sommario rappresentare fondamenti ed applicazioni di geometria descrittiva disegno dell’architettura rilievo dell’architettura fondamenti di informatica
9 17 27 37
analizzare caratteri tipologici e distributivi degli edifici progettazione di sistemi costruttivi workshop 2007 restauro
47 59 69 75
progettare progettazione architettonica 1 progettazione architettonica 2 progettazione urbana progettazione architettonica e urbana
85 95 109 123
sperimentare workshop 2008 workshop 2009
141 147
conoscere viaggio studio in Spagna viaggio studio in Scozia tirocinio
155 161 167
rappresentare
8
GEOMETRIA DESCRITTIVA prof. Giuseppe D’Acunto
Il corso si prefigge la conoscenza dei metodi scientifici finalizzati all’interpretazione e alla rappresentazione dell’architettura, proponendosi inoltre come strumento creativo per l’invenzione e la costruzione del progetto. I temi trattati sono stati: l’omologia e l’omologia di ribaltamento; casi particolari di omologia (affinità, omotetia, traslazione); il metodo di Monge: rappresentazione del punto, della retta e del piano; generalità sulle condizioni di appartenenza, parallelismo e ortogonalità; ribaltimento del piano proiettante e del piano generico. Sono state approfondite inoltre: le superfici: genesi e classificazione; rappresentazione di superfici quadriche e di rotazione; le sezione coniche (ellisse, parabola e iperbole) sul cono circolare retto; assonometrie ortogonali (isometrica) e oblique (cavaliera). Il metodo delle proiezioni centrali: generalità e rappresentazione degli enti fondamentali; la prospettiva a quadro verticale e a quadro inclinato; il metodo dei punti di fuga e quello del ribaltamento. Infine è stata analizzata la teoria delle ombre con la determinazione delle ombre su superfici di rotazione rappresentata nei metodi della geometria descrittiva (metodo di Monge, dell’assonometria e della prospettiva).
9
- determinazione del contorno apparente di una sfera in proiezione obliqua (assonometria cavaliera) 10
rappresentare
Geometria Descrittiva
- determinazione delle proiezioni ortogonali e della vera forma di una sezione ellittica sul cono circolare retto 11
- determinazione delle proiezioni ortogonali e della vera forma di una sezione parabolica sul cono circolare retto con ombre proprie e portate 12
rappresentare
Geometria Descrittiva
- determinazione delle proiezioni ortogonali e della vera forma di una sezione iperbolica sul cono circolare retto
13
- rappresentazione mongiana e assonometrica della volta a crociera 14
rappresentare
Geometria Descrittiva
- rappresentazione mongiana e assonometrica di una rampa di scale con ombre propria e portata 15
- veduta dell’ingresso 16
BLADES HOUSE Disegno dell’architettura prof.ssa Gabriella Liva
Il corso di Disegno completa la formazione sui metodi della rappresentazione applicando le teorie della geometria descrittiva al disegno concreto dell’architettura. Il corso ha fornito una comprensione dei principi proiettivi del disegno di architettura. L’uso delle proiezioni ortogonali, delle assonometrie e della prospettiva sono stati propedeutici alla comprensione dei principi compositivi del progetto di architettura. La Blades House è un edificio unifamiliare progettato dal gruppo Morphosis in California alla fine degli anni novanta; è stata commissionata da una giovane coppia composta da uno scultore e una manager di una ditta che produce cd-rom dopo il grande incendio nel giugno del 1990 sviluppatosi sulle colline di Santa Barbara. Dopo una prima fase di analisi e comprensione del progetto si richiedeva la restituzione di piante, sezioni, e prospetti secondo i metodi introdotti a lezione facendo particolare attenzione allo spessore e al colore delle linee in base alla profondità degli elementi, alla precisione del disegno e alla disposizione nelle tavole.
17
- in alto a sinistra: foto dell’interno realizzata dal soggiorno verso la cucina con particolare della colonna - in alto a destra: foto dell’interno realizzata dalla zona cucina verso la zona soggiorno con soggetto principale il muro ellittico che dal giardino entra nella residenza per creare una continuità fre interno ed esterno - in basso: vista esterna del muro che forma l’ellisse 18
Blades House
A
A
rappresentare
- pianta piano terra 19
- in alto a sinistra: veduta notturna del prospetto NordOvest - a destra dall’alto: veduta del prospetto Nord-Ovest, particolare del rivestimento del prospetto Sud-Est, veduta della residenza da Sud 20
Blades House
B
B
rappresentare
- pianta primo piano 21
- prospetto Sud-Est
- prospetto Sud-Ovest 22
rappresentare
Blades House
- prospetto Nord-Est
- prospetto Nord-Ovest 23
- veduta notturna del fronte Sud-Ovest
- particolare della piscina e del muro che forma l’ellisse 24
rappresentare
Blades House
- sezione A
- sezione B 25
- veduta da Nord-Ovest 26
