Thailandia. Rispettando queste tempistiche arriveremo nella parte alta del sud-est asiatico in piena “dry season” (Gennaio/Aprile 2017), in modo da poter pedalare agevolmente in Myanmar, Thailandia, Laos e Cambogia. Marzo ed aprile saranno due mesi molto caldi, subito prima dell’inizio delle piogge. Da Bangkok scenderemo lungo la costa della penisola thailandese prima e malese poi, evitando le zone di conflitto nel sud della Thailandia. In Malesia le piogge saranno inevitabili. Dopo circa un anno dalla prima pedalata in Italia e dopo 18000 km rotolati sotto le ruote attraverseremo il ponte che collega la Malesia a Singapore.
Chiara è supportata dai medici diabetologi Paolo Di Bartolo (Direttore U. Operativa Diabetologia c/o Ospedale Santa Maria delle Croci - Ravenna) e Tosca Suprani (responsabile dell’ambulatorio di diabetologia pediatrica c/o Ospedale M. Bufalini di Cesena), quattro occhi vigili su questa lunga avventura. È stato studiato un sistema per lo stoccaggio dell'insulina in viaggio a corretta temperatura ed è stata pianificata una rete per l’approvigionamento periodico dei presidi diabetici lungo il percorso. Per la pianificazione inerente alla sfera sport/diabete ci siamo avvalsi della consulenza di Marco Peruffo, atleta diabetico che ha scalato vette da 8000 metri senza ossigeno. Marco vanta numerose esperienze “estreme” in compagnia del diabete e sarà in contatto con noi durante il viaggio. FINE SAREMO ATTIVI SUI SOCIAL NETWORK CON PROFILI DEDICATI. Facebook: https://www.facebook.com/forapieceofcake/ Instagram: https://www.instagram.com/forapieceofcake/ Twitter: https://twitter.com/forapieceofcake Il nostro sito www.forapieceofcake.com ospiterà i contenuti più strutturati, sia testuali che fotografici, del nostro diario di viaggio. I social network offriranno post e aggiornamenti più frequenti. Collaboreremo periodicamente anche con Diabete.com, il principale portale italiano sul diabete, che pubblicherà gli articoli di Chiara sul tema del diabete.
CHI SONO I PROTAGONISTI DI QUESTA AVVENTURA? Chiara scopre ad 11 anni di soffrire di diabete. Per dare coraggio ad una famiglia più spaventata di lei, si fa da sola la prima iniezione di insulina. Nel 2007 le semplifica la vita il microinfusore, dispositivo che consente l’infusione continua di insulina nel tessuto sottocutaneo. Una grande passione per la ginnastica artistica, il calcolo dei carboidrati spiegato da un’equipe medica competente e la cucina sana della mamma hanno reso naturale la convivenza con un pancreas pigro. Il diabete ha accompagnato Chiara nei campi scout, sul surf tra le onde dell’Indonesia, nello studio tra Bologna, Lisbona, Sydney e New Mexico fino alla laurea (con lode), e poi ancora in viaggio, stavolta sui pedali e con Riccardo, dall’Italia alla Grecia. Perchè fermarsi? Chiara non vuole sconfiggere il diabete, ma dimostrare che può essere un compagno di strada. Di ogni pedalata tra Cesena e Singapore. Riccardo ha alle spalle 7 anni di attività come fotografo professionista. E’ titolare dello Studio 2rph a Cesena e si è formato come post-produttore presso lo studio di Paolo Pellegrin (Magnum Photos) a Roma. Ha realizzato reportage in numerosi paesi tra cui Albania, Cambogia e Laos, pubblicati su Sette – Corriere della Sera (Italia), Le Journal de la Photographie (Francia), Rhythms Monthly (Taiwan), UA Magazine (Canada).
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NEONATOLOGIA
LA SINDROME DEL BAMBINO SCOSSO
CAUSE, CONSEGUENZE e PREVENZIONE della “SHAKEN BABY”.
I fattori di rischio…
Dott.
Mauro Stronati
Presidente S.I.N Società Italiana Neonatologia
La Shaken Baby Syndrome, ovvero “sindrome del bambino scosso”, indica le forme di abuso legate ad un violento scuotimento del bambino, con conseguente trauma sull’encefalo e successive sequele neurologiche. Oggi si preferisce adottare anche la definizione di Abusive Head Trauma (AHT), per sottolineare come non solo lo scuotimento, ma anche un impatto traumatico, o la combinazione di entrambi i meccanismi, possano essere alla base di tale patologia. Al di là della definizione, la sindrome del bambino scosso rappresenta una forma di maltrattamento che può avere conseguenze drammatiche e la cui reale incidenza è davvero difficile da stabilire, non solo per la complessità della diagnosi, ma anche perché molte vittime non giungono all’attenzione dei medici.
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…che aumentano la probabilità di AHT sono: famiglia mono-genitoriale, età materna inferiore ai 18 anni, basso livello di istruzione della madre, uso di alcool o sostanze stupefacenti, disoccupazione, episodi di violenza in ambito familiare e disagio sociale. Anche condizioni socioeconomiche scadenti comportano un rischio maggiore di violenza, a volte anche “inconsapevole” da parte di genitori esasperati, al solo scopo di consolare il pianto ininterrotto del neonato.
A tal proposito bisogna ricordare che piangere è l’unico strumento che il neonato ha per comunicare: può avere fame, sonno, caldo, freddo, il bisogno di essere cambiato o semplicemente di coccole e di un contatto fisico per essere rassicurato.
Qualunque sia il motivo, non bisogna mai scuoterlo per calmarlo.
muscoli del collo ancora non sono in grado di sostenerlo adeguatamente.
Anche se può sembrare un gesto banale, i danni sul bambino possono essere gravissimi, come nei casi di ematoma subdurale (conseguente al trauma cranico), edema cerebrale ed emorragia retinica. Queste problematiche sono tutte da attribuire allo “scuotimento” del bambino, che nei casi più gravi possono portare addirittura alla morte.
Le conseguenze cliniche… …immediate sono vomito, inappetenza, difficoltà di suzione o deglutizione, irritabilità e, nei casi più gravi, convulsioni e alterazioni della coscienza, fino all’arresto cardiorespiratorio. A lungo termine i bambini possono presentare difficoltà di apprendimento, cecità, disturbi dell’udito o della parola, epilessia, disabilità fisica o cognitiva. E’ importante non sottovalutare i primi segni da parte del piccolo, campanello d’allarme per una corretta diagnosi. Da un recente studio condotto in Scozia, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Svizzera, l’incidenza di AHT sarebbe di 14.7-38.5 casi/100.000 bambini. Il 25-30% delle piccole vittime muore e solo il 15% sopravvive senza esiti.
