Agosto 2009 IT
Natura e biodiversità
Il ruolo della natura nei cambiamenti climatici
Gli ecosistemi terrestri e marini svolgono un ruolo importante nella regolazione del clima. Attualmente assorbono circa la metà delle emissioni di carbonio imputabili all’uomo. La biodiversità e le funzioni degli ecosistemi ci aiutano ad adeguarci ai cambiamenti climatici e a mitigarli. Sono quindi una componente essenziale del nostro impegno nella lotta ai cambiamenti climatici. Il fatto di collaborare con la natura, anziché contrastarla, produce molteplici effetti positivi anche per la tutela del nostro clima. I cambiamenti climatici, inoltre, colpiscono anche i sistemi naturali. La costante perdita di biodiversità e il crescente degrado degli ecosistemi compromettono la capacità di questi ultimi di svolgere funzioni essenziali, con il rischio che si inneschino processi irreversibili.
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Se si preserva la natura e si ripristinano gli ecosistemi, si riduce la vulnerabilità e si aumenta la resilienza. La salvaguardia e il recupero degli ambienti naturali rappresentano un nostro alleato importante ed economicamente vantaggioso nella lotta ai cambiamenti climatici.
Le mangrovie rappresentano una protezione naturale per le coste contro le tempeste e le inondazioni
I cambiamenti climatici pregiudicano la biodiversità. Essi sono una delle cause della perdita di diversità biologica. Inoltre, il ritmo di questo fenomeno è destinato ad accelerare ulteriormente se la biodiversità e gli ecosistemi non saranno tutelati in maniera efficace.
Punto 1 : La biodiversità e gli ecosistemi svolgono un ruolo fondamentale per la regolazione del clima Le torbiere, le zone umide, il suolo, le foreste e gli oceani svolgono un ruolo essenziale nell’assorbire e immagazzinare carbonio, contribuendo così a proteggerci dai cambiamenti climatici. Attualmente, gli ecosistemi terrestri e marini assorbono circa la metà delle emissioni di CO2 generate dall’uomo. Gli ecosistemi terrestri immagazzinano pressoché 2 100 Gt di carbonio in organismi viventi, strame e materia organica del suolo: quasi tre volte la quantità presente nell’atmosfera. Nella gestione del carbonio sono importanti gli ecosistemi costieri e gli oceani, le cui profondità ne custodiscono il maggior quantitativo. È indispensabile pertanto conservare i serbatoi naturali presenti in tutto il mondo perché la cattura e lo stoccaggio del carbonio apportino un importante contributo alla mitigazione del clima. Le future emissioni di gas a effetto serra potrebbero essere considerevolmente ridotte se si manterranno ecosistemi sani e si ristabilirà l’ambiente degradato, in particolare le torbiere e le zone umide, ricostituendo foreste e riducendo altre pressioni sulla natura. Inoltre, gli ecosistemi seminaturali e gestiti, compresi quelli destinati all’agricoltura, offrono numerose opportunità di sequestro attivo del carbonio e di riduzione delle emissioni.