PALAZZO GIUSTINIAN LOLIN Rilievo dell’architettura prof. Vincenzo Lucchese L’obiettivo del corso era il rilievo del cortile interno di palazzo Giustinian-Lolin sul Canal Grande, oltre che di alcuni particolari come il portale d’ingresso e la loro restituzione grafica. In aggiunta sono stati ridisegnati i vecchi catasti veneziani e la carta numerica dell’area per poterli confrontare. Cioè analizzare la corrispondenza fra i diversi numeri civici degli edifici e i proprietari, tratti dai sommarioni storici. Il palazzo di origine trecentesca assunse l’aspetto attuale nel 1623 quando subì una profonda ristrutturazione a opera di Baldassare Longhena (1598-1682), scultore e architetto veneziano, celebre autore della basilica di Santa Maria della Salute. Il progetto del giovane architetto, al suo primo incarico di edilizia residenziale, prevedeva il mantenimento dell’originario impianto planimetrico, i cui primitivi caratteri gotici sono oggi riconoscibili nello slancio delle finestre e nell’organizzazione spaziale del piano terra, con cortile laterale interno affacciato, mediante ingresso da terra, lungo l’attuale Calle Giustinian. Con questo palazzo, l’architetto avvia quella rivisitazione della classica “casa veneziana” che, seppur nel rispetto della tradizione e degli equilibri consolidati e per certi versi imprescindibili che tale modello comportava, condurrà assieme alle realizzazioni più tarde a rinnovare l’immagine stessa della città. Privo del piano ammezzato, consueto nei palazzi veneziani dal quattrocento in poi, il complesso consta di due corpi di fabbrica, uniti da maniche che racchiudono un’ampia corte con vera da pozzo. Il corpo principale offre ambienti di diversa ampiezza al piano terra e un vasto salone al piano nobile, con sale attigue e comunicanti, disposizione questa tipica del palazzo veneziano. 27
Calle del Vetturi o Falier
CANAL GR ANDE CANAL GR ANDE
Calle del Vetturi o Falier
Calle Giustinian
Calle Giustinian
- pianta piano terra
Pianta piano terra
1:300
Pianta piano terra
R 1:100
R 1:100
Calle del Vetturi o Falier
CANAL GR ANDE CANAL GR ANDE
Calle del Vetturi o Falier
Calle Giustinian
Calle Giustinian Pianta piano primo
I
A.A. 2008/2009 - piantaApiano primo 1:300 ClaSa U
V
I
U A V
CORSO DI RILIEVO Prof. Vincenzo Lucchese
Prof. Dario Zanverdiani
A.A. 2008/2009 28 CORSO DI RILIEVO Prof. Vincenzo Lucchese
ClaSa
Prof. Dario Zanverdiani
Pianta piano primo
R 1:100
R 1:100
STUDENTI: Samuele Morellato matr. 261584 Tobia Vielmo
matr. 257509
TAV. 03
STUDENTI: Samuele Morellato matr. 261584 Tobia Vielmo
matr. 257509
TAV. 03
rappresentare
Palazzo Giustinian Lolin
Calle del Vetturi o Falier
Calle del Vetturi o Falier
CANAL GR ANDE
CANAL GR ANDE
Calle Giustinian
Calle Giustinian
- pianta piano secondo 1:300
Calle del Vetturi o Falier
Pianta piano secondo
R 1:100
Pianta piano secondo
R 1:100
CANAL GR ANDE
CANAL GR ANDE
Calle del Vetturi o Falier
Calle Giustinian
Calle Giustinian I U
A.A. 2008/2009
A
ClaSa
V
- pianta piano terzo I U A V
CORSO DI RILIEVO Prof. Vincenzo Lucchese Prof. Dario Zanverdiani
Pianta piano terzo
R 1:100
Pianta piano terzo
R 1:100
STUDENTI: Samuele Morellato matr. 261584 Tobia Vielmo
matr. 257509
TAV. 04
1:300
A.A. 2008/2009 ClaSa
CORSO DI RILIEVO Prof. Vincenzo Lucchese Prof. Dario Zanverdiani
29 STUDENTI: Samuele Morellato matr. 261584 Tobia Vielmo
matr. 257509
TAV. 04
- in alto: foto di riferimento - a lato: prospetto del lato Sud-Ovest 1:200 Prospetto Sud-Ovest
I U A V
Prospetto Sud-Ovest
A.A. 2008/2009 ClaSa
R 1:50
CORSO DI RILIEVO Prof. Vincenzo Lucchese
STUD
Prof. Dario Zanverdiani
R 1:50
Prospetto Nord-Ovest
R 1:50
- in alto: foto di riferimento I U A V
- a lato: prospetto del lato CORSO DI RILIEVO Nord-Ovest 1:200 Prof. Vincenzo Lucchese
A.A. 2008/2009
ClaSa
Prof. Dario Zanverdiani
30
STUDENTI: Samuele Morellato matr. 261584 Tobia Vielmo
matr. 257509
TAV. 01
rappresentare
Palazzo Giustinian Lolin
- in alto: foto di riferimento - a lato: prospetto del lato Sud-Est 1:200 Prospetto Sud-Est
I U A V
Prospetto Sud-Est
A.A. 2008/2009 ClaSa
CORSO DI RILIEVO Prof. Vincenzo Lucchese
R 1:50
ST
Prof. Dario Zanverdiani
R 1:50
Prospetto Nord-Est
R 1:50
- in alto: foto di riferimento - a lato: prospetto del lato Nord-Est 1:200 I U A V
A.A. 2008/2009 ClaSa
CORSO DI RILIEVO Prof. Vincenzo Lucchese Prof. Dario Zanverdiani
31 STUDENTI: Samuele Morellato matr. 261584 Tobia Vielmo
matr. 257509
TAV. 02
- veduta aerea della zona di campo San Vidal e del ponte dell’accademia
- ridisegno della pianta catastale napoleonica del 1809 32
rappresentare
Palazzo Giustinian Lolin
- ridisegno della pianta catastale austro-italiana del 1852
- ridisegno della pianta numerica attuale del 1989 33
- in alto: foto del portale d’ingresso - a lato: restituzione del prospetto del portale d’ingresso scala 1:50
- foto di alcuni particolari del portale d’ingresso 34
C
4,00
C
35
13,50
4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
20,60
3,00
B A 4,45
4,00
20,60
3,00
A 4,45
4,45
8,89
1,50
2,65
5,50
4,50 1,25
1,50
8,89
0,00
3,60
0,00
3,60
B
C
0,00
5,50
4,50 1,25
0,00
R 1:10
2,65
4,50 1,25
1,50
4,00
7,50 10,00
11,17
3,00
9,44 11,17
0,00
0,00
2,65
0,00
5,50
1,50
0,00
5,50
20,60
6,09 8,17 8,89 11,17
7,50 10,00
4,45
6,09 8,17 11,17
7,50 10,00
3,00
4,45
4,45
2,61
4,45
20,60
9,44
4,00
4,45
7,50 10,00
4,45
4,45
4,00 4,00 23,00 4,00
7,50 10,00
11,17
0,00
3,60
3,60
B C
C
0,00
5,50
4,50 1,25
1,50
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
3,00
2,61
6,09 8,17 11,17
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
20,60
4,45 4,00 23,00 4,004,45 7,50 4,00 4,00 20,60 3,00 10,00 23,004,00
0,00
4,00 23,00 4,00 4,00 23,004,00 4,00 23,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 4,0023,00 4,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 23,00 4,00
4,00 4,00 23,00 23,00 4,00 4,00
4,00 23,00 4,00
1,90
4,00 23,00 4,00
23,00
4,00
4,00
4,00 4,00 23,00 23,00 4,00 4,00
4,00 23,00 4,00
3,60 9,44
23,00
C
B 0,00
2,25 6,50 3,50
4,00 23,00 4,00
4,00
2,61
4,00
4,00 23,00 4,00
BB
1,90
15,00
23,00
4,00
C
A
17,00
4,00 23,00 4,00
B B
A
3,00
20,60
4,45
4,45
7,50 10,00
7,50 10,00
6,09 8,17 11,17
13,50 6,00
4,00 23,00 4,00
A
11,17
6,09 8,17 11,17
2,25 6,50 3,50