È molto difficile dire quanto violento o quanto protratto debba essere lo scuotimento per causare danno. Dalle “confessioni” dei responsabili, si evince che di solito il bambino viene afferrato al torace o alle braccia e scosso energicamente per 4-20 secondi. L’impatto con una superficie rigida non è necessario e questo giustifica la possibile assenza di segni esterni evidenti. Si tratta in genere di bambini tra i 4 e i 6 mesi, non solo perché essi necessitano di cure costanti che possono esasperare genitori fragili, ma anche perché il loro capo è pesante rispetto al corpo e i
In Italia non esistono dati certi sul fenomeno, si ritiene che l’incidenza possa essere di 3 casi ogni 10.000 bambini di età inferiore ad un anno, ma il dato potrebbe rappresentare solo la punta di un grande iceberg sommerso. FINE
“Il neonatologo deve sempre aver presente la sindrome del bambino scosso, poiché questi casi di violenza sono meno rari di quanto si pensi e non possono sfuggire al sospetto del medico, che deve denunciare il reato alle autorità, come previsto dalla legge, afferma il Presidente della Società Italiana di Neonatologia Mauro Stronati, ma ha anche l’obbligo di informare adeguatamente i genitori sui danni che uno scuotimento può provocare. In molti studi si dimostra, infatti, come i genitori dichiarino di scuotere i loro figli solo per calmarli, inconsapevoli della gravità di un simile intervento. Una corretta e completa informazione ai genitori e alle famiglie è quindi importante affinché un gesto, a volte inconsapevole o addirittura benevolo, non si trasformi in un grave danno per il neonato.” La Società Italiana di Neonatologia si è fatta portavoce di una campagna di sensibilizzazione al problema, in collaborazione con Terre des Hommes, che prevede anche la distribuzione di materiale informativo presso tutte le Neonatologie italiane.
Il centro che si prende cura di te Via Lago di Como, 25 - 48122 Ravenna Tel. 0544.45.67.66 - Fax 0544.45.10.19 Cosa’è Mindfullness? È una forma di meditazione che nulla ha a che fare con ideologie religiose o forme di trance, che si sostanzia nel prestare, nel momento presente, attenzione a quattro elementi: il proprio corpo, le proprie percezioni sensoriali (fisiologiche, fisiche e psicologiche appartenenti agli ampi domini del piacevole, spiacevole, misto e neutro), le formazioni mentali (ad es. la rabbia, il dolore o la compassione) e gli oggetti della mente (ogni formazione mentale ha un oggetto, si è arrabbiati con qualcuno e per qualcosa ecc…). L’osservazione di questi elementi della propria esperienza soggettiva avviene in uno stato di autentica calma e gentilezza, nel quale si accetta ciò che viene osservato per quello che è, consentendo ai cambiamenti di avvenire naturalmente, senza ostacolarli né promuoverli ed evitando la solita resistenza o il solito giudizio che causano ulteriore sofferenza.
Direttore Sanitario Dr. Pier Luigi Fiorella Specialista in Medicina dello Sport e Cardiologia Autorizzazione sanitaria n. PG6592 del 01/03/04
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Programma A cosa e a chi serve Mindfulness? Il corso si svolge in 8 incontri della durata di circa 1 ora E’ utile a chiunque desideri trascendere le proprie limie mezza. E’ prevalentemente esperenziale, integrato tazioni e raggiungere un livello più alto di benessere. da approfondimenti teorici e di condivisione tra i par- Una maggiore capacità di padroneggiare le situaziotecipanti di momenti sensoriali, emotivi e cognitivi. ni difficili della vita, L’obiettivo è: acquisire competenze pratiche specifiche Un maggiore potere di gestione dei conflitti e dei per imparare ad affrontare situazioni difficili e/o problemi ordinari e straordinari, stressanti; esercitare la consapevolezza degli stati Una nuova capacità della mente di sostituire le emomentali, sensoriali ed emotivi; raggiungere uno stato zioni distruttive, che portano ansia e depressione, con di equilibrio mente/corpo attarverso la messa a fuoco modi di essere più costruttivi, che promuovono l’adate la gestione delle emozioni e dei pensieri disturban- tabilità, la comprensione e la saggezza. ti. Quali sono i disturbi per cui Mindfulness risulta utile? Stress: disturbi psicosomatici come colite, asma, psoriasi; disturbi del sonno, difficoltà di memoria e concentrazione; malattie croniche, malattie dolorose, problemi cardiaci, ipertensione. Disagio psicologico: ansia, depressione, attacchi di panico, insonnia Situazioni critiche: separazioni, lutto, problemi relazionali di coppia, sterilità, mobbing - Tutti coloro che vogliono migliorare la loro qualità della vita. Dott.ssa Emanuela Grazzini – Psicologa – Psicoterapeuta - Socio Centro Italiano Studi Mindfullness (CISM).
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LONGEVITA’
I105ANNI DI GINO AD CASANTÈIN
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E’ il soprannome di LUIGI RAGAZZINI, nato nel 1911 a San Patrizio ma residente da tempo a Lavezzola. Ha lavorato come contadino e mercante di bestiame. Fino a 103 anni andava a fare la spesa in bicicletta.
di Tiziano Zaccaria
Nella sua lunga vita…
E-Mail: zaccariatiziano@gmail.com
…Gino ad Casantèin ha conosciuto molti sacrifici: «Finita la quarta elementare, mi sono messo a lavorare come mercante di bestiame. Da giovanotto facevo lunghe trasferte a piedi, con le bestie appresso, per recarmi ai mercati del bolognese - racconta Gino, che per hobby ha fatto anche il domatore di cavalli “a pelo” (senza sella) - La domenica partivo con le mucche da San Patrizio intorno alle sei di sera. Arrivavo a Castel San Pietro alle tre di notte, per essere pronto a contrattare e vendere gli animali all’alba del lunedì. Poi dovevo tornare a casa. Insomma, fatiche incredibili. Credo però che quelle camminate abbiano contribuito a mantenermi in forma».
Il lavezzolese Luigi Ragazzini, meglio conosciuto da sempre come “Gino ad Casantèin”, ha raggiunto in buona forma il traguardo dei 105 anni. Nato nella frazione conselicese di San Patrizio il 14 febbraio 1911 da genitori contadini, aveva due fratelli e tre sorelle. Ha lavorato a lungo come coltivatore diretto e mercante di bestiame. Nel 1940, a 29 anni, sposò Dafne Cavalazzi, che aveva conosciuto per lavoro a San Bernardino di Lugo. Nel 1954 si è trasferito con la famiglia a Lavezzola, dove vive tuttora. Da sua moglie, scomparsa nel 2004 a novantadue anni, ha avuto due figli, Maria ed Enrico.
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A centocinque anni… …se si esclude le difficoltà a muoversi autonomamente, un po’ di sordità ed una vista non più brillante, acciacchi normali e fisiologici in una persona della sua età, gode ancora di una discreta condizione di salute.
A ottant’anni… …è stato operato per una ciste al fegato, dalla quale è guarito bene. Oggi non vede quasi mai i medici: gli bastano una pastiglia quotidiana di cardioaspirina e buone abitudini alimentari per stare bene. «A tavola, per la verità, mangio quello che mi danno - scherza – Preferisco molta verdura, anche se davanti a un piatto di cappelletti in brodo e un pezzo di parmigiano non mi tiro indietro. Bevo molta acqua e poco vino, al massimo un mezzo bicchiere a pasto». Fino a 103 anni, partendo dalla sua casa di campagna in via Bisa, si recava in bicicletta fino al centro di Lavezzola a fare la spesa, percorrendo tra andata e ritorno almeno un paio di chilometri. Alla domanda su quale sia il segreto di tanta longevità, Luigi non ha dubbi: «Una vita regolare, senza stravizi, ma anche molta fortuna».
“Gino ad Casantèin”… …a dispetto della sua età, sorprende per simpatia e lucidità.
IL SIGNOR GINO FESTEGGIA CON FIGLI E NIPOTI
Ricorda per esempio ancora bene il suo matrimonio con Dafne, datato gennaio 1940: «Quel giorno c’era la neve alta. Ci sposammo nella chiesa di San Bernardino un lunedì mattina, alle 7.30, perché il taxi che avevo prenotato poteva portarci là soltanto a quell’ora». Gli è rimasto impresso nella memoria anche il passaggio del Fronte durante la Seconda guerra mondiale: «I tedeschi ci buttarono fuori da casa, per allestirci un loro comando militare. Con la mia famiglia andai a vivere in un capanno di un vicino.