Punto 2 : La collaborazione con la natura è fonte di molteplici vantaggi
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Il criterio di lavorare di concerto con la natura (mediante approcci basati sugli ecosistemi per l’adattamento ai cambiamenti climatici e per la loro attenuazione) riduce anche la vulnerabilità della popolazione e dei mezzi di sostentamento a fronte di questo fenomeno, concorrendo al tempo stesso alla tutela dell’ambiente. Per esempio, ecosistemi costieri come le zone umide, le mangrovie, le barriere coralline, le barriere di ostriche e i cordoni litorali sono tutti elementi che offrono una protezione naturale dalle tempeste e dalle inondazioni, oltre a svolgere molte altre funzioni. Gli approcci basati sugli ecosistemi sono economicamente vantaggiosi, immediatamente disponibili e accessibili per le comunità rurali e povere e, pertanto, possono concorrere ad alleviare la povertà e a favorire le strategie di sviluppo sostenibile. I litorali naturali recuperati con praterie sottomarine o mangrovie, per esempio, formano una barriera di protezione contro le mareggiate e creano vivai di pesci. La protezione delle zone di ricarica delle falde o il recupero delle pianure alluvionali assicurano le risorse idriche in modo che intere comunità possano far fronte alla siccità. Gli ecosistemi forniscono già “trappole” naturali per il carbonio a un costo minimo. È importante sviluppare e applicare nuove tecnologie. Altrettanto rilevanti sono gli investimenti nella preservazione dei sistemi naturali di cui dispone il nostro pianeta per mitigare i cambiamenti climatici e
Impatto climatico
Adattamento basato sugli ecosistemi
Siccità più frequenti
Uso di pratiche colturali e forestali adeguate per aumentare la capacità di ritenzione idrica e attenuare gli episodi di siccità
Picchi di calore
Incremento degli spazi verdi nelle città per migliorare il microclima e la qualità dell’aria
Esondazioni fluviali
Mantenimento e recupero delle zone umide e dei letti fluviali in modo che fungano da protezioni naturali contro le inondazioni
Accresciuto pericolo d’incendio
Coltivazione di foreste diversificate, che sono più resistenti alle infestazioni e presentano un minor pericolo d’incendio
aiutarci ad adattarci a questo scenario. I sistemi naturali hanno assolto a questa funzione per milioni di anni. Tra le misure per ridurre le emissioni vi sono opzioni prioritarie “di duplice vantaggio a basso costo” che contribuiscono allo stesso tempo alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile della biodiversità. Fra questi si annoverano la conservazione e il recupero di terreni degradati, foreste, torbiere, suoli organici, zone umide, nonché la riduzione della conversione in pascoli, un minor ricorso a debbiature e una gestione dei prati ottimizzata.
Punto 3 : Gli ecosistemi sono sempre meno capaci di assolvere alle loro funzioni: si profila lo spettro di processi irreversibili I cambiamenti climatici hanno un impatto sulla biodiversità e sugli ecosistemi e spesso esasperano altre pressioni derivanti, per esempio, dall’inquinamento, dallo sfruttamento intensivo, dalle specie invasive, nonché dalla frammentazione, dal degrado e dalla perdita degli habitat. L’aumento della temperatura e l’acidificazione degli oceani stanno causando un diffuso “sbiancamento dei coralli” e gli scienziati temono che le barriere coralline possano essere il primo ecosistema a scomparire completamente, circostanza che lascerebbe anche molti litorali senza protezione da tempeste e inondazioni. Le foreste pluviali, che coprono solo il 6 % della superficie terrestre ma ospitano metà delle specie terrestri, stanno scomparendo alla velocità di circa 13 milioni di ettari all’anno. Le attività di deforestazione da sole rilasciano nell’atmosfera un volume di carbonio pari a 0,8-2,2 Gt all’anno, che corrisponde approssimativamente al 20 % delle emissioni mondiali di CO2. La perdita o i danni arrecati agli ecosistemi ne riducono la capacità di catturare e immagazzinare il carbonio. Il sistema climatico ha soglie
Gli ecosistemi terrestri e marini assorbono circa la metà delle emissioni di CO2 riconducibili all’attività antropica
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Lo sapevate?
Le attività di deforestazione rilasciano approssimativamente il 20 % delle emissioni globali di CO2
irreversibili, oltre le quali gli ecosistemi hanno reazioni imprevedibili e perdono resilienza: i pozzi di assorbimento del carbonio si trasformano allora in fonti di produzione di questo elemento. Benché non si sappia con esattezza di quanto tempo disponga l’umanità prima di raggiungere questi punti di non ritorno, si sa con certezza che è necessario fare il possibile perché ciò non accada. Un esempio è lo scioglimento del permafrost nelle regioni settentrionali, che determina maggiori emissioni di gas a effetto serra, il che a sua volta può concorrere ad accelerare il ritmo dei cambiamenti climatici.