13,50
2,25 6,50 3,50
15,00
4,00 23,00 4,00
A 11,17
15,00
17,00
4,00
4,00 23,00 23,00 4,00 4,004,00 23,00 4,00 4,004,00 23,00 4,004,00 23,00 4,00 4,004,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 4,004,00 4,00 23,00 4,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 23,00 4,00 4,00 4,00 23,00 23,00 4,00 4,00
23,00
3,00
20,60
B 9,44
Prospetti e sezioni particolare del po
17,00
6,00
13,50
C C
15,00
4,00 23,00 4,00
4,00
C
4,00
13,50
C
23,00
2,25 6,50 3,50
C C
4,00
15,00
B
2,25 6,50 3,50
17,00
A
17,00
6,00
B B
13,50
A
6,00
2,25 6,50 3,50
Prospetti e sezioni particolare del portale di ingresso
15,00
B
4,45
4,45
2,61
,00
17,00
C
0
- dall’alto: prospetto e sezione della colonna del porticato con a lato la divisione dei tre corpi principali quotati in scala 1:20; foto del particolare del corpo ‘A’
13,50
C B B
2,25 6,50 3,50
A
15,00
rappresentare
17,00
A A
0
1,90
1,90
2,61 9,44
8,89 8,89 Palazzo Giustinian Lolin 0,00
1,90 0,00
3,60
4,50 1,25
- veduta da Nord-Ovest 36
VALENCIA OPERA HOUSE Fondamenti di informatica prof. Emanuele Garbin
Il corso si propone di fornire una panoramica sugli strumenti informatici utilizzabili nelle diverse fasi dell’ideazione, elaborazione e comunicazione del progetto architettonico. Come esercitazione principale del corso ci è stato assegnato la rappresentazione in tridimensionale attraverso tecniche di disegno digitale con l’utilizzo di software come AutoCAD. La scelta è ricaduta nel Valencia Opera House di Santiago Calatrava. I render richiesti riguardano solamente la sala principale e l’involucro che la racchiude, non tutto l’edificio. Per prima cosa si parte con il restituire in digitale le piante, da quella del livello più basso, salendo si inseriscono o si estrudono gli elementi per formare il palcoscenico, i vari gradini delle scalinate e i parapetti. In seguito si creano gli oggetti che andranno ripetuti come le poltrone, in questo caso ne viene fatto un modulo e poi lo si copia ricollocandolo nelle tre dimensioni. Infine si deve fare il “contenitore” della sala, cioè il rivestimento esterno, che comprende i quattro lati e la copertura.
37
- veduta da Sud 38
rappresentare
Valencia Opera House
- sezione longitudinale del progetto
- piante del progetto 39
- a sinistra: veduta notturna da Sud - a destra: veduta da Est
- render dell’involucro esterno 40
rappresentare
Valencia Opera House
- render dell’interno
- render dell’interno 41
- veduta del palcoscenico del teatro principale
- render relativo alla veduta del palcoscenico 42
rappresentare
Valencia Opera House
- veduta della platea e palchi del teatro principale
- render relativo alla veduta della platea interna 43
analizzare
Glenn Murcutt
Shigeru Ban
46
Rem Koolhaas
TRE ARCHITETTI Caratteri tipologici e distributivi degli edifici prof.ssa Esther Giani
L’esercitazione che questo corso ha proposto per poter sostenere l’esame consisteva in una ricerca che aveva come oggetto tre architetti noti: Glenn Murcutt, Shigeru Ban e Rem Koolhaas. Per ognuno dei tre era fondamentale l’inserimento in un contesto storico, l’evolversi del loro pensiero e i riferimenti che hanno seguito. Prendendo poi in considerazione solamente una tipologia edilizia, vale a dire le abitazioni unifamiliari, ne sono state scelte alcune, le più significative, per ognuno dei tre architetti. Lo scopo principale era confrontare questa tipologia edilizia interpretata dai tre diversi soggetti tramite il maggior numero possibile di disegni quali piante, sezioni, prospetti e assonometrie che si potesse trovare. - Le abitazioni di Glenn Murcutt prese in questione sono: Casa Glenn Murcutt, Mosman, Sydney, 1968-69; Casa Lurie Short, Terrey Hills, Sydney, 1972-73; Casa Nicholas, Mount Irvine, Nuovo Galles del Sud, 1977-80; Casa Magney, Bingi Point, Nuovo Galles del Sud, 1982-84; Casa Simpson-Lee, Mount Wilson, Nuovo Galles del Sud, 1989-94; - Per quanto riguarda Shigeru Ban: Forniture House 1, Yamanashi, Giappone, 1995; Curtain Wall House, Tokyo, Giappone, 1995; Naked House Case Study House 10, Saitama, Giappone, 1999-00; Boomerang House, Shelter Island, New York, 2005; Crescent House, Shizuoka, Giappone, 2008; - Infine di Rem Koolhaas: Villa Lemoine, (Maison a Bordeaux) Bordeaux, Francia, 1998. 47
- pianta attacco a terra 48
analizzare
tre Architetti
Casa Lurie Short Terrey Hills, Sydney, 1972-73
- in alto: veduta degli spazi interni di soggiorno, con le veneziane metalliche ed il frangisole orizzontale della copertura - in basso: scorcio della veranda
49
- in alto: planimetria generale - in basso: schizzo prospettico del padiglione principale
50
analizzare
tre Architetti
Casa Simpson-Lee Mount Wilson, Nuovo Galles del Sud, 1989-94
dall’alto: - veduta del secondo padiglione con lo specchio d’acqua di giorno - scorcio dei padiglioni con lo specchio d’acqua di notte - veduta dei due padiglioni 51
- in alto: planimetria generale - in basso: sezione trasversale 52
analizzare
tre Architetti
Naked House Case Study House 10 Saitama, Giappone, 1999-00
- in alto: veduta interna verso il lato corto aperto - in basso: veduta interna verso la zona bagno 53
- in alto: disegno prospettico - in basso: veduta interna con la piattaforma 54
analizzare
tre Architetti Villa Lemoine (Maison a Bordeaux) Bordeaux, Francia, 1998
AC alloggio del custode B bagno CA cantina E enoteca GA galleria d’arte mobile K cucina I ingresso L camera da letto LM camera matrimoniale LT locale tecnico LV lavanderia M area media O ospiti PE pranzo estivo PI pranzo invernale PT patio S soggiorno ST studio 2D doppio volume