Dopo la guerra rientrammo nella nostra abitazione, ma non c’era rimasto nulla: i tedeschi ci avevano portato via tutte le mucche e tutte le provviste. Dovemmo ripartire da zero. Con il lavoro, piano piano, ci rimettemmo in piedi». Un aneddoto più recente risale alla scorsa ricorrenza dei defunti, quando la nipote Marzia ha chiesto a Gino di andare con lei al cimitero di Lavezzola per fare visita a sua moglie Dafne. Secca la riposta del nonno: «No, non vengo! Stai a vedere che poi mi tiene là!». FINE
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SALUTE
LA DIARREA DELVIAGGIATORE Questo disturbo può rovinare le vacanze, soprattutto in luoghi esotici, con scadenti condizioni igieniche.
Dott.
Andrea Baldisserri
Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it
Durante un viaggio all’estero in una meta esotica, un turista su cinque si vede rovinare la vacanza dalla cosiddetta “diarrea del viaggiatore”. Si tratta di un’aumentata frequenza dei movimenti intestinali, che portano a tre o più evacuazioni di feci poco formate al giorno. Lo spettro delle sue presentazioni può andare da forme lievi a casi gravi, che possono complicarsi con squilibri idroelettrolitici, sepsi e perforazione intestinale. Ecco come prevenire e trattare questa problematica.
La diffusione I Paesi più a rischio sono quelli del sud e sud-est asiatico, dell’America centrale, dell’Africa settentrionale, orientale e occidentale, e del Sud America. Vengono considerati a rischio intermedio Sud Africa, Caraibi, Russia e Cina. Anche viaggiare in economia rappresenta un fattore di rischio: in genere i saccopelisti corrono un rischio doppio dei viaggiatori di fascia alta. Ma pure i crocieristi non ne sono esenti: sulle navi da crociera a volte possono verificarsi epidemie di gastroenteriti virali e batteriche. Resta sempre valido il consiglio di evitare insalate e verdure crude, frutti di mare e carni poco cotte. A rischio par20
ticolare sono i bambini sotto i 6 anni. Esiste anche una predisposizione genetica: i soggetti con gruppo sanguigno 0 (zero) sono più esposti alla shigellosi e alle forme gravi di colera.
Le cause In molti casi le cause restano un mistero, anche perché al ritorno in patria molto spesso i sintomi sono scomparsi. Comunque, si tratta quasi sempre di batteri, soprattutto dell’Escherichia coli enterotossica, o dell’ESCHERICHIA COLI ENTEROAGGREGANTE, responsabili di forme caratterizzate da diarrea acuta acquosa e crampi addominali, quasi mai febbrili. Sono frequenti anche il CAMPILOBACTER JEJUNI, che si manifesta con diarrea acquosa e sanguinolenta, crampi addominali e febbre; le SALMONELLOSI, che provocano diarrea acuta, febbre, vomito e crampi addominali, e le forme da SHIGELLA che si presentano con diarrea acuta, crampi addominali, feci ematiche, tenesmo (bisogno costante di urinare e defecare) e febbre. Pure i virus possono causare questa problematica, in particolare i NOROVIRUS, che danno vomito e diarrea acquosa, e i ROTAVIRUS, che provocano anche crampi addominali e febbricola. Protozoi come la GIARDIA LAMBLIA
sono spesso responsabili di forme croniche di diarrea, accompagnate da meteorismo e distensione addominale, che perdurano oltre le due settimane. Esiste naturalmente una geografia della diarrea del viaggiatore, che vede sempre più rappresentate le forme da Campylobacter jejuni nei viaggi in India, Thailandia, Pakistan, mentre i Norovirus la fanno da padrone in America Latina e Africa sub-sahariana, e la Giardia nel sud e sud-est asiatico. La maggior parte dei casi esordiscono durante la prima settimana di viaggio, con un picco verso il secondo-terzo giorno. Di solito la diarrea del viaggiatore ha una durata compresa tra 1 e 7 giorni; solo il 10% supera la settimana, il 5% arriva a superare le due settimane e solo l’1% dura più di un mese.
La prevenzione La prudenza nei cibi è d’obbligo. Dove le condizioni igieniche non offrono grandi garanzie, i cibi (verdure comprese) vanno consumati cotti e la scelta della frutta deve cadere su quella da sbucciare. E’ altresì necessaria un’attenzione particolare all’acqua e bibite varie, da consumare solo in bottiglia (sigillata al momento dell’acquisto) e senza ghiaccio aggiunto. Da evitare frutti di mare e condimenti lasciati sui tavoli dei ristoranti.
A
SCONSIGLIATO
Dove non è disponibile acqua imbottigliata, è sempre possibile purificarla facendola bollire. Un’energica lavata di mani con acqua e sapone riduce il rischio di diarrea del viaggiatore del 30%. Al di là degli accorgimenti igienici, non esistono misure preventive. Nelle persone in buona salute la somministrazione di antibiotici in via profilattica non è raccomandata ed espone al rischio di sviluppare infezioni da Candida o diarrea da Clostridium difficile. Nei soggetti con compromissione delle difese immunitarie, con patologie intestinali o altre patologie come il diabete, nelle quali la disidratazione potrebbe comportare rischi importanti, la questione se somministrare o meno una profilassi antibiotica va valutata caso per caso dal medico curante.
Il trattamento Il consiglio valido per tutti è di curare molto l’idratazione (succhi di frutta diluiti, acqua), aggiungendo sali minerali reidratanti nei bambini, negli anziani e nei soggetti con condizioni comorbili.
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sud-est asiatico meglio assumere azitromicina 500 mg al giorno per 3 giorni consecutivi, oppure rifaximina 200 mg tre volte al giorno per 3 giorni. Per le forme caratterizzate da febbre alta, dolori addominali importanti e diarrea ematica, bisogna rivolgersi ad un medico. Nelle forme diarroiche che superano i 14 giorni meglio richiedere emocromo, test di funzionalità renale ed epatica, marker infiammatori; vanno inoltre richiesti l’esame microscopico, parassitologico e colturale delle feci. FINE
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HPV possono promuovere patologie tumorali dell’ano, tumori della cavità orale, oro-faringe, laringe ed esofago, come conseguenza di abitudini sessuali. Prof.
Salvo Caruso
Ginecologo e sessuologo Past President presso FISS Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica
Quali sono i rischi sia per le femmine che per i maschi? I rischi vanno dalle lesioni semplici, come i condilomi (verruca genitale, venerea, anale o anogenitale), fino alle malattie molto più complesse come il carcinoma del collo dell’utero nella donna, e al tumore del pene nell’uomo. Inoltre, in entrambi i sessi le infezioni
Perchè il vaccino anti HPV in Italia non gode della stessa diffusione degli altri paesi? Nonostante la vaccinazione non comporti rischi, rispetto a paesi come Inghilterra (con una vaccinazione che raggiunge il 90% della popolazione giovanile) e Stati Uniti (con l’86% delle vaccinate ), in Italia si è assistito ad una riduzione della richiesta. Infatti, mentre il 71% delle ragazze nate nel 1997 sono state vaccinate, di contro solo il 52% di quelle nate nel 2002 ha chiesto la somministrazione del vaccino.