Punto 4 : La preservazione della natura contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici Se i cambiamenti climatici sono divenuti una tematica al centro dell’attenzione pubblica, il livello di preoccupazione per la perdita della biodiversità rimane invece ancora basso. La conservazione della biodiversità è erroneamente considerata una questione marginale, che riguarda esclusivamente la protezione delle specie in pericolo di estinzione, trascurando spesso il ruolo fondamentale che la natura può esercitare nella lotta ai cambiamenti climatici. Ecosistemi sani e dotati di resilienza sono maggiormente in grado di attenuare e adeguarsi ai cambiamenti climatici e, quindi, di contenere il riscaldamento globale. Resistono e si riprendono più facilmente da eventi meteorologici estremi e offrono una gamma più ampia di benefici da cui dipende la popolazione. La rete europea delle zone protette Natura 2000 copre ora quasi un quinto del territorio complessivo dell’Unione europea e annovera al proprio interno oltre 25 000 siti. La rete marina, invece, è prossima all’ultimazione. Natura 2000 è uno strumento indispensabile per offrire alle specie naturali lo spazio di cui necessitato per adattarsi ai cambiamenti climatici. La varietà di servizi ecosistemici offerti da Natura 2000 e da altre importanti zone protette e reti nazionali e regionali spesso non è riconosciuta, ma risponde a tutta una serie di bisogni umani (come aria e acqua pulite, svago, protezione dalle inondazioni). Si tratta del pilastro centrale per
Oltre a offrire degli habitat a specie animali e vegetali, gli alberi purificano l’aria che respiriamo eliminando il biossido di azoto, l’anidride solforosa, il monossido di carbonio e l’ozono, nonché immagazzinano o assorbono nel legno il carbonio. Il verde urbano contribuisce all’adattamento ai cambiamenti climatici e alla loro attenuazione, raffreddando l’area circostante e ospitando flora e fauna selvatiche, oltre che offrendo i servizi degli ecosistemi. Aumenta altresì il valore degli immobili e migliora la qualità della vita poiché filtra l’aria, riduce il rumore e crea luoghi ameni in cui le persone possono passare del tempo o svagarsi. Come spugne, le foreste assorbono l’acqua, la immagazzinano e poi la rilasciano gradualmente, limitando le inondazioni quando piove e immagazzinando acqua per i periodi secchi. La protezione dei bacini idrografici e della captazione in prossimità delle città è una scelta intelligente sotto il profilo economico, ecologico e sociale. Inoltre, gli spazi protetti nei bacini idrografici costano meno degli impianti di purificazione dell’acqua e offrono così un’alternativa locale al convogliamento dell’acqua da luoghi più lontani. Le grandi città del mondo (come Rio de Janeiro, Johannesburg, Tokyo, Melbourne, New York e Giacarta) dipendono da aree protette per offrire acqua potabile ai residenti.
Manifestazioni di preoccupazione « L’esistenza di ecosistemi sani è un elemento indispensabile per qualsiasi strategia di adeguamento ai cambiamenti climatici. Si può dire che la conservazione della biodiversità rappresenta la nostra assicurazione sulla vita per il futuro. Occorre trovare una soluzione all‘attuale rischio di perdita e frammentazione degli habitat nonché all’inquinamento. » Stavros Dimas, commissario europeo per l’Ambiente
« In un momento storico in cui più che mai abbiamo bisogno di un pianeta ‘forte’ [ ... ], lo abbiamo spinto al punto della sua massima debolezza. » Bo Ekman, Johan Rockström, Anders Wjkman, Fondazione Tällberg
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« Attualmente, anziché mantenere e potenziare la capacità della natura di cattura e stoccaggio del carbonio, si depauperano gli ecosistemi mondiali a una velocità allarmante. » Achim Steiner, direttore esecutivo dell’UNEP
Natura 2000 è uno strumento fondamentale per offrire alle specienaturali lo spazio necessario per adattarsi ai cambiamenti climatici
Raccogliere le prove Il progetto di Valutazione su vasta scala dei rischi ambientali per la biodiversità con metodi sperimentati (ALARM, Assessing Large Scale Environmental Risks for Biodiversity with Tested Methods) ha esaminato i rischi causati dai cambiamenti climatici, dalle sostanze chimiche nell’ambiente, dalle invasioni biologiche, dalla perdita degli impollinatori, nonché gli aspetti socioeconomici. Il progetto, in collaborazione con altri, si è tradotto in un Atlante dei rischi per la biodiversità, nonché in atlanti climatici per farfalle, anfibi e rettili. www.alarmproject.net Il progetto sul contenimento e l’adattamento agli effetti prodotti dai cambiamenti climatici sulla biodiversità (MACIS, Minimisation of and adaptation to Climate Change Impacts on Biodiversity) ha valutato non solo l’impatto dei cambiamenti climatici, ma anche le misure di adattamento e attenuazione in vari settori e le loro ripercussioni sulla biodiversità. www.macis-project.net/index.html
Preservare la natura, però, non è sufficiente. Per rendere il nostro ambiente resistente agli effetti del clima è essenziale mantenere ecosistemi diversi, funzionanti e interconnessi nel più ampio ambiente terrestre, di acqua dolce e marino.