- in alto: pianta piano interrato - in basso: veduta dell’esterno 55
- pianta piano terra 56
analizzare
tre Architetti
- in alto: pianta secondo piano - in basso: sezione dell’abitazione
57
- foto esterna della facciata curva del nuovo fabbricato 58
BANCA ETICA Progettazione di sistemi costruttivi prof.ssa Gianna Riva
Il sito per la nuova sede di Banca Popolare Etica è situato nella prossimità del piazzale della Stazione Ferroviaria a Padova: Il lotto è caratterizzato dalla presenza di due edifici databili all’inizio del secolo e da un ampio giardino alberato di pertinenza. Il progetto s’incentra sul recupero dei due edifici che insistono sul lotto, sulla realizzazione di un nuovo corpo di collegamento che ospita le funzioni più “pubbliche” legate all’attività della sede e sullo sfruttamento a verde della superficie massima consentita dalle norme urbanistiche (a tale scopo i progettisti hanno optato per un ampio parcheggio sotterraneo). All’esterno l’intervento si é limitato al mantenimento ed alla valorizzazione delle facciate e degli elementi architettonici di pregio (fregi, cornici, balconi…); all’interno è stato previsto l’adeguamento tecnologico dei due manufatti, tale da poter ospitare la nuova funzione direzionale. L’ampliamento si configura come un corpo di fabbrica di due piani (più uno interrato di servizio) allineato sull’asse nord-sud a collegare funzionalmente i due edifici preesistenti e a dividere il lotto in due parti distinte. Una zona a carattere più privato sul lato est tra l’ampliamento ed il fabbricato maggiore (trattata a giardino con essenze decorative e manto erboso), una zona pubblica con accessi, soste e parcheggio sul lato ovest tra l’ampliamento ed il muro di confine. Il tetto piano è organizzato come “green roof “, terrazza giardino accessibile dal fabbricato maggiore, su cui è installato un sistema di pannelli a celle fotovoltaiche per la produzione autonoma di energia elettrica (principalmente destinata all’illuminazione degli spazi pubblici esterni). 59
- veduta esterna ed interna della facciata curva della nuova costruzione 60
analizzare
Banca Etica
- veduta della facciata Sud 61
- pianta piano interrato
- pianta piano terra 62
analizzare
- pianta primo piano
Banca Etica
- pianta delle coperture
63
- sezione longitudinale: visibile i due fabbricati preesistenti e l’intero nuovo corpo di fabbrica.
- sezione trasversale: visibile uno dei due fabbricati preesistente e il parcheggio sotteraneo. 64 10
analizzare
Banca Etica
1. Contenimento consumi energetici: meno di 50 KWh/ mq per anno (circa 50% di risparmio rispetto al tradizionale), solo da fonti rinnovabili. 2. Utilizzo di materiali edili con certificato o attenzione bioecologica. 3. Riciclo acque piovane, usate per irrigazione e servizi igienici. 4. Installazione di pannelli fotovoltaici che coprono il 10% dell’elettricità usata; il restante 90% proviene da energia rinnovabile certificata. 5. Uso di isolante termico in fibra di legno, da silvicoltura sostenibile, destinabile a riciclaggio e compostaggio. 6. Uso di vetrate ad alta efficienza. 7. Installazione di tetti verdi accessibili, con funzione di contenimento dei consumi energetici. 8. Gestione dell’impianto elettrico per il contenimento dei consumi, grazie a tecnologie innovative. 9. Realizzazione di un nuovo edificio in legno di provenienza certificata. 10. Installazione di Centrale di Trattamento Aria per il filtraggio dell’aria inquinata, con recupero energetico dell’aria espulsa. 11. Realizzazione di spazi aperti e verdi per i dipendenti e il pubblico. 12. Installazione di “tetti ventilati” per il risparmio energetico. 13. Produzione di energia termica con caldaia a biomassa (pellets) e utilizzo di pannelli radianti. 14. Accessibilità a tutti gli spazi, secondo i principi del “forum progetto uomo” e il protocollo Tecnothon “un bagno per tutti”. 15. Sviluppo della nuova viabilità pubblica ciclopedonale in terra stabilizzata, con recupero della terra di scavo. 65 11
- sezione e prospetto della facciata posta ad Ovest 66 10
analizzare
Banca Etica
- sezione e prospetto della facciata curva posta ad Est 67 11
- foto aerea di Venezia e il Lido: evidenziata l’area dell’Ex Ospedale oggetto di trasformazione 68
EX OSPEDALE AL LIDO Composizione architettonica, workshop 2007 5+1AA / Alfonso Femia Gianluca Peluffo
Il tema di Progetto proposto per il Workshop è relativo alla trasformazione delle aree dell’Ex Ospedale del Lido di Venezia. La scelta di questo tema è stata dettata dall’interesse generale e da quello specifico che questa area riveste. Dopo un primo soprallugo siamo passati all’analisi del territorio del Lido a grande scala, e abbiamo notato che questo risultava diviso naturalmente per fasce orizzontali: spiaggia, zona verde, edifi cato. Considerato questo come punto di partenza, abbiamo deciso di riprenderlo nella nostra area di progetto; mantenendo e in parte adattando sia l’edifi cato che il verde per fasce. Queste ultime vengono attraversate da percorsi traversali che garantiscono un collegamento tra i due sistemi: mare e laguna, fra la zona dei grandi edifi ci e il mare, e più in generale tra le fasce tematiche da noi identifi cate. Questo sistema di percorsi garantisce anche una graduale scoperta delle varie realtà ambientali e tipologiche dell’isola, permettendo al visitatore e al residente stesso un apprezzamento delle qualità ambientali offerte dal Lido che vengono in questo modo rilanciate e rivalutate.