Le ragioni della deflessione possono ricercarsi sulla promozione di campagne subdole anti vaccino, spesso attraverso social e internet enfatizzanti ipotetici rischi da vaccinazione o da inefficacia del vaccino, che non coprirebbe tutti i ceppi virali. Questo tipo di campagne ha portato anche a rischiose astensioni dalla vaccinazione per il morbillo, con notevoli rischi di mortalità e morbilità pediatrica. Inoltre, la scarsa diffusione può essere dovuta dal fatto che il vaccino non è obbligatorio. Ancora, ad una discordanza di informazione tra i pediatri: non tutti i pediatri hanno una sufficiente conoscenza dei vaccini e delle vaccinazioni.
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E’ in arrivo una nuova formulazione del vaccino che si annuncia efficace per 9 ceppi del virus, crede che l'allargamento produrrà un maggior interesse nella popolazione? Una adeguata campagna di prevenzione finalizzata alla conoscenza che il nuovo vaccino agisce su 9 ceppi del virus HPV potrebbe incoraggiare una maggiore popolazione ad avvicinarsi alla vaccinazione. Una copertura più estesa, da un punto di vista medico, dovrebbe far superare alcune resistenze da parte di pediatri e medici che paradossalmente hanno ostentato riserve verso i vaccini per un numero ridotto di ceppi.
COS’E’ L’INFEZIONE DA HPV? L’infezione da Hpv (dall’inglese Human Papilloma Virus) è molto frequente nella popolazione e si trasmette prevalentemente per via sessuale. La stragrande maggioranza delle infezioni è transitoria e asintomatica. Tuttavia, se l’infezione persiste, può manifestarsi con una varietà di lesioni della pelle e delle mucose, a seconda del tipo di Hpv coinvolto. Alcuni tipi di Hpv sono definiti ad alto rischio oncogeno, poiché associati all’insorgenza di neoplasie. Il virus Hpv si trasmette per via sessuale, attraverso il contatto con cute o mucose. I microtraumi che avvengono durante i rapporti sessuali potrebbero favorire la trasmissione anche attraverso contatti genitali non penetrativi, pertanto anche l’uso del preservativo, sebbene riduca il rischio di infezione, non lo elimina totalmente, dal momento che il virus può infettare anche la cute non protetta dal profilattico.
Il vaccino destinato ai maschi ha avuto ancora meno successo. Anche in questo caso, quali sono i motivi? Non possiamo non considerare l’utilità della vaccinazione, nel caso dei maschi. Ad oggi, il vaccino quadrivalente HPV è sicuro ed altamente efficace nel prevenire l'infezione da HPV e condilomi genitali negli uomini. Tuttavia l’utilizzo del vaccino da uomini e ragazzi rimane basso ed è visto dalla comunità ancora come presidio per il sesso femminile. FINE
Numerosi studi concordano nel ritenere la giovane età, il numero dei partner sessuali e ancora la giovane età al momento del primo rapporto sessuale, i fattori di rischio più rilevanti per l’acquisizione dell’infezione da Hpv.
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OCULISTICA
ATTENTI AI
LASER VERDI Sono venduti come giocattoli ma possono produrre gravi danni permanenti agli occhi.
Dott.
Ugo Cimberle
Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it
Di cosa si tratta? Noi oculisti impieghiamo da molti anni i laser in diverse applicazioni terapeutiche o chirurgiche e ne conosciamo bene le tecnologie e gli effetti. Lo spettro delle onde elettromagnetiche comprende radiazioni ultraviolette, visibili ed infrarosse a seconda della loro lunghezza d’onda ed in 24
Le particelle di luce vengono definite fotoni. Una cavità laser risonante amplifica solo i fotoni che viaggiano lungo il suo asse, dando quindi al fascio una particolare capacità direzionale. Inoltre, una luce laser è composta da una sola lunghezza d’onda e questa monocromaticità permette di selezionare la lunghezza d’onda più adatta per ciascuna applicazione pratica, oltre a portare ad un’irradiazione di milioni di volte maggiore rispetto ad una lampadina ad incandescenza.
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La storia è sempre quella. Per gioco o per scherzo ignorante, si spara negli occhi di qualcuno la luce di un puntatore laser, di quelli che servono ad esempio ad indicare i punti importanti su una lavagna durante una lezione. Ma questi strumenti possono essere assai dannosi. E’ del settembre scorso la cronaca di tre bambini che hanno avuto seri danni alla vista a causa di puntatori laser a luce verde, spesso venduti da ambulanti abusivi, non conformi alle normative di sicurezza e molto pericolosi per i danni possibili agli occhi.
base a questa interagiscono con le strutture biologiche in modo diverso. Le radiazioni elettromagnetiche inoltre possiedono le proprietà sia delle onde che delle particelle. Le proprietà delle onde sono responsabili di fenomeni macroscopici come la refrazione o l’interferenza, cioè quelli che definiamo come fenomeni ottici come il riflesso luminoso della luce solare. Le proprietà delle particelle sono invece responsabili di fenomeni microscopici, come l’assorbimento della luce e l’emissione da parte degli atomi e delle molecole, quindi fenomeni con scambio di energia.
MOTOR&Web è la rivista mensile di usato AUTO - MOTO - CARAVANS Il nr. di Luglio 2016 è in distribuzione nelle aree di servizio, officine meccaniche, autosaloni, supermercati e attività commerciali di tutta la Romagna.
La luce laser può essere focalizzata in spot di piccole dimensioni, producendo un’elevata potenza per unità di superficie (irradiazione).
Cosa accade a livello organico? Come dicevamo, ogni lunghezza d’onda viene assorbita da un tessuto specifico, ad esempio l’acqua assorbe nell’infrarosso e l’emoglobina del sangue in un range dall’ultravioletto al visibile. I laser quindi possono avere diversi effetti sulle strutture che colpiscono, ma ci interessa nello specifico l’effetto termico che si ha quando l’assorbimento della radiazione nel tessuto biologico è seguita da una forte produzione di calore.
Il LASER ROSSO distrugge anch’esso i fotorecettori ma agisce più in profondità nel tessuto vascolare sottoretinico. In tutti i casi, la fotodistruzione di una fotocoagulazione porta ad una successiva cicatrizzazione più o meno ampia della zona colpita. In quella zona le cellule visive non funzionano più e l’occhio sarà cieco per le immagini che si formano in quella parte di retina.
Un laser puntato nell’occhio si focalizza sulla retina creando un effetto termico a livelli differenti a seconda della sua lunghezza d’onda e con un effetto coagulativo proporzionale alla potenza, al diametro del fascio ed al tempo di esposizione.
Quando noi fissiamo una luce, la parte di retina interessata è la “macula”, una piccolissima zona centrale con la più elevata capacità di discriminazione visiva, e se distruggiamo le cellule di questa zona non saremo più in grado di distinguere nettamente gli oggetti, non riusciremo più a leggere o a distinguere i particolari di una fotografia. Pochi milliwatt di potenza sono suffi-
Che danni provocano i laser? ll LASER VERDE viene assorbito negli strati interni della retina, con distruzione dei fotorecettori, cioè delle cellule che permettono la trasformazione dell’immagine proiettata sulla retina in un impulso elettrico per il nostro cervello e quindi di “vedere”.
cienti per una luce laser a coagulare e distruggere le cellule maculari retiniche. La luce del Laser attraverso la cornea e la lentina, viene indirizzata direttamente sul punto visuale più nitido, la macula. Qui, la luce del laser, porta a rigonfiamenti ed a sanguinamenti, fino a buchi nella retina stessa.
