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Il “sonoro” del multimedia Salvatore COLAZZO1 1
Dipartimento di Scienze Pedagogiche, Psicologiche e Didattiche, Università del Salento (LE) Abstract
Laddove vi è la convergenza di messaggi che si sviluppano su diversi piani, inevitabilmente la cognitività è pregna di elementi emotivi e la dimensione metaforica dell’esprimersi è potenziata. Il pensiero non può che essere “pensiero emozionato” e l’apprendimento non può che essere apprendimento per immersione… e la didattica, di necessità, didattica multimediale. Suoni e immagini, in ragione del potere di coinvolgimento del corpo che posseggono, mettono in questione i modi tradizionali della formazione. Coi suoni, le immagini, le parole i nostri giovani giocano il mondo, costruiscono mondi, ed ogni mondo che essi costruiscono è un vero e proprio ambiente di apprendimento: così imparano non solo a praticare l’addomesticamento dei media, ma anche l’addomesticamento della realtà e delle loro emozioni. Per promuovere apprendimento nell’era della comunicazione generalizzata è indispensabile aprire la scena educativa a tutto quanto è corpo, azione, sensazione, affetto. Keywords: apprendimento digitale, multimedia, pensiero emozionato.
Introduzione L’attuale modello comunicativo è quello fortemente interattivo rappresentato dai social network e dall’ambient intelligence. Il costrutto di Ambient intelligence si deve agli studi di Weiser, Normann e Aarts, che, ognuno per la sua via, sono arrivati a ritenere la tecnologia come un modo per arricchire di potenzialità l’ambiente quotidiano, consentendo un allargamento dell’esperienza e delle possibilità di interazione col contesto. L’aspirazione, soprattutto di Wieser, è quello di pervenire ad artefatti tecnologici capaci di integrarsi nel tessuto delle azioni quotidiane delle persone, poiché progettati per essere usati senza nemmeno pensarci [10]. Il processo di incorporazione della tecnologia, che fa sì che essa diventi parte integrante delle nostre pratiche quotidiane e di quelle che riusciamo ad immaginare come possibili, ci porta ad essere elementi del cyberspazio, quindi potenzialmente in contatto con tutti gli altri abitanti del globo e comunque iscritti in mille modi diversi in un sistema ipercomplesso di relazioni mediate elettronicamente. Si moltiplicano le opportunità di esperienze, che si traducono in una gran quantità di apprendimenti più o meno formalizzati, più o meno coerenti tra di loro, con conseguenze significative sui modi attraverso cui gestiamo la nostra identità. Il reciproco adattamento tra media, individui e pratiche culturali, ha portato all’emergere di una forma nuova di intelligenza, l’intelligenza digitale, che consente di muoverci con destrezza nel cyberspazio, valorizzando la possibilità che l’altro costituisca una risorsa per il proprio sviluppo personale. Parliamo di intelligenza digitale nel senso in cui ne trattano Battro e Denham [1], i quali propongono di affiancare alle intelligenze multiple prospettate da Gardner, quest’ulteriore forma di intelligenza che ha un suo specifico nella possibilità basica di usare la cosiddetta “scelta clic”, che, per dirla con i due autori, è “l’unità elementare di un’euristica binaria”. Questa possibilità, enormemente ampliata dall’avvento del computer, era già nota agli uomini sin dai loro primordi. Sparare con un archibugio, azionare una balestra, suonare uno strumento a tastiera sono tutti comportamenti che testimoniano l’esistenza di un’intelligenza digitale. L’intelligenza digitale è stata messa, con l’avvento dei media interattivi, a disposizione della relazionalità, che si è trovata moltiplicata, creando un mondo più connesso e, pertanto, più complesso. Rinasce, con ciò, come ci suggerisce E. Morin [8] una sorta di nuovo umanesimo. La svolta comunicativa intervenuta grazie a media personali sembra avere dentro di sé la promessa di un soggetto che sa andare oltre il “buio dei miti dell’individuo privato”. “Sotto i nostri occhi, e per frammenti, si profila l’abbozzo scimmiesco – il cosmopiteco – di un essere (dotato di maggiore coscienza e amore?) che potrebbe affrontare il divenire e assumere una funzione cosmica” [8]. L’apprendimento digitale è quello che è connesso con l’intelligenza digitale-connettiva [3]. La pedagogia odierna accetta la sfida della postmodernità e rende la formazione disponibile a farsi