69
- foto dell’area di progetto in cui si evidenzia lo stato di degrado in cui attualmente si trova 70
edificato
percorsi
verde
concept dopo l’analisi della struttura del Lido, abbiamo ricondotto i dati raccolti in un grafico concettuale, che esprime la divisione delle varie zone ed il loro rapporto
spiaggia
- fotopiano dell’area di progetto
- vedute del render e del modello di progetto dell’area e plastico concettuale che mette in evidenza la divisione a fasce. 72
analizzare
ex Ospedale al Lido
- fotopiano dell’area con il nuovo progetto
- vedute del render e del modello, l’intervento prevede il ripristino degli edifici esistenti e la creazione di una piazza come punto d’unione tra edificato, zone verdi e spiaggia. 73
- particolade del degrado presente nella muratura faccia vista 74
CASA POPOLARE LXVII Restauro prof. Giorgio Gianighian
Durante il corso abbiamo analizzato un complesso abitativo sito a Venezia, con lo scopo di studiarne la storia, i materiali e analizzarne i degradi, per poi poter arrivare a soluzioni idonee per il restauro dell’edificio. L’edificio analizzato è l’abitazione LXVII, facente parte delle case popolari di San Rocco, progettate dall’Ing. Marsich e costruite dalla “Commissione per le case sane economiche e popolari” del Comune di Venezia (un’organizzazione con lo scopo di creare abitazioni a basso costo per i meno abbienti), sull’area dell’ex fonderia Neville (precedentemente occupata dalle Chiovere). La casa LXVII è collocata in angolo, nell’incrocio tra Calle delle Chiovere e Calle Drio l’Archivio. La casa è composta di una bottega, sette abitazioni e una soffitta, il tutto diviso in quattro piani. La muratura della fabbrica è caratterizzata da un’eterogeneità di materiali: il basamento, provvisto di vespai, è di trachite euganea; la fascia soprastante al basamento è composta in parte con mattoni faccia vista (tessitura gotica o polacca) e in parte con trachite euganea lavorata; le cornici delle aperture sono in cemento; la restante parte della muratura è realizzata in laterizio isolato da uno strato di cemento e successivamente intonacata. La facciata presa in esame presenta numerosi degradi: l’infiltrazione di acqua concentra l’umidità nelle zone di ristagno e percolazione (mensole e davanzali), distaccando l’intonaco e favorendo il deposito di composti organici; il deperimento della muratura in laterizio può essere dovuto sia agli agenti atmosferici, sia a fattori intrinsechi del materiale. 75
- viste aeree del complesso edilizio delle 11 case popolari di San Rocco e delle case LVIII, LIX e LVI 76
analizzare
Casa Popolare LXVII
- veduta dell’abitazione LXVII 77
- fotoraddrizzamento della facciata Nord-Est
- piano regolatore del 1992, attacco a terra delle case popolari di San Rocco: evidenziata la casa LXVII 78
analizzare
Casa Popolare LXVII
- pianta piano terra
- prospetto Nord-Est
- pianta primo piano
- prospetto Sud-Ovest
- pianta secondo piano
- pianta terzo piano
- prospetto Sud-Est 79
80
analizzare
Casa Popolare LXVII
81
progettare
- veduta dell’area di progetto 84
UNA VILLA SUL GARGANO Progettazione architettonica 1 prof. Mauro Galantino
Prima del progetto vero e proprio il corso ci ha proposto due attività minori, queste sono state il rilievo di un’aula dell’ex cotonificio, la sua riproduzione grafica e la trasformazione in una sala di lettura. La seconda consisteva nel rilievo dell’ingesso di Santa Marta e nella proposta di una nuova distribuzione. Tramite questo primo approccio abbiamo avuto modo di conoscere gli strumenti ed apprendere un metodo, con cui relazionarsi verso il progetto. Come progetto principale del corso ci è stato assegnata la progettazione di una villa per una famiglia sul promontorio del Gargano. Il luogo destinato alla costruzione è in pendenza e presenta un dislivello di 3 metri, gode inoltre di una splendida vista sul mare e presenta una forte esposizione al sole. Questi inconvenienti sono stati risolti progettando una casa a patio che godesse pienamente della vista data dal sito stesso tramite ampie superfici vetrate, schermate durante le ore più calde dalla copertura. La residenza è composta da 2 piani, il piano terra ha un dislivello di 1 metro che segue l’andamento delle curve di livello e grazie a questo il soggiorno ha un’altezza superiore per dare un senso di benessere e una migliore illuminazione, oltre che un’ottima vista sul paesaggio. Infine é importante sottolineare che la posizione scelta per tutti gli ambienti della casa consente di godere della spettacolare vista che un promontorio sul Gargano offre. 85
- foto dell’area di progetto 86
progettare
Una villa sul Gargano
A
293,20
B
B
292,20
- pianta primo terra
A
A
296,20
B
B
A - pianta primo piano 87
- prospetto Est
- prospetto Ovest 88
progettare
Una villa sul Gargano
- prospetto Sud
- prospetto Nord 89
- sezione A
- sezione B 90
progettare
Una villa sul Gargano
- foto del modello 91
297
298
299
300
296
295
C
294
293
292
291
D
D
290
289
N
C
progettare
Una villa sul Gargano
- sezione C
300 300
300
299 299
299 298 298
298
297 297
297
296 296
296
295 295
295 294 294
294 293 293
293
292 292
292
291 291
- sezione D - a fianco: planimetria con ombre 93
291
- particolare dei Murazzi 94
VIVERE A LONGARONE Progettazione architettonica 2 prof. Carlo Libero Palazzolo