La legge… …dice che possono essere messi in commercio puntatori laser con potenza inferiore ad 1 mw (milliwatt), ma si trovano anche in vendita strumenti con potenze fino a 200 mw, usate da noi oculisti per il trattamento terapeutico dei pazienti e quindi estremamente pericolosi al di fuori di questo utilizzo. Quindi, consiglio di non prendere per giocattoli questi strumenti, e soprattutto di non lasciarli mai in mano ai bambini. FINE
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ORTOPEDIA
PROTESI DI OSSO STAMPATE IN 3D Nuove possibilità di cura “high tech” arrivano dalla stampa tridimensionale. Il vantaggio per il paziente è la ricostruzione nel modo più appropriato possibile del pezzo da sostituire. In Italia, da Bologna e da Chieti sono arrivati i primi risultati.
All’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna sono stati operati cinque pazienti utilizzando protesi di femore realizzate su misura da una stampante in 3D. Una rivoluzione che apre nuove scenari. Questa tecnica ha dato la possibilità di ricostruire i femori nel modo più appropriato possibile, dando ai pazienti la possibilità di una deambulazione corretta dopo l’intervento. La progettazione della protesi su misura si basa sui dati del singolo individuo, ricavati attraverso una Tac e una Risonanza. Sul computer viene poi creato un bacino virtuale ed in esso si identifica il “pezzo” di osso da sostituire, differente per ogni paziente perché dipendente dalla sua anatomia e dall’estensione della malattia. La stampante 3D lo realizza come se fosse il pezzo mancante di un puzzle tridimensionale, perché “si incastri” esattamente dove i chirurghi asportano la parte di osso malata. I dispositivi possono essere stampati utilizzando diversi tipi di materiali, a partire dal titanio, scelti in alcuni casi per la capacità di veicolare cellule al loro interno.
gno 2015) una protesi stampata in 3D per sostituire parte della scatola cranica di una donna 40enne abruzzese colpita da un tumore osseo del distretto cranio-maxillo-facciale. Dopo l’asportazione della massa tumorale, è stato posizionata la protesi, progettata e realizzata in 3D con un materiale polichetonico. Una metodica chirurgica sicura e veloce, che ha permesso di superare la tecnica tradizionale, basata sull’impiego di materiale osseo prelevato da altri distretti anatomici del paziente, più lunga ed impegnativa nel decorso post operatorio. Sulla base di una Tac effettuata sulla paziente, è stato elaborato un modello tridimensionale della parte cranica affetta da tumore, dopodiché è stata realizzata una protesi perfettamente sovrapponibile con l’area ossea oggetto dell’asportazione chirurgica.
Una nuova testa in resina Questa nuova metodica in 3D inizia ad essere diffusa in tutto il mondo. Circa un anno fa, una ragazza olandese di 22 anni è stata sottoposta ad un trapianto totale della parte superiore della calotta cranica, gravemente danneggiata da una rara malattia, sostituita con un osso artificale in materiale sintetico stampato in tridimensione. L’intervento, durato ben 23 ore, è stato condotto nello University Medical Centre di Utrecht. La paziente soffriva di una malattia che aveva aumentato da 1,5 a ben 5 centimetri lo spessore del suo osso cranico, provocandole forti emicranie, seri disturbi alla vista e, soprattutto, un’aspettativa di vita di pochi anni. La parte di osso artificiale è stata realizzata utilizzando una resina plastica particolarmente resistente e durevole. Dopo tre mesi dall’intervento, secondo quanto riportato dal suo medico, la ragazza ha ripreso a condurre una vita normale ed è tornata al FINE lavoro.
Una risposta contro i tumori ossei
All’Ospedale SS. Annunziata di Chieti è stata impiantata (nel giu26
L’INTERVENTO REALIZZATO A UTRECHT
SICUREZZA
DISTRAZIONI
PERICOLOSE ALCOL e DROGA rappresentano la principale causa di incidenti stradali. Seguono la guida aggressiva, l’alta velocità e l’uso del cellulare.
di Fabio Lironzi Cercare il cellulare nella borsa, cambiare frequenza alla radio, leggere un messaggino, impostare il navigatore su un touch screen. Sono molte le possibili distrazioni, quando si è al volante. In generale, tutto ciò che porta a distogliere lo sguardo dalla strada, è fonte di rischio di incidenti. Ora, una ricerca americana del Virginia Tech Transportation Institute spiega anche quali sono le azioni più pericolose durante la guida.
Ad esempio, si è appurato che guidare in stato di ira, agitazione, tristezza e magari piangendo, aumenta di dieci volte il rischio di provocare un incidente. E guidare ben al di sopra i limiti di velocità, il rischio di sinistro aumenta di tredici volte. Per contro, molti atteggiamenti considerati un tempo a rischio, quali “incollarsi” troppo all’auto che ci precede, sebbene da non consigliare, in questo studio sono risultati meno a rischio del previsto.
La graduatoria delle distrazioni più gravi vede al primo posto il “guidare sotto l’influenza di alcol o droghe”, che incrementa il rischio di incidente di ben 35,9 volte. Questa la classifica delle quindici azioni più pericolose al volante, secondo quanto stilato dal Virginia Tech Transportation Institute. 1 - Guidare sotto l’influenza di alcol e droghe 2 - Guidare in maniera aggressiva 3 - Guidare oltre i limiti di velocità 4 - Comporre un numero sul cellulare
In auto “state sereni” I dati analizzati dal Virginia Tech provengono dal più ampio studio mai condotto sull’argomento, che ha coinvolto alcune migliaia di guidatori volontari statunitensi. Le auto dei partecipanti sono state dotate piccole telecamere, sensori e radar, che hanno registrato continuamente le performance e il comportamento dei guidatori per un periodo da uno a due anni, per un totale di 35 milioni di miglia di guida registrate e salvate. In questo studio sono contenuti i dati di oltre 1600 incidenti stradali, che variano da poco grave (ad esempio gomme bucate) a molto grave (con feriti). Da questi dati è emerso che il 90% dei sinistri molto gravi erano stati causati da fattori quali l’affaticamento, errori umani o distrazioni.
LE DISTRAZIONI PIU’ GRAVI
5 - Leggere messaggini o altre cose 6 - Forte coinvolgimenti emotivo 7 - Cercare di afferrare un oggetto
Generazione crash? Il professor Tom Dingus, principale autore dello studio e direttore del Virginia Tech Transportation Institute, lancia un allarme per il futuro: «Purtroppo sta emergendo una nuova generazione di teenager molto portati ad indulgere in attività che portano a distrarsi dalla guida. E se in tempi brevi non apporteremo delle limitazioni alle fonti di distrazione in auto, la prossima generazione sarà a maggior rischio di restare coinvolta in FINE incidenti stradali».