Punto 5 : Per le azioni future occorrono politiche più integrate Così come non si può far fronte alla perdita di biodiversità senza considerare anche il problema dei cambiamenti climatici, è impossibile affrontare i cambiamenti climatici senza parlare di biodiversità e di ecosistemi. Se non conseguiremo gli obiettivi che ci siamo posti sui cambiamenti climatici, è probabile che si produrranno gravi effetti sulla biodiversità e sugli ecosistemi. Allo stesso tempo, il fenomeno dei cambiamenti climatici deve essere affrontato nell’ambito della più ampia sfida di preservare in tutto il mondo la capacità degli ecosistemi di continuare a essere pozzi di assorbimento per i gas a effetto serra, evitando danni agli ecosistemi stessi, come la deforestazione e l’acidificazione degli oceani, che si risolverebbero in un’accelerazione del ritmo del riscaldamento planetario. Il mancato conseguimento degli obiettivi sulla biodiversità può compromettere gravemente gli sforzi profusi per ridurre il riscaldamento planetario; al contrario, un maggiore impegno nel preservare la natura e nel ridurre le pressioni ambientali sulla biodiversità e sugli ecosistemi contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici e produce molteplici vantaggi. I prossimi anni potrebbero rivelarsi decisivi. Azioni integrate in relazione alla perdita di biodiversità e ai cambiamenti climatici favoriranno le opportunità di sviluppo sostenibile, con il coinvolgimento della popolazione e la condivisione delle responsabilità per un futuro fondato su equità, sicurezza, sviluppo umano e benessere. Il Libro bianco L’adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d’azione europeo riconosce il ruolo fondamentale della resilienza degli ecosistemi e dello sfruttamento dei benefici collaterali. Inoltre, la Commissione europea ha chiesto che la perdita di copertura forestale sia dimezzata entro il 2020 e arrestata entro il 2030 al più tardi; la Commissione sostiene inoltre la creazione di un meccanismo di finanziamento internazionale, il meccanismo mondiale per il carbonio forestale (Global Forest Carbon Mechanism), per compensare gli sforzi compiuti dai paesi in via di sviluppo al fine di ridurre la deforestazione e il degrado forestale
Per ulteriori informazioni : Gruppo di lavoro di esperti ad hoc sulla biodiversità e sui cambiamenti climatici : http ://circa.europa.eu/Public/irc/env/biodiversity_climate/home Banca mondiale, Dipartimento per l’ambiente : Convenient solutions to an inconvenient truth : ecosystem-based approaches to climate change, 2009 : http ://siteresources.worldbank.org/ENVIRONMENT/Resources/ESW_EcosystemBasedApp.pdf Relazione n. 4/2008 dell’AEA : Impacts of Europe’s changing climate – 2008 indicator-based assessment : www.eea.europa.eu/publications/eea_report_2008_4 Politica europea sui cambiamenti climatici : http ://ec.europa.eu/environment/climat/home_en.htm Libro bianco L’adattamento ai cambiamenti climatici : verso un quadro d’azione europeo : http ://ec.europa.eu/environment/climat/adaptation/index_en.htm Sito web del programma UN-REDD : www.undp.org/mdtf/UN-REDD/overview.shtml Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica : www.cbd.int/climate/ e http ://adaptation.cbd.int/
© Unione europea, 2010 Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
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Le torbiere svolgono un ruolo indispensabile nell’assorbire e immagazzinare carbonio
il mantenimento della massa critica e di un ventaglio di funzioni fondamentali per far fronte ai cambiamenti in atto. È di cruciale importanza preservare queste zone come spazio per la natura, anche se le specie alle quali sono state inizialmente destinate possono essersi trasferite. Offriranno gli habitat necessari ad altre specie che cercano di trovare condizioni climatiche a loro consone. Mantenere la diversità genetica e quella delle specie è importante per gli ecosistemi, poiché potrebbe aumentarne la resilienza assicurando che vi siano specie diverse sufficienti a sostenere i processi ecologici in caso di problemi imprevisti.