Longarone, il Vajont, una memoria che non deve essere dimenticata. Proprio qui è stata designata l’area di progetto del corso. L’obiettivo era la costruzione di un complesso residenziale capace di accogliere 22 famiglie. Dopo aver seguito numerose lezioni frontali (tra queste una conferenza di Valeriano Pastor, architetto attivo a Longarone negli anni 70, secondo il Piano di Samonà) ed aver effettuato due sopralluoghi, l’area di progetto è stata individuata in quel lembo di montagna situato tra i Murazzi (terrazzamenti agricoli) e l’intervento di Pastor. Come primo approccio al progetto è stata richiesta la realizzazione di più modelli, a diverse scale, che restituissero la zona d’intervento. Lo scopo era anche quello di lavorare sul plastico, modificandolo man mano in modo da avere sempre un riscontro tridimensionale e d’insieme dell’intervento. Le maggiori difficoltà riscontrate riguardavano la forte pendenza del terreno, che ha condizionato ovviamente la progettazione delle unità abitative, molte delle quali hanno un monoaffaccio verso l’esterno. Sin da subito il tentativo è stato quello creare un percorso capace di riallacciarsi con gli altri edifici, e di rendere il nuovo progetto parte integrante della città. Allo stesso tempo è stato doveroso il confronto con i manufatti vicini, e la loro scala. Il progetto prevede la creazione di due blocchi principali, uno maggiore distribuito su tre piani e uno più piccolo di un solo piano utile ad unire all’edificato un percorso pedonale pubblico. Questa via collega oltretutto la città con i Murazzi, cercando così di valorizzare una zona non molto utilizzata dalla popolazione. 95
- in alto: foto scattata a Longarone nel 1963, pochi giorni dopo la tragedia del Vajont - in basso: foto del 1976, ricostruzione del paese dopo il piano urbanistico di SamonĂ (1966) 96
progettare
Vivere a Longarone
- in ordine: chiesa di G. Michelucci; palestra delle scuole elementari; complesso residenziale di V. Pastor (chiamato il bunker); i Murazzi, terrazzamenti agricoli soppravvisuti al disastro 97
- planimetria generale 98
progettare
Vivere a Longarone
ST
OP STOP
0
5
99
10
20
30 m
C
A
B
D
D +496,0 pendenza strada 7%
+491,2
ST
OP
STOP +490,0
C
A
B
- pianta piano interrato sezione a quota 496 m
C
A
B
+497,0
D +500,0
D
ST
STOP
C
A
B
- pianta attacco a terra sezione a quota 500 m 100
OP
progettare
Vivere a Longarone
C
A
B
+497,0
D +503,0
D
ST
OP
STOP
C
A
B
- pianta primo piano sezione a quota 503 m
C
A
B
+497,0
D +506,0
D
ST
STOP
C
A
B
- pianta secondo piano sezione a quota 506 m 101
OP
- sezione D
- sezione A 102
progettare
Vivere a Longarone
- sezione B
- sezione C 103
- alloggio tipo primo edificio
- sezione A
- sezione B 104
progettare
Vivere a Longarone
- alloggio tipo secondo edificio
- sezione A
- sezione B 105
106
progettare
Vivere a Longarone
- foto del modello - a fianco: prospettiva con relativo cono ottico 107
- veduta di Koivusaari da Est 108
KOIVUSAARI Progettazione urbana prof. Francesco Mancuso Koivusaari rappresenta il cuore di un corridoio, importante elemento di connessione dei diversi distretti, per la sua collocazione sia geografica, sia infrastrutturale. Il paesaggio è dominato dalla presenza del mare e dalle coste frastagliate, l’autostrada suddivide l’isola in due zone: quella a sud rimane sostanzialmente invariata anche se si è provveduto a regolarizzarne il profilo in modo da seguire e accompagnare i nuovi edifici; la zona a nord invece si è maggiormente ampliata secondo due direzioni preferenziali che seguono l’andamento delle curve di livello del mare, garantendo quindi un contorno naturale dell’isola. Quest’area è stata rialzata per raggiungere la quota richiesta per le abitazioni (+4m) ed è prevalentemente ad uso residenziale, ma non mancano edifici per il terziario (le grandi torri e la scuola). Le abitazioni si distribuiscono all’interno di un grande anello centrale e lungo le due braccia di terreno che si allungano verso nord; si presentano come blocchi compatti e al contempo sono movimentati grazie ad un andamento ondulato della copertura e da tagli verticali che ne spezzano la continuità. Le tipologie abitative sono due: quelle delle torri e quelle delle schiere; entrambe sono dotate di appartamenti ampi e di diverse dimensioni per accogliere nuclei familiari più o meno numerosi. Si è data molta importanza agli spazi verdi, pubblici e privati, che risultano ampi e variamente distribuiti all’interno dell’isola. L’area posta a sud dell’autostrada è costituita da edifici misti: il piano terra risulta generalmente porticato e con negozi, ai piani superiori si trovano uffici e abitazioni, fornendo quindi un mix di funzioni il più ampio possibile. Per quanto riguarda le zone portuali sono state aggiunte nuove darsene e previsti locali per il rimessaggio, l’attività giovanile, i magazzini e la manutenzione. 109
110
progettare
Koivusaari
- veduta dell’area Sud
- veduta dell’area Nord
- veduta delle darsene a Ovest dell’isola
- a lato: foto aerea 111
112
progettare
Koivusaari
strategie
viabilitĂ e parcheggi
sistema del verde
pubblico - privato
113
10
progettare
Koivusaari
- fotoinserimento del render progettuale
- a lato: planimetria del progetto con ombre 115
- pianta alloggio tipo
- inquadramento primo approfondimento
116
progettare
Koivusaari
- in alto: pianta primo piano e pianta piano terra - in basso: sezione A-A e sezione B-B
117
- inquadramento secondo approfondimento
118
progettare
Koivusaari
- pianta alloggio tipo
119
- foto del modello 120
progettare
Koivusaari
- foto del modello 121
- veduta del Vesuvio 122