8 - Scrivere un messaggino sul cellulare
9 - Stanchezza e torpore 10 - Regolare il climatizzatore 11 - Parlare al cellulare 12 - Sintonizzare la radio 13 - Mangiare o bere 14 - Truccarsi in auto 15 - Muoversi al suono della musica 27
PEDIATRIA
ECCO L’APP
SALVA UNA VITA
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Potete installarla gratuitamente sul vostro dispositivo digitale (telefonino, tablet, etc). Vi spiegherà le principali manovre di primo intervento, in attesa di un soccorso qualificato.
di Anna Danieli Ognuno di noi, improvvisamente, potrebbe trovarsi a dover aiutare una persona in attesa di un soccorso qualificato. In queste situazioni di emergenza, saper intervenire in modo corretto e tempestivo, senza arrecare ulteriori danni all’infortunato, può rivelarsi determinante per la sua stessa sopravvivenza. Per agevolare chi dovesse ritrovarsi in una situazione simile, è nata l’App “Salva una vita”, presentata lo scorso 15 ottobre in occasione dell’11° Congresso nazionale della Simeup (Società Italiana di Emergenza ed Urgenza Pediatrica). Promosso da Ministero della Salute e da alcune Federazioni Mediche, il progetto è nato per fornire agli utenti alcune indicazioni di primo soccorso utili su cosa fare, o non fare, in caso di emergenze nei bambini. L’App al momento è è scaricabile gratuitamente sul proprio dispositivo digitale (telefonino o tablet) da www.appsalvaunavita.it (disponibile per iOS e Android). Può essere sempre a portata di mano, per ottenere semplici consigli su come comportarsi in situazioni di emergenza, mentre si arriva al Pronto Soccorso o si aspetta l’ambulanza. Certamente questo non significa sostituirsi al personale medico ma conoscere le azioni corrette da compiere in attesa di un intervento qualificato, può essere a volte determinante. 28
Ogni minuto può essere prezioso per salvare una vita. Ogni anno in Italia circa 30 bambini perdono la vita per soffocamento da corpo estraneo. Ciò significa che quante più persone sono messe nella condizione di conoscere le manovre di disostruzione, tanti più bambini possono essere salvati. Ma non solo. Conoscere cosa fare come primo intervento anche in caso di annegamento, avvelenamento, convulsione febbrile, febbre, ferite, trauma cranico e ustioni, può essere decisivo. Anche l’App va in questa direzione.
COSA FARE In caso di piccole ferite si deve bloccare la fuoriuscita di sangue premendo sulla ferita con una garza; pulire la ferita da terra, sabbia, frammenti di vetro o legno, con acqua corrente; lavare la ferita con disinfettante; coprirla con un cerotto. In caso di grandi ferite, invece, occorre bloccare la fuoriuscita di sangue premendo sulla ferita con un asciugamano; mantenere la pressione fino all’arrivo dei soccorsi; chiamare il 118 o portare il bambino in Pronto Soccorso. COSA NON FARE Non rimuovere corpi estranei di grandi dimensioni, per evitare il pericolo di aumentare l’emorragia. Non usare il laccio emostatico, se non strettamente necessario.
Elcuni esempi FERITE Evenienze comuni a scuola e a casa, le ferite possono essere superficiali o profonde. In ogni caso, è importante intervenire con attenzione, per proteggere la ferita e contenere la fuoriuscita di sangue. È inoltre utile mantenere calmo il bambino, poiché l’agitazione e il pianto possono rendere più complicato il soccorso.
Traumi Il trauma cranico, che deriva da un colpo al capo o al volto del bambino, può dare cefalea, nausea, vomito, amnesia, disturbi della vista, disturbi dell’equilibrio, stato confusionale, convulsioni. Al trauma cranico si possono associare il trauma delle vertebre cervicali e possibile lesione del midollo
spinale, e le ferite del cuoio capelluto che possono sanguinare in modo abbondante. COSA FARE In caso di ferita lieve alla testa, occorre disinfettare e medicarla, e allertare il pediatra. In assenza di ferite, è comunque bene applicare del ghiaccio nella parte in cui il bambino ha battuto la testa. In ogni caso, il bambino va monitorato per le 24 ore successive al trauma. Bisogna controllare che si muova, cammini o afferri oggetti normalmente. Se subito dopo il trauma, o nelle 24 ore successive, il bambino presenta sintomi evidenti di coinvolgimento cerebrale (perdita di coscienza, sanguinamento da orecchio o naso, vomito, cefalea, disturbi neurologici, disturbi della vista e del linguaggio, alterazione del comportamento) bisogna chiamare il 118. COSA NON FARE Non forzare il bambino a mangiare e non somministrargli farmaci.
Soffocamento Il soffocamento nei bambini è un incidente frequente, causato soprattutto dall’ostruzione delle vie aeree da cibo o altri oggetti introdotti in bocca. Può essere grave ed è importante riconoscerne rapidamente i sintomi. Nel soffocamento parziale il bambino
piange, parla e respira, anche se con difficoltà. In alcuni casi, il bambino riesce a tossire per tentare di espellere il corpo estraneo che ostruisce le vie aeree.
Si è invece in presenza di un caso di soffocamento completo quando il bambino non piange, non parla e non respira, ha il volto cianotico per assenza di ossigeno. COSA FARE In caso di soffocamento parziale, il primo passo è cercare di tranquillizzare il bimbo e incoraggiare la tosse. In caso di soffocamento completo occorre chiamare subito il 118. In attesa dei soccorsi, vanno iniziate le manovre di disostruzione delle vie aeree. Se il bambino piange, riesce a parlare e tossisce, va incoraggiato a tossire perché in alcuni casi ciò può essere sufficiente ad espellere il corpo estraneo. Se il bambino invece non riesce a tossire, parlare e diventa rapidamente cianotico, occorre collocarsi alle sue spalle, in piedi o seduti; posizionare le braccia sotto le sue e abbracciarlo all’altezza dell’addome superiore; con il pollice e l’indice di una mano formare una “C” che colleghi il margine
inferiore dello sterno all’ombelico; porre il pugno dell’altra mano all’interno di questa “C”, avendo cura di mantenere il pollice all’interno delle altre dita, per creare una superficie piana; staccare la prima mano e porla al di sopra dell’altra.
Eseguire le compressioni con direzione contemporaneamente antero-posteriore e piedi-testa (movimento a “cucchiaio”) finché rimane cosciente. Questa manovra (detta “di Heimlich”) può essere ripetuta fino a quando la vittima non riesce ad espellere il corpo estraneo, oppure riprende a tossire. Se la vittima dovesse perdere coscienza, iniziare immediatamente la rianimazione cardio polmonare, alternando 30 compressioni a 2 ventilazioni. COSA NON FARE In caso di soffocamento parziale, non dare da bere al bambino. Ne tantomeno è opportuno iniziare manovre di disostruzione. In caso di soffocamento completo non bisogna introdurre le proprie dita nella bocca del bambino per tentare di eliminare il corpo estraneo. In questo modo si rischia, infatti, di aggravare una situazione già compromessa. FINE
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Salute Dieci Più
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I NOSTRI AMICI ANIMALI
PRIMO SOCCORSO IN AIUTO AL TUO CANE
In estate, soprattutto durante una passeggiata all’aria aperta, l’animale può entrare in contatto con sostanze tossiche o corpi estranei. Ecco un piccolo vademecum sui corretti comportamenti da tenere, a seconda delle situazioni.
Quali sono le sostanze tossiche più comuni, con le quali il nostro cane può entrare in contatto? Dott.ssa
Alice Finazzer
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È arrivata l’estate e aumentano i rischi per i nostri amici a quattro zampe. Ogni volta che si rientra da una passeggiata, è buona regola controllare in maniera scrupolosa le zampe e le orecchie del nostro cane, per eliminare eventuali spighe o “forasacchi” che possono infliggersi tra le dita delle zampe, dentro al naso, al canale auricolare, ma anche dentro al prepuzio o al canale vaginale. Spesso bisogna prestare attenzione se lo vediamo starnutire appena dopo la passeggiata, o peggio se notiamo qualche goccia di sangue uscire dalla narice. Bisogna correre subito dal veterinario per far visitare le coane del suo naso. Il corpo estraneo non uscirà mai da solo per sua conformazione ed i movimenti del cane non faranno altro che peggiorare la situazione. Il rischio aumenta in cani giovani o in cuccioli, in cui bisogna fare la massima attenzione all'ingestione di corpi estranei o di sostanze tossiche. 30
Diserbanti, metaldeide. Il cane presenta conati, difficoltà respiratorie, tremori e difficoltà nel mantenere la stabilità. La terapia è solo sintomatica e di supporto. Glicole etilenico. Comunemente chiamato paraflu, è l’antigelo delle auto. Dato il suo aroma dolciastro, bisogna fare attenzione perché il
cane ne va ghiotto. Il cane presenta vomito, astenia e difficoltà respiratorie. Esiste un antidoto su base alcolica, ma nella maggior parte dei casi l'unica terapia è la dialisi. Topicidi ed anticoagulanti. Ahimè, in questo caso i segni clinici vengono evidenziati tardivamente, dopo circa 7 giorni dall'ingestione. L’animale presenta petecchie, emorragie dagli orifizi, mucose pallide o emorragiche. Al più presto bisogna portarlo dal veterinario, che valuterà un’eventuale trasfusione e inizierà una terapia a base di vitamina k.