UN MUSEO A ERCOLANO Progettazione architettonica e urbana prof.ssa Fernanda De Maio L’antica città di Herculaneum, già gravemente danneggiata dal terremoto del 62 d.C., venne distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., che la coprì con un’ingentissima massa di fango, cenere ed altri materiali eruttivi trascinati dall’acqua piovana che, penetrando in ogni apertura, si solidificò in uno strato compatto e duro di venti metri. Ercolano ci appare oggi solo in una parte della sua estensione, quella più vicina al mare, mentre restano ancora sepolti parte del Foro, i templi, numerose case e le necropoli, soprattutto per il fatto che vengono a trovarsi sotto il moderno abitato di Resìna, Ercolano dal 1969. La struttura della città di oggi e quella delle vestigia archeologiche non trovano attualmente un modo per integrarsi, si presentano infatti come due realtà a sé stanti: la città antica e quella contemporanea cresciuta al di sopra di essa, separate poi ulteriormente da un salto di quota notevole. Una separazione anche di tipo concettuale, per cui lo scavo non appartiene più ai cittadini ma al mondo, mentre tutto ciò che lo circonda è vicenda strettamente locale. Fin da subito si è individuata la necessità di rivalutare il percorso che serve gli scavi archeologici: una lunga strada sovradimensionata circondata oggi da piccole abitazioni e serre in disuso. Tutto lo spazio che circonda la strada è stato quindi trasformato in un grande parco urbano che si mostra più compatto in prossimità dello spazio pedonale per poi diradarsi andandosi a perdere fra le serre e le abitazioni circostanti. Il percorso pedonale interamente riprogettato, modellato su più livelli, cinge completamente gli scavi archeologici e congiunge il museo con la città odierna. Museo che è il fulcro del sistema, dà accesso agli scavi ed attorno al quale si snoda il percorso. 123
- in alto: foto aerea di Ercolano; - sotto: foto aerea degli scavi 124
progettare
un Museo a Ercolano
- foto degli scavi realizzate durante il sopralluogo agli scavi; l’entrata, il percorso circostante e gli scavi 125
126
progettare
un Museo a Ercolano
- schizzi di studio raffiguranti il nuovo percorso, studiato anche in sezione ed il museo 127
- sezione 3-3
- sezione 2-2
un Museo a Ercolano - sezione 1-1
progettare
- a lato: planimetria 129
130
progettare
un Museo a Ercolano
- pianta primo piano interrato
- pianta secondo piano interrato
- pianta terzo piano interrato
- a lato: attacco a terra 131
- sezione A-A
- sezione B-B 132
progettare
un Museo a Ercolano
- sezione C-C
- sezione D-D 133
- prospetto Nord-Ovest
- prospetto Sud-Ovest 134
progettare
un Museo a Ercolano
- prospetto Sud-Est
- prospetto Nord-Est 135
- viste tridimensionali raffiguranti il museo ed il percorso 136
progettare
un Museo a Ercolano
- foto del modello 137
sperimentare
- foto del plastico con la realizzazione delle “linee invisibili� 140
LINEE INVISIBILI Composizione architettonica, workshop 2008 EMBT / Benedetta Tagliabue
Il tema di questo corso era la creazione di una scenografi a teatrale per una coreografi a di Merce Cunningham. Quest’ultimo è uno dei maggiori coreografi viventi, noto per aver rivoluzionato il mondo della danza, proponendo una separazione tra musica e ballo. La sua intenzione è quella di ottenere il movimento puro, che cerca di eliminare emozioni e intenzione narrativa, spingendo gli interpreti all’oblio di sè, al vuoto. Dalla sua collaborazione con John Cage, musicista, sono nati spettacoli i cui danza e musica sono forme di espressione indipendenti, legate solo dalla circostanza che le mette assieme in un dato contesto. I due artisti verso gli anni cinquanta si appassionarono al I-Ching, il libro cinese dei mutamenti, e da questo estrapolarono il metodo della casualità. Il nostro workshop è partito proprio da questo concetto, il caso ci ha assegnato un quadrante della città di Venezia. In questa zona abbiamo cercato una fonte di ispirazione per la nostra scenografi a. Osservata un’impronta misteriosa, abbiamo cominciato a porci delle domande, e proprio qui abbiamo deciso di guardare, analizzare, schematizzare gli infi niti percorsi che la gente compie attraversando gli spazi. Riscoprendo quelle linee invisibili che ognuno di noi lascia dietro di se.
141
- impronte misteriose trovate in prossimitĂ di Campo S. TomĂ , sono state fonte di ispirazione per tutto il progetto 142
SPERIMENTARE
Linee Invisibili
- storia del progetto con fotogrammi del video realizzato, dallo sviluppo dell’idea, all’osservazione della gente e ripoduzione dei percorsi invisibili 143
- studio dei percorsi tracciati dal movimento delle persone
- foto del plastico con la realizzazione delle “linee invisibili� dei percorsi 144
SPERIMENTARE
Linee Invisibili
- foto di particolari del plastico con la realizzazione delle “linee invisibili� 145
- assonometria cinese, planometria dell’isola. 146
DODICI ISOLE DESERTE Composizione architettonica, workshop 2009 Salottobuono
Il corso è iniziato con una citazione di Superstudio, che nel 1971 produce le “Dodici città ideali”. Ognuna di queste è l’estrapolazione logica di un processo di tendenza già esistente nella storia delle città e nelle idee ricorrenti sull’urbanistica. C’è anche una tredicesima città e questa ci viene presentata come un’isola. Proprio questo è stato il tema principale del nostro percorso. Divisi in dodici gruppi, ad ognuno di questi è stata assegnata un’architettura nota da mandare alla deriva. In questo caso l’Agricultural City di Kisho Kurokawa, che dopo alcuni passaggi si trasforma in un’isola. Nella quale la vita si sviluppa sotto la superficie dell’acqua, associata poi all’ottava città ideale di Superstudio, “città cono a gradoni”. Da questa unione ne deriva un’isola a gradoni che si sviluppa verso il basso anzichè elevarsi. Di forma circolare ma divisa da linee ortogonali fra di loro, a formare una sorta di compartimenti. La particolarità è che in ogni zona c’è un ambiente diverso l’uno dall’altro. Arrivano a coesistere nella stessa isola sistemi climatici differenti, come il deserto, la foresta pluviale, i monti, i mari, i laghi e i campi coltivati. Nelle celle che invece rimangono libere vengono costruite le residenze per gli abitanti dell’isola. Mentre le vie di comunicazione vengono scavate tra i gradoni che dividono le zone.
147
148
SPERIMENTARE
Dodici Isole Deserte
- pagina precedente: trasformazione di un’architettura, tra quelle proposte, in un’isola. La trasformazione si propone tramite cinque passaggi: dal punto 1 l’architettura al punto 5 l’isola. L’architettura scelta é l’Agricultural City di Kisho Kurokawa: un sistema a griglia in cui ogni quadrato rappresenta una unità d’abitazione la quale moltiplicandosi crea una sorta di villaggio sopraelevato. Si é ipotizzata dunque un’inondazione e lo sviluppo della città non avviene più in elevazione ma sott’acqua, come dei piccoli iceberg. Il risultato finale é la creazione di un vasto arcipelago. - foto del plastico 149
- Fotomontaggio realizzato con le foto di Giovanna Silva (fotografa impegnata in un lavoro che indaga le isole minori del Mediterraneo) in cui Ê stato inserito il progetto finale dell’isola
150
SPERIMENTARE
Dodici Isole Deserte
- foto dell’esposizione finale del workshop 151
conoscere
154
VIAGGIO STUDIO IN SPAGNA prof. Giuseppe D’Acunto
Il viaggio si è sviluppato tra la capitale spagnola, Madrid, e Valencia, la terza città della Spagna per numero di abitanti. Madrid è una città ricca di storia e di importanti edifi ci, le architetture di maggior pregio sono opera di Raphael Moneo: l’edificio Bankinter, una delle prime opere dell’architetto spagnolo; l’ospedale maternità Gregorio Maranon, bellissimo esempio di tecnica e comfort; la Stazione di Atocha, al cui interno si apre un paesaggio fantastico, dominato dal verdeggiante fogliame di palme e altre piante esotiche; la ristrutturazione del Museo Thyssen-Bornemisza; l’ampliamento del Museo del Prado. L’area del nuovo Terminal dell’Aeroporto Barajas (prog. Richard Rogers Partnership) fa di Madrid un’importante snodo europeo, cha consolida il suo ruolo di fulcro per il collegamento fra l’Europa e l’America Latina. Tra la fi ne del XX secolo e l’inizio del XXI secolo a Valencia sono stati realizzati numerosi progetti architettonici e urbanistici, il più imponente è la Città delle Arti e delle Scienze, un nuovo quartiere a sud ovest del centro, progettato dall’architetto valenciano Santiago Calatrava. Si tratta di un complesso architettonico composto da cinque diff erenti strutture (El Palau de les Arts Reina Sofi a; l’Hemisfèric; l’Umbracle; El Museu de les Ciències; l’Oceanogràfi c) suddivise all’interno di tre aree tematiche: arte, scienza e natura. Calatrava riesce ad armonizzare gli elementi con i contenuti, lasciando però trasparire la tradizione mediterranea del mare e della luce attraverso un gioco di colori tra l’azzurro dei grandi stagni d’acqua a cielo aperto e il bianco del cemento. 155
- particolari interni del terminal area, aeroporto Barajas
156
CONOSCERE
Viaggio Studio in Spagna
- veduta e particolari interni della Biblioteca P첫blica, Pedro Salinas
157
- vedute interne della stazione ferroviaria di Atocha
158
CONOSCERE
Viaggio Studio in Spagna
- vedute CittĂ delle Arti e delle Scienze
159
- particolare del Glasgow Science Center 160
VIAGGIO STUDIO IN SCOZIA prof. Angelo Maggi
Il secondo viaggio che ho effettuato ha contrapposto due bellissime città come Glasgow ed Edimburgo, in un percorso fra le opere di un maestro dell’Architettura come Charles Rennie Mackintosh. La prima tappa fu la Glasgow Opera House, detta l’armadillo per la sua forma che ricorda la corazza dell’animale; adiacente al fiume Clyde, al di là del quale si trova il Glasgow Science Center. Due opere di architettura moderna progettate da Norman Foster il primo e da Richard Horden/BDP Architects il secondo. La destinazione successiva fu la House for an Art Lover, tornando in centro a Glasgow abbiamo visitato la Glasgow school of art, considerato il capolavoro di Mackintosh, primo esempio di Liberty nel Regno Unito. La facciata nord, in particolare, con le grandi vetrate che sembrano inferriate, con le scale e la cancellata. Dentro, ampi laboratori-studi dalle vetrate a doppia altezza, aule, sale, gallerie, scale, passaggi. La biblioteca, intatta nel mobilio e nell’atmosfera, è uno degli ambienti più ammirati, mentre la sala che raccoglie un vasto campionario delle sue famose sedie, testimonia la passione che ancora oggi circonda il maestro. Come dimenticare poi la Hill House, la Willow Tea Room e la Ruchill Church, grandi capolavori che hanno contribuito alla notorietà di questo grande artista. Concludendo, è doveroso il ricordo ad una delle più belle città europee, Edimburgo. Divisa in due parti, medioevale e vittoriana, con il castello al centro; meravigliosa città che regala scorci davvero emozionanti. 161
- vedute della Glasgow Opera House e del Glasgow Science Center
162
CONOSCERE
Viaggio Studio in Scozia
- particolari della Glasgow School of Art
163
- veduta della House for an Art Lover e particolari dell’interno
164
CONOSCERE
Viaggio Studio in Scozia
- veduta di Edimburgo, del new museum of Scotland e del nuovo parlamento scozzese
165
- veduta della palazzina adiacente realizzata nel 2005 dallo stesso studio 166
TIROCINIO Tutore didattico: Angelo Villa Tutore aziendale: Gianni Pietrobon Ho effettuato il progetto formativo e di orientamento (tirocinio) presso lo studio “PIETROBON & ROSSI ENGINEERING s.r.l.” situato in P.zza della Serenissima,20 a Castelfranco Veneto (TV). Lo studio inizia la sua attività nel 1979 con la denominazione PIETROBON & ROSSI associati con tre titolari: arch. Giuseppe Pietrobon, arch. Antonio Rossi e arch. Gianni Pietrobon. Attualmente operano due strutture organizzative: la SINERGO PROGETTI, con specifiche competenze nella progettazione e la PIETROBON & ROSSI ENGINEERING, con funzione di coordinamento e organizzazione delle competenze professionali legate all’intero processo realizzativo, sia nell’ambito edilizio che nel design. Il tirocinio è durato 225 ore come richiesto dall’università, principalmente divise in 8 ore giornaliere con orari mattutini dalle 8.30 alle 12.30 e pomeridiani dalle 14.30 alle 18.30, questo è stato concordato con lo studio cercando di non lasciarmi mai da solo ma avendo sempre qualcuno che potesse essere presente. La palazzina è composta da 6 piani per un totale di 29 appartamenti più l’interrato con la collocazione di 29 box auto e 29 cantine come gli alloggi. Mi è stato chiesto di riorganizzare l’arredo interno degli alloggi e modificare le finestre con delle finestre a tutt’altezza dove è possibile, creando delle nuove idee per quanto riguarda i prospetti per poi passare allo studio dell’interrato riprogettandolo. Questo progetto mi ha impegnato per tutto il periodo del tirocinio creando di tutte le modifiche piante, prospetti e delle sezioni significative al dettaglio di progetto esecutivo tenendo conto delle Norme UNI principali come l’ampiezza minima delle finestre, disimpegni, vani tecnici, zone filtro e ventilazione minima del piano interrato. 167
- pianta piano terra
- pianta primo piano 168
CONOSCERE
Tirocinio
- sezione A/1
- sezione A/2 169
- prospetto Nord-Est
- prospetto Nord-Ovest 170
CONOSCERE
Tirocinio
- prospetto Sud-Est
- prospetto Sud-Ovest 171