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Stricnina. Presenta spasmi, rigidità motoria e contrazioni muscolari, fino a portare a paralisi del diaframma e asfissia. Bisogna indurre il vomito prima possibile, perché non esiste antidoto. Non sempre è consigliato far vomitare l'animale. In caso di ingestione di corpi appuntiti può essere pericoloso provocare dei conati, che possono andare a lesionare, o peggio a perforare la mucosa dello stomaco e dell'esofago. Mai indurre il vomito in caso di ingestione di sostanze acide, alcaline o derivati del petrolio.
Come far vomitare il cane? È consigliato tenere nello zaino una siringa di acqua ossigenata, nel caso fossimo costretti a far vomitare il nostro cane. Sono sufficienti 1-2 ml/kg di perossido di idrogeno al 3%.
Per indurre il cane a vomitare, gli si può somministrare acqua ossigenata attraverso una siringa di dimensioni adeguate.
In alternativa possiamo usare: - soluzione iper-satura di sale da cucina - sciroppo di ipecacuana 1-3 ml/kg, l'effetto compare di solito dopo 15 minuti.
Cosa fare nel caso di altre urgenze soprattutto nel periodo estivo? Colpo di calore. Mai lasciare il nostro amico peloso chiuso in auto sotto al sole o in ambienti chiusi poco ventilati; può presentare polipnea (alta frequenza delle respirazioni), shock, fino a collasso. Bisogna riportarlo in ambiente areato e porre impacchi freddi su testa, zampe e genitali. Emorragia. Può capitare nel caso di fratture ad un arto o tagli profondi. Va effettuata una pressione sull'area emorragica per rallentare il flusso del vaso lesionato. Meglio evitare lacci emostatici per perio-
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do troppo lunghi, perché possono creare lesioni irreparabili all’arto. Colpo di sole. E’ causato dall’azione diretta del sole sul corpo del nostro amico a quattro zampe. Il trattamento rimane analogo al colpo di calore. Bisogna cercare di abbassare la temperatura poco per volta per evitare uno shock termico.
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Punture di insetto. Molto spesso sono localizzate a carico della testa e degli arti. Bisogna prestare attenzione se viene colpita la lingua, perché il suo gonfiore può causare problemi di respiro al nostro animale, fino a crearne un possibile shock anafilattico. È bene applicare ghiaccio e acqua fresca sulla puntura, fino alla somministrazione di corticosteroidi per evitare uno shock FINE anafilattico.
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HANNO COLLABORATO al numero 7_LUGLIO_2016 di SALUTE 10+
Salute Dieci Piu
Dott. Andrea Baldisserri Medico-Chirurgo specialista in otorinolaringoiatria E-mail: abaldisserri@alice.it Prof. Salvo Caruso Ginecologo e sessuologo Past President presso FISS Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica Dott. Ugo Cimberle Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott.ssa Alice Finazzer
Dott. Francesco Giuseppe Foschi Ambulatorio Interdipartimentale Malattie Epatiche Complesse Presidio Ospedaliero di Faenza Azienda USL di Ravenna Dott. Carlo Landi Dentista - Via Volano, 12 Porto Corsini (RA) Tel. 0544.447024 Dott. Mauro Stronati Presidente S.I.N Società Italiana Neonatologia
www.ambulatoriozama.it
E-mail: salutenaturasnc@alice.it
Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata
I COLLABORATORI DI SALUTE 10+ Dott. José Aguayo Ph.D. - Psicologo - Psicoterapeuta Email: j.aguayo1345a@ordpsicologier.it Dott. Antonio Ascari Raccagni - Responsabile U.O. Dermatologia AUSL di Forlì
Dott.ssa Maria Luisa Madera Specialista in Ginecologia e Ostetricia Ambulatorio - Via Spalato, 37 Marina di Ravenna - Tel. 333.3302252
Dott.ssa Serena Bagli - Psicologa e Psicoterapeuta - Lugo Email: info@serenabagli.it - www.serenabagli.it
Barbara Maioli - Educatore Cinofilo APNEC nr. 043 - E-mail: barbara.maioli@alice.it
Dott.ssa Elena Biasini Odontoiatra specialista in implantologia osteointegrata e chirurgia presso Studio Dentistico & Salute Dentale Tel. 0422.857842 - E-Mail: studiobiasini@gmail.com
Dott. Andrea Maccolini Specialista in Ginecologia ed Ostetricia Tecnobios Procreazione Bologna Consigliere CECOS Italia - Email: amaccolini@alice.it
Sonia Collina - Consulente Macrobiotica, Operatore Shiatsu e Terapia Cranio Sacrale E-mail: soniacol50@gmail.com
Dott.ssa Annalisa Marinoni Medico Chirurgo Psicoterapeuta Specializzata in Psicoterapia SistemicoRelazionale e Terapia della Famiglia Sessuologia Clinica e Psicotrerapia della Gestalt
Dott. Andrea Costa - Laurea in tecniche audioprotesiche Dott. Ugo Cimberle Studio Oculistico Dal Fiume-Cimberle - Ravenna E-mail: cimberle@cidiemme.it Dott.ssa Isabella Cantagalli Psicologa - Psicoterapeuta c/o Physiomedica Via Malpighi, 150 - Faenza E-mail: drcantagalli@gmail.com - Cell. 329.8025403 Dott.ssa Margherita D’Amato Medico Chirurgo Oculista - Studio: Piazza della Resistenza, 3 Alfonsine (RA) - Cell. 333.1671952
Prof. Paolo Morselli - Docente di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica - Università di Bologna Dott.ssa Francesca Negosanti Medico Chirurgo, specialista in Dermatologia e Venereologia c/o Centro Dermatologico srl via Ercolani, 8 - Bologna - www.centro-dermatologico.it Dott.ssa Monica Negosanti - Dietista AUSL Bologna UOC Igiene Alimenti e Nutrizione Dott. Gianfranco Niedda - Otorinolaringoiatra E-mail: gianfranconiedda@tiscali.it
Dott. Andrea Drei - Pronto Soccorso Medicina d’Urgenza Ospedale di Faenza - E-mail: andrea.drei@alice.it
Dott. Roberto Nonni - Direttore Sanitario San Pier Damiano Hospital - Faenza - E-mail: rnonni@alice.it
Nicoletta Fabbri Laureata in Scienze Motorie e Sportive Titolare di Spazio Pilates - Faenza - E-Mail: nicofabbri@libero.it
Dott. Marco Quarantini Medico Chirurgo spec. Odontostomatologia Centro Odontoiatrico Bononia - Bologna E-mail: marcosmile@libero.it
A cura di Paola Ferrari Medico Veterinario della Società Scientifica Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva Email: segreteria.fvmromagna@yahoo.it Dott. Maurizio Fontana Direttore U.O.C. Ortopedia Traumatologia Presidio Ospedaliero di Faenza Dott. Andrea Flamigni - Specialista Idrologia Medica Direzione Sanitaria Terme di Cervia Email: andrea.flamigni@terme.org Dott. Francesco Giambelli - Specialista in Ginecologia e Ostetricia Presidio Ospedaliero di Ravenna Email: francesco.giambelli@auslromagna.it Dott. Emanuele Giordano Direttore Sanitario Centro Veterinario Riminese Dott.ssa Elisabetta Giusti - Specialista in Chirurgia d’urgenza e P. S.. Diagnostica Ecocolor Doppler - Flebologia Ravenna - Casa di Cura Domus Nova - E-mail: ela.giusti@gmail.com Dott. Vladimir Guluta - Cardiologo c/o Maria Cecilia Hospital - Cotignola E-mail: vguluta@gmail.com Dott. Marco Ioni - Dirigente Medico 1° Livello Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso Ospedale Civile di Faenza - AUSL di Ravenna Dott. Marcello Lanari - Consiglio Direttico SIN, Società Italiana di Neonatologia
Dott. Pietro Querzani - Neurologo - E-mail: querzani@gmail.com Dott. Stefano Palo - Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Cell: 393.4825681 - E-mail: dott.stefanopalo@gmail.com Dott. Massimiliano Perrone Medico Chirurgo Oculista Direttore Sanitario Poliambulatorio Privato DSC - Bologna - Tel. 051.242588 E-mail: info@poliambulatoriodsc.com Dott.ssa Federica Piras Medico Veterinario - E-mail: st.fe@libero.it
Edda Plazzi - Psicologa e Psicoterapeuta di coppia per problemi sessuali e relazionali Cell. 333.6921234 - E-mail: eddaplazzi@hotmail.com Antonio Ravaglioli - Esperto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici per impiego biomedico E-mail: ravaglioli.antonio@alice.it Tiziano Rondinini Apicoltore - Faenza
Dott. Ernesto Sarracino Coordinatore pedagogico Comune di Russi e Faenza - Pedagogista al centro per le famiglie del Comune di Forlì Consulente per i genitori - Tel. 335.5238668 Dott. Sergio Spinato Odontoiatra - Sassuolo Tel. 0536.883868 - www.studiodentisticospinato.it E-mail: studiodentisticospinato@gmail.com Dott. Ignazio Stanganelli Responsabile Centro di Oncologia Dermatologica IRCCS IRST Istituto Tumori Romagna Professore associato Università di Parma E-mail: igstanga@tin.it Dott. Stefano Stea - Responsabile U.O di Chirurgia Maxillo-Facciale Maria Cecilia Hospital Cotignola www.stefanostea.it E-mail: maxillofacciale-mch@gvmnet.it Dott.ssa Paola Stefanelli Dipartimento Malattie Infettive, Parassitarie ed Immuno-mediate Istituto Superiore di Sanità - Roma Prof. Piero Stettini - Professore di Psicologia Generale e Psicologia Clinica c/o Università di Genova. Membro dei Consiglio direttivo della FISS
Evelina Tabanelli - Consulente Nutrizionale E-mail: evelinatabanelli@libero.it
Fabrizio Tagliavini - Direttore Dipartimento Malattie Neurogenerative - Istituto Carlo Besta Dott. Gregorio Tugnoli Responsabile U.O.S.D. Chirurgia del Trauma Ospedale Maggiore, Azienda USL di Bologna E-mail: gregorio.tugnoli@ausl.bologna.it Dott.ssa Sara Vignoli Fisioterapista - Studio Medico - Via Anastagi, 2 Ravenna - Cell. 333.3537612 E-mail: vignolisara@gmail.com Dott. Nicola Vanuzzo Odontoiatra - Centro Dentale Vanuzzo - Padova Tel. 049.8790496 - info@centrodentalevanuzzo.it www.centrodentalevanuzzo.it Dott.ssa Maria Nives Visani Farmacista - Naturopata - E-mail: salutenaturasnc@alice.it
Max Vismara Istruttore cinofilo e psicologo clinico - www.dicasavismara.it Ing. Nicola Vitiello Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Dott. Giuseppe Vieni Responsabile servizio di Allergologia e Pneumologia pediatrica Unità Operativa di Pediatria e Neonatologia Ospedale S. M. delle Croci di Ravenna e Presidi Ospedalieri di Faenza e Lugo - AUSL Romagna
Roberta Rossi Presidente Federazione Italiana Sessuologia Scientifica
Dott. Alfonso Zaccaria Ex Direttore Dipartimento Oncologia ed Ematologia Azienda USL di Ravenna
Dott.ssa Angela Riccioni Psicoanalista Membro associato A.I.Psi - Ravenna Via Rocca ai Fossi, 6 - Cell. 347.4819433 Email: angelariccioni@libero.it
Dott. Franco Ziccardi Medico di medicina generale Gruppo C.A.S.P.I.T.A. di Faenza E-mail: caspitafaenza@gmail.com
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Direttore Sanitario Dott. Paolo Balella
Invecchiamento?Affrontiamolo insieme. Assisti una persona con demenza o un anziano non autosufficiente? Hai problemi di memoria? Vuoi cercare di invecchiare bene? Vuoi prevenire o curare l'osteoporosi? Noi possiamo aiutarti con strumenti, supporti e percorsi personalizzati. L'Opera di Santa Teresa nota da anni a Ravenna per l'assistenza agli anziani non più autosufficienti, ha implementato una serie i servizi geriatrici rivolti alla cura dell'anziano. Lo scopo è quello di aiutare le famiglie e gli anziani a prevenire quelle situazioni di malattia e di disagio che, se trascurate, possono cronicizzarsi e condurre ad un ricovero definitivo in una struttura specializzata. Offriamo, anche, una completa serie di servizi a tutte quelle persone di "mezza età" interessate a provare a costruirsi un buon invecchiamento. Garantiamo visite geriatriche ed eventuali prestazioni infermieristiche a domicilio nel caso di pazienti con molteplici malattie da gestire contemporaneamente oppure nel caso di parenti che desiderano gestire i propri cari a domicilio senza ricorrere alla Ospedalità ed alle Case di Riposo. Costruire un "Buon Invecchiamento" significa imparare abitudini e sani stili di vita ma, anche, avere il supporto di una figura di riferimento per affrontare con serenità le problematiche di salute che l'età porterà con sè. Per questo ci impegnamo ad offrire un sostegno psicologico all’anziano, a tutti coloro che lo assistono e ai suoi parenti. Per informazioni e prenotazioni è sufficiente contattare il call-center del POLO SANITARIO Opera Santa Teresa del Bambino Gesù e chiedere del dott. Aguayo Josè, psicologo e psicoterapeuta oppure della Dott.ssa Grazzini Emanuela, psicologo-neuropsicologo.
Dott. Paolo Balella Direttore Sanitario Polo Sanitario Opera Santa Teresa del Bambino Gesù
Dott. Raffaele Giannini Specialista in geriatria Ausl Romagna. Visite intramoenia presso il POLO SANITARIO Opera Santa Teresa del Bambino Gesù.
Per prenotazioni dirette Presso il Polo Sanitario Opera Santa Teresa del Bambino Gesù. Per prenotazioni telefoniche AUSL Romagna: 848.884.499 da telefono fisso 199.191.166 da cellulare.
Polo Sanitario Opera Santa Teresa del Bambino Gesù - Via Don Angelo Lolli, 20 - Ravenna - Tel. 0544.38513